New Entry, il Giornale della Gente - Edizione di Brescia del 22 Febbraio 2020

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cose delicate, tenere, fragili, come un sentimento pulito.Ci sono poche cose pulite a questo mondo. Carol Cortiello

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IL DENTISTA: PREVENZIONE E CONTROLLI Gli obiettivi del nostro reparto odontoiatrico sono la prevenzione e l’educazione all’igiene dentale. Grazie a materiali certificati di altissima qualità e all’avanguardia, eseguiamo check-up completi e studiamo eventuali soluzioni personalizzate per ogni esigenza. La prima visita e i controlli periodici sono gratuiti e se necessario anche la radiografia panoramica “OPT”. Per le cure mediche effettuiamo i finanziamenti a tasso 0%, direttamente in studio secondo le vostre esigenze. La seduta dal dentista è un’esperienza poco piacevole per la maggior parte delle persone. Al fine di affrontare al meglio questo disagio abbiamo creato un ambiente tranquillo e piacevole. Nonostante ciò, per

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differenti motivi anche di natura psicologica, per alcuni è un momento emotivamente difficile da affrontare quindi anche il controllo periodico viene rimandato ad oltranza. Così facendo quei piccoli problemi si trasformano in dolori insopportabili quindi anche l’intervento odontoiatrico sempre più importante. Il Dott. Angelo Ziletti, medico chirurgo odontoiatra, ha constatato la necessità di una collaborazione con la psicologa in quei casi dove le metodiche utilizzate non bastano. Per un bel sorriso si agisce su due livelli: quello preventivo e quello curativo. Il primo riguarda soprattutto i bambini: sono indispensabili i controlli periodici ed eventualmente le terapie idonee ad un bel sorriso definitivo. Il secondo è rivolto agli adulti: curando tutte le patologie del cavo orale per portare la persona ad avere la bocca sana ed un bel sorriso. In questo modo si aumenta l'autostima ed anche i rapporti sociali ed interpersonali migliorano fino al raggiungimento di un benessere psico-fisico. Ricordiamo quindi l’importanza della prevenzione dentale e i controlli periodici dal dentista per poter sorridere liberamente!


La prevenzione inizia già in gravidanza! Non tutti sanno che il cavo orale al momento della nascita è sterile e durante i primi giorni di vita viene colonizzato dai germi della bocca della mamma, per questo si consiglia una particolare attenzione alla cura del cavo orale per tutta la gravidanza. Spesso però le donne non sono a conoscenza di queste importanti informazioni. Nel nostro reparto odontoiatrico, per le donne in gravidanza, abbiamo adottato un programma di prevenzione (scontato del 30%) e, successivamente al parto, effettuiamo corsi dove illustriamo come detergere e curare il cavo orale dei neonati al fine di prevenire molte malattie quali, la più frequente e conosciuta, il mughetto. Successivamente con la crescita dei dentini da latte, giocando, insegniamo ai più piccoli l’igiene dentale e li abituiamo a non sottovalutare i controlli periodici. Per questo, presso la nostra struttura, abbiamo creato un ampio spazio ben organizzato per la prevenzione e la cura dei dentini (colori, giochi, la poltrona dentistica a forma di un cartone animato e altre sorprese!), tutto questo per mantenere in salute i loro dentini e successivamente controllare la crescita di quelli definitivi. È stato potenziato il servizio di ORTODONZIA. La cura delle malocclusioni garantisce una postura corretta, questa è possibile con metodi innovativi tra cui apparecchi ortodontici invisibili e non, fissi e mobili e per tutte le

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età, anche per gli adulti. Ricordiamo inoltre che gli apparecchi dentali oltre a migliorare l’estetica evitano, molte volte, e curano i disturbi alla schiena, al collo, mal di testa….etc. Per migliorare il sorriso oltre alle tecniche di base sono funzionanti le cure con il LASER di ultima generazione e varie tecniche di sbiancamento dentale che permetto il raggiungimento di ottimi risultati. I servizi più importanti presso la nostra struttura sono l’IMPLANTOLOGIA endossea e la CHIRURGIA ORALE, dirette dal medico chirurgo Dott. Angelo Ziletti, esperto nel settore da oltre 30 anni. Si eseguono anche gli impianti a carico immediato. Per ogni impianto eseguito viene rilasciata la rispettiva certificazione. Da noi soluzioni implantari e chirurgiche per ogni esigenza. L'implantologia è infatti ormai una metodologia affidabile per riacquistare il proprio sorriso salvaguardando l’integrità dei denti sani. Valorizza anche tu il tuo sorriso e prenota la visita con un nostro esperto! Siamo aperti anche in agosto! POLIAMBULATORI SAN FLAVIANO Via Garibaldi 35 25020 Pralboino BS Tel. 030/954.649 www.poliambulatorisanflaviano.it

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Editoriale

Un titolo suggerito anzi, che dico, letteralmente scopiazzato da una vetrina di un negozio che rende bene l'idea di come il commercio dei piccoli/medi commercianti sia allo stremo, al limite della sopravvivenza. I Centro Commerciali prima, gli acquisti on-line ora e chissà quale altre diavoleria ci aspetta in futuro, sta di fatto che i negozi, con le spese fisse sempre più alte (vedi registratore di cassa elettronica, connessione internet obbligatoria in negozio per la trasmissione telematica, affitto, luce, gas, tasse varie e chi più ne ha più ne metta, stanno morendo. I paesi stanno diventando dei veri e propri dormitori, ormai si fanno gli acquisti dal divano di casa e a circolare sulle strade una miriade di corrieri con una media di 150 consegne al giorno. Eppure non possiamo nemmeno accanirci contro chi utilizza questo metodo di acquisto: ognuno di noi lo ha fatto almeno una volta e il risultato qual'è? Costa meno, non devi sbatterti a prendere l'auto e cercare un parcheggio che non c'è, sei certo che scegli il prodotto con le caratteristiche che ti piacciono ed in più, se proprio ti trovi scontento può rispedirlo al mittente senza spendere un centesimo. Cosa volere di più? Ma ciò che si contesta è la tassazione: è risaputo che per una partita IVA la tassazione è dal 04

65% in poi e per un Amazon di turno che fattura in chissà quale paese con una tassazione del 15% o comunque ben al di sotto del 65% il gioco è fatto. In fin dei conti non è l'oggetto che acquistiamo che costa di più da un negozionate ma tutto ciò che lo stesso deve sottostare in materia di tasse. Non si tratta di CONCORRENZA SLEALE? Internet è una splendida vetrina sul mondo ma ha anche decretato la nostra FINE! I commercianti ripetono tutti lo stesso ritornello desolante: «Purtroppo i centri commerciali e le vendite via internet ci stanno uccidendo». E allora ecco che in pochi metri si susseguono le luci spente, così come i cartelli di vendita o affitto. Solo a Milano negli ultimi due anni hanno chiuso 3.555 attività commerciali e non è finita. La soluzione? Che i prezzi on-line si discostino di poco da quelli dei negozi e che l'utente possa valutare la sua scelta non solo dettata dall'ampia diversità di prezzo. Solo così si può salvare il commercio italiano dallo sfacelo in cui si trova e chissà... magari ci rincontreremo nelle piazze salutandoci con una stretta di mano e scambiandoci due parole, cosa che accade sempre più di rado. Gianluca Boffetti


Riflessioni

LA MIA GIORNATA La rugiada sui fili d’erba e sul trifoglio brilla alla luce del sole. Respiro il profumo dolce e penetrante dei tigli e dei gelsomini. Guardo il rosa e il rosso delle rose rampicanti. Inizia così la giornata, nel tragitto tra il parcheggio e l’ingresso. Occhi sgranati cercano appigli e orientamento nel nuovo pianeta in cui la malattia ha scaraventato il marito e lei di conseguenza. Passi lenti e respiro in affanno guidati da una mente lucida e vitale. Parole misurate e gesti calmi: dighe che trattengono a stento la marea che sale, e che continuerà a salire. Frammenti di una mattinata lavorativa. La vita che scorre in un parco, la varia umanità che l’attraversa, l’atmosfera di quiete vitale che qui si percepisce. Batuffoli di nuvole solcano l’azzurro del cielo e il verde delle cime più alte degli alberi. Il Kindle che mi fa leggere all’aperto senza riflessi. L’intensità del dialogare. Sguardi su un pomeriggio. L’aria fresca sul viso. Spruzzi di rosa nel tramonto. La casa che mi accoglie. Il marito amato che mi accoglie. Venerdì sera. sguardi e percorsi

ANIME NEL VENTO

PER MARILENA “Io dormo, ma il mio cuore veglia” (Cantico dei Cantici)

Quando ad andarsene è una sessantenne piena di vita e di energia, è difficile, se non impossibile, farsene una ragione. Se poi la morte sopravviene improvvisa e in ospedale, in circostanze sospette che forse solo l’autopsia chiarirà, è ancora più inaccettabile e spiazzante. Mio marito ed io avevamo conosciuto Marilena parecchi anni fa, quando il sabato sera venivano organizzate serate di ballo nella palestra di Visano: lei, come del resto il marito Claudio, era una donna sempre sorridente, con la quale era spontaneo fare amicizia. Ballerini molto bravi, si esibivano durante le sagre estive della provincia, con altre coppie della loro scuola di ballo Magic Dance. Eppure durante il resto dell’anno non ostentavano la loro bravura, anzi, erano due persone semplici e simpatiche. Donna solare, amante della buona musica, del canto, della compagnia, Marilena ha lasciato un enorme vuoto innanzitutto nel marito, in tutti i suoi familiari, tra cui il piccolissimo nipotino e nei moltissimi amici. Non ci sono parole per questi dolori, solo l’affetto silenzioso di tante persone che le hanno voluto bene. Ornella Olfi 05


ASSOCIAZIONE ALCOLISTI ANONIMI

HO TROVATO LA GIOIA DI VIVERE Ciao sono Massimo e sono un alcolista. Vi voglio raccontare un po’ della mia esperienza in A.A. 7 anni fa partecipai ad una riunione AA ma arrivai a casa convinto che ce la potevo fare da solo, ma ahimè non fu così. Tornai strisciando al gruppo 5 anni dopo, avevo bisogno di aiuto e sapevo che in A.A l’avrei trovato, bastava mettere un pizzico di umiltà.

ASSISTENZA

DOMICILIARE E OSPEDALIERA ANZIANI MALATI DISABILI

I comuni serviti dal Centro PrivatAssistenza di Ghedi sono i seguenti: Ghedi, Bagnolo M., Leno, Manerbio, Pontevico, Gottolengo, Gambara e limitrofi.

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Dal giorno 8 settembre 2013 ho intrapreso un cammino consigliatomi dal gruppo e dal mio sponsor, con A.A percorro tutt’ora una strada né tortuosa, né ripida, ma pianeggiante, devo solo stare con i piedi per terra e passo dopo passo camminare con le mie gambe verso una vita migliore, libero dalle ossessioni, dalle paure e dalle forti emozioni, ma lasciando che in me cresca la fiducia verso gli altri e verso me stesso. Comincio a stare meglio e mi sento in dovere di fare qualcosa verso A.A che mi ha aiutato a recuperarmi dall’inferno. Mi piace muovermi nei vari gruppi di zona, ho la possibilità di condividere di più, faccio nuove amicizie ed è tutto meraviglioso. Sto imparando a gustare tutto quello che ho, non quello che hanno gli altri, prima per me era tutto insipido, ma ora so che ero io quello insipido. Mi piace far parte di A.A, sentirmi un membro di una grande famiglia che lavora e collabora insieme per mantenere la propria serenità e trasmetterla al prossimo. Prestare servizio in AA non mi fa sentire né importante né grande, ma utile a me stesso e soprattutto responsabile; è vero, il vuoto che era in me si sta riempiendo veramente come mi dicevano, è bastato solo credere ed affidarmi. Desidero continuare così perché ho trovato veramente la gioia di vivere. Grazie di cuore a tutti e auguri di buone 24 ore Massimo Numeri utili Referente provinciale Brescia 334 73 44 880 Numero Verde 800 411 406 Sito web www.alcolistianonimiitalia.it


Società

IL MALE DI UNA CONDUZIONE EDUCATIVA ASSISTENZIALE Sono in questa comunità di servizio e terapeutica “Casa del Giovane“ da tempo ormai, e mi accorgo che c’è sempre qualcosa da imparare, da rielaborare e tenere ben a mente. Anche quando i percorsi, i metodi, le dinamiche sono tutte al loro posto, c’è un lampo che attraversa il nostro passo, e ci obbliga a fermarci per riflettere. Molti sono i giovani accolti in queste strutture, e molti sono coloro che accompagnano i loro passi, con attenzione e capacità intuitive, che a volte “servono“ più delle competenze acquisite con lo studio delle tecniche educative. Certo è difficile comprendere il disagio che li avvolge, ancor più esplicare metodi educativi risolutivi, perché ogni persona è un mondo a sé, allora intervenire diventa “scienza della mente e del cuore, scienza del non ancora, ma che avverrà”, e non sempre è facile riuscire dove la vita non è stata ancora vissuta, ma è stata incredibilmente lacerata fin dal suo sorgere. Le storie che incontro sono pezzi di vita che sbarrano la strada, bussano alla porta della ragione per tentare di sfiorare finalmente un senso, quel senso che i giovanissimi prendono a calci, per reazione all’indifferenza o all’incapacità dell’altro di farsi carico delle sofferenze che sono state loro imposte da un mercato che disconosce il povero e annichilisce il ricco. La nostra è una società che etichetta, che ingabbia, che modella a proprio uso e consumo, per poi gettare via l’involucro usato o avariato. E’ una società che allunga il passo, che ha memoria corta, una società che recita, sì, il Padre Nostro, ma lo fa meccanicamente, per non sentire l’importanza di quelle parole, né gli impegni assunti con quella preghiera. Qualcuno

ha detto che, finchè i bambini non saranno intesi come figli di tutti, essi saranno destinati a scontrarsi, e soccombere, con gli interrogativi di questa esistenza. Forse non sarebbe male osservare a quanto siamo tutti bravi a fare i dottorandi di filosofie comportamentali astratte, a tal punto da ingabbiarci in una serie di mancanze, che hanno prodotto l’otturazione delle intercapedini ove stanno in embrione i mondi futuri. Riflettendo con onestà intellettuale, si potrebbe sostenere che le negatività messe in atto dai ragazzi, non sono altro che l’esplicitazione di una superficialità verso la propria persona e i propri sentimenti: frutto di un modello genitoriale per lo meno inadeguato. Ecco allora la paura, la sfiducia in se stessi e negli altri, la convinzione di non valere qualcosa, né di poter fare cose significative per il proprio futuro, e questa percezione genera diffidenza, disimpegno, alimentando solo l’attenzione al “tutto e subito, qui e ora “. Penso che si diventi responsabili se e quando si esercitano responsabilità reali, seppure appropriate all’età, non certamente attraverso una conduzione educativa assistenziale, fatta di cose date gratis, e di un po’ di regole infagottate con l’elastico, perché in questa ottica verrebbe a mancare la vera responsabilizzazione, quella basata sulla fiducia, sulla tecnica dialettica che non consente agli interlocutori di barare. Questo è il solo modo per andare incontro alle solitudini che devastano il mondo giovanile, alle incapacità di trasformare relazioni interpersonali conflittuali, in relazioni vere, che servano ad elevare anima e cervello, quindi a costruire nuove convivenze e comunità. Vincenzo Andraous MALPAGA DI CALVISANO

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L’AMORE PER LA POESIA

Riflessioni

IN RISPOSTA ALL’ARTICOLO DI LAURA GORINI PUBBLICATO SULLO SCORSO NUMERO

e la poesia, ma è stato proprio nei momenti più dolorosi e complicati della mia vita che la poesia mi ha aiutato a superarli, è stata la mia terapia. La natura è un altro tema che amo descrivere in versi, è una fonte preziosa e misteriosa nella sua bellezza senza paragoni e viene spontaneo dedicarle quantomeno un grazie anche in poesia, ultimo ma non meno importante è portare in poesia ricordi di vita, per far sì che non vadano perduti. Scrivo sia in italiano che in dialetto, la mia “lingua” di pancia e del cuore. È stato poi lungo il periodo in cui ero indecisa Mi sento direttamente coinvolta dall’articolo se pubblicare le mie poesie: pudore, timidezza, pubblicato da Laura Gorini in merito all’amore paura di non essere compresa o al contrario di per la poesia (ndr n.2 del 5 febbraio 2020). In essere tropo scoperta nel mio intimo…tanti i quanto poetessa concordo che attraverso la dubbi e i tentennamenti! Resta indiscutibile che poesia esprimo il meglio e il profondo di me ora non posso più smettere di scrivere!! Per stessa, ma conosco altrettanto bene, purtrop- fortuna ho molti amici che amano la poesia, che leggono miei scritti e che acquistano po, la difficoltà di pubblicare libri di poesie. Ogni volta che presento mie poesie premetto con piacere ogni mio libro, sono in buona che mi riesce molto meglio scrivere piuttosto compagnia e questo è confortante. Vuol dire che parlare! Esprimere a voce emozioni per- che i buoni sentimenti sono ancora vivi, anche sonali, sia positive che negative, è infatti se viene troppe volte dato più risalto a eventi e molto difficile e spesso proprio impossibile. comportamenti di cronaca nera. Ornella Olfi Ho da sempre avuto la passione per la scrittura

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Bottiglie di plastica: salute e ambiente

Sapevi che mediamente un europeo consuma circa 104L all’anno di acqua in bottiglia in un anno? Parliamo di circa 50 miliardi di bottiglie di plastica da 1L vendute in Europa, di queste solo il 21,3% viene riciclato ed il 30% è destinato agli inceneritori, restano quasi 25 miliardi di bottiglie di plastica all’anno che, se va bene, finiscono nelle discariche come rifiuti, ma che nello scenario peggiore finiscono per essere disperse nell’ambiente. Dall’analisi emerge che per un litro d’acqua in bottiglia di plastica si producono dai 173 ai 250 g di CO2, cioè un quantitativo di circa 6.000 volte superiore rispetto quanto deriva dal consumo di acqua da una bottiglia di vetro. La bottiglia di plastica è in molti casi un prodotto inutile, che in molti Paesi è stato addirittura deriso fino a tempi recenti. Molte bottiglie di piccole e medie dimensioni (fino a 1,5 litri) sono fatte di plastica PET e ciò può costituire un problema da un punto di vista anche sanitario. La plastica PET (polietilene tereflalato – 10

materiale presente nella gran parte di bottiglie in plastica) rilascia, a contatto con l’acqua, l’antimonio, che l’IARC (International Agency for Research) ha classificato nella categoria 2B - fattore quindi che può provocare il cancro. Le ricerche hanno dimostrato che l’antimonio viene rilasciato nell’acqua a temperature elevate e quando l’acqua è a contatto con la plastica per un lasso di tempo prolungato. Contrariamente a quanto viene trasmesso da numerosi media popolari, la plastica PET a contatto con l’acqua non rilascia bisfenolo A (BPA). Ma cosa si può fare? Scegliere da subito di ridurre al minimo l'acquisto di acqua in bottiglie di plastica. Le alternative sono tante, la prima quella di utilizzare le bottiglie in vetro fino ad arrivare a contenutori in acciaio o alluminio, tutti materiali che non alterano la composizione dell'acqua anche se esposti in condizioni di stress come l'alta temperatura. Il nostro Pianeta non può più sopportare il peso inutile delle bottiglie di plastica.


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Riflessioni

ANGELI TERRENI Avevo da poco finito il militare, mi trovavo nell’allora mitica e celebre discoteca Kiss Colossal Music Center di Ostiano (Cremona), quando conobbi una bella ragazza di Isola Dovarese, si chiamava Serena (mai nome fu più azzeccato perché era veramente una persona solare), mi disse che era un caso si trovasse in discoteca, perché solitamente la domenica pomeriggio la passava nella casa di riposo del suo paese, come volontaria. “Se domenica prossima mi vuoi rivedere, mi troverai al ricovero del mio paesello”. A me, quella bella e simpatica ragazza piaceva molto, così mi feci coraggio (solitamente non ne ho molto), e la domenica successiva andai alla casa di riposo di Isola Dovarese (paese famoso per il palio delle contrade che si svolge in settembre), entrai e chiesi di Serena, “Giordano, proprio non me l’aspettavo, vieni ti presento gli altri volontari”, mi accolse con un sorriso veramente radioso; i volontari erano in cinque (sei compreso me), tutti molto giovani (dai 18 ai 25 anni), mi presentò le Suore (all’epoca erano loro le dirigenti),ed infine gli ospiti della casa. Poi mi spiegò le mansioni dei volontari: accom12

pagnare in bagno le persone che faticavano a camminare (aiutarli a rialzarsi dal wc), lavaggio delle dentiere, svuotare e lavare i pappagalli ed altre piccole cose, una di fondamentale importanza: tener loro compagnia. Dopo circa un mese, mi fidanzai con Serena, mi piaceva molto, aveva un gran carattere ed era straordinariamente altruista, era una donatrice di sangue, inoltre era anche iscritta all’AIDO (associazione italiana donatori organi), fu proprio lei a convincermi a diventare un tesserato AVIS, facendomi così provare la straordinaria gioia del donare. Aveva un modo di pensare sempre altruista, per il suo compleanno mi disse: ”se vuoi farmi veramente felice, non regalarmi niente, quello che spenderesti per me, donalo a qualcuno veramente bisognoso”. Cominciava a piacermi veramente tanto passare la domenica pomeriggio con gli anziani del ricovero, aiutarli in piccole cose ed ascoltare le loro magnifiche storie; non erano proprio tutti tutti simpatici, stando con loro ho imparato che la vecchiaia acutizza pregi e difetti; chi è di indole buona, andando su con gli anni, diventa ancora più amabile, chi è di indole acida, diven-


Riflessioni

ta più stronzo. Mi colpiva il fatto che, quando arrivavano i loro parenti, me li presentavano dicendo: “questo è mio figlio Luca, è un ingegnere, questa è mia figlia Marta, è una professoressa di matematica”, se invece il loro figlio era un netturbino, un muratore oppure un operaio, non nominavano mai la loro professione, ma perché? I mestieri non sono tutti importanti? C’era il Signor Piero, che ogni volta, quando arrivava suo figlio, me lo presentava dicendo: <eccolo qua mio figlio Astutillo, guarda che faccia da sveglio che ha, il nome l’ha scelto sua madre, era meglio se lo chiamavamo svegliet fo’ra, ha cinquant’anni, ha sempre fatto l’operaio e non è mai riuscito neanche a sposarsi>, quel giorno per me, è stata la classica goccia che fa traboccare il vaso, non sono più riuscito a tenermi e gli ho detto: <Signor Piero, lei si dovrebbe vergognare, suo figlio si fa un culo così per pagare la retta del ricovero e lei lo trat-

ta sempre peggio di un cane, cosa vuol dire fa l’operaio, io sono un contadino e mungo le vacche, e allora? Si guardi in giro, vede quanti anziani sempre soli, alcuni di loro sono mesi che non vedono i parenti, suo figlio, nonostante lei lo tratta come una merda, ogni domenica è qua a farle compagnia>, le mie urla fecero correre subito la Madre Superiore <Giordano sei impazzito? Questa è una casa di riposo, controllati !! >, Me ne andai senza dire una parola, la Madre aveva ragione, non c’era bisogno di urlare, la calma è la virtù dei forti, evidentemente io non lo sono. La domenica successiva appena entrato in ricovero, parlai con la Madre Superiore e dopo avermi fatto la romanzina, mi disse che potevo restare, ogni volta che passavo davanti al letto del Signor Piero, facevo finta di non vederlo, finché lui mi fa: <bresa’, ta set calmat?>, <sono calmissimo>, <meno male, lo sai che ho pensato tutta la settimana a quel che hai

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detto l’altra volta? Guarda che a mio figlio gli voglio bene, faccio così perché lo voglio spronare>,<certo che lei ha un modo strano per dimostrargli il suo affetto>,<ascoltami, hai scritto tu la lettera alla Signora Maria per i suoi novant’anni?>, <si, l’ho scritta io>,<devi farmi un favore, voglio che mio figlio sappia che gli voglio bene, che l’adoro, scrivi una lettera per conto mio>,<non può dirglielo a parole?>,<sai bene che non glielo dirò mai>, <va bene, le scrivo la lettera, però la scrivo di testa mia>. IL testo di quella lettera è il seguente: Caro figliolo, ho sempre usato la forca per spronarti, senza capire che, non solo ti ho inutilmente bucato il didietro, ma ti ho ferito il cuore, scusa se ti ho sempre tenuto in gabbia impedendoti di volare verso i tuoi sogni. Astutillo, perdonami, ti amo più della mia vita. Il tuo papà La domenica successiva feci leggere la lettera al Signor Piero, il quale mi disse: <Giordano, se usi il badile come usi la biro, sei un grande agricoltore>, in quel momento arrivò suo figlio e così li lasciai soli. Astutillo prima di andarsene venne da me, mi guardò per qualche istante, ma era talmente agitato che non riuscì a dire una parola, mi diede una manata sulla schiena e se ne andò. Era passato un anno dal mio inizio come volontario, ero in macchina con Serena

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e quella sera lei era particolarmente pensierosa finché mi disse: <Giordano, ci ho pensato a lungo, credo che non mi sposerò mai, mi sento realizzata facendo del bene agli altri, non escludo che un giorno possa diventare missionaria, so che tu vuoi crearti una famiglia, avere dei figli, non mi sembra giusto tenerti legato a me, ti prego di perdonami, non serbarmi rancore”. Per me fu un colpo molto duro, volevo veramente bene a quella ragazza, ma capii le sue ragioni, e cosi ci lasciammo. Per altre due domeniche andai alla casa di riposo dai miei amici anziani, ma quando vedevo Serena, il cuore mi scoppiava, e così salutai tutti, fu un giorno d’addio indimenticabile, l’abbraccio del Signor Piero e di suo figlio, me lo sento ancora addosso, riuscirono soltanto a dirmi: <cancher den bresa’>, poi scoppiarono a piangere. Sarò sempre grato a Serena per avermi fatto conoscere il mondo del volontariato, per me è stato il periodo più importante della mia vita, conservo ancora dentro me, come fossero preziosi monili, i sogni di quegli anziani che con i loro racconti mi hanno affidato. Penso che in ogni piazza, dovrebbe essere eretta una statua in onore ai volontari, questi Angeli Terreni che dedicano il loro tempo libero al bene degli altri, pagati soltanto dalla loro gratitudine. Giordano

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COMUNICATO STAMPA

NOTTI FELLINIANE Grande successo per la serata di Inaugurazione della Rassegna “Notti Felliniane” organizzata da Tina e Teresa Zurlo che si è tenuta Sabato 25 Gennaio all’interno della Galleria Internazionale Area Contesa Arte in Via Margutta 90 a Roma nata 3 anni fa da un’idea delle 2 eclettiche sorelle Zurlo. Il folto pubblico accorso all’evento ha potuto ammirare la splendida madrina della Rassegna Sandra Milo che insieme a Moraldo Rossi ed ad altri personaggi ruotati intorno alla vita di Fellini ha raccontato storie e aneddoti inediti sul regista. Durante la serata è stato presentato il volume “TUTTO FELLINI” edito da Gremese Editore che ripercorre la vita artistica del regista attraverso immagini, testi, film, citazioni, battute e dialoghi. La serata si è conclusa con l’ennesimo omaggio all’artista realizzato dalla stilista Sla-

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dana Krstic e il suo marchio Queen Mood. Le modelle dell’agenzia Sabina Prati hanno sfilato tra i presenti con meravigliosi copricapi, unici ed originalissimi creati per l’occasione dalla stilista ispirandosi alle opere cinematografiche del regista. Natalia Simonova è la madrina del marchio QueenMood di Sladana Kristic. Crediti foto: Anka Livak


TERRITORIO

"HAI MARIA" - Nuovo spettacolo dialettale di Paola Rizzi Iniziata con un momento commovente, la serata del nuovo spettacolo della Siura Maria (Paola Rizzi) andato in scena il 7 febbraio al Gardaforum della BCC del Garda a Montichiari. Sul palco Enrico Ferrario, presidente della Pro Loco Montichiari e alcuni suoi collaboratori, hanno consegnato alla signora Fernanda Mariucci una targa in memoria del marito Antonio Percassi, scomparso qualche mese fa, nominandolo “socio onorario, per il supporto alle attività della Pro Loco nel divulgare audiovisivi, storia e cultura monteclarense”.

La Pro Loco ha anche ringraziato l’Amministrazione comunale per il sostegno, nella persona del Vice Sindaco Angela Franzoni, presente in sala. La commedia della Siura Maria ha poi suscitato scroscianti risate nel foltissimo pubblico presente, come del resto le precedenti!! Questa volta la siura Maria è stata iscritta dal nipote Cristian per un’intervista televisiva sulla sua vita. Le risposte, come si può ben immaginare, sono state divertentissime, rigorosamente in dialetto: dai ricordi d’infanzia, al fidanzamento e poi al matrimonio col “pòer Piero”, al ruolo di mamma, nonna e bisnonna dei gemellini, figli della nipote supermoderna Samantha; alle avventure con le “quattro amiche dell’ave maria”, attive in chiesa e in oratorio. Ogni battuta è talmente esilarante da scatenare applausi meritatissimi, anche per la bravura della siura Maria nelle espressioni mimiche del viso, del portamento e dell’imitazione di voci dai timbri più

diversi, che denotano la sua preparazione davvero di grande livello. Ripercorrendo le varie tappe della sua vita, la Siura Maria, per noi non più giovanissimi, ha rievocato modi di dire e di fare quotidiani che rispecchiano esattamente la nostra vita. Per questo è facile immedesimarsi nei suoi spassosi monologhi e ridere anche di noi stessi, di come eravamo e di come siamo adesso. Confrontare modi di esprimersi con vocaboli dialettali scomparsi o perlomeno ormai inusuali, ci fa rivivere ogni volta un pezzo della nostra storia personale o di persone vicino a noi. Con leggerezza si possono apprezzare antichi valori che, almeno in parte, sarebbe utile insegnare alle nuove generazioni, mentre certi tabù, soprattutto quelli legati al sesso, sono ormai superati, anzi, forse troppo! Alla fine la siura Maria rivolge alla fantomatica giornalista fuori campo che, se tornasse indietro, rifarebbe tutto ciò che ha fatto nella sua vita, compreso sposarsi, ma…..con un altro uomo!! Ornella Olfi

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Calvisano - Storia e Tradizioni

Calvisano (Calvisà in dialetto bresciano) è un comune italiano di 8.453 abitanti della provincia di Brescia in Lombardia. Geografia fisica Il territorio comunale è pianeggiante, dato che appartiene alla bassa bresciana orientale, e si estende su una superficie di 45,14 km. Il fiume Chiese ne attraversa la parte sudorientale, per un tratto fungendo da confine con il territorio di Carpenedolo. Il paese si trova a circa ventotto chilometri dal capoluogo di provincia e a circa 50 chilometri da Mantova. Origine del nome Secondo quanto riportato da Mazza (1986), il toponimo deriverebbe dal latino Calvisius o da Calventiani, nomi di antichi romani proprietari di fondi. Lo stesso nome Calvisius è stato rinvenuto su di una lapide presso la villa di Maderno. Epoca romana e longobarda Nel territorio di Calvisano sono state rinvenute numerose testimonianze di epoca romana come lapidi e resti archeologici. Tra le lapidi, conservate nel Museo della città di Brescia presso Santa Giulia, una è intitolata a Giove, mentre un’altra alle Matrone, divinità 18

celtica. In località Luogo del Principe, nel 1891 fu rinvenuta traccia di una costruzione romana di epoca imperiale con pavimenti a mosaico, tegole e vasi. Robert Seymour Conway nel suo saggio “Dov’era il podere di Virgilio” sostenne che il poeta romano fosse nato in un podere tra Calvisano e Carpenedolo. Di epoca longobarda è la necropoli rinvenuta in località Mercadellus durante i lavori di costruzione della Brescia–Parma. Formata da circa cinquecento tombe, furono trovate crocette auree, fibule e bacilli in bronzo. Re Desiderio donò vasti possedimenti calvini alla Badia Leonense, confermati da diplomi dei re d’Italia Berengario II e da Adalberto II. Epoca medievale: La torre del castello Il nome di Calvisano compare in numerosi diplomi imperiali tra il X e il XII secolo e in alcune donazioni di nobili, come quelle di Nuvolo Martinengo e Matilde dei conti di Desenzano, alla Badia Leonense o abbazia di San Tommaso ad Acquanegra sul Chiese. Nel X secolo fu edificato il castrum a difesa della popolazione. Il 2 gennaio 1158 il vescovo di Brescia Raimondo investì Pietro e Lanfranco Martinengo di un feudo a Calvisano. Nel 1279, la repubblica comunale di


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Brescia affidava a Calvisano e ai paesi limitrofi la costruzione della strada collegante Casalmoro a Remedello. Nel 1313, Graziolo Calvisano, in qualità di console di Brescia cooperò nella pace di Gussago affinché si trovasse un accordo tra i Guelfi e Ghibellini della città. Tre anni dopo i Ghibellini in fuga da Brescia si rifugiarono anche presso il castello calvino. Una lite del 1353 attesta la prima presenza del comune. Secondo Mazza (1986), il paese si sviluppò attorno al castello formando i cosiddetti Borgo di sopra e Borgo di sotto. Nell’Estimo visconteo del 1385, la municipalità era posta all’interno della quadra di Ghedi e Calvisano; in seguito divenne singola capoquadra. Durante la prima metà del Quattrocento il paese fu coinvolto nella lotta tra Visconti e Serenissima per il controllo del territorio corrispondente all’attuale provincia di Brescia. Nel 1406, Giovanni Maria Visconti riconobbe Calvisano come corpo separato da Brescia e dipendente quindi da Milano. Cinque anni dopo i Boccacci cercano di far aderire anche Calvisano al tentativo di rivolta contro Pandolfo III Malatesta, a quel tempo signore della città cidnea. Nel 24 marzo 1427, i Visconti ripresero il controllo del paese e concessero alcuni privilegi come il giorno di mercato, stabilito in lunedì, e la giurisdizione su Remedello Sopra. Un mese dopo, il Carmagnola oc-

cupò Calvisano che fu costretto a sottomettersi a Venezia. Nel 1438, il paese si consegnò a Niccolò Piccinino, generale dei Visconti, che confermò i privilegi aggiungendovi l’immunità dal dazio. Nel 1440 e ancora nel 1441 fu occupato dalle forze venete, prima condotte da Francesco Sforza e in seguito dai Martinengo. Per dieci anni la situazione sembrò assestarsi a favore della Serenissima, ma nel 1451, quando lo Sforza, divenuto signore di Milano, prese le armi contro la repubblica veneziana, il paese sostenne il condottiero. Solo con la Pace di Lodi del 1454, Calvisano fu definitivamente assegnato alla Repubblica di Venezia. Epoca veneta Nel corso del Quattrocento avvenne la separazione della parrocchia dalla pieve di Visano. La comunità religiosa si sviluppò attorno alla cappella di san Michele per poi essere trasferita all’interno del castello, presso la chiesa di san Silvestro. Nel 1483, durante la guerra di Ferrara, il castello calvino fu occupato dal marchese Federico Gonzaga che vi lasciò i suoi soldati al comando di Francesco Secco. Gli abitanti si ribellarono e, dopo la vittoria, issarono le insegne di San Marco. Nel 1510, durante la guerra della Lega di Cambrai dovette ospitare i cavalli dell’esercito francese e subire, cinque anni dopo, l’occupazione di venturieri

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reduci della guerra stessa. Secondo una leggenda riportata da Mazza (1986) questi ultimi fuggirono grazie all’apparizione della beata Cristina Semenzi. Durante il Cinquecento, Calvisano divenne vicariato maggiore e capoluogo di una quadra comprendente i vicini comuni di Isorella e di Visano. Il ruolo di capoluogo di quadra è confermato dall’Elenco comuni Territorio di Brescia del 1679 e dalla Descrizione generale del 1764. Epoca napoleonica e asburgica Con la costituzione della repubblica bresciana (marzo-novembre 1797), Calvisano fu assegnato al cantone del Clisi. L’anno seguente fu riconosciuto come comune autonomo all’interno del dipartimento del Mella della repubblica Cisalpina. In seguito fu ribattezzato Calvisano con Mezzane e, nel settembre 1798, fu assegnato al distretto dei Colli. Nel 1801, con la ridefinizione amministrativa della repubblica Cisalpina fu inglobato nel distretto III di Verola Alghisi e in tale veste si mantenne con il passaggio alla napoleonica repubblica italiana (1802). Con l’avvento del napoleonico regno d’Italia (1805), a Calvisano con Mezzane fu assegnato il territorio del soppresso comune di Malpaga, per cui mutò nome in Calvisano con Malpaga e Mezzane. Il nuovo comune entrò a far parte del cantone VII di Lonato appartenente al distretto I di Brescia del dipartimento del Mella e fu considerato di seconda classe ai sensi dal decreto 8 giugno 1805.

Nel 1810 alla municipalità fu assegnato anche il territorio del soppresso comune di Visano. Nel 1815, dopo il congresso di Vienna, entrò a far parte della provincia di Brescia del regno Lombardo-Veneto, retto dagli Asburgo d’Austria. Privata del territorio di Visano e nota anche come Calvisano con Mezzane e Malpaga, la municipalità fu assegnata al distretto IV di Montichiari. La configurazione amministrativa fu confermata anche nel 1844 e nel 1853. Dopo l’Unità d’Italia A seguito degli eventi della seconda guerra di indipendenza italiana, Calvisano entrò a far parte del Regno di Sardegna (dal 1861, Regno d’Italia). Fu assegnato al mandamento II di Montechiaro, appartenente al circondario di Castiglione delle Stiviere della nuova provincia di Brescia. Nel 1868, il comune, come il resto del mandamento di Montichiari, fu associato al circondario di Brescia. Nell’agosto 1893, il paese fu raggiunto dalla Piadena–Brescia. Nel 1972, nella frazione di Viadana, fu inaugurato il complesso dell’Acciaieria di Calvisano. Monumenti e luoghi d’interesse Architetture religiose • Chiesa di San Silvestro, parrocchiale di Calvisano. L’attuale fabbrica fu ricostruita nel corso del XVIII secolo, sopra una) costruzione precedente risalente al Seicento, e consacrata il 2 settembre 1792. All’interno sono presenti tele e affreschi di numerosi autori tra cui uno “Sposalizio di santa Caterina” del

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Romanino, “San Bartolomeo e san Pietro” del Moretto, “Sant’Anna” e “Deposizione” sono opere di allievi del Tiepolo. Statue settecentesche ornano la facciata e gli interni. •Monastero dei Domenicani, risale al XV secolo. È dotato di chiostro, mentre la sala delle Tele contiene una raccolta di quadri preziosi e di notevoli dimensioni rinvenuti all’interno del complesso. • Chiesa di Santa Maria della Rosa. Chiesa annessa al monastero dei Domenicani, fu consacrata l’8 ottobre 1498. All’interno sono presenti affreschi del XVI secolo. •Disciplina di san Giovanni Battista: costruita

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nel XV secolo per ospitare la confraternita dei cruce signati. All’interno, il soffitto è dipinto, mentre gli affreschi sono opere di diversi autori, di cui alcuni allievi del Foppa, dipinti fra il Quattrocento e il Seicento. Dopo la soppressione del 1797 fu tramutata in magazzino; fu riscatta e restaurata da un comitato locale nel 1971. •Chiesa di santa Maria delle Brede: ricostruzione del Seicento di una precedente chiesa, a sua volta restaurata nel 1388. All’interno è presente un affresco della Vergine con bambino[19]. •Chiesa di san Michele: ha ospitato il “Museo della civiltà contadina”. •Chiesa di Santa Maria Annunziata, parrocchiale di Viadana. In origine fu oratorio della parrocchia di San Silvestro. Ospita una statua lignea della Madonna del XV secolo e conserva un affresco con Crocefisso.

Chiostro Domenicano

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Disciplina di San Giovanni Battista Fu dotata di un nuovo altare nel 1711, con parapetto in marmo del 1736, venne ampliata tra il 1898 e il 1904 e di nuovo nel 1998. Dal 1959 è parrocchia. Architetture civili e militari •Palazzo Lechi: fu costruito su ordine dei fratelli

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Giovanni Maria junior e Carlo Polini tra il 1723 e il 1730, anno in cui i lavori furono sospesi. Il progetto prevedeva la realizzazione di una dimora a forma di castello con torri ai quattro angoli, ma solo due di queste furono realizzate. L’interno è dotato di scalone e varie sale, mentre all’esterno il cortile è attorniato su due lati da edifici più bassi. •Palazzo Schilini: costruzione del Quattrocento e sede municipale. •Castello: della fortificazione originaria rimangono tracce nel tessuto urbano e le due porte, una a nord e l’altra a sud. Quest’ultima è sormontata dalla Torre civica. •Villa Cazzago: posta in località Brancoleno, secondo Mazza (1986) fu costruita da Bartolomeo Cazzago nel Seicento. La facciata è compatta e il portico è a cinque campate. •Chiesa di San Michele Arcangelo Edificio realizzato con una pietra della Zona calvisa-


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nese; esso è posto a lato del tracciato di un’antica Strada vicinale di collegamento dei villaggi della Bassa. In origine l’edificio era adibito a ricovero per bisognosi di cure, xenodochio, da cui il termine Saugo, nome del vicino corso d’acqua. La chiesa attuale, meglio dire quel che resta della chiesa di S. Michele, è stata costruita nella Seconda metà del Secolo XV, mentre l’antica chiesa era del Secolo IX-X. Non vi Sono tracce evidenti dell’originaria struttura medioevale, probabilmente sepolta sotto l’attuale edificio. Questo, invece, è di epoca quattrocentesca in stile tardo gotico italiano. Lo storico padre Beniamino Zacco riferisce che subito dopo la morte della Beata Cristina Semenzi, 1458, ella venne dipinta, nell’anno 1470, nel coro della Chiesa di S. Michele. Su un peduccio del lato occidentale è riportata la data 1479, che doveva indicare la realizzazione della costruzione. All’interno della chiesa vi erano tre altari: l’altare maggiore, dedicato a S. Michele, e due altari laterali

dedicati a S. Antonio Abate e a S. Lorenzo. In seguito allo sviluppo del paese, la chiesa, situata fuori dalle mura, andò in decadenza. La chiesa riacquistò importanza e attenzione solo nel 1679, quando vi furono trasportati dal bosco comunale i resti delle vittime della peste del 1630. Da allora fu chiamata “Chiesa dei morti di S. Michele”. Nel 1765 fu costruita una piccola abitazione per uso e comodo dell’eremita, che era custode della chiesa. Tutta la chiesa era affrescata, soprattutto da ex voto. Alcuni affreschi sono di epoca Settecentesca. Di questi affreschi rimangono ora Solo alcune sinopie. Le frazioni MALPAGA Malpaga è stata per più di cinque secoli, fino al 1808, un piccolo comune rurale autonomo. Le sue origini risalgono al secolo XIII, probabilmente dopo la distruzione del Vicus Formianus, avvenuta nel 1264. Il Castello, sede del Comune, sorgeva dove attualmente vi è la cascina “Castello”. A fianco del castello vi era l’antica chiesetta di S. Paolo, completamente distrutta nel 1925 a seguito di un incendio. A Nord, lontana dal castello, già nel secolo XIV era stata costruita la chiesa di S. Maria, più corta e più bassa dell’attuale. Fu ristrutturata nel 1460. Sotto l’influsso dei padri domenicani di Calvisano, nel 1600 fu dedicata a “S. Maria della Rosa”. Negli anni 1925/27, la chiesa fu quasi completamente rifatta in

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stile gotico-lombardo, allungata e alzata. Il campanile fu edificato nel 1910. La chiesa parrocchiale di Malpaga, dedicata a S. Maria della Rosa, esisteva già nel secolo XIV. Fu ristrutturata nel 1460. Essa dipendeva dalla prepositura di Calvisano. Il parroco, che aveva il titolo di Rettore, doveva recarsi nella mattina del Sabato santo a Calvisano per assistere alla benedizione del fonte battesimale e ricevere gli oli santi. Nel 1720 fu costruita la cappella della Madonna del Rosario, dono del principe Cristerno Gonzaga. La statua della Madonna è dono del signor Gaspare Rampinelli. Le Confraternite del SS. Sacramento e del S. Rosario furono soppresse nel 1797. Nel 1910, il parroco Paolo Bignetti fece costruire il cam-

panile che dotò di cinque campane. La popolazione nel 1900 andò sempre più aumentando, passando da 366 persone nel 1890 a circa 600 nel 1914, raggiungendo gli 810 abitanti nel 1949. Per questo si rese necessario ampliare la chiesa e dotare la parrocchia di nuovi spazi. Questo compito fu assunto da don Angelo Bertolini, parroco di Malpaga per ben 47 anni. Fece ristrutturare quasi a fundamentis la chiesa, facendola allungare di otto metri e alzare di quattro/cinque metri. La chiesa in stile gotico-lombardo, decorata e con banchi nuovi, fu benedetta dal vescovo ausiliare Emilio Bongiorni il 16 ottobre 1927. Il Concilio vaticano II segna l’inizio di una nuova era.

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Fu compito dei successori di don Bertolini realizzare il rinnovamento religioso. Da una parte i parroci don Marcello Casari, don Emilio Zanardelli, don Giovanni

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Girelli diedero avvio a nuove realizzazioni; dall’altra la frazione di Malpaga, poiché non ebbe pari sviluppo industriale, vide diminuire la popolazione, preferendo i giovani abbandonare i campi e cercare altrove il lavoro. Nel 1973 la popolazione era di 501 persone. I Sacerdoti diedero sviluppo alle attività oratoriali, dotando l’oratorio di nuovi spazi, con la costituzione dell’ANSPI e la costruzione del Centro giovanile. Attualmente la popolazione si aggira intorno ai 600 abitanti con un buon numero di immigrati stranieri. Le attività parrocchiali sono ben avviate, in particolare la catechesi dei bambini. Non tutta la popolazione partecipa alla vita liturgica. Parecchie persone frequentano la Chiesa di Calvisano, di Viadana e del Belvedere. Esistono in parrocchia due associazioni ben incamminate: l’Ordine Secolare Francescano e la Congregazione delle madri Cristiane. Vi è il Gruppo Missionario che realizza programmi di solidarietà. MEZZANE Mezzane ha origini antiche, sorse intorno alla cappella di Santa Maria de Mezanis, già nominata in una bolla di papa Urbano III nel 1186, che costituisce attualmente la sacristia della chiesa parrocchiale, eretta nella seconda metà del 1500 e più volte restaurata. All’esterno è tutta in cotto rustico a vista, mentre all’interno l’intonaco è stato coperto con affreschi. L’unica navata è coperta da una volta dove si alternano il sistema a botte e a vela. La facciata a cuspide arrotondata allusiva al barocco, è stata costruita con massi di pietra misti a cotto nella prima metà del settecento (1730-1750), come si può rilevare da una scritta esterna sul lato ovest della chiesa stessa.. Era allora parroco don Lorenzo Castellini. Una torre campanaria è stata eretta nel 1829, come ricorda una scritta sulla lapide del parroco committente don Carlo Cassa, presso il nostro cimitero. Sia



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Mezzane: Chiesa di Santa Maria Nascente all’interno che all’esterno della chiesa, comunque, risulta chiaro un richiamo misurato ed equilibrato allo stile del settecento, caratteristico di molti altri edifici religiosi realizzati nella zona nello stesso periodo. Sulla facciata in due nicchie vi sono le statue di S. Giuseppe e S. Dionigi. All’interno, sopra l’altare maggiore si ammira la pala attribuita ad Andrea del Sarto, dove è raffigurata la Natività di Maria Vergine. Le due opere laterali del presbiterio riguardano la Natività di Gesù e l’Adorazione dei Magi. Di notevole intensità espressiva sono anche la Crocifissione e la Madonna addolorata, poste lateralmente all’altare maggiore. Oltre all’altare maggiore possiamo ammirare sulla sinistra, entrando, la statua del Cristo Morto con sopra

un antico e pregevole quadro del Battesimo di Gesù. Segue l’altare del Sacro Cuore con la tela raffigurante le tre Virtù teologali “Fede – Speranza – Carità”. Vi è poi l’altare dedicato al Patrono S. Dionigi. A destra entrando vi è un confessionale con sopra la statua di S. Antonio da Padova. Al centro della parete si incontra l’altare della Madonna con il Bambino Gesù, arricchito dalla serie delle icone raffiguranti i misteri del rosario. Infine vi è un altro confessionale con sopra una struttura finemente composita dove sono inserite le reliquie dei vari santi. Una menzione particolare merita la serie di quadri che rappresentano le quattordici stazioni della Via Crucis. Così pure si possono considerare le due vetrate poste nell’abside riguardanti le parabole del “buon pastore” e del “vignaiolo”, nonché i bronzi posti sull’ambone e sul battistero, dell’artista bresciano Oscar di Prata. VIADANA La chiesa di S. Maria di Viadana è stata per parecchi secoli, fino al 1959, uno dei tanti oratori campestri della parrocchia di S. Silvestro di Calvisano. In essa, fin dal secolo XV, i capifamiglia della zona facevano celebrare la messa domenicale a un cappellano o a un frate del convento domenicano di Calvisano. Aveva un solo altare. Nella nicchia, sopra l’altare vi era la bella statua lignea della Madonna con Bambino, che risale al secolo XV, e che ancora oggi, dopo essere stata restaurata, è venerata dalla popolazione. Un’altra opera di un certo pregio è la statua del Sacro

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Chiesa di Santa Maria Annunziata Cuore. Le pareti della “Cappella”, cioè del presbiterio, compresa la volta, erano tutte dipinte. Di questi affreschi è stato restaurato e conservato solamente un Crocifisso. Il soffitto della “Cappella” era a crociera, e così è stato conservato. Il soffitto della piccola navata era certamente a “capanna”. Sulla cappella si ergeva un piccolo campanile con una sola campana. Davanti alla chiesa vi era, probabilmente, un portico.

Nel 1711, l’altare maggiore fu riedificato, sormontato da una ancona di legno con una nicchia che conteneva la statua lignea della Madonna. Il parapetto di marmo, invece, fu fatto realizzare nel 1736 dalla ditta Carlo e fratelli Puignaghi da Rezzato. Il prezzo concordato fu di 80 scudi, per il valore di sette lire piccole per uno scudo, vale a dire per 560 lire piccole. Nel 1898, il curato Don Giuseppe Massetti, intraprese l’opera di ampliamento di quella chiesetta, che fu completato nel 1904. Nel 1903, il curato don Leandro Brusinelli, fece erigere sul campanile tre campane nuove. Nel 1907, fu costruita una nuova sacristia a destra del presbiterio. Furono aperte due porte laterali e costruiti due altari laterali, uno dedicato alla Beata Cristina e l’altro al Sacro Cuore. Nel 1925 il curato don Angelo Spinoni ebbe il permesso di costruire il Battistero. Nel 1946 venne edificato l’oratorio. In occasione della elevazione della chiesa di Viadana in parrocchia, 3 aprile 1959, don Pietro Marini fece ristrutturare la chiesa, curandone la pavimentazione, aprendo il presbiterio ai lati, ampliando gli altari laterali troppo angusti e la sacristia. Fece alzare il campanile, dando l’aspetto attuale. Nel 1972 il nuovo parroco don Annibale Baronchelli ristrutturò il presbiterio secondo le nuove norme liturgiche: pose al centro il bell’altare del ‘700; trasportò il tabernacolo, inserendolo nel pilastro di destra, mentre su quello di sinistra fece porre l’affresco raffigurante il Crocifisso. Negli anni seguenti, fu effettuata la decorazione

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della chiesa. Don Arturo Balduzzi, giunto a Viadana nel mese di luglio 1989, assecondando la volontà della maggioranza della popolazione, che collaborò con entusiasmo e generosità, realizzò nel giro di due anni, 1991/92, un nuovo “Centro parrocchiale”, che si compone di un salone polivalente, una sala ritrovo, segreteria e archivio, nove aule per il catechismo e per attività collaterali. Negli anni successivi fu inaugurato il centro sportivo, composto da due campi di calcio, un campo da tennis e da una piattaforma polivalente per il gioco di pallavolo e pallacanestro, spogliatoi, cortili, e spazi “verde”. Dal 1998 il parroco è don Luigi Pellegrini, che ha realizzato l’ampliamento della chiesa, tanto necessario, allargando e allungando il transetto, con una nuova sacristia e saletta parrocchiale, e posizionando i nuovi confessionali. Ha restaurato gli arredi e i mobili della sacristia. Beata Cristina

Beata Cristina Semenzi, (o Beata Cristina da Spoleto) (Calvisano, 4 agosto 1435 – Spoleto, 13 febbraio 1458), è stata proclamata beata nel 1834 da Gregorio XVI. Appartenuta ad una famiglia contadina di umili origini, abbandonò giovanissima la famiglia e si dedicò alla vita religiosa entrando a Brescia nel convento delle Monache Agostiniane. Si prodigò nell’assistenza ai poveri e ai malati prima a Roma poi ad Assisi ed infine nell’Ospedale della Stella a Spoleto, dove morì nel 1458. Fu sepolta nella chiesa di S. Nicolò degli Agostiniani. Chiuso il monastero di San Nicolò nel 1803, venne spostata nel santuario della Madonna di Loreto. Nel 1921 le sue spoglie sono state 30

trasferite all’interno della Basilica di San Gregorio Maggiore, dove è rimasta fino al gennaio del 2015, quando è stata traslata nella sua città natale. È stata eletta patrona di Calvisano nel 1512.





TERRITORIO

CALVISANO - 14 Marzo: la giornata dei Giusti dello Sport Un cippo ed un albero dedicato a quattro campioni che hanno salvato vite umane Continua l’impegno ed il lavoro del Comitato per il Giardino dei Giusti a Calvisano, composto da cittadini e dai rappresentanti di numerose Associazioni del paese. Nato nel novembre del 2014, lavora per sensibilizzare l’opinione pubblica di ogni età, iniziando dai ragazzi della scuola, per ricordare attraverso “Il Giardino” persone che hanno salvato vite umane da genocidi o da altri crimini accaduti nel ventesimo e ventunesimo secolo, salvaguardando la dignità umana da regimi totalitari, purtroppo esistenti anche ai giorni nostri. Opera con alcune commissioni, che periodicamente si riuniscono per preparare la Giornata dei Giusti. Quest’anno verrà celebrato solennemente nella mattinata di Sabato 14 Marzo, presso il Giardino dei Giusti di Calvisano, in via Brescia. Quello di Calvisano è uno dei primi Giardini nati nel bresciano, presenti a tutt’oggi a Brescia, Montichiari, Orzinuovi, Barbariga, Rezzato. Inaugurato in via Brescia il 6 marzo 2015, negli anni, alberi e cippi sono stati dedicati ad alcuni Giusti nello Shoah, a quelli in aiuto agli Ebrei, per la lotta alla mafia, per la solidarietà, per l’ambiente. Quest’anno i cippi saranno dedicati a quattro “Giusti dello Sport”. 34

Gino Bartali - ottobre 1971 a Calvisano Una scelta consona all’anno dei Giochi Olimpici, la XXXII° Edizione si terrà a Tokyo dal 24 Luglio al 9 agosto p.v., ma anche a momenti di attualità che negli ultimi tempi, la stampa nazionale e le televisioni ne hanno parlato. I quattro campioni sono: Gino Bartali, mitico campione del ciclismo, il cui valore è conosciuto da anziani e giovani. Ancora vivo è il ricordo della sua presenza a Calvisano nell’ottobre del 1971. Nato nel 1914 e morto nel 2000. Bartali nella primavera-estate del 1944 aiutò a salvare 800 ebrei dalle forche caudine del nazifascismo, mettendo a repentaglio la sua vita e quella della famiglia, trasportando all’interno della sua bicicletta, dei documenti falsi per aiutare gli ebrei ad avere una nuova identità. Questa attività nacque in collaborazione con l’arcivescovo di Firenze Elia Angelo Dalla Costa ed il rabbino Nathan Cassuto. Tali fatti vennero diffusi dopo la sua morte, e furono scoperti pochi mesi prima dal Figlio. Gino Bartali non ne volle parlare dicendo:” Il bene si fa, ma non si dice. E certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca”. Emil Zatopek, maratoneta cecoslovacco, nasce il 19 settembre 1922 a Koprivinice, Cecoslovacchia, nella regione della


TERRITORIO

Moravia. Cresce in una famiglia numerosa e umile, sostenuta dal padre calzolaio. Denominato la “ locomotiva umana”, Zatopek è l’uomo simbolo dei Giochi Olimpici di Helsinki del 1952, dove compie un’impresa leggendaria vincendo nell’arco di una settimana 3 medaglie d’oro: nei 5.000 metri, nei 10.000 metri e nella maratona. Nel 1968 sostiene la Primavera di Praga, firmando il Manifesto delle Duemila Parole che aveva aperto la stagione di Dubcek. Per questo il regime comunista lo sommergerà di oltre venti anni di oblio. E’ deceduto nel 2000. Vera Cáslavská, classe 1942, la ginnasta cecoslovacca che detiene il record delle medaglie vinte nelle specialità individuali. Negli Europei del 1965 e del 1967 aveva già conquistato 10 medaglie d’oro, ed è la seconda donna nella storia della ginnastica ad avere vinto due titoli olimpici nel concorso generale individuale a Tokyo 1964 e Mes-

Vera Caslavska

Emil Zatopeck sico 1968. Avendo firmato un manifesto per maggiore democrazia, considerato un atteggiamento chiaramente polemico verso l’URSS, le costò caro al ritorno in patria, dove per molto tempo non riuscì a ottenere il lavoro di allenatore della squadra nazionale, e quando lo ebbe subì comunque varie restrizioni. E’ deceduta nel 2016. Yusra Mardini, giovane nuotatrice siriana, nata a Damasco il 5 marzo 1998, scappando dalla Siria nell’agosto del 2015, su un gommone diretto verso l’isola di Lesbo, durante il viaggio, il natante, sovraffollato a causa della presenza di 20 passeggeri, inizia a Yura Mardiri imbarcare acqua. I profughi sono costretti a gettare in mare i loro bagagli. Yusra, la sorella Sarah e un’altra ragazza in grado di nuotare, si tuffano in acqua e trainano a nuoto il gommone verso la riva, salvando i profughi che erano con loro. Ora vive come rifugiata in Germania, svolgendo positivamente l’attività di nuotatrice. E’ la prima vivente che viene ricordata nel Giardino dei Giusti di Calvisano, così come in quello di Milano. Marino Marini 35


Ed è Poesia

“Donna, sei dono” Linfa, dal tronco dell’universo ispiri grazia: tu sprigioni leggiadria. Aspiri a sogni fantasy e tutelata corporeità, con enfasi. Vibrate emozioni crei d’incanto rifiorendo d’ugola il canto. Strabordi di te stessa e il bene in altrui si riversa. L’ empatia d’amore vuol che tu sia, d’abito e cuore fluida poesia. Donna… regalia di vita! Ines Zanotti Ed è Poesia

“Tuffo al cuore” Ricordi lontani riaffiorano in me di un amore mai nato ma tanto bramato... Ora odo una musica: evoca la voce di lui, dedica questa canzone a me con tanto amore e l’amore c’è stato... ma ormai finito. Erminia Bertulessi

“La luna”

Leggero e soffuso il riflesso di luna stasera , è lanterna per tutti i segreti Frammento splendente, rivela i silenzi del viver terreno e vaga lontano lo spirito negli occhi , colmati di dolci carezze ha contorni assopiti d’ombre ondeggianti S’appoggia sui rovi , la luna stasera, prepotente s’insinua s’infiltra spostando quel corso e fa luce sul vuoto del nido d’un passero triste Invano trattiene quel volo radente poi fa breccia , sul muto inquietante d’intorno destando le forme sottili e silenti di alberi stanchi Vestito soltanto di se oltrepassa quel buio inseguendo la luna Dinanzi riscopro quel volo e distinguo il mar d’erba che pulsa d’essenza e l’odo ancora nell’eco quel pigolar che invoca presenza Mi coglie il suo suono suadente d’impalpabile sogno e lento , m’invade le pieghe Rosa Leone

“Codardia”

Il mormorio volto dietro alle spalle, la codardigia celata da una maschera, la cattiveria evolve come ombra soffocante, l’innocenza dell’anima di colei che tutto traspare. Scalvini Roberta


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Riflessioni

IDENTITÀ SMARRITA

Negli ultimi anni avviene un processo inaudito di desacralizzazione, di decristianizzazione. La cultura cristiana, l’identità cristiana viene cancellata sistematicamente in ogni modo possibile ed impossibile. E’ tutto legittimato, giustificato con ragioni assurdi, sconcertanti, tipo, non creare disagi a chi professa una religione differente, non sembrare intollerante, essere coerente alle tendenze politiche, sociali, economiche ecc. Ci sono preoccupazioni di ogni tipo, per ogni aspetto materiale della società, siamo turbati dai cambiamenti climatici, dalla crisi economica e dalla disoccupazione, dal modo di governare, dai rapporti tra Stati. Per carità non dico che sono insignificanti ma non sono solo loro che determinano la situazione in cui viviamo, non solo da loro si scatenano tutte queste nefaste conseguenze che sono ormai tratto distintivo della cronaca notiziaria. Perchè siamo esseri duali e finchè la nostra energia è diretta solo verso una parte della esistenza non possiamo ottenere i risultati aspettati. La crisi colpisce per la prima cosa lo spirito. La nostra cultura antropocentrica non è in grado di mostrare vie d’uscita. Per vivere bene l’uomo ha bisogno di ideali ed è la cultura che li promuove. I veri valori culturali non possono essere apprezzati solo per seèstessi, anche il significato etimologico della parola cultura, proviene dal “culto”, indica una costante e dinamica relazione con Dio. Il secolarismo e l’antropocentrismo tentano di creare 40

una falsa sensazione di onnipotenza dell’uomo, ma in realtà aumentano il senso di disagio, di smarrimento e di mancanza di significato. L’uomo privo di ideali vive nell’oscurità e degrado dei valori morali, nella paura e nell’egocentrismo. Così diventa facilmente manipolabile, indifferente, insensibile, ogni cosa al di fuori del ristretto perimetro della sua vita personale non lo riguarda e non lo interessa. Dà colpa agli altri per aver perso sè stesso e non se ne accorge che il vero problema non sono i musulmani, ebrei, stranieri, ecc., il vero problema è lui stesso. Mi ricordo un articolo, che avevo letto tempo fa... riguardava i cristiani del Medio Oriente. Il giornalista aveva chiesto a una donna, copta, come fanno a riconoscersi tra di loro, visto e considerato che il modo di vestirsi era identico a quello delle donne musulmane. E lei ha rispsto come se fosse la cosa più naturale nel mondo: si guardano negli occhi e subito capiscono se sono cristiani. Mi ha colpito profondamente questa risposta, era sincera e spontanea. Comunicare con lo sguardo significa avere un anima, avere consapevolezza della propria condizione di ospite sulla terra, poter relazionarsi con gli altri che si trovano esattamente nelle tue stesse condizioni e che vengono considerati compagni di viaggio. In poche parole saper migliorare un po’ se stesso. Forse in questo modo miglioreremo anche il mondo. Darina Naumova


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Riflessioni

PROGETTO VITA Un milione di miliardi i pensieri che rullano, frullano, gemono, arrovellano, fanno nascere pensieri nuovi, accenni di speranza, ilarità inquieta, sagace cenno. Tremore flette le ginocchia nel percorrere il breve intenso tortuoso che ci porta, fra le braccia di giacinti freschi, alle porte di un grande sogno, ideale, progetto chiamato VITA!!! Fra le dita, serrate, strettamente abbracciate, le dita della mia Vittoria. Nelle mente, a caratteri stampati, il monito: “Il Signore è il mio pastore non manco di nulla, per pascoli erbosi conduce .....”. Incontro atteso, voluto, desiderato, mille volte discusso a voce bassa nella quiete di notti inquiete quello con la dottoressa Galazzo del Provveditorato di Brescia. Scopo del colloquio è stato, rimane e sarà quello di chiedere servizi e non soldi, continuità scolastica, opportunità di continuare l’apprendimento cognitivo dopo la terribile, temuta, soglia dei 21 anni che limita, obbliga, chi affetto da disabilità ad abbandonare i banchi di scuola “obbligando” le famiglie ad appoggiarsi ad un diurno dove, ASSURDO!! INCOMPRENSIBILE!! INACCETTABILE, le strutture sono propense a portare avanti un lavoro cognitivo basato sulle autonomie personali e sulla relazioni. Aspetti importanti di certo ma dov’è la bellezza del conoscere? Tutti i frutti raccolti nella gioia e nel dolore, con tenacia conquistati destinati a finire nella dimenticanza? MAI E POI MAI!!! Nell’attraversare i corridoi del Provveditorato, nell’incontrare gli occhi della dottoressa Galazzo, nel cercare nel fondo del suo cuore uno spiraglio di luce rapide sono fluite le parole, immagini, ricordi, propositi, sogni, determinazioni. Abbiamo trovato in lei ascolto e comprensione, voglia di costruire, non facendo promesse false 42

ma ASSICURANDO APPOGGIO, PRESENZA E COLLABORAZIONE. Si è impegnata di prendere contatti con la dottoressa Covri, dirigente del Don Milani di Montichiari da Vittoria frequentato; d’interpellare i servizi del territorio di riferimento quali la dottoressa Turganti Marisa ed Elisabetta Bertoli dell’ Asst del Garda e l’assistente sociale del comune di Remedello Enrico Zappettini per parlare, trovare una via, uno squarcio di luce viva. A lei mi sono permessa di dire: “In tanti anni di lotta il nostro punto forza è stata la collaborazione in rete con i servizi’, esponendo in modo costruttivo, cercando di trovare equilibri, di osare. Bisogna trovare il coraggio per chiedere, allo stesso modo di ringraziare. Saremo come famiglia sempre grati alle dottoresse Anna Calvi e Mariarosaria Venturini per l’immenso supporto e vicinanza. In caso di bisogno sono certa non si negheranno. Ed ancora: come dissi alla dottoressa Silini che ci accolse anni fa fra queste mura con il dottor Maviglia così mi permetto di dire a lei:”PER FAVORE AIUTI LA MIA VITTORIA, LA SCUOLA È VITA...”. Attesa preme, convoglia ansie, fa sbocciare teneri boccioli... Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste


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DI NOME E DI FATTO... Il 1990 fu un anno indimenticabile per l’Italia intera, i mondiali di calcio erano a casa nostra e si sa quanto noi italiani siamo pallonari nati. Chi non ricorda il testo a metà fra il drammatico e lo scherzoso di Rita Pavone “la partita di pallone“? Il grande Madiba, veniva liberato l’undici Febbraio dopo ventotto anni di ingiusta detenzione, mentre in Europa la caduta del muro, fresca di qualche mese poneva Berlino come baricentro assoluto del pianeta. Quanto a noi italiani, decidemmo di stupire tutti, ma non solo con i Mondiali, automobilisticamente parlando dalle parti di Sant’Agata bolognese avevano pronta una di quelle cartucce da sparare che nessun amante delle supercar avrebbe mai dimenticato ne mai dimenticherà. ù Dodici cilindri a V di 60, due alberi a camme in testa per bancata, 5.7 litri di cilindrata per 492 CV di potenza a 6800 giri al minuto. La Lambo più iconica degli ultimi 30 anni era pronta a farsi sentire per le strade di tutto il mondo. La prima serie della Diablo costava 340 milioni di lire, praticamente quanto una bella casa al lago, considerati i tempi. 46

Si staccava nettamente dalla precedente Countach, anzitutto per l’adozione dell’iniezione LIE elettronica in virtù dei carburatori. Il telaio era ancora tubolare ma a sezione tonda e non più quadrata come sulla Countach, anche la sicurezza fece un notevolissimo passo in avanti grazie all’adozione di un roll bar integrato che fungeva da survivor cell. Manteneva un certo family feeling con la progenitrice a livello stilistico, pur risultando però estremamente innovativa e calzando a pennello per il decennio che stava per essere vissuto. Portiere che si aprivano verso il cielo, fari a scomparsa e quattro scarichi, grossi come il cannone di un carro armato dominavano la scena guardandola da dietro. Rombo pazzesco, da far impallidire, cofano posteriore, sotto il quale si celava il meraviglioso V12 dotati di griglie che lo rendevano magnifico alla vista. I cerchi in lega scomponibili con canale rovesciato sono a mio avviso uno dei particolari più belli dell’ auto, un’ opera d’arte. Il motore era posizionato dietro le spalle del guidatore, dotata di cambio manuale e


AUTO D'EPOCA

trazione come dicevo rigorosamente posteriore. Tutte le carte in regola per essere una bella e dannata le aveva. L’abitacolo era dominato da strumenti circolari e pelle totale, bellissimo. Anche il grande Kaiser (Michael Schumacher) ne testò una e ne rimase stupefatto. Fu prodotta sino al 2001 in nove diverse versioni, tutte molto simili stilisticamente. Diversi furono però gli aggiornamenti di natura tecnica inseriti nel corso degli anni, ad esempio l’acronimo viscous traction sta ad identificare l’adozione a partire dal 1991 della trazione integrale sulle quattro ruote. Su diversi testi in mio possesso si possono notare fotografie delle maestranze Lmabor-

ghini che ne assemblano il motore interamente a mano. Ne produssero 2903 esemplari in totale, incluse le rare e stupende cabrio. Rimpiazzata dalla Murcielago nel 2001, rimane una delle Lambo più famose dell’era moderna. La mia preferita? La SE 30 di colore viola, uguale a quella usata dai Jamiroquai nel video di “ Cosmic Girl “. Così giusto per passare inosservato……. Antonio Gelmini Per curiosità o valutazione su vetture di interesse storico inviare una mail a: Antonio Gelmini meccanicagelmini@gmail.com

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L’INTERVISTA

ERIKA MANNUCCHI Si era iscritta a Instagram per gioco e – assicura – mai e poi mai si sarebbe immaginata di diventare una influencer. Più di 60mila persone ogni giorno aspettano un post o una storia, affascinati da una bellezza che conquista al primo sguardo. Eppure, Erika Mannucchi è rimasta con i piedi ben piantati per terra. Da anni fa parte di una nota compagnia assicurativa, ha fatto strada ed ora, a distanza di due anni, è ispettore di produzione. “Amo follemente il mio lavoro perché mi permette di fare sempre nuove conoscenze, sono sempre presente nel quotidiano dei miei clienti per offrire consulenza in base alle loro esigenze e garantisco che sono tante le soddisfazioni che questo lavoro mi ha dato” racconta Erika, 30 anni, nata e cresciuta a Foligno, nel cuore dell’Umbria. Eppure, da due anni a questa parte, un’altra novità ha iniziato a far parte della sua quotidianità. “Esattamente due anni fa è iniziata anche la mia carriera nel mondo della moda - racconta - ho iniziato a posare per diversi fotografi umbri ed ho partecipato a molti eventi, soprattutto quelli riguardanti il mondo dei motori”. Così, esperienza dopo esperienza, anche i social hanno iniziato ad ingranare raggiungendo numeri difficili da immaginare. Non solo appa-

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renza. Erika Mannucchi ha in tasca un diploma al Liceo Classico, adora passeggiare alla scoperta delle bellezze della sua terra e ha un debole per il mondo dei cavalli. Difficile non notarti al primo impatto… Per quanto riguarda il mio modo di vestire, confesso che non mi piace passare inosservata, amo vestirmi in maniera sexy ma mai cadendo nel volgare. Credo che i due principi fondamentali di una donna debbano essere l’eleganza e la femminilità. Ritorniamo a Instagram e ai tuoi 60mila followers… Tutto è iniziato per gioco, mai mi sarei immaginata di arrivare a questo numero. La sera, quando sono a casa, mi dedico a migliorare il mio profilo, è un momento che uso per evadere dalla mia vita reale. In realtà non mi piace definirmi influencer perché uso il mio profilo principalmente per sponsorizzare gli eventi a cui partecipo. Poi succede che le aziende vedono il profilo, lo trovano interessante e mi contattano per le col-


L’INTERVISTA

laborazioni. Che messaggio vuoi trasmettere attraverso il tuo account? Il mio scopo è far conoscere ai miei followers la vera Erika, cosa fa nella vita di tutti i giorni e quali sono le sue passioni, nient’altro. La soddisfazione più grande è leggere sotto le mie foto complimenti provenienti non solo dagli uomini ma anche dalle donne, perché come si dice il complimento di una donna vale doppio. Ovviamente sono esposta anche a critiche, ma io sono una ragazza testarda e determinata, che ha chiari i suoi obbiettivi e non mi lascio assolutamente influenzare da nessuno. D’altronde… non posso mica piacere a tutti! Lo scorso anno sei stata protagonista di una straordinaria opportunità. Proprio così: l’estate scorsa mi è stata data anche la possibilità di vivere una bellissima esperienza, che ricorderò per tutta la vita. Ho partecipato a Miss Italia e sono arrivata alle finali regionali. Davvero una grande soddisfazione. Hai un’arma in più? Sono anche una ragazza molto solare, perché sono dell’idea che non si deve mai perdere il sorriso! La tristezza non fa per me. Cos’altro bisogna sapere di te? Amo follemente gli animali, in particolare i cavalli! Sin da piccola pratico equitazione e tre volte a

settimana vado in palestra, dove mi alleno duramente, prendendomi cura del mio corpo. Per quanto riguarda le mie passioni, io amo stare in mezzo alla gente! Il venerdì e il sabato sera sono impegnata in vari locali di Perugia ma amo anche la tranquillità e, quando posso, faccio lunghe passeggiate in mezzo alla natura, che mi permettono di ammirare i paesaggi della mia meravigliosa Umbria. Cosa ti aspetti dal futuro? Non ho mai lavorato nel mondo dello spettacolo ma non nego che mi piacerebbe lavorarci. Vedremo! Per il futuro mi vedo a fare esattamente quello che sto facendo adesso: voglio emergere e realizzarmi nel campo assicurativo, senza chiudere le porte al mondo dello spettacolo o degli eventi perché sono due mondi che amo e ai quali non intendo assolutamente rinunciare. CONTATTI SOCIAL https://www.instagram.com/erikamannucchi

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COMUNICATO STAMPA

APPLAUSI E CONSENSI PER IL FESTIVAL DELLA MODA NELLA SETTIMANA DEL ROMA FASHION WEEK

Successo indiscusso per gli organizzatori Sabina Prati e Stefano Raucci, che hanno realizzato un evento di prima grandezza Ha avuto grande successo la tappa del Festival della Moda che è andata in scena venerdì 24 gennaio nell'elegante location del Best Western Plus Hotel Universo di Roma. In una sala gremitissima e piena di addetti ai lavori e personaggi dello spettacolo, l'evento dedicato alla bellezza e alle nuove tendenze della moda nazionale e internazionale è stato un vero successo. A fare gli onori di casa gli organizzatori del Festival della Moda Sabina Prati, titolare dell'agenzia Sabina Prati Eventi Moda e presente da anni nelle più prestigiose passerelle di Alta Roma con le sue modelle, e Stefano Raucci, voce e volto di RadioRadio, direttore artistico e conduttore da anni di format e programmi televisivi sui canali Sky. A sfilare in passerella davanti a centinaia 50

di persone accorse appositamente per l'evento sono stati tanti protagonisti della moda italiana e internazionale emergenti e noti, che nella settimana di Alta Roma hanno scelto il Festival della Moda. Applausi a scena aperta per gli stilisti Mauro Gala, già protagonista di passerelle nazionali e internazionali, l'originale creativa croata Sladana Krstic (vincitrice del contest di "Detto Fatto" su RaiUno e già vincitrice del premio Original Fashion assegnatole proprio al Festival della Moda nel 2018), a cui è andato il premio "Alta Moda Nel Mondo"; la formatrice della celebre Accademia Altieri Adele Del Duca, che insieme agli abiti ha proposto gioielli realizzati a mano, la poliedrica moldava Elena Musuc (Elem) con i suoi


COMUNICATO STAMPA

eleganti abiti da sposa, l'innovativa Stefania Ceccarani con la sua linea Goupille, tra le sorprese più liete dell'evento per originalità. Moda e arte sono stati gli ingredienti della serata, che ha visto la giovane stilista calabrese Cheren Hesse ricevere dalle mani degli organizzatori il premio Original Fashion 2020, portando in passerella una linea ispirata al gotico rinascimentale che ne ha esaltato le indubbie doti creative. Un premio sentito e meritato per Cheren, che continua a fare grandi passi nel settore della moda. A Mauro Gala, nome affermato dell'Alta Moda Romana che ha lavorato con nomi noti come Valentino e Lancetti, tra gli altri, è andato invece il premio speciale Arte e Moda. A consegnare questo riconoscimento insieme agli organizzatori Stefano Raucci e Sabina Prati è intervenuto il noto imprenditore e produttore Mauro Atturo, CEO di Problem Solving, partner della serata, il quale dopo un video di presentazione della sua azienda ne ha illustrato brevemente alcune iniziative di pregio rivolte alle donne, come il "baby bonus" dedicato alle neomamme che vi lavorano. I premi dati agli stilisti sono stati gentilmente offerti da SIMAP di Alberto De Paulis, prestigioso partner dell'evento. Abbinato all'evento moda anche il contest di bellezza "Miss Moda e Talento", che ha celebrato nell'occasione la tappa finale del 2019: all'interno della giuria erano presenti il noto regista Christian Marazziti accompagnato da Maricela Bodan, Giada Mucci direttrice dell'Ac-

cademia Altieri, Federico Vitullo di "Forum" Mediaset, il regista di moda e organizzatore Maurizio Passeri, la modella e insegnante di portamento Ino Mantilla. Tra le 23 bellissime partecipanti, per lo più formate con i corsi di moda e portamento dell'Agenzia Sabina Prati Eventi Moda, alcune sono state insignite di premi e fasce in palio: a Eliana Duma è andato il premio speciale ASC Sport, consegnato dalle mani del presidente nazionale di ASC (Ente di Promozione Sportiva riconosciuto dal Coni) dott. Luca Stevanato e dai consiglieri nazionali Alessandro Londi e Valter Vieri, presenti in sala. Insieme al conduttore Stefano Raucci il presidente di ASC Luca Stevanato ha illustrato durante l'evento alcune importanti iniziative di cui l'ente è promotore in tutta Italia, come il progetto Assist, volto a favorire la pratica dello sport per quei ragazzi le cui famiglie versano in condizioni economiche meno fortunate. Hanno vinto il titolo di Miss Talento Moda a pari merito Evelyn Abalo Gomez e Nazanin Pourhossein, mentre a Valentina Falchi è andata la fascia di Miss Eleganza Moda. E' stata eletta con il titolo di Miss Moda e Talento prima classificata Martina Farkas, giovanissima bellezza nata a Latina, che ha ricevuto anche il premio speciale offerto da Gioielleria Pensieri e Preziosi di Lariano. A curare il look delle modelle sono stati i validissimi makeup artists dell'Accademia Altieri e hair stylists di Callori Hair Style, questi ultimi guidati da Francesco Callori. A fare da degna cornice,

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COMUNICATO STAMPA

la mostra personale Exhibition Art dell'artista Massimiliano Ferragina, che ha esposto alcuni dipinti di pregevole fattura ed è stato premiato per il suo indiscusso talento dagli organizzatori Sabina Prati e Stefano Raucci. Molto apprezzate anche le bellissime decorazioni floreali artistiche proposte da Flordecor Sepa, che hanno aggiunto un tocco di classe ed eleganza in più. Al termine della serata gli organizzatori Sabina Prati e Stefano Raucci hanno ringraziato il prestigioso Best Western Plus Hotel Universo per la disponibilità e la collaborazione e tutti i presenti,

tra cui moltissimi giornalisti e fotografi, e hanno rivolto un ringraziamento speciale all'onorevole Giancarlo Righini, consigliere regionale, da sempre promotore di iniziative volte a valorizzare il talento. Nuove tappe e nuovi eventi del Festival della Moda e del contest di bellezza Miss Moda e Talento sono già in preparazione, per un 2020 ricco di nuovi e straordinari successi su tutto il territorio nazionale. Ph foto: Agostino Ciriaci Ufficio Stampa Festival della Moda Per info e contatti: Stefano Raucci 334.7933246

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SLADANA KRSTIC OSPITE AL FESTIVAL DELLA MODA di Laura Gorini

La stilista croata di fama internazionale Sladana Krstic è stata ospite al Festival Della Moda in qualità di vincitrice del Premio Original Fashion 2018. Ed è in nome di questa vittoria che ha avuto il piacere e l'onore di chiudere la sfilata della nuova edizione del Festival con la sua nuova collezione A/I 2021, che è stata presentata per la prima volta nel mese di luglio 2019 ad AltaRoma. Madrina della sua sfilata la modella e attrice Natalia Simonova. In passerella presente anche la bellissima Claudia Ricci, musa ispiratrice del Pittore Del Vento Franco Azzinari, che ha indossato per l'occasione proprio un abito direttamente ispirato ai celebri papaveri dell'insigne artista. Sladana ha avuto modo di conoscere Sabina Prati e Stefano Raucci, ideatori del Festival, come lei stessa ci ha raccontato in un momento di pausa, in occasione del concorso Look Of The Year, per il quale ha più volte “vestito” le ragazze in gara. Ma gli impegni per l'artista non si fermano certamente qui! Difatti è un momento certamente creativo per lei; non per nulla è già al lavoro per la prossima collezione, che uscirà a luglio e che sarà presentata ad AltaRoma. Sta inoltre collaborando con il celebre e talentuoso pittore croato Stjepko Mamic, con il quale ha realizzato recentemente una sfilata con l'esposizione dei suoi quadri al Parlamento Europeo a Strasburgo. In particolare la Krstic ha creato una collezione a parte, profondamente e completamente ispirata dai suoi quadri, che hai poi plasmato sulla seta. Ed è così, come lei stessa ci ha candidamente rivelato, che è nata la collezione Adriatic. Inoltre, a breve sarà ospite speciale alla selezione finale di Miss Malta. Ricordiamo infine che per tale concorso ha già avuto modo di collaborare realizzando una splendida sfilata nel mese di dicembre 2019, oltre che par-

tecipare ad altri eventi ove ha goduto del patrocinio dell'ambasciata croata a Roma, del Consolato croato a Malta, nonché della Camera Di Moda di Malta. Ph: Agostino Ciriaci

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RACCONTI

IL VIAGGIO DI FRANCESCA (8^Parte) Romanzo di Anna Gay IL VIAGGIO BERGAMO A 13 anni Francesca dimostrava di più della sua età, ma in certe cose era molto bambina. Simpatica con tutti, si impegnava nello studio e piaceva ai ragazze e alle ragazze e quello che più contava per lei, erano la sua famiglia, le sue amicizie e il successo scolastico. Quando vedeva la mamma molto preoccupata per qualcosa era dispiaciuta per lei, ma non le passava neanche per la mente che i fantasmi di Paola potessero essere cose reali, forse perchè il papà ridimensionava tutto. Francesca era comunque grata ai suoi genitori perchè a loro doveva il suo successo, anche se pensava di essere intelligente e difatti lo era. Nel futuro si vedeva fare l’interprete perchè le piacevano le lingue. “Lunedì prossimo” disse Paola a Francesca “Io e papà dobbiamo andare ad aiutare la zia Alessandra che deve fare il trasloco. Siccome tu devi andare a scuola, ti darò (guarda come mi fido di te!) le chiavi di casa. Lo sai: quella con la forma strana è quella del portone, quella con scritto Mora è quella del portoncino delle scale e quella con scritto Yale è quella dell’appartamento. Mi raccomando, eh! Se Lalla vuol venire qui a studiare, benissimo. Ma non pasticciarmi i trucchi!” Infatti era capitato più di una volta che Francesca si era truccata con i prodotti della mamma, lasciandoli tutti impiastricciati. Francesca promise di comportarsi bene e rassicurò la mamma che non avrebbe toccato né il rossetto né gli ombretti. Il lunedì mattina si abbracciarono come al solito, e Francesca si diresse verso la scuola. Per tutta la mattina si 56

comportò in modo assolutamente normale, e quando Lalla chiese se poteva venire a studiare da lei, accettò senz’altro. La mamma di Lalla, che conosceva Francesca come una ragazza studiosa, approvò telefonicamente nell’intervallo. “Beata te che hai il cellulare!” le disse l’amica “Io se dovessi comunicare con qualcuno non saprei come fare!” “Chiediglielo come regalo per il tuo compleanno! Non ti fanno mai dei regali?” “Certo che me ne fanno!” rispose Francesca “Questo braccialetto me l’ha regalato il mio papà quando ho avuto per la prima volta le cose” Ma Lalla non aveva voglia di ascoltare per l’ennesima volta come era bravo il papà di Francesca, quanto bene le voleva, come le aveva insegnato bene a nuotare, ecc., perciò cambiò discorso e si mise a parlare della verifica di matematica che dovevano avere l’indomani. Al termine delle lezioni, le due ragazze raggiunsero a piedi la casa di Francesca, che era nella vicinanze. Passarono un pomeriggio sereno studiando e facendo merenda con biscotti e marmellata, perché Paola aveva raccomandato di tenere le merendine solo per la scuola. Poi Francesca disse: “Sai, la mamma mi ha sgridata ancora perché ho preso i suoi trucchi…chissà dove li ha nascosti!” e si mise a rovistare nei cassetti dell’armadio “No, solo vecchie carte…e questo?” ad un tratto ammutolì, e Lalla , che non capiva cosa stesse succedendo, dovette riscuoterla dal mutismo in cui era caduta. “Che carta è? Cosa c’è scritto?”


RACCONTI

“C’è scritto” rispose Francesca con un filo di voce “che il mio papà non è il mio papà…” si sedette e si mise a piangere. Lalla lesse a sua volta. Il linguaggio burocratico non le era familiare, tuttavia capì che si trattava di un documento in cui si dichiarava che la sua amica veniva riconosciuta dalla madre e adottata dal signor Carnovali Andrea. “Francesca” le disse nel tentativo di consolarla “però la tua mamma è davvero la tua mamma, da quello che si capisce qua” Ma Francesca continuava ad essere abbattuta come se avesse ricevuto un colpo terribile. Poi si riscosse e disse con piglio energico: “ Vediamo se c’è altro! Magari da qualche parte c’è scritto chi è il mio vero padre!” Frugò ancora e trovò un quaderno con la copertina azzurra. Lo sfogliò. “Oggi Francesca ha messo il primo dentino…”lesse, e poi: “Oggi Francesca ha camminato per la prima volta…” “Niente! Neanche una parola su mio padre!” Quando stava per mollare tutto, le capitò sott’occhio una pagina dove era scritto: “Ringrazio mille volte il cielo. Da giovane credevo che Dio non esistesse o che fosse stato ingiusto con me, perché ho sofferto troppo, ma ora ho trovato la felicità vicino a Andrea e alla mia bambina. Non porto neanche più rancore ad Antonio per non averla voluta riconoscere, né a sua moglie e a sua madre che l’avevano messa all’orfanotrofio…” “Antonio!” esclamò Francesca “Mio padre si chiama Antonio! Non hanno potuto sposarsi perché lui era già sposato! E ho anche una nonna cattiva che mi ha messa all’orfanotrofio!” Frugò ancora, e trovò un biglietto da visita sul quale era scritto: Tecno PC – Vendita e riparazione PC- di Franchi Antonio & co. – Via… Catania - “A Catania!” Francesca era sempre più sconvolta ”Mio padre sta a Catania! Devo partire

subito, voglio conoscerlo!” “Ma Francy!” intervenne Lalla “Così sui due piedi? Dovresti parlarne con tua madre… e poi non hai i soldi per il viaggio…e se ti arrestano per vagabondaggio? Senza contare che daresti un grosso dispiacere alla tua mamma e a suo marito!” - “Se ci tenessero davvero a me” ribatté Francesca, spietata “Mi avrebbero detto la verità, “Se non me l’hanno detta, vuol dire che non mi hanno mai voluto bene davvero!” Lalla, un po’ sconvolta anche lei, non trovò più argomenti per ribattere, ma strinse forte a sé l’amica. “Non preoccuparti per me” disse Francesca “Me la caverò.” Poi staccandosi da lei: “Bisogna organizzare tutto. Adesso preparo lo zaino. Dovrei avere qualcosa nel salvadanaio…” Il salvadanaio era a forma di coniglio, bianco con le orecchie rosse. Una volta aperto rivelò la pochezza del suo contenuto, ma Francy non si arrese. - “Prendi questi soldi” disse all’amica “e vai a comprare una tintura schiarente e degli occhialoni scuri, molto scuri! Io intanto preparo lo zaino” Quando Lalla ritornò, si fece tingere a tagliare i capelli, indossò gli occhiali e si specchiò. - “Bene!” disse soddisfatta “Così non mi riconoscono di sicuro!” - “Allora “fece Lalla, piangendo “Non ci vedremo più?” “Non so…” “Io spero che tu cambi idea e torni…” “No! Mi hanno presa in giro per 13 anni! Adesso basta!” - “Almeno scrivi!” “Non posso: se mia madre chiamasse la polizia e loro trovassero le mie lettere?” Lalla annuì rassegnata. “Che ne facciamo dei capelli tagliati e dello straccio della tintura?” chiese poi. “Dai tutto a me, butterò via tutto ben lontano da qui” - “Ciao” “Ciao” Si abbracciarono, poi uscirono di casa. 9 - continua 57


L’INTERVISTA

GIULIA CHIODI È iniziato tutto per caso. Prima un concorso di bellezza organizzato nel Canavese, poi le sfilate e le vittorie su passerelle sempre più importanti, quindi l’ingresso nel mondo delle hostess, delle modelle e delle grid girl. Quando i motori si accendono, lei c’è. Ma, nonostante i riflettori puntati addosso e outfit che conquistano il popolo maschile, Giulia Chiodi non ha mai perso il contatto con la realtà. Piedi ben piantati per terra, carattere tosto e sguardo (quasi) sempre serio. D’altronde, lei è una ragazza abituata a far fatica e a non spaventarsi quando c’è stato (e c’è) da rimboccarsi le maniche. Un diploma come agrotecnico, tre anni trascorsi a lavorare in un banco di abbigliamento al mercato “con qualunque condizione meteo, per sei giorni a settimana”, una naturale propensione a stare in maneggio al fianco dei cavalli, la sua più grande passione. Insomma, pochissima paura di sporcarsi e di affrontare nuove sfide. Di conseguenza quando c’è stato da mettersi in gioco sul set o in pista, è bastato un attimo perché la paura sparisse e la curiosità prendesse il sopravvento. “Amo il mio lavoro perché mi permette di fare sempre nuove esperienze e conoscenze. L’unica nota negativa è che vedo poco il mio grande amore: il cavallo”. Insomma, i “vizi” di un tempo non li ha persi per strada. Men che meno, li ha dimenticati. “Appena rientro dalle trasferte di lavoro scappo in maneggio dalla mia amatissima cavalla che mi è stata affidata quando ero 15enne per assegnazione di una borsa di

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studio dall’associazione Onlus I.C.A.D., I Cavalli Alle Donne, come riconoscimento per la passione e l’attaccamento dimostrato verso alcuni cavalli non di mia proprietà e in condizioni precarie”. In tutto questo, c’è spazio per il suo “lavoro”. Bella, elegante, magnetica. Da dove nasce questa avventura? Dal caso, davvero! Mi è stato proposto di partecipare ad un concorso di bellezza in un bar, e io ho accettato al volo. “Perchè no?” mi sono detta. Cosi ho iniziato il mio percorso con i concorsi di bellezza: ho vinto la fascia di Miss il Canavese, Miss Ippodromo 2013 e nel 2015 ho partecipato


L’INTERVISTA

alla finale nazionale di The Look of the Year Italia. Da qui ho iniziato a lavorare come modella e fotomodella per alcune agenzie, pur continuando a lavorare al mercato. Un “mondo” che ti è stato utile. All’inizio ero una ragazza parecchio timida ed introversa. Poi, qualcosa è cambiato. Più passavano i giorni e più “mi sbloccavo” e capivo che mi piaceva molto stare a contatto con il pubblico e fare sempre nuove conoscenze. Non solo fotografia e grid girl. Ma anche una piccola partecipazione come modella per un tutorial di Detto Fatto su Rai 2. Ho anche ricevuto proposte per un programma di dating, ma ho rifiutato perché non fa per me quel programma. Mi piacerebbe lavorare come presentatrice, vedremo… Anche sui social ti piace condividere quel che fai. Con i social ho un ottimo rapporto, li uso come “vetrina” per i vari lavori, soprattutto nel mondo degli eventi. Sulla mia pagina istagram condivido pensieri e momenti della mia vita quotidiana e soprattutto reale. Con il mio profilo vorrei riuscire a trasmettere un’immagine di unicità, non mi piace quel che si omologa alla massa. Usciamo dal set: chi è Giulia Chiodi? Sono una ragazza molto simpatica, anche se a volte i tratti del mio viso possono sembrare algidi, genuina e indipendente. Ho due difetti non indifferenti: la testardaggine e la permalosità. Mi piace sempre buttarmi in nuove avventure e non mi piace la monotonia. Il mio hobby è l’equitazione, come ho già detto prima, da ormai 14 anni. Da due anni a questa parte mi sono avvicinata, non-

ché appassionata, del mondo delle moto: lavorando col team Gully Racing, loro sono diventati la mia seconda famiglia! Ed infine… sono super sportiva, mi alleno in palestra 3 volte a settimana, se avessi tempo libero farei altri mille sport. Come ti piace essere nel quotidiano? Sul lavoro sono sempre elegante, tranne in alcune occasioni nelle quali il cliente ci fornisce una divisa più sportiva. Nel tempo libero mi piace usare un look casual urbano, mentre per feste e appuntamenti prediligo un abbigliamento femminile ed elegante con il tacco. Colore preferito? Nero! Come disse Cocò Chanel: quando troverò un colore più scuro del nero, lo indosserò! Ma fino a quel momento, io mi vestirò di nero. Dove ti immagini fra qualche anno? È impossibile dare risposte alle domande orientate al futuro, quindi perché porsele? Non so esattamente dove sarò tra dieci anni ma mi auguro di aver superato molte sfide professionali e di aver acquisito più esperienze possibili per ampliare il mio bagaglio lavorativo. Contatti Social Instagram: @giuly_etta92 59


OROSCOPO dal 22 Febbraio al 10 Marzo 2020

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ARIETE - 21/03-20/04

TORO - 21/04-20/05

GEMELLI - 21/05-21/06

Le cose andranno più lisce se non cercate di sforzarvi di comportarvi in modo allegro se non lo siete. Siate onesti riguardo alle vostre emozioni. Se vi sentite irrequieti o negativi, tenetelo per voi.

Questo è un buon momento per fare qualcosa che vi siete lasciati indietro. C’è una sensazione di disciplina che ti aiuta a rimanere concentrato. Le emozioni sono soffocate, il che può funzionare a vostro vantaggio.

E’ importante che affrontiate la montagna di compiti che vi aspetta. Finché sarete disciplinati nel portare a termine un piccolo compito alla volta, non avrete problemi a trasformare la montagna in un piccolo mucchio. In amore qualche bisticcio.

CANCRO 22/06-22/07

LEONE - 23/07-23/08

VERGINE - 24/08-22/09

Molto da dire, ma per qualche motivo c’è un po’ di esitazione quando si tratta di dirlo. Non stupitevi se vi sentite ansiosi tanto da rendere difficile la comunicazione. Parte dei discorsi potrebbero essere vani e privi di sostanza, ma non è un male.

Non sorprendetevi se ultimamente è un po’ più difficile entrare in contatto con il vostro stato emotivo. I vostri sentimenti vi giocano brutti scherzi. Fate del vostro meglio per non essere sbilanciati da questa energia. Poi tutto diventerà più facile.

Siete malinconici? Succede a tutti. Chiamate un amico o andate al cinema. Uscite e fate cose che sapete che possono aiutarvi a superare questo malcontento. Non è il momento di ritirarsi. Hai del lavoro interiore da fare anche se sembra inutile.

BILANCIA - 23/09-22/10

SCORPIONE - 23/10-22/11 SAGITTARIO - 23/11-22/12

Non puoi lasciare che tutto vada in pezzi ora, non dopo aver fatto tanta strada. Questo è un momento difficile, perché sembra che sia giunto il momento di dimostrare una volta per tutte quanto siete in grado di fare. Non è un buon motivo per arrendersi!

È importante comportarsi civilmente in ogni circostanza o la gente potrebbe sentirsi offesa. Tenete i problemi degli altri separati dai vostri e non lasciate che il loro disagio si insinui nel vostro mondo. Coltivate le amicizie che avete! Sono preziose!

Non sei un supereroe e non lo sei mai stato. Del resto, nessuno lo è... Tuttavia, hai sicuramente delle capacità che hai sfruttato in passato, ma ora sembri convinto che non siano di alcun interesse. È ora di ripensare a questo aspetto. Amore ok!

CAPRICORNO 21/12-20/01 ACQUARIO - 21/01-19/02

PESCI - 20/02-20/03

Vi siete mai fermati a chiedervi cosa significhi realmente esprimere se stessi? Questo è il momento ideale per pensarci, soprattutto se avete obiettivi artistici. Fate solo quello che volete fare. Non forzate nulla. In altre parole, esprimetevi per il vostro bene e non per il bene degli altri.

Avete preso la decisione di lavorare con costanza, di cercare la stabilità e di seguire i vostri piani alla lettera. Oggi i vostri piani potrebbero essere minati. Potreste ricevere notizie che mettono a dura prova il rigido programma che vi siete prefissati, o incontrare persone determinate a scoraggiarvi. Superate questi ostacoli o saranno loro a superare voi.

Si può avvertire un po’ di ansia per il futuro. Potreste sentire che le vostre forze stanno diminuendo, soprattutto se avete una scadenza. Avete bisogno di sfide per affermarvi. Il dubbio è estremamente controproducente. Non siate titubanti e rimettetevi in forma. Siete completamente attrezzati per il successo!


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Quindicinale d’informazione sociale e culturale a distribuzione gratuita Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti Direttore Onorario: Michele Cortinovis Redazione: Stefano G. - Giorgio M. - Katia M. Anno 26 - N°03 del 22/02/2020 www.newentry.eu New Entry il giornale della gente New Entry Boffetti Gianluca newentrycommunication New Entry Television I NOSTRI CONTATTI redazione@newentry.eu bergamo@newentry.eu brescia@newentry.eu Sede: Brembate di Sopra (Bg) Via Tresolzio n° 48 Tel.347 73 52 863 - Fax 178 22 87 172 DISTRIBUZIONE BRESCIA - MANTOVA - CREMONA Acquafredda - Asola - Borgosatollo - Calcinato Calvisano - Carpenedolo - Casalmoro - Casalromano Castelnuovo - Castenedolo - Fiesse - Gambara - Ghedi Gottolengo - Isorella - Leno - Milzano - Montichiari Montirone - Pavone del Mella - Poncarale - Pralboino Remedello Sopra - Remedello Sotto - Visano.... 62

Cercando su internet e sui social argomenti riguardanti i libri, in questo periodo ho trovato parecchie notizie curiose e interessanti. Questo ne è un esempio: a Bari una ragazza ha aperto la sua libreria Millelibri, dedicata interamente alla poesia. Da antiche edizioni introvabili a pubblicazioni nuove, a libri usati e tirature pregiate; dal classico al contemporaneo. Questa libreria vuol essere un punto d’incontro per gli amanti dei versi e della parola come espressione artistica, per condividere emozioni e sentimenti. È purtroppo vero che c’è chi si definisce poeta senza averne titolo, ma è altrettanto vero che il confronto tra le opere di poeti affermati, quelle di poeti dilettanti e i diversi commenti di chi legge sono sempre da tenere in considerazione per comprendere meglio le proprie potenzialità e sempre imparare Ornella Olfi

Gocce di Memoria 60’ 70’ 80’ Noi che si accontentavamo di cose semplici ma che ci davano tanto divertimento.... Noi che giocavamo a calcio con le pigne e facevamo i braccialetti con il cotone Noi che le All Star le compravi al mercato a 10 mila lire Noi che le pigne ce le tiravamo pure Noi che avere un genitore divorziato era impossibile Noi che cercavamo i pinoli per tutto il pomeriggio


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