Cultura Socialis 2012

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UNTERNEHMEN ∙ IMPRESE

L'economia del bene comune

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Il vero profitto? Il bene comune L’economia del bene comune in Alto Adige L’economia del bene comune si pone come obiettivo il mutamento del pensiero economico: basta al profitto, spazio alle economie che fanno il bene di tutti; stop alla concorrenza, largo alla cooperazione. Venti piccole e medie imprese altoatesine sono state analizzate secondo i 18 criteri dell’economia del bene comune, ricevendo un punteggio che va da 0 a 1.000. Tanto più alto è il punteggio ottenuto, tanto più grande è l’impegno dell’azienda verso la collettività. La particolarità del progetto consiste nel fatto che gli imprenditori si impegnano ad operare secondo la logica del bene comune, diffondendo una diversa cultura economica, promuovendo il capitale sociale e le soluzioni sostenibili ed investendo quindi nel futuro della comunità. Committente del progetto TERRA Institute, Bressanone Libera Università di Bolzano Partecipanti 20 piccole e medie imprese altoatesine di vari settori Iniziativa e coordinamento Günther Reifer ed Evelyn Oberleiter (TERRA Institute) Consulenza scientifica Susanne Elsen (Libera Università di Bolzano) Destinatari Imprenditori/trici Periodo Da maggio 2011 a maggio 2012. Sono previste delle fasi ulteriori. Contatti Terra Institute, Bressanone Günther Reifer tel. 0472 970484 g.reifer@terra-institute.eu www.terra-institute.eu

In futuro – secondo l’Economia del bene comune – il mondo economico non dovrà pensare solo al profitto ma dovrà impegnarsi per il benessere collettivo. Il successo di un’azienda quindi non si misurerà più in termini di guadagno ma in base al contributo apportato al bene comune. Günther Reifer, per economia del bene comune si intende quella che pensa al bene della collettività piuttosto che al profitto. Cosa manca oggi in questo senso al sistema economico? Günther Reifer: è sempre più diffusa l’opinione che l’economia attuale abbia dei difetti strutturali. Le imprese fanno a gara a chi guadagna di più. Questo è assurdo, perché un maggiore profitto non rispecchia la realtà sociale, anzi può causare meno posti di lavoro, danni ambientali, aumento di povertà. Eppure sempre più aziende dichiarano di pensare ai valori etici: non basta? Günther Reifer: questo è positivo ma non basta. L’economia del bene comune non pensa solo ai lavoratori ma all’intero sistema, che comprende anche l’ambiente e le risorse. Il “padre” dell’economia del bene comune, Christian Felber, ha detto che tanta gente in Germania e Austria auspica un “nuovo sistema economico”. Secondo lei anche in Alto Adige si sente questa esigenza? Evelyn Oberleiter: senz’altro. Noi stessi siamo contattati da persone che vorrebbero un approccio globale. Günther Reifer: c’è però da dire che molti dicono ma pochi fanno. Ci vuole più coraggio. Venti aziende altoatesine sono state esaminate secondo i 18 criteri dell’economia comune. Cosa avete fatto in concreto? Günther Reifer: abbiamo analizzato le aziende cercando di capire, ad esempio, se i prodotti sono ecologici e sociali e da dove vengono, se c’è qualità del posto di lavoro, trasparenza, coinvolgimento, parità tra uomo e donna e anche etica finanziaria. Tutti i criteri hanno in comune l’attenzione verso il bene comune piuttosto che per il profitto. Cosa è cambiato nelle aziende che applicano l’economia del bene comune? Evelyn Oberleiter: molto. Hanno iniziato un processo che ha mutato il loro rapporto con clienti e fornitori, diventato ora molto

Persone intervistate: Günther Reifer, Terra Institute; Evelyn Oberleiter, Terra Institute

più attento. Spesso le imprese credono che la responsabilità verso l’ambiente e la società non sia affar loro. Invece è proprio il contrario: è l’atteggiamento responsabile a produrre successo commerciale. Crede che il concetto di economia comune sia applicabile alle piccole realtà o è necessario un mutamento mondiale? Günther Reifer: credo che sia più facile partire dalla base. Dai grandi sistemi politici mi attendo pochi cambiamenti sostanziali, sebbene quest’anno a Davos, al Forum mondiale dell’Economia, sia spuntata per la prima volta l’esigenza di un’alternativa. Ritenete che la politica debba tenere conto degli sforzi per il bene comune nel momento in cui, ad esempio, assegna contributi o agevolazioni fiscali? Evelyn Oberleiter: la politica dovrebbe cambiare mentalità e premiare quello che è socialmente corretto, ecologico e sensato pur essendo economicamente vincente. Oggi invece si assegnano premi a chi danneggia la natura e la collettività. Günther Reifer: l’economia per il bene comune ritiene che quelle aziende che fanno tanto per la collettività debbano essere premiate e non trattate come tutte le altre. La storia è piena di teorie fallite. Perché dovrebbe farcela l’economia del bene comune? Evelyn Oberleiter: perché i tempi sono maturi. Günther Reifer: …e ci sono tante altre iniziative che vanno nella stessa direzione: il pensiero permaculturale, il movimento Transition Town, la decrescita… Immaginiamo di rivederci tra 30 anni. Come dovrebbe essere il mondo? Günther Reifer: mi augurerei di trovare nuovi modelli imprenditoriali, maggiore cooperazione, uguaglianza e meno barriere tra lavoratori e datori di lavoro. Evelyn Oberleiter: vorrei che fosse finito il saccheggio della natura e della madre terra.


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