Volontariato e verde per tutti

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PRESENTAZIONE STUDI SOCIALI Tra le funzioni dei Centri di Servizio per il Volontariato il Decreto Ministeriale 8/10/1997 indica l’offerta di “consulenza e assistenza qualificata nonché strumenti per la progettazione, l’avvio e la realizzazione di specifiche attività”. “Società Solidale”, CSV della provincia di Cuneo, s’impegna dal 2003 a sostenere le iniziative delle Associazioni di Volontariato della Granda e, in modo particolare, a favorire quelle “buone prassi” ideate dai sodalizi locali, ma che possono essere estese anche in altri contesti territoriali e sociali.

I progetti meritevoli di diffusione sarebbero molti. Ne è stato scelto uno, “VERDE PER TUTTI”, perché il CSV ritiene più “urgente” sviluppare e sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema delle barriere architettoniche che ancora prepotentemente invadono le nostre città, talvolta lastricate più che altro di buone intenzioni.

Le pagine di “Studi Sociali”, supplemento di approfondimento e documentazione di “Società Solidale”, presentano il lavoro di ricerca, ricognizione e mappatura di spazi pubblici della provincia svolto dall’associazione ALICE Cuneo Onlus tramite i volontari e due architetti.

L’augurio è che la lettura dei risultati di questa “buona prassi” consolidi le motivazioni dei tanti volontari già impegnati sul campo, affascini nuovi volontari, ma, anche, interpelli ed esorti amministratori e cittadini ed inviti ad unire le forze per abbattere le barriere ed evitare di costruirne di nuove.

Concludo con la citazione di una frase di don Lorenzo Milani, fondatore della Scuola di Barbiana e autore della celebre “Lettera ad una professoressa” da cui è tratta la frase, ricordando prima il suo motto, che ancora oggi risuona “I care – ho a cuore”: “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia”. Giorgio Groppo Presidente CSV Società Solidale

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VERDE PER TUTTI

Lavoro di ricerca elaborato in occasione della I^ Giornata Mondiale in Italia di lotta all’ictus. Cuneo, 29 ottobre 2008.

Il logo è tratto dal sito www.repubblica.it “Vignettisti italiani in campo per i disabili” ed è stato realizzato in occasione della Giornata europea delle persone disabili del 3 dicembre 2003. Alice Cuneo Onlus Piazza Foro Boario 2 12100 Cuneo Tel. 0171-631076; e-mail: bonattogiuseppeluigi@tin.it

Iniziativa realizzata con CSV SocietĂ  Solidale - Cuneo 3



ANCHE A CUNEO LA VOCE DI A.L.I.Ce. PER LA LOTTA ALL’ICTUS CEREBRALE Dott. Giuseppe Bonatto Presidente A.l.i.Ce. Cuneo Onlus A.L.I.Ce., acronimo di “Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale” è una libera associazione senza fini di lucro presente già da diversi anni in quasi tutte le regioni italiane. Con la costituzione dal 2004 di A.L.I.Ce. Cuneo si è dato vita, anche nel capoluogo della Granda, ad un vero e proprio “patto di solidarietà per la salute” che sapesse guardare alla sanità dal punto di vista delle persone, dei pazienti e non solo degli aridi tecnicismi e dei burocratismi, pur se indispensabili. In poco tempo siamo riusciti a coinvolgere un gruppo di persone disponibili ad impegnarsi direttamente sia per conoscere di più la tematica “ictus” che per approfondire l’universo umano di chi è colpito da questo male, dei familiari ed anche delle persone a rischio. È decollata, in tal modo, un’alleanza che, con il tempo, ha coinvolto sempre di più enti locali, aziende ospedaliere, mondo del volontariato realizzando, attraverso un ponte simbolico e concreto, numerosi momenti di informazione per la prevenzione e la cura in uno stretto collegamento tra ammalati, familiari, medici, fisiatri, infermieri, terapisti della riabilitazione, personale sanitario coinvolti, periodicamente, in iniziative didattiche, in manifestazioni pubbliche, incontri, dibattiti organizzati proprio da A.L.I.Ce. Cuneo. Con queste molteplici attività l’Associazione si è prefissa di fornire indicazioni precise e sostegno morale a quelle famiglie che si trovassero a doversi confrontare con la traumatica realtà di un congiunto colpito da Ictus, impegnandosi attraverso incontri, appuntamenti diretti o tramite telefonate e comunicazioni sul proprio sito (www.alicecuneo.it) a far sì che, nel momento in cui si ha bisogno di risposte chiare e servizi adeguati, non si vada a cozzare contro gli ostacoli insormontabili dall’ignoranza dei propri diritti e delle leggi inapplicate. Per conseguire questi risultati il contributo del Centro Sociale per il Volontariato è stato, ed è, quanto mai prezioso. È proprio al suo sostegno, unito a quello personale dei volontari e di altri enti pubblici e privati, che A.L.I.Ce. Cuneo ha potuto realizzare, annualmente, dei progetti finalizzati, da una parte, a 5


fornire ai cittadini, in pubblici incontri una maggior consapevolezza sugli stili di vita corretti da adottare per guadagnare salute, realizzando un vero e proprio “investimento” per il futuro e, dall’altra, sensibilizzare enti locali ed amministrazioni pubbliche a prendere in esame i servizi ed i sistemi di assistenza al fine di assicurare una politica che sostenga ed incoraggi le persone disabili ad essere parte integrante nella società in cui vivono e scoprire le restrizioni e le barriere discriminatorie che colpiscono le persone disabili e la loro partecipazione alla vita sociale. A.L.I.Ce. Cuneo Onlus opera su tutto il territorio provinciale e dispone a Cuneo di una sede in Piazza Foro Boario 2, aperta il giovedì dalle ore 9 alle ore 13. Volontari e personale specializzato sono inoltre reperibili ai numeri 0171631076 e 338-1947913.

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Introduzione IL PROGETTO “VERDE PER TUTTI: NORME PER LA PROGETTAZIONE DI AREE VERDI E LUDICHE ACCESSIBILI A TUTTI.” Dott. Giuseppe Bonatto Presidente A.l.i.Ce. Cuneo Onlus L’assunto fondamentale da cui è partita la proposta progettuale di ALICE Cuneo è stato quello del diritto di ogni individuo al libero accesso agli spazi pubblici considerati sede importante di relazione e di sviluppo di rapporti sociali. L’esercizio di tale diritto si è spesso rivelato, tuttavia, non sempre garantito ai portatori di handicap ed una precisa responsabilità è stata individuata nel permanere di tante, troppe “barriere architettoniche”. Un problema, questo, di cui esiste una vasta letteratura, capace di illustrare varie soluzioni tecniche da adottarsi nei confronti dei soggetti svantaggiati. Si tratta, però, nella stragrande maggioranza dei casi, di soluzioni prospettate per abitazioni ed edifici e che assai raramente dedicano attenzione al tema degli spazi pubblici aperti fra i quali rivestono particolare importanza le aree destinate al verde. Con il progetto “Verde per tutti…” ALICE Cuneo ha inteso portare un proprio contributo a fornire, sulla base dell’esperienza diretta effettuata da propri associati, disabili a seguito della malattia, suggerimenti ed indicazioni tecniche per la progettazione di percorsi e di aree tali da favorire una miglior fruibilità da parte delle persone con ridotte capacità motorie. Si tratta, a nostro avviso, di uno strumento quanto mai utile per i pubblici amministratori, i tecnici progettisti, i costruttori ma anche per gli stessi fruitori messi in condizione di essere più coscienti delle proprie esigenze ed in grado di meglio rappresentarle alle istituzioni chiamate a soddisfarle.

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L’idea del progetto è partita proprio dalla constatazione della importanza rivestita dagli spazi pubblici per i propri associati nella delicata fase dell’esercizio fisico di parziale recupero motorio. In più occasioni si è rilevato come le barriere architettoniche presenti diventassero vere e proprie barriere psicologiche che impedivano o limitavano il successo dell’attività di recupero. Con ciò non si intendeva affatto richiedere aree specifiche per disabili, si trattava, piuttosto, di pensare e costruire percorsi natura che potessero essere fruiti da tutti. Lungi da noi, infatti, concepire una “riserva”, ma strutturare l’ambito territoriale del verde pubblico “a misura di tutti” adottando soluzioni che non ostacolino il disabile, dando valore anche alla diversità, reiventando un modello di architettura del verde in cui la natura è amica e non ostacolo. Di qui indicazioni che prevedano consultazione non solo con i detentori di competenze architettoniche ma anche con medici curanti, fisiatri per un corretto indirizzo del progetto. Quindi percorsi che valutino le caratteristiche geomorfologiche oltre a quelle estetiche e vegetazionali, considerino forma, pendenze, pavimentazione, disposizione di segnaletica ad altezza adeguata. siano dotati di aree di sosta con sistemazione di elementi di arredo facilmente utilizzabili da tutti, ecc.. Il progetto è ricco di queste indispensabili informazioni, illustrate anche in forma grafica con disegni.

Il risultato è quello di un esemplare modello di tanti suggerimenti da concretizzare non solo in nuove aree ma anche nella ridefinizione di percorsi ed aree già esistenti, da adeguare alle esigenze puntualmente segnalate. L’obiettivo del progetto ha voluto, principalmente, essere proprio questo: offrire un caleidoscopio di proposte, un vademecum per un corretto, nuovo approccio all’argomento, con soluzioni davvero funzionali.

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SINTESI PROGETTO “IL VERDE PER TUTTI” CSV Società Solidale

Il progetto “VERDE PER TUTTI, norme per la progettazione di aree verdi e ludiche accessibili a tutti” è stato presentato al Centro Servizi per il Volontariato “Società Solidale” tramite il Bando Ex Comunicazione Turco 2007 dall’associazione ALICE Cuneo Onlus – Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale. Gli obiettivi di VERDE PER TUTTI, in sintesi, sono: sensibilizzare gli enti locali sulla mancanza di spazi di libero movimento in aree pubbliche accessibili a tutti; trattare l’handicap nella quotidianità dando valore alla diversità; pensare e costruire parchi natura fruibili da tutti, con soluzioni che non ostacolino i disabili.

Tali finalità si sono raggiunte attraverso alcune azioni, realizzate tra luglio 2008 ed il primo semestre 2009, con presentazione ufficiale nell’ambito della Giornata mondiale di lotta all’ictus il 29 ottobre 2008. Le attività svolte per raggiungere i risultati prefissi sono state, in sintesi: la mappatura degli spazi verdi per ipotizzare un loro utilizzo da parte di tutti mediante sopralluoghi; l’organizzazione di un momento di incontro con riflessione e presentazione dei dati rilevati attraverso DVD e fascicolo-guida, con politici, amministratori e cittadinanza; eventuale affiancamento ad Enti locali per la realizzazione concreta di un’area.

Dopo le valutazioni dell’apposita commissione esterna, il CSV “Società Solidale” ha approvato il progetto ed ha sostenuto: le spese promozionali, postali, l’utilizzo dei locali, la collaborazione di due architetti ed i rimborsi spese di viaggio dei collaboratori.

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RELAZIONE - IL VERDE PER TUTTI Essere tutti diversi è un ottimo modo per essere tutti uguali Paola Cavaciocchi, Silvia Soppa Architetti Premessa Alcuni riferimenti concettuali che sono stati la base del lavoro di ricerca:

1. Progettare e trasformare il territorio richiede investimenti efficienti che sappiano realizzare spazi e percorsi alla portata del numero piĂš ampio possibile di utenti e in grado di produrre effetti pedagogici, educativi e sociali.

2. La possibilità di fruire in maniera complessiva dell’“ambiente di vita” passa anche attraverso la piena libertà di godimento del verde pubblico, che esplica la funzione sociale di ricreazione e benessere psico-fisico e costituisce uno degli ambiti privilegiati dello scambio relazionale.

3. Nell’ultimo decennio, le aree verdi (giardini pubblici, parchi urbani, aree protette, riserve naturali) hanno sempre più assunto una funzione cruciale di “snodo” del territorio, fungendo da laboratori in cui sperimentare nuovi modelli di programmazione, gestione, sviluppo sostenibile, non solo economico, ma anche culturale e sociale, improntati sul rispetto delle diversità e sui principi di inclusione ed integrazione.

4. Nel loro ciclo di vita, le persone possono avere per lunghi periodi o solo momentaneamente difficoltĂ  fisiche, psichiche e sensoriali, rese ancora piĂš gravose da disattenzioni progettuali che possono diventare vere e proprie barriere.

5. Acquisire, ed in parte recuperare, rispetto per l’ambiente, gli spazi e il verde pubblico avendo come riferimento “utenti deboli” (bambini, donne incinte, anziani, persone con disabilità) deve diventare consuetudine per una buona progettazione.

6. Di più, poiché gli “utenti deboli” non sono uguali, è da ritenersi superato anche il voler classificare in possibili categorie questi tipologie di fruitori, e bisogna impostare una cultura progettuale capace di essere veramente per tutti. 11


Obiettivi Il presente lavoro di ricerca si propone di individuare principi ed elementi di progettazione per la realizzazione di aree verdi accessibili e fruibili. I destinatari sono principalmente le Amministrazioni pubbliche e gli Enti gestori di aree verdi e naturali protette, per i quali si è predisposto materiale informativo e visivo (poster allegati) che può servire come strumento-guida alla comprensione dei principali campi di intervento. Il lavoro focalizza l’attenzione sulla corretta progettazione degli spazi verdi, spazi che richiedono particolare sensibilità nella proposta di soluzioni per una fruizione allargata a tutti, in quanto condizionata dall’orografia dei terreni, dagli eventi meteorologici, · dalle continue mutazioni dell’ambiente, come la crescita vegetazionale e i fenomeni di dilavamento.

Garantire l’accessibilità per tutti ad un parco naturale, ad una riserva o ad un giardino pubblico significa, quindi, conoscere innanzitutto le caratteristiche del territorio e, parallelamente, le esigenze dei potenziali visitatori, in sintesi significa riconoscere le potenzialità esprimibili di “quel” territorio. È un elemento fondamentale per garantire il successo di una fruizione allargata di un’area verde, progettare tenendo conto degli oneri di gestione:

per esempio, prima di decidere dove posizionare un cestino per i rifiuti (o un area ecologica), è fondamentale programmare con quale frequenza dovrà/potrà essere svuotato e chi avrà incarico di pulire le aree di pertinenza; oppure ancora, è necessario manutenere con regolarità la vegetazione lungo i percorsi, controllando la crescita di rami e le fronde sporgenti ai lati del percorso, perchè possono diventare vere e proprie barriere per la fruizione.

Si parte, quindi, dalla conoscenza delle risorse esistenti per soddisfare le diverse esigenze dei fruitori con soluzioni puntuali e circoscritte che diventano parte di un piano di realizzazione piĂš vasto, che si materializza attraverso: la pianificazione degli interventi sul territorio, la strategia di promozione del territorio, la qualitĂ  dei servizi offerti.

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Per promuovere questo processo virtuoso è necessario conoscere le esigenze dei potenziali utenti ed identificare il quadro di richieste specifiche avanzate dai fruitori attraverso la sperimentazione diretta delle soluzioni progettuali proposte.

Il lavoro, quindi, pone le basi per una buona progettazione, ma è da intendersi non concluso, implementabile e migliorabile attraverso il confronto con i diversi fruitori. Metodologia Il lavoro di ricerca si è articolato in diverse fasi: confronto-ascolto; ricerca, sopralluoghi, selezione e organizzazione dei contenuti.

Confronto-Ascolto. La prima fase del lavoro è stata caratterizzata dal reperimento di prime informazioni sul tema, da un lato, delle aree verde e spazi aperti e, dall’altro, sul tema della loro fruizione per utenti aventi disabilità.

Attraverso brainstorming sono, poi, stati focalizzati gli argomenti che potevano essere caratterizzanti la progettazione di aree verdi per un’utenza ampliata ed è stata individuata una scaletta di “buona pratiche” attraverso la quale avviare il confronto con l’Associazione Alice Cuneo, promotrice del progetto. Successivamente i risultati del lavoro di brainstorming sono stati confrontati con i responsabili del progetto, per poter valutare la correttezza di impostazione e la priorità di alcune tematiche.

Ricerca. Il lavoro è proseguito con l’ulteriore reperimento e consultazione di pubblicazioni e manuali già predisposti sul tema delle aree verdi accessibili. Questo ha permesso di costruire una bibliografia e sitologia di riferimento che è stata la base su cui sviluppare i temi individuati nella fase di “confrontoascolto”. Nel dettaglio le fonti selezionate sono state:

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Siti internet Accessible Play Areas. A Summary of Accessibility Guidelines for Play Areas, U.S. Access Board Summary of Accessibility Guidelines for Play Areas, Kompan, Olympia, 2005, www.access-board.gov G. Carella, S. Carpinelli, D. Scopigno, Guardare il territorio con occhi nuovi. Alcune linee guida per l’accessibilità alle aree naturali protette, Progetto parchi accessibili, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in www.parchiaccessibili.it, 2005. ECA – Europäisches Konzept für Zugänglichkeit (European Concept for Accessibility), Handbuch, Berlin, 2005 www.si-mo.it www.disabili.com www.nabeba.de www.parks.it www.repubblica.it

Manuali/pubblicazioni A. Gariboldi, Natura per tutti. L’accessibilità nelle aree naturali, Cd-rom CSV della Provincia di Pavia, 2005. A. Ghersi (a cura di), Paesaggi terapeutici. Come conservare la diversità per il “Ben-Essere dell’uomo”, Alinea, Firenze, 2007. L. Lancerin (a cura di), Il verde è di tutti. Schede tecniche per la progettazione e la realizzazione di aree verdi accessibili e fruibili, Regione Veneto, 2003. A. Privitera (in coll. con P. Ramella) (a cura di), Relazione sul progetto del parco plurisensoriale “diversamente abili”, Comune di Buccinasco, Milano, 2004 M. Solinas (a cura di), Accessibilità e fruibilità delle aree protette. I principi, le buone pratiche, Quaderni Scientifici del CTS, Roma, 2004. Regione Lombardia, Parchi senza barriere, 28 aree protette della Lombardia con informazioni sull’accessibilità, CTS, Roma, 2007. Il lavoro di spoglio dei materiali consultati ha permesso anche di selezionare disegni e fotografie da utilizzare per visualizzare al meglio le informazioni attinte dalle diverse ricerche. È in questa fase che è stata impostata l’organizzazione di tavole grafiche, che sono state chiamate “Abachi”, in cui sono riassunti i principi e gli elementi progettuali che dovrebbero condurre ad una progettazione per tutti gli utenti.

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Sopralluoghi. La ricognizione del territorio delle Aree protette e dei Parchi cuneesi, infine, ha permesso di affinare l’individuazione delle risorse, esistenti e/o potenziali, del territorio a cui è riferito il lavoro e ha consentito di giungere alla definizione dei temi principali su cui fondare la progettazione delle aree verdi per tutti. I sopralluoghi sono stati effettuati all’Oasi naturale di Crava Morozzo e al Parco Fluviale Gesso Stura. La scelta delle due aree verdi è stata determinata dal loro essere segnalate nelle guide specializzate come aperte alla fruizione per persone con disabilità. La conoscenza dei luoghi è stata finalizzata alla ricerca di elementi significativi per sviluppare le tematiche necessarie ad avviare una progettazione allargata a tutti gli utenti.

Diversi e numerosi i temi progettuali individuati: gli ingressi, i parcheggi, i sentieri, la segnaletica, le sedute, i ponticelli, i capanni per l’osservazione della fauna selvatica, le aree attrezzate per la sosta, le aree attrezzate per la didattica, giochi per bambini, percorsi vita, elementi di arredo.

Da questa rassegna di spunti progettuali si sono organizzati i macro argomenti che una progettazione di aree verdi per tutti dovrebbe tenere in conto.

Selezione e organizzazione dei contenuti. La pluralità dei temi di progetto, evinta sia dai sopralluoghi che dalla ricerca bibliografica e sitologica, è stata organizzata in macro temi di progetto: accessibilità, percorsi, aree per la sosta, elementi di arredo, elementi per il Ben-Essere. Il tema della fruizione delle aree verdi per tutti è, quindi, stato affrontato dalla scala urbana a quella dell’arredo, in una prospettiva di progressivo superamento delle differenti barriere che si possono incontrare alle diverse scale di intervento. Sono stati, infine, selezionati gli interventi principali per avviare almeno la realizzazione di un progetto corretto per un’area verde da quelli più complessi (per gestione, mantenimento ed economia) che possono qualificare maggiormente l’area verde.

Il completamento della ricerca ha riguardato la definizione dei contenuti degli Abachi (n° 6 poster in formato A1), la predisposizione della relazione illustrativa, che completa e spiega i contenuti degli Abachi, la preparazione di una presentazione attraverso la quale ricostruire il processo di metodo seguito e illustrare i principali contenuti della ricerca.

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Temi individuati Come sopra richiamato, il sopralluogo e la conoscenza di ricerche già sperimentate ha permesso di articolare la ricerca in cinque diversi temi: l’accessibilità, i percorsi, le zone per la sosta, gli elementi d’arredo, gli elementi per il Ben-Essere.

1 - L’ACCESSIBILITÀ L’accessibilità, in qualità di fruizione dell’ambiente, non deve rappresentare una risposta specialistica a problematiche individuali, ma deve essere un sistema diffuso per raggiungere l’autosufficienza e quindi l’uguaglianza tra i cittadini, attraverso soluzioni funzionali che non siano connotate per una specifica condizione d’utenza.

L’accessibilità è un mezzo che permette la possibilità di partecipare attivamente alla vita sociale: limitare non volutamente l’accesso ad una città, ad un parco, ad un’area verde, dichiarate aperte al pubblico, è non solo discutibile dal punto di vista umano e sociale, ma produce anche una serie di diseconomie a scala locale e territoriale.

Sono tre le condizioni fondamentali che devono realizzarsi per impostare una corretta accessibilitĂ : essere informati, raggiungere, fruire. Riveste fondamentale importanza la modalitĂ  per raggiungere ed entrare nello spazio verde (parco, giardino pubblico) e dovrebbero essere subito valutati i seguenti aspetti:

la buona permeabilità dell’area per evitare l’isolamento dal resto del contesto urbano in cui è inserita, attraverso, per esempio, la “messa in rete” degli spazi pubblici esistenti, vale a dire garantire un percorso di fruizione aperto a tutti che connetta le diverse aree verdi; la previsione di rimozione delle barriere esistenti, che possono respingere da subito il raggiungimento e la fruizione dell’area; la possibilità di “avvicinarsi” all’area attraverso diverse modalità (a piedi, con mezzi pubblici, con mezzi privati e collettivi); la previsione di zone parcheggio e di manovra per mezzi pubblici e privati collettivi.

I principali elementi progettuali sono:

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Segnaletica: Deve essere collocata, nelle aree urbane, per indicare la presenza dell’area verde; deve esservi specificata la distanza, la direzione per raggiungerla, le principali caratteristiche ed attrattive che la caratterizzano. Le informazioni, apposte su appositi supporti informativi (riconoscibili attraverso una veste grafica uniforme), possono essere veicolate attraverso il testo scritto e/o le icone.

Nel caso di utilizzo della modalitĂ  testuale, il carattere delle scritte dovrĂ  essere preferibilmente di tipo simile ad Helvetica o Verdana, in maiuscolo, sufficientemente grande da permetterne la lettura a tutti.

Nel caso di targhe e piccoli panelli, il testo dovrebbe essere realizzato in rilievo - escludendo l’uso di caratteri in Braille -, in quanto tali caratteri possono essere indistintamente letti da tutti i visitatori, sia da chi ha una capacità visiva ridotta, sia con il tatto, da chi ne fosse completamente privo. Parcheggi: Non sono solo il primo servizio finalizzato all’accesso all’area verde, ma ne rappresentano “il biglietto da visita”, sia in termini di presentazione sia dal punto di vista dell’accessibilità per tutti.

Nella loro progettazione devono essere evitate il piĂš possibile interferenze tra uomo e automobile sia in relazione alla necessitĂ  di spostamento/manovra sia, di conseguenza, in merito alla respirazione dei gas di scarico.

L’area di sosta dei veicoli dotati del contrassegno speciale deve essere posizionata in modo tale che il percorso di raccordo tra il parcheggio e l’ingresso al sentiero o alla struttura sia accessibile e che la distanza che separa l’area riservata dall’ingresso, o punto d’interesse, non sia eccessiva (max 10 m).

La persona con difficoltà motorie può essere il conduttore o il trasportato, per questo non è necessario delimitare l’area del veicolo da quella di manovra della carrozzina.

È necessario facilitare la manovra di trasferimento di una persona su sedia a ruote in tutte le condizioni atmosferiche; pertanto i posti auto riservati devono essere preferibilmente dotati di copertura. 17


In prossimità dell’area di parcheggio è necessario prevedere un servizio igienico e la presenza di colonnine di SOS, con riferimento ai principali numeri di soccorso: 118, 112, 113, 115.

Altre funzioni importanti, ma non indispensabili, sono quelle relative alla presenza di servizi accessori in grado di preparare opportunamente l’inizio della visita (es. presenza di un centro visite, di pannellistica introduttiva).

Ingresso: La migliore progettazione dovrebbe puntare sulla massima integrazione sociale e di riconoscimento dell’area. Pertanto, la predisposizione di cancelli (tornelli, sbarre, ostacoli) dovrebbe essere la più limitata possibile e, quando è fattibile, assente.

L’ingresso è il luogo privilegiato per la localizzazione del Centro visite/informazioni, che, dove presente, deve essere presso al parcheggio principale e con presenza di personale per fornire le indicazioni necessarie ai visitatori. 2 - I percorsi Una buona progettazione dello spazio verde deve garantire: l’accesso, l’orientamento al loro interno e la consapevolezza nella fruizione. Nell’ambito di una loro corretta progettazione i percorsi devono:

rispondere alle differenti esigenze dei fruitori mantenendo un andamento semplice e regolare e consentendo a tutti di potersi orientare facilmente; avere un dimensionamento adeguato e prevedere aree di manovra;

essere dotati di segnalazioni di eventuali discontinuitĂ  e di potenziali situazioni di pericolo; prevedere il corretto superamento di dislivelli e discontinuitĂ ;

fango);

non avere elementi di intrusione (fronde, radici, sassi, ghiaia, sabbia,

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prevedere superfici ed indicazioni differenziate per coniugare le esigenze dovute a differenti abilitĂ  (non vedenti e ipovedenti secondo il codice LOGES, per disabili motori); prevedere la possibilitĂ  di riposarsi/appoggiarsi lungo il sentiero;

essere delimitati da corrimano e cordoli di contenimento.

I principali elementi progettuali sono:

Forma: Per la realizzazione del sentiero è necessario scegliere siti, le cui condizioni orografiche permettano un unico tracciato per tutti i visitatori, favorendo, ove possibile, percorsi circolari/ellittici per fornire sia un migliore orientamento [in particolare per alcune categorie di utenti come ciechi, ipovedenti, malati di alzheimer] sia per impostare un’efficace suddivisione funzionale delle diverse zone dell’area verde.

È necessario progettare percorrenze continue evitando al massimo discontinuità, quali dislivelli, cambi di direzione repentini, e quando non è possibile evitarli, segnalarne efficacemente la presenza.

La progettazione del percorso deve tener conto di aree/spazi per la manovra per permettere cambi di direzione o il passaggio di almeno due persone (min 1,40 m max 1,80 m).

Fondo: L’attenzione al fondo del sentiero ed ai suoi bordi laterali, applicando spesso semplici soluzioni costruttive, può fare la differenza, rendendolo fruibile a tutti rispetto ad altri percorsi posti in situazioni simili, ma lungo i quali non sono stati applicati gli stessi accorgimenti. Massima attenzione andrà pertanto rivolta ai dettagli, in particolare a quelli che garantiscono l’effettiva continuità dell’accessibilità del percorso. Il fondo deve essere compatto, evitando superfici irregolari con presenza di sabbia, ghiaia o fango in caso di pioggia. Al riguardo si possono usare prati armati, calcestre carrabile (oppure un composto di ghiaino e cemento posato a secco, sopra uno strato di tessuto non tessuto, pressato da un rullo) e paiolati in legno.

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L’uso di materiale diverso o un suo cambio di tessitura della superficie del terreno sarà utile per tutti per evidenziare l’approssimarsi di un punto informazioni o di una situazione nuova (per esempio la presenza di un’area per la sosta, di un punto panoramico, di un bivio, ecc.).

L’uso di traversine annegate nel terreno collocate ogni qualvolta c’è un cambio di direzione del percorso o dove vi sia un luogo d’interesse (botanico, faunistico, panoramico) può rappresentare una valida soluzione per l’orientamento dei non vedenti. L’inserimento di strisce-guida sul terreno può avvenire anche attraverso materiale di colore diverso. Pendenze: Una pendenza troppo accentuata dovrebbe essere sempre evitata e contenersi tra 8% longitudinale e 1% traversale; inoltre, se presente per imprescindibili motivi orografici, dovrebbe sempre essere indicata con l’opportuna pannellistica. Punti per la sosta: I percorsi eccessivamente lunghi, esposti al sole o in pendenza, possono creare notevole disagio e trasformarsi in una vera barriera.

Lungo i percorsi è bene prevedere delle sedute per il riposo ogni 200, 500 metri.

Lungo i percorsi dove vi sono muretti costruiti per recinzioni o per contenimento del terreno, è opportuno siano adattati, dove possibile, alla funzione di seduta – altezza 0,42÷0,45 m - o di semplice appoggio - 0,65 ÷ 0,75 m circa. Per soste brevi può essere sufficiente porre degli appoggi ischiatici.

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Pannelli informativi: Sono infrastrutture leggere atte alla diffusione di informazioni, scritte o visive, da collocarsi in prossimitĂ  dei flussi di visitatori (centri visita, punti di ingresso, sentieri, punti panoramici, aree per la sosta, parcheggi).

Devono essere messe in primo piano per permette di avere informazioni sulle modalità di accesso all’area e predisposte anche per persone non vedenti e ipovedenti.

Lungo il percorso si deve fare attenzione alla disposizione della segnaletica perché un eccesso di segnali può generare confusione, mentre nei punti decisionali, come ad esempio un bivio, la segnaletica è indispensabile. La forma e le dimensioni utilizzate ne devono consentire il massimo inserimento nell’ambiente.

Logotipi: Il colore di fondo costituisce, nel sistema informativo, il miglior parametro di differenziazione rapida della natura dell’informazione.

Non si deve, tuttavia, dimenticare che per facilitare la lettura alle persone ipovedenti, occorre dare risalto alla differenziazione cromatica e aumentare la grandezza dei caratteri.

Si raccomandano famiglie di caratteri facilmente leggibili, come per es. Helvetica e Arial, non in corsivo, con altezze proporzionali alla distanza di lettura.

Informazione tattile: L’informazione posta lungo un sentiero o all’interno di un’area di sosta deve essere anticipata da segnali di attenzione prodotti da corrimani, cordoli e pavimenti in rilievo.

Il rame sbalzato o materiali plastici termoformabili possono essere adatti per l’occasione.

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Ponti:

Esistono diverse tipologie di ponticelli, passerelle e percorsi palafittati per attraversare zone umide o accidentate, altrimenti non accessibili.

Essi vanno progettati con attenzione per non vanificare l’accessibilità di interi percorsi; pertanto vanno collegati in maniera idonea con il resto del percorso, con il quale si viene a creare un gradino o degli spazi eccessivi; al riguardo bastano piccole rampe di raccordo. La presenza di passerelle o ponti deve essere segnalata per tempo con una diversa tessitura del terreno, picchetti, cordoli laterali e corrimano che si prolungano all’uscita e all’ingresso del ponte stesso.

Dovranno essere dotati di corrimano e parapetti laterali (altezza min. 1,00 m) robusti e realizzati in modo da evitare il rischio di scivolare lateralmente sotto di essi. Rampe: Esse sono da utilizzarsi per superare pendenze non superiori al 5% e, se vi sono gradini, questi non devono avere un’altezza maggiore di cm 1,5.

Anche la lunghezza della rampa è importante; una rampa troppo lunga e senza interruzione di pianerottolo orizzontale è inefficace per il superamento di dislivello e diventa a sua volta barriera.

Superare un dislivello con il solo ausilio di rampe moderatamente inclinate rappresenta un grosso errore progettuale, infatti, dal punto di vista antinfortunistico il piano inclinato, di cruciale importanza per quelle persone che utilizzano sedie a ruote o spingono passeggini, diventa estremamente pericoloso per altre persone.

Ogni qualvolta, quindi, che si progetta una rampa, occorre sempre prevedere i gradini di raccordo che non rappresentano una soluzione alternativa, bensĂŹ complementare al superamento del dislivello.

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Gradini: I gradini isolati devono essere, tutte le volte che è possibile, evitati o eventualmente segnalati per tempo con una differenziazione del colore e del materiale.

È necessario che l’andamento dei gradini sia regolare e costante nel rapporto alzata/pedata.

Il profilo del gradino deve presentare preferibilmente un disegno continuo a spigoli arrotondati, con un bordo fatto di un materiale e di un colore che lo differenzino e lo renda percepibile in modo chiaro. Griglie e cunette: Eventuali griglie presenti lungo il percorso non devono essere di ostacolo e, pertanto, le maglie della griglia devono essere di dimensioni inferiori a 2á1,5 cm.

È necessario, inoltre, soprattutto nei tratti di sentiero in pendenza, realizzare cunette laterali per lo scolo delle acque.

Cordoli di contenimento: Ai lati del percorso è necessario un cordolo di contenimento della pavimentazione compattata, preferibilmente in legno; esso può trattenere la ruota della carrozzina ed è segnale di limite per i non vedenti.

Corrimano: È sia un elemento di sostegno che delimita un percorso consentendo l’appoggio, sia un mezzo per comunicare informazioni.

Se il corrimano viene impiegato con funzioni di guida, è importante garantire la continuità e la robustezza.

In caso di momentanea interruzione, ad esempio per un’area per la sosta, è possibile offrire la continuità della guida a terra, mediante la differenziazione delle pavimentazioni.

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3 - Le aree per la sosta È sempre bene prevedere delle aree per la sosta come punti qualificati e qualificanti l’intero progetto. Le attività che si possono svolgere in queste aree sono l’incontro, la conversazione, la ricreazione, ma anche il relax, la lettura o l’osservazione di punti di particolare interesse e bellezza. L’area per la sosta può, dunque, avere differenti vocazioni: aree

per la sosta “vivaci” e di creatività per il gioco (per bambini, per adolescenti, per gruppi di persone, per mangiare, per cantare, per giocare, …)

aree “filtro” tra le zone vivaci e relax, anche per osservare i bambini al

gioco senza interferire aree

per relax (lettura, musica, conversazione…)

aree per lo svago e riposo con animali domestici e di accompagnamento

aree (o percorsi) con valenza didattica per la conoscenza di specie vegetali ed animali autoctone.

Nella progettazione della aree per la sosta si deve: garantire continuitĂ  di fruizione con il percorso

cadenzare le aree di sosta

ricercare aree aperte e salubri

Fondamentale è scegliere un’area idonea alla sosta e, pertanto, bisogna valutare: le caratteristiche morfologiche (pendenza, soleggiamento/ombreggiamento) le caratteristiche del paesaggio (emergenze naturali, panoramicità, riconoscimento a livello sociale dell’importanza del luogo)

le caratteristiche dello spazio verde (lunghezza del percorso dall’ingresso all’area per la sosta, modalità di raggiungimento dell’area per la sosta, spazio disponibile per la sosta e i movimenti in essa).

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I principali elementi progettuali sono: Fondo: Il fondo deve essere compatto, evitando superfici irregolari con presenza di sabbia, ghiaia o fango in caso di pioggia.

Si possono usare prati armati, calcestre carrabile, composti di ghiaino e cemento posato a secco, paiolati in legno.

Segnaletica: Anche in questo caso per garantire una buona fruizione è necessario predisporre pannelli per la diffusione di informazioni, scritte o visive. Sedute: È opportuno che le sedute siano il piÚ possibile confortevoli, meglio se di tipologie diversificate, che assecondino diverse esigenze.

È molto importante porre l’attenzione alle seguenti variabili: - lo spazio necessario per l’accostamento di carrozzine e passeggini; - la possibilità di trasbordo dalla carrozzina alla panca almeno su un lato; - la presenza di schienali e braccioli ergonomicamente corretti; - la localizzazione delle sedute in aree adeguatamente ombreggiate o riparate.

Panche e panchine: Esse possono essere collocate in gruppi, opportunamente distanziate fra di loro, e devono avere uno spazio libero di circa 1,00 m, sufficiente per consentire eventuali manovre di accosto da parte di persone su sedia a ruote; oppure collocate singolarmente, in modo tale da non costituire intralcio alla marcia.

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Parapetti: Essi devono essere progettati in modo da consentire una libera visuale.

Il punto di vista di una persona seduta è basso rispetto a quello delle persone in piedi e non è semplice permettere ad ogni utente di vedere al di là del parapetto senza pericoli.

Una soluzione possibile è rappresentata da un parapetto che permetta l’avvicinamento frontale al punto di vista, inclinandone la parte superiore verso l’interno. Servizi igienici: La presenza di un servizio igienico accessibile per una persona su sedia a ruote costituisce uno dei cardini fondamentali della progettazione di aree attrezzate.

I servizi igienici dovranno essere realizzati con gli accorgimenti di legge per renderli accessibili anche ai disabili, ma senza che esse siano “solo” per disabili ovvero dovranno essere comode per qualsiasi utente.

Dimensioni interne e degli ingressi, altezza di pulsanti e rubinetti e presenza di maniglioni sono gli aspetti che andranno curati nella realizzazione di queste opere. Le porte dovranno essere scorrevoli o apribili verso l’esterno.

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4 – Gli elementi di arredo Percorsi e aree per la sosta possono essere completati, dal punto di vista delle infrastrutture per la fruizione, da importanti opere accessorie che dovranno essere anch’esse accessibili per ogni tipo di utente.

L’arredo comprende pannelli informativi, cestini porta-rifiuti, fontanelle di acqua potabile, lampioni, segnapassi e pergolati. Inoltre, a seconda della ampiezza e posizione delle aree per la sosta, possono essere incluse tavoli e panche, piani di cottura per barbecue, colonnine SOS di emergenza (per esempio alimentate a pannelli solari). Nella definizione degli elementi di arredo di percorsi e di aree per la sosta si deve: preferire l’utilizzo di materiali naturali o che richiedano manutenzione ordinaria e “facile”; prevedere un buon equilibrio tra zone in ombra e zone soleggiate durante le diverse ore della giornata; predisporre schermature, ove possibile naturali, per il vento, correnti d’aria, pioggia.

I principali elementi progettuali sono:

Pavimentazione: La messa in posa di pavimentazione dovrebbe essere il più possibile naturale, drenante e progettata in modo tale da consentire alle persone ipovedenti e non vedenti un’adeguata percezione dell’esistenza dell’area attrezzata. Ugualmente possono essere segnalati altri “oggetti” che si trovano all’interno dell’area.

Cestini per i rifiuti: Esistono in diversissime forme e misure. Sono preferibili quelli con copertura e un foro abbastanza largo posto ad una altezza massima pari a 0,80 m che ne permette l’uso anche con una mano sola. La previsione di un secondo foro più in basso permette l’utilizzo anche da parte di persone di bassa statura.

Il cestino non deve essere posto all’interno del percorso di marcia, diventando, di fatto, un ostacolo, ma neppure troppo lontano dallo stesso e deve essere collegato con un breve raccordo pavimentato.

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Fontanella: Si deve prevedere uno spazio libero e senza gradini sotto lo zampillo della fontanella per consentire l’accostamento frontale all’utente in carrozzina.

La pavimentazione circostante per non avere ristagni d’acqua e zone fangose, deve essere drenante o dotata di una griglia di scarico.

Tavoli e panche: Nelle aree per la sosta, utilizzate per il picnic o la ricreazione, è necessario che siano collocati dei gruppi panche-tavolo resistenti alle intemperie.

I tavoli dovranno, per quanto possibile, essere collocati in zone ombreggiate, essere privi di spigoli e con superfici che non consentano il ristagno dell’acqua.

Per essere accessibili agli utenti che si muovono in carrozzina, devono prevedere uno spazio libero sotto il tavolo di 0,71 m e devono garantire uno spazio di movimento attorno maggiore o uguale a 1,20 m.

Pergolati: La protezione dal sole è importante. Possono essere usate strutture fisse (pergole o alberi frondosi) o mobili (ombrelloni). L’utente dovrebbe poter scegliere tra posti al sole e all’ombra.

Skyline parlante: Nelle aree per la sosta di particolare panoramicità si può prevedere l’installazione di skyline parlanti.

Essi veicolano informazioni che vengono recepite attraverso il tatto e la vista, ridisegnando graficamente, in rilievo, un panorama o uno scorcio interessante specificandone per iscritto le caratteristiche ed i nomi.

Sono collocati in corrispondenza di quello specifico panorama, che quindi può essere letto e riconosciuto, sia con il tatto, che direttamente con la vista.

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Illuminazione: Particolarmente importante per rendere fruibile sempre un’area verde (soprattutto quando è localizzata all’interno del tessuto urbano) è curare l’illuminazione, che deve diventare elemento di orientamento nel percorso e, nello stesso tempo, di sicurezza attraverso una corretta sensazione di profondità e spazio, secondo principi di illuminotecnica che non creino inquinamento luminoso.

5 – Gli elementi per il ben-essere La progettazione delle aree verdi può essere completata da ulteriori elementi che hanno l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei suoi fruitori.

In particolare, deve essere privilegiato il contatto con la natura attraverso opzioni progettuali che favoriscano il gioco, la conoscenza e il tempo libero, la cura delle persone.

A. Il gioco La progettazione di aree gioco per tutte le abilità ha come obiettivi principali il massimo divertimento possibile per i futuri utilizzatori, ma anche lo sviluppo dell’autonomia e dell’integrazione sociale. È accertato che i bambini apprendono maggiormente e più in fretta in un ambiente multisensoriale: attraverso la stimolazione dei sensi acquisiscono abilità e conoscenze relative alla ricerca, all’esplorazione, alla soluzione dei problemi, all’integrazione sociale. Sono da promuovere i luoghi del “gioco inventato” accanto alle aree gioco convenzionali e standardizzate, per sviluppare la fantasia e la creatività e per favorire attività ludiche spontanee, il cui valore aggiunto è proprio il rapporto con la natura. Ogni area-gioco deve garantire ai bambini di: poter accedere agevolmente all’interno;

muoversi ed agire in piena autonomia e sicurezza;

sperimentare ed utilizzare le attrezzature e le attivitĂ  possibili;

permettere l’accesso anche agli adulti, in caso di necessità.

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Numerosi sono i giochi inventanti:

Le vasche con sabbia permettono, sia ai bambini piccoli che ai bambini con difficoltĂ  motorie di gattonare; favoriscono il contatto con la materia plasmabile e facilmente modificabile, stimolando il senso del tatto; assecondano i movimenti e le posizioni che si assumono nel gioco e nel riposo.

Le bolle di terra sono dei cumuli di terra, generalmente inerbita, che possono essere realizzati, sia assecondando eventuali difformitĂ  altimetriche del terreno, sia ex-novo. Anche in questo caso si stimola il senso del tatto e si assecondano movimenti e posizioni che si assumono nel gioco e nel riposo.

Accanto alle altalene classiche, dotate di diversi sistemi per permetterne l’uso in sicurezza, possono essere previste altalene-nido o cesti dondolanti, che possono essere utilizzate anche da parte di bambini con difficoltà di deambulazione o con problemi di equilibrio, e anche a più bambini contemporaneamente.

Ai consueti scivoli possono essere affiancati altri tipi di scivoli, privi delle scale e dei sostegni per accedervi; questi devono essere adagiati ed ancorati saldamente su un declivio del terreno, naturale o realizzato appositamente, permettendo anche ai bambini con difficoltĂ  motorie e problemi di equilibrio, di utilizzarli in totale sicurezza e agli adulti di essere in prossimitĂ  ed intervenire efficacemente in caso di bisogno.

B. Conoscenza e tempo libero Le aree verdi permettono di promuovere operazioni di educazione ambientale e di avvicinamento e coinvolgimento alla natura. Numerose le attivitĂ  che possono essere promosse:

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il birdwatching

- In questo caso è necessario la predisposizione di un capanno. - Per una piena accessibilità dei capanni bisogna considerare:

- rampe (pendenze max. 5á8% con accorgimenti antisdrucciolo),

- porte di accesso (minimo 0,80 m di luce netta),

- spazi interni,

- altezza e dimensioni feritoie,

- assenza di gradini interni,

- assenza di fessure nei pavimenti,

- possibilitĂ  di sedersi su panche spostabili.

l’osservazione faunistica

- È praticabile attraverso percorsi schermati, al fine di permettere il transito e la sosta dei visitatori in tratti di percorso ad elevata naturalità e con presenza di fauna sensibile che altrimenti risulterebbe disturbata dalla presenza delle persone.

- L’accessibilità di queste infrastrutture è direttamente collegata a quella del sentiero che si sviluppa dietro di esse. Sarà quindi opportuno realizzare anche feritoie ad altezza bambino e carrozzina (1,30 ÷1,50 m.), in punti dove il substrato è sufficientemente compatto, oppure servito da paiolato in legno.

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I percorsi didattici

- Sono dedicati all’approfondimento conoscitivo di alcune peculiarità dell’area verde oggetto della visita.

- Devono prevedere la predisposizione di informazioni semplici e suggestive, adatte a tutti gli utenti, possibilitĂ  di seduta e di aree o slarghi che permettano la sosta a piĂš persone contemporaneamente.

C. La cura delle persone Altrettanto importante è l’azione terapeutica che può essere tratta dalla presenza di un’area verde. Si possono prevedere: Percorsi-vita, dotati di attrezzature che permettono di effettuare esercizi ginnici in un ambito naturale, generalmente di grande suggestione e relax. La finalità principale dei percorsi-vita è quella di permettere di effettuare attività motorie ed effettuare attività ricreative.

Letti di coltivazione rialzati. Nei paesi anglosassoni, nell’America del nord e in Australia l’utilizzo dell’orticoltura o horticultural therapy come momento ottimale di riabilitazione è diventata negli ultimi vent’anni una vera e propria disciplina a cui anche molte persone della terza età si sono accostate con particolare successo.

Percorsi equestri, con la finalità di praticare l’ippoterapia che permette di effettuare attività motorie attraverso il movimento del cavallo; favorire un naturale rilassamento della muscolatura della persona o del bambino che compie l’attività; acquisire elasticità nei movimenti e tonicità della muscolatura; instaurare rapporti affettivi con il cavallo.

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Un approfondimento: stimolare i sensi Il contatto con la natura permette anche di progettare soluzioni che stimolino i sensi. I sensi che prevedono una percezione a lunga distanza (vista, udito e olfatto) intervengono per primi e pregiudicano ogni ulteriore indagine conoscitiva che si esplica attraverso il contatto (tatto e gusto).

La vista. È il referente principale nelle esperienze di conoscenza e permette una percezione globale della realtà. Il contrasto dei colori e le varie combinazioni sono estremamente utili per l’apprendimento e l’orientamento. Proprio attraverso la definizione cromatica delle aree vegetali viene agevolato la comprensione dello spazio da parte degli ipovedenti.

L’udito. Per i non vedenti l’udito, il senso degli ostacoli e l’olfatto sono fondamentali per comprendere l’ambiente e per acquisire una maggiore sicurezza personale e tranquillità psicologica. In particolare gli elementi di interesse acustico, fra cui il suono prodotto dal manto fogliare e dall’acqua nelle sue varie forme (statica, in movimento), le mangiatoie per uccelli, costituiscono uno stimolo alla comprensione della direzionalità e del posizionamento entro l’area verde da parte dei non vedenti.

Alcune soluzioni progettuali che possono stimolare l’udito sono: Imbuti acustici e arpe eoliche. Sono utili alla percezione dei rumori e dei suoni prodotti dagli animali e dagli uccelli in luoghi lontani dai percorsi dei visitatori; o dei suoni prodotti dal vento in particolari contesti. Essi permettono di captare tali suoni e di condurli in prossimità delle zone frequentate per poterli ascoltare, senza recare disturbo agli animali ed in condizioni di sicurezza.

Nidi artificiali, isole galleggianti e mangiatoie. Manufatti di varie forme e dimensioni, realizzati per favorire la nidificazione e l’alimentazione di numerose specie di uccelli e di micromammiferi, come il riccio, lo scoiattolo e i pipistrelli. Si installano in maniera molto semplice su alberi e in altri luoghi idonei. Si possono pensare anche delle installazioni land-art, come quella che prevede il posizionamento di alcune palle di argilla ricoperte di semi ai piedi di un albero per attirare uccelli e scoiattoli.

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L’olfatto. Anche l’olfatto conferisce connotazioni emozionali e fornisce l’identità caratteristica degli ambienti. Una combinazione di essenze profumate poste lungo i percorsi e in particolari punti dell’area verde può produrre un’esperienza molto positiva ai visitatori, aiutandoli con indicazioni preziose per l’orientamento. Esse sono da collocare in modo molto concentrato e per tipologia omogenea. La percezione per via olfattiva permetterà di ampliare le proprie conoscenze, di veicolare informazioni di tipo botanico, di focalizzare l’attenzione in un punto di interesse particolarmente significativo.

È utile prevedere l’inserimento di piante stagionali, autoctone con cui articolare la progettazione tramite l’uso di colori e profumi. Infine, particolare attenzione deve essere riposta nell’inserimento di specie vegetali che non favoriscono allergie respiratorie (pollini che possono determinare allergia sono quelli anemofili cioè quelli che sfruttano il vento per fecondare altre piante e che quindi si differenziano da quelli entomofili che sfruttano gli insetti).

Il tatto. Gli indizi tattili, sensazioni cutanee al contatto e alla pressione, che si subiscono anche passivamente (vegetazione debordante o elementi di seduta), permettono di riconoscere un luogo, fornendo informazioni di ruvidezza (pietre, cortecce), morbidezza (legno, foglie, petali di fiori, ciottoli), increspatura (cemento, retro delle foglie) e temperatura (oggetto posto al sole o in ombra).

I punti di riferimento sensoriali di tipo olfattivo sono ottenuti attraverso gli indizi plantari. Il flusso informativo è continuo e attraverso il cambio di texture del terreno si segnalano punti di interesse e cambi di direzione: si crea una sorta di linea guida per mezzo di superfici tattili modulari aggregabili.

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Conclusione Il lavoro di ricerca non è da intendersi concluso. Esso si è posto come principale obiettivo la conoscenza di quali argomenti richiedono un confronto e una discussione perché ancora troppo poco presenti nella progettazione quotidiana. Inoltre, il reperimento di “buone pratiche” progettuali segnalate da ricerche pregresse, è stato qui sintetizzato e sistematicizzato in vista di sviluppare un confronto con i diversi utenti e gestori delle aree verdi e verificare sul campo l’efficacia e la proponibilità delle soluzioni elencate.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Accessible Play Areas. A Summary of Accessibility Guidelines for Play Areas, U.S. Access Board Summary of Accessibility Guidelines for Play Areas, Kompan, Olympia, 2005, www.access-board.gov G. Carella, S. Carpinelli, D. Scopigno, Guardare il territorio con occhi nuovi. Alcune linee guida per l’accessibilità alle aree naturali protette, Progetto parchi accessibili, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in www.parchiaccessibili.it, 2005. ECA – Europäisches Konzept für Zugänglichkeit (European Concept for Accessibility), Handbuch, Berlin, 2005, www.si-mo.it A. Gariboldi, Natura per tutti. L’accessibilità nelle aree naturali, Cd-rom CSV della Provincia di Pavia, 2005. A. Ghersi (a cura di), paesaggi terapeutici. Come conservare la diversità per il “Ben- Essere dell’uomo”, Alinea, Firenze, 2007. L. Lancerin (a cura di), Il verde è di tutti. Schede tecniche per la progettazione e la realizzazione di aree verdi accessibili e fruibili, Regione Veneto, 2003. A. Privitera i(n coll. con P. Ramella), a cura di, Relazione sul progetto del parco plurisensoriale “diversamente abili”, Comune di Buccinasco, Milano, 2004 M. Solinas (a cura di), Accessibilità e fruibilità delle aree protette. I principi, le buone pratiche, Quaderni Scientifici del CTS, Roma, 2004.

Sitologia www.access-board.gov www.disabili.com www.nabeba.de www.parchiaccessibili.it www.parks.it www.repubblica.it www.si-mo.it

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ABACO PER LA PROGETTAZIONE DI AREE VERDI E LUDICHE ACCESSIBILI A TUTTI

Paola Cavaciocchi - Silvia Soppa Architetti

Obiettivi individuare principi ed elementi di progettazione per la realizzazione di aree verdi accessibili e fruibili; predisporre materiale informativo e visivo quale strumento-guida alla progettazione;

fornire indicazioni attente alle spese di gestione/manutenzione. Metodo Confronto/Ascolto Ricerche pregresse Sopralluoghi

Individuazione dei temi

Sopralluoghi Oasi Naturale di Crava e Morozzo Parco Fluviale Gesso – Stura

Ricerca di elementi significativi per sviluppare le tematiche necessarie ad una progettazione responsabile.

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UN ABACO PER PROGETTARE AREE VERDI PER TUTTI 1. Accessibilità 2. Percorsi 3. Area per la sosta 4. Elementi di arredo 5. Elementi per il Ben-Essere 1. ACCESSIBILITÀ

garantire la fruizione dell’ambiente urbano e “naturale”;

non pensare soluzioni per una specifica utenza;

raggiungere l’uguaglianza tra i cittadini;

Tre condizioni fondamentali: essere informati raggiungere fruire

Principi per la progettazione

rimozione delle barriere esistenti;

buona permeabilità dell’area;

raggiungibilitĂ  attraverso diverse modalitĂ ;

previsione di zone parcheggio.

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Elementi progettuali

Segnaletica Segnaletica indica la presenza dell’area verde; la distanza; la direzione; le principali caratteristiche

Parcheggi primo servizio finalizzato all’accesso all’area verde

Ingresso porta di accesso all’area verde, ma anche integrazione nel territorio

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Devono garantire:

2. PERCORSI

l’accesso,

l’orientamento,

la consapevolezza nella fruizione. Principi per la progettazione avere un andamento semplice e regolare e un dimensionamento adeguato; essere dotati di segnalazioni di eventuali discontinuitĂ ;

prevedere il corretto superamento di dislivelli e non avere elementi di intrusione;

prevedere superfici ed indicazioni differenziate;

prevedere la possibilitĂ  di riposarsi lungo il sentiero;

essere delimitati da corrimano/cordoli di contenimento. Elementi progettuali Forma

Informazione tattile

Fondo

Ponti

Punti per la sosta

Gradini

Pendenze

Rampe

Pannelli informative

Griglie e cunette

Logotipi

Cordoli di contenimento

Corrimano 47


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3. AREE PER LA SOSTA

Sono aree qualificate e qualificanti l’intero progetto. Sono aree per: l’incontro, la conversazione, la ricreazione, il relax, la lettura, l’osservazione di punti di particolare interesse

Principi per la progettazione garantire continuitĂ  di fruizione con il percorso; cadenzare le aree di sosta;

ricercare aree aperte e salubri.

Devono essere valutate:

le caratteristiche morfologiche;

le caratteristiche del paesaggio;

le caratteristiche dello spazio verde.

Elementi progettuali Fondo

Segnaletica

Sedute

Panche e panchine Parapetti

Servizi igienici

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4. ELEMENTI DI ARREDO

Sono da considerarsi importanti opere accessorie che devono essere accessibili per ogni tipo di utente. Essi permettono di:

prevedere un buon equilibrio tra zone in ombra e soleggiate; predisporre schermature per gli agenti atmosferici.

Per essi si deve preferire:

l’utilizzo di materiali naturali; l’utilizzo di materiali che richiedono facile manutenzione.

Elementi progettuali Pavimentazione

Cestini per i rifiuti

Fontanelle

Tavoli e panche

Pergolati

Skyline parlanti

Illuminazione

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ELEMENTI PER IL BEN-ESSERE

Completano la progettazione delle aree verdi;

Hanno l’obiettivo di migliorare la qualità della vita;

Privilegiano il contatto con la natura;

Favoriscono il gioco, la conoscenza e il tempo libero, la cura delle persone. Stimolano i sensi (vista, udito, olfatto, tatto)

Elementi progettuali Il gioco

vasche di sabbia

bolle di terra

altalene-nido

scivoli naturali

La conoscenza

birdwatching

osservazione faunistica

percorsi didattici

La cura

percorsi vita

orticoltura

ippoterapia 69


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INDICE Presentazione di Studi Sociali CSV Società Solidale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3 Anche a Cuneo la voce di A.L.I.Ce. per la lotta all’Ictus cerebrale Giuseppe Bonatto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7 INTRODUZIONE - Il progetto “Verde per tutti: norme per la progettazione di aree verdie ludiche accessibili a tutti” Giuseppe Bonatto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9 Sintesi del progetto “Il verde per tutti” CSV Società Solidale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 Relazione – Il verde per tutti. Essere tutti diversi è un ottimo modo per essere tutti uguali Paola Cavaciocchi, Silvia Soppa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .13 Riferimenti bibliografici e sitologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .39 Abaco per la progettazione di aree verdi e ludiche accessibili a tutti Paola Cavaciocchi, Silvia Soppa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .41

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Le immagini, le fotografie e gli schizzi pubblicati, insieme a molte altre del progetto “Verde per tutti� sono disponibili, per la visione, presso la sede di Alice Cuneo Onlus in Piazza Foro Boario 2. Per informazioni: tel. 0171-631076 cell. 338-1947913

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Finito di stampare nel mese di Marzo 2009 dalla Tipolitografia Martini di Borgo San Dalmazzo (CN)


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