Cultura commestibile 172

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28 MAGGIO 2016 pag. 12 Serena Cenni serenacenni@virgilio.it di

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he i quadri del pittore Gianfranco Mello avessero, negli anni, affascinato Emy Sgalambro, lo si era intuito ascoltando la sua bella presentazione presso l’Archivio Storico del Frutto e del Fiore dal titolo Il giardino dipinto di Borgo Pinti, ma la successiva visita allo Studio d’Arte “Le Colonne” presso il palazzo Bellini delle Stelle, ha contribuito a dare forma e corpo a quelle parole che accennavano all’esistenza di un suggestivo giardino, protetto dalle antiche mura di una dimora fiorentina. E lì, davanti agli occhi meravigliati dei visitatori, si è aperto uno spazio insolito e inatteso: allestita in quello che è stato, nel Cinquecento, il laboratorio e la bottega del Giambologna, una raccolta di immense tele dalle svariate forme (rettangolari, ottagonali, a lunetta, tonde…) si avvicenda tra le colonne e lungo le alte pareti, ma anche sui pavimenti o sulla mobilia antica, costruendo scenari di fiori variegati, colti “en plein air” nel loro sbocciare o nel loro fulgore. Un vero e proprio giardino dipinto, dunque, che nulla sottrae alla bellezza e alla vitalità della natura, ma che anzi la celebra in una esaltazione che ne fissa lo splendore, prima della trasformazione o dell’appassimento. Un itinerario affascinante è quello offerto dai quadri di Mello, che una voce femminile sapientemente valorizza, ricordandone la creazione dal vero, l’ambientazione, i momenti della rivelazione all’interno del paesaggio toscano; un itinerario, però, anche straniante, ma proprio per questo attraente, in cui le stagioni non si avvicendano sequenzialmente, ma si mescolano e si confondono, in una sorta di tavolozza immaginifica, alternando distese estive di girasoli a ciclamini invernali, ciuffi di dalie a fiori di biancospino e pyrus, cespugli di rose a peonie e lillà… Attenuata è la presenza umana e architettonica in questi dipinti; e anche se un nudo di donna sembra attraversare silenziosamente la scena, o l’autoritratto dell’artista, o la cupola di Santa

Un giardino incantato nel cuore di Firenze Maria del Fiore e il chiostro di Santa Croce affiorano come potenti presenze sulla tela, la percezione che l’osservatore ne ha è sempre di una fusione tra le forme plastiche e le forme di quella natura che i colori cangianti o intensamente delicati ammantano di sensualità. I dipinti di Gianfranco Mello (veneziano, ma fiorentino d’adozione, che ha iniziato la propria carriera giovanissimo), raccontano, dunque, la storia di una vita che si è svolta - e ancora fortunatamente si svolge - all’insegna della ricerca e della dedizione per quell’aspetto organicistico e poetico del ‘bello’ che solo le piante riescono a incarnare; e narrano, al contempo, la storia di una grande fascinazione per i momenti vitalistici della fioritura che, fissati per sempre, si sottraggono alla caducità del tempo, donando al visitatore l’incanto di una inestinguibile presenza. Massimo Cavezzali cavezzalicartoons@hotmail.com di

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