la Roma del paesaggio

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la Roma del paesaggio

Daniele Bettin



“...La via della consapevolezza é piú difficile e piú lunga. Interrotti i canali della continuitá culturale, rialacciare il colloquio tra antico e nuovo, vuol dire tornare a comprendere l’antico nelle sue strutture profonde: é un pó come decifrare una lingua senza conoscerne la grammatica e il vocabolario; ma é anche l’unica strada possibile....” Paolo Portoghesi per ROMA INTERROTTA.


quadrante 9 NOTE INTRODUTTIVE a cura di Renato Bocchi Paolo Portoghesi (nel suo intervento in Roma Interrotta) scriveva: “Per farsi un’idea del paesaggio di Roma prima della costruzione della città, bisogna guardare la scogliera di tufo della rupe Tarpea o quelle lungo la via Flaminia. In tutta questa zona, al paesaggio “esterno”, fatto di montagne, di colline, di brevi tratti pianeggianti, si contrappone come un controcanto un paesaggio “interno”, fatto di valli profonde racchiuse tra pareti di tufo come un ambiente o una strada sono racchiusi tra mura costruite dall’uomo. Negli spazi interni naturali caratteristici del paesaggio delle forre, ora contratti ora distesi, sempre nell’imminenza del passaggio tra diastole e sistole si può forse cogliere una delle strutture invarianti dell’architettura nata nei secoli sul bordo del Tevere...” Quest’ipotesi di lettura morfologica di Portoghesi è alla base della nostra ricerca progettuale ed è il motivo che ha suggerito a Aldo Aymonino la scelta per l’Iuav del quadrante territoriale fondato sulle vie consolari in uscita da Roma verso nord-ovest, lungo la Valle del Tevere, cioè la via Flaminia, la via Cassia e parzialmente la via Salaria.

IL MODELLO COME STRUMENTO PROGETTUALE a cura di Kuno Mayr Questo lavoro legato alla costruzione di modelli in gesso, può essere visto come esercizio fisico di lettura, ricostruzione e interpretazione del paesaggio/città di Roma. L`obiettivo é svelare il rapporto intrinseco che lega i fatti architettonici/ urbani allo sfondo paesaggistico naturale. Un legame che viene testimoniato dal patrimonio iconografico e dai monumenti architettonici ancora presenti e che Paolo Portoghesi legge come interazione tra paesaggio interno ed esterno, come struttura invariata dell`architettura nata nei secoli sul bordo del Tevere. In quanto esercizio fisico, questo Fare é legato a tecniche precise per raggiungere al meglio l`obiettivo preposto. La visione multiscalare permette di rappresentare l`ampio e il racchiuso, permette di rendere nuovamente presente la scenografia in gioco. L`inquadramento corretto dei vari modelli é determinato dal “peso” tra paesaggi “interni” ed “esterno”, tra manufatto e natura. Ogni modello seleziona e riporta la giusta densità di segni per chiarire al meglio l`identità degli attori in campo. L`esecuzione curata di tutti i passaggi di ricostruzione in vitro, svela la bellezza dei paesaggi inaspettati.

la Roma del Paesaggio a cura di Daniele Bettin Il tema della tesi inizia a grande scala per capire come il tessuto del territorio ha contribuito all’insediamento di Roma e quali sono gli elementi paesaggistici che caratterizzano la morfologia dell’area. Si approfondisce il tema legato all’archeologia ancora presente nel territorio e come cambia l’aspetto paesaggistico dal tempo antico ad oggi. Il progetto prevede una lettura dei luoghi indefiniti che si sono generati negli anni e come questi possono riacquisire la propria identitá. Quindi il processo di rafforzamento dell’ambito territoriale si relaziona ancora una volta alla struttura morfologica del paesaggio, attraverso una dimostrazione per assurdo della periferia, per una lettura piú nitida del paesaggio.



Eruzioni Erosioni Fiumi Boschi Colonizzazione Piantagioni Allevamento Monetizzazione

PROCESSO

Costruzione



Insediamento delle mura Aureliane all’ interno del territorio In Rosso il quadrante 9.


Carta d’Italia ( Parte I ) - Roma intorno, da est fino alla costa ovest ; 1600


Le mura Serviane rappresentano la Roma dei Tarquini, da cui Servio Tullio delimita il pomerium attraverso una nuova cinta e l’integrazione di quella collinare (costruite dopo il sacco di Roma 390 a.c.) Da qui si evidenzia la consapevolezza strategica all’interno del territorio.


H.Kiepert, 1818-1899


Le mura Aureliane segnano, dopo un momento di crisi, lo sviluppo urbano. É il periodo delle regole urbanistiche dove ancora oggi il tracciato sulla quale si basa la cittå (piazze, strade) determina la forma urbana di Roma.


Claudio Duchetti, Carta di Roma antica, 1582



La piana del Tevere ĂŠ percorse da Via Flaminia che collega Roma a Rimini, Il sistema delle forre si rapporta con il sistema topografico generando una sorta di “mano polidattilaâ€? che si avvicina al Tevere.


Sviluppo della strada Flaminia fuori porta del popolo (catasto Alessandrino, 1660)

Borghetaccio

Centocelle Prima Porta Osteria della Celsa Osteria della Valchetta Osteria di Grotta Rossa Torre detta di Quinto Osteria della Speranza Osteria di Ponte Milvio Ponte Milvio


Ponte del Borghetto

Osteria delle Rocchette Grotta di Priscilla Osteria della Gabelletta Ponte Felice

Ponte del Borghetto Ponte di Celle Osteria de’ Petroni

Civitacastellana

S. Oviglio

San Silvestro di Rignano

Osteria Novo di Morolo Osteria del Monte della Guardia S. Giovanni di Castelnovo Osteria dell’Angelo

Osteria del Vento di Morlupo Osteria della Posta Osteria del Leone Osteria del Pavone

Convento dei Capuccini di Riano

Borghettaccio Mausoleo di Centocelle Prima Porta La Celsa Valchetta Grotta Rossa Tor di Quinto Ponte Milvio


L’ inquadramento presenta la forma del paesaggio ai confini di Roma antica in cui il Tevere fa da sfondo a un sistema paesaggistico collinare. Le varie archeologie rappresentate si inseriscono a interpretazione del territorio, dove la topografia ne favorisce l’ insediamento.


Villa Livia

Mausoleo la Celsa

Basilica Beati Arcangeli in Septimo

Sepolcro ed edificio su via Flaminia


Attualmente la stessa area ĂŠ segnata da uno sviluppo urbano incontrollato dove alcune volte assume una forma abbastanza definita mentre altre volte si presenta dispersiva e molto confusa.




“...Le ricostruzioni archeologiche ci mostrano non i mitici sette colli sorgenti dalla pianura, ma una serie di insenature che dalla valle del tevere si insinuano sui fianchi di una zona pianeggiante sopraelevata formando una serie di contrafforti ....� Paolo Portoghesi per ROMA INTERROTTA.



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INTERVENTI

IDENTIFICAZIONE

LUOGHI INDEFINITI

COMPOSIZIONE DI FORME

PAESAGGIO


Per assumere un’ identitá, ogni forma deve restituire al “lettore” una visione piú pulita del paesaggio. Vista la scarsa capacitá di interpretazione degli insediamenti del territorio, il progetto assume una direzione dimostrativa dove, per assurdo, ogni grande forma assorbe le piccole identitá urbane sparse nel paesaggio. Lavorando attraverso la geografia posso ripensare alla periferia di adesso, ridandole una sorta di forma e direzione su cui continuare il proprio tessuto. Intervengo quindi per tasselli per ridare una nuova identitá.

“...Il metodo che abbiamo seguito per recuperare le radici troncate e riacquisire una coerenza con lo sviluppo organico della cittá antica si basa inanzitutto sul riferimento all’ambiente fisico in cui Roma é sorta, inteso come matrice originaria dell’ambiente costruito ....Per farsi un’idea del paesaggio di Roma prima della costruzione della cittá, bisogna guardare la scogliera di tufo ....o lungo la via Flaminia ....” Paolo Portoghesi per ROMA INTERROTTA.



INTERVENTI

+ IDENTIFICAZIONE

LUOGHI INDEFINITI

OMPOSIZIONE DI FORME

PAESAGGIO



“...L’architettura è il modo in cui l’uomo ha cercato di abitare la terra, per proteggersi dalle intemperie, ma soprattutto per rendere evidente la sua esistenza...” (Paolo Portoghesi)





TESI DI LAUREA “La Roma del Paesaggio” RELATORE Prof. Renato Bocchi CORRELATORE Arch. Kuno Mayr


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