don Liberatore Cronaca di un'amicizia

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fonda incollati al televisore. Concordammo che dopo quell‟evento così disumano niente sarebbe stato più come prima. Il 14 lo misi in contatto con Luigi perché lo aiutasse a leggere i risultati delle sue analisi e lo consigliasse meglio sulla terapia, sulla dieta da seguire ed anche sugli esercizi fisici da fare. Quello stesso giorno inviò un fax a Luigi. Il 19 era lieto perché Elio, dopo aver letto tutto il malloppo di fotocopie riguardanti gli ultimi test ai quali si era sottoposto, lo aveva abbastanza tranquillizzato sul suo stato di salute, ma era nel contempo molto triste perché una sua parente si era sposata soltanto con rito civile. Il 24 mi mandò via internet “C‟era una volta un‟isola”, il primo allegato con immagini. Era bellissimo. Il tema era quello del rapporto tra il tempo e l‟amore. L‟ho inviato a tutti quelli che conoscevo. In ottobre abbiamo ripreso a discutere di pace e guerra. Nell‟email del 12 scriveva: “ (…) Sei riuscito ad essere coerente con i tuoi principi o meglio con la tua „sensibilità‟ di fondo. Per me è impossibile dare una risposta globale. Ho stampato la lettera. Se capiterà l‟occasione, la esamineremo per parti. Intanto leggendola ho recepito molte riflessioni interessanti. Vorrei porre solo una domanda (quella che Vespa ha posto a Bertinotti): ma tu al posto di Bush cosa avresti fatto? Ecco questo è un lato poco sviluppato nella tua lettera, quello propositivo. Non parlo dei principi e dei programmi a lungo termine (l‟educazione, ecc. ecc.). Io ti invidio la carica evangelica che hai ma ti applaudirei volentieri solo dopo averti visto nei panni di un primo ministro, traduttore efficace di quella carica evangelica. Sento infinito fascino per San Francesco eppure son convinto che avrebbe fallito come capo di governo (come fallì con il Sultano); così come sento infinito fascino per lo spirito evangelico che spinge ad offrire l‟altra guancia eppure giustifico Giovanna D‟Arco che impugna le armi e guida alla guerra. Dunque prova a fare il consigliere di Bush partendo dal principio irrinunciabile: la guerra no. Forse il ragionamento diverrebbe più concreto. Rileggerò i tuoi tre fogli e ne avremo da dire. Ora sono le 23. Un abbraccio. D. Liberatore”.

Accettai la sfida. La risposta si è concretizzata in un lungo lavoro inedito, sotto forma di epistolario, il cui destinatario è proprio lui. Come risposta immediata gli scrissi:

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