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L’ASSocIAZIoNE VoLoNTARI oSPEDALIERI DI SuZZARA
DoNA ALL’oSPEDALE DI SuZZARA cINquE DEAMbuLAToRI
Suzzara: Nell’ottica di una continua vicinanza dell’AVO di Suzzara alle persone bisognose di attenzione e di cura, con un occhio particolare alle persone ricoverate nei reparti ortopedici che necessitano di assistenza riabilitativa, il Consiglio Direttivo ha deliberato nell’ultima sua riunione l’acquisto e la donazione al reparto di Riabilitazione di cinque deambulatori in grado anche di trasformarsi in comode carozzine da trasporto.
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Questo intervento segue la donazione di cinquemila euro fatto alla Associazione “Ing. Opilio Zuccati” per l’acquisto, a favore sempre dell’Ospedale di Suzzara, di letti ad alta intensità di cura.
L’AVO nata per assistere persone ricoverate non autosufficienti, a seguito della pandemia Covid, ha cambiato volto per seguire i cambiamenti e dare una risposta nuova ai bisogni delle persone; anzi l’AVO di Suzzara ha sempre continuato a prestare servizio nel corso di tutto l’anno: dal provare la temperatura al controllo del Green Pass in portineria, ai turni al CUP dell’Ospedale per accompagnare le persone negli ambulatori o reparti, ai servizi presso la Fondazione Boni ed infine agli incontri alla cittadinanza su informazione sanitaria. Come ha sottolineato il Presidente Nazionale della Federavo Francesco Colombo (scegliendo nel suo primo incontro delle AVO lombarde l’Avo Suzzarese) “dobbiamo lavorare sulla cultura dell’Avo sia all’interno che all’esterno della Associazione ed adeguarci alla nuova realtà post pandemia cercando di sensibilizzare anche il mondo della scuola e del lavoro. Il nostro è un volontariato con una missione straordinaria: facciamo qualcosa che tocca le persone”.
L’AVO , che è sempre accanto alle fragilità, ha bisogno continuamente di nuova linfa e di persone desiderose di dare il proprio contributo.
Chi volesse avere informazioni più dettagliate può contattare il numero: 349 2593166 (Rossana) email: avo.suzzara@gmail.com
Suzzara:
Una commedia in due atti allestita da un gruppo di infermiere del Pronto Soccorso di Mantova o ex colleghe del reparto intitolata “Movida in Pronto Soccorso”, ha riempito la Sala Dante di Suzzara. Regia e scenografia di Raffaele Spina con musiche composte da Matteo Cavicchini e costumi di Alessandra Guidotti Una commedia spassosa, ha detto Raffaele spiegando tutto il “travaglio” vissuto per realizzare questa parodia del lavoro degli infermieri del pronto Soccorso. Il nostro obiettivo è quello di vedere la gente che “ride” e ci siamo riusciti.
Dopo i saluti di Olivia Luitprandi, è intervenuta la presidente Angela Furini dell’Associazione Genitori Autismo (A.G.A.) che ha toccato la sensibilità del pubblico spiegando come è cambiata rispetto solo a vent’anni fa la cultura dell’inclusione grazie a dei progetti di
Suzzara: inserimento lavorativo ma anche per l’aiuto delle comunità che ci sostiene facendo crescere la sensibilità.
uNA SToRIA DI VITA bIPoLARE
Testimonianza di Claudia Pancera: Cadere è facile, risalire è difficile “Io conosco molto bene i percorsi bipolari perché anch’io lo sono”
Il termine bipolare mi ha sempre dato fastidio perché anche le persone, cosi dette normali, hanno i loro periodi di alto e basso. In noi bipolari gli alti e i bassi sono più accentuati perché dotati di trasparenza di animo. Abbiamo il potere di trasmettere con gli occhi, i movimenti del corpo, gli atteggiamenti, ciò che sentiamo dentro. Non siamo diplomatici né farisei e non sappiamo mentire. L’errore più frequente è stato quello di aver poca fiducia in me stessa e lasciare spazio ai giudizi altrui. Ciò che io ero, non era quello che dicevano di me. L’indifferenza e la sufficienza di chi ti guarda pensando di essere al di sopra, mi ha fa molto male perché nessuno è autosufficiente di fronte alla vita, può capitare a tutti e poi sprofondare nel baratro in ogni momento. Risalire è difficile
Suzzara:
In occasione del ventennale della nascita del mensile “Eco di Suzzara” (2002-2022) è stato presentato il libro: “Suzzara mia” (Il Rio), curato da Vanni Buttasi, grafica di copertina di Paolo Balbi, le cartoline di Bruno Melli. Alla presentazione il giornalista Rai, Fabrizio Binacchi e il sindaco di Suzzara Ivan Ongari. Perchè “Suzzara mia”? per coinvolgere, in quest’operazione storicosentimentale ci ha detto Vanni, quindici personaggi di diverse età, ormai da anni residenti lontano dalla città natale, che pescando nel loro album di ricordi hanno raccontato, in prima persona, la loro Suzzara. Un viaggio che parte dagli anni Sessanta del secolo scorso per arrivare a quelli Duemila. Tante storie diverse tra loro
Nella foto da sx: Sindaco Ivan Ongari e Vanni Buttasi
Eccoci insieme per il quarto numero consecutivo di questo periodico ricco di informazioni sulla sanità mantovana. E’ un onore essere invitata qui per parlare di salute, ringrazio lettori e redattori.
L’arte di superare le difficoltà della nostra navigazione. del nuovo giorno, può scaturire la luce. Se entriamo in contatto con questo freddo interiore senza spaventarci, attiveremo quella parte della nostra psiche che, senza accorgercene, porterà le chiavi per risolvere i nostri problemi.
Non possiamo controllare gli eventi esterni, ma possiamo imparare a servirci delle nostre emozioni per trovare quel benessere che tutti desideriamo. Non è un’utopia, molte persone sono riuscite prima di noi in questa impresa. Se è vero che serve impegno, è anche vero che serve impegno anche per stare male tutti i giorni. Tanto vale impegnarsi per stare bene.
Prendiamo l’esempio del trattamento Shiatsu per illustrare un fenomeno di carattere universale.
Specialmente nella stagione invernale, al termine dei 50 minuti di trattamento, alcune persone avvertono una sensazione fisica di “freddo”, come di “gelo interno”. Questo anche se la stanza è ben riscaldata, la superficie su cui si è sdraiati calda, e le persone, vestite, vengono coperte durante e dopo la seduta, per non avere freddo. Nonostante questo, al termine del trattamento, arriva per alcuni questa percezione penetrante di gelo.
Anche se non avete mai fatto un trattamento Shiatsu, sarà capitato anche a voi qualche volta di andare sotto le coperte la sera e percepire una sensazione di freddo interno, nonostante il letto caldo e confortevole.
Molti di noi hanno l’abitudine di definirsi in maniera univoca. In studio spesso le persone mi dicono: “Io sono fatto così (...)” per esempio: molto sensibile. Oppure: “Io ho un pessimo carattere”, “Io sono ansioso” … e via dicendo.
Quando costruiamo una narrativa per etichettarci, stiamo raccontando a noi stessi una storia che ci intrappola, come una gabbia. Tutto ciò che è vivo contiene polarità opposte.
“A tua insaputa, anche tu contieni quelle caratteristiche positive o negative che credi di non avere”. L’integrazione delle polarità emotive e caratteriali opposte è il segreto della realizzazione dell’essere umano. Questo messaggio era racchiuso negli antichi testi taoisti, così come nel pensiero di Jung, noto psicanalista svizzero del Novecento.
Quando siamo in presenza di qualcosa di scomodo o fastidioso, come il freddo, la tentazione è di fuggire da lì. Ma se parliamo di territori dell’anima, vale la pena lasciare spazio per un momento alle immagini che quel freddo ci suggerisce.
Dalle immagini nascono le intuizioni, dalle intuizioni le idee, quindi le azioni giuste.
In Italia e nel mondo, tutti ormai conoscono i benefici dello Shiatsu. Una pratica corporea antica di origine giapponese che, al pari dell’agopuntura, è diventata nel corso dei millenni un metodo di medicina complementare. Lo Shiatsu oggi è riconosciuto dalla legge italiana a livello nazionale e regionale, a livello europeo con un decreto legge del 1997, e a livello mondiale. Se siete tra i pochissimi che ancora non ne conoscono i benefici sconcertanti, vi invito a informarvi e provarlo sulla vostra pelle: il rischio è di stare bene.
Shiatsu viene impiegato da persone di ogni età per migliorare la salute e risolvere disturbi comuni. Grazie ai genitori, persino i bambini ricorrono allo Shiatsu per sviluppare appieno la loro salute (in fondo all’articolo tutti i riferimenti per richiedere le informazioni necessarie).

Nei numeri precedenti di Cronache Sanitarie abbiamo visto che indipendentemente dalla nostra volontà, lo stato d’animo gioca un ruolo primario sulla salute
Questo promemoria è utile sia a livello generale, sia per tenere presente che, senza il giusto atteggiamento mentale e senza i comportamenti adeguati, non esiste cura ai problemi personali. Non c’è ricetta, terapia, o trattamento Shiatsu che funzioni se non abbiamo l’intenzione radicale di andare nella direzione della salute. Talvolta paure, dubbi e malumori prendono il sopravvento: quando è così, non siamo più in grado di dirigere la nostra imbarcazione verso la destinazione voluta. Per fortuna esistono strumenti specifici da utilizzare per evitare di perdere il controllo
Che cos’è questo fenomeno, e cosa ci dice?
Osserviamo il freddo da vicino: caratteristica tipica dell’inverno, ma non solo. Dei surgelati, ma non solo. Esiste anche un freddo metaforico. Pensiamo a espressioni come: “morire di freddo”, “una persona gelida”, “uno sguardo di ghiaccio” che fanno pensare a qualcosa di ostile, che ferisce, che mette a disagio. Poche persone amano il freddo. Eppure il freddo, e persino il gelo, rappresentano la controparte del calore estivo, l’altra faccia dell’intero. Senza la notte fredda e buia, non potrebbe esserci il giorno a riscaldarci con i raggi del Sole. Così come nella natura, anche in noi esseri umani coesistono polarità contrastanti. Il freddo di cui parliamo qui, è un freddo non tanto connesso alla temperatura reale, ma soprattutto “interno”. Nel freddo interiore abitano le emozioni scomode che non vogliamo vedere. Nelle metafore del freddo troviamo la solitudine, la tristezza, la paura, la morte. Territori oscuri che risiedono nella nostra mente inconscia, e di tanto in tanto affiorano. Appartengono al nostro vissuto, e non solo. Sono le tenebre da cui, all’alba
Persino Einstein, il più grande scienziato che ha rivoluzionato i concetti di spazio, tempo e gravità, diceva: “la mente razionale è un servo fedele. La mente intuitiva è un dono sacro”.
Accogliamo senza agitarci le immagini che arrivano dal grande freddo, lasciamoci ispirare da loro, ci condurranno in una fase nuova della nostra vita. L’arte di superare le difficoltà a volte procede come l’acqua, che deve solo decidere se ghiacciare, o lasciarsi andare...

Dott.ssa Margherita Magri
• riceve a Mantova in Studio privato su appuntamento
• Trattamenti Shiatsu telefonare n. 338 4947823
• Informazioni www.margheritamagri.com
• email: lecinquetrasformazioni@gmail.com
uNA NuoVA VERITà SuLL’INcENDIo DI NERoNE A RoMA
Mantova:
Si è svolta, il 19 dicembre 2022, al Teatro sociale di Mantova, una serata organizzata da Festivaletteratura e dall’Associazione Filofestival, in collaborazione con HarperCollins, per festeggiare l’apertura ufficiale del tesseramento 2023 a Filofestival: ospite Alberto Angela con la presentazione del suo ultimo capitolo sulla trilogia di Nerone. Nel vissuto di ognuno ci sono le lezioni di storia come le abbiamo ricevute tra i banchi di scuola; lezioni affrettate perché si è perennemente in ritardo sul programma scolastico, i luoghi comuni


NEL LIbRo DI ALbERTo ANgELA che diventano verità, e i venti della politica che rilevano o nascondono i fatti e poi…., e poi c’è un pomeriggio in cui Alberto Angela ti racconta la Storia. Io con i miei figli e le mie nipoti, non abbiamo potuto mancare a questo incontro, organizzandoci con permessi di lavoro, la fila al freddo con grande anticipo rispetto all’apertura del teatro, il thermos caldo per stemprare l’attesa, ed il suo ultimo libro della trilogia “Nerone” fra le mani, nella speranza dell’autografo. Per quasi due ore, attraverso un dialogo accattivante ed appassionato, Angela riesce a smontare e ricostruire la figura di Nerone, ripulendo l’immagine dell’imperatore dalle fake – ebbene sì non sono un invenzione moderna – e a restituirci “la figura di un artista poliedrico, un audace auriga, un amante, un collezionista d’arte…...Ma al tempo stesso un abile negoziatore, un cinico assassino e un feroce repressore”. Una volta entrata ed accomodata, fra le file di un teatro “Sociale”, testimone silenzioso e generoso di tanta nostra cultura, mi sono sorpresa, ma non troppo, a viaggiare; Alberto Angela dal palco intrecciava fonti storiche, dati archeologici e studi moderni trasportandoci tutti dall’oggi a quel 18 luglio del 64 A.D. in cui una sbadataggine ed una lucerna ad olio caduta a terra, in un magazzino del Circo
Massimo, hanno dato vita all’incendio di Roma. Ci ha raccontato, attraverso una indagine meticolosa ed affascinante, la chiave di lettura che scagionerebbe Nerone da quell’incendio ma anche come gli eventi abbiano una inevitabile causaeffetto e non sempre univoca. Quel pomeriggio ho visto sul volto dei miei ragazzi e del pubblico presente l’interesse e l’entusiasmo per il sapere che sono certa risieda in ognuno di noi ma, che non è dote di tutti, saper accendere ed infiammare...un po’ come l’incendio di Roma. Grazie Alberto
Rossi Rosanna