New Entry, il Giornale della Gente - Edizione di Bergamo del 13 Settembre 2019

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Anno 25 - N°8 del 13/09/2019- www.newentry.eu - bergamo@newentry.eu - Pubblicità: Gianluca Boffetti 347.73.52.863 BERGAMO GRATUITO Il Giornale della Gente

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Editoriale

IL PIACERE DI STARE INSIEME...

Il piacere di stare insieme è una sensazione meravigliosa, vivere ogni attimo con la propria famiglia è qualcosa di straordinario che è difficile descrivere. Purtroppo, causa impegno, questo accade specialmente durante le vacanze estive. Vivi, respiri, condividi tutto con la tua famiglia, scopri sfumature dei figli che magari non avresti mai notato, noti se sono affettuosi, simpatici, educati oppure pensierosi, dubbiosi, associali, carenti in buone maniere e tanto altro. Dico questo perchè mai come quest'anno in quella settimana volata in un batter d'occhio ho provato emozioni profonde che mi hanno fatto stare bene. Credo che le mamme, anche se lavorano, hanno un contatto più diretto con i figli, sarà perchè seguono più attivamente le vicende giornaliere dei figli. I papà, se hanno pure partita IVA, sono per la maggior parte del tempo fuori casa, spesso partano la mattina presto e tornano la sera avendo veramente poco tempo per dialogare con i figli. E quel dialogo si riduce a frasi tipo: "tutto bene oggi? Come è andata la scuola?" Veramente riduttivo, poi si va a dormire, il bacio della buona notte e domani un altro giorno. E anche il sabato e domenica non è da meno: chi per lo sport, chi per il catechismo i flgli hanno giustamente impegni da perseguire e così il dialogo 02 www.newentry.eu

in famiglia rimane sempre limitato. E' anche vero che se c'è armonia, amore e stima non è la quantià del tempo a disposizione che fa la differenza ma la qualità di come si impiega. Rimane il fatto che con la vacanza si condividono intere giornate, h24, dalla mattina quando ci sia sveglia e si fa colazione assieme, alla sera quando si va nanna tutti alla stessa ora, significa anche e soprattutto conoscersi meglio. nelle luci e nelle ombre. Nel pregi e nei difetti di ciascuno. E magari sforzarsi, insieme, a qualche progresso. Stare insieme significa anche stare meno al cellulare o davanti alla tv per conto proprio, si alimentano anche discussioni, decisioni su come organizzare la giornata, sono momenti dove ognuno gioca a carte scoperte e dove anche i figli possono conoscere le abitudini e i modi di fare dei genitori e talvolta anche migliorarli. Nello stare insieme si producono anche i ricordi di quella volta su quella montagna, di quella volta che è partito l'ombrellone, di quella volta che abbiamo incontrato amici in spiaggia, di quella volta.... E la memoria, il ricordo, è una forza che unisce le persone e credo, porti ad ammirare profondamente le bellezze della vita. Gianluca Boffetti


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GUSTO A TAVOLA

Girasoli di carne con fonduta di Taleggio e croccante di Grana Padano e Curcuma Ingredienti per 4 persone pasta fresca (200 grammi di farina , 2 uova) 300 grammi di ripieno di carne per tortellini (300 grammi di carne macinata mista:suino, manzo, mortadella) Olio E.V.O. Verdure per soffritto Sale e pepe Pane trito Per il condimento: 200 grammi di Taleggio Un bicchiere di latte 4 cucchiai di Grana Padano 1 cucchiaio di Curcuma Preparazione ricetta Dopo aver realizzato un panetto di pasta lasciare riposare per almeno 1 ora, nel frattempo preparare il ripieno dei girasoli. Soffriggere le verdure in una padella oliata, versare la carne macinata e brasare leggermente, insaporire con sale e pepe ed aggiustare con pane trito. Stendere la pasta e mettere dei piccoli mucchietti di ripieno, coprire con un altro foglio di pasta e con uno stampino ritagliare i tortellini. Cuocere in acqua salata per circa 5 minuti. Raccogliere in una ciotola il Grana Padano con la Curcuma per amalgamare i due ingredienti. Versare in un piattino e passare al micro-

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onde per sciogliere e poi seccare il composto. Preparare il condimento scaldando il latte, aggiungere il Taleggio a pezzetti per fondere. Versare questa fonduta sul fondo del piatto, aggiungere poi la pasta scolata. Sbriciolare con le dita il Grana/ curcuma e versare poi sul piatto di portata. Anna - www.cucinacreare.it


LA DIGNITÀ Ogni volta che ascolto le voci degli operatori dei servizi sociali di quel paesello ove tutto è in ordine, pulito e ben curato, oppure vedo le immagini di quegli uffici comunali, dove appare sempre più evidente la responsabilità dell’irresponsabilità più inumana degli adulti più qualificati nei riguardi dei più innocenti, i bambini. E’ come ricevere delle sassate in pieno volto, senza possibilità di ripararsi, proprio come è accaduto a quei bimbi, ai loro genitori, privati del bene più grande attraverso l’inganno, l’infamia più studiata a tavolino. Sassate scagliate nell’ostentazione di una prepotenza che non conosce la vergogna, una prevaricazione indegna del genere umano, una vera e propria violenza, protratta e reiterata, come a voler significare la propria intoccabilità in un ruolo tanto importante. E’ vero siamo tutti innocenti fino a prova contraria, fino a dibattimento ultimato dei tre gradi di giudizio, ma di fronte a intercettazioni così chiare e leggibili, a registrazioni così palesi e spudorate nella loro estensione diseducativa, è il caso di continuare a fare i pazienti indifferenti, nei riguardi di pluridiplomati dispensatori di sofferenze e dolori, plurimedagliati devastatori di dimore ed esistenze ? E’ ancora il caso di avere una qualche remora innocentista per persone di questo stampo, personaggi tenuti in così grande considerazione dal nostro sistema sociale? Quando accade il botto eclatante, allora e solo allora ne percepiamo il danno, come se non fossimo del tutto coscienti che è stato provocato dagli adulti, da noi educatori, da noi portatori di grandi parole e pochi comporta-

Società

menti. Siamo solo capaci di rimanere lì a bocca aperta, refrattari a comprendere che volenti o nolenti ne paghiamo tutti le indegne conseguenze. Sassate che arrivano dritte al cuore, ci vogliono dire qualcosa, ce lo gridano pure, ma non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. Qualcuno ha scritto tanto tempo addietro davanti a un potere che non teme alcun rinculo, “chi controlla il controllore “? E’ rimasta lettera morta, eppure sono convinto che adesso arriveranno tutte le risposte di questo mondo, verranno esibite le molteplicità dei controlli, le verifiche puntuali, le sintesi personali di una autorevolezza terrificante… Ridurre le risposte che invece sono più che mai necessarie significa difendere l’indifendibile, per non negare l’evidenza di una incapacità e fragilità che abbisogna assolutamente di aiuto, di sostegno, l’aggiunta di altre capacità per venire fuori dalle sabbie mobili in cui si è cacciata la nostra società, che spesso non fa “servizio” bensì routine. Vincenzo Andraus

Inquadrando con lo smartphone tramite l’app i-nigma o altre simili come qr scanner, vi proponiamo il servizio di Rai 1 nel programma “La Vita in Diretta” nel quale si parla di Bibbiano dove una vasta organizzazione, secondo l’accusa, agiva per togliere bambini in difficoltà con l’obiettivo di affidare i minori a famiglie di amici o conoscenti. Un giro d’affari, quello ricostruito dagli investigatori, da centinaia di migliaia di euro. 05 7


RIFLESSIONI

PANCHINE A FORMA DI LIBRO APERTO

A Londra nel 2014 sono state installate 50 panchine a forma di libro aperto, decorate da artisti locali. Curiosando ho scoperto che anche molte città italiane hanno queste panchine, decorate da artisti locali, ma più spesso da studenti di Licei Artistici e Accademie delle Belle Arti, in collaborazione con i Comuni e Associazioni culturali!! A Foggia abbelliscono gli esterni dell’Università e si ispirano a scrittori famosi. A Terrasini (PA), sul lungomare creano un percorso letterario ispirato a grandi autori siciliani. A Napoli nell’Aeroporto di Capodichino hanno tema conduttore il viaggio. Nel Parco del Miglio d’Oro di Ercolano e Procida sono dedicate a grandi scrittori. A Pescara, in vari punti della città, 10 panchine posizionate in occasione della Giornata del Libro recitano versi di vari poeti. A Brindisi la 1° panchina è decorata con immagini che rappresentano i simboli della città. A Terni, nel Parco di viale Trento, raccontano “Nera e Velino”. A Torino il Museo d’Arte Urbana ha scelto 10 panchine per i giardini pubblici di Piazza Moncenisio dedicate ai migliori maestri d’arte contemporanea. A Montesegale (PV) ci sono le panchine “dolce far nulla” per sensibilizzare alla natura e all’arte. A Pola (UD) le prime 5 panchine di pietra bianca, nel Parco Archeologico recitano citazioni di scrittori famosi. Sul lungomare Vespucci a Punta Secca di Modica (RA) una panchina è dedicata a Salvatore Quasimodo. Ad Albenga, 06

sulla passeggiata a mare ci sono 10 panchine con aforismi e frasi celebri. A Capo d’Orlando (ME) si possono ammirare 4 panchine a tema tradizioni e di autori siciliani. A Novellare (RE) sono state collocate nella Piazzetta del Parco Augusto Daolio ( indimenticato leader dei Nomadi), in collaborazione anche con Beppe Carletti, panchine romantiche e con richiami alla natura. A Bari sul lungomare 10 panchine mostrano citazioni di romanzi di autori locali. Da questo elenco (probabilmente non completo), si evince che questa bella iniziativa è presente da nord a sud in molte nostre città e qualunque tema sia stato scelto per abbellire queste panchine, vale la pena di apprezzarle, rispettarle e possibilmente crearne delle altre. Piccole perle di cultura e di saggezza alla portata di tutti! chissà che non ne vengano realizzate anche a Brescia ma, perché no, anche a Montichiari e in altri paesi della provincia. Ornella Olfi


OROSCOPO dal 12 al 25 Settembre 2019

ARIETE - 21/03-20/04

TORO - 21/04-20/05

GEMELLI - 21/05-21/06

Molta curiosità e uno spirito intraprendente pressano per farti intrecciare nuovi rapporti. Sei più grintoso in campo sentimentale. Se cerchi evasioni erotiche, troverai ciò che fa per te. Svolta significativa nel settore economia.

Idee geniali unite a creatività e a uno spirito ricercatore che va oltre ogni aspettativa, danno un’impronta decisiva all’attività. Tutto fa pensare a un periodo d’oro, di crescita e miglioramento.

Amici, interessi, appuntamenti di lavoro incrementano la tua voglia di esplorare il mondo. Amore superlativo. Domenica, è possibile innamorarsi di una persona molto speciale.

CANCRO 22/06-22/07

LEONE - 23/07-23/08

VERGINE - 24/08-22/09

Hai bisogno di un’emozione forte. L’idea di vivere un’avventura di una sola notte ti tenta, e questo potrebbe succedere. Se sei già impegnato, questa scelta potrebbe mettere fine a un rapporto ormai logoro. Se sei single, prima di cadere tra le braccia di una persona opportunista, fatti due conti.

Esprimi i tuoi desideri: giorni speciali per amore, sesso, figli, creatività. Non sottovalutare questa previsione e vedi di incalzare gli eventi. Al lavoro e a scuola sono ancora l’intuito e la creatività espressiva a valorizzare il tuo operato.

Se stai vivendo una relazione instabile, preparati a un salto di qualità oppure a un addio. La Luna Nuova di venerdì suggerisce di voltare pagina, senza rimpianti. Con Venere a favore puoi contare su una certa tranquillità in tutti i settori, compreso quello della salute.

BILANCIA - 23/09-22/10

SCORPIONE - 23/10-22/11 SAGITTARIO - 23/11-22/12

Ti piace molto tutto ciò che movimenta le tue giornate, e le stelle della settimana muovono le acque già a partire da mercoledì. Metamorfosi in corso per chi vuole modificare lo stile di vita. Se i tuoi ti stressano o il rapporto di vecchia data ti soffoca decidi di prendere il largo.

Usa bene il tuo tempo. Che ne dici di lasciar perdere i tanti impegni professionali per dedicarti un po’ di più al tuo lui o alla tua lei? Soddisfazioni inattese nella vita di coppia.

Se sei single preparati a cambiare stato sociale e domenica non trascurare le parole dette da un amico. Potrebbero celare una dichiarazione d’amore. Svolte esistenziali tra giovedì e venerdì, giorni superlativi da vivere intensamente.

CAPRICORNO 21/12-20/01 ACQUARIO - 21/01-19/02

PESCI - 20/02-20/03

Meglio tenere d’occhio un collega o un concorrente poco leale: occhio al suo doppio gioco. Fagli capire che la parte della vittima, ora più che mai, non fa per te. In amore evita di discutere con il partner di sempre. Smettila di dar corpo a delle visioni distruttive.

Amore o carriera? Otterrai ciò che desideri se saprai concentrarti su un unico obiettivo. Il Novilunio di venerdì è perfetto per fare chiarezza dentro di te: decidi della tua vita ed elimina le presenze negative. I giorni centrali si prevedono molto romantici: ottima l’intesa con il tuo amore di sempre...

La settimana prende il via con stelle generose per carriera e immagine pubblica. Ti puoi realizzare o liberarti da attività non congeniali al tuo temperamento creativo. I giorni centrali sono rilevanti per l’amicizia: dà una nuova impronta ai rapporti con gli amici di sempre. Momento eccezionale per l’amore.

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Ed è Poesia

“Prima classe” Come palloncino bianco l’estate spensierata è volata come nuvoletta vaporosa se n’è andata mi prende per la mano l’autunno, mi porta sui sentieri disegnati dalle foglie dorate, verso la soglia della scuola Lo dico chiaramente a chiunque dubitasse: -Io sono grande, sono già alunno della prima classe! Dara Naumova

“Non sarò rosa...” Non sarò rosa... e mai nemmeno spina, giacché la vita spesso non consente scelte. Rimarrò sul limitare, tra l'ombra e il sole, tra il fango e la speranza; camminando tra l'antico canto e il vagito di sospiri nuovi, tra finestre spalancate e portoni che si negano alla strada... mi ritroverai là, dove il tempo non potrà convincermi a non partorire amore. Pinella Gambino

Immagini” Ti vedo, Ma tu non ci sei. .. Mi stringi a te e l’ emozione mi prende ... (Prepotente Come un fulmine che annulla un probabile, (Stupendo attimo ... Erminia Bertulessi - Bergamo 08

“Nonno Celeste” Azzurri gli occhi … come un pezzo di cielo. Dolce il sorriso sul volto sereno. Nelle verdi colline piacentine, pazientemente svolgeva il suo lavoro ed accudiva, tutte le mattine, vari animali che salutavano in coro: muggiti, belati, grugniti e starnazzi... sembrava un'orchestra di musici pazzi! Scandito era il suo tempo contadino da vari lavori per ogni stagione... Alla sera la cena ed un bicchiere di vino col sapore dell'uva maturata al sole. Coi vicini, in cortile, si narravano storie di antiche tradizioni e vecchie memorie. Una sera d'estate... tornava dai campi... il volto sudato... i passi più stanchi... Un rosso tramonto il cielo tingeva... la mamma, in cucina, approntava la cena. Posando la cesta col raccolto dell'orto, si sdraiò sul divano, il fiato un po' corto: “Oh Bruna, son stanco, mi riposo un momento, oggi è andata bene, sono proprio contento”. Il profumo del pane, uscito dal forno, non lo svegliò da quel sonno senza ritorno. Fu così che il nonno chiuse gli occhi per sempre, mentre mamma, sgomenta, lo chiamò inutilmente! Del nonno... mi resta un ricordo lontano... di quando, bambina, mi prendeva la mano... e raccontando storie di principesse e cavalieri... insieme camminavamo, sui fioriti sentieri. (Piera Masoch)


RIFLESSIONI

NONNI DA FESTEGGIARE OGNI GIORNO I nonni sono una patrimonio prezioso, per i nipoti di ogni età: possono rapportarsi con quella tenerezza che non sempre il ruolo di genitori permette, regalano pazienza, complicità, tempo per ascoltare e tempo per raccontare vicissitudini della loro gioventù, esempi che valgono più di mille insegnamenti teorici. Tre dei miei nonni purtroppo sono mancati presto: il nonno paterno morì a soli 52 anni in un incidente stradale, molto prima che io nascessi; il nonno materno morì d’infarto quando avevo 3 anni; la nonna materna se ne andò a causa di un ictus 3 anni dopo e di lei ho solo vaghi ricordi. L’unica nonna che mi ha visto crescere e della cui compagnia e affetto ho goduto per molti anni è stata la nonna paterna, che viveva in famiglia con noi. Ho bellissimi ricordi: ho dormito nel letto matrimoniale con lei fino a quando mi sono sposata, condividendo confidenze reciproche, discorsi che riaffiorano spesso nella mia mente. Piccolina, di corporatura minuta, con i capelli grigi raccolti in una crocchia ( èl cucagnì); vestita di nero anche d’estate e con le ciabatte( le söbre) anche in inverno, con la mantella invece del cappotto. Per anni l’ho vista seduta vicino alla finestra della cucina, con i piedi sullo sgabello, ai primi freddi con la borsa dell’acqua calda e poi con la “scaldina” con le braci tolte dalla stufa a legna. Sferruzzava senza

sosta triangoli di coperte colorate da regalare a nipoti e pronipoti. In tutti quegli anni ho avuto modo anche di conoscerne i difetti: era un peperino, a volte un po’ invadente, man mano diventavo grande anche critica per come mi vestivo o mi pettinavo.. ma queste erano piccolezze superabili, in confronto al legame che ci univa. Altrettanto indimenticabile è stata mia mamma, nel ruolo di nonna con i miei figli e gli altri nipoti: infatti tutti la ricordano in molte occasioni con grandissimo affetto e nostalgia. All’epoca di mia nonna non era ancora stata istituita la festa dei nonni, ma come per ogni festa dedicata a varie categorie di persone, l’affetto profondo che ci unisce a nonni, genitori, figli, ecc, è in realtà una ricorrenza quotidiana, un grazie infinito per chi ha la fortuna di averli accanto. La festa, al di là del lato puramente commerciale( fioristi, pasticceri, ecc..) è forse un incentivo per chi, dando magari per scontata la presenza dei nonni, non dà il giusto valore al tesoro d’amore che loro dispensano e al loro bisogno d’amore che è giusto contraccambiare, anche quando i nipoti diventano adulti. Un augurio soprattutto ai nonni soli,che vivono lontani dai loro familiari, o nelle case di riposo, che aspettano con ansia una visita, un abbraccio e non solo il 2 ottobre, ma ogni giorno! Ornella Olfi

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RIFLESSIONI

QUALIANO

Ripercorro mamma i tuoi passi, a ritroso nel tempo vado arrancando, afferrando, a soqquadro mettendo prina e dopo, tempo e spazio, ora e mai. Dita serrate, volto velato di lacrime muovono i primi passi nella terra natia da anni, troppi, non sentita, odorata, stretta al petto. Nulla passa, tutto ritirna, fluente avvolge, fa risalire ricordi e nostalgia. Fa sentire la morte, l’essenza della mancanza, dell’astrazione sulla pelle, va a toccare corde invisibili, tesse trame ardite. Sono mille le parole non dette, mille quelle ripetute a chetichella, rumorose, ciarliere, invadenti, sanno di carezza e di fiele, l’aria indorano di belleza acerba. Alba sulenziosa brame, ardisce, osa zittire, ascolto fa minuto, solletica nari, accende passioni. Poche volte nella vita si ha la fortuna di pienamente sentire, nel bene e nel male, nella gioia e nella disperazione, nell’assenza e nell’abbondanza. Di sentire e basta, senza veli, senza pudori, senza nulla che mascheri, adombri, metta all’ oscuro. Silenzio appesantisce, costruisce nel tempo barriere, enigmi, velleità. Viene il tempo per fare ritorno, per lesto indossare i sandali del viandante, accorciare distanze, riprendere lingua e forma, riassaporare gusto pieno. Vanno e vengono idee, le une nelle altre riverse intrecciano cordoli nodosi, generano baratri profondi. Nel silenzio profondo di ore mattutine nel guanciale affondo volto, irrorato lo lascio inzuppare. Che siano lacrime dal più profondo sentire, apertura verso l’ignoto. Milena 10

Lauree “Due amici si incontrano dopo un lungo periodo e l’uno si vanta di aver conseguito tre lauree, in logica, psicologia e filosofia. L’altro non ne rimane impressionato, dicendogli che per lui non c’è molta differenza tra queste tre materie. L’amico tenta di convincerlo, che non è così, dicendogli: - Ti do tre esempi. Primo esempio... Si incontrano due tizi, uno sporco e uno pulito. Chi di loro due si fa la doccia? La risposta è: quello che è sporco. -No, hai sbagliato, si fa la doccia quello pulito, lui per questo è pulito perchè si lava, questa è la psicologia.. Secondo esempio: -Si incontrano due tizi, uno sporco ed uno pulito. Chi di loro due si lava? La risposta: - quello, che è pulito. -Sbagliato. Si lava quello sporco, è comprensibile, chi è sporco si deve lavare, questa è la logica. Per la terza volta ha dato lo stesso esempio e l’amico spazientito gli ha gridato: -Che ne so io chi si lava! La risposta dell’altro: - e questa è la filosofia! Dara Naumova

LIBERTÀ Poter aleggiare tra il dire e il fare, senza alcun tempo da rispettare, senza alcun impegno da onorare, mamma mia come mi piace sognare; noo, non mi dovevi svegliare, adesso è tutto in alto mare ed io non so nuotare. Giordano


Scuola di Ballo ASD

Balla per BALLARE Liscio Unificato e Ballo di Sala

danza del ventre

Country Catalano zumba

caraibico

country line dance tango argentino

boogie woogie KIZOMBA

INIZIO

CORSI DI BALLO 30 SETTEMBRE Lunedì

Martedì

Mercoledì

Giovedì

Venerdì

Sabato

10.00-10.50 BALLI DI GRUPPO PRINCIPIANTI

18.00-18.50 MIX 2 19.00-19.50 19.00-19.50 BALLI DI GRUPPO BALLI DI GRUPPO AVANZATO 1 PRINCIPIANTI

2019

Bergamo - via Bianzana,15 - Tel. 393 45 99 459 - 339 45 99 459 www.ballaperballare.it - ballaperballare@gmail.com

19.00-19.50 MIX 1

19.30-20.20 BALLI DI GRUPPO INTERMEDIO

20.00-20.50 BALLI DI GRUPPO AVANZATO 2

20.00-20.50 COUNTRY PRINCIPIANTI

20.00-20.50 BALLO LISCIO INTERMEDIO 1

20.30-21.20 DANZA DEL VENTRE

21.00-21.50 CARAIBICO INTERMEDIO

20.50-21.40 COUNTRY INTERM. - AVANZ.

21.00-21.50 BALLO LISCIO PRINCIPIANTI

21.30-22.20 CARAIBICO AVANZATO

21.50-22.40 BOOGIE WOOGIE PRINCIPIANTI

21.40-22.30 CARAIBICO PRINCIPIANTI

22.00-22.50 RUEDA DE CASINO AVANZATO

PRIMA LEZIONE DI PROVA - DURATA LEZIONI 50 min. Bergamo - via Bianzana,15 - Tel. 393 45 99 459 - 339 45 99 459 www.ballaperballare.it - ballaperballare@gmail.com

19.00-19.50 BALLO LISCIO INTERMEDIO 2

16.00-16.50 BALLO LISCIO PRINCIPIANTI

17.00-17.50 20.00-20.50 RUEDA DE CASINO BOOGIE WOOGIE PRINCIPIANTI PRINCIPIANTI 21.00-21.50 TANGO ARGENTINO PRINCIPIANTI 22.00-22.50 KIZOMBA PRINCIPIANTI

18.00-18.50 CARAIBICO PRINCIPIANTI LISCIO UNIFICATO E BALLO DA SALA TANGO ARGENTINO DANZE CARAIBICHE BOOGIE WOOGIE DANZA DEL VENTRE RUEDA DE CASINO MIX COUNTRY LINE DANCE BALLI DI GRUPPO KIZOMBA


RIFLESSIONI

DONNE SPECIALI CHE LA GENTE NON PUO’ CAPIRE... Da qualche parte c’è una donna di 30 anni, senza figli. La gente gli chiede: “non hai ancora figli?” La sua risposta varia da un giorno all’altro, ma di solito include sorrisi forzati. “No, non ancora”, dice sorridendo, ammortizzando la sua frustrazione. “Beh, non aspettare per sempre. Quell’orologio è in corso, sai“, dice prima di partire colui che si crede saggio. La donna sostiene il suo sorriso. Da sola, lei piange... Piange perchè è incinta e ha abortito 4 volte. Piange perchè ha iniziato a cercare un bambino la prima notte di nozze, ed è stato 5 anni fa. Piange perché suo marito ha una ex moglie che gli ha dato dei figli. Piange perché vuole disperatamente provare un trattamento in vitro, ma non può nemmeno pagare il deposito. Piange perchè le medicine che prende non le permettono di rimanere incinta. Piange perché questo problema genera attriti nel suo matrimonio. Piange perché il dottore le ha detto che sta bene, ma in fondo sa che è lei il problema. Piange perché suo marito incolpa se stesso, e perché quella colpa non lo lascia vivere. Piange perché tutte le sue sorelle hanno figli. Piange perché una delle sue sorelle non voleva nemmeno figli. Piange perché la sua migliore amica è incinta. Piange perché sua madre continua a chiedere: “cosa stai aspettando?” Piange 12

perché i suoi suoceri vogliono diventare nonni. Piange perché il suo vicino ha gemelli e li tratta molto male. Piange perché le ragazze di 16 anni rimangono incinta senza volerlo. Piange perché è una zia incredibile. Piange perché ha già il nome scelto. Piange perchè c’è una stanza vuota a casa sua. Piange perché c’è uno spazio vuoto nel suo corpo. Piange perché ha molto da offrire. Piange perchè sarebbe una grande madre, ma non lo è. Da qualche altra parte c’è un’altra donna di 34 anni, con cinque figli. La gente dice: “Cinque? Beh, spero che tu abbia finito!” e poi ridono... perchè quei commenti sono divertenti. Anche la donna ride, ma non sul serio. Lei cambia argomento, come fa sempre, e lascia passare la mancanza di rispetto. Un altro giorno, da sola, piange... Piange perché è di nuovo incinta e sente di dover nascondere la gioia. Piange perché ha sempre voluto una famiglia grande e non vede perché le persone si disturbano per questo. Piange perché non ha fratelli e si è sempre sentita sola da bambina. Piange perché sua nonna aveva 12 figli e vorrebbe essere come lei. Piange perché non può immaginare la vita senza i suoi figli, ma la gente la tratta come se fossero una punizio-


RIFLESSIONI

ne. Piange perché non vuole essere compatita. Piange perchè la gente pensa che non sia ciò che voleva. Piange perché pensano che sia irresponsabile. Piange perché pensano di non avere voce. Piange perché si sente incompresa. Piange perché è stanca di difendere le sue decisioni private. Piange perché lei e suo marito sono perfettamente in grado di sostenere la sua famiglia, ma non sembra importare. Piange perché è stanca dei commenti “divertenti”. Piange perché a volte dubita di sè stessa e si chiede se avrebbe dovuto avere solo due bambini. Piange perché gli altri sono veloci per criticare, ma lenti per offrire aiuto. Piange perché la gente è maleducata. Piange perché molte persone pensano liberamente della loro vita privata. Piange perché l’unica cosa che vuole fare è vivere in pace. Altrove c’è un’altra donna di 40 anni con un bambino. La gente dice: “solo uno? Non hai mai voluto più?” “Sono felice con uno”, dice con calma, una risposta sperimentata che ha dato più volte di quante può contare. Abbastanza credibile. Nessuno potrebbe sospettare che sola, lei piange... Piange perchè la sua gravidanza è stata un miracolo. Piange perché suo figlio chiede anco-

ra di un fratello o di una sorella. Piange perché ha sempre voluto almeno tre figli. Piange perchè la sua seconda gravidanza è stata interrotta per salvargli la vita. Piange perchè il suo medico le dice che è “ad alto rischio”. Piange perchè sta lottando per badare a chi ha già. Piange perché a volte uno si sente come due. Piange perché suo marito non ha nemmeno considerato l’idea di un altro. Piange perché suo marito è morto e lei non ha ancora trovato l’amore. Piange perché la sua famiglia pensa che uno sia sufficiente. Piange perché è in cima alla sua carriera e non può allontanarsi. Piange perché si sente egoista. Piange perché non ha ancora perso il peso che ha vinto nella sua prima gravidanza. Piange perché la sua depressione post-parto è stata intensa. Piange perchè non può immaginare di passarci di nuovo. Piange perché è malata e la gravidanza lo aggrava. Piange perchè ha dovuto fare un’isterectomia. Piange perché vuole un altro bambino, ma non può averlo. Queste donne sono ovunque. Sono le nostre vicine, le nostre amiche, le nostre sorelle, le nostre colleghe. Non devono seguire i nostri consigli o rispondere alle nostre opinioni. I suoi uteri sono suoi. Lo rispettiamo!!! certificato ANAMMI n. N946

Sede operativa: TREVIOLO (BG) - Via Marconi,42 - Tel. 035 07 85 011 PALAZZAGO (BG) - Via Burligo,10 c - Cell. 347 90 98 361 - michela.scavo@gmail.com 13


L’INTERVISTA

ANTONIO CARBONE

Model Paola Alpago La sua “convivenza” con la fotocamera dura da più di 20 anni. Un connubio felice, gioioso e ricco di soddisfazioni. Passione, determinazione e bravura hanno fatto sì che Antonio Carbone trasformasse il mondo della fotografia nel “suo” mondo. Da anni, è uno dei fotografi professionisti pubblicitari più importanti di Milano, la capitale europea (e forse mondiale…) della moda, del design, della ricerca del bello. Inutile dire, allora, che i suoi scatti sono composizioni in cui spicca il soggetto protagonista, il contesto, le linee geometriche e la ricerca di tutto ciò che non è mai scontato e banale. Il merito, a onor del vero, sta nella sua formazione datata 1986 presso l’Accademia di Milano, in seguito alimentata con la frequentazione alla “Italian Food Accademy” dove si è specializzato in fotografia food. Da allora è nata un’avventura che lo ha portato a sperimentare, anche con qualche rischio. Come inizia il tuo rapporto con la macchina fotografica? Scattando al matrimonio di amici: non solo gli feci le foto ma impaginai l’album decorando le 14

pagine con disegni realizzati da me con l’aerografo. Che incosciente! Non avevo neanche 20 anni però andò tutto bene e i miei amici furono più che felici. Col passare del tempo, la fotografia è diventata il tuo lavoro. All’inizio ho collaborato con delle agenzie di moda: cito in particolare la Brave Models, la Corona Star Factory e la Fenice, quest’ultime due di Fabrizio Corona dove mi occupavo di book. Ho realizzato e curato campagne pubblicitarie per Best Price palestre e di loro ricordo gli innumerevoli cartelloni pubblicitari sparsi per tutta Milano con le mie fotografie. Collaborazioni di prestigio proseguite nel corso degli anni. Mi piace citare le partnership fotografico-pubblicitarie per Monella Vagabonda, Sweet Year, per alcuni comici di Colorado Cafè , per Paolo Ruffini, per i Matia Bazar e per molti altri che non sto ad elencare. Finchè poi… Ho aperto uno studio fotografico/location a no-


L’INTERVISTA

leggio, il “Trend Studio” a Milano che è a disposizione di fotografi e amatori. Questa è stata una sfida per me perchè oltre a mettere la location a disposizione, offro a tutti il mio supporto e non mi trattengo dal dare aiuto tecnico durante i set. Com’è il rapporto fra te e la fotografia? Ho imparato a tenermi molto alla larga dal coinvolgimento di questo mondo: non capisco spesso l’ostilità che esiste tra fotografi che spesso non sono neanche veri fotografi e tra modelle che spesso non sono neanche vere modelle. Personalmente cerco comunque di tenermi un po’ ai margini, ci lavoro ma la mia vita personale ne sta fuori. Oltre alla fotografia pubblicitaria, c’è spazio anche per progetti personali. Al di là del lavoro fotografico vero e proprio, quello che mi dà soddisfazione sono i progetti personali: questi mi aiutano a crescere artisticamente. Così, nel corso degli anni, ho realizzato numerosi set con modelle ed in particolare con chi ho una maggior intesa mentale. Infatti ormai non le considero modelle ma amiche: di Paola Alpago, Anouk Aruanno, Sadie Gray, Alissa Calo, Francesca Dei ho stima e apprezzo il loro modo di essere sul set e nel quotidiano. Con Paola Alpago l’intesa fotografica che abbiamo è davvero alta e sono molto soddisfatto delle foto che realizziamo insieme. Usciamo dal mondo fotografico: hobby e passioni di Antonio Carbone? Gioco a scacchi, non guardo la TV per questo amo andare al cinema e di recente grazie ad amici ho riscoperto il bowling. Cos’altro bisogna sapere di te? Forse che sono bellissimo? Non è vero, ma come succede in questi casi umani si compensa con la simpatia. Nonostante la mia terribile timidezza, ho la capacità durante il set di far sentire a proprio agio la persona che ho difronte. Me lo dicono sempre a fine set e questo mi gratifica. Dove ti immagini fra qualche anno?

Sono del segno della Vergine quindi sono sì un sognatore con un elevato senso artistico, ma resto anche con i piedi per terra. Vivo molto il presente, farò di tutto perchè Trend Studio Milano diventi un punto di riferimento per la fotografia. Anche per i fotografi, i social sono diventati strumento di lavoro. In effetti è così: penso che oggi siano più importanti dell’avere un sito per promuovere la propria arte. CONTATTI SOCIAL Facebook Antonio Carbone Fotografia Trend Studio Milano Trend Photo Solution Instagram @antoniocarbonefotografia @trendstudio_mi @trend.photo.solution MODEL: Paola Alpago

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SAN GIOVANNI BIANCO Suoni e Sapori a casa di Arlecchino Giornata ricca di attività presso il borgo di Oneta a San Giovanni Bianco. Domenica 22 settembre 2019 presso lo storico borgo di Oneta (frazione di San Giovanni Bianco) potrete assistere ad una giornata ricchissima di suoni, sapori e colori. Più in dettaglio alle 11,30 verrà presentata dal prof. Bottani la guida "La Via Mercatorum", la storica via che mercanti ed emigranti locali percorrevano nel Basso Medioevo per raggiungere Bergamo. Alle 17 si svolgerà lo spettacolo di burattini della Compagnia "Il Riccio". Durante tutta la giornata invece avranno luogo momenti di animazione, mercatini dell'artigianato, servizio bar e ristorazione. Per informazioni tel. 3402393747

BERGAMO Sagra della Taragna al Parco Malpensata 27 e 28 Settembre Due giorni di Sagra della Taragna in uno splendido parco della città di Bergamo. Apertura cucina dalle ore 19. Taragna, carne alla griglia, funghi, pizze e molto altro. Ampio parcheggio.

BERGAMO Sagra della Taragna al Parco Malpensata 27 e 28 Settembre Due giorni di Sagra della Taragna in uno splendido parco della città di Bergamo. Apertura cucina dalle ore 19. Taragna, carne alla griglia, funghi, pizze e molto altro. Ampio parcheggio. 16

BERGAMO Incontro con due psicologhe "Anche questo è amore?" Sabato 28 Settembre alle ore 20:00 Due psicologhe e psicoterapeute si incontrano sui temi degli affetti in temi digitali. Sabato 28 settembre 2019 alle ore 20.00 il Centro Dipendiamo di via Clara Maffei 2 a Bergamo ospita la serata gratuita “Anche questo è Amore?” durante la quale Maria Chiara Gritti, autrice de “La Principessa che aveva fame d’amore” (ed. Sperling e Kupfer), e Amalia Prunotto, curatrice del libro “Amori 4.0 – Viaggio nel mondo delle relazioni” (ed. Alpes Italia), si confronteranno sui temi che le legano con un caldo filo rosso, di lana come quello del logo del centro per la cura delle New Addiction. Se infatti l’una è fondatrice di Dipendiamo, l’altra è artefice di un progetto che ha messo in rete i maggiori professionisti attivi su tutto il territorio nazionale che si occupano di amore secondo prospettive e declinazioni contemporanee. Il testo “Amori 4.0” è nato infatti dalla volontà della dott. ssa Prunotto di prendere in esame relazioni virtuali, nuovi assetti familiari e definire fenomeni come quello della dipendenza affettiva del quale da anni si occupa la dott.ssa Gritti. Un suo contributo è infatti presente nel volume proprio per arricchire questa raccolta fruibile non solo da professionisti, ma anche da chiunque desideri trovare risposte, riflessioni, suggerimenti che possano arricchire la propria quotidianità e storia personale.

MOZZO Cinema Agorà Via San Giovanni Battista, 6 - Tel. 0354517390 FILM; MIO FRATELLO RINCORRE I DINOSAURI Venerdì 20 settembre 2019 ore 21 Sabato 21 settembre 2019 ore 21 Domenica 22 settembre 2019 ore 15-18-21 FILM: MARTIN EDEN Venerdì 27 settembre 2019 ore 21 Sabato 28 settembre 2019 ore 21 Domenica 29 settembre 2019 ore 15-18-21


VAPRIO D'ADDA Villa Castelbarco Festival dei Gatti a 360° 21-22 Settembre 2019 Gatti rossi, gatti bianchi, gatti neri, gatti persiani, gatti del Maine, gattini, gattoni, gatti di casa, gatti trovatelli, gatti di razza: nei giorni 21/22 settembre 2019 a Villa Castelbarco a Vaprio d’Adda a due passi da Milano, si svolge la 4° edizione del più grande evento dedicato unicamente al mondo dei gatti!!! Il Festival dei Gatti TM è un appuntamento unico e irripetibile, per un pubblico eterogeneo di appassionati di gatti e felini in genere, ricco di arte, cultura e divertimento, organizzato dalla Noctua, società specializzata in eventi dedicati agli animali, organizzatrice del Festival dei Gufi®. Svariate le aree tematiche del festival: pittura, scultura, fotografia, performance teatrali, artigianato italiano, libri, convegni e tavole rotonde, tutto rigorosamente a tema Gatto. Che si tratti di grandi esperti o semplici appassionati, che collezioniate gattini in tutti i materiali possibili, che siate gattari o gattare, allevatori, gattofili o semplici curiosi, questa grande offerta di eventi, iniziative, mostre ed incontri fa al caso vostro. Non è una classica esposizione a premi, ma è un rispettoso incontro con gatti di tante razze particolari di prestigiosi allevatori, con associazioni no-profit e gattili dove poter prenotare un gattino che non aspetta altro che le vostre coccole! Il Festival dei Gatti® è un evento creato anche per sensibilizzare le persone contro l'abbandono degli animali. Una delle cose che rendono unico il Festival dei Gatti è che potrete portare con voi il vostro amato gatto, unicamente se abituato a stare in mezzo alle persone e se gestito in sicurezza (guinzaglio, trasportino o uno speciale passeggino per gatti); lì troverete una speciale area Cat Relax, uno spazio ampio e protetto nel quale il vostro micio potrà giocare e conoscere nuovi amici pelosi! Villa Castelbarco Via per Concesa 4 Vaprio d'Adda IT, Villa Castelbarco, Lombardia

QUESTO E' IL MIO NOME

Thomas Il significato del nome Tommaso è, letteralmente, “gemello”. Il nome Tommaso è divenuto, nel corso dei secoli, anche simbolo di incredulità. L’apostolo Tommaso, infatti, dovette toccare le piaghe di Gesù per credere alla sua resurrezione. Questo nome, nella forma italiana Tommaso è abbastanza diffuso soprattutto nel Lazio e nel Mezzogiorno. In Inghilterra, invece, divenne popolare solo dopo la conquista da parte dei Normanni. La sua diffusione, però è dovuta soprattutto alla figura di Thomas Becket. Onomastico Thomas viene festeggiato il 28 Gennaio in onore del teologo San Tommaso d’Aquino, patrono degli studenti. alcuni lo festeggiano il 29 dicembre in onore di San Tommaso Becket assassinato nella cattedrale di Canterbury nel 1170. Caratteristiche del nome Chi porta il nome Thomas è un amico fedele e generoso e sempre attento alle esigenze di chi gli sta intorno. Spesso, nel corso della sua vita, è pronto a compiere buone azioni. Vivace e intelligente ama, inoltre, le scienze, la letteratura e la filosofia.

Origine: aramaica Parola chiave: fedeltà Numero portafortuna: 2 Colore: Blu Pietra Simbolo: Zaffiro Metallo: Rame Onomastico: 28 gennaio Segno zodiacale corrispondente: Cancro 17


TREVIGLIO

Al via i corsi di ABF (Azienda Bergamasca Formazione)

Pasticceria, panetteria, barman, macelleria, business online, inglese, giardinaggio. Da settembre prende il via la nuova stagione dei corsi organizzati da ABF - Azienda Bergamasca Formazione a Treviglio, nella sede del Cfp (Centro di formazione professionale) in via Caravaggio, 50. Percorsi di approfondimento per tutte le esigenze, pensati per chi vuole acquisire una nuova professionalità, specializzarsi in un settore particolare o anche solo approfondire una passione personale. Tra le novità in programma, il corso di cucina gluten free e quello per operatore socio-sanitario.

“Entro dicembre inizieranno una trentina di corsi rivolti agli adulti, con un’attenzione privilegiata a chi desidera un’opportunità di riqualificazione e vuole essere accompagnato nella ricerca di un nuovo impiego – spiega Davide Finazzi, responsabile della sede Abf di Treviglio -In particolare, riceviamo continue richieste di personale qualificato nell’ambito della ristorazione, sia cuochi che operatori di sala e bar, ma ci contattano anche numerose aziende che si occupano di manutenzione del verde e di cura della persona”. Proprio per rispondere a queste esigenze è stato inserito per la prima volta nell’offerta formativa di ABF Treviglio il corso per diventare O.S.S. (operatore socio-sanitario), che inizierà il 23 settembre. Da gennaio seguiranno altri corsi legati all’ambito socio-assistenziale, grazie anche alla collaborazione con la casa di riposo “Anni sereni” e con le strutture ospedaliere del territorio. “Alcune proposte formative – prosegue Finazzi -

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possono essere utili anche a chi già lavora, come i corsi di gelateria, cucina e pasticceria gluten free: sono percorsi definiti in base alla necessità di rimanere competitive sul mercato espressa dalle numerose aziende del settore food con cui collaboriamo”. Si parte il 12 settembre con il test d’ingresso per il corso di “Inglese intermediate” per studenti e adulti che vogliono imparare le sfumature della lingua, scritta e orale. Gli altri corsi, che hanno tutti una durata variabile da un minimo di 4 a un massimo di 50 ore ad eccezione di quello per O.S.S. (1000 ore), non prevedono invece selezione per iscriversi, ma alcuni semplici requisiti che sono indicati sul sito di ABF (www.abf.eu), dove si possono trovare i programmi didattici e altre informazioni. Tra le proposte, anche il corso di “Business online”, che svela alcuni semplici accorgimenti per migliorare la presenza della propria attività commerciale sul web. “Abf Treviglio – conclude Finazzi - offre infine un servizio di accompagnamento al lavoro per tutti coloro che sono alla ricerca di un nuovo impiego, anche attraverso l’utilizzo dei finanziamenti regionali, come Garanzia Giovani e Dote Unica Lavoro”. ABF - Azienda Bergamasca Formazione ABF è un’Azienda Speciale della Provincia di Bergamo, nata nel 2005 per riunire tutti i Cfp, Centri di Formazione Professionale, sorti nella Bergamasca negli Anni Settanta. Con un’esperienza di oltre 45 anni nel campo dell’istruzione, formazione e lavoro, oggi conta sette sedi (Albino, Bergamo, Clusone, Curno, San Giovanni Bianco, Trescore Balneario, Treviglio) e ogni anno offre supporto formativo e orientativo a oltre 4mila giovani e adulti, in cerca di aggiornamento, riqualificazione e crescita professionale. Per le imprese c’è anche la possibilità di creare percorsi specifici in base alle esigenze aziendali, in materia di sicurezza e salute sul lavoro o su altre tematiche. ABF eroga inoltre servizi all’impiego ai sensi della legge regionale 22/2006, favorendo l’incontro tra chi cerca e chi offre un impiego e accompagnando l’inserimento lavorativo. Maria Carla Rota 3401751221 - mariacarlarota@movecommunication.it Rudy Zanchi - 3398690564 rudyzanchi@movecommunication.it


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RIFLESSIONI

AGOSTO 1967 - parte seconda Ritornati dalla vacanza a Maderno (bellissima località sul lago di Garda), resa disastrosa dal mio vivace comportamento; anche se io in realtà mi ero divertito parecchio, non altrettanto mia mamma, che essendo già molto magra ed avendo perso 5 kg in 15 giorni, finì decisamente sotto peso, al punto che il nostro medico di famiglia le prescrisse una cura ricostituente. I miei nonni paterni Oddone ed Elena, che vivevano con noi in cascina, cercavano di tenermi lontano da lei per farla riposare e riprendere un po'. La cascina dove sono nato (e che porterò sempre nel cuore), aveva un portico che copriva anche la porta di ingresso e li sotto su un grande tavolo i miei nonni stavano spennando 2 giganteschi tacchini, sotto il tavolo c'era un enorme cestone di vimini (el sistu ), dove mettevano le lunghe piume che toglievano agli animali. Io giocavo li vicino a loro; mio nonno Oddone non era per niente contento di come era andata la nostra vacanza che lui aveva finanziato e commentava: <ma si può farsi rovinare le ferie da un pistolino così? Se c'ero io la, gli piantavo dei calci nel culo, vedi come si raddrizzava!>, <Piantala Oddone, dovresti vergognarti di quello che dici, calci nel culo ad un bambino di 4 anni, non è così che si insegna l'educazione>. Io ero lì vicino e quel che sentivo dire dal nonno, non mi piaceva per niente, così andai sotto il tavolo, presi una gigantesca piuma appuntita dal cestone, andai dietro al nonno e quando si chinò in avanti, con tutta la forza gliela piantai nel sedere, purtroppo inavvertitamente invece di centrargli una natica gli infilzai i marroni; nonostante i suoi 70 anni, fece un salto incredibile; poi urla, bestemmie: "el ma ruinat, el cope, el cope", io cercavo di entrare in casa ma lui saltava proprio davanti alla porta; poi quando si riprese, cominciò a rincorrermi come una furia, per fortuna andavo come una saetta; intanto 20

nonna Elena aveva aperto la porta di casa e mi chiamava:"Giordano, dai vieni, forza" velocissimo mi infilai in cascina e lei si mise davanti a braccia aperte:<Oddone, fermati adesso non vai in casa, sei troppo arrabbiato, gli fai del male>, <Elena, spostati o non rispondo più di me>, <toglimi la mano dal braccio o giuro che te ne faccio pentire finché campi!>; il nonno sapeva benissimo che donna aveva di fronte e non osò sfidarla. In casa nel frattempo, mia mamma aveva dato il chiavistello alla porta; <Giordano, si può sapere cos'hai combinato? Il nonno urlava come una belva>, <gli ho piantato una penna nel sedere e lui continuava a dire:"i me coioni, i me coioni;>, <ma è possibile che non riesci a controllarti? Adesso stai vicino a me finché il nonno non si calma, sai che lui non scherza>. Il mattino del giorno successivo uscii di casa guardando bene in giro che non ci fosse il nonno, ma appena superai il portico mi arrivò nel didietro un terribile calcio, al punto che feci una piroetta in avanti; il nonno era nascosto dietro un pilastro, "hai visto che ti sono arrivato anche senza correre?"; mi venne una tale rabbia che non riuscivo neanche a piangere. Passai tutta mattina a pensare a come fargliela "pagare"; quando a mezzogiorno lo vidi togliersi gli stivali e lasciarli vicino alla sedia sotto il portico mi venne un'idea, spostai le pezze che usava per avvolgersi i piedi e feci la pipì in uno degli stivali; poi rimisi le pezze come prima. Dopo la pennichella del post-pranzo, il nonno uscì, (io lo osservavo a distanza di sicurezza, pronto a scappare fuori dal cancello), si sedette, si avvolse i piedi con le pezze e li infilò negli stivali, dopo pochi secondi se ne tolse uno, annusò la pezza e il calzino e si guardò in giro, quando mi vide mi puntò il dito contro e disse: <cancher>, ma non mi inseguì, andò in casa con in mano lo stivale e poco dopo uscì assieme a mia mamma:


RIFLESSIONI

<Giordanoo, vieni il nonno ti deve parlare>, <de chee>, avevo ancora il culo che mi faceva male; "vieni, ha promesso che non ti tocca con un dito, dai forza; "a quelle parole, cautamente mi avvicinai; "Ascolta Giordano, stamattina ero ancora arrabbiato, ti ho dato un calcio troppo forte ma mi sono pentito subito dopo, facciamo un patto: io ti prometto che non ti picchierò mai più e tu mi prometti che non mi farai mai più dispetti, va bene? Stringiamoci la mano"; io guardavo mia mamma e lei: <dai Giordano, stringi la mano al nonno> e così gli presi un dito e glielo strinsi. Da quel giorno in poi, i miei rapporti con nonno Oddone cambiarono completamente, all'indomani mentre stava andando al bar Sport da Mary, mi chiamò dicendomi: <vuoi venire con me in paese?> Io ero contento, mi mise sulla canna della sua bicicletta e partimmo. Durante il tragitto mi spiegava: "quel campo di erba si chiama medica, quello è mais o granoturco, questo albero è un pioppo; è importante che un contadino conosca tutte le piante". Cominciò a portarmi con sé anche sul trattore, il mitico Ferguson grigio acquistato nel 1952, io mi sistemavo seduto sulla cassetta contenente le chiavi, attaccata al parafango, mi piaceva da matti. Passò qualche mese, Natale era vicino, una mattina, finito di bere il latte, chiesi a mia mamma dove fossero il papà e il nonno: <sono andati in paese in banca>, mi rispose; uscii in cortile e vidi la 500 nella sua rimessa; qui gatta ci cova, mia mamma mi aveva detto una bugia; cominciai a cercarli dappertutto: in stalla, nel sottoscala, nel granaio, finché andai in cantina e li erano entrambi: <Giordano non devi entrare, stiamo costruendo una sorpresa>, mi disse papà e mi accompagnò fuori. Chissà cosa stavano costruendo? La mattina di Natale mi sveglio, scavalco le sponde del mio lettino (ormai troppo piccolo), arrivo in cucina, mio papà e mio nonno mi aspettavano; mi dissero: "vieni Giordano ti vogliamo far ve-

dere una cosa", mi portarono in cantina; "Buon Natale!" Avevano costruito per me una bellissima carriola di legno, usando una ruota di ferro di una vecchia zappatrice ormai inutilizzata; ero talmente contento che credevo di scoppiare dalla gioia, saltavo come una molla; il papà e il nonno vedendomi così felice, si facevano le "uova dentro"; quanti kilometri ho percorso con la mia meravigliosa carriola. Alla sera del 27 dicembre, siamo tutti a tavola, mio nonno era particolarmente felice e stava mangiando veramente tanto; "Oddone non esagerare, lo sai che dopo non riesci più a dormire, non vorrai scoppiare?" Gli disse nonna Elena. Purtroppo il presagio delle sue parole si avverò durante la notte, mio nonno ebbe una terribile crisi ed il suo cuore si fermò. Quella mattina (28 dicembre 1967), venne a svegliarmi mia zia Orsola, sorella di mio papà, dicendomi: <Giordano, il nonno se n'é andato>, io pensavo: "ma come andato? Senza di me? Mi aveva lasciato a casa! Poi entrammo nella sua stanza, sdraiato sul letto, era bianchissimo indossava ancora il pigiama, sul comodino c'erano 2 flaconi pieni di sangue; il nostro medico nel tentativo di alleggerirgli il cuore, gli aveva praticato un salasso, ma inutilmente; lo chiamai più volte, ma lui niente; "Giordano, il nonno non ti può sentire, sta dormendo il sonno eterno", - "non si sveglia neanche domani?", - "Non si sveglierà mai più", e li cominciai a piangere disperato. Se n'era andato proprio nel momento in cui cominciavamo a conoscerci; chissà quante cose avrebbe potuto insegnarmi. Della mia stupenda carriola è rimasta la ruota di ferro, adesso è appesa nella rimessa dove c'è il Ferguson (non lo abbiamo mai voluto vendere); mi piace avere attorno a me oggetti che mi ricordano persone che mi hanno aiutato a crescere. I ricordi per un uomo, sono importanti come le radici per un albero. Giordano 21


Ed è Poesia

Agosto "Grazie ai volontari”

Settembre "La Vendemmia”

Nel bellissimo paese chiamato Carvico è facile incontrare un volto amico. In molte situazioni di carattere sociale ci sono Volontari, pronti ad aiutare. Si organizzano intrattenimenti per varie tipologie di eventi; la finalità è la socializzazione per favorire la comunicazione. C'è chi si occupa del territorio e c'è chi pensa alle persone, chi segue i giovani all'Oratorio e chi gli anziani in pensione. Molti curano i boschi e i sentieri togliendo sterpi e rami caduti; il Monte Canto è nei loro pensieri, incuranti dei divertimenti perduti. Verso la fine del mese di Agosto prende il via la Festa Patronale e le associazioni si assumono il costo di un grande lavoro da organizzare. Per dieci sere si cena e si danza e un buon servizio è garantito dai volontari, che lavorano a oltranza, fino a quando non sarà tutto finito. Perciò grazie a voi, generose persone, per il tempo che donate al paese... pronti a compiere una buona azione con umiltà e senza pretese. (Piera Masoch)

Settembre... andiamo... è tempo di vendemmiare! Con le forbici e il cestino ci addentriamo nel filare. Con i grappoli maturi si riempiranno i tini... i succhi dolci e puri diverranno ottimi vini. Settembre... andiamo... è tempo di festeggiare! Ci riuniamo tutti nel cortile gustando cibo sano e genuino; sarà una festa in grande stile con abbondanza di novello vino. Al dio Bacco brindiamo con il dolce vinello... e danzando cantiamo un allegro ritornello. Settembre... andiamo... è tempo di ringraziare! Grazie per il vino in cantina che nelle botti potrà maturare... e per il raccolto abbondante che ha riempito il cascinale. Volge al termine l'Estate... è più tiepido il sole... le foglie si sono colorate di giallo, rosso e marrone. (Piera Masoch)

NEW ENTRY il Giornale della Gente

Direttore Onorario: Michele Cortinovis

Quindicinale d’informazione sociale e culturale

Anno 25- N°07 del 27/07/2019

Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti 22

SEDE

Brembate di Sopra (Bg) Via Tresolzio,48 - Tel. 3477352863


RIFLESSIONI

C'ERA UNA VOLTA L'AMORE L’amore abitava in una casa pavimentata di stelle e adornata di sole.Un giorno l’amore pensò ad una casa più bella. Che strana idea quella dell’amore! E fece la terra, e sulla terra, ecco, fece la carne , e nella carne ispirò la vita e nella vita impresse l’immagine della sua somiglianza. E la chiamò: uomo!NE dentro l’uomo, nel suo cuore, l’amore costruì la sua casa, piccola ma palpitante, inquieta, insoddisfatta come l’amore. E l’amore andò ad abitare nel cuore dell’uomo e ci entrò tutto, là dentro, perchè il cuore dell’uomo è fatto di infinito. Ma un giorno... l’uomo ebbe invidia dell’amore. Voleva impossessarsi della casa dell’amore, la voleva solo e tutta per sè, voleva per sé la felicità dell’amore, come se l’amore potesse vivere da solo. E l’amore fu scacciato dal cuore dell’uomo. L’uomo allora cominciò a riempire il suo cuore, lo riempì di tutte le ricchezze della terra, ma era ancora vuoto. Lo riempì di tutti i tesori della terra, ma era ancora vuoto. L’uomo, triste, si procurò il cibo col sudore della sua

fronte, ma era sempre affamato, a restava col cuore terribilmente vuoto. Un giorno l’uomo.... decise di condividere il suo cuore con le creature della terra. L’amore venne a saperlo.... . Si rivestì di carne e venne anche lui a ricevere il cuore dell’uomo.Ma l’uomo riconobbe l’amore e lo inchiodò sulla croce. E continuò a sudare per procurarsi il cibo. L’amore allora ebbe un’idea, si rivestì di cibo, si travestì di pane e attese silenzioso. Quando l’uomo, affamato, lo mangiò, l’amore ritornò nella sua casa, nel cuore dell’uomo. E il cuore dell’uomo fu riempito di vita, perchè la vita è amore. Un poeta brasiliano.

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IL SALOTTO DI KETTY

OLI VEGETALI - 1^parte Ben ritrovati! Dopo qualche settimana di stop, di meritato riposo, ora che abbiamo ricaricato per bene le nostre batterie, siamo pronti per ricominciare la nostra rubrica riguardante il benessere e la salute naturale. Vi aspettiamo inoltre nella nostra Erboristeria di Presezzo con delle novità che vi lasceranno sicuramente piacevolmente sorpresi! Come ogni anno, decidiamo di intraprendere il nostro percorso basato sull’informazione, in base alle vostre indicazioni, a quegli argomenti che vi stanno più a cuore e che sentite la necessità di approfondire, un po’ per conoscenza personale, e molto per sapere come utilizzare al meglio alcuni prodotti/integratori che fanno parte del vastissimo mondo della medicina naturale. Bene, in cima alla classifica, avete scelto di trattare….gli OLI VEGETALI! Il mondo degli oli in campo erboristico e naturale è veramente vasto; si potrebbe scriverne per anni, anche perché al giorno d’oggi, le più grandi aziende produttrici di oli, stanno facendo scoperte sempre nuove, stanno ricercando materie prime da cui ricavare il prezioso liquido con nuovi e moderni metodi di estrazione, in modo da lasciare completamente inalterato e il più puro possibile il prodotto. Oggi voglio fare una carrellata di tutti i principali oli vegetali che trovate in commercio e poi articolo dopo articolo, andremo ad approfondirne olio per olio tutto quello che concerne la produzione, l’uso, la conservazione e le eventuali controindicazioni. Vi piace vero? Bene, pronti via! Cominciamo con il dire che gli oli vegetali si distinguono in 2 grandi categorie: gli Oli Alimentari e gli Oli ad uso Cosmetico. Va da sè, come prima precisazione, che quelli ad uso alimentare possono essere usati tranquillamente anche per uso cosmetico, mentre solo in pochi casi vale il contrario. Tutto dipende dal tipo di estrazione e dal differente processo di produzione. In ogni caso il primo consiglio, che vale per ogni cosa, è di rivolgervi a personale qualificato che sappia come indirizzarvi nell’uso e nella somministrazione, come in questo caso degli oli vegetali! 24 www.newentry.eu


IL SALOTTO DI KETTY

• Gli Oli ad uso maggiormente Alimentare sono: olio di cocco alimentare, olio di mandorle dolci, olio di riso, olio di lino, olio di nocciola. Tra gli questi oli prendono posto anche i classici oli che siamo abituati ad utilizzare in cucina e che già conosciamo apertamente, quali olio di oliva, olio di semi di girasole, olio di soia, olio di palma. Ovviamente quest’ultimi non andremo ad analizzarli, ma ci concentreremo maggiormente su oli più particolari. • Gli Oli ad uso maggiormente Cosmetico sono: olio di cocco, olio di avocado, olio di neem, olio di ricino, olio di sesamo, olio di albicocca, olio di germe di grano, olio di jojoba, olio di arnica montana, olio di iperico, olio di calendula. Ripeto, certi oli “cosmetici” se riportano la dicitura “ad uso alimentare”, possono essere utilizzati anche in cucina, principalmente a crudo. Mi raccomando essendo creati principalmente per uso esterno non è detto che riportino tale dicitura, in quanto per diventare commestibili devono essere Bio e devono aver subito un trattamento di purificazione con valori più restrittivi. Detto questo consigliamo di acquistare prodotti che siano puri e spremuti a freddo, questo per mantenere inalterati i principi nutritivi, che invece andrebbero ridotti in gran percentuale se la spremitura dovesse avvenire a caldo. Infatti la presenza del calore aiuta a migliorare la resa dell’olio ottenuto, che sarà in maggiore quantità ma di qualità inferiore. Stesso discorso vale anche per i classici oli da cucina che utilizziamo! Ecco fatto! Abbiamo dato le informazioni di base per poter cominciare la rassegna dal prossimo numero, in cui andremo ad approfondire un olio che da qualche anno è veramente di moda oltre che un toccasana per corpo e alimentazione…l’Olio di Cocco! Per ulteriori informazioni, dettagli, TRATTAMENTI-MASSAGGI TERAPEUTICI MANUALI o CONSULENZE PRIVATE ci potete contattare: Mail negozio: info@erboristeriapresezzo.com - Sito: www.erboristeriapresezzo.com oppure ci trovate in negozio ERBORISTERIA PRESEZZO, Via Vittorio Veneto, 1064 Presezzo. TEL 035/4156226. Ivan Mangili e Katia Mussetti

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L’INTERVISTA

UNEVEN, LA MUSICA CONQUISTA IL PUBBLICO

La musica gli scorre nel sangue. Il sound è quello giusto, adatto per rimanere impresso nella testa. Due dj riuniti nel nome d’arte di “Uneven” pronti a conquistare il pubblico. La loro forza è l’elettronica, l’adrenalina arriva dalla gente che balla e canta al ritmo dei loro pezzi. Alessandro Maria Verrienti, 24 anni, e Riccardo Valdini, 19, entrambi di Torino, sono a tutti gli effetti dj e produttori. La giovane età non li spaventa. Anzi, è la loro arma in più. Sempre pronti, valigia e consolle in mano, per partire e far divertire platee nuove in giro per l’Italia. Partiamo proprio da qui: che significato ha la

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musica per voi? È uno degli aspetti più importanti della nostra vita: ci ha dato la possibilità di metterci in gioco, di vivere esperienze incredibili e di visitare un sacco di città incredibili. Ovviamente è un mondo molto difficile perché richiede tanta dedizione e sacrificio, noi abbiamo dovuto spesso fare molte rinunce per raggiungere i nostri obbiettivi, ma siamo convinti che ne sia valsa la pena. Come nasce la vostra vocazione per la musica? In maniera del tutto spontanea. Sin da ragazzini abbiamo nutrito un profondo interesse per il


L’INTERVISTA

mondo della musica in particolare quello della musica elettronica. Abbiamo iniziato giovanissimi ad approcciarci al mondo del djing e negli anni abbiamo concretizzato questa passione trasformandola in un vero e proprio lavoro grazie a molta dedizione e sacrificio. Due mesi fa è arrivato anche il vostro primo inedito… Si intitola “Like You” ed è realizzato in collaborazione con la bellissima voce di Norah B. E’ un disco che ci rappresenta sia a livello di sonorità che di ritmica e siamo molto contenti dei risultati in termini di visualizzazioni e di feedback. Dicevamo: valigia sempre pronta… Da quando abbiamo iniziato questo percorso insieme abbiamo avuto la possibilità di esibirci anche all’estero, suonando in tanti paesi del mondo tra cui USA a Miami, Repubblica Ceca a Praga, Olanda ad Amsterdam, India ad Hyderabad, Kolkata, Bangalore, Jaipur. La musica oggi è il vostro lavoro? Sì, attualmente possiamo dire che lo è! Ci riteniamo fortunati perché riusciamo a far coincidere la nostra grande passione con il nostro lavoro. In realtà, oltre alle serate, c’è un grande lavoro quotidiano in studio per preparare al meglio i nostri impegni. I sacrifici non mancano, ma quello della musica rimane un mondo pazzesco. Siamo affascinati dall’idea di raggiungere sempre nuovi obiettivi e vogliamo migliorarci continuamente. Nel frattempo, il vostro elenco di collaborazioni aumenta a vista d’occhio. Abbiamo collaborato con molti artisti anche di calibro internazionale. Attualmente però siamo molto concentrati sulle nostra future produzioni. Tra tutti gli artisti internazionali un nostro punto di riferimento è sicuramente ARMIN VAN BUUREN, sapere che avremo la possibilità di rilasciare un disco con sua etichetta, Armada, ci riempie di orgoglio. Sui social Uneven è particolarmente seguito dai fans.

Ci piace avere un rapporto diretto e spontaneo con la nostra “fan base”, prevalentemente utilizziamo Instagram anche su pubblichiamo contenuti regolarmente anche su Facebook e Twitter. Ci piace condividere la nostra vita professionale, i viaggi, le giornate interminabili in studio e le serate dal primo all’ultimo disco. E quando i fan vi cercano… Con loro cerchiamo di avere un rapporto molto spontaneo, anche perché ci piace vedere le reazioni del pubblico durante i nostri live e sapere che la nostra musica è apprezzata in giro per il mondo! Cerchiamo sempre di essere disponibili con tutti per foto e autografi, anche questo fa parte della nostra gratificazione. CONTATTI SOCIAL https://www.instagram.com/unevenmusic https://twitter.com/unevenmusic https://soundcloud.com/unevenmusic https://www.facebook.com/unevenoff

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Non confrontare

Ognuno di noi crea il suo piccolo mondo seguendo un percorso particolare, specifico, unico ed irrepetibile. Appena apre gli occhi l’essere umano comincia a rispecchiare le luci e le ombre intorno a sè e a popolarli di creature ed oggetti reali o immaginari. Non importa, ciò che è essenziale sono i rapporti che intreccia con loro, che si trasformano in ponti, aiutandolo ad uscire dal proprio guscio, ad incontrare gli altri, a conoscerli e di farsi conoscere. E’ questo avviene in modo diverso, perchè la fantasia dell’Universo è inesorabile. Come fiori in un giardino i bambini sbocciano in modo differente, piano, piano ognuno si veste con la propria dote, quello che li unisce è che sono tutti meravigliosamente ed incredibilmente belli. C’è il piccolo furbetto, che si accorge di tutto, nota tutto, trova via d’uscita dalle situazioni più aggrovigliate e riesce a tirarsi da solo per i capelli come il barone di Munchhausen da ogni orripilante palude. C’è il sapientone, che sa rispondere prontamente ad ogni domanda, orgoglioso e soddisfatto di sè. E c’è anche quel bambino timido, dolce sorriso, che fatica a comprendere le cose più elementari, ma il suo sguardo ti inonda di tanto sincero affetto che ti sembra di toccare il cielo e hai voglia di ringraziare, perche esistono bambini come lui. Bimbi diversi, grande mazzo di fiori, vari colori, molteplici aromi che insieme compongono

RIFLESSIONI

una sinfonia armoniosa, che glorifica il mondo. I loro sbagli sono gradini, che li aiutano a salire. Lo sbaglio più grosso dell’educatore è di confrontarli. Non si possono ordinare in una assurda graduatoria, sottomessi a rigidi schemi e categorie predefinite, indicando quelli più bravi come esempio da seguire. Più o meno esistono tra componenti identici, uguali. Loro invece sono diversi. Come si può decidere, se è più bella la rosa o l’orchidea, se il giacinto è più profumato del mughetto. Sono semplicemente diversi. L’educatore deve coltivare il suo piccolo giardino, sapendo che tutti questi bambini, fiori, non hanno bisogno di qualcuno che li spezzi le gambe ma di qualcuno, che li dona ali. Dara Naumova

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ITINERARI

Capo d’Orlando

Calda e accogliente Sicilia Ho potuto visitare sono una piccola parte della Sicilia, ma tanto mi è bastato per portarmela nel cuore al ritorno della breve vacanza. Paesaggi spettacolari a perdita d’occhio, mare cristallino, con chilometri di spiagge libere; grotte con calette suggestive, pietre vulcaniche secolari a formare faraglioni dalle forme affascinanti, impalpabile sabbia e sassolini colorati; piccoli borghi con vecchie casette affacciate su strette strade trafficate, distese di piantagioni di succosa frutta…e ancora tanto cibo ottimo, partendo dall’inimitabile granita con brioche a colazione, al pesce, agli arancini di riso, alla pasta alla norma, ai dolci…tutto veramente squisito! Le ricchezze siciliane naturali, culinarie, storiche e culturali sono ancora più apprezzabili perché la gente locale accoglie i turisti con calore e simpatia! Eravamo un’allegra comitiva di 10 persone, sempre un po’ incasinate negli spostamenti, soprattutto nelle partenze verso la spiaggia: ombrelloni, seggioline, zaini, borse termiche…è stata un’avventura molto piacevole, che mi ha riportato alla memoria anni lontani in cui trascorrevamo le ferie in campeggio con la rou30

lotte da 4 persone, ma ci stavamo invece in 8, con mia sorella, con tanta confusione ma altrettanta allegria e semplicità! Avvantaggiati dalla presenza tra noi di un siciliano, abbiamo visitato i dintorni di Torregrotta, in provincia di Messina, tra mare ed entroterra (Capo d’Orlando, Patti, Tindari, Milazzo…) fino ad un’escursione ad un paio di Isole Eolie, Lipari e Vulcano. Il traffico caotico d’agosto e il modo piuttosto indisciplinato di guidare dei siciliani, infatti, ci avrebbe creato non poche difficoltà negli spostamenti, per noi che non conoscevamo il territorio! Ogni luogo ci ha stupito per la bellezza e atmosfera in certi casi già quasi africana sia per temperatura che per tipologia di artigianato. Unico neo, come purtroppo spesso in Italia, la sporcizia a lato delle strade e sotto i ponti stradali… Disponibilità e gentilezza ogni volta che abbiamo chiesto delucidazioni: dalla leggenda del Santuario della Madonna di Tindari, alle ceramiche rappresentanti il Moro con la parte superiore della testa tagliata, alle pigne portafortuna... interessante tra mito e storia. I proprietari dell’appartamento che abbiamo af-


ITINERARI

fittato ci hanno invitato una sera a cena nella loro magnifica villa e messo a disposizione pure la piscina: lui un uomo alla mano, che non si dà assolutamente arie pur essendo molto ricco, anzi, ci ha raccontato il suo lavoro, la sua famiglia, le sue passioni per l’orto e il frutteto, i suoi viaggi, mettendoci a nostro agio; la moglie una “ semplice” donna, indaffarata a curare la villa, in cucina, ma pure dedita all’anziana suocera e

un po’ tuttofare. Come in tutti i paesi caldi, anche in Sicilia i ritmi di vita sono rallentati rispetto ai nostri, e sicuramente questa calma fa sì che gli abitanti di queste zone vivano più sereni di noi, che al contrario viviamo sempre di corsa! Moltissimi sono quindi i buoni motivi per cui la Sicilia ci ha conquistato, perciò speriamo di poterci tornare ancora! Ornella Olfi

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RIFLESSIONI

BELLO FUORI MAI IL CUORE... C’era una volta un giovane in mezzo a una piazza gremita di persone: diceva di avere il cuore più bello del mondo, o quantomeno della vallata. Tutti quanti glielo ammiravano: era davvero perfetto, senza alcun minimo difetto. Erano tutti concordi nell’ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano, più il giovane s’insuperbiva e si vantava di quel suo cuore meraviglioso. All’improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio, che emergendo dalla folla disse:“Beh, a dire il vero il tuo cuore è molto meno bello del mio.” Quando lo mostrò, aveva puntati addosso gli occhi di tutti: della folla, e del ragazzo. Certo, quel cuore batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici. C’erano zone dove dalle quali erano stati asportati dei pezzi e rimpiazzati con altri, ma non combaciavano bene, così il cuore risultava tutto bitorzoluto. Per giunta, era pieno di grossi buchi dove mancavano interi pezzi. Così tutti quanti osservavano il vecchio, colmi di perplessità, domandandosi come potesse affermare che il suo cuore fosse bello. Il giovane guardò com’era ridotto quel vecchio e scoppiò a ridere: “Starai scherzando!”, disse. “Confronta il tuo cuore col mio: il mio è perfetto, mentre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime.” “E’ vero!”, ammise il vecchio. “Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto, ma non farei mai cambio col mio. Vedi, ciascuna ferita rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore: ho staccato un pezzo del mio cuore e gliel’ho dato, e spesso ne ho ricevuto in cambio un pezzo del loro, a colmare il vuoto lasciato nel mio cuore. Ma, certo, ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi e così ho qualche bitorzolo, a cui però sono affezionato: ciascuno mi ricorda l’amore che ho condiviso. Altre volte invece ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto: questo ti spiega le voragini. Amare è rischioso, certo, ma per quanto dolorose siano queste vo32

ragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l’amore che ho provato anche per queste persone...e chissà? Forse un giorno ritorneranno, e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro. Comprendi, adesso, che cosa sia il vero amore?” Il giovane era rimasto senza parole, e lacrime copiose gli rigavano il volto. Prese un pezzo del proprio cuore, andò incontro al vecchio, e gliel’offrì con le mani che tremavano. Il vecchio lo accettò, lo mise nel suo cuore, poi prese un pezzo del suo vecchio cuore rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta aperta nel cuore del giovane. Ci entrava, ma non combaciava perfettamente, faceva un piccolo bitorzolo. Poi il vecchio aggiunse: “Se la nota musicale dicesse:” Non è la nota che fa la musica...” Non ci sarebbero le sinfonie. Se la parola dicesse:”Non è una parola che può fare una pagina...” Non ci sarebbero i libri. Se la pietra dicesse: “Non è una pietra che può alzare un muro...” Non ci sarebbero case. Se la goccia d’acqua dicesse:”Non è una goccia d’acqua che può fare un fiume...” Non ci sarebbero gli oceani. Se l’uomo dicesse: “Non è un gesto d’amore che può rendere felici e cambiare il destino del mondo...” Non ci sarebbero mai né giustizia, né pace, né felicità sulla terra degli uomini”. Dopo aver ascoltato, il giovane guardò il suo cuore, che non era più “il cuore più bello del mondo”, eppure lo trovava più meraviglioso che mai: perchè l’amore del vecchio ora scorreva dentro di lui. In questa storiella c’è racchiusa un pò di vita di tutte le persone, ognuna con il suo cuore, con i suoi bitorzoli, con i suoi vuoti, e con tutto ciò che nel corso degli anni si è donato e si è ricevuto. E come la sinfonia ha bisogno di ogni nota; come il libro ha bisogno di ogni parola; come la casa ha bisogno di ogni pietra; come l’oceano ha bisogno di ogni goccia d’acqua; così il mondo ha bisogno di te, ha bisogno del tuo amore, perché sei unico ed insostituibile...


ESSERE AUTONOMI “Sa, l’importante è che riesca a recuperare la mia autonomia.” Esco dalla stanza con questa frase nelle orecchie. E penso che il concetto di autonomia può essere davvero molto variabile e tremendamente relativo. Nel caso in questione, si tratta di riuscire ad andare in bagno da solo, di spostarsi dalla carrozzina al wc e ritorno. Già la doccia è fuori discussione. Molto distante dall’idea di autonomia che si ha nel mondo “normale”. Così, mentre cammino nell’aria ancora meravigliosamente fresca, attraversando i giardini che separano le palazzine dell’ospedale, penso a cosa davvero significa sentirsi autonomi. Che, al di là degli aspetti concreti, è uno stato della mente, è il nostro modo di percepirci nel mondo. Sono autonoma perché ho vissuto da sola e lo potrei fare ancora, se dovessi? Perché sono in grado di pagare un affitto, di guidare un’auto? Sono meno autonoma perché il mio inglese lascia molto a desiderare, e fatico a leggere un articolo scientifico che non sia in italiano? Sono autonoma perché posso prendere tranquillamente una metropolitana senza avere crisi di panico? Non continuo nell’elenco, ma ho l’immagine di cerchi che si intrecciano, si allargano, si stringono: ogni cerchio è un aspetto della nostra vita, in cui ci muoviamo con maggiore o minore scioltezza e abilità, rendendolo pertanto più grande o più piccolo, ampio o angusto. Insiemi molto diversi per ciascuno di noi: chi è o non è autonomo? In assoluto? Ho conosciuto persone che si sentivano autonome in carrozzina, altre che non si sentivano tali perché bloccate da paure, ansie, difficoltà psicologiche. Quando siamo davvero autonomi, indipendenti? E poi, dove sta il confine tra indipendenza, autarchia, bisogno degli altri?

RIFLESSIONI

Non sono autonomo perché ho bisogno di qualcuno che mi faccia la doccia o mi aiuti a vestirmi? Sono autonomo se faccio la mia vita e nei momenti di sconforto sento il bisogno di avere qualcuno accanto a me che mi ascolti e mi aiuti? C’è differenza? Sì e no. In tutto questo vedo un filo che collega ognuno di noi, reti di forze e debolezze, di capacità e bisogni. Ovviamente c’è un piano di autonomia che riguarda abilità/disabilità. Ma su un altro piano, l’autonomia è uno stato della mente. E comprende anche l’aiuto degli altri quando ne abbiamo bisogno. Non siamo meno autonomi per questo. “e udì estranea un estraneo che diceva: Iosonoaccantoate.” Rilke, Il rapimento, da: Nuove poesie Io sono accanto a te. Estranei, compagni di viaggio. Meraviglia della vita. sguardiepercorsi

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RIFLESSIONI

VIVERE DI PAURE... Troppe volte mi son sentito dire “Dottore, può aiutarmi a trovare una nuova casa a Fido? - sa, il pediatra di mio nipote ha detto che il bambino è allergico...” - “Ma ha fatto qualche test? Qualche prova allergometrica?” - No... ma sa, il bambino ha sempre la tosse... “ - e magari fumano in casa, ci sono i lavori in strada, vivono nella polvere ma la colpa è del cane/gatto. Poi ci sono quelli che vogliono dare via il cane/gatto perchè ci sono bambini piccoli per casa ed hanno paura delle

malattie. Quali malattie? Non lo sanno ma gli animali portano SICURAMENTE malattie. Viviamo in una società che ci terrorizza col rischio biologico per farci dimenticare il rischio chimico, gente che si terrorizza per una pipì di cane e non delle 10 automobili col motore acceso che gli stanno intorno, la pipì del cane non fa venire il cancro, le polveri sottili si. Ci pensate se il ginecologo di Maria avesse detto “Il bue e l’asinello fuori dalla stalla altrimenti Gesù si ammala!”? La paura fa vendere,

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è economicamente vantaggiosa, ci fa comperare disinfettanti, ci fa riempire di vitamine ed integratori, ci vogliono far credere di essere tutti malati o perlomeno a rischio di esserlo. Poi, girando per il web scopri che ci sono tantissimi studi che dimostrano che i bambini nati in case con animali hanno una percentuale di malattie allergiche inferiori, scopri che gli animali fanno addirittura bene alla salute e sapete perché? Perchè il nostro sistema immunitario va allenato, l’aumento vertiginoso delle patologie allergiche che si riscontrano nella nostra società è dovuto all’eccesso di igiene, alla disabitudine del nostro organismo a fronteggiare gli attacchi anche banali. I bambini che giocano con le ginocchia nel terreno, che si fanno microferite, che toccano il fango si ammalano di meno ma così non si vendono disinfettanti per le mani, per la frutta etc. etc., ci fracassiamo di tachipirine, antibiotici ed antinfiammatori diventando sempre più deboli. Sono ormai quasi

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29 anni che ogni mattina vado al lavoro e tocco cani e gatti a mani nude, non prendo antibiotici se qualche gatto mi graffia... e non mi ammalo di influenza da 15 anni, non ho mai preso funghi di pelle (e ne ho toccati di gatti con la micosi!), non ho mai preso la scabbia. L’uomo ha sempre vissuto con gli animali, invece di preoccuparci di loro dovremmo chiederci cosa mangiamo, cosa respiriamo, quanta chimica c’è nella nostra vita quotidiana, cosa c’è nei farmaci che ingurgitiamo. Dobbiamo anche chiederci quanti abbiano la depressione e lo stress sulle nostre patologie perché, sia ben chiaro, i nostri animali domestici sono il miglior antidepressivo che esista al mondo e non hanno effetti collaterali, mandarli via è un crimine di cui non dobbiamo essere complici. L’amore degli animali salva vite umane, sappiatelo. Dott. Vincenzo M.

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MALIGNO ALCOL Sono un alcolista anonimo, anche i miei genitori erano alcolisti e avendo vissuto l’esperienza dei miei, mi sono sempre detto: “io non devo fare assolutamente la loro fine”. Il motivo principale per cui vi racconto la mia storia è cercare di aiutare altri alcolisti ad evitare questa tragedia che sto cercando di affrontare. Questo è il conto che il “MALIGNO” alcol mi ha presentato. Torniamo alla mia gioventù. Per prendere il largo dall’alcolismo che avevo in casa, mi sono dedicato all’atletica leggera, cercando di stare il più possibile lontano dai miei genitori. Sono arrivato ai 22 anni senza incontrare l’alcol. Poi è arrivato il lavoro e per affrontarlo ho scoperto che un bicchiere di vino mi dava una grande forza. Una forza che mi faceva sentire un leone.

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Oggi un bicchiere, domani due...in poco tempo l’alcol mi ha fatto sentire la sua necessità, e non solo nel lavoro. Adesso mi rendo conto che è proprio vero quello si sente nei gruppi: ”E’ il primo bicchiere quello che fa male” a me... sicuramente. Tra tutti i miei amici, e vi garantisco che quando bevevo ne avevo molti, il più forte di tutti ero sempre io. Io con l’alcol. Gli stessi amici, se così si possono chiamare, ormai da mesi sono spariti. Comunque per farla breve, a 57 anni, facendo degli esami di routine e poi degli accertamenti mi è stato diagnosticato un cancro al fegato. All’inizio sembrava tutto risolvibile. Dopo i primi interventi, però da benigno che sembrava è risultato maligno. Ho avuto diverse emorragie, rischiando ogni volta di morire. La diagnosi è stata, e la sottolineo per tutti: ”Abuso di alcol”. Sto vivendo dentro e fuori dagli ospedali con l’unica e ultima speranza di trovare un fegato compatibile per un trapianto. Nel frattempo si è bloccato l’intestino e vado avanti a clisteri. Anche i reni si sono bloccati e per espellere i liquidi e le urine mi devono bucare la pancia due volte o tre alla settimana. E’ un inferno. Proprio in questo momento, dal mio letto di ospedale, sto dettando questa mia storia ad un amico del gruppo di Alcolisti Anonimi di cui faccio parte. Questo solo per evitare ad altri di vivere un dramma come il mio. Da più di sette mesi ho iniziato a frequentare il gruppo dove ho trovato dei veri e sinceri amici che mi sono vicini in ogni modo. C’è chi viene a trovarmi in ospedale, chi mi telefona e altri mi scrivono messaggi. Oltre ai miei familiari solo loro mi sono stati vicino durante i miei ricoveri e vi assicuro che sono stati tanti. Il mio rimpianto più grande e di non aver var-


ASSOCIAZIONE ALCOLISTI ANONIMI

cato quella porta miracolosa anni fa e di non aver avuto prima l’opportunità di conoscere questa grande famiglia degli “Alcolisti Anonimi”. Anche se credo sia ormai tardi, continuo a pregare il mio Potere Superiore di dare la forza a tutti i gruppi di trasmettere il messaggio di speranza degli Alcolisti Anonimi, per dare la possibilità a tutti coloro che ancora soffrono di questa incurabile, progressiva e mortale malattia che è l’alcolismo, di recuperarsi. Nel gruppo ho trovato l’amore che mi ha dato la forza per affrontare questo momento drammatico. Una grande forza mi giunge anche dalla Preghiera della Serenità, che ogni sera recito dal mio letto di ospedale all’orario di chiusura delle nostre riunioni, sentendomi così vicino e appartenente a questo meraviglioso gruppo che mi ha accolto e mai avrei pensato. Sono grato al mio Potere Superiore che anche oggi veglia su di me. Serene 24 ore.

Noi di Alcolisti Anonimi desideriamo ringraziare il nostro amico per la preziosa testimonianza... purtroppo é venuto a mancare. Ci auguriamo che possa essere di aiuto a tante persone che soffrono ancora per causa dell’alcolismo. Nostro amico ci ha lasciato ma sobrio e per noi è il significato che restare sobri si può, nonostante tutto e sopratutto non si è più soli. Numeri utili Referente provinciale Brescia 334 73 44 880 Numero Verde 800 411 406 Sito web www.alcolistianonimiitalia.it

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RIFLESSIONI

LA LUNA E LE STELLE Si è molto parlato del cinquantesimo anniversario dello storico sbarco dell’uomo sulla luna. Avevo 6 anni all’epoca e mi ricordo molto bene quel periodo, la televisione era arrivata da poco nella nostra cascina e mio padre era stato particolarmente colpito da questo straordinario avvenimento. Seguiva il telegiornale e tutti i suoi speciali con una attenzione maniacale; “sito sent, sito sent” continuava così quando trasmettevano qualcosa riguardante la luna. IL 16 luglio 1969, quando il TG della sera mostrò la partenza del razzo avvenuta nel pomeriggio, mio papà era incontenibile, scattò in piedi incitando gli astronauti: dai, dai, forza ce la fanno, ce la fanno. Finito il telegiornale ebbe una brillante idea: “andiamo tutti fuori in cortile, con la gigantesca scia di fuoco che rilascia il missile si vedrà sicuramente andare verso la luna”; e così tutti fuori in mutande e canottiera a guardare il cielo stellato alla ricerca della scia di fuoco della navicella spaziale, (a pensarci adesso la cosa fa veramente ridere, però tornando indietro di cinquant’anni, è una ingenuità che si può comprendere), “papà papà, eccolo là il missile”, “ma no Giordano, quello la è il timone del carro grande, se guardi a sinistra c’è anche il carro più piccolo”; “papà, c’è anche un trattore? “Ascolta Giordano, il cielo non è 38

una azienda agricola.” Dopo aver scrutato il cielo per mezz’ora ed aver avvistato diversi oggetti luminosi che non erano l’astronave; letteralmente sbranati dalle zanzare, decidemmo di rientrare in casa. Dopo quattro giorni di viaggio la navicella spaziale arrivò sulla luna, era il 20 luglio 1969, l’atterraggio fu seguito in diretta praticamente da mezzo mondo, quella sera eravamo tutti davanti alla TV, mio papà non riusciva nemmeno a stare seduto dall’emozione, la mitica telecronaca di Tito Stagno passò alla storia, quando disse che l’astronave toccò il suolo lunare, tutti gridammo: “vittoria”, dopo parecchi minuti gli astronauti scesero e camminarono sulla luna, fu l’apoteosi; mio papà ridisse: <usciamo e guardiamo se si vede qualcosa sulla luna>, <nooo, per amor di Dio, go amo le trosule dell’altra volta>, rispose mia mamma. Solo mio papà ed io uscimmo ad osservare la luna, naturalmente non si vedeva niente di strano, ma dopo aver osservato bene il cielo dissi a mio padre : < il carro grande è un po’ storto, perché?>, <avrà una ruota buca>, poi cominciò a sghignazzare, (io la capii qualche anno dopo); così un po’ delusi, salutammo le nostre “amiche” zanzare e rientrammo in casa. Gli americani andarono sulla luna altre 6 volte, por-


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tando sulla nostra terra circa 400 kg di pietre lunari; le missioni Apollo avrebbero dovuto proseguire fino alla numero 20; ma le risorse economiche dovettero essere sposate a favore dell’esercito in seguito alla guerra in Vietnam; così tutte le astronavi già costruite rimasero inutilizzate, adesso fanno parte del museo della NASA. Migliaia e migliaia di menti geniali e una montagna di soldi impiegati nelle varie missioni Apollo; ma in definitiva quali benefici hanno portato a noi comuni mortali??? Nella mia infinita ignoranza mi pongo delle domande banali: se tutte quelle risorse umane ed economiche fossero state impiegate per far sparire o diminuire la fame nel mondo, non sarebbero state utilizzate in un modo migliore?

Tutt’oggi sono ancora migliaia i bambini che nascono senza avere un futuro; prima di impiegare fondi per sapere come si sta sulla luna o di quale colore è la superficie di Marte, o se lontani anni luce esistono altre forme di vita; non sarebbe meglio pensare alla vita della nostra Terra?? Al mattino, per le esigenze del mio lavoro, mi alzo sempre alle 04,00 e quando percorro gli 80 metri che separano la mia casa dalla stalla, osservo sempre il cielo, è sempre uno spettacolo meraviglioso, ma mi rattrista pensare che ognuna di quelle stelle potrebbe essere un bambino morto di fame sulla nostra terra. Giordano

"Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l'umanità": una frase che sembra esser quasi diventata oggi una formula retorica, da tirare fuori all'occasione. Ma torniamo a quel 16 luglio '69 in cui l'Apollo 11 decollò da Cape Canaveral, per ripercorrere alcune delle tappe fondamentali che portarono Neil Armstrong a pronunciare quelle parole, in diretta mondiale, mentre posava il primo piede umano sulla Luna il 20 luglio di 50 anni fa

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VIVI, LASCIATI ANDARE... Se ti va, dai retta a uno che la strada “giusta” ma infelice l’ha abbandonata, trovando la felicità sulle strade polverose e sterrate della vita. Se fai un lavoro che odi, guardati intorno, informati, studia, cercane un altro. Se trovi un lavoro che ami, non lavorerai mai più nella tua vita. Se hai intorno a te persone che non hanno altro che negatività da offrirti, circondati di persone nuove, diverse, simili a te. Sii tu a scegliere chi far entrare nella tua vita, non tenere la porta spalancata a chiunque passi di lì. Se non ti piace il luogo in cui vivi, vai da un’altra parte! Le radici sono nella tua testa, tu non sei un albero. E ricorda che la vita non dev’essere una continua sofferenza. Non dar retta a chi ti dice che devi portare la croce, abbassare la testa e obbedire. Non ascoltare chi ti dà del viziato, dell’ingrato e dell’illuso. Se hai un corpo funzionante, se sei li-

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bero e se hai del tempo davanti a te, hai tutto ciò che ti serve per scegliere di essere felice. Mangia, di gusto e in compagnia. Spegni il cellulare quando ti siedi a tavola e guarda negli occhi le persone. Vivi, lasciati andare. Fatti trascinare dalle correnti del vento della vita. A volte ti porteranno al caldo, a volte al freddo, a volte ti faranno volare, a volte ti faranno schiantare. Ma è questo il bello: solo così vedrai da vicino tutte le sfumature di questa vita. E lascia andare. Ti prego, lascia andare. L’odio, i fastidi, le paranoie, i dubbi, le aspettative, le delusioni. Le scuse che non hai mai ricevuto. Perdona, perdonati e guarda avanti. Accetta che la vita non è sempre giusta. Ma ricordati che potrai sempre renderla felice. E poi viaggia. Con le gambe e con la mente, di corsa e lenta-


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mente, nel mondo e da casa. Innamorati follemente di questo mondo. Quando non avrai più tempo, avrai solo più i ricordi. E te li ricorderai tutti i luoghi che ti hanno emozionato. L’amore è un uragano, è un vulcano, è un’esplosione di vita. L’amore fa danni collaterali, ma ne vale la pena. Innamorati di te stesso. Guardati allo specchio e regalati un sorriso. Non sei perfetto, ne hai commessi di errori… Ci sono cose di te che non ti sono mai piaciute, ma in fondo non sei così male. Quelle cicatrici sulla tua anima sono il simbolo della tua unicità. Fai pace con la persona che vedi riflessa nello specchio, perché è l’unica con cui dovrai convivere per sempre.. Infine ricorda: magari esiste un Aldilà, magari ci sono l’Inferno e il Paradiso. Magari ti reincarnerai in un fiore o in uno scoiattolo. Magari di te resterà solo un’anima che vaga per l’Universo. Ma non puoi saperlo e

allora, nel dubbio, prenditi cura del tuo tempo. Non farti ossessionare dal passato, il passato non torna! Non pensare sempre al futuro, è un’incognita che non puoi prevedere. Goditi al massimo il presente, perché è tutto ciò che hai. Riempilo di cose belle, quelle che ti fanno sorridere fuori e dentro. Quei momenti di pura vita che non dimenticherai mai. Riempilo di felicità. Gianluca Gotto Manila Grace Fall/Winter 2019

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RIDIAMOCI SOPRA

UN INUTILE AIUTO Un uomo sta passeggiando su un ponte quando all’improvviso scivola e cade in acqua. Subito si mette ad urlare: “Aiuto! Aiuto! Non so nuotare!”. Una vecchietta che passa di lì si commuove, gli getta un biglietto da 5 Euro e gli dice: “Tenga buon uomo, si compri un salvagente”. PERFETTA DEDUZIONE Un vecchietto va in panetteria: “Vorrei due chili di pane”. La panettiera: “Guardi che poi le viene duro”. Lui: “allora me ne dia 4”. LETTERA INCORAGGIANTE Un matto scrive alla madre dal manicomio: “Ciao, sono quasi guarito, oggi mi hanno fatto i raggi e se domani mi fanno i cerchioni vengo a casa in bici!”. AL RISTORANTE Al ristorante. -Cameriere, ha del fegato? -Certo, signore. -Allora mangi questa minestra! UN BUON AUGURIO Cappuccetto Rosso sta per uscire di casa, la mamma chiede:”Dove vai cara? Dalla nonna...”, “In bocca al lupo!” AMORE Due uomini parlano delle loro rispettive motivazioni di matrimonio: - Io mi sono sposato per amore! - dice il primo - E tu? Ti sei sposato per amore o per denaro? - Per me è stata una felice combinazione delle due cose. - risponde il secondo. - Cioè hai trovato sia l’amore che il denaro? - No. Mi sono sposato per amore del denaro. BELLA MIRA Un esperto cacciatore si reca in un’armeria per acquistare un mirino di ultima generazione. Il proprietario del negozio gli mostra diversi modelli, ma quello che interessa al cliente è costoso. Talmente costoso che ad un certo punto 42

sembra voler rinunciare all’acquisto. A quel punto il proprietario oltre a descrivere l’oggetto minuziosamente gli da la possibilità di provarlo. Escono dal negozio e dice di puntare verso un casolare in aperta campagna: “vede quella è casa mia, esattamente a 4 km da qui!”. Il cliente lo prova: “Effettivamente questo mirino è eccezionale! Sembra di avere la sua casa qui a 10 metri, invece sono ben 4km!” Il cacciatore continua a guardare verso il casolare quando ad un certo punto vede una donna bionda completamente nuda che gira per casa. Lo fa notare al negoziante, che dopo aver guardato la donna, afferma che sua moglie ama uscire dalla doccia in quelle condizioni. Il cacciatore continua a guardare ed ad un certo punto esclama: “ Ma c’è anche un uomo nudo!”. L’armaiolo guarda e riconosce il postino ed esclama: “guardi, il mirino è suo gratis se con 2 colpi colpisce mia moglie alla testa ed il postino nelle parti intime!”. Il cacciatore prende la mira e risponde: “sa che forse ce la faccio con un colpo solo?!”. TRA AMICI - Devo confessarti che ieri ho fatto l’amore con tua moglie per 5 ore di fila. - Io invece ho fatto 5 ore di fila per fare l’amore con la tua. LA SPESA Papà il mio ragazzo dice che ho una bella carrozzeria e due belle sospensioni! Il papà: digli che se apre il cofano e tocca il motore gli spezzo la marmitta! PROVARE PER CREDERE Un uomo porta con sé il suo collega a casa, dopo averlo invitato a cena... La moglie vedendolo rincasare chiede: “abbiamo ospiti stasera?” “Sì cara” risponde il coniuge, “è Antonio, un mio collega... sai l’ho invitato a cena perché non vuole credere che tu cucini peggio di sua moglie!”


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UN MEZZANESE RICORDA... FELICE GIMONDI GRANDE CAMPIONE L’improvvisa morte del campione Felice Gimondi avvenuto a ferragosto, 16 agosto giorno di S. Rocco, ha colpito tutti, sportivi o meno, la dolorosa notizi è permesso per alcuni giorni di riempire pagine dei giornali e spazi televisivi, raccontando i successi del campione bergamasco e della sua vita successiva, vissuta sempre accanto al ciclismo. Nato a Sedrina il 29 settembre 1942 ha sempre vissuto nel bergamasco, andato ad abitare Paladina fino alla sua morte. Il suo legame con Brescia è sempre stato forte, schietto ed amicale. Negli anni delle sue prime corse lo si vedeva di frequente sulle nostre strade ad allenarsi od a cimentarsi, così come è avvenuto quando è diventato un campione, vincendo grandi giri ed importanti classiche, nonostante la presenza in gara in quegli anni del belga Eddy Merckx, plurivincitore in molte gare proprio davanti a Gimondi. Debutto nel professionismo nel 1965 vincendo il Giro di Francia, che aveva già vinto l’anno prima come dilettante (Tour de l'Avenir), fino al 1977. Anni che videro ragazzi, giovani ed adulti tifare per lui ed immedesimando in lui. Un tifo diffuso in tutta Italia ed oltre, per il suo stile caparbio di correre, ma anche di uomo serio e leale. Nato e cresciuto in provincia ha sempre onorato e rispettato quel mondo, non dimenticandolo. Le magliette dei corridori allora erano di lana e portavano il nome di marche figlie della fatica degli operai e

Gimondi premiato dal Sindaco Varinacci a Calvisano nell’ottobre 1971 del talento di imprenditori italiani: Molteni, Filotex, Legnano, San Pellegrino, Carpano, Salvarani, Bianchi. Quest’ultima era una maglia che, descritta da Adriano De Zan e Sergio Zavoli, sembrava, a chi la vedeva solo in bianco e nero, un tripudio di colori ed era facile assimilarla a quel ricordo di un uomo solo al comando, il bianco celeste Fausto Coppi. Ognuno, in particolare quelli di una certa età quasi identica alla sua, ha tanti ricordi di Felice Girmondi e della sue corse, delle tante ansie ed attese per

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vederlo vincitore. Lui dirà: “Ho avuto tanti e veri tifosi, che hanno perso scommesse, perché loro puntavano su di me, anche se era più facile che io perdessi”. Successe così anche in quel 5 settembre del 1971, sul circuito del mondiale a Mendrisio, in Svizzera Canton Ticino, quando alla fine gli ultimi due giri videro Gimondi e Merckx in fuga e giungere alla volata finale, un sperare fino a 50 metri dal traguardo, poi il belga è primo. A tifare per lui anche noi, io e la mia futura moglie con il sindaco Mario Varinacci e consorte, così come avveniva

GIMONDI: 2° Mondiale di Mendrisio 05.09.1971 - Tifosi Italiani un mese dopo al Circuito degli Assi a Calvisano presenti Gimondi e Merckx ed altri. A Calvisano al Circuito degli Assi, Gimondi venne più di una volta, compresa quella del 1971. Nel nostro Comune per venti anni circa, dal 1956 si svolse l’ importante Circuito, che vide impegnati il campionissimo Fausto Coppi, Ercole Baldini, Eddy Merckx,

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Giuseppe Ogna presenti con la maglia di Campioni del Mondo, quindi, Felice Gimondi, Gianni Motta, Francesco e Aldo Moser, Michele Dancelli, bresciano come Ogna, Kazianka, Bono, Fantini e Bertoglio, o i grandi Jacques Anquetil, Miguel Poblet, Oscar Plattner, oltre a Battistini, Massignan, Ronchini, Basso, Bitossi, Baffi, Venturelli, Pesenti e tanti altri. Ebbi l’occasione irripetibile, di vedere Gimondi vincere la volata della 21° tappa del Giro d’Italia, l’11 giugno 1976 a Bergamo, battendo Merckx, Baronchelli, Moser, Panizza, Zilioli ed altri campioni che ebbe a superare vincendo per la terza volta il Giro d’Italia (1967 – 69 – 76). Una entusiasmante volata vincente che Gimondi aveva già vinto al mondiale di Barcellona il 2 settembre 1973 davanti a Maertens, Ocana, Merckx. Lo applaudi o salutai in altre occasioni negli anni successivi dopo la sua lunga carriera ciclistica. A qualche partenza o arrivo di tappa del Giro d’Italia, a due/ tre Mondiali svoltisi in Italia, a qualche fiera del ciclo a Milano o Padova dove Gimondi era ospite. O nel marzo del 2010 alla Mostra di Dancelli, quaranta anni dopo la vittoria nella Milano-San Remo. Era presente anche il 28 maggio scorso alla partenza del Giro d’Italia a Lovere.

Vittoria a Bergamo nel Giro d’Italia SABATO 11 GIUGNO 1976

Gimondi primo a destra, alla festa di DANCELLI 40 anni dopo la San Remo - 11.03.2010

Marini Marino

GIMONDI ALLA PARTENZA DA LOVERE - 28.05.2019 46


NEWS DAL MONDO

California, famiglia bloccata in un canyon si salva grazie a un messaggio in bottiglia.

Usa: ricevono 120 mila dollari per sbaglio e li spendono. Denunciati per furto

Si sono salvati tutti grazie al messaggio in una bottiglia, o meglio, in una borraccia. Il 15 giugno Curtis Whitson, la fidanzata Krystal Ramirez e il figlio tredicenne stavano facendo un’escursione tra i canyon californiani quando sono rimasti bloccati sotto una cascata.

Hanno trovato sul conto corrente 120mila dollari e, anziché avvisare la banca dell’errore, li hanno spesi. Un suv, un camper, due quad e un rimorchio per auto: è questa la lista degli acquisti di Robert e Tiffany Williams (36 e 35 anni) di Montoursville (Pennsylvania), che ora sono accusati di furto. Come riporta la Bcc, i coniugi hanno ammesso di sapere che il denaro non era loro, e sono poi stati rilasciati su cauzione di 25mila dollari.

Fa sesso in trasferta e muore, l'azienda costretta a risarcire i familiari Era morto d'infarto durante un atto sessuale extraconiugale, mentre si trovava in trasferta di lavoro, nel febbraio 2013. E per i giudici francesi, il decesso di Xavier X. è una circostanza paragonabile a un "infortunio sul lavoro". Quindi i familiari del dipendente della ditta "Tso" hanno diritto a tutti i benefici previsti in caso di incidente sul luogo dove si svolge la propria professione.

Dorian: abbraccio dei compagni di scuola dopo l'uragano. Il piccolo Makai era alle Bahamas con la famiglia, originaria dell'arcipelago, quando è arrivata la tempesta. Ieri, in Florida, è tornato tra i banchi accolto dall'affetto dei compagni e da un "We missed you". La madre: "È quello di cui avevamo bisogno"

PERCHE’ ANDARE ALL’ESTERO PER LE CURE DENTALI? AMBULATORIO ODONTOIATRICO Dott. FRANCESCO SANTORSOLA

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In un momento difficile come quello attuale, segnaliamo la Campagna che il nostro Ambulatorio, presente sul territorio da oltre 10 anni, propone al pubblico. Ricordando come le cure odontoiatriche e la prevenzione siano fondamentali per la buona salute psicofisica, evidenziamo l’obiettivo del nostro ambulatorio: rendere accessibili le cure dentali a tutti, comprese le persone meno facoltose ed è per questa ragione che segnalimo la nostra campagna rivolta a tutti. Desiderando sensibilizzarvi riguardo all’importanza delle cure dentali, Vi invitiamo a contattarci allo studio di via Piave 1 a Bonate Sopra o a quello di Dalmine in via Dell’Ovo 8 per prenotare una Visita senza impegno. Chiunque si presenterà allo studio in questo periodo e per tutto il 2019 riceverà un trattamento odontoiatrico con un costo accessibile.

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anni fa 1969 2019

15 SETTEMBRE 1969

Pensiero d'amore - Mal Rose rosse - Massimo Ranieri 03 Lisa dagli occhi blu - Mario Tessuto 04 Non credere - Mina 05 Storia d'amore - Adriano Celentano 06 Soli si muore - Patrick Samson 07 Il primo giorno di primavera - Dik Dik 08 Acqua di mare - Romina Power 09 Je t'aime moi non plus - Jane Birkin 10 Ti voglio tanto bene - Rossano 01

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Pensiero d'amore

Mal

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MAL - PENSIERO D'AMORE E L'INDIMENTICABILE "FURIA" Mal, noto anche come M=P.B. o Mal Ryder, pseudonimo di Paul Bradley Couling (Llanfrechfa, 27 febbraio 1944), è un cantante e attore britannico naturalizzato italiano. Biografia Proveniente da una famiglia modesta, figlio di un muratore, nel Dopoguerra svolge diversi lavori, tra cui il muratore e l'elettricista, oltre a venire utilizzato per la consegna dei giornali. Dopo aver preso il microfono in mano durante il matrimonio della sorella, cantando un brano di Gene Vincent con quello che poi sarebbe diventato il suo gruppo, The Meteors negli anni sessanta comincia la carriera di cantante nella madrepatria, adottando lo pseudonimo di Mal Ryder. Dopo due 45 giri, Cry Baby e See the funny little clown, che non riscuotono il successo che la casa discografica si aspetta, Mal e il suo complesso passano alla Pye Records e pubblicano altri due 45 giri, Your Friend e Lonely Room, che fruttano alla band un tour di spettacoli per più di 6 mesi in Germania. Al ritorno gli Spirits si sciolgono, a causa della defezione del chitarrista che si ritira a vita privata per sposarsi. Mal viene contattato per riformare 48

una nuova band, The Primitives, al tempo alle prese con problemi di organico. Mal inserisce nei Primitives anche il suo batterista degli Spirits. Mal riscuote ancora un grande successo fino alla fine della decade, con brani quali Bambolina (1967), Tu sei bella come sei (con cui partecipa al Festival di Sanremo nel 1969) e Occhi neri occhi neri (1970). Dello stesso anno è la pubblicazione di Pensiero d'amore (cover di I've Gotta Get a Message to You dei Bee Gees). Dopo alcuni singoli in inglese di scarso esito commerciale, ritorna in cima alle hit parade nel 1975 con una versione in chiave moderna della celebre canzone di Vittorio De Sica Parlami d'amore Mariù, che fa da sigla a una rassegna televisiva di film del regista romano. Nel 1977 ottiene un successo ancora più grande (un milione e mezzo di dischi venduti) con Furia, sigla dell'omonima serie di telefilm con protagonista il "cavallo del West". A questa fanno seguito altre sigle per il mercato infantile legate ad altre trasmissioni a cui Mal prende parte: tra queste il "sequel" Furia soldato e Mackintosh, sigla della trasmissione per ragazzi Il dirigibile, condotta dallo stesso Mal.


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L’INTERVISTA

NANCY SCHIAVO La passione per la fotografia è nata quasi per scherzo, dopo un pomeriggio trascorso nello studio di un amico fotografo. “Ci andai per assistere allo shooting di una modella professionista, da lì tutto partì” racconta Nancy Schiavo, 19enne della Provincia di Vicenza, che da flash e obbiettivi si è rapidamente lasciata coinvolgere fino a diventare lei stessa protagonista sul set. D’altronde, con un fisico perfetto e un pizzico di sano esibizionismo, non poteva che finire così. Dopo i primi scatti, è stato amore a prima vista. Da allora, di strada Nancy ne ha fatta. Eccome. Le sue fotografie hanno conquistato il popolo dei social e sono servite anche a lei per forgiare il suo carattere. Strano a dirsi, ma prima di diventare una fotomodella faticava a vedersi “bella”. “Stare davanti alla macchina fotografica mi ha portato più sicurezza e mi ha spinta a vincere

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la mia timidezza – racconta – ora credo di più in me stessa. E anche se non si finisce mai di migliorarsi, questa avventura mi piace ogni giorno di più”. Parole sincere di una ragazza che vola basso, che nella vita lavora come commessa dopo aver studiato come parrucchiera e nel weekend spesso è una delle ragazze immagine nelle discoteche. Ma, appena può il suo mondo fatato diventa quello della fotografia. Un’avventura che era scritta nel destino. Fin da piccola avevo realizzato shooting al mare e mi erano piaciuti, ma poi non avevo continuato. Ero anche andata a vedere corsi, ma non volevo gravare la mia famiglia di una spesa ingente. Così, ho deciso di far tutto da me: ho guardato posare le altre modelle, ho seguito i consigli dei fotografi e… ecco qua il risultato! Mamma, una figura fondamentale per il tuo percorso di crescita. Sì: lei mi consiglia e mi aiuta a migliorarmi, anche se a volte mi critica! È però anche grazie a lei se ho fatto strada: mi ha sempre sostenuta e invitata a continuare in questo mondo, in più


L’INTERVISTA

mi segue sempre e io so di poter contare su di lei in qualunque istante. Sono molto legata alla famiglia che mi ha trasmesso valori fondamentali per la mia crescita. Com’è stata l’avventura nel mondo della fotografia? All’inizio non semplice, poi shooting dopo shooting ho acquistato sicurezza in me stessa. Anche i risultati sono iniziati ad arrivare: ho fatto da modella ad un corso di fotografia, ho scattato con Paolo Darcoli ed ho partecipato al Festival show sfilando per i gioielli Amen. In quest’ultimo caso ho vissuto l’adrenalina della diretta televisiva, qualcosa di davvero magico. Dicevamo: la fotografia ti ha aiutata a “crescere”. Mi ha dato una maggior sicurezza in me stessa, allo stesso tempo mi ha tolto del tempo perché poso nei giorni liberi. Ma è la passione per la fotografia e per la ricerca del bello che mi spinge a continuare, anche a costo di fare qualche piccolo sacrificio. Inutile dire che sui social il tuo personaggio sta crescendo in modo esponenziale. Faccio una premessa: il mondo dello spettacolo non è semplice e bisogna star attenti a non cedere a false promesse per il successo facile. Con i social ho un buon rapporto, mi piace seguire Instagram e pubblicare i miei scatti migliori dei vari shooting senza avere la superbia di definirmi una influencer. Vorrei farmi conoscere e diffondere la mia immagine per scattare con fotografi sempre più importanti. Essere un personaggio pubblico naturalmente comporta anche qualche critica. Mi infastidisce la gente invidiosa che non si migliora e pensa a giudicare. Volete sapere la verità? Io tutto ciò che faccio… lo faccio perché mi fa star bene e mi piace. La fotografia mi da soddisfazione, mi fa sentire bene e mi dà la voglia di migliorarmi e di proseguire. Lontana dal set: chi è Nancy Schiavo?

Sono una ragazza determinata, intraprendente, appassionata, affidabile, costante, educata e versatile. Purtroppo ho anche qualche difetto, non tutti siamo perfetti! Diciamo allora che sono testarda, impulsiva, sensibile, permalosa, ansiosa; e se nell’ambito lavorativo sono una persona puntuale… nella vita privata sono spesso in ritardo! Cos’altro bisogna sapere di te? Mi piacerebbe poter viaggiare e scoprire posti e culture diverse. Le mie passioni sono andare in palestra, in discoteca e ai concerti. Beh, ovviamente, la fotografia è una compagna fondamentale. Cosa ti piacerebbe realizzare in futuro? Spero di riuscire a proseguire in questa mia passione e avere l’opportunità di collaborazioni sempre più prestigiose. CONTATTI SOCIAL https://www.instagram.com/nancyschiavo

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RACCONTI

IL VIAGGIO DI FRANCESCA (1^Parte) Romanzo di Anna Gay PARTE PRIMA: ANTEFATTO LA NASCITA DI FRANCESCA Il tour della città di Catania era quasi concluso. “Here, ladies and gentlemen, you can see in the middle of the place the statue of an elephant…”stava dicendo una guida ad un gruppo di turisti. Poco più in là un’altra guida proseguiva: “construit entierrement en pierre du volcain, il est surnommé le petit éléphant..” una terza guida un po’ più in là, in italiano, spiegava: “Si dice che l’elefantino abbia sempre difeso la città di Catania da ogni possibile pericolo…” I turisti, stretti intorno alle loro guide, che erano ben visibili grazie ad un ombrellino colorato, seguivano la spiegazione con interesse, salvo qualche bambino piccolo che veniva zittito dai genitori. “Ed in quell’angolo la fontana…” tutti i turisti si volsero verso la zona indicata. Alcuni notarono anche una bella donna che si trovava nei pressi. Era una giovane donna sui 25 anni, di media statura, snella, con i capelli e gli occhi neri e la pelle abbronzata che era dovuta al lavoro nei campi. Aveva una vaga rassomiglianza con l’attrice Claudia Mori da giovane. Stava quasi nascosta vicino alla fontana e pareva sulle spine, ma questo nessuno dei turisti lo notò. Vicino alla fontana vi era un ristorante, dove, pur essendo solo le sette, un gruppetto di uomini si era già seduto a tavola, per assaggiare il vino. Erano quasi tutti tipi latini, con capelli e occhi neri, robusti e con profili aquilini. Uno in particolare, sui 45 anni, incrociò lo sguardo della donna, ma vedendo che lei lo evitava, pensò che se non era un’avventura, era meglio tenersi alla larga. 52

Finché si trattava di un’avventura, non gli pareva di fare un torto a sua moglie, ma se si fosse trattato di una relazione, era un altro conto. Ora la donna teneva lo sguardo basso, come se si guardasse la punta di una scarpa, poi guardò verso la Cattedrale, come per farsi coraggio, e infine guardò l’uomo, ma il suo sguardo non diceva :“Prendimi, ci sto”. Piuttosto pareva dire: “Sono disperata, aiutami”. Se l’uomo fosse la persona adatta a cui rivolgersi, non lo seppe mai. Per tutta la cena continuò questo gioco di sguardi, poi gli uomini si alzarono per andarsene, ma quello che aveva notato la donna disse qualcosa sottovoce agli amici e questi, dopo averle gettato anche loro un’occhiata, lo lasciarono. Quando lei vide l’uomo avvicinarsi, si guardò intorno come in cerca di una via di fuga, poi come se dovesse per forza affrontare una prova, lo guardò negli occhi. “Lei non ha mangiato” disse lui “Posso offrirle qualcosa? Qui hanno un ottimo vino, le piacerebbe assaggiarne un po’ con me?” “E’ molto gentile” rispose lei “ma penso che dopo direi troppe stupidaggini”. “Non si deve preoccupare” la rassicurò “Ho capito che lei non è una di quelle. Penso che ci sia qualcosa che la preoccupa e che per questo spera di trovare un uomo che possa aiutarla. Vedrà che con il vino sarà più facile parlarne” Lei ci pensò su per un tempo che le parve infinito, poi bisbigliò: “Va bene” Lui le spiegò di che vino si trattava, dove lo facevano, con che cibi era adatto, e la incoraggiò


RACCONTI

a provarlo anche così, a stomaco vuoto, ma lei non voleva. Allora lui si fece portare del pane e, dopo averne mangiato un po’, lei si decise. “Buono!” esclamò. “E’ vero che è buono? Ma non mi hai ancora detto come ti chiami.” Disse lui, passando al tu. “Paola Fiorilli” rispose lei. “Tipico siciliano” commentò lui “Io invece ho l’onore di chiamarmi come uno dei miei attori preferiti, cioè Franco Franchi. Io però non mi chiamo Franco ma Antonio.” “Piacere! Sei di Catania città? Io vengo dalla campagna” e raccontò di una famiglia molto tradizionale che mal accettava quella figlia troppo moderna ed originale, che avrebbe voluto studiare invece di lavorare. “Io” commentò lui ”quasi quasi darei ragione a

loro, perché pure io se avessi una figlia…però sono contento che tu sia moderna, così non ti importerà sapere che sono sposato” “L’avevo immaginato. Sai, io non sono un granché a letto…ho avuto un solo ragazzo, e quando i miei l’hanno saputo me l’hanno fatto subito lasciare…” “Non importa. Ma dimmi: è questo che ti tormenta? Sei venuta via di casa e ora sei rimasta senza soldi? Sai, anche in città non c’è molto lavoro, per una donna poi…” “Io posso fare anche le pulizie” disse lei. “Dove abiti?” “Da nessuna parte!” rispose lei con le lacrime agli occhi “All’albergo non mi fanno più credito perché è un sacco di tempo che non pago, e hanno trattenuto il mio bagaglio per indurmi a

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RACCONTI

tornare a pagare.” Lui pareva riflettere. “Non conosci qualcuno che possa affittarmi una stanza?” proseguiva lei. “Anche una cantina, basta che ci sia il gabinetto, io mi adatto a tutto e non farei la prostituta, te lo giuro!” “Un mio amico” disse alla fine lui “ha un garage che aveva affittato a una famiglia che adesso è andata in Germania. Posso vedere se vuole affittarlo a te. Il gabinetto c’è.” “Oh, grazie, grazie! Lo sapevo che potevo fidarmi di te! Qualcosa me lo diceva che sei una brava persona!” esclamò lei. Lui offrì la cena. Quando lei fu sazia, lui tirò fuori una chiave: “Andiamo a casa tua” disse. Lei lo seguì, felice. “Allora, quel tuo amico eri tu?” Lui nicchiò. “E’ un mio carissimo amico, di cui mi fido come di me stesso” Passarono dall’albergo, lui pagò il conto e lei ritirò le sue cose. Poi, a piedi, perché era a poca distanza, andarono al garage. “Vedrai” aveva detto lui “che non è un granché. E’ proprio un alloggio di emergenza” “Se si è adattata una famiglia, mi posso adattare pure io” aveva risposto lei. Fu con una certa apprensione che lei lo guardò girare la chiave nella serratura. Poi la porta si aprì, e vide un monolocale che le piacque. “Lo so,” disse lui ”

non è una vera casa. I mobili sono da rigattiere, non c’è una vera cucina, solo l’angolo cottura. E quella specie di armadio a muro è il gabinetto, che non ha finestre. Che ne pensi?” - “Per me va benissimo! Magari attaccherò qualche quadretto per dargli un’aria un po’ più accogliente” “Ah, le donne! Ti preoccupi del quadretto invece di chiedere se c’è il gas, se d’inverno fa freddo…e poi non puoi attaccare niente perché le pareti sono di metallo. Al massimo ci puoi incollare qualcosa con il nastro adesivo, ma preferisco di no!” Lei si sedette sul letto. Lo aspettava. Fecero l’amore ed era proprio come lui l’aveva immaginata: non era vergine ma non era “una di quelle”. Verso l’una lei si era assopita. La svegliò dicendole : ”Ciao, io devo andare. Non vorrei che mia moglie telefonasse a qualche mio amico per sapere che fine ho fatto “ “Ciao” rispose lei baciandolo insonnolita. Improvvisamente si riscosse e chiese: “Come farò a chiudermi dentro, se si può chiudere solo dal di fuori? Quella famiglia che ci abitava non aveva paura dei ladri o dei malintenzionati?” “Va bene, chiuderò io dall’esterno. Poi domattina ti vengo a liberare” Fu così che cominciarono le giornate, quasi tutte uguali, della loro relazione. 2 - continua

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Accadde nel 1925

Il Tornado dei Tre Stati (Tri-State Tornado)

Il Tri-State Tornado è ancora oggi la tromba d’aria che ha causato più morti nella storia degli USA. Il Tornado dei Tre Stati (Tri-State Tornado)Il 18 marzo del 1925, un minuto dopo l’una di pomeriggio, si abbatté in un’area nordamericana la più disastrosa perturbazione ciclonica che gli Stati Uniti d’America ricordino. Il Tornado dei Tre Stati (o Tri-State Tornado, come viene ricordato e chiamato negli USA) toccò terra a Ozarks, nel Missouri, vicino Ellington, per poi far saltare in aria qualunque cosa per 219 miglia. Il tornado divelse strade, sfasciò case e porto su con sé - nel vortice - animali, alberi e molte, moltissime persone. Il turbine principale del tornado uccise da solo 695 persone, arrecando ingentissimi danni in Missouri, Illinois e Indiana. Lo U.S. Weather Bureau, fedele al comandamento di non seminare il panico nominando l’eventualità di un tornado, fenomeno quasi impossibile da prevedere all’epoca, aveva annunciato per la giornata del 18 marzo un tempo “instabile, possibilmente ventoso”. Il Tri-State Tornado è stato uno dei rarissimi casi di tornado d’intensità 5 sulla scala Fujita, che potremmo schematizzare come segue:

F0: Velocità del vento: 64–116 km/h. Danni ai rami e alle tegole. F1: Velocità del vento: 117–180 km/h. I camper vengono ribaltati e le automobili spinte fuori strada. F2: Velocità del vento: 181–253 km/h. Alcuni tetti vengono lacerati e diversi alberi strappati dal suolo. F3: Velocità del vento: 254–332 km/h. Solide abitazioni si squarciano e interi treni vengono ribaltati. F4: Velocità del vento: 333–419 km/h. Le case prendono il volo per riatterrare nelle vicinanze, insieme a oggetti, animali e persone. F5 : Velocità del vento: 420–512 km/h. Le abitazioni vengono disintegrate, o, se solide, compiono degli sky-trip. Oggetti di qualunque dimensione vengono scagliati via in ogni direzione. La distruzione portata dal Tri-State Tornado Il Tri-State Tornado dopo aver toccato il suolo si mosse lungo gli States a una velocità stimata intorno alle 70 miglia orarie. Nel moto rotatorio si calcola che i venti debbano aver toccato le 300 miglia orarie, velocità in grado di trasformare qualunque oggetto in un missile: travi, alberi, animali da pascolo, biciclette. Molte delle case incontrate dal tragitto da questa potentissima tromba d’aria esplosero letteralmente: 55


SEGNI NEL TEMPO

per il calo di pressione atmosferica che si verifica durante il transito di un tornado di simile o inferiore violenza (circa 100 hPa nel giro di pochi attimi), infatti, le strutture chiuse per la differenza barica con l’esterno esplodono. Saltano in aria come fossero imbottite di esplosivo. A causa della velocità di spostamento del tornado, il suo aspetto non era quello di un turbine: appariva, secondo le parole di uno dei sopravvissuti, come una nube che incedeva divorando la terra. Dopo aver mietuto la prima vittima a Ellington il tornado raggiunse la cittadina mineraria di Annapolis nel giro di quattordici minuti, distruggendone il 90%. Dopo un’ora si scisse in due turbini separati, per poi ridiventare uno vicino al confine tra il Missouri e l’Illinois. In 83 minuti nel Missouri il Tornado dei Tre Stati uccise tredici persone. Ma fu nell’Illinois che scatenò una vera ecatombe.

Il percorso del Tri-State Tornado In quella zona del Midwest all’epoca sorgevano un gran numero di mining town, e subito oltre il confine il Tri-State incontrò Gorham, un paese di cinquecento anime. Il tornado giunse annunciato da una pioggia di detriti e uccise 39 degli abitanti del paese, senza lasciare in piedi un solo edificio. Dopo Gorham toccò a Murphysboro e poi a West Frankfort, una delle città più importanti della zona, con i suoi diciottomila abitanti e alcune miniere di carbone fra le più ricche degli Stati Uniti. Il ciclone passò sopra la miniera New Orient 2 facendo saltare i sistemi di ventilazione e costringendo gli ottocento operai al lavoro - cinquecento piedi sottoterra -, a evacuare di corsa la cava, per poi trovarsi di fronte alle macerie delle loro modeste abitazioni, spazzate via dalla furia del tornado insieme a molti

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dei loro familiari. Delle 127 vittime di West Frankfort la maggior parte erano, difatti, donne e bambini. Verso le 4 del pomeriggio il Tri-State Tornado varcò il confine con l’Indiana e obliterò il paese di Griffin, uccidendo 25 persone. Attorno al vortice principale nacquero e vennero osservati altri tre turbini di intensità minore che ruotavano attorno al principale. Secondo diversi testimoni parevano danzare con lui, dancing with it furono le esatte parole che usarono. Il Tri-State Tornado non perse vigore e rase al suolo un quarto di Princeton, provocando altri 45 morti prima di terminare la sua corsa e disfarsi, lasciandosi dietro 695 morti (la cifra è riferita al solo tornado principale, i morti totali furono numerose decine in più), migliaia di feriti e quindicimila abitazioni distrutte. Un bilancio così nero è da imputare a diversi fattori, in primo luogo la mancata previsione del fenomeno e le carenze nell’informare i paesi a rischio durante l’avanzare del tornado. Poi le tecniche di costruzione modeste, ma anche, come è ovvio, la potenza asso-

lutamente straordinaria del ciclone e la sua rapidità di spostamento. Tornado dei Tre Stati: storie incredibili Dopo il Tri-State lo studio dei tornado conobbe un fortissimo sviluppo, toccando poi, nel 1948, un primo sostanziale traguardo grazie al lavoro dei meteorologi Robert Miller e Ernest Fawbush della Tinker Air Force Base vicino Oklahoma City, che riuscirono a prevedere il generarsi di un tornado nella zona. A oggi il Tri-State Tornado mantiene intatto il suo primato più nero, essendo il ciclone che ha mietuto più vittime nella storia degli Stati Uniti. Dati gli sviluppi nella conoscenza e nella prevenzione di simili fenomeni, si può sperare che il Tornado dei Tre Stati conservi sempre questo record. Fonti: http://www.popularmechanics.com/science/environment/ natural-disasters/4219866 http://www.usatoday.com/weather/tri-state-tornado.htm http://en.wikipedia.org/wiki/Tri-State_Tornado http://www.crh.noaa.gov/pah/?n=1925tor Articolo scritto da: Matteo Carriero

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L’INTERVISTA

AMBRA SELENE

una fotomodella curvy tutta da scoprire

Originale, determinata, decisa. Ambra Selene è una fotomodella curvy tutta da scoprire e da conoscere. Un’esplosione di fascino ed autenticità che le ha permesso di conquistare il mondo della fotografia, della carta stampata e dei concorsi di bellezza, aprendosi più di recente a quello della tv e dei videoclip musicali. Un successo crescente ma meritato, conquistato passo dopo passo e con la consapevolezza dell’importanza di mettersi in gioco. Riavvolgiamo il nastro: presentati! Mi chiamo Ambra, secondo nome Selene… e Ambra Selene di conseguenza è il mio nome d’arte. Ho 28 anni e vivo in provincia di Vicenza. Ho studiato per diventare pasticcera, ma il mio sogno è sempre stato quello di avvicinarmi alla fotografia, moda e spettacolo… tant’è che ad oggi posso dirmi una Fotomodella Curvy! Non ci crederete, ma sto realizzando il sogno di una vita. Tu e il mondo social. Che rapporto c’è? I social sono diventati un buon aiuto per mostrarsi più facilmente e più velocemente alla gente. 60

Ho creato un profilo professionale nel quale presentarmi, mi piace interagire con i miei followers e far capire i motivi che mi hanno spinta a mettermi in gioco davanti all’obbiettivo. In un mondo in cui troppe volte ci sono veli di falsità, voglio essere una persona genuina. Anche su Instagram, insomma, nessun filtro. Voglio veicolare la vera Ambra Selene: un’immagine reale, col mio essere, il mio stile e il mio punto di vista anche a volte controcorrente. La cosa che mi infastidisce di più sui social è proprio la falsità e l’ignoranza di chi parla e giudica senza sapere nulla o pensando di sapere. Ma anche grazie ai social ho superato un momento difficile e ho ritrovato fiducia in me stessa. Insomma, voglio continuare su questa strada… Che è poi quella della fotografia, un’avventura iniziata quando eri solo una bambina. Successe che mia mamma contattò un fotografo per farmi un servizio fotografico, il primo di una lunga serie. Ricordo ancora la sala pose, il vestitino che mi aveva cucito la nonna, e io che facevo esattamente quello che mi diceva il foto-


L’INTERVISTA

grafo, senza paura. Da lì iniziai ad appassionarmi a questo mondo. A 17 anni ho iniziato a fare la modella come hobby, poi ho capito che questa era la mia strada. L’elenco di collaborazioni, infatti, si è allungato a dismisura. Due delle più importanti collaborazioni fotografiche sono state con il mio amico e mentore Giampaolo Boschetto di FotogìStudioFotografico e con il “Gran Maestro D’Arte” Raul Pitis. Giampaolo Boschetto mi ha formata e spiegato i trucchi del mestiere, Raul Pitis è in grado di rendere speciale ogni shooting perché è fuori dagli schemi,con scatti che sembrano dei dipinti. Ho lavorato con molti professionisti e ogni collaborazione mi aiuta a crescere in termini personali e professionali. Cos’è per te la fotografia? È la mia passione più grande, oltre che un modo per esprimersi e per lanciare qualsiasi tipo di messaggio che rimanga impresso. É un’arte. Dietro la fotografia c’è un mondo difficile da capire per chi non ne fa parte, ci vuole “studio” pra-

Ph: Arianna Rigo Make up: Martina Vencato

tico e teorico per costruire qualcosa di importante che resti nel tempo. La fotografia mi ha dato veramente molto e mi ha permesso di coniugare lavoro e passione. Sperimentare, poi, fa parte del tuo dna. Ho scattato in mezzo alla natura, in posti complicati da raggiungere, su pendii stretti, sotto cascate e in mezzo a fiumi d’acqua ghiacciata. Autentiche avventure alle quali bisogna sottoporsi per realizzare scatti che sappiano emozionare! Non solo fotografia… Un ruolo veramente gratificante, che ho avuto nel mondo dello spettacolo, é quello di essere stata chiamata come ospite, nel programma televisivo “Prima Free Tv”, dove mi hanno intervistata per raccontare la mia storia di fotomodella curvy. Ho preso parte anche ad un videoclip musicale di un cantante emergente, con annesso trailer con me protagonista. Che ragazza sei nel quotidiano? Pronta ad ascoltare, solare, spontanea, furba e 61


L’INTERVISTA

intelligente! Ma anche… troppo buona, impulsiva e un po’ testona! Le mie passioni sono la palestra, la danza, la lettura e le passeggiate nella natura. Una cosa che amo a cui tengo tantissimo, è quella di aiutare gli animali specialmente i gatti: infatti oltre averne di miei sfamo e curo una colonia. A livello di immagine… mi piace la moda ma non voglio essere uguale agli altri e quindi ho uno stile molto personale. Penso che ciò che mi distingue dalle altre sia il mio essere, le mie particolarità e modi di fare e pensare diversi da molti, oltre il mio stile che rispecchia il

Sodoku

mio io interiore. Progetti per il futuro? Progetti che bollono in pentola ce ne sono, ma penso che svelarli prima di farli porta male! Tra dieci anni mi vedo in giro per il mondo, non più in Italia, realizzata con la mia carriera che amo, col mio compagno di sempre, una bella casa, tanto amore, felicità e tante avventure. CONTATTI SOCIAL Instagram: @ambra_selene_reborn Facebook: Ambra Selene

Domande 1) E’ vero che Garibaldi per inviare a Vittorio Emanuele ll il famoso « Obbedisco» si servì del telegrafo? 2) Che lingua si parla in Svezia? 3) Che specie di animale è il calamaro? 4) ll fuco è il maschio di quale animale? 5) Di quale nazione è cittadino l’apolide? 6) Quale dei 12 apostoli faceva di mestiere il pescatore? 7) Qual è il titolo del trattato di buone maniere scritto da Monsignor della Casa? 8) Che specie di insetto è la falena? 9) Cos’è il maestrale? 10) Nella « Terra del fuoco fa freddo o caldo? 1) Sl. 2) Lo Svedese naturalmente. 3) Mollusco. 4) Ape 5) Nessuna 6) Pietro 7) Galateo. 8) Una farfalla. 9) Un vento 10) Freddo, è all’estremo sud dell’America.

RISPOSTE ESATTE DA 1 A 3 SCARSO DA 4 A 6 MEDIO DA 7 A 9 BUONO 10 OTTIMO 62


RIFLESSIONI

NOI CHE SPRECHIAMO I DOLORI Come li affrettiamo mentre essi tristi, durano, a vedere se finiscono, forse. E sono invece la fronda del nostro inverno, il nostro sempreverde cupo uno dei tempi dell’anno segreto, ma non solo tempo, – son luogo, sede, campo, suolo, dimora.” Rilke, Decima Elegia duinese Mi tornano spesso in mente questi versi, bellissimi. Noi, che sprechiamo i dolori. Perché è così difficile starci dentro. “Quando ero ricoverato, sa quale era la cosa che più mi faceva arrabbiare? Gli amici che mi venivano a trovare e mi incoraggiavano, dicendomi ogni volta quanto mi trovassero meglio, anche se non era vero. Subito dopo, sulla scala dell’arrabbiatura, c’erano quelli che mi compativano, che mi ripetevano quanto fossi coraggioso. Solo un amico ha saputo fare ciò di cui avevo bisogno: sedersi vicino a me e ascoltarmi, tranquillo, senza spaventarsi.” “Detesto sentirmi dare pacche sulla spalla, concrete o metaforiche. Detesto sentirmi dare dei consigli su come dovrei reagire. Detesto chi mi dice cose stupide perché è in imbarazzo e non sa che dire. Non ho bisogno che mi dicano cose intelligenti. Ho bisogno che mi capiscano, che stiano in silenzio ad ascoltare i miei sfoghi.” È difficile reggere il dolore, proprio ed altrui.

Noi, che sprechiamo i dolori. “Quando finirà, dottoressa? Me lo sa dire lei?” No, non glielo so dire. Non so neanche dire se finirà, o che forme prenderà la sua vita con quel dolore. Come li affrettiamo mentre essi tristi, durano, a vedere se finiscono, forse. Ad agitarsi in modo scomposto si sprecano solo energie e si rischia di affogare, mentre ad affidarsi al mare, si rimane a galla, e poi magari si impara anche a nuotare. Ma bisogna smettere di agitarsi, e stare. Perché è solo così che riusciamo a vedere quel che è possibile in quel che c’è. …son luogo, sede, campo, suolo, dimora. Stare. Ascoltare. Fare spazio interiore. Reggere il silenzio dell’anima, e il rumore dei pensieri. Stare con quel che c’è così com’è, perché questa è la condizione per fare qualcosa di quel che c’è, e per riuscire a vedere ciò che appare solo quando le acque si calmano e il torbido si deposita sul fondo. “Vedi, io vivo. Di che? Né infanzia né futuro vengon meno…… Innumerabile esistere mi scaturisce in cuore.” Rilke, Nona Elegia duinese sguardiepercorsi 63


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16/10/2010 16/10/2019 9° Anniversario


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