New Entry - Il Giornale della Gente - Edizione di Bergamo del 29/03/2019

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Editoriale

Spesso nel criticare sui social si stravolge il significato più profondo delle frasi.

Cari genitori, in base ai grandi intellettuali dei social, i cosidetti leoni da tastiera... certe frasi a vostra figlia non potete dirle se no rischiate di essere accusati di sessismo. E' accaduto durante la proiezione in tv del tanto discusso cartoon "Adrian" nel quale due ragazze vengono aggredite da un gruppo di malviventi, ma l'intervento provvidenziale di Adrian le salva dalla violenza, dicendo "se aveste bevuto qualche bicchiere di meno avreste evitato l'approccio con dei tipi poco raccomandabili". Francamente mi sembra una frase tanto innocente che qualunque padre ha l'obbligo di dire alla propria figlia prima che esca di casa. La traduzione semplice e profonda di questa frase è la seguente: ti voglio bene, non voglio che ti succeda qualcosa di male; in quel non drogarti, non bere troppo, non fare tardi, c'è tutto l'amore di un genitore per il proprio figlio. E invece no, sarà che questi pseudo intellettuali abbiano una mente più raffinata e superiore della mia che arrivano a pensare che dietro ad un consiglio paterno ci sia una sorta di giustificazione: "se bevi troppo e poi ti violentano è anche colpa tua". Lo stupro non è in NESSUN

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MODO giustificabile soprattutto di fronte ad una frase innocente detta con affetto. Siamo arrivati al punto di essere a priori criticati in ogni nostra azione: è l'anima dell'uomo moderno, imbottigliato nell'era digitale dei social e incapace di osservare un fiore sbocciato o lo sguardo tenero del proprio amico a 4 zampe. Specchio di una società repressa e soffocata dal cemento e dall'invidia, dall'odio e dalla violenza che non riesce più a distinguere dove comincia il bene e dove finisce il male. Esseri dis-umani senza personalità, abulici, depressi alla ricerca della critica facile senza però offrire alternative per migliorare il sistema. Cari lettori, a mia figlia dirò sicuramente di non fumare, di non bere, di non dare troppa fiducia a persone sconosciute, di non fidarsi ciecamente dell'apparenza dell'essere umano anche se si presenta come amico... e se tutto questo per qualcuno di voi significa giustificare uno stupro... credo proprio che ci troviamo sulla strada sbagliata, una strada che se non cambiata in tempo, ci porterà ad un vicolo chiuso, senza via di scampo. Gianluca Boffetti


SOCIETA'

QUESTA SOFFERENZA INDICIBILE E A VOLTE IRRACCONTABILE In un oratorio di paese per confrontarci sui falsi miti, sulla trasgressione che spesso diventa devianza, un padre ripete con un filo di voce che “non è sufficiente un intero paese per educare un figlio”, una madre con gli occhi incavati, domanda ossessivamente “perché mio figlio, la droga, questa sofferenza indicibile, a volte irraccontabile, perché mio figlio dentro una cella, in un carcere, senza essere ancora un delinquente”. Le droghe hanno sempre avuto facile accesso, ricordo bene ai miei tempi, la droga protestataria, contestataria, la droga nelle vene difficili da trovare, le mani sporche, le ginocchia piegate, nei vicoli, nei sottopassi, nelle strade, un movimento claudicante, palese caducità della carne e della mente in disfacimento. Droga di oggi, dell’adrenalina, della botta sparata a bruciapelo, dai vestiti puliti, dai sogni concentrati e compressi nel fine settimana, anche questa è droga mai normale, non è usata per dire basta a un cliché, a un sistema violento, è droga che manipolando diverte, cambia colore, fa diventare grandi i nani dalla testa avvolta nella bambagia. Nella vita di un ragazzo il gruppo ha una grande importanza, è dalla sua struttura, dalle sue regole, nelle sue dinamiche, dagli strumenti usati, che possono e debbono fuoriuscire personalità formate, mature, rispettose di se stessi e degli altri. Ma qualcosa interferisce, fa resistenza, una legge non scritta, un codice morale contrapposto e antitetico alla realtà sociale, fa sì che il plotone spinga e obblighi a conformarsi, a testuggine, dentro un quadrato poco propenso alla mediazione. Cè il rischio che i più giovani si sentano prede facili di contumelie ben confezionate, basterebbe gettare lo sguardo e un po’ d’orecchio

ai messaggi pubblicitari che inondano le nostre case, le messaggerie istantanee, nella rete-mondo-universo infinito dove tutto può esser condiviso, tutto, come si ostina a ripetere qualcuno, senza percepire il pericolo insito in una affermazione del genere. Per vincere la paura che deriva dalle nostre inadeguatezze, si ricorre al tubo di birra, alla canna, alla pasticca, alla polvere, è droga che non regala emozione, né un sentimento, offende la dignità con immagini della realtà costantemente riflesse, mai vissute per intero. La fascinazione del proibito, la roba e la violenza, mischiano le carte disposte sul tavolo, l’identità declinata sui documenti cambia forma, cresce la metamorfosi sociologica, l’uso che si fa della droga, compatibilmente con la necessità di non risultare precario anche sul banco di scuola, sul posto di lavoro, in famiglia, all’oratorio, quando non si regge il rimprovero né la punizione, ma si vuole esser ascoltati da qualcuno che non fa il maestro e si prende cura delle ferite ancora aperte. Forse occorre uno sforzo serio di riflessione per indagare il bisogno di un ragazzo di fare il pieno di droga, a partire dal fatto che l’uso e abuso è incredibilmente vasto, non lo si mette più in pratica nei vicoli bui, ma sdraiati sui muretti, nei loft, nei servizi dei luoghi di lavoro e delle discoteche. Perché mio figlio si droga? Forse perché non sappiamo fare tesoro del suo frastuono, non riusciamo a dare coraggio al bene che diciamo di volergli, allora occorre rispettare di più e meglio questo amore, anche quando nostro figlio non arretra, non avanza, non parla, non chiede aiuto, ma proprio dove non sono presenti i genitori, gli adulti, gli educatori, aumenta la loro vulnerabilità e fragilità. Vincenzo Andraous www.newentry.eu 03


SPETTACOLO & ARTE

ISA & CHIA DAY 2019

Venerdì 15 febbraio, ospiti nella splendida location dell'Eleven ClubRoom di Milano, è stato festeggiato il tredicesimo compleanno del sito di gossip Isa e Chia! A brindare insieme alla nota blogger Chiara Bonati il secondo classificato del Grande Fratello Vip 3 Andrea Mainardi con la fidanzata Anna Tripoli oltre a Lucia Bramieri e Maria Monsé, la velina di Striscia la Notizia Shaila Gatta, l'ex tronista di Uomini e Donne Sonia Lorenzini con il fidanzato Federico Piccinato, le ex corteggiatrici Silvia Signore, Valentina Pivati e Marianna Acierno, gli ex corteggiatori Claudio Merangolo, Camillo Agnello e Alessandro Basile con la fidanzata Rebecca Staffelli, dal Trono over Barbara De Santi, Cristina Incorvaia e Viviana Vesce con il fidanzato Alfonso Barone, da Pechino Express Simone Di Matteo, Fariba Tehrani e Cristina Bugatty, da Temptation Island Claudia Merli e Dario Loda, dal Grande Fratello Kevin Cagnardi, Maicol Berti e Angela Viviani, il Dj Alessandro Schiavi, la fotografa Viviana Edera, il conduttore della tv svizzera Valentino Odorico, il giornalista Giulio Pasqui e da Instagram Federico Skon. Per la buona riuscita dell'evento si ringraziano Angelo Cordaro e Ash, e per la meravigliosa torta i complimenti vanno al bravissimo Renato Ardovino. Sponsor della serata Guendalina Store. A seguire una ricca gallery fotografica con tutte le immagini della serata, realizzate da Alex Giovita.

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QUANTE ALTRE COSE CI STIAMO PERDENDO? Un uomo si mise a sedere in una stazione della metro a Washington DC ed iniziò a suonare il violino; era un freddo mattino di gennaio. Suonò sei pezzi di Bach per circa 45 minuti. Durante questo tempo, poiché era l'ora di punta, era stato calcolato che migliaia di persone sarebbero passate per la stazione, molte delle quali sulla strada per andare al lavoro. Passarono 3 minuti ed un uomo di mezza età notò che c'era un musicista che suonava. Rallentò il passo e si fermò per alcuni secondi e poi si affrettò per non essere in ritardo sulla tabella di marcia. Alcuni minuti dopo, il violinista ricevette il primo dollaro di mancia: una donna tirò il denaro nella cassettina e senza neanche fermarsi continuò a camminare. Pochi minuti dopo, qualcuno si appoggiò al muro per ascoltarlo, ma l'uomo guardò l'orologio e ricominciò a camminare. Quello che prestò maggior attenzione fu un bambino di 3 anni. Sua madre lo tirava, ma il ragazzino si fermò a guardare il violinista. Finalmente la madre lo tirò con decisione ed il bambino continuò a camminare girando la testa tutto il tempo. Questo comportamento fu ripetuto da diversi altri bambini. Tutti i genitori, senza eccezione, li forzarono a muoversi. Nei 45 minuti in cui il musicista suonò, solo 6 persone si fermarono e rimasero un momento. Circa 20 gli diedero dei soldi, ma continuarono a camminare normalmente. Raccolse 32 dollari. Quando finì di suonare e tornò il silenzio, nessuno se ne accorse. Nessuno applaudì, ne' ci fu alcun riconoscimento. Nessuno lo sapeva ma il violinista era Joshua Bell, uno dei più grandi musicisti al mondo. Suonò uno dei pezzi più complessi mai scritti, con un violino del valore di 3,5

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milioni di dollari. Due giorni prima che suonasse nella metro, Joshua Bell fece il tutto esaurito al teatro di Boston e i posti costavano una media di 100 dollari. Questa è una storia vera. L'esecuzione di Joshua Bell in incognito nella stazione della metro fu organizzata dal quotidiano Washington Post come parte di un esperimento sociale sulla percezione, il gusto e le priorità delle persone. La domanda era: "In un ambiente comune ad un'ora inappropriata: percepiamo la bellezza? Ci fermiamo ad apprezzarla? Riconosciamo il talento in un contesto inaspettato?". Ecco una domanda su cui riflettere: "Se non abbiamo un momento per fermarci ed ascoltare uno dei migliori musicisti al mondo suonare la miglior musica mai scritta, quante altre cose ci stiamo perdendo?" Maria Ausilia D'Antona

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Società

AVEVA 16 ANNI...

Un colpo di pistola e il mondo con tutti i suoi colori svanisce d’improvviso. Quei colori che già erano in fuga, lasciandoti sola con i detriti ritenuti insormontabili. Una ragazzina di sedici anni impugna la pistola del padre e fa fuoco su di se. I colori anche quelli che “stavano” scappando, adesso sono ritornati lì, inginocchiati a quel corpo scomposto. Quando accadimenti come questo ci attraversano la strada mettendoci con le spalle al muro, per noi adulti è un preciso dovere, obbligo, fin’anche necessità, domandarci: come può una adolescente esser talmente disperata da non intravedere più alcuna speranza,

più alcuna uscita di emergenza. Sedici anni dentro un mondo capovolto, che non ha più un senso, non consegna più risposte, sedici anni pervasi da una sensazione di inadeguatezza, fino a giungere in prossimità di un silenzio drammatico quanto il bisogno di dare un taglio alla sofferenza più ostinata, un dolore profondo che scava, scava, scava, nella solitudine più colpevole. Una ragazza muore per una scelta libera? Assolutamente no, come qualcuno invece molto semplicisticamente potrebbe male interpretare. Muore perché quella dignità che ognuno e ciacertificato ANAMMI n. N946

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SOCIETA'

scuno di noi porta ben allacciata in vita, subisce scossoni, torsioni, ripiegamenti tali da non ritenere più prioritario il rispetto per se stessi, dunque il venir meno di quella manutenzione irrinunciabile ad alimentare la consapevolezza del nostro valore umano. Non sono le formulette disegnate alla lavagna, a insegnarci il valore del rispetto, per noi stessi e gli altri, infatti ciò lo si apprende solo e unicamente attraverso la pedagogia della nonna, cioè del buon l’esempio. Una brava ragazza dicono tutti, a significare una adolescente che faceva diligentemente il suo, una giovane che non dava problemi, non moltiplicava i mal di testa, non disturbava ne rubava tempo ad alcuno. Forse allora, assai meglio che ne consegnasse brevi mano qualcuno di questi grattacapi, di questo disagio sottopelle, di queste rese mal addomesticate. Quando penso a questa ragazzina, mi ritorna in mente, un altro ragazzino, sopravissuto mi-

racolosamente alla tragedia, rammento come era tronfio nel dire che lui non aveva bisogno di nessuno, non si fidava di nessuno, perché tutti erano lì per darti una fregatura. Entrambi per vie differenti, sordità diverse, non ce l’hanno fatta a rimanere fermi sul posto, hanno preferito il salto in avanti, manco fosse quel buio bucato a dare sollievo alla propria sofferenza. Quel dolore dapprima sconosciuto allo stato della mente, rende ogni cosa priva di importanza, di fascino, spogliata di qualunque passione. Ma nonostante tutto rimane inalterata la non-scelta di fidarsi di qualcuno, di chiedere aiuto a qualcuno. So bene che non sempre è facile o scontato farlo, ma chi riesce ad alzare la mano, a chiedere un ascolto, a toccare la spalla di una persona autorevole, ebbene quel ragazzo non è un debole, uno sfigato, bensì una persona veramente forte. Vincenzo Andraous

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MERAVIGLIE DELLA NATURA Non mi stanco mai di ammirare la natura: le stagioni si susseguono apparentemente uguali ogni anno, ma osservando con attenzione, molte sono le sfumature simili, eppur mai perfettamente le stesse. Anche il medesimo cambiamento può sembrare a volte sorprendentemente diverso: dipende con quali occhi e con quale stato d’animo viene osservato. Senza spostarmi molto da casa, ho la fortuna di passeggiare tutti i giorni lungo i sentieri che costeggiano il fiume Chiese. Posso così tenere d’occhio giorno dopo giorno alberi, prati, fiori e animali, soprattutto guardarli con maggior attenzione ad ogni cambio di stagione. È sbocciata da poco prepotente la primavera ed è un tripudio di colori e di profumi: meravigliose chiome di ciliegi selvatici colme di fiori bianchi e rosa, da cui poi cresceranno gustosi frutti da cogliere; gialli cespugli, siepi rigogliose, ciuffi di fiori selvatici lilla e di margheritine. Anche i prati, malgrado quest’inverno sia piovuto pochissimo, sono molto verdi; tra le spine della rosa canina stanno nascendo le prime gemme; stanno spuntando i “loertìs” e le ortiche, ottimi per frittate o minestroni, così come le tenere cicorie; presto fiorirà anche la malva e sbocceranno i primi papaveri, creando vivaci macchie di rosso anche tra le pietre. Farfalle dai colori delicati o più marcati si posano qua e là, trasmettendo un senso di libertà e leggerezza. Nidi ancora vuoti appesi a rami nudi si stagliano in cielo, aspettando pazienti la crescita di nuove foglie che ripareranno i neonati ospiti in arrivo. Uno fra i più singolari esempi di quanto sia misteriosa e affascinante la natura è l’ abbraccio di questi due alberi, lungo il Chiese: sembrano quasi due amanti che si abbraccia-

no ..una magia!! Curioso fermarsi anche a guardare i molti fusti che negli anni sono stati piegati dal vento: com’è possibile che il legno si sia curvato tanto senza spezzarsi? L’estate scorsa sono perfino cresciute tra i sassi in riva al fiume tre angurie e qualche pianta di pomodoro ciliegino. Peccato ci siano ancora troppi incivili che sulle sponde del Chiese buttano spazzatura di ogni genere, incuranti del danno che provocano al fiume e all’ambiente circostante. Ornella Olfi

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QUESTIONE DI PRINCIPIO Che straordinario personaggio era mio padre, piccolo di statura, ma dentro di sé aveva una gigantesca carica di energia; era un po' come un candelotto di dinamite. Ha sempre avuto nei miei confronti un amore smisurato, ancora oggi mi chiedo il perché di così tanto bene, visto che non ho mai fatto niente di eccezionale, sono stato sicuramente amato al di sopra dei miei meriti; di questo gli sarò sempre grato, mi ha aiutato a crescere sereno; l'amore è il concime della vita. Essendo una persona molto schietta (non le mandava mai a dire), a volte c'erano delle discussioni con i nostri vicini di campo, del tipo: < l'ultima volta che hai arato il terreno sei venuto di qua un metro, la prossima mi vieni direttamente in cortile?>, cose di questo genere. C'era il signor Antonio fra i confinanti dei nostri terreni, un agricoltore che tutti noi stimavano molto perché era un coltivatore innovativo. Ogni volta che passava con il trattore dietro la nostra cascina, si fermava sempre a fare quattro chiacchiere con noi, mio padre, essendo un agricoltore moderno, gli chiedeva delle ultime novità; come ad esempio il concime a lento rilascio e i nuovi sistemi di irrigazione per risparmiare acqua. Un giorno il signor Antonio chiese a mio padre: <Attilio, domani pomeriggio tre camion bilico devono venire a caricare le mie barbabietole da zucchero vicino ai vostri campi; possono passare vuoti per la tua stradina ed uscire carichi dalla mia cappezzagna?>, - < si che possono, l'importante è che entrino vuoti dalla mia strada, sai c'è un pontile da attraversare, non vorrei cedesse sotto il loro peso>. ll giorno dopo verso le 18,00, io e mio padre eravamo nel cortile quando vedemmo i tre bilici che stavano uscendo carichi dalla nostra strada e cioè 10 www.newentry.eu

avevano fatto esattamente il contrario di quanto stabilito; mio padre saltò in sella alla sua bici Bianchi, nonostante avesse già superato ottant'anni, partì ad una velocità da giro d'Italia; in men che non si dica era già sul posto, fiondò la bici nel canale di cemento e si mise in mezzo alla strada a braccia aperte, pronto a fermare i pesanti mezzi, nel frattempo arrivai anch'io; il primo camionista si fermò; <che minchia fai? Devo passare!>, (intuii che gli autisti fossero siciliani ), <da qui dovevi entrare vuoto, non uscire carico, perciò non passi>. Dietro ai tre camion, sul suo trattore, c'era il signor Antonio, che venne a parlare con noi.< Attilio cosa fai? Perché li hai fermati?> <Perché non hai mantenuto la parola data! Perciò adesso tornano indietro in retromarcia>. - <Ma se tornano indietro ripassano carichi un'altra volta sul vecchio pontile>. <Papà in questo senso Antonio ha ragione, che logica ha farli ritornare indietro? Ormai sono a 30 metri dalla strada principale> <E' una questione di principio, per me una promessa è come uno scritto, perciò vanno in retromarcia>. Antonio spazientito, telefonò al sindaco del nostro paese che arrivò in meno di 15 minuti; dopo essere stato messo al corrente della situazione disse a mio padre: <Attilio, non puoi fermare una strada, ti devi spostare>. - <Signor sindaco, hai letto il cartello che c'è all'inizio del sentiero? C'è scritto STRADA PRIVATA, perciò essendo una cappezzagna che io ho creato su i miei campi, loro tornano indietro>. Nel frattempo una decina di persone che abitavano nelle cascine lungo la nostra via, si erano fermate per vedere cosa stava accadendo. Il sindaco minacciò: <adesso telefono ai carabinieri>. <Si, chiama pure la polizia, la guardia di finanza e i pompieri; così faccio leg-


gere il cartello anche a loro>. L'autista del primo camion perse la calma, cominciò a bestemmiare nel suo dialetto, accelerò il motore in modo smisurato e dopo aver urlato: <minchia ti passo sopra>, ingranò la prima e andò avanti; mio padre a braccia aperte, andò a sbattere tre, quattro, cinque volte contro il muso del camion; di fronte a quella scena, mi si gelò il sangue, sentii il cuore che stava per esplodere, mi si annebbiò perfino la vista; il sindaco e le persone presenti urlavano: <Tilio, Cristo Santo ve via', spostet>. A quel punto rinvenni, pensai: <Adesso lo prendo per un braccio e lo trascino via>, ma l'autista del bilico si fermò, scese dal camion; ho pensato: <se tocca mio padre lo stendo>, invece si mise davanti a lui e disse solo una parola: < MINCHIA!!!>; poi andò a parlare agli autisti dei due camion che erano dietro dicendogli: < io non vado avanti, forza facciamo la retromarcia>. - <Ma sei impazzito? È più di un chilometro in mezzo alle stradine dei campi, quanto tempo ci impieghiamo?>, <Impieghiamo il tempo che serve>. Così il signor Antonio salì sul suo trattore, che era in coda e andò indietro seguito dai tre pesanti mezzi. Qualcuno dei presenti urlava: <Tilio ta se en leu', altri invece dicevano:< ta set mat matent >. Dopo questo episodio, mio padre e Antonio non si rivolsero più la parola, io, invece le poche volte che l'ho incontrato, l'ho sempre salutato, abbiamo sempre fatto quattro chiacchiere. Circa tre anni dopo l'epico episodio, nel gennaio del 2016, la salute voltò le spalle ad entrambi: il signor Antonio si ammalò di un tumore e mio padre ebbe dei gravissimi problemi di circolazione sanguigna agli arti inferiori al punto che sul piede sinistro si formò un foro di almeno 5 centimetri, nemmeno con la morfina e le iniezioni antidolorifiche nella spina dorsale, riusciva a trovare pace. Quando la cancrena iniziò a salire, dovettero

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assolutamente amputargli la gamba sinistra; a causa del suo debolissimo cuore non poterono addormentarlo; gli tagliarono la gamba in anestesia locale. Io non so dove mio padre andasse a prendere tutto quel coraggio; all'uscita della sala operatoria ci guardò e alzò il pollice della mano destra come a dire: OK, anche questa è fatta. Alla fine di novembre 2016, purtroppo, il signor Antonio andò in cielo; quando all'ospedale lo comunicai a mio padre, rimase sgomento: <Ma porcocane, aveva vent'anni meno di me, il mese scorso mi hai detto che stava migliorando, le cure facevano effetto>. <Ascolta papà, dispiace molto anche a me, d'altronde come si fa a prevedere il decorso di queste terribili malattie?>. Lo tormentava il fatto che non potesse più riappacificarsi con lui. Dopo 15 giorni, anche mio padre partì per il viaggio eterno; lo fece con il coraggio che sempre aveva contraddistinto la sua vita; al suo ultimo pasto non volle essere imboccato, si staccò l'ossigeno, riuscì a tirarsi su seduto e mangiò da solo; perché lui era un uomo, un piccolo grande uomo. Per ironia della sorte, le loro lapidi sono attaccate l'una all'altra, il signor Antonio ha una bellissima foto, è sorridente ed è girato verso mio padre e mio padre sembra lo stia ascoltando; sono sicuro che hanno fatto pace, in fondo tutti e due si stimavano molto. Quando vado al camposanto per aggiornare mio padre sull'andamento della nostra piccola azienda agricola, cosa che faccio mentalmente per non essere portato via con la camicia di forza, mi viene sempre in mente quando lui era a braccia aperte davanti al muso del camion, sembrava il Cristo che c'è in Brasile. Come sarebbe bello riuscire sempre ad usare il buon senso, anziché trincerarci dietro a delle stupide questioni di principio. Giordano www.newentry.eu 11


DEDICA A...

“Amore di nonno” Cos'hanno quegli occhioni grandi e neri che mi fanno perdere la testa, andare il cuore a mille e comportare come un clown per strapparti un sorriso? Sai Martina pure mia figlia mi sgrida: "Papà non puoi dargliela sempre vinta, mi hai sempre detto che ci sono delle regole da rispettare, certe cose non si fanno; perché non glielo spieghi anche a lei? Voi nonni viziate troppo i nipotini !" Sarà vero? Non gli ho preso la luna perché non ho ancora trovato una scala lunga abbastanza. Adesso però guardo su Amazon, non si sa mai. Ho trovato un cannocchiale! Vieni piccina guarda, adesso la luna è più vicina. Buon Compleanno Martina Giordano

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“Cara vita” Cammini incerta, il petto a scudo contro le angherie dei domatori di sogni. Non ti abbatti e oltrepassi la soglia della casta, la poltrona rossa ora è tua. Molto tempo a servizio degli altri. Il mondo ti reclama, madre, moglie, casalinga e anche gioco di fantocci in giacca e cravatta. Al palo sei, capriccio di animalesche fantasie usa e getta. Il tuo corpo macchina da soldi. Entusiasta della vita, rincorrevi l’utopia dell’amore. Ora cambio di direzione. Sensualmente di potere, metti in mostra le tue armi velenose. Quanti hanno assaggiato il tuo bacio incantatore. Osservi e godi, dall’alto del successo. Sempre rincorri i tuoi guai, tu che spesso non hai vita facile. Non ti hanno dotato di un manuale d’istruzione, un mistero da svelare a rischio dell’uomo. Esasperi, disarmi. Le tue parole gridano verità e inducono riflessione. Pura pazzia, così sei. Odori di bucato steso al sole, rianimi una tempesta di calzini sparsi per casa. Respirarti quando supina dirigi il godimento. Pura modernità. Dunque uomo, oggetto sensibilmente nuova madre. Dove finiremo? Non più in gara ma verso convergenza dei sessi. Sorridi all’uomo che non ti rende femmina solo esibendoti su un piedistallo di tacchi. Fiera di essere, volgi lo sguardo ove tutto è rosa. Cecilia Cortesi


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"NAI CAO Suor Amelia, una vita vissuta al servizio degli ultimi" di Lucia Cairoli Quella di suor Amelia Cimolino è un ricco, umile, intrigante, affascinante cammino di fede, forza, coraggio, umile fermezza nell’abbandonarsi con pienezza all’Altissimo con fiducia incondizionata. Una chiamata, una fra le tante, la cui celere risposta ha saputo dare sovrabbondanti frutti, accompagnando giorno dopo giorno la sorella con perseveranza. In ogni piccolo, in ogni dolore, in ogni fratello sofferente il volto di Cristo da soccorrere con devota materna passione senza nulla pretendere se non un sorriso. Dono che si perpetua, compone, rinnova, istante dopo istante, nella continua ricerca del bene altrui. Dono che non si veste di perbenismo, ma che si prefigge di offrire una possibilità per risollevare il volto dall’emarginazione e dalla sofferenza; prefisso a riaccendere il sorriso di chi nella tribolazione altra luce non vede.

Fede espressa, la sua, nel quotidiano, non proclamata, non obbligata,condivisa. Tanti i momenti difficili, di digiuno, mancanza del necessario che non hanno scalfito, affievolito la fede anzi l’hanno resa ancora più forte, determinata. Quella di suor Amelia, per me madre, fida compagna di viaggio, con cui condividere a fine giornata riflessioni. Le sue gesta fanno riflettere, soppesare, mettere in discussione, avanzare supposizioni, getta reti. Sono infiniti i disegni di Dio per ciascuno tracciati con dovizioso sentire, inseguito, fatto proprio sino all’estremo sentire. Quando sulla sabbia le orme saranno due in una saprò con certezza di non esser sola, semplicemente di esser stata sollevata fra le Sue braccia per un tratto di strada. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

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ESPERTI A VOI

Avv. Pistocchi: un caso particolare Il Giudice di Pace di Bergamo, con sentenza n.263 del 12.04.2018, accogliendo un ricorso proposto da un automobilista, assistito dall'Avv. Mario Pistocchi, del foro di Bergamo, ha annullato un verbale per guida in stato di ebbrezza, elevato dalla Polizia Stradale, per omesso avviso della facoltà di nomina di un legale prima di procedere all'esame del tasso alcolemico. Nel caso di specie, la violazione contestata al ricorrente era una sanzione amministrativa poiché il tasso alcolemico, rilevato al momento dell'infrazione, era di 0,62 grammi per litro (art.186 del Codice della Strada, che al comma 2, stabilisce come "... chiunque guida in stato di ebbrezza è punito, ove il fatto non costituisca più grave reato: a) con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 544 a euro 2.174, qualora sia stato accertato un valore corrispondente ad un tasso alcolemico superiore a 0,5 e non superiore a 0,8 grammi per litro (g/l). All'accertamento della violazione consegue la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da tre a sei mesi;...." Tuttavia, nel caso in cui il soggetto "trasgressore" si sottoponga al controllo dell'alcol test, l'Autorità procedente ha l'obbligo di avvertire lo stesso che ha la possibilità di farsi assistere da un difensore in quanto ogni eventuale accertamento, in mancanza di detto avviso, è nullo. Il verbale di contestazione, nel caso oggetto del giudizio, era però sprovvisto dell'avviso relativo alla possibilità di farsi assistere da un difensore, prima del controllo dell'alcol test. Di qui il ricorso proposto dall'automobilista per rilevare la nullità del verbale in quanto privo del suddetto avviso. Infatti, l'art. 114 14 www.newentry.eu

delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale, che richiama, conseguentemente l'art. 356 c.p.p. stabilisce che "nel procedere al compimento degli atti indicati nell'articolo 356 del codice, la polizia giudiziaria avverte la persona sottoposta alle indagini, se presente, che ha la facoltà di farsi assistere dal difensore di fiducia". Trattasi di nullità che può essere dedotta ( a norma del combinato disposto degli articoli 180 e 182 comma 2, secondo periodo c.p.p. ) fino al momento della deliberazione della sentenza di primo grado. In precedenza, nello stesso senso, si è pronunciato il Giudice di Pace di Rho, con sentenza n.150/15 del 25.05.2015 e si segnalano, in sede penale, due sentenze della Cassazione (n. 34976 del 01.03.2016 e n.6526 del 09.02.2018) e quella del Tribunale di Avellino n.618/2018. Avv. Mario Pistocchi Messaggio a carattere professionale Tel.e fax: 0350171568 E-mail: mario.pistocchi@virgilio.it

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Ed è Poesia

Marzo - “Primavera” Più tiepido è il sole più lontana è la sera... spuntano le prime viole annunciando la Primavera. Soffia leggero il vento tra le gemme novelle... il mio cuore contento si avvicina alle stelle. I peschi si vestono di rosa di verde si colorano i prati... spunta il frumento a iosa nei campi ben coltivati. Aumenta il lavoro per il contadino ci sono nuove bocche da sfamare... i pulcini intonano un concertino e pigolando vanno a becchettare. A coltivare un orticello mi diverto rinnovando memorie contadine...

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ascolto i consigli di chi è esperto per la scelta delle varie piantine. Seguendo la consueta tradizione ci prepariamo alla festa pasquale... e per la gloria della Resurrezione le lodi a Dio andiamo a cantare. Piera Masoch

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IL MIO LAVORO... IL PANE! Mi presento, sono Decca Alessia ho 33 anni e insieme alla mia famiglia gestisco la " Forneria Decca" di Visano. Partiamo dalle origini nel lontano 1962 quando mia nonna Angelina e mio nonno Giovanni, che allora vivevano a Fiesse, ricevettero un'eredità da uno zio e venuti a conoscenza di un piccolo forno da prendere in gestione, decidono di investire questi soldi in quest'attività. Così nonno Giovanni da agricoltore, nonna Angelina con al seguito i figli Antonio di 15 anni, Luigi di 13 e Adriano (mio papà) di 2 iniziano questa avventura... La nonna in negozio dietro al bancone, Antonio e Luigi con il nonno in laboratorio addetti alla produzione sette giorni su sette, gradualmente ingranano e oltre a pane e salato producono anche dolci da pasticceria. Il lavoro c'è e le cose filano lisce, non senza qualche difficoltà ma fa parte del mestiere. Le cose procedono, i figli crescono, si sposano, nel 1974 Luigi lascia l'attività e invece Adriano, ormai 14 enne, inizia a collaborare facendo le consegne a domicilio. Nel 1987 purtroppo il nonno viene a mancare, ma comunque si manda avanti la baracca con la nonna, Antonio, Adriano e

la zia Fernanda, moglie di Antonio a dare una mano dietro al bancone. L'attività continua molto bene anche per quanto riguarda la pasticceria, per S.Lucia vengono prodotti litri e litri di crema per soddisfare le richieste dei clienti. Nel 1992 subentra ad Antonio il figlio Nicola, nonché mio cugino, e anche lui impara l'arte bianca, le cose proseguono così fino al 2002 quando la nonna Angelina a 78 anni, deve sottoporsi alla protesi dell'anca e a malincuore lascia le redini fino ad allora sapientemente tenute del forno. Da lì a poco subentro io insieme alla zia a servire in negozio. Ed ora arriviamo quasi ai giorni nostri, è il luglio 2016 quando mio cugino

ELEZIONI POLITICHE Comunicazione preventiva per la diffusione di messaggi elettorali per: Elezioni politiche Comunali Ai sensi e per le disposizioni di cui alla Legge 22 febbraio 2000, n.28 in materia di comunicazione politica e di parità d’accesso ai mezzi d’informazione e nel rispetto delle Delibere adottate dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni; New entry di Boffetti Gianluca - Via Tresolzio,48 - 24030 Brembate di Sopra (Bg) P.IVA: 03073100160 - C.F.: BFFGLC73S17A794L in qualità di editore della testata NEW ENTRY dichiara la propria disponibilità a pubblicare sulla predetta testata messaggi elettorali tramite prenotazione degli spazi, invio del materiale, pagamento anticipato, secondo le condizioni contenute nel codice di autoregolamentazione depositato presso i propri uffici di redazione. 16 www.newentry.eu


RIFLESSIONI

Nicola, dopo ormai più di 20 anni, decide di voler cambiare mestiere, il destino del negozio sembra segnato perché la zia Fernanda e lo zio Antonio, vista la scelta del proprio figlio e l'età, l'avrebbero seguito... A quel punto io non me la sento di abbassare per sempre la serranda di quella forneria con una storia così bella alle spalle e così decido che si deve andare avanti e ad agosto diventiamo soci io e mio padre dell'attività e a noi si aggiunge Giovanni, mio fratello di 18 anni. Adesso siamo noi tre con il prezioso aiuto dello zio Antonio, x tutti Tony! Il 2 marzo di 4 anni fa volava in cielo una delle donne più coraggiose, caparbie e capaci che io abbia mai conosciuto, la mia piccola grande nonna... è per lei che ho voluto continuare questo lavoro. "I miei uomini" come li chiamo io, ogni notte

si alzano alle 3 per iniziare a produrre il nostro buonissimo pane, fatto con le farine migliori sul mercato e la loro esperienza nel farlo poichè è un'arte questo lavoro e non si può improvvisare. A volte alcuni clienti mi chiedono come mai il nostro pane costa di più rispetto ad altri, mah.... io so da dove arriva la nostra farina e le nostre materie prime, le mani che lo fanno e come viene fatto, il pane precotto dei supermercati a 1€ al kg... ma parliamone! Però non voglio fare polemiche... Con queste poche righe ho voluto sinteticamente raccontare la storia della nostra attività ( e sono sicura che qualche pezzettino l'ho pure tralasciato) Ci tenevo. Concludendo direi che spero che mia nonna da lassù sia fiera di noi... ce la stiamo mettendo tutta!!! Alessia Decca

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ti vestivano ai piccoli donati con cordiale sincerità. Improvvisa è giunta sorella morte in un soffio seco ha condotto primizie e bellezze. Per te un grazie sincero profondo per la vicinanza allegria saggezza un poco amara che tanto faceva riflettere nelle sere di fine estate gettate con ironia a luna splendente. Dalle volte celesti a noi rivolgi materna protezione minuta attenzione dolcezza materna. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste


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IN LIBRERIA

INTERVISTA ALLA SCRITTRICE

GIOVANNA MACCARI di Laura Gorini “Alla passione si può mettere un coperchio sopra fino a un certo punto, ma prima o poi bisogna darle voce” Il suo primo romanzo, intitolato “Baci Sparsi” (Segmenti Editore), sta riscontrando ottimi consensi, sia di pubblico sia di critica. Lei, la romantica, ma nel contempo concreta Giovanna Maccari, ammette durante la nostra bella chiacchierata di aver “messo qualcosa di se” in ciascuno dei personaggi presenti nella sua opera prima. Giovanna, oggi sei un'apprezzata scrittrice, ma già da bambina sognavi di diventarlo? Sognavo di diventare o giornalista o scrittrice, del resto mi è sempre piaciuto leggere e ho iniziato a scrivere poesie alle elementari. Certo, per gli anni a seguire sono stata presa dal fare in modo di essere autonoma, pertanto è stata una dimensione che ho accantonato e a cui mi sono riaccostata un po' alla volta che la stabilità era raggiunta. Dal mio percorso ho capito che alla passione si può mettere un coperchio sopra fino a un certo punto, ma prima o poi bisogna darle voce. Certo, chi lo avrebbe mai detto che sarei mai riuscita a realizzarlo! Forse tutto è accaduto quando mi sono spogliata di ogni aspettativa e mi sono semplicemente concentrata sul piacere che mi dava scrivere. Quali erano i tuoi scrittori preferiti quando eri piccola? Da piccolissima, intendo alle elementari, ho iniziato con le favole di La Fontaine, simili a quelle di Esopo che mi raccontava mia madre per darmi la buona notte. Solo dopo, dalle medie sono passata ai classici della letteratura italiana, Pirandello soprattutto, è stato, per anni, il mio compagno segreto e a quella francese soprattutto. 20 www.newentry.eu

Ma come è cambiato il tuo modo di approcciarti alla lettura e la letteratura nel corso del tempo? Continuo a leggere in modo quasi bulimico ma se un tempo mi facevo ispirare soprattutto dagli autori preferiti dello scrittore che stavo leggendo, ora seguo molto di più l’istinto e compro anche d’impulso. Ad ogni caso ai contemporanei alterno sempre i classici, da sempre fonte di ispirazione. Credi che i giovani di oggi siano dei validi lettori oppure no? Non ho il polso della situazione, intendo dire che non ho una visione realistica della situazione vera e propria. Impulsivamente posso dire che anche con l’avvento delle nuove tecnologie è cambiato il modo di comunicare e – probabilmente – anche di leggere. Forse siamo più abituati alle immagini e la forma scritta è diventata più asciutta, quasi una didascalia: del resto il mondo è più veloce e anche le notizie lo sono. Che cosa si potrebbe fare – secondo te – per farli avvicinare maggiormente alla lettura? Farei in modo di farli appassionare a una tematica; le relazioni, l’ecologia, lo sport, la musica, per incuriosirli e accendere in loro la voglia di approfondire. A quel punto li indirizzerei, se fossi un genitore o un


IN LIIBRERIA

insegnante, verso autori che, attraverso saggi o romanzi, se ne facciano in qualche modo portavoce. Valorizzerei il fatto che in un futuro quei portavoce potrebbero diventare proprio loro, i giovani. Una vera e propria missione e per nulla banale. La Letteratura – a tuo avviso – viene insegnata bene a scuola? Le considerazioni più attuali risalgono a quando la scuola la frequentavo io con una maturità classica conseguita nel 1994, anni in cui molti brani, anche le terzine di Dante, venivano ancora imparate a memoria. Forse da allora non si è più così rigorosi ma credo che la scuole italiana abbia ancora una marcia in più, all’estero ci viene universalmente riconosciuto. Ma un tipo come Margot, la protagonista di "Baci Sparsi", il tuo primo romanzo, potrebbe secondo te fare l'insegnante? Margot ama starsene più in disparte a osservare, e in questo è indicativo il lavoro che fa, come voce redattrice in una casa editrice, un mestiere che la porta a stare “dietro”, non ad agire in prima persona ed è indicativo di quanta è stata la sua vita, almeno fino a quel momento. L’insegnante – invece – si espone, inoltre è abituato a fare da guida e prendere in mano la situazione, condurre, trasmet-

tere nozioni ma anche sicurezza, o almeno a dare quell’impressione. A proposito di insegnamenti: il suo personaggio che cosa ti ha insegnato? Che bisogna rischiare la per la propria felicità. Non sappiamo sempre in qualunque momento chi siamo ma quando la consapevolezza emerge abbiamo il dovere di essere coerenti con noi stessi e con gli altri perché ogni cosa non fatta diventa un rimpianto e un tradimento della nostra natura più autentica. Può essere considerata un tuo alter ego? In parte, non tanto per i trascorsi sentimentali quanto per alcuni dettagli, quali la passione per l’arte e la letteratura, le amicizie, un divano verde e una mansarda. Ci sono personaggi che mi rappresentano molto di più, come per esempio sua amica Micole, ma la verità è che c’è un po' di me in ognuno di loro: ciascuno di loro, mi rappresenta a suo modo nel Bene e nel Male. Volete sapere come? Non vi resta che darvi alla lettura di “Baci Sparsi”! www.newentry.eu 21


RELAX

Sodoku

Vignetta

NEW ENTRY il Giornale della Gente

Quindicinale d’informazione sociale e culturale

Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti

Direttore Onorario: Michele Cortinovis

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TRATTAMENTO / MASSAGGIO SPORTIVO Ben ritrovati. Come sempre a noi piace partire con i ringraziamenti per tutti i nostri clienti e per coloro che ci seguono sui social, tramite il nostro sito internet (a proposito: a breve sarà disponibile la nostra nuova piattaforma, ancora più ricca di informazioni) e chi ci legge su New Entry. Oggi vi voglio parlare di un trattamento specifico per gli sportivi. Mai come in questi anni (fortunatamente aggiungo!) si è vista un’“esplosione” di persone che dal comodo divano davanti alla tv hanno deciso di spegnere il televisore e mettersi ai piedi un bel paio di scarpe da ginnastica e cominciare o ricominciare a fare dell’attività fisica, all’aria aperta oppure in qualche palestra; oggi la scusa del non ho più tempo non vale visto che la maggior parte delle sale fitness è aperta 7 giorni su 7 H24!!! Fin qui tutto bene, anzi consiglio a chiunque di cominciare un proprio percorso di benessere fisico basato su movimento; aiutiamo così il corpo ad eliminare cortisolo in eccesso, responsabile dello stress, e a far “circolare” nel nostro corpo un po’ di sane endorfine, sostanze prodotte dal cervello atte a dare piacere e dotate di una potente attività analgesica ed eccitante. Insomma ci mettono di buon umore! E uno dei modi più sani per attivare questo meccanismo è svolgere attività fisica di media intensità. Quindi vi starete chiedendo dove sta il problema? Il problema è che la maggior parte dei neofiti dello sport non si sa controllare, complice appunto il nuovo stimolo benefico apportato dalle endorfine che spingono il nostro corpo a volerne di più, come fosse una “sostanza stupefacente” (e in parte questa è un’affermazione vera!) costringendoci a fare più attività fisica e più intensa rispetto a quello che invece può sopportare il nostro corpo poco allenato. Ed è qui che cominciano i problemi…soprattutto a livello fisico! E vai di tendiniti, infiammazioni varie, problemi muscolari, contratture, problemi alle articolazioni, distorsioni, ecc. Il primo consiglio e dev’essere quasi un obbligo per prevenire gli infortuni è quello di partire con tutta la calma possibile, seguendo magari delle tabelle di allenamento consigliate da esperti personal trainer oppure scegliere su internet qualcosa di serio e adatto alle nostre esigenze e al tipo di sport che vogliamo intraprendere. Ovviamente una visita medica sportiva deve essere in cima alle nostre priorità!!! L’attività agonistica è caratterizzata da sollecitazioni massimali dell’apparato muscolo-scheletrico. Tale attività è anomala rispetto a qualsiasi altra e richiede quindi particolari precauzioni e una particolare preparazione di base. Se ciò non avviene l’apparato muscolo-scheletrico può facilmente andare incontro a situazioni traumatiche e patologiche. Una delle migliori forme di prevenzione per l’attività sportiva è data dal MASSAGGIO SPOR24 www.newentry.eu


IL SALOTTO DI KETTY

TIVO sia per quanto riguarda la fase di preparazione dove la muscolatura viene preparata con manualità elasticizzanti e vascolarizzanti, sia nella fase di recupero dopo lo sforzo agonistico, dove con manualità drenanti, defaticanti e mio-rilassanti, si tende a riportare velocemente la muscolatura nei normali livelli fisiologici. Esiste inoltre il massaggio infra-gara svolto durante gli intervalli e le pause di una particolare attività sportiva. Esso varia a seconda del tipo di sport e delle caratteristiche neuro-muscolari e reattive dell’atleta, per cui le manualità non vengono scelte in maniera compromissoria fra quelle del massaggio pre-gara e post-gara, ma scelte con precisione stabilendo se per quel tipo d’atleta e per quel particolare gesto atletico sia maggiormente necessario mantenere elastico oppure no il tono muscolare. I suoi numerosi benefici derivano da due particolari presupposti:  azione diretta data dall’aumento del flusso sanguino con iperemia locale;  azione indiretta data dalla stimolazione del sistema nervoso parasimpatico. Possiamo così attribuire al massaggio sportivo, questi benefici grazie appunto alle 2 azioni viste in precedenza: riduzione delle tensioni muscolari, riduzione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, stimolazione della microcircolazione, effetto drenante che accelera la riduzione di acido lattico e delle scorie metaboliche prodotte durante l’attività fisica e prevenzione degli infortuni! I nostri Massoterapisti MCB sapranno stimolare al massimo le vostre strutture per portare tonicità muscolare, prevenendo, grazie all’alta professionalità, i più comini infortuni dovuti al sovraccarico funzionale sportivo. Va ricordato che tutti possono usufruire dei benefici del trattamento sportivo, indipendentemente dall’età, dal tipo di sport praticato e dal proprio livello prestazionale. Per ulteriori informazioni, dettagli, TRATTAMENTI-MASSAGGI TERAPEUTICI MANUALI o CONSULENZE PRIVATE ci potete contattare: Mail negozio: info@erboristeriapresezzo.com - Sito: www.erboristeriapresezzo.com oppure ci trovate in negozio ERBORISTERIA PRESEZZO, Via Vittorio Veneto, 1064 Presezzo. TEL 035/4156226. Ivan Mangili e Katia Mussetti

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Lago di Piano Valmaneggio (Como)

Il lago di Piano (o lago del Piano o lago di Romazza) è un piccolo lago situato in val Menaggio. Ha una superficie di 0,72 km2 ed una profondità massima di 13 metri ed occupa la vallata alle spalle della cittadina di Porlezza (CO). Durante la stagione invernale si copre di ghiaccio. È la prosecuzione ideale del lago Ceresio o lago di Lugano in quanto appendice dello stesso ma separata, nel corso dei millenni, dalle alluvioni del fiume Cuccio che hanno creato una ampia zona di riempimento; oggi

l’unico immissario importante è il torrente Civagno che nasce dal monte di Tremezzo. Il lago di Piano è un tipico lago di fondovalle glaciale, attualmente inserito in una vasta oasi naturalistica denominata Riserva naturale Lago di Piano e riconosciuta come sito di importanza comunitaria dall’Unione europea. Sul piccolo promontorio che si inserisce nello specchio del lago è da segnalare il borgo di origine medievale Castel San Pietro, esempio di borgo circondato da mura e sorto, come

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ITINERARI

molte altre località della zona, su vestigia di un antico sito di osservazione e segnalazione di epoca romana. Vi si ergeva infatti una torre di segnalazione luminosa che probabilmente era a vista con la omologa torre di Carlazzo la quale era a sua volta collegata visivamente con la torre della località Le torri, a monte in direzione di San Bartolomeo Val Cavargna. Tra le specie presenti, peculiare è la presenza del gambero austropotamobius italicus.

Sulle sponde del lago sorgono numerosi campeggi che, in periodo estivo, sono frequentati da turisti principalmente olandesi e tedeschi. Durante la stagione invernale il lago del Piano ha la caratteristica di gelare per un periodo compreso fra dicembre e i primi giorni di febbraio a causa dell’ombra proiettata dal monte Galbiga o Calbiga: la superficie ghiacciata del lago rende quindi possibile l’attività del pattinaggio che viene comunemente esercitata dagli abitanti della zona.

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ENDOMETRIOSI: LA MIA TESTIMONIANZA Viviamo in una società in cui moltissime malattie croniche continuano ad essere invisibili. Solo chi vive con una malattia cronica può capire veramente cosa significhi averla e cosa comporti... si tratta di fare un viaggio lento e solitario dove la prima tappa è la ricerca di una diagnosi definitiva per “tutto quello che mi sta accadendo”. Non è assolutamente facile perchè possono passare anni prima che una persona riesca a trovare un nome per quello che ha. Dopo tutto questo, quando finalmente si ha la diagnosi, secondo me arriva la parte più complessa: trovare una qualità di vita con il dolore come compagno di viaggio. Bisogna cambiare mentalità: non c’è bisogno di una ferita evidente perché il dolore sia autentico. E a questo mi collego a ciò che dice il mio specialista di endometriosi ai convegni: "L'endometriosi è come un tumore. Si tratta di una patologia benigna ma viene trattata come un cancro. Bisogna vedere questa malattia con occhi diversi. Chi vi dice che si guarisce 28 www.newentry.eu

vi prende in giro. La paziente deve uscire dalla sala operatoria senza endometriosi: deve mantenere le funzioni viscerali, riproduttiva e delle pelvi". Non è stato facile accettare tutto ciò ma..... Si diventa forti quando si impara ad accettare il dolore! E se non è visibile agli occhi non significa che non esiste! L'importanza di avere una diagnosi precoce, di essere comprese e non considerate delle pazze immaginarie in cerca di antidolorifici x sballarsi, o quelle che non sono in grado di sopportare "il classico mal di pancia a causa del ciclo" ... E cosa fondamentale non finire nelle mani sbagliate e vedersi poi la propria vita rovinata... Ho iniziato a star male a 13 anni con i primi dolori durante il ciclo mestruale, ho dovuto convincermi che era tutto normale e che non ero in grado di sopportare nulla perchè così dicevano i medici... Vivevo chiusa in casa piegata piangendo: anni di dolori senza essere compresa e creduta (mi sembrava di essere pazza, di esagerare. Mi


SPECIALE

sentivo dire ad esempio: “E' tutto nella tua testa, non hai niente” oppure “ Non sai sopportare il dolore, non fare la bambina. Sii donna” "di cosa ti lamenti? Dovrai partorire un giorno"), assenze a scuola e saltare l'ora di ginnastica indipendentemente dalla presenza del ciclo perché stavo male, sempre ed essere considerata dagli insegnanti pigra, nullafacente, una studentessa con una bell'immaginazione per saltare compiti, interrogazioni ed altre attività, innumerevoli corse in ospedale ed essere dimesse con una diagnosi errata, sentirsi diverse dalle amiche, rinunciare alla vita di una normale adolescente, difficoltà o impossibilità di urinare e/o evacuare, imbottirsi di antidolorifici. La mia diagnosi arrivò a gennaio 2012 (avevo 26 anni): “Endometriosi profonda 4° stadio del setto retto vaginale". Finalmente, anche se dopo 13 anni di ritardo, il mio dolore aveva un nome. Da allora ho avuto 3 interventi (4 x la ricanalizzazione dell'intestino), sono passati 6 anni e i miei dolori sono cambiati, l'endometriosi non centra più e i miei sintomi sono neurologici (a causa dei danni permanenti ai nervi - da qui la neuropatia bilaterale del pudendo, vulvodinia e sacroileite-, vescica ed intestino neurologici con conseguenze di autocateterismo da più di 4 anni, selg e moviprep più ausilio x svuotare l'intestino una volta la settimana... a 28 anni ho perso la funzionalità di questi organi, non ho più la sensibilità e gli stimoli a causa di un medico che mi ha operato nel 2014, intervento durato 8 ore). Mi tolse entrambe le tube, sutura della vagina, messo stents bilaterali, shaving intestinale (lasciandomi però 2 noduli infiltrati nell'intestino ed endometriosi diffusa in altre parti). Sono uscita dalla sala operatoria con la bocca blu... ho rischiato.... l'anestesista uscí 5/6 volte durante l'operazione per rassicurare mia mamma... e venne a controllare in stanza come stavo almeno 5 volte al giorno... e per 9 giorni, nonostante fossi attaccata ad un palloncino con morfina e altri antidolorifici, io urlavo e piangevo dai dolori... il

medico che mi aveva operato mi diceva di smetterla, che era tutto nella mia testa, che avendomi operato lui, ero guarita dall'endometriosi. Mi disse di ritenermi fortunata perchè mi aveva lasciato la casetta ovvero l'utero che a causa dell'adenomiosi molto grave sarebbe stato da togliere ma non era il momento dato la mia giovane etá. Ed ebbe anche il coraggio di smentire tutto... ovvero che non era vero che mi aveva detto di aver visto endometriosi ai nervi e non toccata perché non era in grado e di non credere a chi dice che può operare quel punto perché non esiste come intervento.... Sicuramente disse ciò per paura che scoprissi tutto quanto!! A giugno 2015 ho subito il 3° intervento, chi mi ha operato doveva stare molto attento visto ciò che mi aveva causato un anno prima il medico precedente. Fu un intervento tosto di 7 ore: neurolisi, resezione intestinale con stomia, ovaia dx, vescica, rene dx, ureteri, vagina, legamenti utero sacrali, douglas, pelvi congelata. Ma grazie a lui da allora, sono pulita dall'endometriosi! Tornare a casa con stomia è stato un trauma: tre mesi d’inferno nei quali ho fatto fatica ad accettarla, per un mese e mezzo circa mi rifiutavo di pulire lo stoma e di cambiarmi il sacchetto da sola, lo faceva mia mamma. Ad agosto ho iniziato ad accettarla ed a far tutto autonomamente. Non è facile adeguarsi a un ritmo di vita diverso, già l’endometriosi ti invalida tanto, e la stomia era un problema in più: star attenta che il sacchetto non si stacchi, svuotarlo spesso, cambiarlo, non sapere come vestirsi, fare attenzione a ciò che si mangia ecc. In borsa avevo sempre il kit per le emergenze: sacchetto e maglia di ricambio, salviette, guanti... A settembre ho avuto l’intervento di ricanalizzazione. Speravo fosse finita là ma la stenosi si era già riformata e così per sei mesi ogni settimana andavo in ospedale per le dilatazioni endoscopiche e dilatatori manuali. A gennaio 2016 ho inserito mirena (la spirale medicata al progesterone) per posticipare l'isterectomia dato che in pazienti giovani non la www.newentry.eu 29


SPECIALE

fanno e in ogni caso, secondo il mio specialista, dato la mia situazione, non risolverei nulla. Sempre nello stesso mese ho ottenuto il 75% d'invalidità, soprattutto per gli ultimi due interventi molto complessi, ma in particolare per i danni e conseguenze permanenti del secondo intervento. Me l'hanno data con revisione a gennaio 2019 perché ovviamente essendo giovane, per i medici della commissione inps posso guarire da tutto ciò... assurdo!! Ad aprile oltre a mirena hanno aggiunto Azalia come pillola...quindi doppia terapia ormonale... una bomba di ormoni!! Il 6 novembre ho effettuato una visita reumatologica e ho avuti la diagnosi di fibromialgia, ennesimo regalo dell'endometriosi. Il 29 novembre ho subito il mio 5° intervento: il mio specialista di endometriosi, essendo anche neuropelveologo, con la tecnica LION appresa a Zurigo dal suo maestro, mi ha impiantato il neuromodulatore sacrale provvisorio sperando di recuperare almeno una parziale funzionalità vescicale e rettale, anche se mi hanno dato bassissime possibilitá di riuscita... Per l'intestino non c'è più nulla da fare, se va bene per la vescica ridurrò solamente il numero di cateteri a 2 (da 4 anni e mezzo ne faccio almeno 5 al giorno). L'intervento è durato più del previsto perché anche se sono pulita dall'endometriosi, da giugno 2015, purtroppo, il mio addome è strapieno di aderenze x tutti gli interventi che ho fatto in passato... tante ne ha tolte ma tante altre le ha dovute lasciare altrimenti avrei rischiato tanto soprattutto per l'intestino. La sera prima dell'operazione mi aveva detto che ci poteva essere la possibilità che non riuscisse ad impiantare gli elettrodi sui nervi pelvici data la mia situazione molto complessa e delicata... ma ci è riuscito!!! Ho il neuromodulatore sacrale impiantato ed ora si spera dia le funzionalità di cui ho bisogno altrimenti tornerò in sala operato30 www.newentry.eu

ria e sposterà gli elettrodi per vedere se cambia qualcosa. Prima di togliere tutto vuole fare un paio di tentativi per osservare se posso avere i benefici sperati e se fosse così si procederà con l'impianto del neuromodulatore sacrale definitivo... in caso contrario, come dicevo, si toglie e basta. Indipendentemente di come vada, lui rimarrà sempre il mio salvatore e non finirò mai di ringraziarlo!!! È stato l'unico in quasi 4 anni fa a volermi prendere come sua paziente nonostante tutto quello che mi ha causato il suo predecessore. Mi ha aiutato molto per quanto riguarda l'endometriosi ed ora sta cercando con tutto il resto di farmi avere una migliore qualità di vita che secondo lui merito, visto tutto quello che ho passato e sto ancora affrontando... Per lui sono una sopravvissuta!!! Comunque grazie all’evoluzione della tecnologia, della scienza e ricerca, oggi il neuromodulatore sacrale in molti casi può migliorare la qualità di vita. Si tratta di un trattamento che ha lo scopo di cercare di ripristinare la funzionalità del pavimento pelvico mediante la stimolazione nervosa. E' un'opzione che in genere si consiglia ai pazienti che non rispondono in maniera soddisfacente ai trattamenti terapeutici o che non possono assumere farmaci nel lungo periodo a causa di scarsa tollerabilità o di effetti collaterali importanti, e come scritto sopra a chi soffre di disfunzioni del pavimento pelvico (ritenzione urinaria, stipsi cronica, incontinenza urinaria e/o intestinale, cistite interstiziale ecc). Ho imparato a convivere con il dolore cronico da quando ero adolescente, fa parte di me e l'ho accettato... E soprattutto anche se sto male non lo faccio notare perché non servirebbe a nulla, non capirebbe nessuno. Lamentarsi è un segno negativo, non fa andare avanti. Il passo più importante è l'accettazione della malattia e capire che noi non siamo lei! E non bisogna mai mollare.... Michela Masat


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E' ANDATA COSI' “È andata così”. Oggi questa frase mi risuona in testa. Avrebbe potuto andare in tanti altri modi, ma è così che è andata, questa è la direzione che la vita ha preso. Irreversibile. Lo sappiamo, e spesso questa è una semplice presa d’atto, una constatazione indolore. Ogni tanto, però, questa consapevolezza s’incarna facendoci toccare con sensibilità acuita i bordi del limite. A volte fa male, a volte è stupore, resa, ferita cicatrizzata. Comunque irreversibile. Guardo alcune porte chiuse che hanno dato forma alla mia vita. Perché l’irreversibilità dà forma. Nel bene e nel male, e non si sa mai cosa scatenerà l’uno o l’altro, o entrambi. E quella forma è la nostra opportunità nel mondo. Da vivere, come riusciamo. È andata così: non possiamo cambiare il passato, ma solo cercare di amare il nostro percorso. Lì c’è il valore, lì c’è senso. Lì siamo noi: non le rose che avremmo potuto co-

gliere, ma quelle che abbiamo colto. A differenza di Gozzano, amo le rose che colsi. sguardiepercorsi

RISONANZE Brusio faticoso. Tante storie affollano le mie giornate, e qualche voce stasera risuona ancora. Voci, volti, sguardi. Occhi che mi guardano carichi di emozioni, occhi che portano domande che non hanno risposte, occhi che chiedono aiuto, condivisione. Cammino nell’aria fredda per far scivolare via qualche sguardo, qualche voce. È sera, rallento. Gli alberi del parco mi quietano, come sempre. Lascio andare le risonanze. Qui, ora, cammino e guardo. Vita che vive. Vi penso, uomini e donne che mi raccontate pezzi delle vostre vite. Li custodisco con cura. Spero di riuscire a ridonarli alla vita. sguardiepercorsi

www.studiorotafederica.it Consulente del lavoro Rota Rag. Federica delegato n. BG01533FL della Fondazione Consulenti per il Lavoro Agenzia per il Lavoro Aut. Min. 19009 del 23/07/2007

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L’INTERVISTA

BRIGIDA MAUGERI

Modella, esteta, atleta vegana, dermopigmentista e influencer. Dalla sua splendida Catania alla conquista dell’Italia intera. Quella di Brigida Maugeri è una storia da sempre sotto i riflettori. Abituata a curare l’immagine sua e delle altre persone come fosse un’ossessione. Il “bello” fa parte di lei, della sua storia, del suo lavoro e del suo corpo. Un autentico personaggio con migliaia di followers al seguito e una miriade di “cose” da seguire. Dagli eventi alle serate, dai post ai clienti. Una vita in movimento che le lascia il tempo per coltivare le sue passioni, per vivere al fianco del suo grande amore e per continuare a sognare. Tutto rose e fiori? Non sempre, o forse non proprio. “La gente vorrebbe essere come me, le donne mi invidiano mentre gli uomini restano affascinati – racconta Brigida, 43 anni e non dimostrarli – conquisto con il corpo e con la testa. Non sono solo apparenza, in me si trova sostanza. Ho rinunciato a progetti privi di contenuti: non sono una bella bambolina da mettere in vetrina”. Insomma, oltre alle gambe e alla curve c’è molto di più. Ad esempio, una Accademia in quel di Catania dove esegue tecniche innovative riguardo la dermo-pigmentazione estestica e paramedicale e dove in veste 32 www.newentry.eu

di “master” insegna questa professione ad altre ragazze. Ogni lato di lei emerge sui social. Ogni aspetto ha la “sua” pagina, il “suo” profilo. Targettizzare resta la parola d’ordine. Ma Instagram e Facebook hanno veicolato il tuo personaggio in tutta Italia. Mi piacciono i social, mi piace condividere ciò che faccio e ciò che sono. Adoro far vedere a tutti le cose belle della mia vita. Brigida Maugeri è un esempio… Mi affascina l’idea che altre persone possano prendermi come spunto per crescere e migliorare. Ho anche un blog in cui do consigli, suggerimenti, idee. Tutto, ci tengo a dirlo, assolutamente gratuito. I miei tutorial non si pagano, condividere contenuti di valore mi rende felice. Il guadagno viene dopo. Anche per questo i miei followers mi amano e mi seguono. La mia filosofia va oltre la parte economica: se un prodotto non è valido o non mi convince, non lo sponsorizzo. Se invece sono convinta delle caratteristiche che possiede, allora mi piace metterlo in evidenza sui miei canali. Come si coniuga la vita social con quella privata? Sono fidanzata da dieci anni con lo stesso uomo,


L’INTERVISTA

non vivo da influencer perché adoro il lavoro che faccio nella mia attività. Le mie giornate iniziano con una gran colazione, poi si attacca il telefono e… inizia il tour de force. Come nasce questa passione per l’estetica? Ho iniziato facendo la segretaria di un chirurgo estetico, dopo due mesi ho capito che avrei voluto sfruttare al meglio le mie capacità organizzative, tecniche, professionali. Ho studiato e ho creato l’Accademia. Ed ecco che è iniziata la mia routine, dal lunedì al venerdì sono “questa” Brigida. Nel weekend ho tempo per i miei impegni, le foto per i social, il lavoro su Instagram, Facebook e sul nuovo canale Youtube. Una vita dai mille volti. Mi piace uscire senza trucco, vestita sportiva. È un messaggio che voglio lanciare alle donne: essere sempre se stesse, curate ma naturali. Occorre che il mondo femminile riprenda in mano la propria vita. Meno trucchi, più sicurezza in se stesse. Io, personalmente, quando esco mi sento bellissima. Anche se ho indosso la tuta…

La fotografia cosa ti ha dato? Moltissimo sia a livello professionale che personale. Ho collaborato con Liguero, un noto brand di intimo con cui sono stata pubblicata su numerose riviste per la loro campagna pubblicitaria. Poi per Biosan, Mozzarelle Zappalà. Tantissime occasioni di visibilità. Non solo foto… Ma anche tante conduzioni di eventi, di serate, la presentazione di un programma tv con Sasà Salvaggio e di un altro con Stefano Tacconi. Ma ho anche alle spalle un’esperienza a Uomini e Donne: era la prima stagione… E poi ancora… Su Canale 5 ho fatto parte della squadra dei “Belli” a Ciao Darwin. Ecco, sono in cerca di ruoli che mi divertano, che mi appaghino. Vediamo se all’orizzonte trovo altro… Lontana dai riflettori, cosa poni al centro della tua vita? La famiglia, per me, è stata sempre molto im www.newentry.eu 33


L’INTERVISTA

portante. E poi… io vivo per l’amore, io senza amore sarei una persona spenta; io devo amare, se non amo io mi spengo. Ho la passione per gli animali, per il mio compagno, per la mia famiglia, per i miei amici, l’amore deve essere forte in me, se non amo niente ha senso nella mia vita. Capitolo sport: sei stata campionessa mondiale nella tua categoria di body building, da cui ora ti sei presa una pausa. Questo per me è un hobby, non è un lavoro primario. E poi ho smesso per una questione etica. Per continuare in quel modo, a fare gare con questa frequenza, avrei dovuto far uso di qualche sostanza. E siccome non è quello che io voglio, ho scelto di fermarmi. Ultimo aspetto: abbiamo parlato molto di alimentazione. Sono stata vegana, ora non lo sono più. Il veganesimo per me è stata una forma di ribellio-

1997 - 2017

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ne. Io sono nata libera. La dieta vegana è derivata dal mio amore per gli animali. Tutti mi dicevano: senza carne non si può vivere ed io ho dimostrato il contrario. Sono stata per dieci anni vegana, in perfetta salute. Il problema erano le gare e le energie di cui necessitavo. Oggi mangio in modo intelligente: poca carne, pesce nella giusta quantità. CONTATTI SOCIAL http://www.brigidamaugeri.com/ https://www.facebook.com/brigidamaugeriofficial/ https://www.instagram.com/brigidamaugeri/?hl=it

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RIFLESSIONI

TESTIMONI DI UN MIRACOLO

Sono molte le guarigioni prodigiose avvenute per intercessione attribuite a Don Luca Passi (sacerdote di origini bergamasche vissuto tra il 1789_1866), ma solo una è stata ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa come: straordinaria, immediata, inspiegabile (un Miracolo); quella di mia zia Amelia (Suor Brunamaria Ghidelli), sorella di mia mamma. Nacque a Canneto sull'Oglio il 3 maggio 1920, si trasferì in tenera età con i genitori (i nonni Luigi e Rosina) ad Asola (Mantova) alla cascina Lughino Sant'Eusebio. Primogenita di 10 fratelli (5 maschi e 5 femmine), figlia di contadini, era dotata di una intelligenza straordinaria, a 5 anni sapeva già leggere, il suo primo libro fu una vecchia bibbia trovata in un baule della cascina; dopo aver letto poche pagine della bibbia, iniziò ad andare in chiesa, percorrendo a soli 5 anni a piedi tutti i giorni, i 3 chilometri di strada che distanziavano la cascina dalla Chiesa di Asola, per assistere alla prima messa della giornata. I suoi genitori non l'hanno mai ostacolata, ma nel periodo invernale erano preoccupatissimi perché temevano potes36 www.newentry.eu

se congelarsi per strada, ma lei non voleva sentire ragioni, niente e nessuno potevano impedirgli di assistere alla sua messa quotidiana. Mi raccontò che la su fanciullezza trascorse felice nelle campagne asolane; a 10 anni, dopo la quinta elementare aveva già le idee chiare: comunicò ai suoi genitori che voleva diventare Suora, per i miei nonni fu un duro colpo, erano molto credenti e l'avevano sempre appoggiata, ma una ragazzina della sua intelligenza chissà cosa avrebbe potuto fare nella vita; le lasciarono libertà di scelta, entroò così come Novizia nell'Istituto delle Suore Dorotee di Cremona; frequenta gli studi magistrali conseguendo brillantemente il diploma di maestra elementare. Inizia nell'Istituto di Cremona a dedicare ogni giorno una preghiera a Don Luca Passi (Fondatore dell'Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea di Venezia), era profondamente colpita ed ammirata dalle opere che svolse durante il suo sacerdozio. A vent'anni il fatidico giorno dell'investitura: da Novizia diventò Suora, durante la celebrazione il


RIFLESSIONI

sacerdote preposto le disse: <d'ora in avanti non ti chiamerai più Amelia ma Suor Brunamaria Ghidelli>, mia zia era felicissima, perché nel suo nome c'era anche quello della Madonna. Iniziò ad insegnare in diversi orfanotrofi femminili: Treviso, Murano, Venezia; abitando per molto tempo nelle città venete, prese un simpatico accento; tipico di questa regione. Rimase affascinata dalla bellissima città lagunare dove per molti anni insegnò presso l'orfanotrofio femminile. La sua classe solitamente era composta da 70 bambine, dalla prima alla quinta elementare. Un giorno gli chiesi: <zia ma come riuscivi a tenere a bada ed a insegnare addirittura a 70 alunne?>. <È importantissimo rendere le lezioni interessanti, essere informati su tutto e riuscire sempre a dare una risposta alle mille domande che ti pongono, e poi le alunne di quinta mi davano una mano con quelle di prima, in questo modo si sentivano importanti, responsabilizzate e poi il Signore mi aiuta-

va, la sua vita sicuramente non è stata noiosa. Mia zia Amelia era una enciclopedia vivente, leggeva moltissimo. Nel gennaio del 1970 (all'epoca aveva cinquant'anni), sentì una forte fitta all'addome, ma il medico che la visitò non riscontrò nulla di particolare. Nei mesi successivi il dolore al basso ventre si fece sentire sempre più frequentemente, ma mia zia voleva a tutti i costi terminare l'anno scolastico. IL 16 giugno1970 mentre stava distribuendo le pagelle alle sue allieve, mia zia si accascia a terra priva di sensi, viene trasportata urgentemente all'Ospedale Fatebenefratelli di Venezia; il 24 giugno viene sottoposta ad intervento chirurgico; quello che si presenta ai medici è qualcosa di veramente terribile: un gigantesco tumore all'utero (25 centimetri di diametro), e metastasi diffuse per tutto il tratto intestinale; prelevano una parte del tumore per le analisi del caso (il tumore risulterà in seguito di origine maligna), e richiudono mia zia

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RIFLESSIONI

senza poter fare nulla. Iniziano con qualche cura ma le sue condizioni fisiche precipitano di giorno in giorno. IL 20 luglio 1970 su sua stessa richiesta, mia zia viene portata alla casa Madre delle Suore Dorotee di Venezia, vuole terminare li i suoi ultimi giorni. I dolori all'addome sono atroci, presso l'infermeria del convento le vengono somministrate delle quotidiane dosi di morfina. IL 27 agosto il medico che la visita avverte la Madre Superiore che a mia zia le rimangono al massimo 2 giorni di vita; la Madre telefona a mia zia Giuseppina (sorella di mia mamma), che all'epoca era l'unica ad avere il telefono, avvisandola di quanto il medico aveva detto. Quando mia zia Giuseppina e suo marito Oliviero arrivarono a casa nostra già dai loro visi si capiva che qualcosa di terribile stava accadendo, infatti dopo aver parlato con i miei genitori, mia mamma scoppiò in lacrime, disse: <aspettate un attimo metto qualcosa nella valigia, vengo anch'io a salutare la cara Amelia>, prima di partire si rivolse a

me: < Giordano, b'elo, mi raccomando fa il bravo, la mamma torna presto>, quando salì sull'auto degli zii nella mia testolina di bambino pensavo: < il 29 agosto è il mio compleanno, ma mi sa che quest'anno la torta alla crema zabaglione mia mamma non me la fa>. La mattina del 29 agosto la Madre Superiore accompagna mia mamma e gli zii nella stanza della zia Amelia, sofferente e ridotta a 30 kg di peso; vedendola in quelle condizioni non poterono trattenere le lacrime, ma lei con un filo di voce si rivolse a loro dicendo: < non voglio che siate tristi perché io non lo sono, il mio sposo mi vuole con sé ed io sono pronta a partire>, poi si sistemarono in una delle stanze del Convento. Alle 18.00 mia zia chiede ad una infermiera di accompagnarla in sala mensa sulla sedia a rotelle; vuole dare l'ultimo saluto alle sue consorelle, rimane una decina di minuti con loro, poi si fa riaccompagnare nella sua stanza, mentre percorrono il corridoio le fortissime lancinanti fitte all'addome sono insopportabili, c'è un orologio appeso alla parete e mia

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zia nel vederlo pensa: <Signore mio ti prego, fa andare avanti il più velocemente possibile le lancette di questo orologio>; arrivata nella sua stanza, viene sistemata sul letto. Sono le 18,30 del 29 Agosto 1970, mia zia Amelia,( Suor Brunamaria Ghidelli ), fa fatica a respirare, ma proprio quando pensa di essere arrivata all'ultimo istante della sua vita, accade qualcosa di assolutamente incredibile ed inspiegabile: comincia a sentire un forte caldo ai piedi, piano piano sale su per le gambe, quando arriva all'addome, questo comincia a gonfiarsi in modo spropositato, pensa che le stia per scoppiare, poi piano piano comincia a sgonfiarsi fino sentirsi completamente svuotata, il caldo continua a salire su per il collo, al viso, alla testa; il tutto dura all'incirca 5 minuti, poi inizia a respirare a pieni polmoni, si mette seduta sul letto, non sente più nessun dolore, ma com'è possibile? Pensa: <ma allora tutte le preghiere che io, le mie Consorelle, le mie allieve abbiamo rivolto a Don Luca Passi, sono state ascoltate>; si alza in piedi, barcolla ma esce in corridoio ed inizia ad urlare con tutto il fiato che ha in corpo: sono guarita non sento più niente, è stato un Miracolo, in poco tempo il corridoio si riempie di infermiere e Suore, molte si mettono in ginocchio a pregare, la Madre Superiore corre ad avvisare mia mamma e gli zii che sono alloggiati poco distante nel Convento; quando arrivano da mia zia Amelia trovano le Suore che urlano di gioia, una ha staccato il Crocifisso dal muro per baciarlo, un'altra saltava sul letto di mia zia ( sfondandone la rete ). Noi a casa, non avendo il telefono, non sapevamo nulla di quanto era successo; quando mio padre vide la macchina degli zii che riportavano a casa mia mamma, gli andò incontro col viso tutto serio dicendo: < elo' partido' puarino' ?> e loro: < no no, sta benone è guarita>, < come è guarita, ma se era moribonda?> < ha ricevuto un Miracolo, adesso sta bene>; mio padre non ci capiva più niente, però era contento e lo ero anch'io. Vorrei aggiungere che mia zia Amelia prima di quel fatidico 29 Agosto 1970, ogni tanto soffriva di emi-

cranie, da quel giorno in poi non prese più una sola aspirina in vita sua. Quando l'eco della prodigiosa guarigione giunse alle orecchie del dottore che l'aveva operata (aperta e poi richiusa senza poter fare nulla), questi si recò al Convento per constatare di persona quanto era accaduto; quando incontrò mia zia le disse: < ma Sorella com'è possibile? Lei è in piedi e sta bene?> < sto benissimo, ho cominciato a mangiare normalmente >, < Sorella permette che la visiti? > < si non ho niente in contrario>. Dopo averla visitata il dottore sbiancò in viso e cominciò a balbettare: < io non sono pazzo, ho visto con i miei occhi, un tumore gigantesco, le metastasi, non riesco a sentire più niente, io non capisco >, poi si inginocchiò davanti a lei dicendo: < Sorella io sono ateo, ma posso far parte delle sue preghiere quotidiane?>. Mia zia con le mani prese il viso del medico dicendo: <dottore si alzi, lei farà sempre parte delle mie preghiere>, <sorella non ha idea del regalo che mi ha fatto>. www.newentry.eu 39


RIFLESSIONI

A mia zia Amelia fu concesso un permesso speciale di un mese, per trascorrere la convalescenza a casa dei famigliari (normalmente, aveva la licenza di una settimana all'anno), come sempre scelse di trascorrerlo nel nostro cascinale, lei amava la campagna, ma prima di partire disse alla Madre Superiore di informarsi sulle pratiche del caso per la Beatificazione di Don Luca Passi. Andò mio padre a prenderla alla stazione di Asola con la nostra 500; quando arrivò nel nostro cortile tutti le andammo incontro, io rimasi sbalordito, era uno scheletro, il suo bel viso aveva dei buchi al posto delle guance, mi disse: <ciao Giordano mi riconosci ancora? Sono un po' dimagrita>, <zia sembra che tu abbia un teschio al posto della testa>, mia mamma mi riprese subito: <Giordano non essere maleducato>. A casa nostra mia zia si riprese velocemente, ogni giorno era sempre più in forma, il suo viso riprese colore e i suoi bei lineamenti; camminava per la campagna macinando chilometri sempre con un libro in mano. Il mese passò velocemente e quando arrivò il giorno dei saluti io ero

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molto triste perché lei mi raccontava sempre delle storie bellissime; mi prese in braccio sollevandomi da terra (aveva ripreso le forze), ed io le dieci 2 o 3 bacioni, <allora non sono più un teschio?> < no, sei ritornata bella>. Quando mia zia passava da noi i suoi pochi giorni di permesso annuali, molte volte la punzecchiavo con degli argomenti piuttosto scottanti (almeno per Chiesa), tipo: far l'amore prima del matrimonio, l'uso dei contraccettivi, ecc. ecc.; capitò a casa nostra a passare le sue brevi vacanze, proprio nel periodo del referendum sull'aborto; era il mio primo voto da adulto, prima di uscire di casa per punzecchiarla le dissi: <ciao zia io vado a votare a favore dell'aborto>, lei mi diede uno sguardo che non dimenticherò finché campo, le sue pupille sembravano stessero per rompere le lenti degli occhiali, poi con la calma che solo i grandi riescono a mantenere mi disse: <Giordano, tu fai pagare la colpa più grande ad una povera creatura che di colpe non ne ha, bisogna migliorare o creare strutture idonee ad accogliere ragazze madri>; sembrava un fiume in piena, non riuscivo

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RIFLESSIONI

più a fermarla, così l'abbracciai, le diedi un bacio dicendole: <zia io la penso come te, anch'io sono contrario all'aborto>, < ta se un disgraziat, perché devi sempre farmi andare il sangue alla testa?>, < Perché cosi dai il meglio di te>. Passano gli anni, mia zia ha continuato la sua attività di educatrice scolastica in diversi istituti; nel 1986 si trova in un Convento delle marche quando mio nonno Luigi ormai novantenne e bisognoso di continua assistenza, viene portato nella casa di riposo di Collebeato (Brescia), una struttura gestita dalle Suore Dorotee. Mia zia Amelia chiede ed ottiene il trasferimento a Collebeato per poter assistere il padre. Io e la mia famiglia ogni 15 giorni li andavamo a trovare, è in questa struttura dove ho potuto parlare moltissimo con mia zia, (anche con mio nonno, non so però se lui mi sentiva). Nel 1988 mio nonno si spegne, mia zia rimane a Collebeato per 19 anni stringendo un grande sodalizio con la Madre Superiore, una persona straordinaria che ho avuto il piacere di conoscere, gestiva la casa di riposo in modo impeccabile, ordine e pulizia erano sempre nel suo vocabolario, molte volte mi ha fatto visitare l'istituto, era sempre tutto in ordine, anche la cucina era pulitissima, sembrava uno specchio. Solitamente parlavamo con mia zia nella sua cameretta; appena si entrava nella sua stanza si sentiva un forte profumo floreale, sembrava di camminare in un prato fiorito, lei diceva che era un modo per ricordare la sua bella e spensierata giovinezza trascorsa nelle campagne asolane; l'arredamento era di tipo minimalista: un cassettone, uno scrittoio, un piccolo armadio, non c'erano la televisione, la radio e nemmeno il telefono che invece erano presenti nelle stanze degli anziani ospitati nella struttura. Nel luglio del 2005 una circolare (non so di quale ministero), avvisa la Madre Superiore che le Suore verranno sostituite con del personale specializzato; tutte le religiose che lavoravano nella struttura ci rimasero molto male. Mia zia mi disse: <a quanto pare non siamo più capaci di fare niente, veniamo soppiantate in tutti i posti dove siamo presenti>. Non sta a me

dire se sia stata una scelta giusta o sbagliata, ma avendo frequentato per molti anni la casa di riposo, ho visto personalmente l'amore e la cura che le Suore dedicavano agli anziani; parlavano con loro, pregavano con loro, li rendevano partecipi di una grande famiglia, non li lasciavano mai da soli, (molti loro famigliari invece si); la solitudine è una "malattia" che può portare al baratro, le Suore ne erano pienamente consapevoli. Verso la fine di agosto 2005 mia zia Amelia ci disse di aver deciso di tirare i remi in barca: < ormai ho 85 anni, visto che qua non c'è più bisogno di noi, ho deciso di andare presso il Convento di Castell' Arquato, in provincia di Piacenza, è una struttura che ospita le Suore Dorotee sul viale del tramonto come me>.< Caspita zia, ma è molto lontano da dove abitiamo noi>, <ho già guardato la cartina, sono 70 chilometri, io e la Madre Superiore siamo andate a visitarlo, è un Borgo medievale stupendo, vedrai ti piacerà moltissimo>. Intanto la procedura per la Beatificazione di Don Luca Passi andava www.newentry.eu 41


RIFLESSIONI

avanti, ogni anno mia zia Amelia si sottoponeva a diverse visite che il Vaticano le richiedeva, presso cliniche autorizzate, per stabilire e verificare la sua straordinaria guarigione. Quando andavo a trovarla a Castell'Arquato (paese bellissimo), ci diceva: <sento che la Beatificazione è vicina, tutte le visite hanno accertato la mia guarigione prodigiosa, devo tenere duro fino a quel momento, dopo potrò andarmene contenta>. Mia zia aveva ben intuito, infatti l'inchiesta diocesana che si svolse presso il Tribunale del Patriarcato di Venezia dal 7 aprile al 13 giugno del 2009, dopo aver ascoltato il medico curante (che la operò, aprendo e richiudendo mia zia senza poter fare nulla), aver analizzato la documentazione medica comprendente cartelle cliniche, esami istologici, biopsie; dichiara che la guarigione rapida, completa, duratura, scientificamente inspiegabile è attribuibile ad un miracolo per intercessione di Don Luca Passi; perciò in virtù di quanto accertato il Congresso Delle Cause Dei Santi che si riunì il 18 febbraio 2012 presieduto da Monsignor Claudio Iovine, dopo aver riesaminato tutte le prove, da esito favorevole (con voto unanime ), alla Beatificazione di Don Luca Passi; la cerimonia si svolgerà il 13 aprile 2013 alle ore 15,00 presso la Basilica di San Marco a Venezia. Quando mia zia Amelia (Suor Brunamaria Ghidelli ) ci diede la notizia non stava più nella pelle dalla gioia, il suo sogno si stava avverando, il sacerdote che da una vita pregava, sarebbe stato finalmente Beatificato. Arrivò la mattina del fatidico giorno (13 aprile 2013), mia zia Giuseppina (sorella di mia mamma ), suo marito Oliviero, vennero a prelevare mia mamma e mia sorella per assistere di persona alla eccezionale cerimonia; quando vidi l'auto nel nostro cortile, mi venne in mente quando molti anni prima, gli zii vennero a prendere mia mamma per andare a dar l'ultimo saluto a mia zia Amelia morente; questa volta però quando partirono alla volta di Venezia, il mio cuore era pieno di gioia. La cerimonia della Beatificazione fu trasmessa in diretta da TV 2000, io e mia moglie eravamo 42 www.newentry.eu

davanti alla televisione quando nella Basilica di San Marco in primissima fila sulla sedia a rotelle, inquadrarono mia zia, Suor Brunamaria Ghidelli, subito dietro di lei c'erano mia mamma e gli zii Giuseppina e Oliviero; mia sorella invece, era in piazza San Marco, gremita per l'occasione da oltre 5000 persone, seduta in posti riservati ai parenti assieme a tanti miei cugini. Molte volte le telecamere si soffermarono sul viso di mia zia, raccontando del Miracolo ricevuto. Finita la cerimonia uscì dalla Basilica assieme a mia mamma e gli zii, ad accoglierla in Piazza San Marco c'erano decine e decine di sue ex alunne assieme ai loro mariti e figli, ognuna di loro la voleva toccare, abbracciare, le dicevano: <grazie Suor Brunamaria per i suoi insegnamenti, per me è stata come una madre, è sempre nel mio cuore, io prego sempre per lei; mia zia era visibilmente commossa. Penso che per un'insegnante, ricevere un'ondata così gigantesca di affetto a distanza di tanti anni, sia il regalo più gratificante in assoluto. Mia mamma e mia sorella, ancora oggi parlano di quell'evento con commozzione, dicono che era una giornata di sole stupenda, eppure il sole non scottava, non dava fastidio, c'era un'atmosfera particolare, si respirava pace, serenità, tranquillità. IL 03 maggio 2014 siamo a Castell'Arquato da mia zia Amelia per "festeggiare" i suoi 94 anni, mia zia era contenta anche se si notava sul suo volto un'ombra, la vedevo assorta, riflessiva. Alle 17,30 le dissi: < zia noi ce ne andiamo, si avvicina l'ora della Messa serale>, mi chinai su di lei per salutarla, < Giordano, mi sento stanca, molto stanca, non so se ci vediamo il mese prossimo>, quelle parole mi fecero rabbrividire; poi aggiunse: < sono soddisfatta di quanto ho fatto, peccato per l'unica alunna bocciata in quinta>, < ancora quella storia dell'alunna bocciata; hai insegnato a centinaia e centinaia di bambine e te ne hanno bocciato solo una in tutti quegli anni di scuola, dovresti essere felice!>, < mi dispiace perché era molto preparata, all'esame orale non ha aperto bocca, era timida, agitata>, < allora non è stata colpa


RIFLESSIONI

tua, guarda zia che ti tolgo le scarpe e te lo levo io il sassolino>, mi riavvicinai per baciarla, e lei mi prese il viso fra le mani, mi guardò negli occhi per un lungo istante e mi abbracciò. In quel momento capii chiaramente che era l'ultima volta che l'avrei vista in questa vita terrena. Alle 07,00 del 06 maggio 2014, mi telefonò la carissima cugina Vittoria di Milano, dicendomi: <Giordano, mi ha appena chiamato la Madre Superiore, purtroppo ho brutte notizie>, <la zia Amelia ha raggiunto il suo sposo?>, < te l'aspettavi? >, < Si me l'aspettavo e mi dispiace moltissimo>, < anche a me Giordano,

anche a me >. IL 29 agosto 1970 ( giorno del mio settimo compleanno ), non ho mangiato la torta allo zabaglione, ma ho ricevuto uno fra i più belli regali della mia vita: il Miracolo che ha salvato la vita a mia zia, Suor Brunamaria Ghidelli, e mi ha così permesso di conoscere una persona semplicemente eccezionale, dalla fede incrollabile e dalla caparbietà e cultura immense; per me un importante punto di riferimento; una luce in questa vita che ha volte ci riserva delle zone d'ombra in cui potremmo andare facilmente a sbattere la testa. Giordano

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OROSCOPO dal 27 Marzo al 12 Aprile 2019

ARIETE - 21/03-20/04

TORO - 21/04-20/05

GEMELLI - 21/05-21/06

La fortuna è abbondante e le piccole contrarietà non devono frenare il tuo entusiasmo. Viaggi di lavoro o di piacere si rivelano affettivamente interessanti, per single e non. Attento a non incappare in qualche fraintendimento sentimentale.

Avverti il desiderio di renderti indipendente, di staccarti dal tuo passato... Se stai vivendo una storia importante, le stelle ti mettono nella condizione ideale per esprimere al meglio i tuoi sentimenti e godere delle gioie dell’amore e dell’eros. Nessuno

resterà indifferente al tuo fascino. Poi si fanno strada alcune nuvole. Ma tu non ti fai distrarre né intimorire. Le energie investite conducono positivamente. La tua determinazione e la lungimiranza sono doti molto apprezzate... Non sprecare le

CANCRO 22/06-22/07

LEONE - 23/07-23/08

VERGINE - 24/08-22/09

energie per cose di poco valore, metti in primo piano quelle importanti, come l’amore. Sei concentrato sull’argomento viaggi? Asseconda il desiderio di muoverti e di conoscere gente nuova. Come un abile equilibrista riesci a mantenere salde le tue relazioni, nonostante i moti astrali.

Non ti accontentare delle conquiste che non lasciano il segno si possono ancora creare situazioni rilevanti sul fronte sentimentale. Una svolta nei settori carriera e immagine pubblica. Rilancia la tua immagine!!! Trova il tempo per trascorrere giorni e notti alimentando il cuore e appagando i sensi.

Domenica perfetta per un evento speciale, come trovare una persona adatta a te o creare un’amicizia. Ripresa lavorativa ottima: le stelle ti sostengono nel raggiungimento degli obiettivi. La mente ritorna lucida e attiva e affianca la tenacia e il coraggio. Sei proteso verso gli interessi amorosi.

BILANCIA - 23/09-22/10

SCORPIONE - 23/10-22/11 SAGITTARIO - 23/11-22/12

Qualche ostacolo da superare lo trovi ma non tutto il male vien per nuocere e potresti decidere di sfruttare l’alta marea ormonale per concepire un bebè. Un problema riguardante casa e/o famiglia potrebbe rallentare la corsa al successo professionale.

Periodo a cinque stelle. Dovresti aver intrapreso una fase di curiosa ricerca, spinto ad esplorare terreni sconosciuti e a prendere in considerazione la possibilità di flirtare spensieratamente. Vivi tutto questo come un sano divertimento, invece di preoccuparti.

Anche se non ci stai pensando, perchè troppo preso da questioni pratiche, le prossime giornate si annunciano ricche di occasioni per vivere un’eccitante avventura che ti darà la percezione di essere al centro del mondo. Amicizie nuove e molto speciali.

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Qualche dissapore sentimentale non pregiudica il buon andamento della settimana. Sono interessanti le prospettive per lavoro e scuola: hai una mente perfettamente lucida, una sicurezza che deriva dell’esperienza e dalla preparazione ottimale. L’amore ritorna a far parte dei tuoi progetti. Grande momento!

Non dare troppa importanza a un corteggiamento mal riuscito o a un appuntamento mancato. Puoi contare su ottime idee, progetti eccellenti e propositi accompagnati da una sana, spontanea ambizione. Sia in amore che al lavoro e a scuola. Nuova impronta alla sfera sentimentale, all’eros, al divertimento e alla creatività.

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La felicità è a portata di mano se sei uno che ama le emozioni forti. La Luna nel segno accentua ancora di più il tuo fascino, la sensibilità e di aprire nuovi fronti senza stare fermo. Incontri avvincenti, con un discreto margine di rischio se l’intenzione è quella di trasgredire alle regole della convivenza.


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RIDIAMOCI SOPRA

IL LADRO DI GALLINE Un contadino si accorge che di notte viene derubato delle galline per cui decide di chiudere il recinto dei polli con un lucchetto. Il giorno dopo va a controllare e vede che il lucchetto è stato scassinato. Allora mette 2 lucchetti, ma il giorno dopo i 2 lucchetti sono saltati. Grande decisione: si apposta vicino al cancello nascosto nella paglia. Verso le tre di notte sente dei passi furtivi, poi qualcuno che armeggia con i lucchetti. Allora allunga un braccio e tenta di afferrare il ladro e lo prende per i coglioni e stringe. Il ladro si agita. “Dimmi chi sei o stringo di più! “ urla il contadino. Il ladro... niente. Stringe le palle a due mani. Una forza incredibile... “Dimmelo! Bastardo! Dimmi chi sei! “. Niente. “Dimmi chi sei! “. E il ladro, con voce flebile: “Ugo... il Muto... “ DAL MEDICO Un signore con una ferita alla mano va’ dal medico per farsi medicare, il medico dice di spogliarsi il signore risponde che non ce n’è bisogno perche’ deve fare solo una fasciatura alla mano allora il medico si arrabbia dicendo che se non avesse fatto quello che aveva chiesto poteva anche andare via. Il signore rassegnato va’ nello spogliatoio dove trova un uomo in mutande lamentandosi dice: “E’ proprio strano sto’ medico per una medicazione alla mano mi ha fatto spogliare” e l’altro risponde : “E ti lamenti pensa che io faccio il postino e sono venuto solo per consegnare una lettera” LA VANITOSA Una signora vanitosa chiede ad un signore sincero: - Che età mi darebbe? - Beh… per i capelli le darei vent`anni, per il modo di guardare diciannove, per la pelle diciotto e per tutto il corpo, diciassette! - Hummm, ma come mai lei è così adulatore! - Niente di tutto ciò, sono sincero … adesso aspetti che devo fare la somma. 46 www.newentry.eu

IL NONNO SULLA SEDIA A DONDOLO Un uomo va a trovare i nonni in campagna e arrivato alla fattoria vede il nonno seduto sul portico nella sedia a dondolo con nulla addosso dalla vita in giù e gli chiede stupito: “Ehi, nonno, che stai facendo cosi’ conciato?”. Il nonno prima non risponde, poi alle domande insistenti del nipote confessa: “Sai, la settimana scorsa sono rimasto seduto qui senza camicia per tutta la notte e la mattina dopo avevo il collo rigido...”. E il figlio: “Ancora non capisco...”. E il nonno: “Beh, se ri-


RIDIAMOCI SOPRA

manevo tutta la notte qui nudo dalla vita in giu’... o almeno questa era l’idea della nonna!” LA DECISIONE L’anziano signor Schwartz e la vedova Esther Cohen sono seduti sulla veranda della casa di riposo dove vivono. Il signor Schwartz, anch’esso vedovo, dice ad Esther: “Per cinque dollari faccio l’amore con te su quella sedia a dondolo, per dieci dollari, faccio l’amore con te su quel divano. Ma per venti dollari, ti porto nella mia camera, accendo un paio di candele e ti regalo la più splendida notte di passione che tu possa immaginare...”. Esther considera l’offerta per un momento, e dopo avere guardato dentro la borsetta, dà venti

dollari al signor Schwartz. “Allora ti sei decisa per la notte di passione in camera mia?”. “No, per le quattro volte sulla sedia a dondolo”. IL PANCIONE Un bambino chiede alla mamma in avanzato stato interessante! “Mamma ma perché hai quel pancione cosi grande?” E la mamma per non metterlo in imbarazzo gli risponde “Ma no, vedi è tuo padre che ha voluto regalarmi un bebè!” Il bambino allora va dal padre e gli chiede: “papà ma tu ha regalato un bebè alla mamma?” Si risponde il padre, “non ti piacerebbe avere un fratellino?” Ma quale fratellino, risponde il bimbo; “guarda che quella se lo è mangiato!”

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PLAY MUSIC

anni fa 1969 2019

29 MARZO 1969

Ma che freddo fa - Nada La pioggia - Gigliola Cinquetti 03 Tu sei bella come sei - Mal e i Primitives 04 Zingara - Bobby Solo 05 Ob-la-di ob-la-da - Beatles 06 Bada bambina - Little Tony 07 Eloise - Barry Ryan 08 Un'ora fa - Fausto Leali 09 Irresistibilmente - Sylvie Vartan 10 La storia di Serafino - Adriano Celentano 01

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NADA Ma che freddo fa è un brano musicale scritto da Franco Migliacci per il testo e da Claudio Mattone per la musica. Il brano fu presentato al Festival di Sanremo 1969 da Nada in doppia esecuzione con The Rokes e si classificò al 5º posto. La versione che ebbe maggior successo commerciale arrivando al primo posto per cinque settimane fu quella di Nada, che con questo brano debuttò al festival di Sanremo all'età di 15 anni. Mina pubblicò nel 1969 un 45 giri con due brani partecipanti al Festival di Sanremo di quell'anno: Un'ora fa e Ma che freddo fa (PDU PLD 1017). I due brani vennero ripubblicati su album solo trent'anni più tardi, nel 1998, inclusi nella raccolta Mina Sanremo. Nel 2008 Giusy Ferreri ha pubblicato il brano all'interno dell'EP Non ti scordar mai di me. Nel dicembre del 2000 gli Avion Travel pubblicano l'album Storie D'Amore, all'interno del quale, insieme ad altri otto brani di cui uno inedito, è presente una loro versione del pezzo di Migliacci e Mattone. Nel Sanremo del 2013 viene di nuovo interpretata da Max Gazzè, nella serata dedicata alla storia del Festival di Sanremo. 48 www.newentry.eu

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Questa canzone è stata inserita nella colonna sonora del film La finestra di fronte di Ferzan Özpetek, durante un flashback di Simone. Si può sentire anche nel film horror franco-belga Raw - Una cruda verità di Julia Ducournau.


SENZA ALI E SENZA CIELO Troppi giovani e non, si tolgono la vita senza rendersene conto, oppressi da chissà quale mostro dentro di loro che li rosica a tal punto di compiere un gesto estremo. Il bullismo, i tradimenti, la crisi economica, la droga, l'alcool sono stati fattori che hanno causato non poche disgrazie ma ad essere colpiti maggiormente, un'altra volta, sono i nostri figli. Impegnati ormai a comunicare attraverso i telefonini non riusciamo più nemmeno ad intavolare un argomento, ad ascoltare il timbro di voce e il brivido del cuore mentre ci si confida davanti ad una bella tazza di caffè. Per non parlare della notte... ci si svegliava la mattina raccontando un sogno, oggi non sognamo più ma in compenso navighiamo in un mare aperto che ti porta ovunque ma non è reale. Che senso ha questa era virtuale, questa generazione alla ricerca di un modo nuovo per distinguerci senza capire che sono i valori quali l'educazione, il rispetto, il modo di fare che fanno la differenza. E' inutile negarlo: giovani con migliaia di amici virtuali ma terribilmente soli nella vita reale! Dai dati della fruizione dell’online dai device rilevati, risulta che sono stati 46,1 milioni gli utenti online di cui 29 milioni gli utenti da smartphone, questi ultimi collegati in media per 3 ore e 13 minuti nel giorno medio. Cavolo, ma cosa facevamo prima in quelle 3 ore e 13 minuti giornaliere? Forse chiacchieravamo

RIFLESSIONI

con un amico, giocavamo a palla con nostro figlio, andavamo a fare una passeggiata con il cane? Se ci pensate si parla di circa 96 ore al mese. Come ci siamo ridotti... Prima di salutarvi vi lascio la canzone di Jessica Morlacchi "Senza ali e senza cielo" con un testo autobiografico dove l'artista nell'adolescenza ha sofferto di crisi di panico. Interessante leggere i passaggi profondi che questo testo contiene. UN INNO PER TORNARE A VIVERE Se la sofferenza supera ogni limite vivere è morire mi tremavano le mani e tu non c’eri mai come si fa a dimentciare che desideravo avere stelle dalla terra e fiori dalla neve mentre tu ti accorgevi di come ero in guerra l’egoismo non ci vede Senza ali e senza cielo non riuscivo più a parlare senza addosso le apparenze dell’ipocrisia non so più buttarmi via io non cadrò Senza ali e senza cielo l’universo è tutto qua dall’inverno si ritorna e non si va più via finché non si muore più, mai più finché non si muore più. Gianluca Boffetti

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RIFLESSIONI

NON SONO MAI SOLA

Cammino sotto la pioggia. Guardo i riflessi sui marciapiedi, ombrelli colorati contro il grigio dei marciapiedi, lampioni illuminati resi fluidi dalla rifrazione, luci brillanti, scie d’acqua -create dalle auto- che zampillano in alto prima di ricadere sull’asfalto e forse anche su qualche malcapitato pedone. E poi gli alberi con cortecce lucide, foglie brillanti. Certo la pioggia qui, ora, non è la pioggia che distrugge vite e cose, e la si può guardare senza paura. L’aria fresca sul viso mi fa sentire viva ed è presenza tangibile. La bellezza dell’Estro Armonico di Vivaldi mi risuona nelle orecchie e fa da sottofondo allo spettacolo che scorre davanti ai miei occhi. So bene che la vita è tremenda e meravigliosa, ma ora accolgo la meraviglia. Avverto la vita che vive, e mi fa compagnia: risuona e respira in me. Questo essere così nella vita è un dono prezioso. Non sono mai sola quando questo sentire è con me.

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QUESTO E ‘ IL MIO NOME

Rubrica nata agli albori della nostra rivista (ormai 25 anni fa) ideata e curata da Michele Cortinovis, ritrova la sua collocazione all’interno di New Entry non solo grazie alla richiesta dei lettori, ma soprattutto nel ricordo di Michele, prematuramente scomparso, sempre presente nei nostri cuori.

Samuele Samuele (in lingua ebraica: /Shmu’el/, ebraico tradizionale: ebraico tiberiense, XI secolo a.C.) è un personaggio della Bibbia ebraica e dell’Antico Testamento cristiano. La sua storia è raccontata nel primo dei libri di Samuele, che vengono tradizionalmente a lui attribuiti. Nella Bibbia viene presentato sia come profeta sia come “giudice” in senso biblico. Il nome Samuele significa: “il suo nome è Dio”, o “il nome di Dio”, ma in aramaico Smenù-El significa “il Signore ha ascoltato”. Racconto biblico Samuele era figlio di Elkanah e della sua seconda moglie Anna. Apparteneva alla tribù di Efraim. Nel primo dei libri di Samuele si racconta che sua madre, Anna, era sterile e per questo veniva derisa e disprezzata dalla prima moglie di Elkanah, Peninnah, che aveva già dato ad Elkanah due figli. Anna si recò allora presso il santuario di Silo per pregare il Signore. Ottenne così miracolosamente di rimanere incinta di un figlio, che chiamò Samuele e che consacrò al Signore, con voto di nazireato, lasciandolo vivere presso l’anziano sacerdote Eli nel tempio di Silo (cfr. 1 Samuele 1-2). Il cantico di ringraziamento di Anna - per quanto nel suo riferimento al re “rappresenta evidentemente un anacronismo”, dovuto allo stratificarsi redazionale e al “carattere compilatorio e composito” degli stessi libri di Samuele sottolinea quindi l’importanza della figura del figlio Samuele “per un Israele oppresso sotto la minaccia dei Filistei”. Ancora giovincello, Samuele ricevette la vocazione a diventare giudice e profeta in mezzo al popolo ebraico (cfr.

1 Samuele 3). In seguito, stabilì come giudici d’Israele i due figli (Gioele e il fratello minore Abia), che esercitarono l’incarico a Bersabea. Fu lui a scegliere il primo re per il popolo ebraico, Saul, e il suo successore, Davide), giocando così un ruolo di primo piano nella nascita della monarchia teocratica in Israele. Saul, dopo la sua morte, fece evocare la sua anima all’indovina di Endor allo scopo di sapere il da farsi nell’imminente guerra contro i Filistei, ma Samuele gli disse che avrebbe perso e che il giorno dopo sarebbe morto suicida, e così avvenne.Dalla Chiesa cattolica, Samuele è ritenuto santo e viene festeggiato il 20 agosto. Gli ebrei fanno visita al luogo soprattutto nell’anniversario della morte di Samuele, il 28 del mese ebraico di Iyar, il secondo mese del Calendario ebraico. Micky

L’Emozione di ascoltare la propria anima, il proprio cuore... Tu lettore sei il protagonista! Con le tue storie, le tue emozioni... Invia i tuoi scritti a: redazione@newentry.eu

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GUSTO A TAVOLA

Pere al cioccolato

Zuppa di farro e patate

Ingredienti per 4 persone 4 pere williams 200 grammi di cioccolato fondente 1 tazzina di vernaccia (o brandy) 5 cucchiai di zucchero di canna frutta per decorare Preparazione ricetta Sbucciare le pere, depositarle in un pentolino e cospargerle di zucchero. Sul fondo del pentolino mettere la vernaccia e cuocere per ammorbidire le pere per circa 5 minuti. Mettere le pere calde nel piatto di portata. Scaldare al microonde per 2 o 3 minuti il cioccolato e versarlo sulle pere, decorare con altra frutta altrettanto buona servita col cioccolato. Anna - www.cucinacreare.it

Ingredienti per 4 persone 200 grammi di farro 2 carote, 1 cipollotto, 1 costa di sedano, 1 zucchina 150 grammi di pancetta affumicata olio E.V.O., sale e pepe, pecorino grattugiato Preparazione ricetta Oliare una casseruola e versare il cipollotto tritato sottile, la pancetta a dadini e soffriggere. Sfumare con acqua calda circa 1 litro, portare a bollore e aggiungere il farro. Continuare la cottura per circa 30 minuti. Tagliare tutte le altre verdure a dadini piccoli e aggiungerle a questo punto alla zuppa, cuocere per altri 10 minuti. Servire con fette di pane, pecorino e in filo d’olio. Anna - www.cucinacreare.it

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RIFLESSIONI

Vite in divenire Ciò che avremmo voluto essere e non siamo stati, ciò che avremmo voluto vivere e non abbiamo vissuto, ciò che abbiamo desiderato e non è arrivato: sono le porte chiuse della nostra vita e non sapremo mai come sarebbe stata se… Sono porte che si sono chiuse perché altre si sono aperte, escludendo tutte le altre possibili. Non siamo più il caos primigenio, che ha tutto in sé e nulla fuori. Non siamo più cellule staminali pluripotenti: la vita è frutto di differenziazione. Il paradosso è che il tutto non è ancora nulla, se non in potenza. È solo il limite che dà la vita, che ci rende ciò che siamo, unici nella nostra incompiutezza. La forma di una vita è ricchezza e povertà, perché siamo ciò che è nato dalle potenzialità che si sono realizzate e dalla perdita di possibilità che non hanno visto la luce. Siamo forme che si plasmano in continuo, e la

vita è scalpello che incide, toglie via. Speriamo sempre che la vita sappia ben scolpire. Che poi non si sa mai se da un colpo sbagliato non possa uscire una forma inaspettatamente bella e da un colpo dolce una forma insipida. Forme abbozzate meravigliose, forme finite che non scaldano l’anima. sguardiepercorsi.it

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L’INTERVISTA

ELENA CACCIA UNA FITNESS TRAINER TUTTA DA SEGUIRE

Il suo fisico non passa inosservato, che sia in fotografia o nel quotidiano. Quello di Elena Caccia è un corpo che sfiora la perfezione. Tonico, palestrato e sensuale. Il frutto di sacrificio e forza di volontà. Non è un caso che, anche per via di questo mix di elementi, migliaia di persone (e molte donne) la seguano passo dopo passo su Instagram. Un successo che un paio d’anni fa era persino inimmaginabile. Eppure, oggi che Elena è a tutti gli effetti una fitness trainer, questi numeri se li è guadagnati sul campo. Meritati. Anzi, meritatissimi. Una ragazza in gamba con un fisico da urlo che da molte è presa ad esempio. Quella “originale”, naturalmente, rimane lei. Non è un caso che sia arrivata a questi livelli. Merito di una determinazione e di un’energia che l’hanno comunque fatta restare con i piedi ben piantati a terra. Alle collaborazioni con le palestre, ha da qualche tempo affiancato anche il ruolo di testimonial per “Tsunaminutrition”, una delle più importanti aziende di integrazione sportiva sia sul territorio nazionale che non. L’ennesima chicca in un curriculum che si allunga di giorno in giorno. Ma il boom più autentico è arrivato dai social. Instagram su tutti. Il suo profilo (https://www. instagram.com/elena__hunt/?hl=it) viaggia

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verso quota 50.000 followers. “Fino a pochissimo fa usavo i social soltanto per comunicare con gli amici e tenermi aggiornata sul loro quotidiano, attualmente ho alle spalle un paio di persone che gestiscono la mia pagina instagram per indirizzarla verso il pubblico più adeguato alle mie esigenze lavorative”. Una “squadra” che lavora per continuare a crescere. Per diffondere il “verbo” della palestra in ogni contesto. “Ma non mi definisco assolutamente influencer, anche perché in sala pesi in Italia ci entrano ancora in pochi - confessa Elena - se proprio dovessi definirmi ‘’influencer’’, direi ‘’influencer per pochi’’. Il mio obiettivo rimane quello, attraverso il social, di ‘’rieducare’’ la mente della mia clientela verso uno stile di vita sano e che dia sicuramente anche un risultato estetico soddisfacente. Quando il corpo sta bene, sta bene anche la mente. E viceversa…”. L’età – 27 anni ancora da compiere – sta dalla sua parte. Il luogo in cui vive – l’hinterland di Milano – rappresenta il fulcro delle nuove tendenze. Ecco perché il futuro sembra sorriderle… Come ti sei avvicinata al fitness? Dopo il diploma al Liceo Scientifico mi sono da subito buttata a capofitto nel mondo del lavoro. Ho lavorato in alcuni locali della provincia di Milano e di Como come ragazze immagine e nel frattempo


L’INTERVISTA

sono stata segretaria e contabile presso l’azienda di famiglia che gestisco insieme a mia madre e mio zio. Successivamente, notando questa mia forte propensione e passione verso il training e la sala pesi in genere, mi sono dedicata allo studio più approfondito della materia, non solo per quanto riguardava la pratica ma anche la teoria, partecipando a numerosi corsi di aggiornamento indetti e organizzati dalla ‘’strength academy’’. Ed ecco che è nato il “personaggio” di Elena Caccia. Su Instagram ho il desiderio di poter trasmettere al mio pubblico la consapevolezza di quanto siano importanti dieta e allenamento per sentirsi belli e sani. Dedico davvero tantissimo tempo al mio progetto e alle mie clienti, la loro soddisfazione e il raggiungimento dei loro traguardi coincidono con il raggiungimento dei miei stessi obiettivi. Come nasce il tuo feeling con la palestra? Sette anni fa mi sono iscritta per la prima volta in una palestra. Non conoscevo la sala pesi, ci ho provato e sin da subito ho notato la mia inclinazione ad apprendere velocemente e con passione. Piano piano, con fatica mi sono fatta strada, ho cambiato tantissime strutture in cui allenarmi e

ho conosciuto un’infinità di persone che durante il percorso non mi hanno mai lasciata senza che io riuscissi a portare a casa un bagaglio di conoscenze in più. Ho iniziato a partecipare a corsi di aggiornamento in materia di fitness e ho principalmente approfondito tutte le questioni riguardanti allenamento e tecniche di impostazione di programmi di allenamento per le donne. Una donna che “parla” alle donne. Mi sono interessata a questo per le mie clienti che regolarmente si allenano in palestra, per quelle che seguo a distanza e per quelle che vengono settimanalmente a casa mia per le sedute di allenamento che tengo. Grazie al supporto di mamma sono riuscita a costruirmi quell’autostima assolutamente necessaria per decidere di cambiare vita, nonostante abbia alle spalle una casa per conto mio da mantenere con tutti gli impegni che da essa ne conseguono. Fisicamente l’abbiamo visto. Caratterialmente come sei? Sono una persona determinata e molto diretta, sono molto esigente sia con me stessa sia con le persone delle quali mi circondo (solo ed esclusivamente se riconosco che ne vale la pena). Sono molto riservata e non amo sbandierare la mia vita privata. Utilizzo le reti social principalmente per lavoro e per comunicare più facilmente con le mie www.newentry.eu 55


L’INTERVISTA

clienti. Inutile dirlo, il mio hobby è il mio lavoro… ed è una grandissima fortuna! Il tuo corpo non passa inosservato. Inevitabilmente, praticando questa disciplina (bodybuilding) sono per definizione una donna esibizionista. Consapevole che il fisico che in questi anni ho costruito lavorando in palestra sia già di per sé ‘’vistoso’’, tendo sempre a vestire un look casual e fondamentalmente basic. Credo che il bello sia proprio nel riuscire a non passare inosservati nonostante il vestiario sobrio. Dove ti immagini in futuro? Il mio principale progetto è quello di ingrandire la mia già foltissima schiera di ragazze/donne che decidono di intraprendere un percorso insieme di amore verso se stesse. Accompagnarle in queste fasi e assaporare insieme a loro i cambiamenti che avvengono, sia fisici che psicologici, mi rende orgogliosa e fiera della strada che ho deciso di intraprendere. CONTATTI SOCIAL @ elena__hunt

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Un cavallo depresso si sdraia e non vuole più saperne di rialzarsi. Il fattore disperato, dopo aver provato di tutto, chiama il veterinario. Questi, arrivato in loco, visita l’animale e dice al fattore: “Casi così sono gravi; l’unica è provare per un paio di giorni a dargli queste pillole: se non reagisce sarà necessario abbatterlo”. Il maiale ha sentito tutto e corre dal cavallo: “Alzati, alzati, altrimenti butta male!!!” Ma il cavallo non reagisce e gira la testa di lato. Il secondo giorno il veterinario torna e somministra nuovamente le pillole, dicendo poi al fattore: “Non reagisce: aspettiamo ancora un po’, ma credo non ci sia alcunchè da fare.” Il maiale ha sentito tutto e corre ancora dal cavallo: “Devi ASSOLUTAMENTE reagire: guarda che altrimenti sono guai!!!”. Ma il cavallo niente. Il terzo giorno il veterinario verifica l’assenza di pro-

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gressi e, rivolto al fattore: “Dammi la carabina: è ora di abbattere quella povera bestia.” Il maiale corre disperato dal cavallo: “Devi reagire, è l’ultima occasione, ti prego, stanno per ammazzarti!!!” Il cavallo allora si alza di scatto e comincia a correre, saltare gli ostacoli ed accennare passi di danza. Il fattore è felicissimo e rivolto al veterinario gli dice: “Grazie... Grazie!!! Lei è un medico meraviglioso, ha fatto un miracolo! Dobbiamo assolutamente fare una grande festa: Su, presto, ammazziamo il maiale!!!”

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ANNUNCI ECONOMICI LAVORO OGGETTI ANIMALI INCONTRI IMMOBILI VEICOLI Obbligatorio inviare l’annuncio con il codice fiscale e la provincia dove si vuole pubblicare. Se non presente, New Entry non pubblicherà l’annuncio.New Entry declina ogni responsabilità in merito al contenuto degli annunci di questa rubrica sottoscritti dagli inserzionisti. Il recapito telefonico è un servizio che non implica in

nessun modo gestione diretta da parte dell’Editore. La pubblicazione è gratuita salvo per vendita e affitti di immobili, auto e moto e rubrica Incontri. In questo caso il costo è di €.25,00 per 4 uscite. Il pagamente deve essere effetturato tramite bonifico bancario a: New Entry - Banca Credito Bergamasco - Filiale Brembate di Sopra -

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L’INTERVISTA

ILENIA LA FIURA

Ph. Elisa Carlini & Christian Sutera Difficile non notarla. Sarà per via del suo fisico, sarà per via della ricerca sfrenata del capo d’abbigliamento, sarà perché quando si racconta conquista sin dal primo istante. Ilenia La Fiura, 26 anni da Palermo, non è lo stereotipo di fotomodella che gli italiani hanno in mente. Il suo fisico è un trionfo di curve, sensualità ed eleganza. Impossibile non apparire, e uno sguardo in più non è certo il problema. Anche per questo, ha deciso di mettersi in gioco. Bruciando le tappe, finendo su Radio24 per raccontare la sua storia e divertendosi davanti all’obbiettivo della macchina fotografica. Ilenia incarna il mix della fotomodella curvy: sensuale, sinuosa, simpatica e intraprendente. I primi set hanno conquistato i followers che la seguono su Instagram sbirciando outfit, accessori e sperando in qualche foto più maliziosa. Ma la mission di Ilenia è diversa. La sua è una storia di coraggio e di riscatto. “Attraverso i social vorrei trasmettere il messaggio per cui “Curvy is not a crime” – racconta - che bisogna amarsi in ogni modo possibile, le donne esistono di tutte le taglie e la bellezza va ben al di là delle dimensioni”. 60 www.newentry.eu

Guardare le sue foto per credere. Le sue apparizioni in pubblico le danno ragione. Gli uomini guardano, immaginano e restano colpiti. Da qui il grande sogno: “Nel futuro spero di diventare una fotomodella taglia forte e riuscire a far diventare questo il mio lavoro”. Ci riuscirà? Le carte in regola sembrano proprio esserci tutte… Riavvolgiamo il nastro: chi è Ilenia La Fiura? Sono nata a Palermo ma sono cresciuta a Modena dove lavoro come sales assistant in un negozio di abbigliamento, dopo aver studiato grafica industriale. Quando inizia il tuo amore per la fotografia? Fin da bambina, perché mi sono sempre piaciuta più nelle foto che dal vivo. Era il mio modo per sentirmi bella… Finchè poi il tutto è cresciuto… Ho la fortuna di avere al mio fianco qualche fotografo che mi aiuta in questo mio percorso. Collaboro con Jkeyra, una ragazza giovane e brillante, che aiuta chi come me è alle prime armi. Ecco, non sentirsi mai soli è il passo fondamentale per continuare a trovare la voglia per andare avanti.


L’INTERVISTA

Tant’è vero che è arrivata la prima grande ribalta. Ad oggi, il momento più importante di questo mio percorso è stata l’intervista in diretta su Radio24 per parlare del mondo “curvy”. Ho colto l’occasione per lanciare un messaggio chiaro: accettare e amarsi per quelle che si è. Ho parlato del rapporto col mio corpo, ho raccontato il perché delle mie scelte. E hai spiegato cosa rappresenta per te la fotografia. Esatto: è il modo per trasmettere alle persone, anche distanti, quell’insieme di emozioni, valori, forza, motivazione e coraggio che oggi fanno parte del mio carattere. Per farcela, non bisogna mai sentirsi soli. Esatto! Cito un esempio che mi riguarda da vicino: la famosa modella Ashley Graham è un esempio, lei come altre spingono ragazze come me a crederci sempre di più, ad avere autostima in loro stesse. Più faccio foto in intimo, più mi mostro al mondo senza nascon-

Ph. Uchenna Gerald Oguezue

Ph. Elisa Carlini & Christian Sutera

dermi dai vestiti… più mi sento libera, felice, amata e apprezzata. Sento meno negatività attorno a me, vedo tutto con occhi diversi e non ho più paura. Cosa bolle in pentola? Fotograficamente mi sto lanciando sempre più, in aggiunta ho ricevuto la proposta per far parte di un film italiano. Chissà, lo spero! Diciamo che amo ridere, sono molto autoironica… e mi piacerebbe diventare la Rebel Wilson in versione italiana. Dicevamo: apparire non ti crea problemi. Durante il giorno in realtà vesto molto semplice e comoda, solitamente senza trucco. Adoro la semplicità… e distinguermi dal giorno alla notte! La sera mi piace mostrarmi, indossare vestiti molto scollati, facendomi notare all’insegna del buon gusto. Lo faccio perché vivo delle emozioni che mi trasmettono vestiti e abbinamenti. www.newentry.eu 61


L’INTERVISTA

Ph. Elisa Carlini & Christian Sutera Immagini che poi conquistano i social. Uso Instagram da poco più di tre mesi… e devo dire che mi piace! Lancio una provocazione: sfruttando i social mi piacerebbe diventare una influencer curvy. Guardiamo al futuro: dove ti vedi? Tra dieci anni mi immagino a capo di un ne-

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gozio specializzato in taglie forti, in grado di permettere alle donne curvy di potersi vestire in modo femminile e sensuale. E mi immagino anche con una linea di vestiti tutta mia. Insomma, non starò con le mani in mano… CONTATTI SOCIAL https://www.instagram.com/therealfiura/

DI ALBERI Tiziano Fratus è scrittore e poeta. Ha inventato i concetti di "Homo Radix" e "alberografia", concetti che hanno dato vita a libri, mostre fotografiche, itinerari disegnati in varie città e regioni, oltre che alla rubrica, da lui curata per il quotidiano La Stampa, «Il cercatore d’alberi». Con il suo libro che presenta nella serata, "Il sole che nessuno", vede racconta la semplice azione di sedersi in ascolto negli ambienti naturali, con particolare dedizione nei confronti delle acque dei laghi, dei torrenti, dei fiumi, delle cascate, e nelle foreste. Inizio: 12 Apr, 21:00 - Castello di Solza piazza Bartolomeo Colleoni 2 - Tel. 035564952


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