New Entry, il Giornalde della Gente. Edizione di Brescia del 22 Febbraio 2019

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Anno 25 - N°03 del 22/02/2019- www.newentry.eu - brescia@newentry.eu - Pubblicità: Gianluca Boffetti 347.73.52.863 BS - MN - CR GRATUITO

IN QUESTO NUMERO... PAG. 5 LETTERA AL DIRETTORE PAG. 40 TRILOGIA TOMB RAIDER PAG. 11 LA PALLAVOLO PAG. 43 MISS NEW ENTRY: LA VOTAZIONE PAG. 15 BAMBINI AL MACERO PAG 46 IL MESSAGGIO DELLA FIGLIA MORTA PAG. 18 TERREMOTO IN CALABRIA PAG 54 SE SEI SULLA QUARANTINA...

I S O R E L L A ( B S ) - V i a C o r v i o n e, 1

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IMPLANTOLOGIA E CHIRURGIA ORALE Siamo andati a chiedere direttamente al Dottor Angelo Ziletti, medico chirurgo odontoiatra con trentennale esperienza e direttore sanitario dei Poliambulatori San Flaviano alcune domande più frequenti dei nostri lettori su IMPLANTOLOGIA DENTALE. CHE COS’E’ L’IMPLANTOLOGIA? L’implantologia è la branca dell’odontoiatria che si occupa della sostituzione dei denti naturali mancanti mediante impianti. Quando si inseriscono nell’osso impianti in titanio puro, l’osso cresce a diretto contatto con la superficie implantare. Questo fenomeno prende il nome di osteointegrazione e permette agli impianti di diventare parte integrante del corpo come lo sono le radici dei denti naturali. QUANDO E COME NASCE L’IMPLANTOLOGIA? L’implantologia esce dalla fase sperimentale e diventa una branca ufficiale agli inizi degli anni 80 negli Stati Uniti, dopo circa due anni in Italia. Diventa una scienza ufficiale quando il Professor Branemark, uno studioso svedese, presenta alla

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comunità scientifica nazionale uno studio in cui dimostra che a 10 anni il 98% degli impianti sono in sede e in buona salute. CHE COSA SONO GLI IMPIANTI? Gli impianti sono radici artificiali in titanio puro che vengono posizionate nell’osso della mandibola e nell’osso mascellare superiore per sostituire le radici degli elementi mancanti. QUALI SONO I VANTAGGI CHE OFFRE UNA PROTESI SU IMPIANTI?
 Dobbiamo distinguere due condizioni: 1^ Quando manca un dente o pochi denti - il vantaggio in questo caso è l’integrità dei denti adiacenti alla zona edentula evitando così di ricoprire questi denti. Altro vantaggio è che l’impianto inserito nella zona della radice mancante contribuisce a mantenere l’osso che diversamente si riassorbe. Una delle caratteristiche dell’impianto è che stimola e preserva l’osso come una radice naturale. 2^ Quando abbiamo una riabilitazione complessa, (intendiamo dire quando c’è una protesi totale rimovibile o parziale) in questo caso con gli impianti abbiamo il ripristino della capacità masticatoria che diventa uguale a quella dei denti naturali con conseguenti benefici digestivi e nutrizionali. Abbiamo il mantenimento delle normali funzioni muscolari della faccia con recupero dell’aspetto più giovanile. L’arresto del processo del riassorbimento dell’osso della mandibola o del mascellare. L’assenza di infiammazioni gengivali e di dolori correlato all’instabilità della protesi. Maggiore sicurezza. QUALI SONO I PAZIENTI CANDIDATI DELL’IMPLANTOLOGIA?
 I giovani che hanno concluso la fase di crescita


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a cui mancano per agenesia alcuni denti permanenti. Pazienti che in seguito ad un trauma hanno perso i denti. Pazienti che hanno già eseguito in passato riabilitazioni orali con ponti fissi che devono essere rifatti, ma i cui pilastri (denti su cui si appoggia la protesi) non danno garanzia. Pazienti portatori di protesi totali che per ragioni funzionali ed estetiche necessitano di una protesi fissa. Per ultimo voglio ricordare che non ci sono limiti di età, naturalmente si deve valutare caso per caso. E’ SEMPRE POSSIBILE RICORRERE ALL’IMPLANTOLOGIA?
 Ogni paziente deve essere esaminato attentamente, perché ci devono essere delle condizioni ben precise che consentano di utilizzare questo tipo di trattamento. La condizione principale è che ci sia una quantità idonea di osso. La valutazione si fa attraverso le radiografie endorali, tac... Un altro fattore importante da considerare è il fumo, da ricerche effettuate recentemente è risultato che il fumo è un elemento negativo a livello paradontale e implantare. Un’altra condizione rilevante è che il paziente non sia affetto da patologie sistemiche non controllate farmacologicamente. Infine si ritiene idoneo all’implantologia esclusivamente il paziente che tiene una scrupolosa igiene dentale e osserva i controlli periodici stabiliti. NEL CASO IN CUI NON CI SIA SUFFICIENTE QUANTITA’ DI OSSO, E’ IMPOSSIBILE METTERE L’IMPIANTO?
 Di solito è comunque possibile. L’osso infatti, può essere ricostruito mediante tecniche rigenerative che prevedono l’utilizzo di membrane e d’innesti di osso autologo o di altri materiali biocompatibili. Ad esempio nelle arcate superiore la presenza del seno mascellare, una cavità posta sulla regione molare, può in alcuni casi impedire il posizionamento di impianti. I questo caso è possibile oggi riempire parzialmente la cavità con innesto osseo e quindi procedere con l’inserimento degli impianti. IL TRATTAMENTO E’ DOLOROSO? No, si fa anestesia locale il paziente non avverte

alcun dolore. ESISTE IL RIGETTO ? No, perché il titanio è un materiale biocompatibile in quanto inerte dal punto di vista biologico, quindi l’organismo non lo riconosce. L’implantologia è infatti ormai metodologia affidabile per farci tornare a sorridere! Da oltre 30 anni presso il nostro reparto odontoiatrico è funzionante il servizio di IMPLANTOLOGIA endossea e CHIRURGIA ORALE. Grazie a materiali certificati di altissima qualità e all’avanguardia, eseguiamo check-up completi e studiamo eventuali soluzioni personalizzate per ogni esigenza. Si eseguono, quando è possibile, gli impianti a carico immediato. Per ogni impianto eseguito viene rilasciata la rispettiva certificazione. Da noi soluzioni implantari per ogni esigenza. Per le cure mediche effettuiamo i finanziamenti a tasso 0%, direttamente in studio secondo le vostre esigenze.
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Editoriale

Quando pensi di sapere ciò che non sai

E’ una questione psicologica piuttosto interessante. Negli anni ’60 un gruppo di psicologi fece il seguente esperimento: a dei volontari furono presentate alcune cause civili ipotetiche dando a tutti alcune informazioni di base. Successivamente furono divisi in tre sottogruppi: il primo ascoltò le motivazioni argomentate dall’avvocato dell’accusa, il secondo ascoltò quelle della difesa, il terzo ascoltò entrambe le argomentazioni. L’esperimento era chiaro a tutti, dunque i primi due sottogruppi, quelli “di parte”, sapevano di avere informazioni parziali. Cosa accadde? Chi aveva ascoltato la versione parziale era saltato più in fretta e con maggior sicurezza alle conclusioni, si era formato un giudizio pur sapendo di non aver ascoltato entrambe le campane. L’aspetto interessante dell’esperimento è anche il passo successivo: quando le persone dei gruppi “di parte” ascoltarono l’altra versione dei fatti, cambiarono marginalmente la loro prima opinione, ma la loro parzialità rimase. Lo studio dimostrò quindi che le persone non solo sono portate a saltare alle conclusioni dopo aver sentito una sola versione dei fatti, ma è assai probabile che continuino a farlo anche quando hanno a disposizione informazioni aggiuntive che suggerirebbero una conclusione differente. (cit. Le Scienze, 4 maggio 2012)

Ciò di cui non ci rendiamo conto è che il nostro cervello, a partire da alcune informazioni, a volte anche molto superficiali (una sbirciatina a Wikipedia, un occhio alla prima voce di Google, il commento del vicino di casa che è sempre così informato…) costruisce conclusioni di cui ci sentiamo sicuri, che diamo per vere e oggettive. Quelle diventano le nostre storie, che crediamo perfettamente logiche, razionali. Diventano le nostre verità. L’unico antidoto a queste distorsioni della realtà è ascoltare storie diverse, dialogare davvero cercando di capire i punti di vista degli altri, non cercando di convincere l’interlocutore delle proprie ragioni. E poi leggere, studiare, anche campane lontane, opposte. Ovviamente non si possono approfondire tutti gli argomenti, ma quelli che più ci stanno a cuore, magari sì. E per gli altri, rimanere aperti. Sapendo di non sapere, lasciando spiragli ai dubbi, alle domande. La chiusura e la sicurezza rigida sono quasi sempre segnali di irrazionalità più che di approfondita riflessione. E tutti cadiamo nell’errore, in alcune occasioni. Tutti diventiamo irrazionali, pensando di argomentare le nostre posizioni con assoluta razionalità. I click di chiusura interiore sono campanelli d’allarme che richiedono pausa di riflessione. Non mi sono mai pentito di averli ascoltati. Gianluca Boffetti

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La rivista New Entry, da 25 anni presente sul territorio di Bergamo e da 14 anni sul territorio di Brescia, Mantova e Cremona viene distribuita ogni 15 giorni in tutti i negozi, locali pubblici e in alcune edicole. Da oggi potete trovare la rivista all'uscita del supermercato "Rossetto" di Montichiari. Ringraziamo sin d'ora tutti coloro che hanno permesso questa nuova e proficua collaborazione. 04 www.newentry.eu


RIFLESSIONI

LETTERA AL DIRETTORE Signor direttore, condivido pienamente quanto scritto da lei sull'editoriale del 25 gennaio: è vero che oggigiorno le notizie viaggiano veloci sui social, ma spero e mi auguro che non possano mai soppiantare completamente la carta stampata. Quando sono chiuso in una biblioteca ed osservo le centinaia di libri disposti sugli scaffali, provo una grande emozione pensando alle straordinarie menti che le loro pagine racchiudono, prenderei ogni volume e me lo sbatterei in testa per far penetrare nella mia materia grigia (ancora così povera di cultura), il loro contenuto. Quando osservo un computer, tablet o qualsiasi altro marchingenio tecnologico (sicuramente utilissimi), non provo nulla. Queste fredde macchinette hanno una memoria estremamente volatile, le porto un banale esempio: l'anno scorso ho messo la mia piccola azienda agricola su un programma del computer, ettari coltivati, tipo di semine, concimazioni, irrigazioni ecc. ecc. Due ore di lavoro ogni sera per molti mesi (considerando che mi alzo alle quattro ogni mattina, non è stato semplice per lo meno rimanere svegli). Una volta terminato di istruire il computer, il programma si è inceppato, l'ho portato da un tecnico informatico e mi sono sentito dire: "per riattivare il sistema devo cancellare la memoria", le lascio immaginare la rabbia che ho provato, mesi di lavoro andati ad escort (non volevo scrivere puttane), non ho pestato la macchinetta sotto i piedi perché ho pensato alle 700 euro che avevo speso, (anche perché sicuramente queste nuove tecnologie hanno una loro

utilità). Probabilmente sono io ad essere obsoleto, ho fatto le elementari sui banchetti di scuola con il calamaio incorporato, l'avvento della penna a sfera era stato accolto come una grande rivoluzione, per lo meno tornavo a casa con le mani pulite ed il grembiule non era pieno di inchiostro. Non mi considero vecchio, ma a stare al passo di tutta questa modernità mi viene l'asma, non faccio in tempo ad imparare ad usare un telefonino (adesso si chiamano smartphone), che il mese successivo c'è già in giro un modello molto più tecnologico. Vogliamo parlare della fatturazione elettronica? In gennaio abbiamo emesso 3 misere fatture, la prima settimana di febbraio sono andato 5 volte dal commercialista per tentare di inviarle elettronicamente e mi sono sempre sentito dire: "purtroppo le linee sono intasate, il sistema è in tilt". Questi mezzi super moderni non dovrebbero semplificare la vita? Concludo non senza farle i miei complimenti per i 25 anni che la rivista compirà in settembre, mi piace veramente molto leggerla, "ascoltare" il linguaggio genuino della gente terra terra come me, le loro storie nel bene e nel male; fardelli di vita che ognuno di noi porta dentro di sé. Cordiali saluti. Giordano www.newentry.eu 05


Ed è Poesia

“Un cuore dedicato a voi”

... fu così che ora mai inabissato nei problemi più contorti della vita decise di prendersi un forte respiro, gonfiando sempre di più tutti i suoi muscoli; e bensì fosse consapevole d'essere in balia d'un percorso su di una strada più arida ed impervia che si possa trovar, accettò d'affrontare il pericolo che l'avrebbe aspettato... Testardo ma carico della sua forza, del suo coraggio, della sua volontà d'arrivare vincitore al traguardo si mise in gara... beh amici miei: stanco di tutto arrivò primo, regalandosi un sorriso annaffiato da lacrime di gioia... è si !!! che sappia io è il miglior Cuore del mondo... Poesia ideata e scritta da Bezzi Roberto classe 1978 ...*R ...

“Elogio alla luna”

Chiome insolenti spettinano la perfezione del tuo disco lucente. La supremazia del cielo ti è stata negata? Non disperare, tu sempre sarai l’eletta tra cielo e terra. Acrobata su fili invisibili delizi notti insonni. Sei ninna nanna di madri che sussurrano alla vita. Ombre nefaste di alberi multiformi marciano la conquista di te. L’oscuramento è la tua giusta pena, il giorno scalpita invidioso. Nessuna ispirazione a lui dedicata. A contrariarlo il brusio del tempo che passa frenetico. Distratti non si alza gli occhi al cielo. Luna tu sì che vanti fortuna: il pino nero tuo consorte viene in tuo favore. La sua fragile geometria ti appende al cospetto del creato, dove è impossibile non vederti sorridere. Cecilia Cortesi

Foto di Daniele Corioni scattata a Ponte Nossa (Bg)

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RIFLESSIONI

CONTADINO FORTUNATO Ogni giorno assisto al meraviglioso susseguirsi dell'aurora all'alba; una luce policromatica piano piano invade l'orizzonte, fa filtrare i raggi attraverso i rami di alberi ignudi, sembrano giganteschi scheletri con le mani protese verso il sole in cerca di tepore. Un magnifico quadro diverso ogni giorno, firmato sempre dallo stesso artista. Come sono fortunato a svegliarmi alle quattro ogni mattina. Me lo dicono sempre anche i miei parenti cittadini che ogni tanto alla domenica pomeriggio passano a trovarmi nella mia piccola fattoria; intanto che sono intento ad attaccare tettarelle nel tentativo di tirar giù un po' di oro bianco, loro

BAR

TRATTORIA PIZZERIA

ciacolano del più e del meno: ieri sera sono andato al cinema, ma niente di che, la settimana scorsa sono andato a teatro, ma niente di che; poi mi dicono:< tu si che sei fortunato, abiti in campagna e respiri sempre aria pura>, ma in quel mentre la Teresina spara fuori metri cubi di gas serra, io arretro di qualche passo in cerca di ossigeno, ma la Guglielmina pensa bene di riscaldarmi il cuoio capelluto pisciandomi sulla testa. Se penso poi che per la fecondazione artificiale devo ficcargli un braccio su per la retta via... Come sono fortunato a vivere in campagna. Che culo fare il contadino. Giordano

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GUSTO A TAVOLA

Terrina di polentina calda con polpo e piselli

Ingredienti per 6 persone farina di mais 300 grammi circa. 1 polpo medio Sale e peperoncino Salsa di pomodoro Olio e.v.o. e verdure per soffritto 100 grammi di Piselli surgelati Verdure per cuocere il polpo (sedano, cipolla, prezzemolo 1 bicchiere vino bianco Preparazione ricetta Cuocere in abbondante acqua bollente, vino bianco e verdure il polpo per circa 30 minuti. Portare a bollore acqua salata, stemperare la farina gialla e cuocere la polenta coprendo la pentola con un coperchio per circa 40 minuti. Rosolare in olio le verdure per soffritto e il peperoncino, tagliare il polipo a pezzi ed aggiungerlo, mettere poi la salsa di pomodoro e i piselli, cuocere per circa 15 minuti aggiustando di sale. Servire il polpo adagiando sul fondo del piatto la polentina calda. Anna - www.cucinacreare.it 08 www.newentry.eu

Mozzarelle in carrozza

Ingredienti per 4 persone 1 pacco di pan carrè da 12 fette 6 fette di fontina “ rossa” o mozzarella filante per pizza 12 fettine di prosciutto cotto 5 uova 1 bicchiere di latte pane per l’impanatura olio di girasole per friggere Preparazione ricetta Tagliare le fette di pan carrè a metà. Tagliare le 6 fette di formaggio a metà e avvolgerle iognuna in una fetta di prosciutto. Le due fette di pane devono contenere 1 fetta di formaggio avvolta nel prosciutto. Passare alla panatura. Sbattere in una terrina le uova e il latte. Immergere le fette pane farcito nel composto di uova e latte poi passarle nel pane cercando di fare presa schiacciando bene i bordi, ripassare nell’uovo e di nuovo nel pane dando la forma come da foto. Scaldare l’olio portandolo a temperatura ideale per la frittura. Friggere le mozzarelle in carrozza da ambo i lati per 2 minuti circa per lato. Anna - www.cucinacreare.it


LE LENTI A CONTATTO CHE VINCONO LA PRESBIOPIA

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RELAX

Sodoku

Vignetta

NEW ENTRY il Giornale della Gente

Quindicinale d’informazione sociale e culturale

Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti

Direttore Onorario: Michele Cortinovis

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Anno 25- N°02 del 07/02/2019

Sede: Brembate di Sopra (Bg) Via Tresolzio n° 48


LA PALLAVOLO ...scegliere di far praticare uno sport agonistico ai vostri propri figli è una delle decisioni più altruistiche e masochistiche che un genitore può compiere. Dovrete portarlo ad allenamento, a tutte le ore, nei giorni di festa e rientrando prima dalle vacanze. Dovrete spendere soldi, e spenderne ancora e ancora, per cose che sembrano del tutto futili. Dovrete portarlo in trasferta, aspettare ore guardando uno sport che magari non vi piace. Dovrete vederlo stanco, che non ce la fa più, che non riesce a gestire compiti, catechismo, amici e sport. Dovrete vederlo piangere perché è stanco, piangere perché perde, piangere perché l'insegnante non è soddisfatto, piangere perché il sabato sera i suoi amici escono e lui si prepara per l'allenamento dell'indomani. Dovrete vederlo "sbagliare" perché metterà lo sport prima di tutto il resto, perché sceglierà di mollare la fidanzata "perfetta" per voi perché lei non lo supporta, prenderà 108 invece che 110 all'università. E quando andrà fuori di casa gli weekend, invece che trascorrerli con voi, li trascorrerà con i suoi compagni di squadra in palestra. E dovrete litigare. Ma ormai è nel tunnel dello sport agonistico. Ormai ha perso di vista le priorità secondo voi. Anche secondo me. Ma provate a vedere se il sorriso del suo amichetto terminata una partita alla play è lo stesso di quando un atleta termina un allenamento. Provate a vedere se le amicizie che si legano in gelateria sono sincere tanto quanto quelle legate in spogliatoio. Provate a vedere se a 50 anni si ricorderanno il nome della maestra di catechismo (...senza nulla togliere….) o della loro prima insegnante di qualche sport. Provate a chiedere se è meglio perdere una gara o non parteciparvi. Provate a guardare le analisi del sangue di uno

RIFLESSIONI

sportivo agonista e di un bambino che non esce di casa… vedrete che il cortisolo non fa poi così male! Ricordatevi che un atleta si ricorda SEMPRE se a bordo campo, ad aspettarlo dopo aver perso l'ennesima gara, c'è la sua mamma e il suo papà. Ricordatevi che un atleta, per quanto piccolo, è cosciente degli sforzi che vengono fatti dai genitori, dagli amici, dagli allenatori, dai dirigenti. Ricordatevi che piangerà quando non riuscirà a finire di studiare per il giorno dopo in 4° elementare ma che tutto ciò lo aiuterà a organizzarsi e finire l'università prima di chi durante il giorno non fa altro che guardare il pc. Ma soprattutto ricordate che state dando a vostro figlio la possibilità di provare una gamma di emozioni che altrimenti non potrebbe neppure immaginare. Chiedi di spiegare cosa vuol dire essere emozionati, felici, impauriti, determinati, delusi, riconoscenti, soddisfatti, te lo saprà dire. Chiedi se per la delusione di un allenamento andato male vale la pena di mollare lo sport o è il pretesto per tornare il prima possibile in palestra e provarci ancora, e ancora, e ancora. Finchè la delusione diverrà soddisfazione. Un Grazie a Arianna per questo scritto www.newentry.eu 11


BASSA BRESCIANA

INCIVILTA' LUNGO IL CHIESE

Passeggiando ogni giorno lungo le rive del Chiese, si vedono purtroppo in varie zone, più o meno vicine ai sentieri, molti sacchetti di rifiuti alimentari, bottiglie di vino e birra, lattine, cartoni e involucri di plastica, ma anche materiale edilizio(cemento e pezzi di mattoni) e, ciliegina sulla torta, bisogni solidi umani con tanto di fazzoletti di carta e pagine di quaderno usati per pulirsi…. E’ davvero vergognoso e sicuramente non ci saranno mai telecamere sufficienti a riprendere le troppe persone incivili che non hanno rispetto di niente e di nessuno! Così come il lavoro encomiabile di volontari che periodicamente ripuliscono le campagne nei dintorni del paese, sembra quasi inutile perché già il giorno seguente c’è chi ricomincia a butta% 10 nti TO i clie N O v SC nuo ri e p

re spazzatura. Abbiamo un patrimonio naturale a due passi dalla città e lo distruggiamo con la nostra ignoranza e la nostro mancanza di senso civico e non si può scaricare la colpa solo a ragazzi maleducati, ci sono anche adulti, ed è ancora più grave! Lo stesso vale per la deiezioni dei cani lungo i marciapiedi e le strade sia del centro che in periferia, sintomo di inciviltà di padroni che sono di gran lunga meno intelligenti dei loro animali. Spero comunque che qualcuno che sporca lungo il Chiese, venga ripreso dalle telecamere e paghi multe salate, chissà che toccando il portafoglio anche i più incalliti maleducati si rinsaviscano un po’…se non sarà per amore della natura sarà per interesse! Ornella Olfi

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ANIME NEL VENTO

I 70 ANNI DI GIOVANNA Il 3 marzo avresti compiuto 70 anni, ma non riesco a immaginarti a 70 anni. Non riesco perché mi fa troppo male pensare a tutto ciò che ti è stato negato da quasi 20 anni ad ora: veder crescere i tuoi nipoti, goderti qualche anno di tranquillità dopo tanto lavoro, viverci insieme la maturità e la maggior libertà dagli impegni familiari…e tanto altro ancora. Non riesco perché il tuo fisico esile, il tuo modo di vestire sportivo, il tuo fare sbarazzino ti hanno sempre fatto dimostrare molto meno della tua età e infine non riesco perché negli anni migliori condivisi con te il tuo aspetto sembrava non cambiare mai, qualche ruga in più non era poi molto evidente, nascosta tra le tue lentiggini e il tuo sorriso era meglio di qualsiasi trucco anti età. Eri rimasta quella “ragazza” che sfrecciava in bicicletta, amante di uno stile di vita semplice

e genuino, appagata dalla bella famiglia che ti eri faticosamente costruita. Nata in anni di ristrettezze economiche, la tua vita è stata un susseguirsi di periodi duri, di grandi sacrifici. Al dolore si mescola perciò la rabbia, perché avresti meritato di assaporare i frutti di queste enormi fatiche e privazioni, sarebbe stato giusto avere una vecchiaia serena, attorniata dai tuoi affetti. Solo questo desideravi! Chi ha una fede più profonda della mia, riesce forse ad accettare il mistero della morte, immaginando un aldilà dove chi ci ha preceduto “vive” felice, ci ho provato in tutti questi anni, ma non ci sono ancora riuscita; avrei voluto che potessi vivere felice qui, con noi. Di solito ti sogno sorridente, perciò spero tu stia davvero bene lassù… Ornella Olfi

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SOCIETA'

BAMBINI AL MACERO

Siamo immersi fino a soffocare nella politichetta mordi e fuggi, nelle sfide e provocazioni di questo e di quello, c’è tutto e di più per far si che la devastazione umana passi in secondo piano. Nei mari si muore, nelle terre di confine si soffre, ci si dispera senza più la benché minima speranza, morte e silenzi, dannatamente colpevoli, dappertutto, sopra e sotto il mondo. Anche a casa nostra, si, dove il benessere economico sta a valore di riferimento, proprio qui, a casa nostra, naturalmente non nella nostra bella dimora, ma in quella di fronte, dall’altra parte della strada. Oramai siamo sprovvisti di grammatiche corrette e punteggiature precise, la nostra vita sociale sprofonda nella violenza, la più gratuita, quella più indegna, senza alcuna utilità, e quando i genitori sono dei violenti, state certi che quelle condotte influenzeranno per tutta una vita. Un bimbo colpito a morte, ripetutamente, con pugni e bastonate, una bimba anch’essa ridotta a un ammasso scomposto di disumana ingiustizia. Artefice di questa carneficina talmente infame da non poter esser assolutamente compresa, un uomo, un adulto, un essere indefinibile, talmente nauseabondo da non poter esser definito da alcun lessico, con

alcun aggettivo, solamente con il disprezzo più profondo per un certo genere dis-umano. Questa è una violenza che attanaglia, ci inorridisce al punto da rimanere spiazzati, perché non è quantificabile attraverso il termine semplicistico di “violenza” questo è il risultato di una società malata, intrisa di atteggiamenti di disprezzo verso gli altri, di sommaria indifferenza persino nei riguardi della sacralità che circonda il bambino. Come può un genitore, una persona adulta, usare una violenza omicidiaria nei confronti di un bimbo, come è possibile agire in questo modo, come? Qualcuno dirà che le ragioni di questo comportamento sono diverse, riconducibili a stress, stanchezza, mala educazione, fino a parlare di malattia, di sofferenze ricevute e sofferenze imposte agli altri, dove l’altro è sconosciuto. Eppure le spiegazioni scientifiche, i paroloni degli esperti, dei so tutto mi, non fanno breccia nell’intelletto, rimane il sangue degli innocenti sparso intorno, il sangue della vergogna, il sangue della colpa più grande, quella dentro la famiglia, veri e propri sepolcri imbiancati, dove terribile e inaccettabile alberga la violenza, anche sui figli. Vincenzo Andraous www.newentry.eu 15


MONTICHIARI

8 MARZO CON CUORE DI DONNA AL MUSEO LECHI

Angela Zoccarato, a nome dell’ASSOCIAZIONE CUORE DI DONNA”,ringrazia: Montichiarimusei per aver messo a disposizione i prestigiosi locali del Museo Lechi per unire l’utile al dilettevole: festeggiare facendo del bene, in occasione della FESTA DELLA DONNA; l’Assessore Maria Chiara Soldini, per aver preso a cuore il progetto “Ricordati di Te…Prevenire è…Vivere”e tutte le iniziative finora promosse per realizzare questo importante obiettivo: anche a Montichiari donare mammografie di prevenzione a donne che per età e condizioni particolari non possono usufruire dello screening per la prevenzione del

tumore al seno; il Presidente della sezione AVIS di Montichiari, Policarpo, per l’ospitalità nella sede, all’entrata Ospedale, col punto d’ascolto il sabato mattina, importante riferimento per tutte coloro che desiderano conoscere meglio l’Associazione. La collaborazione tra associazioni sensibili al tema della solidarietà in generale e della salute è essenziale per ottenere i migliori risultati a favore di chi si trova in difficili situazioni fisiche e psicologiche: l’unione fa la forza, sempre! Un grazie di cuore ai generosi sponsor che permetteranno la buona riuscita di questo primo Apericena. Ornella Olfi

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ASSOCIAZIONE CUORE DI DONNA 2019 anche quest’anno per promuovere concretamente la prevenzione del tumore al seno.. Il primo importante sarà il 3 marzo la 10° edizione della “CORSA ROSA” a Brescia. Sono attese migliaia di donne!! Cuore di donna ringrazia di

cuore tutti coloro che a vario titolo partecipano e permettono la buona riuscita di questa importante manifestazione! Per maggiori informazioni Angela Zoccarato 3284867089 www.cuoredidonna.it Ornella Olfi

Anche nel 2019 l’ASSOCIAZIONE CUORE DI DONNA vi aspetta a Montichiari il sabato dalle 10 alle 12 al Punto d’ascolto nella sede AVIS ( palazzina entrata ospedale) per qualsiasi informazione sulle attività che svolge a favore delle donne operate al seno, accompagnandole con discrezione e competenza nel loro nelle varie fasi del percorso, anche burocratico, col supporto di medici dell’Ospedale Civile di Brescia. Le associate presenti al punto d’ascolto vi invitano anche a sottoscrivere la tessera annuale per sostenere i numerosi eventi che si svolgeranno www.newentry.eu 17


SEGNI NEL TEMPO

1783 Terremoto della Calabria meridionale

Con il terremoto della Calabria meridionale del 1783 (anche denominato terremoto di Reggio e Messina del 1783) si designa un intenso sciame sismico che colpì l’area dello stretto di Messina e la Calabria meridionale, culminando con 5 forti scosse, superiori a Mw 5,9, tra il 5 febbraio e il 28 marzo 1783. Fu la più grande catastrofe che colpì l’Italia meridionale nel XVIII secolo. Oltre a causare danni immensi – radendo al suolo le città di Reggio e Messina e provocando maremoti – il terremoto ebbe effetti duraturi sia a livello politico (l’istituzione della cassa sacra e il primo

regolamento antisismico d’Europa), sia a livello economico e sociale. Secondo Giovanni Vivenzio la prima scossa avvenne il 5 febbraio “all’ore diciannove, ed un quarto d’Italia, che corrispondevano in detto giorno a tre quarti d’ora circa dopo il mezzodì dell’Oriuolo Francese... La notte di detto giorno venendo il sei all’ore sette, e mezza d’Italia replicò altra forte scossa...”. Nicola Leoni racconta: «Udissi improvvisamente nelle più profonde viscere della terra un orrendo fragore; un momento dopo la terra stessa orribilmente si scosse e tremò»

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SEGNI NEL TEMPO

La prima scossa durò 2 minuti, secondo Dolomieu ebbe come epicentro una zona a sud di Polistena. L’INGV ha stimato la magnitudo di questo primo, forte evento sismico, in 7.1 (uno dei terremoti più forti della storia sismologica italiana). All’evento principale si attribuisce un’intensità pari all’undicesimo grado della scala Mercalli. Alla scossa del 5 febbraio ne seguì una il 6 febbraio con epicentro a nord di Messina, stavolta con magnitudo 5.9. Fra il 5 ed il 7 febbraio furono contate ben 949 scosse alle quali seguì alle ore 20 del 7 febbraio una nuova scossa, di magnitudo 6.7 con epicentro nell’attuale comune di Soriano Calabro. Nel mese successivo, si susseguirono scosse di intensità sempre decrescente, ma le più forti furono quelle del 1º marzo 1783, di magnitudo 5.9 con epicentro nel territorio di Polia, e quella ancora più forte del 28 marzo, di magnitudo 7.0 con epicentro fra i comuni di Borgia e Girifalco. Il numero dei morti è stimato intorno alle 50.000 persone e i danni furono incalcolabili. Le scosse si succedettero spostando l’epicentro dal sud della Calabria risalendo lungo l’appennino verso il nord della re-

gione. Questa devastante sequenza sismica causò danni elevatissimi in una vasta area comprendente tutta la Calabria centro-meridionale dall’istmo di Catanzaro allo Stretto, e, in Sicilia, Messina e il suo circondario. Il quadro cumulativo dei danni è di gravità straordinaria: agli effetti distruttivi sugli edifici si accompagnarono estesi sconvolgimenti dei suoli e del sistema idrogeologico. Oltre 180 centri abitati risultarono distrutti totalmente o quasi; gravi distruzioni interessarono anche centri urbani importanti per la vita politico-economica e militare del Regno di Napoli e di Sicilia, quali Messina, Reggio, Monteleone e Catanzaro. Secondo le stime ufficiali, nella Calabria meridionale le vittime furono circa 30.000 su una popolazione di quasi 440.000 abitanti (6,8%). Nel Messinese i morti furono circa 630. La successione delle 5 scosse più violente mostra uno spostamento degli epicentri lungo la catena dell’Appennino Calabro dalla regione dell’Aspromonte all’istmo di Catanzaro con ampie aree di sovrapposizione degli effetti distruttivi. Questo elemento ha reso molto complesso, e a volte impos-

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SEGNI NEL TEMPO

sibile, distinguere gli effetti di danno relativi ai singoli eventi sismici. Va inoltre tenuta presente l’alta vulnerabilità di un patrimonio edilizio, non solo di scarsa qualità costruttiva, ma anche fiaccato dalle frequenti scosse. Si può dedurre che la gravità del fenomeno, non sta nell’elevato grado delle scosse, quanto nella rapidità con cui si sono succedute, che non per-

mise agli abitanti di provvedere alla riparazione dei danni, perché gli edifici che rimanevano in piedi ad una prima scossa, spesso crollavano con la seconda. Nel maggio dello stesso anno venne quindi emanata dal regno borbonico una normativa con la quale si imponeva l’inserimento di un’intelaiatura in legno all’interno della muratura.

ELEZIONI POLITICHE Comunicazione preventiva per la diffusione di messaggi elettorali per: Elezioni politiche Comunali Ai sensi e per le disposizioni di cui alla Legge 22 febbraio 2000, n.28 in materia di comunicazione politica e di parità d’accesso ai mezzi d’informazione e nel rispetto delle Delibere adottate dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni; New entry di Boffetti Gianluca - Via Tresolzio,48 - 24030 Brembate di Sopra (Bg) P.IVA: 03073100160 - C.F.: BFFGLC73S17A794L in qualità di editore della testata NEW ENTRY dichiara la propria disponibilità a pubblicare sulla predetta testata messaggi elettorali tramite prenotazione degli spazi, invio del materiale, pagamento anticipato, secondo le condizioni contenute nel codice di autoregolamentazione depositato presso i propri uffici di redazione. 20 www.newentry.eu


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RACCONTI

Di voi due “Katia!” - Una voce maschile l’aveva chiamata. “Eccomi” - Aveva risposto lei con gioia. Il suono di quelle voci non ti aveva più abbandonato. Ci eravamo messi dietro una delle colonne enormi di quella chiesa dove lei non poteva vederci al suo ingresso. Ma noi sì, l’avevamo vista, vestita di bianco, ma i suoi magnifici capelli colori del grano maturo che erano stati tanto ammirati, riccioli stupendi che avevano rubato la lucentezza al sole e all’oro? Quella massa di riccioli non c’era più, vedevamo corti capelli che presto sarebbero stati coperti da un velo bianco. Tu Ronald mi avevi preso per un braccio ed eravamo usciti. Persa per sempre, addio al tuo amore, essa diventava Suor Katia. Avremmo dovuto capirlo ancora tempo prima che lei era troppo buona, brava, disponibile, gentilissima e altruista in modo speciale. Tu ebreo e lei cristiana, tu che amavi solo lei e lei che amava tutti indistintamente, non voleva essere amata ma portare amore nel mondo in luoghi dove non ce n’era. Tu non avevi occhi che per lei, innamoratissimo, nessuna del nostro gruppo di amici era importante come lei per te. Quando le avevi parlato dicendole quanto la amavi lei ti aveva detto che non poteva legarsi a te ed a nessun altro perchè il Signore l’aveva chiamata. Tu, quasi urlando, scuotendola, avevi cercato di farle capire quanto la amavi e poi a cosa avrebbe rinunciato. Lei era tutto per te, sareste stati uno tutto il mondo dell’altro. Nella famiglia che avreste formato ci sarebbero stati figli, la continuità stessa della vostra vita. Il Signore la chiamava, ti aveva risposto e lei Lo amava a tal punto da non vedere neanche rinunce per quello che avrebbe lasciato. Era per te, persa per sempre, dovevi dire addio al tuo amore magnifico. Io, Ronald, solo io ho 22 www.newentry.eu

visto le tue lacrime, nessun altro dei compagni del nostro gruppo era tuo amico come lo ero io. Tu ebreo e io cristiano, coetanei, vicini di casa, compagni di giochi e di studio, legati da questo volerci bene in modo fraterno come quasi non volevamo bene ai rispettivi fratelli e sorelle di sangue! Complici negli scherzi che facevamo agli altri ragazzini, a noi bastava uno sguardo, un solo sguardo per capirci; pur di stare insieme mi avevi regalato una Kippah, il copricapo che usano gli ebrei ed io lo indossavo per essere un po’ come te ed entrare nei vostri luoghi di culto; a tua volta la toglievi per entrare in chiesa e confonderti coi cristiani per stare vicino a me. Sempre insieme, come un’alchimia inscindibile. Quando tornavi dalle vacanze che facevi con i tuoi in Palestina ti salutavo sempre chiamandoti “l’ebreo errante” e tu, a tua volta, quando tornavo io mi dicevi che “la pecorella era tornata all’ovile”. Io portavo sempre al collo la catenina che mi aveva regalato mia nonna alla quale era appesa una croce d’argento, tu a volte la toccavi ed io ti lasciavo fare senza, per questo, cercare di convincerti a diventare cristiano. Un profondo rispetto ci univa ed io cantavo con la tua famiglia quando festeggiavate la vostra Padqua, quella strofa che diceva “Uno fu, uno E’, uno è Dio che in cielo sta”. Dopo che avevi perso Katia non hai più voluto sfiorare la crocetta ed io non cercavo di mostrartela di proposito, quella croce sulla quale c’era stato il Cristo che Katia aveva scelto come suo sposo. Io solo potevo capire il tuo dolore e starti vicino passandoti un fazzoletto, in silenzio, senza guardarti di proposito, quando piangevi e ricordavi il suono di quelle voci. La vita poi ci ha portati a frequentare gli stessi studi e poi c’era stata la guerra. La decisione


di entrambi di accettare di partire insieme per questo paese che era, a noi, straniero. Eccoci arruolati e sempre vicini, tu con l’immancabile Kippah tenuta ferma da una molletta perchè ti scivolava giù dalla testa, dai tuoi folti capelli ricci, l’elmetto poi non è che potesse tenerla posizionata come volevi. Mi hai sempre voluto bene e tanto, in modo sincero, anche se non me lo dicevi a parole, ma con ogni tuo gesto, fino a quel giorno temendo quando ti sei letteralmente gettato davanti a me con le braccia aperte, per difendermi il più possibile dai colpi sparati dai soldati nemici. Colpito in pieno per salvare me. Ero rimasto per qualche tempo sotto il tuo corpo martoriato, col tuo sangue che mi bagnava il visto, ti chiamavo, ti davo dello stupido per quello che avevi fatto! Non volevo io vivere e tu no; volevo venire con te, non meritavo il sacrificio della tua vita... Quando sono riusciuto, anche se ferito ma non in modo grave a spostarti, tu respiravi ancora. Ti ho guardato negli occhi, ci siamo guardati negli occhi, hai avvicinato la tua mano al mio collo ed io ho capito. Ho spostato parte della maglia ed ho estratto la catenina. E’ stato allora che hai preso fra le tue dita insanguinate la croce e te la sei avvicinata alle labbra. Un bacio, un leggerissimo bacio a Colui che amava Katia, me, te, tutti, perchè con le Sue braccia aperte sulla croce, insanguinato per Amore verso di noi, avrebbe accolto anche te. Ho vissuto tanti anni ancora dopo la tua morte e la fine della guerra: ho conosciuto gioie, dolori, felicità e profonde tristezze, come medico che si impegnava a salvare veramente tutti non ho potuto guarire mia moglie da un terribile male e poi ho perso mia figlia, unica continuità della mia stessa vita. Il giorno per me era senza luce, sentivo rivolgermi quel saluto che era “buongiorno” quando per me non aveva più senso. Ho dovuto, in coscienza, impegnarmi con tutto me stesso per onorare il mio lavoro e svolgerlo il meglio pos-

RACCONTI

sibile. A volte mi chiedo come è stato possibile riprendere a vivere dopo certi schianti che ti colpiscono nella vita. Forse c’era, anzi ne sono certo, qualcuno che mi aiutava a rialzarmi, che mi sosteneva quando mi sentivo incapace di continuare ad “andare avanti”. Mi sono reso conto che, quando si vive per poter aiutare gli altri c’è sempre il Signore che ti sostiene e ti dà forza, e poi ancora, e poi ancora un’altra volta... Ho saputo di Suor Katia, caduta vittima innocente di guerriglieri, messasi come scudo davanti a ragazzini nella missione dove era stata destinata. Caduta anche lei con le braccia aperte per difenderli. Sono venuto in questo paese dove sei sepolto e ti ho portato questo fiore rosso. Pensando a lei. Rosso sangue? Rosso amore? Ho indossato la Kippah nell’accarezzare la tua croce. Porto via con me questa fotografia che per me vi rappresenta uniti, tu, lei e l’amore verso gli altri che avete dimostrato col vostro sacrificio, in modo tanto forte; questo amore che non sarebbe venuto meno ma potenziato dall’amore di Dio. Tutte queste croci cristiane o ebree mi fanno pensare che la morte non interrompe la vita ma che la fa fiorire in una forma nuova che sarà eterna. In uno scritto S.Luca diceva in modo semplice di fidarsi pienamente del Padre che ci darà molto di più di quello che potremmo aspettarci o solo sperare o sognare di ricevere. Porto via questa fotografia e vi chiamerò sempre col vostro amore, quello che ho sempre usato, vi parlerò sempre in modo affettuoso senza usare un tono di voce triste o solenne ma semplice e sincero. Vi parlerò tutti i giorni e non vi dimenticherò. E sorriderò pensando agli scherzi della nostra giovinezza che tanto ci divertivano! Ci rivedremo dove il tempo ha fine e c’è una vita eterna. Non siete fuori dai miei pensieri solo perchè siete fuori dalla mia vista. Vi vedo qui, in questa fotografia, una fotografia. Di voi due. Marta www.newentry.eu 23


QUESTO E’ IL MIO NOME

Rubrica nata agli albori della nostra rivista (ormai 25 anni fa) ideata e curata da Michele Cortinovis, ritrova la sua collocazione all’interno di New Entry non solo grazie alla richiesta dei lettori, ma soprattutto nel ricordo di Michele, prematuramente scomparso, sempre presente nei nostri cuori.

Mattia Deriva dal greco biblico (Matthias), una variante di (Matthaios), a sua volta dall’ebraico (Mattityahu, Mattithyahu), che significa “dono di YHWH, “dono del Signore”, essendo composto dai termini mattath (“dono”) e Yah (abbreviazione di YHWH, il nome ebraico di Dio). Tale nome fu adattato in latino in due forme diverse: la principale, Mattheus o Matthaeus, da cui l’odierno nome italiano Matteo, e Matthias o Mathias, da cui Mattia, che appare nel Nuovo Testamento portata dall’apostolo Mattia, colui che sostituì Giuda Iscariota. Va notato che la

forma italiana Mattia viene talvolta usata al femminile, così come la forma serba, slovena e croata Matija. Inoltre, la forma slovacca Matej coincide con il croato, sloveno e macedone Matej, che è invece una variante di Matteo. Da uno studio dell’ISTAT, il nome è risultato essere in Italia il settimo più utilizzato tra i maschili per i nuovi nati nel 2004e il sesto nel 2006. L’onomastico si festeggia il 14 maggio in memoria di san Mattia apostolo, patrono degli ingegneri e dei fabbri, invocato contro il vaiolo. Si ricordano con questo nome anche, alle date seguenti: 18 gennaio, beata Cristina Ciccarelli da L’Aquila, al secolo Mattia, badessa agostiniana 30 gennaio, san Mattia, vescovo di Gerusalemme 18 febbraio, beato Mattia Malaventino, mercedario e martire in Africa 22 maggio, beato Mattia da Arima, martire a Omura 30 maggio, san Mattia Kalemba, martire a Kampala nel 1886 9 luglio, san Mattia Feng De, martire a Taiyuan 12 luglio, beato Mattia Araki, martire a Nagasaki con altri sette compagni 20 agosto, beato Mattia Cardona Meseguer, sacerdote e martire a Vallibona 28 dicembre, beata Mattia Nazareni, badessa di Matelica nelle Marche Micky

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“ESISTEVO” Esistevo comunque in silenzio per qual era era il mio pianto e tu ridesti da solo soltanto se son precipizi impuri ma digiuni per voi se son pregiudizi buoni indigesti se vuoi vedere in pace quel sole che scotta anche sotto alla neve, se nel dire vederti migliore indicar per te non è una prigione di anime buone tutte in fila col resto della vita che volevi, sono buoni i tuoi pretesi propositi di sale e caldarroste che stan lì e non fanno il firmamento, siedi lì mi raccomando stai composto, che da qui l’erba cresce lì da sotto si sta all’asciutto. Giada Benassi @ilblogdigiada

NewEntryTelevision

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FEBBRAIO CARNEVALE E QUARESIMA Ogni anno si festeggia il carnevale, giunto a noi da pagane tradizioni; in quel giorno ogni scherzo vale fra musiche, danze e allegre canzoni. Si confezionano colorati costumi... si preparano carri di cartapesta... di coriandoli ne scorrono a fiumi rendendo gioiosa la festa. Indossiamo maschere e travestimenti, sentendoci diversi per un giorno... e saremo soddisfatti e contenti quando alla realtà faremo ritorno. Dolci ricordi di quand'ero bambina: la mamma che cuoceva le frittelle nel pentolone di rame, in cucina, zuccherandole in grandi scodelle. Terminata l'allegra trasgressione, inizia il tempo quaresimale; si eseguono i rituali di purificazione comprendenti l'arte del digiunare. Un periodo di attesa e pazienza per la campagna e per il contadino. Nei campi riposa la nuova semenza mentre, in cantina, matura il vino. (Piera Masoch)

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CALVISANO

“FARFALLE TRA LE RIGHE” - PRESENTA ORNELLA OLFI È con grande piacere che giovedì 7 marzo, torno nella Biblioteca di Calvisano, con il supporto dell’amica Maria Mosca, Assessore alla Cultura del Comune di Calvisano, per presentare il mio nuovo libro “Farfalle tra le righe”, una raccolta di miei articoli pubblicati sui vari giornali locali: L’Eco della Bassa Bresciana, Paese mio, New Entry, Giornale di Brescia, periodico comunale Montichi@ ri.it. Ringrazio fin d’ora Maria Mosca per la sua travolgente ospitalità e tutti coloro che parteciperanno alla serata, per ascoltare la lettura di alcuni brani del mio libro, e prendendo spunto da questi, per una piacevole chiacchierata su argomenti che accomunano un po’ tutti nel quotidiano, nei ricordi, nelle emozioni e nei sogni per il futuro. Ornella Olfi

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IN LIBRERIA

L'AMORE CHE TI CAMBIA di Gianni Decimo Ha trascorso anni nelle redazioni a scrivere testi per la televisione. Sulle emittenti locali della Lombardia ha condotto per oltre dieci anni un suo programma di costume e società dal titolo “Piacere mio” e su Bergamo Tv un talk show all’americana di grande successo dal titolo “Stasera che sera”. Il giorno in cui ha compiuto quarant’anni ovvero lo scorso due agosto Gianni Decimo ha deciso che fosse arrivato il momento di scrivere per sé stesso e non più per gli altri. Detto, fatto: é uscito lo scorso otto gennaio, in tutta Italia, il suo primo romanzo dal titolo “L’amore che ti cambia”. Un toccante e commovente romanzo sulla voglia di lottare a tutti i costi, di non arrendersi mai, per nessuna ragione, malgrado

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le difficoltà della vita. Un emozionante racconto, capace di commuovere, che ha per protagonista un bambino di nome Gian Giacomo che, dopo essere rimasto orfano di entrambi i genitori, decide di afferrare le redini della propria vita per impedire che il dolore, la solitudine, lo sconforto e la disperazione abbiamo il sopravvento. Un libro rivolto a tutti, senza distinzioni di pubblico, che sa parlare dritto al cuore e alla mente dei lettori. Incontriamo l’autore nella sua casa di Sorisole.


IN LIIBRERIA

Come é nata l’idea di questo romanzo? “Ho cominciato a vent’anni esatti a scrivere per la televisione; all’inizio programmi d’intrattenimento sulle emittenti commerciali nazionali, poi documentari a sfondo divulgativo e culturale. A un certo punto mi sono stancato e ho deciso che a quarant’anni avevo vissuto abbastanza per poter raccontare una bella storia”. Come mai questo titolo così accattivante? “Si fa presto a dire amore, ne esistono forme infinite. È una parola fin troppo abusata, la usiamo mille volte al giorno. Eppure, a mio avviso, l’amore in grado di cambiare la vita é uno solo e io ho pensato di descriverlo nel mio romanzo”. A chi é rivolto questo racconto? “A tutti, senza distinzioni. Ho scritto con uno stile semplice e chiaro, accessibile a chiunque. Il mio stile di scrittura é talmente lineare che tutte le persone possono apprezzarlo, non solo chi ha

avuto la fortuna e la possibilità di studiare. Ecco, in questo senso io vorrei diventare uno scrittore per tutti, non per pochi”. Dove é ambientato? “In terra bergamasca. Il protagonista del racconto é originario di Caprino Bergamasco, ma vivrà la maggior parte delle sue avventure a Bergamo, così come in buona parte della provincia”. È il primo romanzo che scrivi? “Nel 2009 ho vinto un concorso letterario a Scandicci, in provincia di Firenze, e ho publicato un racconto umoristico dal titolo “Tutta colpa di una ciabatta”; si trattava però di un racconto breve. Questo invece é il mio primo romanzo”. Hai già un’idea per il prossimo? “Mi piacerebbe scrivere un libro ogni anno. Il prossimo uscirà a gennaio dell’anno prossimo e avrà per titolo “La vita che ti chiama”; sarà ambientato tra Londra e Norcia in provincia di Perugia. Non voglio però anticipare nulla, altrimenti non sarebbe una sorpresa”. Dove trovi l’ispirazione per scrivere? “Dalla vita di tutti i giorni, da quello che mi capita e dalle persone che incontro. Da questo punto di vista trovo che la vita sia una fonte inesauribile d’ispirazione”. Leggi molto? “Almeno un paio di romanzi la settimana. Purtroppo noi italiani leggiamo pochissimo, quasi niente. Ma oggi più che mai tenere spenta la televisione e leggere un buon libro é quanto di più salutare si possa fare”. Hai lavorato tanti anni in tv. Come trovi la televisione di oggi? “Molto male. La trovo volgare, urlata, senza contenuti e soprattutto diseducativa. Il primo obiettivo é vendere e questo é disumano e avvilente per i telespettatori. Io non la accendo più. Molto meglio la radio che sta tornando di gran moda”. Il romanzo di Gianni Decimo, “L’amore che ti cambia”, é disponibile in tutte le librerie e direttamente a casa in un giorno con Amazon. www.newentry.eu 29



RIFLESSIONI

RISONANZE

“La mia stanza e questa vastità, desta sul paesaggio che annotta, – sono una cosa sola. Io sono una corda tesa sopra il brusio di vaste risonanze.” R. M. Rilke, “Al margine della notte”, da: Il libro delle Immagini Brusio faticoso. Tante storie affollano le mie giornate, e qualche voce stasera risuona ancora. Voci, volti, sguardi. Occhi che mi guardano carichi di emozioni, occhi che portano domande che non hanno risposte, occhi che chiedono aiuto, condivisione. Cammino nell’aria fredda per far scivolare via qualche sguardo, qualche voce. È sera, rallento. Gli alberi del parco mi quietano, come sempre. Lascio andare le risonanze. Qui, ora, cammino e guardo. Vita che vive. Vi penso, uomini e donne che mi raccontate pezzi delle vostre vite. Li custodisco con cura. Spero di riuscire a ridonarli alla vita. sguardiepercorsi

E' ANDATA COSI'

Oggi questa frase mi risuona in testa. Il senso dell’irreversibile: è andata così. Avrebbe potuto andare in tanti altri modi, ma è così che è andata, questa è la direzione che la vita ha preso. Irreversibile. Lo sappiamo, e spesso questa è una semplice presa d’atto, una constatazione indolore. Ogni tanto, però, questa consapevolezza s’incarna facendoci toccare con sensibilità acuita i bordi del limite. A volte fa male, a volte è stupore, resa, ferita cicatrizzata. Comunque irreversibile. Guardo alcune porte chiuse che hanno dato forma alla mia vita. Perché l’irreversibilità dà forma. Nel bene e nel male, e non si sa mai cosa scatenerà l’uno o l’altro, o entrambi. E quella forma è la nostra opportunità nel mondo. Da vivere, come riusciamo. È andata così: non possiamo cambiare il passato, ma solo cercare di amare il nostro percorso. Lì c’è il valore, lì c’è senso. Lì siamo noi: non le rose che avremmo potuto cogliere, ma quelle che abbiamo colto. A differenza di Gozzano, amo le rose che colsi. sguardiepercorsi

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ITINERARI

La miniera della Bagnada Valmalenco (Sondrio)

La Miniera di Talco di Bagnada, oggi divenuta museo, è un’importante testimonianza dell’attività di estrazione mineraria in Valmalenco. La valle, con oltre 265 minerali nel proprio territorio, tra cui amianto, talco, pietra ollare e serpentiniti, è la zona della provincia di Sondrio più eterogenea a livello geologico e questa peculiarità ne ha da sempre segnato le attività produttive, l’economia e la storia. Il giacimento di Bagnada fu scoperto verso la fine degli anni ’20 dalla Società Anonima Cave di Amianto (in seguito Mineraria Valtellinese) dell’Ing. Grazzani di Milano e fu sfruttato a partire dal 1936. La miniera venne utilizzata per oltre cinquant’anni, fino al 1987, anno in cui ne fu decisa la chiusura per esaurimento del giacimento. Oggi la struttura racchiude un museo articolato in tre parti: le gallerie, il mu-

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seo minerario e quello mineralogico, ed è raggiungibile a piedi in una ventina di minuti lungo un sentiero che attraversa un bosco di larici.

La Miniera della Bagnada è aperta tutto l’anno e può essere visitata anche dalle famiglie. A differenza di molte altre miniere qui le gallerie sono ampie e luminose in quanto le pareti bianche riflettono la luce artificiale rischiarando l’ambiente. Con la vostra guida scoprirete la storia di questo luogo, per anni fulcro della vita della Valle, camminerete tra cunicoli per osservare gli attrezzi del mestiere e la stanza dove veniva conservato l’esplosivo, e conoscerete le caratteristiche del talco, un materiale antico ma molto diffuso nella composizione degli


ITINERARI

oggetti di uso quotidiano. La visita continua nel museo Minerario, che raccoglie numerosi strumenti legati all’attività estrattiva, donati dalle famiglie locali. Informazioni, orari e prezzi La visita è adatta a tutti. I bambini possono partecipare dai 5 anni in su. Per raggiungere l’imbocco della miniera è necessario percorrere un sentiero in salita per circa 20 minuti. La visita dura circa 1 ora e 30 minuti. Per visitare la miniera è necessario indossare scarpe da trekking o scarponcini e vestirsi adeguatamente; all’interno infatti la temperatura è di 7 gradi costante tutto l’anno. Museo della Bagnada Lanzada, Loc. Bagnada, Sondrio

Le visite si effettuano con prenotazione obbligatoria presso: Comune di Lanzada (SO): tel. +39 0342 453243 Consorzio Turistico Sondrio e Valmalenco: tel. +39 0342 451150. Il biglietto di ingresso comprensivo di visita guidata costa 11€ (ridotto 8€ dai 5 ai 12 anni e over 65)

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RIDIAMOCI SOPRA

LA VISITA DEI SUOCERI Un ragazzo deve andare a conoscere i suoceri dato che e’senza un soldo dice ad un cugino: “ Vieni con me, ogni domanda che fa mio suocero tu esagera cosi’poi me la fa sposare. Il suocero chiede: Hai una macchina? Il cugino risponde: Una macchina, questo ha una concessionaria al posto del garage. Il suocero chiede: Hai una casa? Il cugino risponde: Una casa, ne ha dieci una più grande dell’altra. Il suocero chiede: Hai un lavoro? Il cugino risponde: un lavoro, e’il più ricco del paese. Il fidanzato fa un colpo di tosse il suocero chiede: hai mal di gola? Il cugino risponde: mal di gola questo sta per morire! LADRO SFORTUNATO Un ladro vuole derubare un signore ma nell’aprire il portafoglio dice: “Ma come hai solo 10 euro?” Il signore risponde: “Ma sono le 10 di sera potevi passare prima, io ho appena accompagnato la mia ragazza a casa lei ha fatto prima di te mi ha prosciugato tutto!” AMICI ASSESSORI Due grandi amici studiavano insieme all’università. Dopo aver terminato gli studi trovano entrambi lavoro come assessori ai trasporti, ma in due comuni diversi. Dopo qualche anno uno decide di invitare l’altro a casa sua. Quando l’invitato arriva vede una villa immensa, con un giardino bellissimo con intorno animali esotici che passeggiano qua e là, poi vede che il suo amico ha 5 macchine sportive una più costosa dell’altra, e così via. Allora l’ospite stupito chiede al padrone di casa: “Ma come hai fatto a diventare così ricco in così poco tempo, mentre io sono poco più di un poveraccio?” Al che il suo amico riccone gli ribatte: “Come sai bene sono l’assessore ai trasporti in questo comune” E l’altro: “E allora? Anch’io sono un assessore...” 36 www.newentry.eu

“Sì, ma vedi quella strada lì in fondo?” “Sì!” “Vedi, è bastato farla un po’ più stretta e usare materiali un po’ più scadenti...” Allora il suo amico più povero risponde: “Ah, adesso ho capito tutto!!!”. Dopo qualche anno, quest’ultimo decide di invitare il suo amico ricco a casa. Quando questo arriva a casa dell’amico una volta povero, vede un supercastello, con i giardini pensili, immensi boschi, centinaia di servitori, un enorme parco macchine, un jet privato ed un elicottero, allora stupefatto chiede al suo amico prima povero come abbia fatto a diventare così sfacciatamente ricco. Al che il suo amico gli risponde: “Come sai anch’io sono l’assessore ai trasporti” “E allora?”, risponde il primo ancora sotto shock per quello visto “E allora, vedi quell’autostrada lì in fondo?” “No!” “Appunto!!!” OTTIMISMO Un tizio è da sempre un irriducibile ottimista, qualsiasi cosa accada lui esclama sempre ‘poteva andare peggio’. Un bel giorno i suoi amici decidono di fargli uno scherzo e metterlo in condizione di non poter affermare che “poteva andare peggio”. Quindi, riuniti al bar, uno gli dice: “Hai sentito di Mario?”. Lui: “No, che e’ successo?”. L’amico racconta che questo Mario, in tarda mattinata è tornato a casa prima del solito, ha trovato la moglie a letto con un altro, ha perso il controllo ed ha ammazzato l’amante della moglie, poi, disperato, ha ucciso anche la moglie e quindi si è impiccato al lampadario dopo aver incendiato la casa. Il tizio, imperturbabile, esclama: “Beh, poteva anche andare peggio”, “MA COSA DICI !” gridano i suoi amici “come poteva succedere qualcosa peggio di questa grave tragedia!!”. Sempre composto l’ottimista dice: “Se Mario fosse rientrato a casa ieri sera, a letto con sua moglie c’ero IO !!!”


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E’ TEMPO DI BON TON di Romina Sirani in collaborazione con Radio Senise Centrale

I consigli di Romina Sirani Romina Sirani, modella, fotomodella e conduttrice radiofonica, esperta di moda e di bon ton, conduce ora il sabato mattina su Radio Senise Centrale il programma E'tempo di Bon Ton. Ph: Damiano Conchieri

IL BON TON AL LAVORO E A SCUOLA Iniziamo con la definizione di “Galateo”: si tratta di un insieme di norme e di comportamentali che ognuno di noi dovrebbe tenere nella vita quotidiana in modo da formare una società che sappia vivere

Ph: Damiano Conchieri 38 www.newentry.eu

con il prossimo rispettandolo ed in grado di trasmettere raffinatezza ed armonia. Sul posto di lavoro passiamo la maggior parte della giornata, quindi essere ben educati è molto importante per il rispetto di colleghi e superiori. Ogni posto di lavoro ha le proprie regole, ma oggi cercherò di raggruppare in macro categorie in modo da soddisfare le esigenze di tutti! Iniziamo dalle buone maniere tra colleghi Prima di tutto è buona norma salutare sempre ed in modo cortese sia all’arrivo che all’uscita del luogo di lavoro. Non disturbare gli altri chiacchierando a voce alta e per un tempo prolungato; la pausa “ caffè” va fatta lontano dai colleghi che stanno lavorando in modo da non infastidirli. Se un collega chiede un favore bisogna cercare di accontentarlo perché potrebbe capitare anche a noi di aver bisogno, quindi essere stati gentili a suo tempo è sicura-


E’ TEMPO DI BON TON di Romina Sirani in collaborazione con Radio Senise Centrale

mente un punto a nostro favore. Ognuno di noi deve rispettare la gerarchia aziendale: è controproducente sia cercare di scavalcare un superiore come cercare di diventarne amico pensando di ottenere dei vantaggi economici e di carriera da questi atteggiamenti opportunisti ed ipocriti. Quando un collega si sposa è buona cosa fare un regalo, quindi scegliere un incaricato che raccoglie i soldi ed acquista il dono che sappiamo possa essere gradito agli sposi. Passiamo ora ai superiori I superiori devono essere gentili e rispettosi verso i loro dipendenti, infatti da come saranno in grado di assumere decisioni e responsabilità dipenderà gran parte della stima dei dipendenti; gli ammonimenti e le correzioni rientrano nel normale svolgimento della mansione dei superiori ma non vanno fatti con supponenza o villania.

Va ricordato che un buon capo è alla base di una buona squadra e che il dipendente sarà il miglior collaboratore se viene trattato con equilibrio e rispetto. Terminiamo con gli insegnanti e direttori A scuola i direttori devono essere cortesi e disponibili con i propri insegnanti ed anche con gli allievi. Gli insegnanti devono essere ovviamente cortesi tra loro a prescindere dalla materia che insegnano e se di ruolo o precari; tutti vanno trattati con rispetto perché ogni materia insegnata richiede impegno ed attenzione ed ognuno ha il diritto di essere stimato in egual modo. Gli insegnanti hanno il dovere di rispondere al saluto degli allievi, sia a scuola che fuori dall’ambiente scolastico; ricordiamo che sono degli educatori e come tali sono da esempio per l’educazione dei bambini e ragazzi che rappresentano il nostro futuro.

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TOP GAMES 2018

TRILOGIA TOMB RAIDER 2013-2018 Ciao a tutti, sono sempre io, Paolo Russo di Top Games. In questo numero parliamo della nuova trilogia di Tomb Raider, cioè gli ultimi tre capitoli sviluppati dalla Square Enix. La storia ripercorre le origini di Lara Croft e le sue prime avventure da esploratrice, in quanto non ancora cacciatrice di tesori come si vedeva nei vecchi giochi. In Tomb Raider (2013), primo capitolo della trilogia, vedremo la prima avventura di Lara Croft che si è imbarcata sulla nave Endurance capeggiata dal

suo mentore Conrad Roth per andare su un’isola sperduta. Essa si trova nel triangolo del drago che faceva parte dell’impero Yamatai e Lara va alla ricerca della regina Himiko; in questa avventura Lara è ancora inesperta, non è la fredda assassina dei titoli storici della serie. Proprio in questa avventura per difendersi uccide per la prima volta una persona. Nel secondo capitolo, Rise of The Tomb Raider, Lara è sulle tracce di un misterioso profeta immortale di Costantinopoli e della Sorgente Divina, un antico manufatto che secondo la leggenda darebbe l’immortalità a chi ne fa uso. Lara

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è inseguita dalla Trinità, un’antica confraternita di cavalieri poi convertita in organizzazione paramilitare che vuole conquistare il mondo. Lara andrà in Siberia alla ricerca di Kitez, la città fondata dal misterioso profeta. Nel terzo ed ultimo capitolo Lara dovrà sventare niente meno che la fine del mondo e il capo della Trinità; questa volta andrà in Perù e in Messico alla ricerca di un potente pugnale divino che si rivelerà essere una chiave che tiene sigillato il dio della distruzione e della creazione Maya. La grafica bella e realistica, i paesaggi ricreati alla perfezione e la trama avvincente e ricca di colpi di scena fanno di questa trilogia un vero capolavoro. Se siete appassionati di giochi d’azione e avventura vi consiglio di giocarvi questa splendida trilogia che vi terrà per ore incollati davanti allo schermo. Tutti e tre i giochi di questa trilogia sono disponibili per PC, PS3, PS4, XBOX ONE, XBOX 360. La trilogia è consigliato ai maggiori di 18 anni. Per questo numero è tutto, alla prossima da Paolo Russo.


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“Galaverna”

Lenta e silente nata nell’oscuro tempo quando la bruma nasconde ogni raggio di luce ed ogni rumor di vita è lontano. Alberi spogli protesi al cielo e alla terra ha coperto di traslucido pizzo tramando con bianchi cristalli ogni cosa Galaverna gelido alito della notte, ricamo che incanta e richiama dal luogo segreto memorie bambine. Tutto resta immobile nella paziente attesa del disgelo. Rosa Leone

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nessun modo gestione diretta da parte dell’Editore. La pubblicazione è gratuita salvo per vendita e affitti di immobili, auto e moto e rubrica Incontri. In questo caso il costo è di € 30,00 per 4 uscite. Il pagamente deve essere effetturato tramite bonifico bancario a: New Entry - Banca Credito Bergamasco - Filiale Brembate di Sopra -

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RIFLESSIONI

Dopo la morte della figlia spostano lo specchio della sua camera da letto. Quello che trovano dietro li ha sconvolti.

La piccola Athena aveva 12 anni quando le fu diagnosticato un cancro osseo. La sua vita si è trasformata in una serie di operazioni, procedure chirurgiche e cicli di radiazioni e chemioterapia. Il 28 maggio, Athena è scomparsa. Aveva 13 anni. Athena ha lasciato nel dolore la madre Caroline, suo padre Dean, sei sorelle e tre fratelli. Tutta la famiglia vive a Leicester, in Inghilterra. Anche mentre Athena era in ospedale, si è assicurata che si sia mantenuta in armonia la sua famiglia. Le ha anche ricordato che dovevano mangiare e sorridere. Giorni dopo la sua morte, Caroline e Dean dovettero affrontare il compito di pulire la sua camera da letto. Fu allora che spostarono lo specchio a tutta lunghezza e trovarono il messaggio di 3000 parole. Dopo esserle stato diagnosticato un cancro, Athena aveva scritto un messaggio segreto alla sua famiglia. Secondo le sue parole, Athena ha descritto l’amore e che significasse a lei, il senso 46 www.newentry.eu

della felicità e l’importanza di vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo. Questo è il messaggio di Athena: “La felicità dipende da noi stessi. Forse non si tratta del fine felice, forse si tratta della storia. Lo scopo della vita è avere uno scopo. La differenza tra ordinaria e straordinaria è che sottile. La felicità è una direzione che non ha una destinazione. Grazie di esistere. Essere felici, essere liberi, credere, restare per sempre giovani. Conosci il mio nome, non la mia storia. Hai sentito quello che ho fatto, ma non quello che ho passato. L’amore è come il vetro, sembra così bello ma è facile da rompere. L’amore è raro, la vita è strana, niente dura e la gente cambia. Ogni giorno è speciale, fa in modo di sfruttarlo al meglio, è possibile che la vita finisca domani, quindi sfrutta al meglio ogni giorno. La vita è solo male se fai del male. Se qualcuno ti ama, allora non ti lasciano scivolare


RIFLESSIONI

da solo, non importa quanto sia difficile la situazione. Ricorda che la vita è piena di alti e bassi. Non rinunciare mai a qualcosa senza pensarci. Voglio essere una ragazza che ti fa vivere al meglio i tuoi giorni cattivi e quella che ti fa dire “la mia vita è cambiata da quando l’ho conosciuta”. L’amore non è quanto tu dici “ti amo”, è quanto dimostri che è vero. L’amore è come il vento, si può sentire, ma non si può vedere. Sto aspettando di innamorarmi di qualcuno che possa aprire il mio cuore. L’amore non è su chi vedrai trascorrere il tuo futuro, è su chi non puoi vedere trascorrere la tua vita senza… La vita è un gioco per tutti, ma l’amore è il premio. Solo io posso giudicare me stessa. A volte l’amore fa male. Ora sto combattendo me stessa. Baby Io posso sentire il tuo dolore. I sogni sono la mia realtà. Fa male, ma va bene, sono abituata a questo. Non essere troppo veloce per giudicarmi, vedrai solo quello che scelgo di mostrarti … non sai la

verità. Voglio solo divertirmi e essere felice senza essere giudicata. Questa è la mia vita, non la tua, non ti preoccupare di quello che faccio. La gente ti odia, ti sconfigge, ti spezza, ma cerca di essere forte, è questo che ti rende … te stessa! Non c’è bisogno di piangere perché so che sarai vicino al mio fianco quando ce ne sarà bisogno. “ Amici e altri vicini a Atena lasciarono i messaggi di ricordo e di amore nella casa della famiglia Orchard. E quando Caroline e Dean decisero di condividere il messaggio della figlia con il mondo, mostrando quanto fosse forte, subito è diventato virale. La famiglia manterrà per sempre lo specchio. E ogni volta che lo leggono, si sentono come se la loro figlia fosse proprio dietro di loro. Non riesco a immaginare ciò che i suoi genitori hanno provato nel trovare e leggere il messaggio nascosto. Ma quello che posso dire è che si tratta di una bellissima, dolcissima storia .

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L’INTERVISTA

LAURA FREMIOT

DAI SOCIAL ALLA CONQUISTA DELLA TV

Da Tiki Taka (versione remake comico-satirico di Mai Dire Take) a Guess My Age passando per una infinità di collaborazioni culminate con la partnership stretta con Yamamay. La storia di Laura Fremiot è quella di una ragazza “semplice” che ha saputo farsi strada sui social a suon di idee, provocazioni, sorrisi e outfit mai scontati. Oggi, con una platea di followers che viaggia verso i 70.000, le sue foto raccolgono migliaia di likes e commenti. Un successo che l’ha portata dritta dritta in tv al fianco di Max Giusti e Ciccio Graziani, presentandola ufficialmente all’Italia intera come una delle influencer del fashion più seguite del momento. D’altronde, curve e fisico da sballo non passano inosservati. Il resto lo fa la sua semplicità. Alla faccia dell’apparenza, Laura Fremiot è una di quelle ragazze che rifiuta a priori il compromesso, che ha posto al centro i valori trasmessi dalla famiglia e le amicizie sane nate quando era “nessuno”. Eppure, il futuro sta dalla sua parte. Oltre alla tv, Instagram le ha spalancato le porte di collaborazioni prestigiose con negozi di Milano e hinterland fra cui parrucchieri, palestre, pizzerie, profumerie, terrazze di lusso 48 www.newentry.eu

e via discorrendo. Un lungo elenco destinato a proseguire. A soli 26 anni, il salto verso il mondo dello spettacolo è compiuto. I piedi, però, rimangono ben saldi a terra. Al mattino la sveglia suona presto: destinazione, il bar di una scuola superiore in cui lavora fino all’ora di pranzo. Poi, nel pomeriggio, c’è tutto il tempo per mettersi al telefono e “lavorare” con la propria immagine. “Sono drogata di Instagram – racconta - purtroppo o per fortuna nelle cose che mi piacciono non conosco limiti. Mi reputo una bella ragazza, simpatica e alla mano. Penso che le aziende si rivolgano a me per sponsorizzare i loro articoli proprio per questo motivo”. Eppure, non hai lasciato un lavoro “tradizionale” per puntare sui social. Si può vivere di questo lavoro associandolo ad un lavoro più concreto. Detto questo, mi piacerebbe farlo diventare il mio lavoro principale, ma serve avere tantissime conoscenze è anche un pizzico di fortuna. Da quando ho lavorato in televisione, ho partecipato a Tiki taka su Mai dire talk per Mediaset con Max Giusti e mi avrete vista a Guess my age con Enrico Papi. Due momenti che mi hanno dato molta visi-


L’INTERVISTA

bilità, fondamentale per proseguire nella mia carriera social… Tutto nasce con la fotografia. Mi è sempre piaciuto fare le foto: da piccola, fotografavo qualunque cane mi passasse vicino! Alla fotografia devo dire grazie perché mi ha fatto scoprire questo mondo di Instagram a cui sinceramente non riuscirei più a rinunciare. Sui social dai molto spazio all’apparenza. Come sei nel quotidiano? Mi piace molto mischiare il mio lato un po’ “tamarro” con la mia femminilità. Diciamo che il mio abbigliamento non passa inosservato. Amo i jeans stretti, i pantacollant, i tacchi, le maglie scollate. Non ho mai cose semplici. Sono molto appariscente. Così anche al mare, ho solo brasiliane e costumi particolari. Ovviamente bellissimi… Caratterialmente, chi è Laura Fremiot? Ho tanti pregi ma anche tantissimi difetti. Alla fine, esce sempre il lato “vero” di me. Penso di essere una persona buona e di cuore, sincera,

vera, con chi voglio bene sono trasparente e questa è la cosa che più amo di me. I miei difetti li farei dire a chi ha a che fare con me... So di essere testarda, permalosa, possessiva. Le mie passioni sono i viaggi, vedere posti nuovi, persone... mi perdo a guardare i tramonti al mare. Amo le piccole cose. Ma la mia passione più grande è per il cibo, in particolare i dolci e il sushi! Anche se non si direbbe, in inverno adoro stare sotto il piumone… Come sei in amore? Penso di avere un carattere forte, motivo per cui mi scontro spesso con le persone. Sono consapevole del fatto che non sia facile starmi vicino, in una relazione pretendo tanto ma so dare tantissimo. Sono premurosa, sto sempre attenta a quello di cui ha bisogno l’altra persona, non do mai niente per scontato. Sono innamorata dell’amore, sogno sempre un amore come quello dei film, amo chi mi dimostra di tenerci a me, con piccoli e grandi gesti. I miei genitori stanno insieme da quando hanno 16 anni, quindi ho un’immagine di una famiglia forte ed unita! Cosa puoi svelare della tua vita privata? Il mio desiderio più grande rimane quello di www.newentry.eu 49


L’INTERVISTA

al mio futuro uomo che sarà davvero fortunato ad avermi al suo fianco. Tu sui social sei famosa. La tua dolce metà… te la aspetti famosa? Di una persona mi interessa tanto chi è, non ciò che fa. Non potrei mai stare con una persona che non amo solo perché è ricca. Preferisco “povera ma felice” che ricca ed infelice. Devo guardarlo in faccia ed essere pazza di lui, indipendentemente dal suo lavoro, poco conta per me se fa lo spazzaneve o il calciatore.

trovare un uomo che abbia un grande valore per la famiglia, che sia sempre dalla mia parte ma che sappia anche tenermi. La mia paura più grande è immaginarmi con un uomo che non sia degno di essere chiamato così, ho il terrore nel pensare che un domani la mia famiglia venga distrutta. Sarebbe il mio fallimento più grande e non potrei mai accettarlo. Non dico se sono fidanzata o meno, ma voglio dire

Pensiamo al futuro lavorativo: dove ti vedi? Tra 10 anni spero di aver realizzato qualche sogno nel campo dello spettacolo. Mi piacerebbe continuare a lavorare in televisione o anche semplicemente a fare la modella; se tutto ciò dovesse finire, nessun problema. Ho un lavoro che mi rende indipendente, non devo mai stare a mano tesa. Fra dieci anni poi… fatemelo dire: il mio sogno più grande resta una bellissima famiglia. CONTATTI SOCIAL @laurafremiot

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OROSCOPO dal 23 Febbraio al 09 Marzo 2019

ARIETE - 21/03-20/04

TORO - 21/04-20/05

GEMELLI - 21/05-21/06

Avrete fiuto per gli affari, sesto senso e una prontezza di riflessi da far paura; con queste doti farete centro senza troppo sforzo. Premiatevi con un acquisto al quale pensate da tempo. In amore siete molto convincenti.

In ufficio dovete rimboccarvi le maniche e darvi parecchio da fare; superate egregiamente la prova, ma vi portate a casa lo stress e urlate contro chiunque ha il coraggio di avvicinarvi. Straparlate anche con il partner che subisce non poco.

La parlantina che avete senza limiti e a chetarvi non ci pensate proprio; userete tutti i mezzi di comunicazione a vostra disposizione stressando e trascurando il partner che fa le sue rimostranze. Farete gli offesi e anche un po’ gelosi.

CANCRO 22/06-22/07

LEONE - 23/07-23/08

VERGINE - 24/08-22/09

Al lavoro occorrono organizzazione e precisione mentre voi avete la testa sulle nuvole. Fate attenzione a come gestite le vostre finanze. Se siete single e in vacanza, tante emozioni, momenti di coccole e tenerezze.

Travolti da una lunga serie di impegni e questioni da risolvere, correte e vi affannate, ma ne uscite vivi e soddisfatti; pensate anche al vostro benessere e regalatevi un’occasione di relax. In amore chi in coppia farfalleggia rischiando grosso. I single incontrano.

La voglia di fare è sotto zero; sognate sdraio e ombrellone su una spiaggia deserta, ma dovete fare i conti con matasse da sbrogliare e colleghi lagnosi. Chi è single fa incontri con soggetti intriganti ed enigmatici. Per le coppie: chiarite!!!

BILANCIA - 23/09-22/10

SCORPIONE - 23/10-22/11 SAGITTARIO - 23/11-22/12

Fidatevi del vostro sesto senso ed evitate di farvi coinvolgere da colleghi che non vi convincono; avete un intuito straordinario. Uscite tranquilli con la carta di credito, il conto in banca è sotto controllo. Se siete in coppia evitate discussioni con il partner.

L’atteggiamento da saputelli attira l’antipatia dei colleghi che non vi sopportano e remano contro; limitatevi se potete. Le coppie ritrovano l’intesa con il partner mentre i single perdono la testa. Qualche acciacco per quanto riguarda la salute.

Uno tsunami di imprevisti vi aspetta in ufficio; vi fate travolgere lagnandovi a tutto spiano, rimboccatevi le maniche e fate il possibile. Le spese sono da evitare: niente shopping per oggi. I single hanno l’imbarazzo della scelta; affascinate tutti e i pretendenti aumentano.

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Meglio evitare di straparlare in ufficio; c’è chi potrebbe prendersela scatenando un putiferio. Il momento non eì’ semplice, ma finanziariamente una modesta entrata imprevista alleggerisce la tensione. In amore èmeglio non fare i criticoni. Fatti e non parole.

In ambito professionale realizzerete finalmente i vostri progetti, mentre le finanze si rimpinguano facendovi tirare un sospiro di sollievo. L’amore va a gonfie vele per i single che fanno incontri zucchero e miele, mentre le coppie potrebbero decidere di procreare.

Rompete gli schemi e buttatevi; in ambito professionale potrete realizzare facilmente i vostri progetti. Le finanze sono instabili, ma il conto sopravvive e vi barcamenate. In amore le coppie passeranno una bellissima serata tra romaticismo e passione!!!

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Estetica, Benessere & Solarium “La bellezza di una donna non dipende dai vestiti che indossa né dall’aspetto che possiede o dal modo di pettinarsi. La bellezza di una donna si deve percepire dai suoi occhi, perché quella è la porta del suo cuore, il posto nel quale risiede l’amore.” - AUDREY HEPBURN -

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RIFLESSIONI

SE SEI SULLA QUARANTINA... TI SCENDERA' QUALCHE LACRIMA DAGLI OCCHI

Lo scopo di questa missiva é quello di rendere giustizia a una generazione, quella di noi, quelli che vedono la casa acquistata allora dai nostri genitori valere oggi 20 o 30 volte tanto, e che pagheranno la propria fino ai 60 anni (se mai l'avranno). Noi non abbiamo fatto la Guerra, né abbiamo visto lo sbarco sulla luna, non abbiamo vissuto gli anni di piombo, né abbiamo votato il referendum per l'aborto e la nostra memoria storica comincia coi Mondiali di Espana 82. Per non aver vissuto direttamente il '68 ci dicono che non abbiamo ideali, mentre ne sappiamo di politica più di quanto credono e più di quanto sapranno mai i nostri fratelli minori e discendenti. Babbo Natale non sempre ci portava ciò che chiedevamo, però ci sentivamo dire, e lo sentiamo ancora, che abbiamo avuto tutto, nonostante quelli che sono venuti dopo di noi sì che hanno avuto tutto, e nessuno glielo dice. Siamo l'ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a saltare la corda, a giocare a lupo, a un-due-tre-stella, e allo stesso tempo i primi ad aver giocato coi videogiochi, ad essere andati ai parchi di divertimento o aver visto i cartoni animati a colori. Abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di elefante e con la cucitura storta; la nostra prima tuta è stata blu con bande bianche sulle maniche e le nostre prime scarpe da ginnastica di marca le abbiamo avute dopo i 10 anni. Andavamo a scuola quando il 1 novembre era il giorno dei Santi e non Halloween, quando ancora si veniva bocciati, siamo stati gli ultimi a fare la Maturità e i pionieri del 3+2... Siamo stati etichettati come Generazione X e abbiamo dovuto sorbirci Sentieri e i Visitors, Twin Peaks e Beverly Hills (ti piacquero allora, vai a rivederli adesso, vedrai che delusione). 54 www.newentry.eu

Abbiamo pianto per Candy-Candy, ci siamo innamorate dei fratelli di Georgie, abbiamo riso con Spank, ballato con Heather Parisi, cantato con Cristina D'Avena e imparato la mitologia greca con Pollon. Siamo una generazione che ha visto Maradona fare campagne contro la droga. Siamo i primi ad essere entrati nel mondo del lavoro come Co.Co.Co. e quelli per cui non gli costa niente licenziarci. Ci ricordano sempre fatti accaduti prima che nascessimo, come se non avessimo vissuto nessun avvenimento storico. Abbiamo imparato che cos'è il terrorismo, abbiamo visto cadere il muro di Berlino, e Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nella Stanza Ovale; siamo state le più giovani vittime di Cernobyl; quelli della nostra generazione l'hanno fatta la guerra (Kosovo, Afghanistan, Iraq,ecc.); abbiamo gridato NO NATO, fuori le basi dall'Italia, senza sapere molto bene cosa significasse, per poi capirlo di colpo un 11 di settembre. Abbiamo imparato a programmare un videoregistratore prima di chiunque altro, ab-


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biamo giocato a Pac-Man, non piace Bill Gates e credevamo che internet sarebbe stato un mondo libero. Siamo la generazione di Bim Bum Bam, di Clementina-e-il-Piccolo-Mugnaio-Bianco e del Drive-in. Siamo la generazione che andò al cinema a vedere i film di Bud Spencer e Terence Hill. Quelli cresciuti ascoltando gli Europe e Nik Kamen, e gli ultimi a usare dei gettoni del telefono. Ci siamo emozionati con Superman, ET o Alla Ricerca dell'Arca Perduta.. Bevevamo il Billy e mangiavamo le Big Bubble, ma neanche le Hubba Bubba erano male; al supermercato le cassiere ci davano le caramelline di zucchero come resto. Siamo la generazione di Crystal Ball ("con Crystal Ball ci puoi giocare..."), delle sorprese del Mulino Bianco, dei mattoncini Lego a forma di mattoncino, dei Puffi, i Voltrons, Magnum P.I., Holly e Benji, Mimì Ayuara, l'Incredibile Hulk, Poochie, Yattaman, Iridella, He-Man, Lamù,Creamy, Kiss Me Licia, i Barbapapà, i Mini-Pony, le Micro-Machine, Big Jim e la casa di Barbie di cartone ma con l'ascensore. La generazione che ancora si chiede se Mila e Shiro alla fine si sposano. L'ultima generazione a vedere il proprio padre caricare il portapacchi della macchina all'inverosimile per andare in vacanza 15 giorni. Guardandoci indietro è difficile credere che siamo ancora vivi: viaggiavamo in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali e senza air-bag; facevamo viaggi di 10-12 ore e non soffrivamo di sindrome da classe turista. Non avevamo porte con protezioni, armadi o flaconi di medicinali con chiusure a prova di bambino. Andavamo in bicicletta senza casco né protezioni per le ginocchia o i gomiti. Le altalene erano di ferro con gli spigoli vivi e il gioco delle penitenze era bestiale. Non c'erano i cellulari. Andavamo a scuola carichi di libri e quaderni, tutti infilati in una cartella che raramente aveva gli spallacci imbottiti, e tanto meno le rotelle!! Magiavamo dolci e bevevamo bibite, ma non eravamo obesi ,al limite uno era grasso e fine.

Ci attaccavamo alla stessa bottiglia per bere e nessuno si è mai infettato. Ci trasmettevamo solo i pidocchi a scuola, cosa che le nostre madri sistemavamo lavandoci la testa con l'aceto. Non avevamo Playstation, Nintendo 64, videogiochi, 99 canali televisivi, dolby-surround, cellulari, computer e Internet, però ce la spassavamo tirandoci gavettoni e rotolandoci per terra tirando su di tutto; bevevamo l'acqua direttamente dalle fontane dei parchi, acqua non imbottigliata, che bevono anche i cani! E le ragazze si intortavano inseguendole per toccar loro il sedere e giocando al gioco della bottiglia o a quello della verità, non in una chat. Abbiamo avuto libertà, fallimenti, successi e responsabilità e abbiamo imparato a crescere con tutto ciò. Tu sei uno dei nostri? Congratulazioni! Consiglia questo scritto a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di crescere come bambini."

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anni fa 1969 2019

23 FEBBRAIO 1969

Zingara - Bobby Solo Ma che freddo fa - Nada 03 Scende la pioggia - Gianni Morandi 04 Bada bambina - Little Tony 05 La pioggia - Gigliola Cinquetti 06 Zucchero - Rita Pavone 07 Tu sei bella come sei - Mal e i Primitives 08 Un'ora fa - Fausto Leali 09 Un sorriso - Don Backy 10 Zingara - Iva Zanicchi 01

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BOBBY SOLO Bobby Solo, pseudonimo di Roberto Satti (Roma, 18 marzo 1945), è un cantautore, chitarrista e attore italiano. Biografia Nato a Roma in una famiglia originaria del nord-est (la madre di Monfalcone e il padre - pilota di aviazione militare - di Trieste), sin dall'adolescenza si interessa di musica, in particolare di rock'n'roll, diventando un fan di Elvis Presley, artista cui si ispira nello stile e nel modo di cantare. Impara a suonare la chitarra e compone le prime canzoni; all'inizio degli anni sessanta il padre, che lavora per Alitalia, viene trasferito da Fiumicino a Linate e la famiglia si sposta a Milano. Qui Roberto viene notato da Vincenzo Micocci, che gli propone un contratto per la Dischi Ricordi e lo fa debuttare nel 1963 con il primo 45 giri, contenente "Ora che sei già una donna" e "Valeria". Al momento della stipula del primo contratto con la Dischi Ricordi, il padre di Roberto minacciò fuoco e fiamme se il suo cognome fosse finito per fare rock. Il nome "Bobby Solo" è nato per l'incomprensione di una segretaria della casa discografica. Quando il padre, ufficiale dell'aeronautica, si rifiutò di vedere il suo cognome utilizzato per fare rock, Micocci propose di adottare il solo nome 58 www.newentry.eu

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di battesimo, all'inglese: "Bobby, solo Bobby". Lei capì male ed ecco Bobby Solo. Nel 1964 partecipa al Festival di Sanremo cantando in coppia con Frankie Laine il brano "Una lacrima sul viso". La canzone ha il testo di Mogol


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e la musica di Bobby Solo che però non la firma, non essendo ancora iscritto alla Siae, per cui lascia la firma a Lunero (pseudonimo di Iller Pattacini); durante il Festival Bobby Solo ha un improvviso abbassamento di voce che gli impedisce di cantare in diretta; sicché canta in playback, uno dei primi casi, quando al Festival era assolutamente vietato. Laura Efrikian consegna a Bobby Solo il Disco d'Oro per il milione di copie vendute di "Una lacrima sul viso" (maggio 1964). Questo gli impedisce la vittoria a Sanremo (che otterrà l'anno successivo), ma "Una lacrima sul viso" diventa un grande successo. Probabilmente l'esibizione in playback contribuisce notevolmente al successo del brano, tanto che ci furono voci che affermarono che fu tutta una trovata pubblicitaria per promuovere il disco e, allo stesso tempo, avere un audio "perfetto": il successo è non solo in Italia, dove arriva 1° in classifica per 8 settimane, ma in tutta Europa (superando, nelle vendite, la versione di Frankie Laine e ottenendo, in pochi mesi, il disco d'oro per il milione di copie vendute; alla fine ne otterrà addirittura 2, poiché supererà i 2 milioni); ciò spinge la Dischi Ricordi a pubblicare il primo album, Bobby Solo, stampato anche all'estero (per l'occasione "Una lacrima sul viso" viene anche tradotta e cantata in diverse lingue, per esempio Du hast ja Tränen in den Augen in tedesco). Nello stesso anno Bobby debutta nel mondo del cinema con "Una lacrima sul viso", musicarello con Laura Efrikian e Nino Taranto in cui, oltre alla title track, interpreta altre canzoni tratte dal 33 giri. Sempre nel 1964 vince anche la prima edizione del Festivalbar, con Credi a me. Il 1965 gli porta la prima vittoria a Sanremo, con "Se piangi se ridi", eseguita anche dai New Christy Minstrels: è una specie di "risarcimento" per il mancato trionfo dell'anno precedente; la canzone ripete il successo di "Una lacrima sul viso", arrivando in 1° posizione nella classifica dei singoli; nello stesso anno partecipa all'Eurovision Song Contest - tenutosi a Napoli, con lo stesso brano sanremese, classificandosi al 5° posto - e a Un disco per l'estate 1965 - con "Quello sbagliato", canzone scritta da Alberto Testa e Flavio Carraresi, classificandosi al 6° posto, ma al 1° nella classifica di

vendita dei singoli. Torna al festival anche l'anno successivo, con "Questa volta", che ottiene un successo decisamente inferiore; idem con "Per far piangere un uomo" (versione italiana di To make a big man cry di Tom Jones), presentata al Cantagiro 1966. Il successo torna con "Non c'è più niente da fare": pubblicata nel dicembre 1966, entra in classifica l'anno dopo, anche grazie al fatto di essere scelta come sigla della trasmissione "TuttoTotò"; partecipa, con successo, al Cantagiro 1967; il brano sul retro, Serenella, è di Mogol e Carlo Donida (inciso anche dai Dik Dik e da Luigi Tenco, ma pubblicato solo nel 1986). Le vendite di "Non c'è più niente da fare" oscurano quelle del disco successivo, "Canta ragazzina", presentata nuovamente a Sanremo (in coppia con Connie Francis), poi incisa anche da Mina. Tra gli altri suoi successi, da ricordare "San Francisco" (1967), versione italiana dell'omonimo brano cantato da Scott McKenzie; "Siesta" (con cui partecipa al Cantagiro 1968), "Una granita di limone" (1968), "Domenica d'agosto" (1969). Nel 1969 nuova vittoria a Sanremo, abbinato a Iva Zanicchi, con "Zingara", 1° in classifica di vendita, per 2 settimane; nello stesso anno partecipa alla realizzazione del programma televisivo "La filibusta", interpretando un pirata. Nel decennio successivo, pur continuando a incidere, il successo diminuisce, e Bobby Solo decide di aprire gli Studi Chantalain (contrazione del nome dei suoi figli Chantal e Alain), sulla via Aurelia, a Roma, dove, tra gli altri, Roberto Vecchioni incide, nel 1975, l'album Ipertensione (in cui Bobby Solo si occupa dei suoni, firmandosi con il suo vero nome); tra gli altri album registrati nel suo studio, Chiaro, di Loy & Altomare, in cui Bobby Solo canta nei cori della canzone "Sangue freddo". Ritorna al successo nel 1980 con "Gelosia", con cui partecipa al Festival di Sanremo; successo replicato l'anno successivo, con "Non posso perderti" e, nel 1982, con "Tu stai"; la canzone presentata 2 anni dopo, "Ancora ti vorrei", non incontra i favori del pubblico. Negli anni ottanta, insieme a Rosanna Fratello e Little Tony, forma il supergruppo i Ro.Bo.T. (dalle loro iniziali) che riscuote un certo successo, grazie alla partecipaziowww.newentry.eu 59


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ne a una trasmissione televisiva e alla pubblicazione di un album contenente brani presentati al Festival di Sanremo. Bobby Solo ha avuto anche un notevole successo sui mercati tedesco, francese e spagnolo, con versioni in quelle lingue dei suoi successi. Nel 1989 vince, con "Una lacrima sul viso", la trasmissione musicale "C'era una volta il festival". Nel 1992 è interprete, con Rossana Casale, della colonna sonora della versione italiana di Eddy e la banda del sole luminoso (Rock-a-doodle), film animato di Don Bluth. È del 1996 l'album autoprodotto XV° Round. Nel 2003 torna al Festival di Sanremo con "Non si cresce mai", in duetto con l'amico Little Tony; riprende l'attività dal vivo, che continua tuttora, in cui presenta, oltre ai suoi successi, anche molte cover di Elvis Presley, Little Richard, Chuck Berry e altri brani di rock'n'roll, come Be bop a lula, Blue suede shoes, Tutti frutti, Rip it up. Tra il 2001 ed il 2006 registra 5 album con la casa discografica Azzurra Music: That's Amore (2001); Let's Swing (2003); Homemade Johnny Cash (2004); The Songs of John Lee Hooker (2005); Christmas with Bobby Solo (2006). Collabora con i Marta sui tubi cantando nel brano Via Dante, singolo estratto dall'album C'è gente che deve dormire del 2005. Il 10 aprile 2009 esce Easy Jazz Neapolitan Song (Sifare Edizioni Musicali), prodotto dal pianista e arrangiatore Francesco Digilio. Nel 2º semestre 2009 esce un altro suo lavoro discografico, On the Road, CD promozionale che lo vede ritornare al genere Rock and roll, con brani scritti in collaborazione con i bolognesi Andrea Raspolini, Andrea Zappoli e Luca Bongiorni, edito da ARIEL Edizioni Discografiche di Forlì. Nel novembre 2011 esce l'album natalizio Bobby Christmas (Sifare Edizioni Musicali), arrangiato e prodotto da Francesco Digilio. Il 9 settembre 2013 esce in digitale, per l'etichetta ThisPlay Music, il singolo "Una Nuova Lacrima", brano rap, con la prima "partecipazione" discografica del piccolo Ryan. Il 5 ottobre 2013 viene colto da un malore a Città di Castello; ricoverato in condizioni stabili, viene dimesso 2 giorni dopo. Il 14 febbraio 2014 esce Muchacha, un e.p. di 4 tracce, dedicato al mondo della musica da ballo, prodotto ed edito da Montefeltro Edizioni Musicali, più il video-clip del cha cha cha Muchacha. 18 marzo 2015: Meravigliosa vita è il 37° album; celebra i suoi 70 anni di età e 50 di carriera; è pubblicato dalla Clodio Management S.r.l.s.; contiene 13 brani, dei quali 9 inediti (di cui 3 firmati da Mogol) e 4 riletture, in chiave blues, di suoi "classici": Se piangi se ridi, Non c'è più niente da fare, Una lacrima sul viso e Gelosia. Nel 2016 partecipa a diverse puntate del programma musicale "MilleVoci" di Gianni Turco dove esegue successi sempreverdi, rivisitazioni, alcuni inediti. Nel 2017 pubblica Russian Ladies, cantata insieme a George Aaron. Vita privata Nel dicembre 1967 sposa Sophie Teckel, ballerina francese. La coppia ebbe 60 www.newentry.eu

3 figli: Alain (1968), Chantal (1971), Muriel (1975). La coppia divorziò nel 1991, evento dopo il quale Bobby riconobbe la figlia Veronica (1990), avuta da una relazione con Mimma Foti. Successivamente sposa Tracy Quade, hostess di origini coreano-statunitensi e si sposta negli Stati Uniti. Con Tracy, Bobby ha avuto un 5° figlio, Ryan (2013). Spot televisivi Nel 2006 canta il jingle di un famoso spot pubblicitario televisivo, nel quale si promuove un numero telefonico a pagamento per le informazioni. Il jingle è "La canzone del Pelotto" un riarrangiamento di "King of the road" di Roger Miller, interpretato con Mary Montesano; il coro dei bambini è quello dei Piccoli Cantori di Milano. Nel febbraio 2010 interpreta se stesso nello spot Nike Write the Future, cantando una canzone al capitano della nazionale di calcio Fabio Cannavaro. Nel 2017 Bobby Solo interpreta se stesso con un cameo nello spot di Optima Italia S.p.A.

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8 MARZO: AUGURI A TUTTE LE DONNE

Moltissimi i proverbi e le definizioni riguardanti le donne: da quelli che ne esaltano la bellezza il fascino, il senso materno; a quelli dispregiativi e un po’ cattivi sull’età, su difetti fisici o caratteriali. Il dialetto, come sempre, non ha mai mancato di fantasia, anzi, ha sempre avuto espressioni davvero esilaranti e acute, sia in positivo che in negativo. In anni in cui la festa della donna era meno pubblicizzata, le donne erano comunque uno degli argomenti preferiti del parlare comune. Tra di loro ( a bottega, al fosso o in strada facendo filòs), per pettegolezzi, invidie, ma per fortuna anche per vivere amicizie sincere e sostenersi moralmente a vicenda, condividendo le difficoltà quotidiane familiari. Tra uomini all’osteria o sul lavoro, con complimenti o critiche, battute gentili o lamentose, spesso piccanti per vantarsi delle loro prestazioni più o meno vere o per rimarcare purtroppo la loro superiorità. In poche incisive parole, molti detti dialettali esprimono verità senza tempo, alcuni ormai in disuso, altri ancora attuali, evidenziano il grande cambiamento di ruoli di noi donne nel volgere di pochi decenni. Bello comunque rispolverarli, per mantenere vive le nostre radici, imparando la genuinità di sentimenti, spesso per pudore non espressi a voce, ma confermati nel concreto, così come il coraggio di dire a quattrocchi anche commenti spiacevoli.“Magra come ‘na cavra”, essere magra come una capra era valutato un difetto, perché i canoni di bellezza preferivano donne un po’ più in carne; “Bèla come ‘l cül de 54 www.newentry.eu

la padèla”,detto di donna giovane, ma poco bella; “Giògera”o “Gioàna” donna che si abbandona ai piaceri della carne e ai divertimenti; “Santarilìna”o “Braza morta” finta brava ragazza” “Sói bèla, sói bröta, söi mé sopèi g’ha stó töta” simpatico modo autoironico per anticipare eventuali critiche sull’aspetto fisico; “Ècia pöta”, vecchia zitella; “Galina ècia la fa bù brö”, come la vecchia gallina, la donna anziana è ancora “saporita”; “Scomarùna”, vanitosa; “Fanfarùna”, spaccona; “Befana”, brutta fisicamente ma anche antipatica; “Bènola”, molto svelta; “Bröta bétonega” brutta pettegola; “Stangùna”, molto alta; “Caalùna”, alta e con le gambe molto lunghe; Fürtünada la spuza che la prima l’è ‘na tuza”, fortunata la sposa che per prima ha una figlia;”’na bèla buchina la maja sólcc, bèstie e cascina”, una bella donna rovina l’uomo; “La belèssa de la fónna l’è nei öcc dei òm”, la bellezza della donna è negli occhi degli uomini; “La braga la pöl mia se la sotana la öl mia”, l’uomo non fa nulla se la donna non vuole; “Fónna: che la piàzes, che la tàzes e che ‘n casa la stàghes”, la donna: che piaccia, che taccia e che stia in casa; “La fónna granda l’è ossiuza, chèla péssèna l’è malissiuza, chèla bèla l’è vanituza e chèla bröta l’è fastidiuza” , la donna alta è oziosa, quella piccola è maliziosa, quella bella è vanitosa e quella brutta è fastidiosa. Insomma ce n’è proprio per tutte! Ornella Olfi


SEMI DI CONSAPEVOLEZZA

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Implantologia e chirurgia orale Approfondimenti a pag.2

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