New Entry, il Giornale della Gente - Edizione di Brescia del 25 Luglio 2019

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Anno 25 - N°11 del 24/07/2019- www.newentry.eu - brescia@newentry.eu - Pubblicità: Gianluca Boffetti 347.73.52.863 BS - MN - CR GRATUITO

Pag.04 Quel rispetto per nessuno Pag.08 L'angolo della paura Pag.12 "Capitano della mia anima - Spagnoletti Pag.16 Sagra di San Rocco a Isorella

Pag. 29 Associazione Alcolisti Anonimi Pag. 31 Inserto staccabile PETER PAN Pag. 42 Mezzane di Calvisano: una panchina rossa Pag. 60 Agosto 1967

RIFLESSIONI

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Il Giornale della Gente

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Poliambulatori San Flaviano GLI SPECIALISTI DEL SORRISO DA OLTRE TRENT'ANNI I poliambulatori sono nati da un insieme di idee con una concezione innovativa che si discosta dal classico ambiente medico. Sono caratterizzati da un’accurata selezione di profumi, musica, colori con personale gentile e qualificato al fine di creare un ambiente accogliente rendendo l’attesa e la permanenza piacevoli e tranquille, eliminando ansie e paure. Ora possiamo dire: da noi è piacevole anche dal dentista! I Poliambulatori San Flaviano sono stati creati dal Dottor Angelo Ziletti, medico chirurgo odontoiatra, rispecchiando un’innovativa concezione di struttura medica basata sulla nuova filosofia della medicina al servizio del paziente, altamente specialistica, flessibile e tecnologicamente avanzata. Il Dottor Ziletti, che esercita la professione da oltre 30 anni, ha scelto i migliori medici per ogni specialità permettendo così di soddisfare tutte le necessità medico specialistiche del territorio. Il reparto più importante è quello odontoiatrico, che occupa la maggior parte della struttura,

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dotata delle migliori attrezzature per la diagnosi e la cura delle malattie della bocca e dei denti. Gli obiettivi di questo reparto sono la prevenzione e l’educazione all’igiene dentale. Grazie a materiali certificati di altissima qualità e all’avanguardia, si eseguono check-up completi e si studiano soluzioni personalizzate per ogni esigenza. La prima visita e i controlli periodici sono gratuiti e, se necessario, anche la radiografia panoramica. Inoltre per le cure mediche si possono effettuare i pagamenti personalizzati e anche finanziamenti a tasso 0%, il tutto secondo le esigenze del paziente. Si effettuano servizi di prevenzione ed igiene, tecniche di sbiancamento, odontoiatria estetica, conservativa,protesi fisse e mobili ecc. Il servizio di ortodonzia è stato potenziato perché la cura delle malocclusioni garantisce una postura corretta prevenendo mal di schiena e mal di testa. La prima visita ortodontica e posturale è approfondita grazie all’ausilio di strumenti specifici quali lo scogliosometro. La cura è possibile con metodi innovativi come apparecchi ortodontici invisibili e per tutte le età. E’ stata sviluppata una sezione chirurgica che, con le migliori attrezzature e l’esperienza trentennale del Dottor Ziletti e della sua equipe, permette di affrontare tutte le malattie chirurgiche del


SPECIALE

cavo orale. Questo rende possibile effettuare impianti certificati, anche a carico immediato e con chirurgia guidata. Presso la nostra struttura abbiamo anche a disposizione il laser odontoiatrico per la cura dei denti e delle gengive. Per la cura dei dentini dei bambini abbiamo creato un ampio spazio ben organizzato affinché si possa insegnare anche ai più piccoli l’importanza dell’igiene dentale ma anche la prevenzione e la cura dei loro dentini, tutto con attività ludiche. Ma per avere una bocca sana e un bel sorriso non basta la cura quotidiana, servono le visite periodiche di controllo e questo è importante impararlo fin da piccoli affinché diventi un’abitudine. Secondo le linee guida del Ministero della Salute la carie dentale è una malattia infettiva reversibile e soprattutto assolutamente prevedibile, eppure continua ad essere la singola malattia cronica più comune dell’infanzia. Per questo è stato creato un programma al fine di garantire una risoluzione definitiva della carie dentale e delle altre patologie della bocca. Il primo controllo è consigliato intorno ai 3-4 anni. La cura del cavo orale del bambino inizia già in gravidanza. Questo perché la scienza ha constatato che il cavo orale di un neonato al momento della nascita è

sterile, ma dopo pochi giorni possiede gli stessi germi della mamma. Quindi, il reparto odontoiatrico dei Poliambulatori S. Flaviano, ha avviato un programma di prevenzione per le donne in gravidanza, così che al momento del parto il cavo orale della donna sia in condizioni ottime, il tutto col 30% di sconto. Solitamente si pensa sia corretto iniziare la cura e l’igiene orale del bambino con la crescita dei denti da latte, in realtà è bene cominciare già dalle prime poppate; questo permette di mantenere il suo cavo orale in uno stato fisiologico normale prevenendo quindi quelle malattie che lo colpiscono. I Poliambulatori San Flaviano organizzano corsi dove un medico specialista segue passo passo la mamma al fine di farle acquisire una corretta manualità per l’igiene orale del bambino. Siamo sempre aperti! POLIAMBULATORI SAN FLAVIANO Via Garibaldi 35 25020 Pralboino BS Tel. 030/954.649 www.poliambulatorisanflaviano.it

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EDITORIALE

Quel rispetto per nessuno!

“Abbiamo ancora tempo, forse una generazione per salvare l’ambiente in cui viviamo dai disastrosi effetti della violenza alla quale l’abbiamo sottoposto.” (B. Commoner) In che cosa consiste questa “violenza” a cui abbiamo sottoposto l’ambiente? Gli elementi più evidenti sono l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, distruzione di boschi, di colture, di specie animali, costruzioni di agglomerati urbani a base di cemento e asfalto su grandi aree, scavi irrazionali, eccessivo uso dell’acqua con impoverimento delle falde idriche. Spesso quelle che consideriamo calamità naturali (straripamento dei fiumi, smottamento di terreni,

frane, valanghe, ecc...) sono solo conseguenze del nostro mancato rispetto per la natura, poiché il taglio indiscriminato dei boschi, la deviazione dei corsi d’acqua, ecc... pongono le premesse di queste calamità. E tutto ciò è riconducibile al progresso della tecnologia che, troppo spesso, studia rimedi ai mali presenti senza prevedere i danni che tali rimedi possono arrecare all’equilibrio ecologico. Se la tecnologia è la principale responsabile di questo stato di cose, dobbiamo allora desiderare un ritorno alla vita agricolo-artigianale di un tempo per salvarci? Sarebbe purtroppo impensabile, poiché oggi le industrie danno lavoro alla maggior parte degli uomini e offrono quei prodotti di cui non siamo più capaci di fare a meno. Il problema dunque che dovranno studiare gli

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EDITORIALE

scienziati è cercare proprio in quella tecnologia che ha fatto tanti guai, i mezzi per produrre energia inquinando meno l’aria e le acque, per depurare laghi e fiumi, ricostruire foreste, salvare le specie vegetali e animali in pericolo di estinzione... Ma abbiamo poco tempo e questi studi sono lunghissimi, poiché le nostre coscienze sono ancora molto limitate e lo dimostrano coloro che hanno creduto di aver trovato soluzioni tecnologiche e hanno invece prodotto solo danni e causato disastri... Ma ciò che preoccupa di più è la coscienza di quelle persone che, nel loro piccolo, se ne fregano altamente della natura e dell’ambiente, basti osservare la fotografia pubblicata qui a fianco per rendersene conto!!! Sacchi di immondizia lasciati ai bordi dei fiumi, dei laghi, della strada come nulla fosse nell’indifferenza generale delle persone. E' di questo che dobbiamo preoccuparci, come possiamo migliorare l’inquinamento su scala mondiale se noi stessi, nel nostro piccolo, commettiamo ogni giorno queste violenze contro il nostro habitat naturale? Occorre allora una coscienza comune dell’esistenza del problema ed un senso di responsabilità di ognuno di noi partendo già dalla piccole cose... “Per fare del male non serve uccidere, basta gettare un pezzo di carta in un prato” Potrebbe essere uno slogan che racchiude un pensiero molto profondo: secondo me, è dalle piccole cose che possiamo migliorare questo nostro mondo un po’ malandato dove noi uomini, a causa della continua ricerca di benessere e di potere, siamo riusciti a far scomparire le stagioni,

a trasformare l’aria in un miscuglio di sostanze tossiche, ha colorare il mare di nero che odora di morte! E di fronte a tutto ciò c’è ancora chi compie atti come quello ben rappresentato in fotografia.... Ma è la mentalità comune che fa rabbrividire: “Cosa vuoi che siano due sacchi e un po' di plastica ai bordi di una strada a differenza delle fabbriche che inquinano giorno e notte senza che nessuno dice niente?” - qualcuno ha commentato... Questa affermazione può essere anche vera ma non per questo noi abbiamo il compito di peggiorare la situazione; dobbiamo essere in grado di dare il buon esempio a chiunque e a chi soprattutto verrà dopo di noi. Affinché non ci sarà una controtendenza forte, una coscienza, una mentalità nuova, tesa a impegnarci in prima persona sui problemi dell’ecologia, sarà sempre più difficile se non impossibile recuperare l’ambiente perduto... Un impegno questo che deve essere accompagnato anche da una certa educazione, in prima linea dai genitori ma anche dalle scuole dove continuano ad insegnarci e ad imbottirci di nozioni su come è costituito l’ambiente e la natura quando poi non siamo in grado di rispettarla e custodirla! Gianluca Boffetti

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Ed è Poesia

“Incantevole sorriso”

Delle volte ho impressione di vivere in un mondo di vetro e di cartone, tutto può essere spezzato, infangato, amicizie, affetti, promesse e le vite stesse. Rimangono soltanto le ghigne maligne di conti e interessi. Rimane anche un peso schiacciante che tenta di trasformare l’uomo in serpente per farlo strisciare. Ma tu, uomo, sei creato per camminare e per volare! Tu non lasciarti diventare giocattolo del male, se hai gambe spezzate apri le ali e prova a volare! Dara Naumova

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“Frantumi”

... da un mucchio di frantumi d'una scultura di tessere d'un mosaico caduta a terra, anche se solamente una volta tutti credono che ora mai non ci sia piú niente da fare di quel mucchietto di briciole di tessere di mosaico ora mai andato in frantumi; lá in mezzo alla stanza per terra, viste così erano proprio insignificanti... ma io dico agli altri che si sbagliano infinitamente perché se liberate la passione che sta vivendo lì attorno a voi, tutti voi uniti assieme con molta passione, pazienza, maestria e soprattutto molta, molta Fede, ci si puó riuscire a ricomporla magari con piú luccichii di prima; basta trovare i combinamenti giusti, come un puzzle che attende d'essere composto fino all'ultima tessera... ..brano ideato e scritto da Bezzi Roberto classe 1978 ...*R...


RIFLESSIONI

Anna: e tutto vola... La torrida estate avanza e tu come una danza sollevi il calore, con lo stupore di chi ti guarda. Sorridi, ti muovi come una piuma con gesti armoniosi, quasi a dire... mi innalzo fino al cielo. E splendente come il sole fai una lunga corsa contro il tempo... Quel tempo che si vuol fermare, quasi per ricordare la tua voglia di vivere... E tutto vola, vola come una piuma spinta dal vento, quel vento che non c'era, quel tempo che si fermava... Alzo gli occhi al cielo e vedo un angelo che vola, un angelo che sorride, come solo sapevi fare tu...! Voglio ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi, che come allora tu mi ascolti e ancora sorridi. Abbi cura di splendere e illuminati d'immenso! Ciao stella, brilla per noi. Anna 23.07.2015/ 23.07.2019

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RIFLESSIONI

GRAZIE MAESTRA ATTILIA BETTONI Penso di non aver mai ringraziato abbastanza la mia maestra, Attilia Bettoni, che nel lontano 1980, mi accolse come una figlia insegnandomi l’amore e la passione per la scrittura. Erano tempi quelli di forti immigrazioni; famiglie intere si spostavano alla ricerca di un lavoro che potesse offrire sicurezza e serenità. Erano tempi di grande sviluppo economico; ovunque s’ergevano cantieri, palazzi, fabbriche accoglievano a bracci spalancate nuova manovalanza. Noi fra loro; io piccina, di soli 6 anni; occhi grandi quanto bracieri, tremore diffuso, vogliosa curiosità. Giovane, mia madre, se pur colta da malattia, ancora agile e scattante, ripuliva, riordinava, sistemava con cura il bagaglio. Tutt’attorno crocchi d’infanti rallegravano l’aria condendola di frenesia quieta. Era forte, impregnante, l’odore di latte che aleggiava nell’aria; penetranti i muggiti di vacche che dall’alba al tramonto facevano capolino da ogni dove. Giunse l’autunno, in breve ogni cosa assunse colore e forma diversa; persino gli odori sembrava volessero mischiarsi con il dolce dei grappoli maturi che pendevano generosi nei tanti vigneti sparsi or qua or la. Con il cadere delle foglie l’apertura delle scuole. Mondo nuovo da affrontare, scoprire, digerire, conoscere. Impatto doloroso il primo gesto che ci unì. Lacrime amare coprivano gote; in un angolo me ne stetti per intere mattine, sconsolata, disperata, non accettando aiuto da nessuno tranne che dai miei cugini Giustina e Girolamo ai quali, nella mia lingua, imploravo di poter far ritorno a casa. Era la lingua italiana che non comprendevo, le parole giungevano all’orecchio come dardi dinnanzi ai quali restavo immobile, pietrificata. Mia madre al rientro intensamente mi fissava dritto nel cuore puntando il dito, ammonendo, scuotendo il capo. Ci volle tempo ed ancora tempo prima che abbandonato l’angoletto prediletto mi avvicinai al banco, osai sedere, ascoltare, cercando con tutta l’anima di capire quello che mi veniva chiesto.

Fu Attilia, nel tempo giunsi a chiamarla “mamma” che seppe dolcemente aprire le braccia, accogliermi, poco alla volta introducendomi nel meraviglioso mondo del sapere. Lottai disperatamente, leggevo giorno e notte, ritagliavo sillabe e consonanti dai giornali per formare parole, ascoltavo, assorbivo con avidità.. il sonno mi sorprendeva con il naso infilato in un libro … Diligenza e passione mi portarono in breve tempo ad essere una fra le prime della classe, sempre pronta a lavorare con solerte impegno. Furono di grande aiuto i compagni di classe, mi facevano sentire parte di loro… come dimenticare Michele Tosini, Aberto, Marzia, Giovanna, Michele Assetti, Michael, Andrea Dal Bo, Andrea Bertocchi, Simona,Giustina, Giulia,Gino…. Le stesse mamme erano premurose e cortesi, pronte ad offrire appoggio e supporto. Se oggi ho la capacità di scrivere e di comunicare emozioni, dolori, speranze, tremori lo devo di certo al buon Dio; a mia madre che seppe starmi accanto e sostenermi ed alla carissima maestra Attilia Bettoni che ringrazio di cuore, dal profondo dell’animo. Prima del suono dell’ultima campanella negli ultimi dieci minuti aveva la buona abitudine di leggerci ad alta voce “Il vecchio ed il mare” con una tale delicatezza ed espressività che mi pareva per pochi istanti di andare lontano lontano, di sentire la passione e l’ardire del vecchio pescatore, di perdermi nelle grosse profonde rughe del suo volto per poi ritrovarmi piccina con gli occhi ricolmi di meraviglia... Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste www.newentry.eu 09


Società

L'ANGOLO DELLA PAURA

La ragazzina torna a casa a passi veloci dal centro città sfavillante alla periferia meno illuminata, meno controllata, meno interessata a tutelare lo scambio delle merci e delle persone. Dal marciapiede alla strada da attraversare, dal vicolo stretto allo sterrato per arrivare alla propria abitazione, tutt’intorno negozi chiusi, porte sbarrate, luci inchiodate allo spegnimento, solo un ristorante aperto lasciato alle spalle. Pochi metri ancora, il cassonetto è sempre lì al suo posto, bisogna passargli dietro, improvvisamente una sagoma più nera della tenebra, stagliarsi minacciosa, sbarrare il passo, obbligare all’arresto, con la paura a mordere le viscere, afferrarti il cuore. La giravolta, la fuga a perdifiato, cercando disperatamente un appiglio, una mano amica a trascinarti via dal baratro, è buio, la carreggiata deserta, ma inaspettatamente il miracolo in quel ristoratore ancora aperto, spalancata la porta, catapultarsi dentro, implorare la pietà di un conforto. Dietro l’angolo non c’è più nessuno, la ragazza viene accompagnata a casa, tutto ritorna tranquillo, tranne il rischio di una violenza che poteva fare davvero male a una donna, indifesa, innocente. A fare da sentinella resta qualche parola spesa qua e là, un po’ di apprensione sfogata con gli avventori, i vicini di casa, un paio di righe su un giornale, qualche sottolineatura di circostanza, niente di più e niente di meno per raccontare uno spavento di periferia. Per una sorta di esorcismo al contrario, voltiamo pagina immediatamente, è materia da contenere sottopelle, non farne un dramma, è un episodio che non ha avuto conclusioni drammatiche, occorre passare avanti, pensare ad altro, il sangue scorrerà domani. Ma domani sarà senz’altro un momento a cui dedicare più importanza e attenzione, non ci potrà essere dispendio di banalità scontate del pensare, del dire, del fare, perché una giovane donna: tua figlia, mia sorella, nostra madre, poteva essere depredata di ogni bellezza, per una vita intera umi10 www.newentry.eu

liata e ferita nella propria dignità. Qualcuno accenna a dire che è accaduto in una zona malandata, popolata da molte persone per bene, ma circondata da tribù di reietti, di ultimi rimasti al palo tra bottiglie vuote a azioni compulsive, altri ripetono che si tratta di una parte della città abbandonata all’incuria. Forse occorre osare disturbare ogni giorno all’orecchio più ottuso e concluso. “Qualcuno dice, nessuno dice”, questa è la politica che non educa alla prevenzione, non aiuta a fare spesa pubblica necessaria per una luce in più, una lampadina di riserva, uno sguardo sensibile mai in doveroso eccesso. E’ quartiere abbruttito dal disagio, attraversato dal fantasma di una violenza condensata, contratta e proiettata sulle persone corrose dalla povertà, dalla malattia, dalle solitudini armate. Di fronte a accadimenti così indegnamente miserabili, c’è da chiedersi se si tratta di spinte agite dalla violenza patologica, oppure non sia anche una sorta di violenza sopita, adagiata tra le macerie di una architettura della sopravvivenza, in un ambiente che appare senza più uscita, e allora non può che degenerare. La speranza è che quanto successo ieri non si ripeta, e che qualcuno domani non abbia a ricordare che eravamo stati avvertiti.



L’INTERVISTA

"Capitano della mia anima" di Gianmaria Spagnoletti

In questo numero vi presentiamo uno scrittore esordiente, Gianmaria Spagnoletti di Ghedi (Brescia), che ha voluto dare una testimonianza di vita attraverso il suo primo libro, intitolato "Capitano della mia anima", pubblicato dall'Editrice Massetti Rodella di Roccafranca (BS) e che verrà presentato ufficialmente alla fiera del libro "Librixia" il prossimo autunno. La prima impresa della vita è nascere. La seconda è sopravvivere. Questa è in sintesi la storia di Peter, un “giovane dei nostri tempi” che, appena dopo esser venuto al mondo ha il suo primo “incontro con la morte”: una circostanza fortuita imprime alla sua vita una svolta imprevista che la segnerà per sempre. E Peter si troverà per sempre a fare i conti con un corpo che a fatica gli ubbidisce: non può correre, non può saltare, ogni movimento gli costa uno sforzo incredibile. È un problema, quello del limite fisico, che inizialmente lo abbatte, ma poi diventa la sua sfida, educandone la forza di volontà nella vita, nello sport, nell’amicizia e nell’amore. Senza farsi fermare dagli inevitabili fallimenti, Peter riesce nell’obiettivo di far diventare quell’ostacolo una risorsa che lo rende più forte e determinato persino dei cosiddetti “normali”. Senza curarsi del giudizio degli altri, Peter cerca di trovare il suo limite per superarlo. E riesce a dare un senso anche al suo corpo “storto”, a quell’incidente senza un “perché” che lo ha reso imperfetto. “Non importa quanto sia stretta la porta, quanto impietosa la vita: io sono il padrone del mio destino, io sono il capitano della mia anima” . 12 www.newentry.eu

(Dalla presentazione del libro sul sito dell'Editrice). Abbiamo voluto rivolgere alcune domande all’Autore, che ci ha risposto volentieri. Gianmaria, chi è questo Peter, protagonista del romanzo? Peter è il personaggio a cui ho affidato pensieri e riflessioni in libertà. Sicuramente è un mio alter ego, ma volevo anche che fosse "uno qualunque" per poter raccontare le esperienze della mia vita, ma in modo che qualsiasi lettore possa riconoscersi. Come mai hai deciso di scrivere un libro? Devo premettere che il fatto scatenante di tutte le mie azioni è accaduto il primo giorno della mia vita: per un colpo di sfortuna ho sofferto di un’asfissia nell’incubatrice e questo “incidente” mi ha lasciato con un impedimento fisico che mi ha reso leggermente claudicante. Eppure, contrariamente a quel che si potrebbe pensare, sono riuscito ad avere lo stesso una vita bella, movimentata, intensa. Mi sono messo a scrivere perché da sempre sognavo che avrei scritto almeno un libro; perché ero convinto di avere una bella storia da raccontare; e anche per dare una testimonianza di


L’INTERVISTA

vita. Infatti mi spaventa che si stia affermando una logica "pro-morte" per cui venga ritenuto più conveniente sopprimere il paziente che non curarlo. Non oso pensare cosa succederà se continueremo ad alzare l'asticella delle vite considerate “degne di essere vissute”. Che cosa ti porta a cercare l’avventura nonostante il tuo fisico non ti dia sempre libertà di movimento? In breve ti posso dire che le motivazioni sono queste: mi dà fastidio che la gente comune, nel vedere uno che non cammina normalmente, dica "poverino!". Come se fossi un appestato. Ma in realtà io sto benissimo e non cambierei la mia vita con una diversa o con un corpo più agile. Io sono sempre pronto ad affrontare un volo in aeroplano o una salita in montagna. Anche se purtroppo non mi riesce di arrivare fino in cima, ho bisogno di sapere che nulla mi è precluso finché le forze mi accompagnano e finché non c’è rischio per la vita. Io sento di aver fatto una conquista importante accettando il mio stato e pensando che, nonostante tutto, nulla era impossibile: ho girato mezzo mondo, ho percorso difficili sentieri di montagna, sono stato sugli sci e persino su un aereo da acrobazia. Cose da “scavezzacollo”, insomma. Quello che mi ha aiutato a non abbattermi, a fronte di una prospettiva che non comprendeva una guarigione ma solo dei miglioramenti, sono state alcune cose: le amicizie, la fede, gli amori, il fatto di non tirarmi mai indietro, e inoltre, la coscienza di aver avuto un' infanzia felice accompagnata dall'affetto dei miei genitori e familiari: mai, proprio mai, mi hanno fatto sentire diverso o "sbagliato" per come ero. Poi ho avuto anche tanti esempi di persone che sono peggio di me, che però sapevano e sanno vivere la propria condizione serenamente. Se devo citare dei famosi ti nomino Antonio Guidi, Alex Zanardi o Christopher Nolan, lo scrittore tetraplegico autore di "Sotto

l'occhio dell'orologio". Poi tanti altri meno conosciuti che ho avuto il piacere di incontrare. E in mezzo a tutte le mie avventure e disavventure, c'è sempre stata la ricerca di senso della vita, che significa anche amore per la letteratura e la poesia. Qual è il ricordo più bello che hai voluto inserire nel libro? Ci sono diversi ricordi molto belli: i momenti dell’infanzia passati insieme ai miei genitori e nonni, specialmente quando mio nonno metteva il granturco ad asciugare nell’aia di casa e tutti noi gli davamo una mano a stenderlo in cortile. Quali sono state le maggiori difficoltà nella scrittura del libro? La più grossa difficoltà è stata senza dubbio raccontare di sé, andando a scavare nei ricordi

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L’INTERVISTA

e riportando alla luce fatti che a volte fanno male, o comunque sono personali, e quindi non sono cose che normalmente si raccontano a tutti. Inoltre mi sono impegnato a cercare di rendere la storia avvincente per far rimanere il lettore “incollato” fino all’ultima pagina. Un’altra è stata la “sindrome da pagina bianca”, che puntualmente arriva nel bel mezzo del lavoro, e da cui sono venuto fuori con l’aiuto di qualche amico che ha contribuito con dei consigli preziosi. Infine, quale messaggio vorresti lanciare ai genitori di bambini nelle tue stesse condizioni? Spero di poter dare una speranza! Ai bambini voglio dire: non mollate. E ai loro genitori: amate i vostri figli così come sono. Non preoccupatevi troppo, vedrete che troveranno una strada nella vita anche nelle loro condizioni. A tutti gli altri bisogna dire di non guardarli come

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se avessero la “coda” perché possono insegnare che la felicità o il successo non stanno nella “perfezione” fisica. Presentazione dell’autore Gianmaria Spagnoletti è nato a Brescia nel 1983 e ha sempre vissuto nella Bassa, a Ghedi. Dopo aver conseguito il Diploma di Maturità Scientifica si è laureato in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia. Attualmente lavora come impiegato in una azienda di Travagliato (BS). Segnato nel corpo da un drammatico “incidente di percorso”, tuttavia non si è fatto abbattere e oltre allo studio ha coltivato l’amore per la vita all’aria aperta, in special modo per le camminate in alta montagna e per il volo sportivo. Ama la buona compagnia, ma è a suo agio anche nella solitudine; ha viaggiato in molti Paesi, ma con il cuore sempre indissolubilmente legato alla sua terra. Dopo anni passati fra studio e lavoro ha finalmente realizzato il sogno di scrivere un libro, nella speranza che la sua storia avrebbe dato conforto ad altre persone in una condizione simile alla sua.

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Preparazione ricetta Scaldare una padella antiaderente e oliarla, versare un mestolo di composto di uova e coprire con coperchio per cuocere uniformemente. Girare l’omelette quando sarà quasi cotta per non romperla, aggiungere del crudo e formaggio e chiudere a metà. Gustare con una spruzzata di aceto balsamico. Anna - www.cucinacreare.it

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Ho uno strano animale, metà tartaruga, metà gatto. Di sesso femminile, da anni vive solitaria, rifiutando nettamente ogni compagnia .. tempo fa provammo ad acquistare piccole tartarughe che le potessero tener compagnia ma trovavamo le povere bestiole galleggiare a pancia all’aria. Si decise dunque che sarebbe rimasta in solitudine. Nel tempo alcune uova, tonde, mollicce, hanno fatto capolino nell’acquario; non essendo fecondate destinate

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alla pattumiera. Pur essendo per natura acquatica preferisce starsene fuori dalla vaschetta comodamente stesa al sole, collo taurino proteso verso la luce, zampe divaricate, occhietti socchiusi. Di età veneranda sovrana regna, indiscussa, sul territorio. I due gatti di casa, Gastone e Musciù, con sguardo severo mette a zittire. È comico osservarli al calar del sole quando il trio disteso si gode il tramonto, ciascuno nella propria posizione, precisa e sicura. Avida e ghiotta si nutre delle crocchette degli amici gatti, il grosso collo allunga prendendone una ad una dalla scodella; nella tazza dell’acqua si tuffa a capofitto finendo per rovesciarla. Nulla teme, tutto osa, rapida sfila da una parte all’altra del terrazzo, senza sosta, instancabile. Quando passi sente giungere, miei o delle bambine o di Giorgio, per un istante si sofferma, sembra sappia riconoscere a chi appartengono, poi riprende il pellegrinaggio con rinnovata energia. Spesso l’osservo di nascosto, evitando si accorga della mia presenza. Traspare dalla sua postura energia e vigore, imponente regalità. Sorrido poi pensando a quali strani casi ci riserva la vita, a quante creature, da tempo remoto, di natura umana ed animale, sappiano adattarsi alle condizioni, trovare uno status ottimale, mantenendo intatta la forza generatrice. Ieri pioveva a capofitto, abbondanti goccioloni scendevano copiosi. Lei, Ruga, camminava sotto la pioggia, giuliva, occhietti sbarrati, immobile, si godeva lo spettacolo. Quando poi sono giunti alcuni raggi di sole, stiracchiandosi è rimasta per ore immobile. Un impercettibile movimento dell’occhio tradiva la quiete assoluta. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste


LA PIÌDA Un profilo face book simpaticissimo “ I BRESCIANI MALMUSTUS”, oltre a raccontare battute divertenti, vignette spassosissime, tradizioni locali, ecc.. fa ricordare spesso vecchie parole e detti dialettali che, purtroppo senza accorgercene, stiamo dimenticando, sostituiti da termini e modi di dire italianizzati. Anche su questa pagina virtuale infatti mi rendo conto che molte volte sono in pochi a conoscere il significato esatto di ciò che viene proposto. Una delle ultime parole che ho letto è proprio in disuso e con doppio significato. La “piìda” è una pellicina che si solleva dall’unghia verso il dito. Se invece che tagliarla con un paio di forbicine ben affilate la si toglie con le mani o la si morsica con i denti, si strappa troppo a fondo e sanguina, facendo pure male. Ancor più intraducibile il secondo modo di usarla. Le nostre mamme e nonne, infatti, quando una persona parlava troppo e per troppo tempo “compagn dè ‘na machinèta”, dicevano ”G’ha è gnà la piìda a chèla lé!”, paragonabile all’espressione “G’ha sa süga gnà la salìa èn boca”, come dire che questa persona, pur parlando oltre il normale limite, non si stancava mai, non le procurava nessun male, anzi, neppure nessun fastidio, se non a chi la ascoltava! Motti impossibili da tradurre letteral-

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RIFLESSIONI

mente, ma che rendono perfettamente l’idea del buon senso che le persone più moderate sapevano riconoscere, per questo notavano gli eccessi altrui e li commentavano senza peli sulla lingua! Era più frequente che queste battute venissero rivolte a donne pettegole, talmente impegnate a raccontare e pure inventare dicerie, che si facevano prendere dalla foga e si prolungavano in soliloqui decisamente esagerati! Pur non commentando più con questi detti, di persone che g’ha é mìa la piììda ce ne sono ancora, eccome, da chi abbiamo vicino, a troppi ”esperti” opinionisti in tv, sui giornali e sui social, che parlano senza conoscere davvero l’argomento e senza rispettare le buone regole del rispetto. Ornella Olfi

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L’INTERVISTA

RESY KISHA

ph. Michele Simolo

un'artista a tuttotondo

intervista di Laura Gorini “La vita è un terno al lotto, non sai mai se vinci o perdi. Sarai sempre vincente se segui le strade giuste”. E' una donna determinata, rispettosa e ricca di valori Resy Kisha. Attrice, showgirl, ballerina e pittrice, mette in luce in ogni sua mansione artistica una grandissima passione. Il suo segreto? Pare essere quello di mettere il cuore in tutto ciò che fa. Resy, showgirl, modella, ballerina e pittrice. Che cosa ami in particolare di ogni singola mansione? Come attrice amo ciò che riesco ad esprimere attraverso la recitazione, mentre come showgirl e ballerina amo il contatto con il pubblico. Beh, dipingere è un vero e proprio paradiso dal momento che quando dipingo esprimo al massimo il mio essere. Perché – secondo te – i lavori artistici, o comunque legati all'arte in generale, non sono considerati tali? Che cosa si potrebbe fare a tuo avviso per tutelare gli artisti? Il lavoro artistico non è visto come un lavoro vero e proprio, perché – purtroppo – c'è da fare tan24 www.newentry.eu

ta gavetta prima di vedere i risultati economici e ciò non ti da stabilità. Ma parliamo chiaramente: un artista è speciale e non c'è cosa più bella di svegliarsi la mattina e fare ciò che ti piace, quindi esprimere i tuoi vari talenti ed essere felici. Tu ti senti tale? Io mi sento felice delle mie scelte e sono felicissima della mia piccola carriera: certo, la strada e lunga e dovrò ancora fare molte esperienze. Quando hai capito di esserlo? Io ho capito che essere un'artista non è semplice perché a tua volta non sei ben capito ma poi quando le persone ti vedono all'opera ti senti realizzato; ed è in quel momento che senti di aver preso la giusta strada. Sapete che vi dico? Segui sempre le tue idee e le tue capacità artistiche! Forza, le abbiamo tutti! Credimi, vi daranno molte soddisfazioni. E che cosa significa esserlo oggi? La vita è un terno al lotto, non sai mai se vinci o perdi. Sarai sempre vincente se segui le strade giuste. Poi, certo, ti capiteranno molti treni da prendere e tu prendili e farne tesoro. E poi, mi raccomando, scegli con il cuore la fer-


ph. Michele Simolo

mata giusta. Quanto coraggio ci vuole per trovare la propria strada nella vita in generale e non solo a livello professionale? Purtroppo viviamo in una società molto materialista e stiamo perdendo i veri valori della vita. Il coraggio quindi non basta, a volte. Perché – secondo te – oggigiorno si tende più a sopravvivere che a vivere? Si cerca di sopravvivere e di seguire il branco ma per me la vera vita è la semplicità: per esempio quando respiro il profumo del tramonto mi risveglio poi con più carica. Tuttavia lo so che la vita è dura e che non è per niente facile vivere senza certezze. Ma oggi siamo sovente costretti a vivere alla giornata. Tu sei mamma, credi che i giovani di oggi siano un po' troppo abbandonati a se stessi? I nostri ragazzi non sono stimolati nel giusto senso della vita. Sono troppo liberi e trascorrono troppo tempo sui Social. In pratica si stanno perdendo i valori della famiglia e il rispetto per il prossimo.

L’INTERVISTA Noi genitori dobbiamo avvicinarli maggiormente alla buona lettura e coinvolgerli in gite, visite ai musei e a picnic. Sai, mia madre mi dice sempre che era meglio quando si stava peggio. E sai che ti dico? Che ha pienamente ragione. Da madre, quali sono i valori che cerchi di trasmettere ogni giorno ai tuoi figli? Io dico sempre alle mie figlie che devono studiare e devono farlo non per gli altri, ma per loro stesse: del resto più cose sai nella vita e più facile è la strada. Per il futuro, cerco di far loro capire l'importanza dell'amore e del rispetto per loro stesse e per gli altri, quindi della famiglia. Inoltre mi raccomando sempre di non dimenticare la buona educazione.

ph. Michele Simolo

Per Resy l'Arte, in particolar modo la Pittura, esprime in maniera chiara e lampante l'anima del pittore. Tuttavia sembra che oggigiorno non siano particolarmente numerosi i giovani che si avvicinano alla Pittura, come si può fare in modo che si interessino maggiormente ad essa? "L'Arte è una finestra aperta a tutti, non ci resta dunque che aprirla e far uscire e/o entrare l'artista che è in noi!" Resy Kisha www.newentry.eu 25


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RIFLESSIONI

DIFFICILE MESTIERE QUELLO DEL GENITORE Difficile mestiere quello del genitore, temibile, imprevisto. Richiede cautela, pazienza, amore infinito, passione, dedizione senza confini. Chiama energia, rinnovo di schemi, sistemi; fa ardire parole, accorcia distanze, rinnova gesti. In una società, come quella presente, in cui tutto ha una durata ed una fine, in cui la frenesia prende campo e corpo i dettagli sminuendo forte si fa l’esigenza di porre un limite, di mettere a zittire il caos; di prendere la testa fra le mani, quando il sole di fa rosso scarlatto e la luna da lontananze astratte fa capolino, per meglio sentire, assaporare, soppesare, fare un punto del cammino. Guai a coloro che privi d’umiltà oseranno andare avanti, senza mai voltare lo sguardo, senza mai interrogarsi certi della buona strada intrapresa. Sono spietati i figli: sanno guardare oltre la siepe, intravedere bui densi, odorare tremori e tentennamenti; sanno puntare il dito, affrontare, a squarciagola urlare il proprio sentire. Quando poi è la fragilità, la malattia, la sofferenza a toccare fuori e dentro, sotto e sopra le righe la vita del figlio tutto si fa più complicato; in gioco bisogna mettersi, senza indugio per interamente ridonarsi in nome dell’amore. Nessuna spada è più tagliente del sentire la vita dell’amato impregnata di solitudine e di prove, niente più ferisce, scolpisce, taglia a mezzo. Cammino d’accettazione e di fede sono alla base di una felicità perfetta non fatta certo di gioie notturne, di mode all’ultimo grido, di divertimento sfrenato piuttosto nell’imparare a cogliere bellezza e piacere da ogni piccolo gesto, sussulto, sussurro, gioia inaspettata.

Ad ogni mamma e papà il buon Dio doni la capacità di discernere, di donare a ciascun figlio lo stesso amore ed attenzione, ascolto. Ad ogni mamma e papà di bimbi speciali il buon Dio doni pazienza e forza, sorriso pieno, smisurata passione per la vita affinché la sofferenza non veli, adombri, metta in disparte. Mi piacerebbe pensare che domani al risveglio, sorseggiando un buon caffè, odorando l’aroma dell’aria mattutina, mamme e papà di ogni lingua e colore strettamente il capo prendendo fra le mani, alzando lo sguardo al cielo osassero chiedersi: “ … sono corrette, coerenti, partorite nell’amore, le scelte che sto facendo per mio figlio? …” al proprio Dio affidando anima e corpo, con abbandono fiducioso chinare il grembo fra le braccia di onde in spuma …… Di notte, quando le ombre si fanno dense e scure, nella quiete di stanze scarsamente illuminate m’ interrogo,azzardo, faccio miei progetti remoti e presenti, sogni, passioni .. al risveglio forte li abbraccio, sollevo dal torpore, condisco di pulviscolo dorato … Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

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ASSOCIAZIONE ALCOLISTI ANONIMI

VOGLIO ESSERE SOBRIO Il primo dei dodici Passi del Programma di Alcolisti Anonimi recita che "abbiamo ammesso la nostra impotenza di fronte all'alcol e che le nostre vite erano diventate incontrollabili" ma frequentando le riunioni e dandomi da fare per quel che riesco a capire, il potere ce l'ho. Ho e abbiamo il potere, la potenza, la forza di stare lontano da quel fatidico primo bicchiere. Solo un bicchiere, solo uno alla volta, solo uno dopo l'altro. E non è più "devo non bere", diventa "voglio essere sobrio", perché essere sobrio, significa essere libero, lucido, sereno e potente. Non potente verso l'alcol, certo, ma di fronte alla capacità di affrontare con dignità ciò che la vita mi mette davanti, quello sì. Mi è venuto in mente il racconto di un'amica che ha visto un tizio con una maglietta con su scritto: "l'alcol è nemico dell'uomo. Chi fugge di fronte al nemico è un vigliacco". Ora secondo me un A.A. non è vigliacco per-

ché è circondato da ogni parte dall'alcol che ci tiene sotto tiro come cecchino. Esso è ovunque: nella pubblicità che ci dice che "fresca è meglio", in TV, in un film o nella soap opera in cui il protagonista ha sempre un bicchiere di liquore in mano, o il cosiddetto uomo di scienza che spiega che l'alcol ha delle virtù terapeutiche (e i danni collaterali?). Il Programma di A.A. ci porta alla sconfitta, alla capitolazione, all' accettazione della nostra malattia, alla resa sì davanti al primo bicchiere a cui diciamo ogni 24 ore: per oggi NO! Con affetto a tutti da Giorgio sereno Alcolista Anonimo. Numeri utili Referente provinciale Brescia 334 73 44 880 Numero Verde 800 411 406 Sito web www.alcolistianonimiitalia.it

ANIME NEL VENTO

PENSO E SCRIVO

Cari Bruna e Cesare sono Celeste, mi auguro stiate bene. Tutta la mia famiglia vi vuole molto bene. Vi vorremmo sempre bene per tutta la nostra vita. Vi ricordate di quando venivo a casa vostra a guardare il libro degli animali?

O a giocare con le gomme di Elena e Laura? Oppure di quando facevo spaventare Cesare mentre dormiva e tutti ridevano? Vi abbraccio. Celeste www.newentry.eu 29


RIDIAMOCI SOPRA

LA SCELTA MIGLIORE Cade un aereo in Africa e si salva solamente una bella hostess che rimane impigliata in un ramo di un albero. Arrivano padre e figlio carnivori. Dice il figlio: - Papà, guarda quant’è bella. Ce la mangiamo subito, no? Il padre risponde: - Sta buono e sta calmo figliolo, questa ce la portiamo a casa e ci mangiamo la mamma. IL CAMBIAMENTO Un tale incontra un amico che non vedeva da molto tempo. Dopo averlo salutato gli fa: - Henry, come sei cambiato! Eri tanto alto, e adesso sei così basso! Eri così robusto, e ora sei magrissimo! Eri tanto biondo, e ora sei castano. Cosa ti è successo Henry? L’altro risponde: - Non sono Henry, sono John... - Oh, hai cambiato anche nome! IL PARERE Ci sono due amici che passeggiano in aperta campagna. Ad un certo punto si fermano davanti ad un enorme albero. Il primo dice al secondo: - Stefano... ma secondo te? Quest’albero è maschio o femmina? - Fammici pensare... bhò, non saprei, come si fa a saperlo? - Sinceramente non so come si veda... ehi! Proviamo a chiederlo a quel contadino che sta arrivando. - Scusi! Lei che sicuramente se ne intende, sa se quest’albero è maschio o femmina? Il contadino dopo aver osservato i due uomini rispose senza esitazione: - Maschio... non vede che ci sono due coglioni sotto? AIUTO C’è un tale che sta annegando: 30 www.newentry.eu

- Aiuto, Help, Hilfe, Au securs, Ajuda, Ih... Il bagnino allora: - Faceva prima a imparare a nuotare che imparare tutte quelle lingue! PURA TECNOLOGIA Un bambino dell’era moderna chiede al suo papà: - Papi, ma io come sono nato? E il papà gli risponde: - E va bene, tanto prima o poi ne avremmo dovuto parlare, di questa cosa. Allora, fai attenzione: il papà ha conosciuto la mamma in una chat. Più tardi la mamma e il papà si sono incontrati in un cyber cafè, e nel bagno la mamma voleva fare un paio di download dal joystick del papà. Quando poi il papà era pronto per l’upload, ci siamo accorti improvvisamente che non avevamo installato nessun firewall, purtroppo era già tardi per premere cancel o escape e la finestra “vuoi veramente eseguire l’upload” l’avevamo già disattivata all’inizio sotto opzioni e proprietà. L’antivirus di mamma da tempo non faceva più l’update, e non ha riconosciuto il blaster worm del papà. Così abbiamo premuto il tasto enter e alla mamma si è aperta una finestra con la comunicazione “tempo previsto per il download: 9 mesi”! VITA DA PORCO Il maiale dice al somaro: “Ma che razza di vita fai? Porti pesi tutto il giorno, e se provi a fermarti sono bastonate. Mangi poco e male. Non hai mai un momento di riposo e quanto alle femmine, chissà se ti ricordi come sono fatte! Guarda me invece: mangio tutto quello che voglio, il padrone non mi chiede mai nulla, me ne posso stare sdraiato tutto il giorno e c’è la scrofa sempre disponibile”. Il somaro risponde “Dimmi un po’, tu non sei quello che c’era l’anno scorso, vero?”


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QUESTO E' IL MIO NOME

Rubrica nata agli albori della nostra rivista (ormai 25 anni fa) ideata e curata da Michele Cortinovis, ritrova la sua collocazione all’interno di New Entry non solo grazie alla richiesta dei lettori, ma soprattutto nel ricordo di Michele, prematuramente scomparso, sempre presente nei nostri cuori.

Emma

Il nome Emma è di origine germanica e deriva dal termine Amme che significa letteralmente “lupo” ma viene inteso anche come “nutrice”. La sua diffusione è dovuta anche a Emma di Normandia, regina consorte d’Inghilterra sia come seconda moglie di Etelredo II d’Inghilterra che, in seguito, come seconda moglie di Canuto I di Danimarca. Lo stesso nome venne poi ripreso ripreso nel corso XVIII secolo, forse anche grazie al famoso poema di Matthew Prior dal titolo Henry and Emma. Scopriamo insieme di più su questo nome così bello e richiesto da una lettrice per la sua bambina. SIGNIFICATO Emma è un nome femminile italiano che significa “gentile”, ma anche “forte o potente” (probabilmente come Irmin, dio nordico). Tanto più duro e spigoloso è il nome tanto più dolce e tenero è il cuore-animo delle tantissime donne chiamate Emma. Intelligenza e ingegno s’uniscono allo spirito d’iniziativa… Altri studi ritengono che Emma sia un diminutivo di alcuni nomi che hanno per prefisso il termine Ermen- (come Ermenegilda, Ermengarda) il cui significato è “universale” oppure “totale”. Emma quindi assume lo stesso significato del nome Irma e Kelila con i quali condivide la stessa origine. Altri studi etimologici ricollegano questo nome al termine Imme, il cui significato è “operoso” o “valoroso”. ONOMASTICO Si festeggia il 3 dicembre, ma anche il 19 aprile (Santa Emma di Sassonia), il 13 maggio (Santa Emma vergine), il 27 e il 29 giugno (Santa Emma di Gurk) contessa di Friesach in Austria,

morta il 27 maggio 1045. CURIOSITÀ Chi porta il nome Emma è una persona sensibile che ama le arti come la musica e la poesia. È una persona determinata che non si ferma davanti a nessuna avversità. I suoi ideali sono saldi, ama la famiglia e la casa e le piace cucinare. È molto generosa e altruista, ma con poco senso pratico. Origine: germanica Parola chiave: determinazione Numero portafortuna: 2 Colore: Giallo Pietra Simbolo: Topazio Metallo: Oro Onomastico: 19 aprile Segno zodiacale corrispondente: Bilancia Animale: Cervo Pianta: Tiglio Numero: Nove Micky

Il Giornale della Gente

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L’INTERVISTA

NANCY URZO intervista di Laura Gorini

“Sono una ragazza semplice, umile e sognatrice. Da sempre amo leggere e scrivere, è un modo per me di liberare i sentimenti, le emozioni e i desideri”. E' giovane ma ha già all'attivo la pubblicazione di due intense raccolte poetiche quali Anima Nel Tempo Cuore Narratore e La Carezza Di Un Sogno, un romanzo (Erasmus Di Sangue) particolarmente intenso. Annunziata Urzo, meglio conosciuta come Nancy, sa decisamente il fatto suo a livello letterario. Non per nulla sta già lavorando a nuovi testi che vedranno ben presto la luce. Nancy, con quali parole ti descriveresti e ti presenteresti a chi ancora non ti conosce? Sono una ragazza semplice, umile e sognatrice. Da sempre amo leggere e scrivere, è un modo per me di liberare i sentimenti, le emozioni e desideri. Senza non potrei vivere, per me comunicare attraverso i versi delle poesie o tramite le pagine dei miei romanzi è vitale. In un mondo dove si tende a parlare poco e 36 www.newentry.eu

a nascondersi dietro a uno schermo, come si può – a tuo avviso – comunicare ancora? Purtroppo la società di adesso tende molto a comunicare nascondendosi dietro ad uno schermo, così facendo le persone non riescono più a esprimere e comunicare le proprie sensazioni, risulta tutto molto freddo e automatico. A mio avviso, quando si sente il bisogno di comunicare con il cuore bisognerebbe spegnere lo smartphone e dedicarsi a chi ti fa star bene o ti fa battere il cuore. La lettura e la scrittura possono in qualche maniera aiutarci in tale direzione? Il mondo dei libri è straordinario e la lettura e un mezzo di crescita interiore eccezionale. Ogni storia che leggiamo ci insegna qualcosa sulle emozioni e i sentimenti, senza dimenticare che ti spinge a riflettere su tanti avvenimenti della tua vita. La scrittura è come partire per un viaggio introspettivo, riesce a farti tirare fuori dettagli del tuo essere che magari non avevi ancora scoperto. Credo che questi due mondi possano aiutare


L’INTERVISTA

una società che per noia si imbatte in Social Network che molto spesso ci fa spesso scontrare con realtà irreali e notizie fake. Ma che cosa significa “saper scrivere”? E come si può trovare un proprio stile? Saper scrivere significa essere in grado di comunicare emozioni e sensazioni, fare in modo che il lettore quando legga si senta connesso a te, a ciò che provavi e sentivi mentre scrivevi. Si trova un proprio stile quando ciò che scrivi lo senti tuo, non ti è sconosciuto, senti dentro di te che quelle emozioni sono tue, che ti appartengono. Tu quando hai capito di averlo trovato? Ho capito di averlo trovato quando ciò che scrivevo si univa perfettamente a ciò che pensavo e desideravo in quel momento. Non avevo difficoltà nel rendere un dialogo memorabile. Quella storia man mano che la scrivevo ma la stavo tatuando addosso, sulla mia pelle. A tuo avviso come si può schivare il rischio di copiare altri autori? Per scrivere un romanzo senza rischiare di copiare altri autori bisogna prima informarsi, raccogliere le idee, svilupparle, e se le ambientazioni della tua opera sono reali capire come puoi descriverla al meglio. Abbiamo parlato di stile, ma livello di contenuti, come si può trovare qualcosa di originale da comunicare e da raccontare?

A livello di contenuti in un romanzo bisogna stare attenti in primis ai personaggi, svilupparli bene, il lettore deve riuscire a immaginarselo, stesso discorso per i dialoghi, chi legge deve sentirsi preso dalla situazione. E cosa più importante la trama, non deve annoiare, ci deve essere sempre un po' di suspance, qualche intreccio e colpo di scena. E attraverso la Poesia, come è possibile “raccontarsi” agli altri? La Poesia è un genere completamente diverso, in quel contesto bisogna raccontarsi con eleganza e mai con leggerezza, toccare degli argomenti importanti senza però distruggerli. Una metafora che mi viene in mente è questa: scrivere poesie è come danzare sulle punte dei piedi, devi attirare attenzione con delicatezza ma comunicare sempre e comunque emozioni. Credi che per essere una poetessa bisogna necessariamente essere una donna sensibile e romantica? Ma che cosa significa esserlo oggigiorno? Non bisogna essere necessariamente una donna romantica ma essere capaci di esprimere sé stessi su dei fogli di carta. Romantica oggigiorno? Significa avere ancora dei principi morali, credere nell’amore vero e non in quello di convenienza, continuare a credere nei sogni d’amore nonostante le difficoltà che la vita ci mette davanti.

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L’INTERVISTA

Semplicemente non smettere mai d’amare nonostante le avversità. Ed essere invece una scrittrice in toto, lo vedi come un mestiere, un vanto o un piacere? Essere una scrittrice per me è un sogno che si avvera, e la mia passione, e desidero fortemente che possa diventare un mestiere. Ho fatto molti lavori in vita mia, ma quando scrivo, sento di essere in pace con me stessa, è una sensazione incredibile e fantastica. Ma per concludere, è vero che oggi esistono più scrittori che lettori? Che cosa si potrebbe fare – a tuo avviso – per avvicinare maggiormente le persone e in particolare i giovani alla sana lettura? Ahimè sì... azzarderei dire che ci sono molti più scrittori che leggono nel tempo libero che veri e propri lettori che vanno in libreria a comprarsi un libro. Credo che una buona proposta per i giovani sia avvicinarsi alla piattaforma Wattpad, il brand ha anche una sua app in cui ci si può registrare. Lì si può leggere racconti e scriverli, scambiarsi idee e opinioni tra

giovani e fare nuove amicizie. Dato che la nuova generazione è molto tecnologica perché non unire l’utile al dilettevole?

Erasmus di Sangue è il suo primo romanzo, fresco fresco di stampa che sta ottenendo ottimi consensi sia di pubblico che di critica grazie al suo stile particolarmente incalzante e agli episodi narrati, davvero accattivanti. Un libro che tiene letteralmente incollati i lettori dalla prima all'ultima pagina.

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NEW ENTRY il Giornale della Gente

Direttore Onorario: Michele Cortinovis

Quindicinale d’informazione sociale e culturale

Anno 25- N°11 del 25/07/2019

Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti 38 www.newentry.eu

SEDE

Brembate di Sopra (Bg) Via Tresolzio,48 - Tel. 3477352863


DEDICA A...

BERTORNATA NONNA GRAZIA !!! E’ stata gioia inattesa, insperata quella di poter risentire squillante, forte, dolce la voce di nonna Grazia dopo anni di silenzio causa problemi di salute e di udito. Nello scorgere il messaggio di Ornella Olfi nel quale mi dice che nonna Grazia l’ha chiamata per farle i complimenti per alcuni suoi scritti pubblicati sul New Entry ricevuti in dono “dal carissimo Gianluca” tanta è stata l’emozione che gesto primo è stato di afferrare la cornetta e di comporre il suo numero. Voce ha risposto, la sua, dapprima incerta, titubante poi serena, interrogativa. E’ stato come se in un istante il silenzio trascorso fosse stato inghiottito dai demoni del profondo e un raggio di sole lassù nel cielo alto risplendesse nella bellezza di un meriggio di sole. Ti chiedo scusa nonna per i lunghi silenzi che ci hanno separato; il pensiero spesso è tornato a te. Temevo comunque di disturbare, la ragazza che ti stava accanto gentile rispondeva cortesemente a nome tuo, dando sommarie notizie sullo stato di salute. Altre volte ha risposto una delle tue figlie, ringraziando, confortando dicendo che stavi meglio e che avrebbe riportato i nostri saluti. La vita stupisce sempre, meraviglia ed incanta. Generosa ci ha donato ancora tempo per di-

scorrere e per condividere parte di cammino. Stanno bene le “ragazze”,come le hai chiamate tu; sono cresciute, tante le lotte quotidiane con istituzione e burocrazie... Vittoria prossima a compiere la maggior età, con essa un mare di cambiamenti istituzionali con cui bisogna necessariamente convivere e dritto guardare negli occhi .. Celeste, una meraviglia, grandi occhi verde azzurro, lunghi capelli rosso biondo, mani che sanno donare, chiedere, attendere … Ti abbracciamo forte forte dandoti un caloroso colorito benvenuto .. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

IN QUESTO SCRITTO C'E' L'ESSENZA DI QUESTA RIVISTA! Una decina di anni fa Nonna Grazia, su indicazione di una lettrice di Bergamo, chiama la Redazione chiedendo di ricevere la rivista direttamente a casa ad Andria. Accolta la sua richiesta parte una infinita rete di legami veri, reali che si tramutano in amicizie profonde. Grazie Nonna Grazia per il tuo sempre prezioso sostegno a tutti noi!

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MEZZANE DI CALVISANO

CONTRO LA VIOLENZA DELLE DONNE, UNA PANCHINA ROSSA A Mezzane collocata nel verde davanti alla Parrocchiale - Rossa come l'Amore

Chi è attento alla cronaca giornalistica e televisiva, nell’ultima settimana di Giugno, Mezzane frazione di Calvisano, borgata attiva e vivace, ma pur sempre piccola entità, è stata al centro dell’attenzione per le sue iniziative. “Il Concerto della Banda Civica a Palazzo Brognoli, il 17° Torneo notturno di calcio dedicato a Luca Zanella e Stefano Ferrari, l’inaugurazione della Panchina Rossa, si son potuti ammirare sulla televisione % 10 ti TO i clien N O v SC nuo ri e p

bresciana “Teletutto” o leggere sulla stampa quotidiana o settimanale. La partecipazione oltre ogni previsione, all’inaugurazione per “La Panchina Rossa” di domenica 23 giugno, è rimasta per alcuni giorni l’argomento principale, dentro e fuori il paese, insieme alla soddisfazione degli organizzatori, per avere condiviso un problema, purtroppo, sempre di attualità.

Tomaselli Patrizia

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MEZZANE DI CALVISANO

L’idea sulla scorta di altre analoghe iniziative concretizzate in vari paesi bresciani, ha preso forma con l’intento di sensibilizzare la cittadinanza ad opporsi alla violenza alle donne, sottoposta al vaglio del Comitato di Partecipazione, ha subito dato esito favorevole con la costituzione attraverso alcune donne, del Gruppo della Panchina. Così domenica 23 maggio, il vasto sagrato della parrocchiale dedicata a Santa Maria Nascente, sembrava un affollato anfiteatro - nella frazione non esistono spazi pubblici se non quelli della strada - per l’inaugurazione della “Panchina Rossa” manifestazione promossa dal “Comitato di Partecipazione” e dell’Associazione “Insieme per Mezzane”, un binomio che da tempo cammina insieme con varie e tante iniziative. La rappresentazione musico-teatrale della storia della vittima “Alice”, è stata coordinata e interpretata da Ilaria Filippini, insieme a Anna Vaccari, Laura Ruzzenenti, Aurora Zabaleni e

Lorena Pandolfi, che hanno interpretato toccanti poesie, coinvolgendo i quasi trecento presenti. Una emozione forte, qualche lacrima di profondo sentimento, con la commovente ”Ave Maria” di Schubert, cantata da Anna Ferrari. Una rappresentazione drammaticamente dura, ma purtroppo vera, che quasi ogni giorno si ripete. Il tutto per installare nel verde antistante la Chiesa, una “Panchina Rossa” con le tradizionali “Scarpe Rosse”, creata ad arte dal mastro-fabbro Cristian Morzenti, per dire “NO” contro ogni violenza alle donne. Una panchina per riflettere, il colore rosso per non dimenticare, perché la violenza non ha ragioni, soltanto vittime. Tante storie di quelle 54 donne uccise sotto i nostri occhi dalla violenza di un uomo, nel territorio bresciano dal 1989 al 2018, due delle quali di

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MEZZANE DI CALVISANO

Calvisano: Maccarini Patrizia e Giuliana Moreni. Un lungo elenco di donne di diversa età, con i loro nomi racchiusi nel manifesto esposto, per un pensiero di ricordo. Un teatro all’aperto, dove il rosso dell’amore faceva sfoggio, anche fra le molte donne di ogni età presenti, con le musiche di Tamer e del giovane Fabio, un inno alla vita, seppure racconto di dolorose ed impensabili morti. Un messaggio particolare per gli uomini, sottolineano le organizzatrici, ogni conclusione tragica di queste vite, ha un prima…..che occorre praticare con gesti, parole, relazioni in positivo. A portare il saluto ai presenti, ed il grazie ai tanti che hanno collaborato Patrizia Treccani e Luciano Zeni, per la nuova Amministrazione Comunale l’assessore alle pari opportunità Caterina Lovo Gagliardi, accompagnata dal sindaco Angelo Formentini, la signora Lia per l’Associazione “Chiare Acque di Salò” sostenuta dalla “Case delle Donne Centro Anti-

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violenza di Brescia”. E’ seguita una squisita ed apprezzata “Apericena”, preparata e servita da una schiera di esperti chef enogastronomici. Mentre i presenti sono stati chiamati ad esprimere una scelta fra alcune frasi, da porre attraverso una targhetta sulla “Panchina Rossa”. Le preferenze sono andate a:” L’Amore è rispetto, Non pretende, Mai è dominante, Sempre è donato” a perenne monito e ricordo, così come la pergamena distribuita con una messaggio di William Shakespeare: “Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: In piedi, Signori, davanti ad una Donna”. Marino Marini


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ASD A.R.P.A. CALVISANO VOLA! PER IL 25° ANNO DI ATTIVITÀ SI REGALA IL TITOLO DI CAMPIONE NAZIONALE FGI Momento magico per la ginnastica nella Basa Bresciana e Alto Mantovano per la A.S.D. ARPA Calvisano. L’associazione di GINNASTICA ARTISTICA primeggia e stupisce ai Campionati NAZIONALI della Federazione Ginnastica Italiana a Rimini, avvenuti dal 21 al 30 Giugno, dove le ginnaste e ginnasti accompagnati da Kroupova Jana e Marchetti Sonia conquistano il titolo di CAMPIONE NAZIONALE 2019 assoluto per il secondo anno consecutivo alle finali nazionali di GINNASTICA ARTISTICA. Evento con la partecipazione di 14000 ginnaste e ginnasti e 750 società provenienti da tutta la penisola. Grande soddisfazione di tutto lo staff Calvisanese con il Presidente Claudio Marchetti. Il risultato supera di gran lunga ogni aspettativa a dimostrazione del lavoro svolto in palestra con una preparazione seguita dall’allenatrice Jana Kroupova e Sonia Marchetti sfociata con 24 ginnasti / e della asd ARPA Calvisano in 76 gare in 10 giorni conquistato 9 primi, 3 secondi, 3 terzi piazzamenti alle finali del Campionato ITALIANO.

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Nel dettaglio prime sulle pedane le più piccole Allieve, due classe 2009, Asolane Favalli Alice e Laura, Ferrari Annalisa, la Ghedese Perucci Elisa e Bonazzoli Valentina di Gottolengo che hanno conquistato la Finale nella categoria LB (quattro punti di difficoltà). Finale conquistata anche dall’Asolana De Munari Margherita in categoria LC (6 punti di difficoltà) che esegue una gara spettacolare portandosi tra le prime ginnaste in una categoria massima per età 9 anni. In finale migliora il punteggio e ottiene il miglior punteggio della gara al volteggio. Categoria LB Junior - 1l° la ginnasta Paioli Morandi Sofia di CastelGoffredo che accede alla finale nazionale eseguendo la sua gara nel miglior modo superando se stessa. Classe 2007 categoria LB (punti 4) vede in pedana le ginnaste di Isorella alla prima esperienza nazionale Magli Irene e Sandrini Sarah, le ginnaste di Pavone Mella Favalli Elena e Farina Ines con Affo’ Carolina, Asolana nella competizione finale dove vince il volteggio e brilla sulla trave.


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In categoria LC (punti 6) stratosferica finale per la ginnasta Lenese Zanola Anita, vola al volteggio con punteggio 17,700 e ne diventa la regina. Allieve 4 - Adorni Linda di Remedello con un ottimo 5° punteggio alle parallele. Per la sezione Ginnastica Artistica Maschile Reina Gaetano classe 2010 di Castiglione delle Stiviere. Nella prima giornata di gare si trova al secondo posto in classifica nella categoria LA allievi 1, un ginnasta promettente che dimostra buone prospettive distinguendosi con un 2° punteggio alla sbarra e 1° al volteggio. Nelle competizioni maschili i compagni di squadra Graglia Elia di Castiglione, il Calvisanese Marchetti Dario si sono confrontati in Serie D con uno

stratosferico terzo posto in gara LB chiudendo in quinta posizione sul podio nazionale. Ottima prestazione di Graglia Elia nella gara individuale LB junior 2 classe 2002 dove conquista l'8^ posizione in classifica di qualificazione e in finale 1° al volteggio e 3° al corpo libero. Come individualista Marchetti Dario categoria LC junior 1 classe 2005 realizza una gara impeccabile con la conquista del 1° posto in classifica ed un distacco di ben due punti dal secondo confermandosi CAMPIONE NAZIONALE LC JUNIOR 1 assoluto con 1° posto al corpo libero, volteggio, sbarra e parallele pari, 2° posto agli anelli, 3° cavallo con le maniglie Proseguono le gara con le competizioni di Ginna-

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stica Artistica Femminile la SQUADRA SERIE D LC - 1° squadra allieve con Nardi Giulia, Affò Carolina, De Munari Margherita, Zanola Anita, Adorni Linda che entrano in finale Nazionale piazzandosi al 13° posto. 2° squadra junior/senior capitanata da Marchetti Sonia con Zambello Ambra, Favalli Alice, Ghio Jennifer, Fassi Marta, che sorprende con l’esecuzione alla trave ottenendo 16,100, il punteggio più alto della Finale di esperienza. Le Individualiste nella categoria LC (punti 6) vede in pedana la ginnasta Asolana Favalli Alice e Ghio Jennifer di CastelGoffredo, finaliste su tre attrezzi: Volteggio, trave e corpo libero. Conclude la carrellata il nostro tecnico - atleta Senior 2 classe 1998 Marchetti Sonia Calvisanese che a 21 anni dimostra ancora buone prestazioni e voglia

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di agonismo: totalizza un buon punteggio ed entra in finale. Conclude la Festa della Ginnastica la junior 3 classe 2005 Zambello Ambra di Piubega con un livello considerevole LD (punti8) passa in finalissima con volteggio e corpo libero . Vince la gara di esperienza alle parallele in trave 1° pari merito. Doveroso ringraziare le allenatrici KROUPOVA JANA e MARCHETTI SONIA per la passione, l’impegno a coronare le celebrazioni di 25 anni di storia accompagnando instancabilmente, le ragazze per dieci interminabili giorni, destreggiandosi, spesso, tra competizioni. concomitanze in campi gara diversi. Complimenti per l’organizzazione, competenza prontezza e disponibilità per qualsiasi evenienza. Un ringraziamento al Presidente della


NEW ENTRY SPORT

asd ARPA Calvisano Marchetti Claudio impegnato a trovare sempre le risorse necessarie per proseguire al meglio l’attività sportiva della Ginnastica Artistica Femminile Maschile e Ritmica. Allenamenti proseguono al Centro Ginnico a Calvisano in via San Felice n 17, si continua con i “GYM CAMP”, allenamenti mirati in preparazione alla prossima stagione 2019-20 aperta a tutti ginnasti selezionati per campionati categorie SILVER e GOLD della Federazione Ginnastica Italia. Vogliamo offrire sempre il meglio alle ginnaste e per questo c'è in programma un appuntamento importante: per chi vuole una valutazione con i parametri, aggiornamenti del codice dei punteggi e tutte le novità dai campi gara di Minsk e Baku e per imparare sempre meglio, L'APPUNTAMENTO E' PER MERCOLEDÌ 30 LUGLIO 2019 con il giudice internazionale/tecnico KREMNICKA’ SONA. La segreteria rimane aperta e per informazioni chiamate il 333 3751793. I nostri corsi base saranno attivi da settembre nelle sedi. oltre che a Calvisano, anche a Castiglione

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MEZZANE DI CALVISANO

ANCORA SUCCESSO A MEZZANE PER IL TORNEO DI CALCIO Vince la “Digital Solution /Sipla/Pub Numero 1” nel ricordo di Luca Zanella e Stefano Ferrari

campo sportivo di Mezzane e il pubblico E’ ancora nel chiacchierare non solo locale, il successo ottenuto anche quest’anno, per il Torneo Notturno di Mezzane. Il lungo torneo, iniziato il 24 maggio ha visto alternarsi le sedici squadre, ricche di tanti bravi giocatori, richiamati dal ricco montepremi, provenienti da tante squadre impegnate nei vari campionati provinciali ed oltre. Il loro valore è stato ben raccontato con due ore di diretta dalla televisione bresciana “Teletutto”, nella serata delle semifinali, con il coordinamento di Erica Bariselli, aiutata dagli esperti Enrico Gheda, Francesco Vincenzi, Valli Fabrizio e da Marco Zanetti, giornalista calvisanese del Giornale di Brescia, che ha seguito ogni sera i vari tornei notturni della bassa bresciana. Tantissimo pubblico per la serata finale di Venerdì 28 giugno, per il Torneo di poco sotto le mille presenze, momenti emozionanti, tanti gol, diversi numeri sui bravi giocatori, così come sulle magliette dei tanti volontari, il 4 e il 5 con la scritta:” Notti magiche inseguendo un gol!” I numeri che avevano quando giocavano Luca Zanella e Stefano Ferrari a cui era dedicato il Memorial del 17° Torneo Trofeo San Dionigi, in ricordo dei due ragazzi prematuramente e tragicamente scomparsi, con la passione del calcio, qui di casa, anche sul campetto dell’Oratorio. 50 www.newentry.eu

Luca Zanella fin da ragazzo il gioco del calcio l’aveva nel sangue, rafforzatosi dai sogni di tifoso Juventino. Luca giocava bene al calcio. Presto se ne accorsero le squadre dei paesi limitrofi. Dopo le giovanili nel Castiglione delle Stiviere, debuttava a 17 anni nella prima squadra nel campionato F.G.C. Il suo ruolo di centrocampista, in grado di impostare la partita per i compagni, e scompiglio negli avversari, portava gli stessi ad apprezzare le sue capacità in campo, ma anche quelle di giovane e di uomo poi. Sereno e felice del suo essere, un'armonia di simpatia che sapeva diffondere in quanti lo accostavano o lo conosceva, diffondendo amicizia. Giocò con profitto anche nel Ghedi, Medole, Visano, Casalmoro, e negli ultimi tempi nel CSI con il Remedello e a Mezzane. Lui è scomparso tragicamente nella vigilia natalizia del dicembre 2011. Stefano Ferrari, espresse la sua esuberanza anche nello sport, lo si è visto per tanti anni giocare a calcio nel campetto dell’Oratorio mezzanese, prima di passare con estrosità e bravura in squadra quotate. Come la Calvina, la Remedellese, il Casalmoro, l’Acquafredda e la Medolese fino a due anni prima della morte, quando vinsero il campionato della loro categoria. Nel calcio era conosciuto con il soprannome di “Ferro”. Oltre al calcio, l’altra passione sportiva era la


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moto, la sua inseparabile “Morini Corsaro 1200” che lo ha accompagnato anche negli ultimi momenti della sua breve vita, in quel tragico martedì del 4 ottobre 2016 sulla strada di Monzambano. Ad essi è stato dedicato l’emozionante e coinvolgente intermezzo dell’ultima partita. Sentimenti, pensieri, con gli occhi fissati sul volo di una ventina di “Lanterne luminose” salite nel cielo infinito. Note magiche, con l’agitazione di palloncini da parte di folto gruppo di bambine e bambini, come movimento di nuvole, mentre due grandi bandiere svolazzavano con il numero “4” e con il “ 5”. Fuochi d’artificio colorati han bene amalgamato il tutto. Commozione e emozione condivisi da tanti applausi, qualche lacrime invisibili da lontano, per non dimenticare il sorriso dei due Amici, Amici di tutta Mezzane. La vittoria ha baciato l’impegno e la dedizione della “Digital Solution /Sipla/Pub Numero 1”, in gara con i giocatori: Alex Rinadini, Alessandro Zambelli, Giovanni Pradella, Alessandro Chiari, Andrea Salvi, Andrea Crescini, Fabrizio Tomasoni, Fabio Arrigoni, Andrea Franzoni e Arsid Salmani. Essa ha battuto la squadra locale “Trattoria al Ponte/Bisdy Comunication/Dima Srl di Martelengo Eugenio” per 4 a 2. Per il terzo posto con un punteggio da rugby il “Gruppo Corsini - Impresa Edile Lesioli” hanno sconfitto per 14 goal a 12 “Il Vivaio Gelsi”. Premi per il migliore portiere a Paolo Conti -Vivaio I Gelsi-, migliore giocatore Nicolò Guaggiotto-Trattoria Al Ponte-, per il golaedor Stefano Botturi -Vi-

la squadra vincitrice vaio I Gelsi-. La serata calcistica era iniziata con l’attesa finale del Torneo Femminile che ha visto la ”Virtus Manerbio” imporsi all”Atletico Mica Tanto”. A premiare i vari vincitori insieme al neo-sindaco Angelo Formentini, Barbara moglie e Alessandro figlio di Luca Zanella, Marianna compagna, Deanna mamma e Rinaldo papà di Stefano Ferrari. Gli organizzatori, un amalgamato gruppo di volontari esprime il suo grazie speciale all’amico, coordinatore e trascinatore Michele Grazioli, ringrazia i collaboratori, gli sponsor, fornitori, le sedici squadre ed i loro giocatori di alto livello, gli arbitri, il parroco don Tarcisio ed il curato don Filippo, i famigliari di Luca e Stefano e quanti hanno dato lustro alla 17° Edizione del Torneo a Mezzane, sostenuto dall’affezionato e numeroso pubblico. Un positivo ricordo da archiviare che ha dato lustro, ancora una volta alla vivacità e presenza attiva di Mezzane frazione di Calvisano. Marino Marini

i tanti volontari che hanno impreziosito il torneo www.newentry.eu 51


ANIME NEL VENTO

UNA CAREZZA

FRULLIO D'ALI

Una carezza, donare vorrei in questo tempo, di grano maturo di papaveri rossi, ai bordi delle vie. Una carezza, da donare con tenerezza di figlia a due anime, in cielo portate da battito d’ali. Bruna e Cesare cammino comune, fantasia minuta allegria colorita, nostalgia fonda imbratta mani e petti. Strettamente abbracciati hanno solcato, l’eterno, fasciati di luce irradiano spazio infinito. Nostalgia si fonde lacrima muta, lenta scivola su gote arrossate, muta solleva veli dell’invisibile, luminosa irrora laruzzi tesi. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

Dolore riaffiora, tremulo, ansante rafforzato. Fra le dita, nonnulla, sciabordio d’acque, frullio d’ali. Ascolto minuto, l’ora veste, d’attesa. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

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LA CORRENTE DEGLI INCONTRI Ci sono dei momenti in cui tutto sta in equilibrio, tutto è al posto in cui è. La navetta va, e dal finestrino guardo scorrere la città, i nuvoloni carichi, un campo che apre lo sguardo all’orizzonte, quasi fossimo già in campagna. Auto, persone, vita attiva della mattina. Nelle orecchie armonie un po’ struggenti delle sonate per violino di Schmelzer. Poi la navetta inizia ad attraversare vie percorse nei miei giri di visite domiciliari. Penso a quelle persone che non ci sono più, e che vivono nei ricordi dei loro cari, e anche nei miei. Mi colpisce quanto mi sia arrivato, a volte in pochi, pochissimi incontri. Ho in testa immagini, inquadrature di particolari: pezzi di vita nell’arredamento di una stanza, nelle foto, nei racconti, nell’espressione di un volto. Entrata per un soffio nelle loro vite, le porto con me. Anche a me, sconosciuta, hanno dato tracce di sé. Il senso delle nostre vite è più vasto di quel che pensiamo. La corrente degli incontri lo trasporta ben oltre la nostra vista. E va, nel mondo. Oltre noi, oltre il nostro controllo. Lo trovo un pensiero consolante. E un po’ struggente, anche se forse i nuvoloni da cieli nordici e Schmelzer fanno la loro parte. La navetta va oltre e i pensieri restano nel mio stato d’animo. In equilibrio: gioie, dolori, angosce, meraviglie. La complessità della vita oggi sta. Ne sono attraversata, e l’accolgo in me. La navetta è arrivata al capolinea. Comincia la mia giornata lavorativa, non senza aver prima notato queste belle rose e il prato disseminato di trifogli ricresciuti rigogliosi dopo il taglio del prato di pochi giorni fa. La vita fluisce. Non s’arresta. Stamane ognuno è al suo posto nel mondo. sguardiepercorsI


RIFLESSIONI

SALTÀ I FÒSS PER ÈL LONCH Il Vaso Reale che attraversa Montichiari è comunemente chiamato “èl fòss”. Da anni la sua acqua non viene più usata, anzi, spesso non ne scorre proprio e nel suo letto vuoto si scorgono rifiuti di vario genere buttati senza alcun rispetto da incivili. Una volta l’acqua del fosso, essendo pulita, veniva utilizzata per irrigare i campi che attraversava, ma non solo: ai lavatoi, sia in borgo sopra che in borgo sotto, era preziosa per lavare la biancheria dalle donne che, inginocchiate nella cassetta di legno, faticavano molto per risciacquare anche lenzuola e coperte pesanti, aiutandosi spesso in coppia per strizzarle un po’( centrifuga a mano) prima di riporle nei secchi o in grandi bacinelle e tornare a casa per stenderle in cortile, al filo di ferro appeso tra due muri esterni, con una pertica di legno ad alzarlo in mezzo, per non far toccare in terra ciò che di più lungo era steso. D’estate nel fosso i più piccoli, mentre la mamma lavava appunto la biancheria, ma i più grandi anche da soli, facevano il bagno, per rinfrescarsi e per giocare in compagnia… altro che lago o mare! Per chi abitava vicino al Chiese o poteva spostarsi in bicicletta, ecco che il fiume sembrava già un lusso: più acqua, più divertimento e fantasia immaginando di essere in villeggiatura, immersi nella natura! Molti i detti simpatici a riguardo: “St’istà vó a Chiesenatico” (quest’estate vado al Chiese e immagino sia Cesenatico, giocando col suo nome), ”èl Cés l’è ‘l mar dei puorècc” (il fiume Chiese è il mare dei poveri), dove appunto fare il bagno, prendere il sole stesi sulle sue molte spiaggette, ma anche pescare, arrampicarsi sugli alberi per raccogliere frutta o tagliare rami per costruire fionde (le sfrunzine). Il più simpatico e ancor oggi ripetuto dagli uomini è il detto ”Mé ala tò età saltàe i fòss per èl lonch” (io alla tua età saltavo i fossi per il lungo), un modo impossibile quanto fantasioso di descrivere l’agilità che i

ragazzi di una volta imparavano presto ad avere, dovendosi arrangiare con le poche comodità e mezzi di cui disponevano, nonché un modo di vantarsi davanti alle ragazze, oppure, invecchiando, per far capire a figli e nipoti quanto loro erano atletici da giovani. Per molti ragazzi di una volta infatti lo sport era la vita di tutti i giorni: lavoro manuale pesante, sia per aiutare nei lavori di casa o in campagna e passatempi a volte un po’ spericolati all’aria aperta. Sul fosso gelato in inverno, per esempio, facevano “le biöscarine” (scivolate) spesso con la cartella di scuola sotto il sedere! Divertimenti decisamente più ingenui, sani e divertenti (tranne poche eccezioni) di certe bravate, oltre il limite dell’accettabile, di cui si sente parlare troppo spesso oggi nelle notizie di cronaca. Ornella Olfi www.newentry.eu 53


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In amore avrai bisogno di concederti una pausa di riposo e ti arrabbierai perché la tua partner non sarà del tuo stesso parere, anzi vorrebbe uscire e fare follie. Nel lavoro, vivrai nell’incertezza perché non saprai che decisione prendere fra due alternative.

Malgrado alcune afflizioni astrali, tutto andrà a gonfie vele e riuscirai a portare una ventata di freschezza al tuo rapporto, ormai stagnante da tempo. Nel lavoro, potrai migliorare la tua situazione economica grazie ad un introito che avevi rinunciato da tempo.

Nel lavoro, potrai ampliare i tuoi orizzonti grazie ad un evento che migliorerà notevolmente la tua situazione professionale. In ambito affettivo farai una nuova conoscenza che ti conquisterà per la sua simpatia; è probabile un’uscita a due molto presto.

CANCRO 22/06-22/07

LEONE - 23/07-23/08

VERGINE - 24/08-22/09

Gli influssi astrali consigliano di non sprecare le tue energie in cose futili. Nel lavoro, la giornata si prevede positiva. In amore, avrai la possibilità di farti avanti con una nuova conoscenza che ti piace parecchio.

In ambito lavorativo dovrai fare i conti con una spesa imprevista che potrebbe causarti dei rallentamenti in un investimento che ti sta molto a cuore. In ambito affettivo è consigliabile frequentare nuovi ambienti: potrai conoscere persone simpatiche in una serata diversa dal solito.

Gli Astri ti consigliano di fare attenzione a quello che dirai in ambito affettivo per evitare tensioni inutili. In ambito lavorativo vivrai una fase molto remunerativa, i guadagni saranno superiori alla norma e potrai realizzare dei desideri che non pensavi di attuare.

BILANCIA - 23/09-22/10

SCORPIONE - 23/10-22/11 SAGITTARIO - 23/11-22/12

Esaltato da una grande passione farai vittime nei luoghi più insoliti, non sarai affatto timido e riuscirai a coinvolgere tutti con la tua simpatia. Nel lavoro, è probabile un errore di distrazione ed una critica da un superiore. Un consiglio: sii conciso.

Sarai favorito se lavori nell’ambito delle comunicazioni, una forma di sesto senso ti aiuterà a scavalcare i pericoli. In amore, avrai un fascino e uno charme accattivanti quindi anche se sei single si prospetta un ottimo momento. Un consiglio: presta attenzione alle tue finanze.

Dovrai fare attenzione alle distrazioni durante la guida, sono probabili delle multe. In amore, la tua partner necessita di più attenzioni: il tuo atteggiamento distaccato l’affligge e la innervosisce. Nel lavoro, dovrai concentrarti su una questione alla volta se vorrai evitare di fare confusione...

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Gli Astri sono con te e sono molti gli aspetti positivi; quindi, se devi prendere decisioni di rinnovamento nel lavoro, hai ottime possibilità. In ambito affettivo, lei non deluderà le tue aspettative regalandoti una serata di sensualità. Salute ok!

Avrai delle idee innovative e vorrai coinvolgere nel cambiamento le persone che ti circondano; nell’ambito della tua sfera privata invece, la pigrizia potrebbe impedirti di partecipare ad una serata piacevole in compagnia dei tuoi amici.

Avrai una grande lucidità e presenza di spirito, che ti daranno l’opportunità di migliorare le tue qualità professionali e anche di avanzare economicamente. In amore, ti sentirai fortunato ed avrai una grande voglia di costruire per un futuro più saldo.

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L’INTERVISTA

QUATTRO CHIACCHIERE CON SLADANA KRSTIC intervista di Laura Gorini Definisce AltaRoma l'unica vera manifestazione di alta moda rimasta in Italia nonostante la crisi, la stilista croata Sladana Krstic che nell'ultima edizione ha avuto modo di presentare la sua collezione autunno-inverno 202020121. Sladana, quest'anno hai partecipato a due eventi all'edizione 2019 di AltaRoma che si è appena conclusa. Ce ne vuoi parlare? Il 4 luglio ho aperto AltaRoma con LAF, mentre il 7 ho chiuso la manifestazione con la grandissima stilista di gioielli Marina Corazzieri che a Villa Brasini ha realizzato un meraviglioso evento. Nel primo caso ho partecipato con LATIN AMERICAN FASHION dove ho rappresentato l'Europa come unica stilista europea in showroom Palazzo Ferraioli, sito nel pieno

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centro della Capitale. In loco abbiamo realizzato splendidi shooting fotografici innanzi a fotografi di grido e numerosi giornalisti. Per l'occasione quali capi hai presentato? Ho presentato la mia nuova collezione autunno-inverno 2020/2021 che mi rappresenta moltissimo, come ogni mia collezione. E' dunque molto colorata. Ho utilizzato colori molto forti e persino fluo e brillantinati. Il tessuto è stato la nappa finissima e ho puntato moltissimo sulla gonna-pantalone "Pantalozze", capo che è diventato ormai un segno indistinguibile delle mie collezioni. Ma, come ci si prepara per partecipare ad AltaRoma? Con tanto, tantissimo impegno. Sai, il lavoro di noi stilisti inizia mesi e mesi prima: si incomincia con il disegno e poi pian piano si inizia a lavorare con i tessuti e i cartamodelli. Poi si cuce e si confeziona in sartoria. Ma prima, almeno questo è ciò che faccio io, metto in


L’INTERVISTA

atto una sorta di pre-lavoro che consiste nello studio assai accurato del mercato, quindi anche dei tessuti. Quanto è importante il lavoro di squadra per lavorare bene? E' fondamentale! Io poi amo moltissimo collaborare con il reparto sartoria e in linea generale sono una persona disposta alla collaborazione. Non per nulla amo particolare AltaRoma proprio per la possibilità di collaborare con altri stilisti: ognuno di loro tramite le loro collezioni porta qualcosa di sè e della propria cultura, quindi della propria terra. In sostanza, osservando con attenzione il loro operato, si può anche compiere una sorta di viaggio in tanti Paesi. Tra l'altro tu ormai sei una veterana di AltaRoma... In qualche maniera direi di sì! La prima volta che ho partecipato è stato con Altieri Costume e Moda al mio primo anno accademico, quindi nel 2015. Poi ho partecipato nuovamente l'anno successivo con una mia nuova collezione, mentre nel 2012 con un'altra collezione, molto particolare, denominata Final Work e dedicata interamente a David Bowie. Lo scorso anno ho partecipato in collaborazione con Cosenza Fashion Week con la mia ultima collezione.

CREDITI PH: Giacomo Prestigiacomo Model: Yanieska Lambert Swami Ciucci Cristina Angelini Nazanin pourhossein Make Up: Safira Alvarez Production: LAF - Elsy Aparicio - Barbara Gutierrez

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RIFLESSIONI

AGOSTO 1967

Evocando questa data a mia mamma e a mia sorella, nei loro occhi si legge angoscia e terrore. È stata la prima volta che io e loro due siamo andati in vacanza assieme (a pensarci bene la prima e unica). Gli zii Oliviero e Sesto erano venuti a conoscenza, da parte di amici, che a Maderno (bellissima località sul lago di Garda), c'era un palazzone di proprietà di una Signora, che affittava camere a prezzi eccezionali; così all'inizio di agosto 1967 partirono con le loro rispettive famiglie; arrivati sul posto la proprietaria li informò che c'era ancora un appartamento libero perché una famiglia tedesca aveva rinunciato per motivi famigliari. Mio zio Oliviero telefonò al centralino del nostro paese (noi all'epoca non avevamo ancora il telefono), e il Signor Giuseppe (titolare del Caffè del Ghiaccio), corse ad avvisare mio papà il quale disse: <io non posso stare via tre settimane, ho gli animali da accudire>, ma mio nonno Oddone insistette perché portasse almeno la moglie e i due figli (io di 4 anni e mia sorella di 8), "sono talmente magri, magari cambiando aria si tirano un po' su" e quando aggiunse che avrebbe pagato lui tutte le spese, mio papà accettò. Partimmo così con la nostra 500 nuova di zecca, alla volta di Maderno. Per me era la prima volta che mettevo il naso fuori dalla nostra cascina e questo ha sicuramente influito moltissimo sul mio comportamento durante la vacanza. Per tutto il viaggio cantammo le solite canzoni popolari (mio papà era particolarmente intonato); arrivammo così a destinazione piacevolmente; il palazzo mi sembrava gigantesco, aveva davanti un bel giardino con degli alberi molto alti, era di tre piani, al pian terreno erano sistemati i miei zii Sesto e Oliviero, al primo piano ci sistemammo noi (a destra), sulla sinistra c'era una coppia di stranieri piuttosto matura, mentre tutto il secondo piano era della proprietaria. I nostri zii ci accolsero e ci presentarono 60 www.newentry.eu

alla padrona di casa, era bellissima, bionda con gli occhi azzurrissimi, la donna più bella che avessi mai visto dopo la mia mamma, ci fece sistemare nel nostro appartamento, mio papà riempì il frigo con i prodotti della nostra cascina (salame, uova, verdura ecc. ecc.). Si fermò a mangiare con noi e poi partì subito per ritornare al nostro cascinale, mi disse: <mi raccomando Giordano, fa il bravo, ascolta la mamma e tua sorella Irene>. Raccomandazioni, come vedremo in seguito, decisamente non ascoltate. Cominciai a girare per l'appartamento, quando vidi il bagno rimasi estasiato; ero partito da una cascina dove non era ancora arrivata l'energia elettrica e per fare i bisogni andavamo nel cesso costruito sull'angolo della concimaia, ci pulivamo con i quotidiani che mio zio Oliviero (bancario), ci forniva mensilmente; invece in quella stanza c'era tutto: water, bidet, lavandino, vasca e carta igienica; presi la carta e cominciai a girare per tutto l'appartamento... - smettila Giordano, fai giù tutto il rotolo, disse mia mamma, poi la riavvolse e la portò in bagno, non bisognava sprecarla. Il nostro primo pomeriggio lo dedicammo all'acquisto dei costumi da bagno; entrammo in un negozio di abbigliamento, rimasi molto colpito dalla commessa, aveva una scollatura ed un'abbondanza di "polmoni" notevole, mi venne spontaneo di dirle: <hai le tette come la Gina> (era la migliore vacca di mio papà), <cosa ha detto il bambino?>, mia mamma era diventata rossa bordeaux, <Signora non ci faccia caso, è un discolo, noi siamo venuti per comprare i costumi da bagno>, in un attimo ero già nudo così mi servirono per primo, poi toccò a mia sorella e a mia mamma, ma il loro costume era fatto di due pezzi, il mio solo di uno, così cominciai ad urlare perché anch'io lo volevo doppio, per fortuna un Signore mi disse: <guarda, anche il mio costume ha solo le braghette, quello degli uomini è fatto così!>. Usciti dal negozio ci fermammo a prendere un gelato, una passeggiata sul lungolago


e poi all'appartamento per la cena. Avevamo appena finito di mangiare che la padrona di casa scese da noi e ci invitò su da lei per un caffè; aveva un bambino della mia stessa età che sembrava una sua fotografia: biondo con gli stessi occhi; "Io mi chiamo Luca e tu?", "Giordano", "vuoi giocare con me?" Non me lo feci dire due volte; non avevo mai visto tanti giocattoli in vita mia, una stanza piena tutta per lui. La Signora (proprietaria del palazzone), si chiamava Sofia, aveva 32 anni, disse a mia mamma che era la prima volta che faceva salire qualcuno a casa sua dopo la scomparsa di suo marito, (mia mamma non ebbe mai il coraggio di chiederle in quali circostanze), aveva proprio bisogno di parlare, di sfogarsi e mia mamma le ispirava fiducia, - Signora Anna sa che lei ha il viso di una Madonna? - Le disse; probabilmente aveva ragione, per sopportare me doveva esserlo. Il gigantesco appartamento della Signora Sofia era mera-

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viglioso, mia mamma rimase estasiata soprattutto da una grande vetrinetta di fine settecento al cui interno c'erano dei cristalli dipinti in oro zecchino e delle statuette in vetro soffiato di Murano. IL mattino seguente andammo in spiaggia assieme agli zii; mio zio Sesto mi fece vedere a far rimbalzare sull'acqua un sasso e mi disse: <prova tu Giordano, scegli un sasso piuttosto piatto e tiralo sulla superficie>, ed io così feci, però invece di tirarlo sull'acqua centrai in testa un bagnante, il quale non sembrava molto contento, naturalmente seguirono le scuse di mia mamma. Ogni volta che andavo in spiaggia ne combinavo sempre una; c'era un Signore tedesco che stava prendendo il sole, aveva un enorme pancione, il suo colorito rosa lo faceva somigliare ad un maialone; non so cosa mi sia venuto in testa, ma tirai fuori il pisello e gli feci la pipì sulla pancia; sua moglie si mise a ridere, lui non era molto contento, andò subito

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RIFLESSIONI

nel lago per lavarsi; mia mamma invece, si mise ad urlare come una matta. Dopo pochi giorni di vacanza, mamma Anna e mia sorella Irene, cominciavano a dare i primi segnali di stanchezza; non riuscivano a tenermi. Ogni volta che incontravamo sul nostro stesso piano gli inquilini di fronte, li salutavo sempre dicendo: <ciao mus de tupino' e cul de sommio'>, la Signora aveva un viso molto appuntito con dei baffetti, il marito invece era tutto pelato come il sedere di uno scimpanzé, per fortuna erano stranieri e non capivano, mia mamma mi dava sempre una manata sul sedere, ma era più forte di me: non stavo zitto. Una volta, in spiaggia due bambini avevano fatto una specie di castello di sabbia ed io che ero dispettoso come nessun altro, glielo calpestai, la loro mamma si infuriò e disse: <Signora, tenga al guinzaglio suo figlio>, < io le chiedo scusa, però mio figlio non è una bestia>, ed io aggiunsi: "facio' de cul de cavro'", <cos'hai detto?> e mia mamma : <io non ho sentito niente>, stavolta non mi diede la manata sul didietro. Davanti al palazzo dove alloggiavamo, c'erano dei bellissimi alberi ed io notai per terra delle grosse pigne, ne presi due, mamma mi disse che bagnandole si sarebbero aperte, così quando salimmo in camera le misi nel bidet, mia mamma lo riempì per metà, poi andò a preparare da mangiare, io le tenevo sott'acqua per farle aprire, ma niente, allora pensai che ci voleva più acqua e aprii tutto il rubinetto, quando l'acqua arrivò in camera da letto, per poco mamma Anna non svenne, quanti secchi ne raccolse con lo straccio. Un giorno gli zii Oliviero e Sesto, proposero di andare a pranzare al ristorante che c'era dall'altra parte della strada, e cosi facemmo; i titolari erano marito e moglie, avevano una bambina di qualche anno più grande di me che fece subito amicizia con me e mia sorella. Ci fece vedere tutto il ristorante: la dispensa, la cantina, la cucina, il bagno, nella toilette c'era uno spazzolone, io lo presi, lo misi in ammollo nella turca poi andai in sala da pranzo e lo misi in testa ad un commensale, non vi 62 www.newentry.eu

dico la reazione di mia mamma, degli zii, dei presenti; non pranzammo più nel ristorante. Molte volte nel pomeriggio salivo su dalla Signora Sofia per giocare con Luca (il suo bambino), mi piaceva moltissimo stare con lui, non si arrabbiava mai anche se usavo tutti i suoi giocattoli, andavo matto in modo particolare per una macchinina rossa a pedali, mi sembrava di essere un pilota di formula uno, sfrecciavo a tutta velocità tra la sala, il soggiorno, il salotto; purtroppo andai a centrare in pieno la vetrinetta di fine settecento, migliaia di vetri mi volarono addosso, mi ritrovai dentro con le punte dei vetri che mi toccavano il collo, la Signora Sofia arrivò immediatamente mi disse: <Giordano, ti prego stai fermo, per amor di Dio non ti muovere>, si abbassò su di me, aveva i suoi bellissimi occhi terrorizzati, mi mise una mano sulla fronte per non farmi muovere, intanto con l'altra mano spezzò tutte le punte che mi toccavano il collo; arrivò anche mia mamma che aveva sentito il trambusto; <Signora Anna la prego non urli, non bisogna agitarlo, piano piano tiri indietro la macchinina, io controllo che nessun vetro lo tocchi>, è così mi estrassero dalla vetrina, ero praticamente indenne a parte qualche piccolo taglietto in testa e sulla fronte, la mano sinistra della Signora Sofia invece era piena di sangue, si era tagliata le dita nel rompere i vetri per liberarmi; non voglio scrivere la reazione di mia mamma, dico solo che alla fine scoppiò in lacrime, Sofia cercava di consolarla: <Signora Anna, della vetrinetta non m'importa proprio niente, sono contenta perché Giordano non si è fatto praticamente nulla, mi raccomando non sia troppo dura con lui>. Dopo due giorni, era domenica, inaspettatamente mio papà ci fece la sorpresa di venirci a trovare, era da 15 giorni che non vedeva la sua famiglia e ne sentiva la mancanza. Arrivò poco prima di mezzogiorno, mia mamma gli disse: <mangiamo tutti assieme e dopo veniamo a casa con te>, <come venite a casa? Ma avete ancora una settimana da stare qua>, <per carità, al solo pensiero di stare qui con Giordano, mi sento male>. Così gli raccon-


tò qualche mia malefatta e gli disse che lei e mia sorella erano sfinite, non riuscivano a controllarmi. "È vero quel che ha detto la mamma?" <A me m'è par mio'>, gli risposi con fare Agelico. Così dopo pranzo mia mamma preparò le valige, salimmo dalla Signora Sofia e da Luca per salutarli; la Signora ci restò molto male: <ma Signora Anna, ha ancora una settimana a disposizione>, <mi scusi tanto ma io e mia figlia siamo distrutte>, <se rimanete, questa settimana non ve la faccio pagare>, ma non ci fu niente da fare, mia mamma aveva preso la sua decisione; Sofia mi prese in braccio e mi diede moltissimi baci, salutai suo figlio Luca, ma lui non riuscì a dire nemmeno una parola, scoppiò in lacrime e non smise più. "Venite ancora a trovarci e non siate troppo severi con Giordano, ha portato la vita in questa casa;"furono le ultime parole della Signora Sofia; arrivati al piano terra, breve saluto agli zii Oliviero e Sesto, "Giordano sei un uragano non un bam-

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bino, comunque questa vacanza di sicuro non ce la scordiamo". Arrivati al nostro piccolo cascinale ci venne incontro nonno Oddone; <non mi aspettavo tornaste tutti, ma Cristo Santo, sembrate degli scheletri, ma siete andati in vacanza o ad Auschwitz ?>, - <Chiedi a Giordano il perché !>, < Giordano non ne avrai combinato qualcuna delle tue ??>. Ringrazio mamma Anna e mia sorella Irene che con i loro ricordi mi hanno aiutato a mettere insieme questo racconto, molte volte nell'evocare le scene di quel che ho combinato, si sono messe le mani nei capelli. Fortunatamente, dopo i 6 anni ho cominciato a mettere un po' di sale in zucca (non molto perché come è noto, il sale fa male). Non abbiamo mai più rivisto la Signora Sofia e il suo bambino Luca, ma porterò sempre nel cuore la loro bontà e dolcezza, persone talmente meravigliose da non sembrare nemmeno di questo mondo. Giordano

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Approfondimenti a pag.2-3


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