lettere contro la guerra

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pareva lontanissima, così come sono certo che quel che succede qui pare lontano all’Europa. Eppure non è così. Quel che avviene in Afghanistan è vicinissimo, ci riguarda. Non solo perché la caduta di Kabul è tutt’altro che la soluzione ai problemi dell’Afghanistan, ma perché l’Afghanistan «è solo la prima fase». L’Iraq, la Somalia, il Sudan sono molto più vicini. Che faremo quando Bush vorrà andare a bombardare là? Abbiamo fatto i conti con i musulmani che vivono fra noi e che ora possono essere indifferenti alla guerra in Afghanistan, ma lo saranno meno quando verranno bombardate le loro case? Vogliamo anche noi partecipare alle uccisioni di stile israeliano di tutti quelli che la CIA deciderà di mettere sulle sue liste nere? Sarebbe molto più saggio - mi pare - che ora l’Europa dissentisse e che, invece di lasciare i suoi vari governi a fare singolarmente la loro parte di «satelliti» di Washington, si esprimesse con una sola voce ed aiutasse, da vera amica ed


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