New Entry, il Giornale della Gente - Edizione di Brescia del 21 Ottobre 2019

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Anno 25 - N°14 del 21/10/2019- www.newentry.eu - brescia@newentry.eu - Pubblicità: Gianluca Boffetti 347.73.52.863 BS - MN - CR GRATUITO Il Giornale della Gente

Rubriche di cultura generale, riflessioni, interviste esclusive, Cucina, Life Style, Territorio...

I S O R E L L A ( B S ) - V i a C o r v i o n e, 1


Editoriale

C'ERANO UNA VOLTA... I GIOCHI DI SOCIETÀ Sono convinto che il gioco rappresenta un componente fondamentale nello sviluppo delle capacità di un bambino, ma forse questo vale anche per gli adulti. Rende bene l'dea George Bernard Shaw che disse: "L’uomo non smette di giocare perché invecchia, invecchia perché smette di giocare".

pagnia aspettavamo con ansia il sabato sera per recarci al Bar Parentesi (chissà se esiste ancora, si parla di 25 anni fa), un bar dall'arredo semplice ma con una particolarità unica: dava a disposizione dei clienti una miriade di giochi in scatole. Questo di permetteva, oltre ad assaggiare un ottimo panino, piadina o trancio di pizza, di trascorrere la serata con gli amici giocando all'infinito Per gioco mi riferisco ai giochi di società dove, con i propri compagni d'avventura.... oltre a scoprire il piacere di stare insieme con fa- Inutile negare che il caro e vecchio gioco da tamiglia e amici ci aiutava a sviluppare importanti vola era tra i passatempi preferiti della nostra capacità come il pensiero logico, il rispetto delle gioventù: giochi come Monopoli, Paroliamo, Riregole... insomma, uno svago sano in grado di siko, Subbuteo e altri legati ai quiz televisivi come farci crescere divertendoci. Bis, il Pranzo è Servito, Superflash sono rimasti I giochi di società, compresi quelli con le carte ma indelebili nella nostra memoria e mai ci dimenticon più di due giocatori, aiutano a plasmare nuo- cheremo di quel divertimento sano e genuino che ve forme mentali, anche grazie alla compagnia avevamo la possibilità di vivere. degli altri, e producono effetti positivi sul cervello. Chissà se il Bar Parentesi esiste ancora... Difatti arricchiscono le reti neurali, ovvero i legami Anzi, sapete cosa vi dico? Nei prossimi giorni tra le cellule, e stimolano i neuroni a prendere vedo di verificarlo di persona... contatti tra loro, accrescendo importanti “riserve” Invece ora? A cosa giocano i nostri figli? del cervello. Uno dei benefici principali dei giochi L'avvento degli smartphone e i giochi scaricabili da tavolo consiste proprio nel mantenere a lun- gratuitamente dalle App, ha creato tanti zombi go la concentrazione, ossia uno dei pilastri per il seduti in 4 ad un tavolo con i telefoni in mano buon funzionamento cognitivo. Grazie ai giochi da che non si rivolgono la parola. L'individualismo tavolo e di società vengono coinvolte la memo- e l'isolamento che prima causava in parte la TV, ria verbale e la memoria visiva, che servono per ora ha raggiunto i suoi massimi livelli grazie ai mantenere in atto gli schemi di gioco, per preve- social che danneggiano la salute del ragazzo e dere le mosse degli avversari, per progettare le soprattutto accellerano il desiderio dell'infanzia a proprie mosse successive e per ragionare sullo diventare grande bruciando così l'infanzia stessa. svolgimento di questa attività. Ricordo ancora oggi quando io con la mia comGianluca Boffetti 02


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OROSCOPO dal 17 al 31 Ottobre 2019

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ARIETE - 21/03-20/04

TORO - 21/04-20/05

GEMELLI - 21/05-21/06

Dovrai evitare di eccedere con i modi di dire esagerati, qualcuno potrebbe reagire male. In ambito lavorativo sarai sempre pronto a dare un aiuto a chi necessita e questo ti metterà in una luce positiva, sia verso i tuoi colleghi che verso un superiore.

In ambito lavorativo saprai affrontare ogni problema senza l’aiuto di nessuno, sarai riflessivo nell’agire e molto profondo nelle tue esternazioni. In ambito affettivo, un comportamento della partner ti infastidirà ma non vorrai ammetterlo.

In ambito lavorativo, non dovrai avanzare delle pretese troppo esose perché rischi di metterti in cattiva luce con un superiore. In ambito affettivo, non assumere un atteggiamento autoritario perché infastidiresti la partner e provocheresti una reazione negativa.

CANCRO 22/06-22/07

LEONE - 23/07-23/08

VERGINE - 24/08-22/09

Avrai modo di prenderti delle rivincite nei confronti degli invidiosi. Nel lavoro sarai molto drastico in una decisione che dovrai prendere all’improvviso, anche perché non avrai il tempo di pensarci su. In amore, la tua partner prenderà una decisione senza tener conto del tuo parere e questo creerà discussioni.

In ambito affettivo, oggi non dovrai assecondare la partner in tutte le sue iniziative perché rischi di farti prevaricare; cerca invece di adottare un atteggiamento distaccato. In ambito lavorativo, non reagire negativamente dinanzi ad una provocazione: probabilmente non è diretta a te.

Avrai un’occasione irripetibile che riguarda il tuo settore lavorativo, valuta bene tutto e cerca di viverla. In ambito affettivo, sarai perplesso sul da farsi con chi ti ama; se sei single, non aver paura di osare con chi ti piace... Potresti fare una conquista insperata.

BILANCIA - 23/09-22/10

SCORPIONE - 23/10-22/11 SAGITTARIO - 23/11-22/12

Tutto andrà per il verso giusto e non dovrai fare nessuno sforzo per ottenere il massimo da te stesso, soprattutto in ambito lavorativo. In ambito affettivo, qualcuno prova un sentimento per te ma non riesce a dirtelo. Guardati intorno e te ne accorgerai...

Oggi in ambito affettivo avrai la possibilità di concederti una pausa insieme alla partner: il dialogo raggiungerà una fase armonica e potrai pianificare una breve vacanza rilassante. Buona forma di salute con tanta voglia di fare....

In ambito lavorativo dovrai mostrarti impassibile dinanzi ad una provocazione: questo atteggiamento metterà in evidenza la tua superiorità. Questo però non devi farlo in amore, anzi cerca di assecondare il partner che si trova in un momento un po’ critico.

CAPRICORNO 21/12-20/01 ACQUARIO - 21/01-19/02

PESCI - 20/02-20/03

Avrai la possibilità di apportare quei necessari accorgimenti affinché il tuo rapporto di coppia diventi più solido. Cerca di non avere fretta. In ambito lavorativo, riuscirai a superare vari ostacoli contando solo sulle tue forze.

In ambito affettivo, sarai lusingato dagli atteggiamenti espansivi della tua partner e ricambierai con affetto le sue effusioni. In ambito lavorativo, metterai in ogni cosa che farai una grande passione rendendo davvero lodevole il tuo operato e mettendo in risalto le tue doti.

Ti muoverai con molto tatto e discrezione nei confronti di una nuova conoscenza che rimarrà conquistata dalla tua grande delicatezza. In ambito lavorativo, dovrai accettare di buon grado una critica che ti sarà fatta ed evitare di reagire subito perché rischi di complicare la situazione.


RIFLESSIONI

IL MONDO DI OGGI... PEGGIO DEL MONDO DI IERI?

Sì, prima non c’era il cancro perchè semplicemente non gli era stata diagnosticato. Un uomo stava morendo e basta. Semplice, vero? Non c’è stato nessun problema con l’allergia alle vaccinazioni. I bambini morivano di tetano e di tutto il resto. Non c’è stato nessun problema con la contraccezione. La gente aveva appena fatto nascere bimbi e li ha portati al gelo e alla fame. Dopo la scoperta dell’America, metà dell’Europa è morta per la sifilide e metà degli indiani sono morti di influenza. In Inghilterra, al tempo di Enrico, quella con Anna Bolena, una semplice influenza ha scavato metà Londra. Non c’è stato nessun problema con le donne forti. Le donne semplicemente non hanno avuto i passaporti, i diritti, le opportunità... E non c’è stato nessun problema con altre gravidanze e la depressione. Una gravidanza (o frozen) è stata una sola. La donna stava morendo, tutto qui. Coloro che non sono morti di parto sono state in gran parte uccise con il prolasso dell’utero. A chiunque abbia voglia di bei vestiti e palline, consiglio di leggere la vendetta di Catherine. Sì, la moglie dell’erede al trono, e poi l’imperatrice. Si tratta di permute, problemi di donna, di difficoltà di vita e di altro. Sì, quelle persone che hanno avuto tutti i benefici di quella civiltà. Ho

avuto l’impressione che vivevano nel lusso eppure... La mia bisnonna e la prima moglie di mio nonno sono morti di parto, la metà dei fratelli e le sorelle di mio padre sono morti di infezioni che ora sembrano favolose paure. E non è il Medioevo... è il Novecento. Beh, in generale, chi ha voglia di sensazioni acute - si può prendere l’enciclopedia delle donne nella biblioteca degli anni e leggere di igiene femminile. E’ stato un centinaio di anni fa, i miei polmoni avrebbero ucciso me o mia figlia. Quando mi chiedono in che tempo vorrei vivere, rispondo con fermezza “ORA”. Non so cosa succederà in futuro, ma ora ho i jeans, le sneakers, il deodorante, la mia proprietà personale, il passaporto, le lenti a contatto, l’igiene e la contraccezione, l’opportunità di lavorare e studiare in qualsiasi paese. Posso divorziare solo perché non voglio vivere con quest’uomo. Posso guidare una macchina. Posso imparare a lottare per difendere me stessa e i miei cari... Vero, ci sono ancora un sacco di problemi in questa società, ma rispetto a quello che è stato, è fantastico. E quelli che vogliono tornare indietro non sanno veramente dove andare. Io sono felice di vivere qui e ora. Chiara 05


RIFLESSIONI

LA MUSICA NELL'ANIMA Il 06 ottobre è stato il primo anniversario della scomparsa di mio cugino Massimo Ghidelli, in arte Gogo (era il figlio del fratello di mia mamma), era considerato da esperti musicisti, tra i più grandi chitarristi del nostro tempo, la sua fama era conosciuta anche all'estero. Il suo primo assolo lo eseguì nella nostra cascina, dimostrando fin da piccolo di avere uno straordinario innato senso della musica. I suoi genitori, lo zio Walter e la zia Elsa, poco dopo il matrimonio, per motivi di lavoro, si trasferirono da Brescia a Roma, è li che lui e sua sorella Patrizia nasceranno, vi rimarranno fino a quando l'azienda per cui i genitori lavorano, chiude. Ritornano a Brescia, lui ha 5 anni, si stabilirono al Villaggio Violino, mio zio Walter ha una importante offerta di lavoro presso un'industria di Gussago, ricoprendo in seguito, un ruolo importante. Da quando sono ritornati a Brescia, lo zio Walter con tutta la famiglia, venivano a trovarci ogni domenica pomeriggio; io li aspettavo sempre con entusiasmo mi piaceva moltissimo giocare con Massimo e Patrizia, lo zio Walter essendo figlio di contadini, amava la campagna e nella nostra cascina gli sembrava di stare nel giardino dell'Eden, molte volte zappava e innaffiava il nostro orto, piantò il rosmarino che ancora oggi abbiamo; gli volevo molto bene, è stato il mio padrino nel Sacramento della Cresima. Una domenica, si fermarono alla fiera di San Faustino a Brescia, Massimo fu attirato da una chitarrina giocattolo che c'era su un bancone, suo papà gliela compra, arrivano a casa nostra, Massimo anziché giocare con me e Patrizia, continua a suonare la sua chitarra. Arriva l'ora di cena e dopo, guardiamo Carosello, Massimo con la sua chitarrina classica giocattolo, comincia a suonare le sigle pubblicitarie che stavano trasmettendo, con una bravura indescrivibile, tutti noi rimanemmo di stucco! Ma com'è possibile che un bambino cosi piccolo, potesse suonare con 06

una chitarra giocattolo acquistata poche ore prima, con il talento di un musicista professionista? Mese dopo mese la sua bravura aumenta sempre più, lui e la sua chitarrina sono ormai un tuttuno; così arrivati in dicembre, nel tentativo di emularlo, chiesi a Santa Lucia di portarmi una chitarra, fui accontentato, la mia era più grande della sua ma non suonava bene; la domenica successiva la mostrai a Massimo, lui sistema il tiraggio delle corde ed inizia a suonare; io non riesco a mettere su carta ciò a cui ho assistito quel giorno, le sue dita si muovevano con una abilità che io non avrei mai raggiunto neanche se avessi studiato musica tutta la vita; mia mamma e gli zii erano in cucina, vennero nella nostra stanza attirati dal suono straordinario che Massimo riusciva a creare; mia mamma esclamò: < ma Cristo Santo, chissà chi diventerai con un talento simile>, mia mamma aveva ragione. Purtroppo un terribile lutto colpisce la famiglia di Massimo (e tutti noi), il 04 maggio 1974. E' sabato, mio zio Walter è sempre stato un grande appassionato di corse cicliste e al mio paese si svolge la famosa corsa di San Gottardo, così con la moglie


RIFLESSIONI

Elsa e la figlioletta Patrizia, vengono ad assistere alla gara, Massimo (per la prima volta) non è con loro, ha quattordici anni e preferisce uscire con i suoi amici a Brescia. Proprio quell'anno, il sindaco del mio paese, per motivi di sicurezza, sposta la gara alla settimana successiva, ci sono in giro i tipici carri di San Gottardo trainati dai trattori e vuole evitare incidenti. Mia mamma si scusò molto con lo zio: "Walter mi dispiace moltissimo, siete venuti giù per niente," - "Anna, non scusarti, invece di venire di domenica siamo venuti di sabato, è lo stesso". Passammo un sereno pomeriggio, mio zio era molto contento, sul posto di lavoro aveva raggiunto una posizione di prestigio. Dopo cena li salutammo dandoci appuntamento alla domenica successiva; ma sulla strada del ritorno, sul cavalcavia all'inizio di Bagnolo Mella, un'auto guidata da un ubriaco (gli era già stata ritirata la patente per guida in stato di ebrezza) li investe a folle velocità centrando la portiera del conducente, mio zio è gravissimo, non sono preoccupanti le condizioni della zia Elsa e della figlia Patrizia. Dopo 2 giorni di agonia, il 06 maggio 1974 (giorno del suo quarantaduesimo compleanno), mio zio si spegne, gettando nello sconforto la famiglia e tutti quelli che ebbero la fortuna di conoscerlo, il suo carattere solare, la sua bontà d'animo è rimasta in tutti noi. Mia zia Elsa si trova un lavoro, adesso deve mantenere la famiglia, Massimo conclude gli studi all'ITIS e subito dopo la maturità inizia a lavorare come tecnico riparatore in un negozio a Brescia, per lui è importante non pesare economicamente sulla famiglia; successivamente frequenta una scuola di musica a Cremona; il suo talento è tale che ben presto viene notato da persone importanti nell'ambiente della musica. Inizia a ricevere proposte di lavoro da importanti gruppi musicali (Alice, Riccardo Cocciante, RAF, Eros Ramazzotti, Ornella Vanoni ecc. ecc.), suonerà anche nell'orchestra della RAI. Il suo eccezionale talento, la sua bravura varcano i confini dell'Italia giungendo alle orecchie di Mina che da Lugano lo contatta, inizia così una

grande collaborazione con la tigre di Cremona, suonando in molte registrazioni dei suoi dischi. Molte volte l'ho visto in televisione nel cantagiro ed assieme a famosissime band musicali. Purtroppo un altro tremendo lutto si abbatte sulla sua famiglia: mia zia Elsa, mamma di Massimo, si ammala di tumore e in breve tempo ci lascia; abbiamo sofferto tutti moltissimo per la sua scomparsa, la zia era una di quelle persone a cui è impossibile non voler bene. Massimo è da diversi anni in continua tournée, riceve molti riconoscimenti anche all'estero, ma essendo sempre in giro non riesce ad avere una vita sentimentale, inizia ad avvicinarsi maggiormente a casa, fonda a Brescia, assieme ad un suo amico e collega, una scuola di musica da dove usciranno molti validissimi musicisti, e collabora con diversi gruppi locali. Ha così la possibilità di poter vivere

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un grande amore (Anna), sono a casa assieme quando alle prime ore del mattino del 06 ottobre 2018 Massimo ha un improvviso malore, pochi at-

timi e lascia la compagna, la sorella e tutte, tutte le persone che hanno avuto modo di conoscerlo, in un dolore immenso. Aveva appena compiuto 58 anni, vissuti intensamente, facendo la cosa che amava di più al mondo, suonare, nonostante fosse un musicista di grande successo, era sempre rimasto con i piedi per terra, con quelle alte qualità morali che i suoi meravigliosi genitori gli avevano trasmesso. Concludo con il pensiero che segue e che dedico a lui con tutto il cuore. 06 ottobre 2018 Paradiso Gli Angeli, incantati, si fermarono ad ascoltare, Ma chi è costui? Dove hai imparato a suonare? È da quando son nato che lo so fare, altro non vi so dire, Gli Angeli esterrefatti, smisero di volare per poterlo applaudire. Il Signore passando vide gli Angeli seduti: forza continuate a volare, c'è ancora tanto da fare; Ma quando la musica gli giunse alle orecchie, anche lui si fermò ad ascoltare, Dai Bresà, suona ancora, e Massimo non si fece pregare, Era proprio quello che gli piaceva fare. Giordano

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EMERGENZA GENITORIALE Due bambini fracassati, due creature fatte a pezzi, due innocenti estinti per inadeguatezza umana, per imbecillità dis-umana, per immaturità genitoriale profondamente colpevole. Alla guida della propria auto completamente in balia della sorte, della sfida alla morte che sempre è destinata a vincere. Una mano sullo sterzo, l’altra a farsi un selfie, meglio, una bella diretta su facebook, con il piede martello ben calcato sull’acceleratore. Ma non basta, non è sufficiente la disarticolazione cerebrale dell’essere umano, a fare da regina incontrastata della propria devastazione psico-fisica, ecco allora anche la polvere bianca pippata senza troppi problemi di coscienza. Adesso non c’è niente e nessuno a sbarrare la strada, nessun ostacolo, nessuna curva, intersezione, niente e nessuno a poter fermare il missile che taglia a metà la città, la periferia, le strade sconosciute. Niente e nessuno a fermare quella corsa impossibile, il missile è diventato un bisturi che divide in due la ragione, la vita, quella degli altri, dei soliti innocenti. Non resta più niente e nessuno a fare da ponte, da percorso al centro,

Società

per non rimanere inerti rasenti ai muri. Ci saranno le solite voci grosse, gli aggettivi ricercati, i sostantivi di pressione, per rimarcare la gravità della tragedia, ora verrà il tempo del pugno duro per chi non rispetta le regole, per chi non rispetta gli altri oltre che se stesso. C’è necessità di fare tabula rasa anche dei cattivi esempi travestiti da miti, l’obice è puntato dritto su quanti pensano di poter fare e disfare a proprio piacimento pur di non sottostare a norme e regole largamente condivise. Però qualcosa non quadra, qualcosa è fuori dalle metrature appena elencate, qualcosa manca all’appello, sì, qualcosa è incredibilmente assente nella discussione da poco messa in atto a furor di slogan. Perchè quei due bambini sono stati ammazzati dal delirio di onnipotenza del proprio padre, non dal pirata stradale di turno, dal solito ubriaco irresponsabile alla guida, da qualcuno che disconosce la responsabilità paterna, da qualcuno che di educativo ha soltanto il proprio inciampo. No, quei due bambini sono stati eliminati dal loro stesso sangue, da chi era deputato alla protezione e cura amorevole. Da chi di rispettoso, dignitoso, autorevole non ha proprio un bel niente, neppure puo’ meritare la più scalcinata delle attenuanti, figuriamoci giustificazioni. Inutile fare chiacchiere da salotto, ricercare directory e sottodirectory esistenzialistiche per tentare di dare una spiegazione, occorre prendere atto di quanto coloro che dovrebbero essere veri e propri esempi siano invece i veri colpevoli, gli imputati da sbattere con le spalle al muro, coloro che sempre più spesso sono i veri assenti alla sbarra. Gli adulti. Vincenzo Andraus 11


ITINERARI

Ponte del Diavolo Cividale del Friuli (Ud)

Il Ponte del Diavolo (Puìnt dal Diàul in friulano) è il simbolo della città di Cividale del Friuli (UD). Costruito in pietra a partire dal 1442 e ripartito in due arcate, poggia su un macigno naturale collocato nel letto del fiume Natisone, lungo il quale si può ammirare una scenografica gola. Il ponte è alto 22,50 m, poggia su tre piloni sviluppandosi per 48 m su due archi di larghezza differente (22 m e 19 m). L’asimmetria è dovuta alla posizione del masso su cui poggia il pilone centrale. Cenni storici Sino al XIII secolo vi era un passaggio in legno, frequentemente sottoposto alla furia distruttrice delle acque del fiume; emerse così la necessità di sostituirlo con una più solida costruzione in pietra. Il progetto del nuovo ponte fu elaborato da Iacopo Dugaro da Bissone, con cui il Comune stipulò un contratto l’11 dicembre 1441. I lavori proseguirono attraverso una interminabile serie di intoppi e si protrassero sin quasi all’inizio del XVI secolo. Nel 1442 fu iniziata la costruzione, che proseguì sotto la direzione di Dugaro fino alla sua morte (1445). Fu poi ripresa dal suo collaboratore Erardo da Villaco. Nel 1453 fu tolta l’armatura ma, ad 12

opera ancora non terminata, morì anche Erardo. Nel 1558 il ponte venne lastricato, e nel 1689 venne restaurato una prima volta. Un successivo restauro, ad opera di Giuseppe Cabassi, venne eseguito nell’anno 1836. La costruzione venne abbattuta dall’esercito italiano il 27 ottobre 1917 durante i tragici eventi della ritirata di Caporetto nel tentativo, assurdo ed inutile, di ritardare l’avanzata del nemico (all’esercito austro-tedesco non interessava certamente di passare il Natisone a Cividale, ma piuttosto di proseguire la sua avanzata verso Udine). Fu prontamente ricostruito, nelle stessa forma, dagli austriaci sotto la direzione di Anselmo Nowak ed inaugurato il 17 maggio 1918. Successivamente subì danni limitati nel 1945 ad opera dei soldati tedeschi. In occasione del centenario della battaglia di Cividale, nel 2017 si è realizzata una serie di eventi commemorativi che hanno visto come avvenimento focale la realizzazione di una gigantesca pittura anamorfica realizzata sopra il ponte, che rappresentava il suo aspetto come doveva apparire appena dopo la sua distruzione nel 1917.


ITINERARI

Origine del nome Il nome del ponte deriva da una leggenda popolare, alimentata verosimilmente dalle tormentate vicissitudini costruttive del manufatto: si dice che per costruire il ponte, i cividalesi avessero chiesto aiuto al Diavolo. Questi avrebbe preteso in cambio l’anima della prima creatura che fosse passata sul ponte. Accettato il patto, in una sola notte il Diavolo eresse il ponte, ma la mattina seguente i cittadini fecero passare sul ponte un animale (o un gatto o un cane o, addirittura, un maiale, secondo altre versioni: pare che in alcuni periodi dell’anno qualcuno abbia udito dei rumori, simili a grugniti, provenire dal letto del fiume intorno al ponte). Il Diavolo così beffato, dovette accontentarsi dell’anima dell’animale, lasciando per sempre in pace i cividalesi. Secondo un’altra versione molto diffusa, il diavolo si sarebbe limitato a semplificare la costruzione dell’opera collocando la grossa pietra su cui poggia il pilastro centrale del ponte. Curiosità La pittura anamorfica commemorativa del centenario è stata progettata e curata dall’artista italiano Fabio Maria Fedele e realizzata da una squadra di artisti europei appartenenti alle nazioni che all’epoca erano in guerra come simbolico segno di pace ritrovata. Questa pittura, nominata “La voce dell’effimero apparente” realizzata sul pavimento e sui parapetti del ponte, con una superficie di 570 mq costituisce la più grande opera ana-

morfica realizzata in Italia e una delle più grandi d’Europa. La pittura anamorfica realizzata in concomitanza di una celebrazione storica, è concepita e proposta come “Monumento effimero” di stato, presentando per la prima volta la Street Art pittorica pavimentale come un’arte di espressione ufficiale dello Stato ai massimi livelli istituzionali. Il grosso masso sul letto del fiume chiamato popolarmente la “fuiazze”, su cui è stato appoggiato il pilone centrale del ponte, secondo una leggenda sarebbe stato portato dalla madre del diavolo, mentre generalmente si credeva fosse franato anticamente da una sponda. Gli studi geologici condotti per la ricostruzione invece hanno rivelato che si tratta di una sporgenza del letto roccioso sottostante, sagomato a forma di masso in passato presumibilmente per favorire il deflusso delle acque. Fonte Wikipedia

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GIADA MASATTO Affascinante, elegante, seguitissima e… sempre più protagonista. Dai social alla fotografia passando per palco e piccolo schermo. Per Giada Masatto, 21 anni dalla Provincia di Udine, il futuro sembra proprio essere tutto dalla sua parte. Merito della sua personalità, di un fisico che non passa mai inosservato e di una naturale propensione a vivere tutto col sorriso sulle labbra. Bella e brava insomma. Ma non solo. Giada ha preso parte a una fiction su Rai2 che uscirà nelle prossime settimane, ma all’orizzonte sono attese anche novità dall’altro network tv più importante d’Italia. “Vorrei diventare un’artista a 360 gradi ispirandomi a Lorella Cuccarini o Heather Parisi, proprio come una vera showgirl” racconta tenendo i piedi per terra. Eppure il suo curriculum è già ricco: ballerina di danza classica e contemporanea, fotomodella, influencer. Il tutto senza aver trascurato gli studi: in tasca ha un diploma al liceo linguistico ed ora studia recitazione. Di Giada Masatto si fa un gran parlare sui social. Il mio rapporto con i social è molto attivo. Uso moltissimo Instagram, mi piace condividere foto, video e storie con i miei followers, ormai

quasi a quota 40.000. Ma mi auguro che questo numero aumenti sempre di più. Che immagine di te ti piace raccontare attraverso i social? Sfrutto la mia immagine come visibilità per ac-

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L’INTERVISTA

cedere nel mondo dello spettacolo. Mi piace quando i miei followers interagiscono con me chiedendomi consigli e pareri, mentre mi infastidiscono i “leoni da tastiera”. Quali sono le tue armi in più? Lo sguardo e il sorriso. I miei difetti sono l’essere testarda e permalosa mentre di me apprezzo la gentilezza. I miei hobbies sono i viaggi e la lettura, la mia passione più grande è la danza che pratico dall’età di 6 anni. Come ti sei avvicinata alla fotografia? Fin da piccola mi piaceva essere fotografata, mi mettevo in posa in ogni situazione! Passando gli anni mi sono appassionata sempre di più a questo mondo ed ho anche partecipato a diversi concorsi di bellezza ottenendo grandi soddisfazioni. Da quel momento ho collaborato con diversi fotografi di moda per shooting fotografici. E la tua visibilità è sensibilmente aumentata. Ho prestato la mia immagine in diverse riviste

non ultima “Love Story” di Milano e la rivista “Bikers Life” di luglio e settembre 2019. Sono una ragazza che si mette in gioco su tutto perché mi piace affrontare ogni tipo di sfida. Ci sono artisti che hanno segnato la tua quotidianità? I più importanti per me sono Christian De Sica e Sabrina Ferilli, attori da cui apprendere ogni segreto del mestiere. Per quanto riguarda il ballo il mio riferimento è Giuliano Peparini, un grande coreografo di fama internazionale. Cosa rappresenta per te la fotografia? La fotografia per me è voglia di vivere, di co-

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L’INTERVISTA

noscere, di osservare e di immortalare un attimo che non torna più. A mio parere le ragazze che non ci provano in questo campo perdono un’opportunità. Infatti il motore di tutti i miei sacrifici è proprio la mia voglia di realizzarmi. Come giudichi il mondo dello spettacolo? Come un mondo… tutto da scoprire! Nel quotidiano come ti piace apparire? Mi reputo una ragazza esibizionista senza mai scadere nel volgare. Il mio outfit è sempre elegante in ogni situazione. Dalle altre ragazze mi differenzia la mia personalità. Come ti vedi fra 10 anni? C’è più di qualcosa che bolle in pentola ma preferisco lasciare la suspence. Tra 10 anni però mi vedo una donna realizzata nel mondo dello spettacolo. Canali social Instagram: @giadamasatto_real Facebook: Giada Masatto Model.

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“La mente”

Sbronzata è la mente da quell’essere che ne pervade l’anima, violata è la riservatezza del pensiero, travolto, confuso, vuole solo fuggire... ma qualcosa glielo impedisce, una forza l’attrae mentre la passione la travolge. Scalvini Roberta

“Tempo”

Brevissimo il tempo che separa le tenebre dalla luce. Nel mezzo accenno di parole gesti scanditi passi stropicciati. Vorace sentire investe presente si fa attesa ascolto minuto. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

“Aridità” Io lo so perché , il cuore perde quota se chiuso nella penombra Anche un fiore distratto perde i suoi petali senza una luce Se le immagini raccolte in una vita tra abbagli e miraggi svaniti possono riaccendere ogni speranza d’un soffio di fiato la sete d’un abbraccio non si smorza con un calar del sole Quegli spazi profondi del cuore vuoti ormai da tempo hanno reso sterile la terra e non v’è sostanza che possa ridar vigore se gli occhi rimangono aridi Io non so perché eppure mi stupisco ancora quando l’aurora colora il cielo d’una sfumatura rosea e le nuvole ribelli s’assemblano tra loro disegnando nuovi cieli Vorrei, rallegrandomi il lieto canto degli uccelli ad intonar stupore quando due mani s’incontrano e gli occhi si rapiscono provocando un turbamento sulla pelle Sai, anche la luna s’innamora delle stelle ad ogni sera, e non v’è brezza notturna non c’è diatriba alcuna che ne possa cambiare il destino o interromperne l’idillio Viviamo di amori sognati tra castelli di sabbia consolandoci con le illusioni senza conoscerne la radice Sopravviviamo con amori fluttuanti che ad ogni onda schiumosa crollano lasciando a loro impronta solo il sapor del sale a procurar ferite tra le labbra Rosa Leone


RACCONTI

MORIRE LENTAMENTE

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Un uomo andò da suo padre e gli disse: “Padre, non sopporto più mia moglie, voglio ucciderla, ma ho paura che venga scoperto. Mi puoi aiutare?” Il padre rispose: “Sì, posso, ma c’è un problema Devi fare in modo che nessuno sospetti che sia stato tu quando lei morirà. Dovrai prenderti cura di lei, essere gentile, grato, paziente, amorevole, meno egoista, ascoltare di più... Vedi questo veleno qui? Ogni giorno ne metterai un po’ nel cibo. Così, lei morirà lentamente.” Dopo qualche giorno, il figlio torna dal padre e dice: “non voglio più che mia moglie muoia! Mi sono reso conto che la amo. E adesso? Come faccio dato che l’ho avvelenata in questi giorni?”

Il padre gli risponde: “Non ti preoccupare! Quello che ti ho dato era polvere di riso. Non morirà, perché il veleno era dentro di te!” Quando nutrite rancori morite lentamente. Impariamo prima a fare la pace con noi stessi e solo dopo saremo in grado di farla con gli altri. Trattiamo gli altri come vorremmo essere trattati noi. Prendiamo noi l’iniziativa di amare, di dare, di aiutare... e smettiamola di pretendere di essere serviti, di approfittare e sfruttare gli altri. Che l’amore di Dio ci raggiunga ogni giorno perché non sappiamo se avremo tempo per purificare noi stessi con questo antidoto chiamato il PERDONO. Gianni

ALLA MIA GIOVANNA (la prima lettera) A volte, dopo una giornata di lavoro, dura, tesa e piena di pungenti discussioni, non vedo l’ora, arrivata la sera, d’andarmene nella mia solitaria camera da letto, con la speranza di spegnere, assieme alla luce, tutte le brutture della giornata; ma quando alzo il braccio verso l’interruttore, il mio sguardo si ferma sempre su un’immagine

appesa alla parete, la foto della mia Giovanna; la contemplo a lungo lasciandomi irradiare dal suo splendido sorriso, e il malumore e la stanchezza se ne vanno di colpo, lasciando spazio ad una grande pace; la gioia in me si fa ancora più grande, quando penso che domani quel volto avrà anche una voce. El to’ umasi Giordano


Valeria

Il nome Valerio e il suo femminile Valeria sono ripresi dal latino Valerius, cognomen tipico della gens Valeria, proveniente dal verbo valere. Secondo studi etimologici il significato sarebbe, quindi, “forte e robusto” oppure “vigoroso, stare buona salute”. Anche il nome Valerio assume quindi un significato augurale e veniva dato ai nuovi nati per auspicare che crescessero “sani e robusti”. Valerio, inoltre, è un nome gentilizio appartenuto a tre imperatori romani. I nomi , Nerone, Druso e Valente hanno un significato analogo a quello di Valerio. Tra l’altro, con questo, condividono anche la medesima radice etimologica. Il nome Valeriano, invece, è un patronimico di Valerio che non va confuso con Valerico, che ha tutt’altra origine. Onomastico Valeria si festeggia il 28 aprile in memoria di Santa Valeria, moglie di San Vitale e madre dei santi Gervaso e Protaso. Valerio, invece, si festeggia il 29 gennaio in onore di San Valerio vescovo di Treviri, o anche il 14 giugno in onore di San Valerio martirizzato a Soissons, in Francia. Valeriano, una variante del nome, viene

QUESTO E ‘ IL MIO NOME

festeggiato il 14 aprile in onore di San Valeriano martire, convertito assieme al fratello Tiburzio, marito di Santa Cecilia. San Valerio viene invocato contro i naufragi e i pericoli in mare. Caratteristiche del nome Chi porta il nome Valeria o il suo corrispettivo maschile è una persona aristocratica e ambiziosa. Inoltre, è molto attiva, odia la routine e si annoia facilmente. Le piace viaggiare e mal si adatta alle abitudini quotidiane. Persona ansiosa e sfuggente, tiene alla sua libertà più di ogni altra cosa. Origine: latina Parola chiave: ambizione Varianti maschili: Valiero Numero portafortuna: 2 Colore: Blu Pietra Simbolo: Zaffiro Metallo: Mercurio Onomastico maschile: 29 gennaio e 14 giugno Onomastico femminile: 28 aprile Segno zodiacale corrispondente: Sagittario

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RIFLESSIONI

I BENEFICI DEL BALLO

È iniziata la nuova stagione dei più svariati corsi di ballo, per tutti i gusti, per tutte le età e per gli obiettivi di ognuno: chi vuole imparare solo quanto basta per divertirsi, chi invece vuole perfezionarsi per partecipare ad esibizioni fino a chi punta più in alto, per competere in gare a vari livelli. Molte le persone di mezza età che si lanciano in quest’avventura, che di solito diventa una passione. Oltre al divertimento per se stessi, il ballo, è ormai riconosciuto, ha molti benefici fisici e psichici. È definito l’esercizio fisico d’eccellenza per combattere ipertensione e altre patologie cardiovascolari. Studi internazionali hanno dimostrato che ai pazienti over 60 ( e non solo) è utile per migliorare forza e resistenza muscolare, agilità, equilibrio e coordinazione; previene osteoporosi, obesità ( fa perdere peso al pari dello jogging), diabete, patologie neurovegetative. C’è poi un vantaggio psicologico: elimina stress e depressione nelle forme lievi; migliora l’auto20

stima, regola i livelli di serotonina e dopamina. Ballare rafforza i legami con i compagni di ballo e offre l’opportunità di fare nuove conoscenze. Migliora la memoria e previene la comparsa di demenza, ma anche alcune persone già affette da Alzheimer recuperano certi ricordi ballando su musiche a loro familiari. Aumenta l’acutezza mentale perché richiede decisioni rapide. Sembra forse esagerato questo elenco di benefici, ma posso testimoniare personalmente che è tutto vero! Bisogna solo superare l’iniziale timidezza e la paura di non riuscire ad imparare, poi buttarsi con entusiasmo!! Ornella Olfi

Inquadra con il tuo cellulare il qr code qui a fianco. Per voi un interessante video sui benefici del ballo.


NEWS DAL MONDO

A Pyongyang finisce 0 a 0. Stadio vuoto per la partita Corea del Nord-Corea del Sud.

Effettuato in Italia il primo trapianto al mondo di vertebre umane

Il derby delle due Coree non si giocava nel paese da 30 anni. Porte chiuse e diretta vietata: tra i pochissimi ammessi il presidente della Fifa. Il match è finito 0-0. l paradossale match ha avuto luogo nello stadio Kim Il-sung, arena dedicata al nonno dell’attuale leader Kim Jong-un.

A un uomo di 77 anni sono state trapiantate quattro vertebre umane per la prima volta al mondo. L'intervento da record è stato effettuato il 6 settembre presso l'Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, grazie a vertebre conservate nella banca del tessuto muscolo-scheletrico dell'Emilia-Romagna. Il paziente, che era affetto da un tumore osseo detto cordoma, è stato dimesso e sta bene.

Olanda, intera famiglia vive per 9 anni chiusa in uno scantinato in attesa dell'apocalisse Un'intera famiglia olandese si è chiusa in una cantina e ha vissuto lì per nove anni in attesa della fine del mondo. E' la notizia che molti media olandesi stanno diffondendo e che sta facendo discutere. A far scoprire il tutto è stato il figlio maggiore che si è presentato in un pub raccontando confusamente quello che gli era successo. La polizia ha trovato in un bosco, la fattoria teatro della vicenda.

I sette paesi più inquinati tra cui, tristemente, l'Italia Gli Stati più inquinati dal particolato sono 7, sei Paesi dell'est: Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Romania, più l'Italia: unico tra i Paesi fondatori a fare parte della lista nera, primo per numero assoluto di morti premature correlate al biossido di azoto, secondo per quelle legate al particolato fine.

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HALLOWEEN: UNA FESTA DA BRIVIDI

Halloween (o Hallowe'en) è una festività che si celebra principalmente negli Stati Uniti la notte del 31 ottobre e rimanda a tradizioni antiche della cultura celtica e anglosassone. Oggi è diffusa anche in altri Paesi del mondo e le sue caratteristiche sono molto varie: si passa dalle sfilate in costume ai giochi dei bambini, che girano di casa in casa chiedendo dolcetto o scherzetto (in Italia sta diventando di usanza comune il gioco Offri o soffri, praticato ad Halloween, in cui a sorteggio, esce una persona e gli altri devono scegliere se fargli fare un obbligo buono (offrire) o un obbligo cattivo (soffrire). Elemento tipico della festa è la simbologia legata al mondo dell’occulto, tradotta sotto forma di immagini macabre tra cui le zucche intagliate di jack-o'-lantern. Perché ci si traveste ad Halloween ? La pratica del travestirsi risale al Medioevo e si rifà alla pratica dell'elemosina, quando la gente povera andava porta a porta ad Ognissanti (il 1º novembre) e riceveva cibo in cambio di preghiere per i loro morti il giorno della Commemorazione 22

dei defunti (il 2 novembre). Questa usanza nacque in Irlanda e Gran Bretagna, sebbene pratiche simili per le anime dei morti sono state ritrovate anche in Sud Italia. Tradizioni similari nella penisola italiana In Sardegna è conosciuta come Is Animeddas, Su Candeleri, Su mortu mortu, Su Peti Cocone, Su Prugadoriu o Is Panixeddas a seconda delle zone, ed è una tradizione antichissima e prevede anch'essa di andare per le case a chiedere del fare del bene per le anime dei morti. In alcuni paesi della provincia di Sassari , è inoltre usanza intagliare le rape e esporle illuminate con lumini durante la notte dei morti. In Puglia, ad Orsara di Puglia, un piccolo paese montano della provincia di Foggia, la notte tra l'1 ed il 2 di novembre si celebra l'antichissima notte del "fucacost" (fuoco fianco a fianco): davanti ad ogni casa vengono accesi dei falò (in origine di rami secchi di ginestra) che dovrebbero servire ad illuminare la strada di casa ai nostri cari defunti (in genere alle anime del purgatorio) che


SPECIALE

in quella notte tornano a trovarci. Sulla brace di questi falò, poi, viene cucinata della carne che tutti insieme si mangia in strada e si offre ai passanti. Nella giornata dell'1, nella piazza principale, si svolge, inoltre, la tradizionale gara delle zucche decorate (definite le "cocce priatorje" - le teste del purgatorio). STORIA DI HALLOWEEN ORIGINE DEL NOME Halloween viene più tipicamente collegata alla festa celtica di Samhain e significa approssimativamente "fine dell'estate" Secondo il calendario celtico in uso 2000 anni fa tra i popoli dell’Inghilterra, dell’Irlanda e della Francia settentrionale, l’anno nuovo iniziava il 1º novembre. Questo giorno coincideva con la fine della stagione calda, celebrata la notte del 31 ottobre con la festa di Samhain. Per un popolo essenzialmente agricolo come i Celti, l’arrivo dell’inverno era associato all’idea della morte e si credeva che gli spiriti esercitassero il loro potere sui raccolti dell’anno nuovo. La festa di Halloween sarebbe dunque legata al mondo della natura. La tradizione di Ognissanti, in ambito anglosassone si continuò a celebrare Halloween come festa laica; in particolare negli USA, dalla metà dell'Ottocento, tale festa si diffuse (specialmente a causa dell'immigrazione irlandese) fino a diventare una delle principali festività statunitensi .

Negli ultimi anni, comunque, la festività di Halloween ha preso un carattere molto più consumistico e moderno. Festeggiamenti che durano interi weekend sono ormai tipici in tutti gli stati di influenza anglofona. Così quindi in Stati Uniti, Irlanda, Australia e Regno unito, Halloween viene festeggiato come una "festa del costume", dove party in maschera e festeggiamenti tematici superano il tipico valore tradizionale del "dolcetto o scherzetto", per dar vita ad una nuova tradizione di divertimento, tipica di una gioventù cresciuta. ORIGINE DEL NOME La parola Halloween è attestata la prima volta nel XVI secolo, e rappresenta un ‘abbreviazione scozzese del nome completo All-Hallows-Eve, cioè la notte prima di Ognissanti . Sebbene il sintagma All Hallows si ritrovi in inglese antico (giorno di messa di tutti i santi), All-Hallows-Eve non è attestato fino al 1556. OGGETTI E SIMBOLI L’uso di oggetti e simboli associati ad Halloween si è andato formando col passare del tempo. Ad esempio l'intaglio di jack-o'-lantern (tipiche zucche nelle quali si intagliano volti spaventosi) risale alla tradizione di intagliare delle rape e farne delle lanterne per ricordare le anime bloccate nel Purgatorio. La rapa è stata usata tradizionalmente ad Halloween in Irlanda e Scozia, ma gli immigrati in Nord America usavano la zucca originaria del

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posto, che era disponibile in quantità molto elevate ed era molto più grande – facilitando il lavoro di intaglio. La tradizione americana di intagliare zucche risale al ed era originariamente associata con il tempo del raccolto in generale, venendo associata specificatamente ad Halloween verso la seconda metà del Novecento. Prevalgono anche altri elementi della stagione autunnale, come le bucce del grano e gli spaventapasseri. Le case spesso sono decorate con questi simboli nel periodo di Halloween. Il simbolismo di Halloween include anche temi come la morte, il male, l'occulto o i mostri mitologici. Nero e arancione sono i colori tradizionali di questa festa Dolcetto o scherzetto in Svezia. Fare dolcetto o scherzetto è un'usanza di Halloween. I bambini vanno travestiti di casa in casa chiedendo dolciumi e caramelle o qualche spicciolo con la domanda "Dolcetto o scherzetto?". La parola "scherzetto" è la traduzione dell'inglese "trick", una sorta di minaccia di fare danni ai padroni di casa o alla loro proprietà se non viene dato alcun dolcetto ("treat"). "Trick or treat" (dolcetto o scherzetto) in realtà significa anche "sacrificio o maledizione". Esiste una filastrocca inglese insegnata ai bambini delle Elementari su questa usanza. Halloween in Asia In Giappone la festa di Halloween è arrivata come un surrogato della cultura pop americana. Indossare abiti a tema la notte del 31 ottobre è diventato molto popolare tra gli adulti, in particolare nella città di Osaka dove, nell'ottobre di 2012, circa 1700 persone con indosso costumi di Halloween sfilarono per le vie della città[39]. Nelle Filippine i giorni che vanno dal 31 ottobre al 2 novembre sono dedicati al ricordo dei morti, ed in questo periodo molti filippini tornano nelle rispettive città natali per commemorare i defunti assieme alla propria famiglia. Il rituale del "dolcetto o scherzetto?" si sta lentamente sovrapponendo alla più antica tradizione del Pangangalu24

luwâ, dove gruppi di persone, per lo più bambini, passano di casa in casa cantando antiche canzoni per le anime defunte in cambio di soldi o cibo. Dolcetto tipico di questi giorni è il suman, un biscottino fatto di riso. La leggenda di "Jack-o'-Lantern" Nella cultura anglosassone la zucca di Halloween si chiama Jack-o-Lantern Jack, un fabbro astuto, avaro e ubriacone, una sera al pub incontrò il diavolo. A causa del suo stato d'ebbrezza, la sua anima era quasi nelle mani del demonio, ma astutamente Jack chiese al demonio di trasformarsi in una moneta, promettendogli la sua anima in cambio di un'ultima bevuta. Jack mise poi rapidamente il diavolo nel suo borsello, accanto ad una croce d'argento, cosicché il demonio non potesse ritrasformarsi. Per farsi liberare il diavolo gli promise che non si sarebbe preso la sua anima nei successivi dieci anni e Jack lo lasciò andare. Dieci anni più tardi, il diavolo si presentò nuovamente e questa volta Jack gli chiese di raccogliere una mela da un albero prima di prendersi la sua anima. Al fine di impedire che il diavolo discendesse dal ramo, il furbo Jack incise una croce sul tronco. Soltanto dopo un lungo battibecco i due giunsero ad un compromesso: in cambio della libertà, il diavolo avrebbe dovuto risparmiare la dannazione eterna a Jack. Durante la propria vita Jack commise però così tanti peccati che, quando morì, fu rifiutato dal Paradiso e presentatosi all'Inferno, venne scacciato dal diavolo che gli ricordò il patto, ben felice di lasciarlo errare come un'anima tormentata. All'osservazione che fosse freddo e buio, il diavolo gli tirò un tizzone ardente, che Jack posizionò all'interno di una rapa intagliata che aveva con sé. Cominciò, così, da quel momento a vagare senza tregua alla ricerca di un luogo in cui riposarsi. Da allora, nella notte di Halloween, aguzzando bene la vista, potreste vedere una fiammella vagare nell'oscurità alla ricerca della strada di casa: la fiammella di Jack.


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RACCONTI

IL VIAGGIO DI FRANCESCA (2^Parte) Romanzo di Anna Gay ANTEFATTO LA NASCITA DI FRANCESCA Paola aveva trovato un lavoro come domestica a ore, ma i soldi bastavano appena per la spesa, e cucinava sul fornellino elettrico. Malgrado ciò si adattava, e poi Antonio le piaceva. Ma poi venne il maltempo, e tutto parve divenire grigio e malinconico. Dimenticando le raccomandazioni di Antonio, Paola cercò di inchiodare un quadretto di un bel gattone che faceva le fusa vicino ad un gomitolo rosso. E’ inutile dire che fece un disastro. “Stupida!” urlò lui “Guarda cos’hai fatto! Adesso, se in un domani volessi vendere il garage non varrà più niente!” “Scusami!” esclamò lei contrita “Non lo faccio più, te lo giuro! Forse si può aggiustare” aggiunse. “Non posso farlo aggiustare perché mia moglie lo verrebbe a sapere. E tutto perché non mi hai dato retta!” e se ne andò tutto arrabbiato. L’indomani pomeriggio si mise a piovere, e l’acqua entrava dal buco nella parete. “Ho fatto arrabbiare l’unico che mi può aiutare” pensava lei “ormai non mi resta che andarmene…andrò al nord a cercare lavoro, è l’unica cosa che posso fare” Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e Paola rimase. Un giorno che stava facendo dei conti di soldi per vedere se era più conveniente un negozio o un altro, l’occhio le cadde sullo scontrino alla voce Tampax. “Li ho comprati pensando che il ciclo stesse per venire…ma quando l’ ho avuto?” Con l’aiuto del calendario e di un’agendina, calcolò che aveva un ritardo di 6 giorni. 26

“Povera me! Glie lo dico? Per forza! Come faccio se no?” infine si decise ad andare in farmacia a comprare un test di gravidanza. “Finché non lo so di sicuro è inutile pensare al da farsi. Dev’essere successo la prima volta, è l’unica volta che non abbiamo usato il preservativo.” La farmacista le chiese che ritardo aveva e le spiegò come doveva fare. Paola uscì dal negozio un po’ rassicurata. Forse il ritardo era dovuto allo stress. Una relazione con un uomo sposato non era certo una situazione fatta per ispirare tranquillità. Il test ebbe esito positivo. Paola cercò di tranquillizzarsi, ma dentro di sé piangeva. “Come glie lo dico, come glie lo dico? Come faccio ad abortire senza che sua moglie lo sappia? E come faccio ad allevare un bambino in un garage? E dove partorisco? Qui?” era più disperata di quando l’avevano sbattuta fuori dall’albergo. “Ah, mi dispiace” le disse Antonio quando lei, preso il coraggio a due mani, si decise a dirglielo. “Ma dovrai fare tutto da te. Niente medici né infermieri, e quando nasce dovrai firmare per farlo adottare” “Nooo…..il mio bambino……non voglio!” Iniziò una discussione lunga e snervante. “Con te non si può ragionare” disse alla fine Antonio “Perché tu vivi nel tuo mondo di favola e non vuoi arrenderti alla realtà” E in effetti Paola era disperata e nello stesso tempo contenta. “Come lo chiameremo?” “Ancora questa storia del nome! Ma la vuoi capire che non lo alleverai tu!”


RACCONTI

“Ma se dovessi riuscirci? A me piacerebbe Francesco, oppure se è una bambina Francesca” disse lei. Lui sospirò, rassegnato “Anche a me piacerebbe. Mio padre si chiama Francesco.” “E’ un vero peccato” pensava lei “che non siamo sposati. Scommetto che i suoi familiari sono simpatici e mi sarei trovata bene…ma è chiaro che se sapessero di me, sarebbero tutti dalla parte della moglie” Il tempo passava, e Paola non faceva che piani su piani, uno più campato in aria dell’altro. Finché una mattina si accorse che i nove mesi erano volati e sentì le prime doglie. Il primo pensiero fu di mandare a chiamare Antonio, ma poi ricordò le sue parole e capì che sarebbe stato furente. Pensò poi di far chiamare un dottore. Si mise sulla porta, aspettando che passasse qualcuno. Ma pioveva, e la gente se ne stava tappata in casa o sul luogo di lavoro, e così non passò nessuno.

“Coraggio!” si disse alla fine, mentre le doglie aumentavano “Non sarà un dolore da crepare. Ce la posso fare!” Stesa sul letto in posizione ginecologica, cercando di non urlare, aspettava la fine delle sue sofferenze. Per fortuna fu un parto breve. Alla sera la bambina era nata. “Eccoti, piccolina!” le disse Paola. L’appoggiò sul letto e uscì nel cortile. Vi erano dei panni stesi, tra cui una tutina da bimbo piccolo, che lei rubò. Era appena entrata e stava vestendo la bimba, quando sentì la vicina protestare per il furto subito. Sistemò la piccola su un giaciglio provvisorio, fatto con due sedie da giardino unite con sopra il guanciale del suo letto, poi prese il suo giubbino e lo adoperò come coperta. Si tolse il vestito e lo adoperò per fasciarsi la pancia più stretta che poteva. Verso le undici arrivò Antonio. Lei gli venne incontro, al colmo della gioia. “Sorpresa!” gridò “E’una femminuccia” aggiunse abbassando la voce.

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RACCONTI

Antonio non sapeva che pesci pigliare. Se pure adulterina, Francesca era sempre sua figlia. Anche a quelli avuti con la moglie voleva bene, si capisce, ma, come Paola, anche lui era addolorato di perderla. Eppure era l’unica soluzione. Ne parlarono, ma tutto quello che ottenne Antonio furono piani scombinati tipo: andare al nord, farsi passare per vedova e lavorare in casa facendo la sarta e accudendo la bambina. “Ma tu non conosci nessuno al nord, e non sai fare la sarta! Scendi dalle nuvole e cerca di essere pratica!” la sgridò lui. “Va bene” disse lei freddamente “allora procurami una carrozzina o una culla, che almeno possa dormire comoda, povera pecceridda.” L’indomani Antonio venne ad aprirle presto con la carrozzina. Lei doveva andare a prendere dei pannolini. Il posto dalla signora l’aveva perso e si occupava solo di Francesca per tutto il giorno. Era stanca perché, malgrado che la bimba fosse buonissima, di notte non riusciva a dormire per la preoccupazione. Mentre si avvicinava con la carrozzina al reparto dei pampers, notò un uomo che continuava a guardarla. Gli lanciò un’occhiataccia, sperando che questo bastasse a farlo fuggire, ma quello la guardò risolutamente e continuò a seguirla durante tutto il tempo che impiegò a fare la spesa. Dopo aver pagato alle casse, Paola sistemò i sacchetti nel portaoggetti della carrozzina e uscì. Quando fu arrivata a casa, vide che l’uomo entrava nel cortile. Sistemò la bambina e uscì. “Che cosa vuole?” chiese. - “Lei vive qui? E da quanto tempo? E di chi è quella bambina?” “Mia!” disse Paola in tono energico. Poi capì. Era stata un’ingenua per tanto tempo ma poi si era come risvegliata dopo una doccia fredda. “Scommetto che lei è un investigatore privato, mandato dalla signora Franchi!” “Esatto!” confermò lui “Dalle signore Franchi, tutte e due, moglie e madre di lui” Paola gli fece delle domande, cercando di car28

pirgli delle informazioni sulle intenzioni delle due donne, ma l’uomo si chiuse nel silenzio dovuto alla sua professione, e non ci fu verso di ottenere nulla. Quella sera Paola chiese ad Antonio: “Sei sicuro che tua moglie non lo sa?” Come prevedeva, lui rispose: ”Mia moglie non sospetta assolutamente niente” “E invece sa tutto” disse lei, e raccontò dell’investigatore privato. “Mannaia!” esclamò lui, e la guardò per l’ultima volta, così bella ma così scioccamente ostinata…sì, era venuto il momento di troncare quella storia che non avrebbe mai dovuto cominciare. “Senti” le disse “se non ti offendi ti do dei soldi per andare in un’altra città. Però una volta arrivata non te ne manderò più, dovrai arrangiarti da te, e forse capirai che era meglio darla in adozione. Ci sono tante brave famiglie, famiglie ricche che non le farebbero mancare niente…possibile che tu sia così ostinata? Ecco, prendi. Non ho potuto andare in banca perché mia moglie mi controlla, sono pochi, lo so, è tutto quello che avevo nel portafogli.” “Va bene” disse lei ”Ho ancora un po’ di soldi che mi aveva dato la signora. Forse bastano per arrivare almeno fino a Messina” “Pensi ancora di arrivare al nord?” chiese Antonio scettico. “Non so come farò, ma ci arriverò” “Non prendere il treno, prendi il pullman, te lo consiglio” Si abbracciarono, tutti e due erano coscienti che quella era proprio la fine. Paola lo guardò chiudere il loro nido d’amore, poi salì sul taxi che lui aveva chiamato e pagato. Alla stazione dei pullman si destreggiò con la carrozzina, e infine riuscì a raggiungere la città dove contava di prendere il traghetto per il continente. Andò alla biglietteria. “Un biglietto per Reggio Calabria” disse all’impiegato “e per favore, mi può dire se la carrozzina della pecceridda paga?” 3 - continua


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SEGNI NEL TEMPO

LA STRAGE DIMENTICATA: ATTENTATO A FIUMICINO L’attentato di Fiumicino del 1973 fu un attentato terroristico palestinese che il 17 dicembre colpì l’aeroporto di Roma-Fiumicino uccidendo 34 persone e causando il ferimento di altre 15. Storia Il 17 dicembre 1973 alle ore 13:10, un commando terrorista palestinese composto tra le 6 e le 10 persone, fece irruzione all’interno del Terminal di Fiumicino. Gli uomini dopo aver estratto armi automatiche ed esplosivi dalle loro valigie, si sono fatti strada all’interno del Terminal fino alla pista sparando all’impazzata e uccidendo 2 persone. Raggiunta la zona di parcheggio dell’aeroporto, i terroristi si sono diretti verso il Boeing 707 della Pan Am, volo 110 per Teheran con scalo a Beirut delle 12.45, e vi gettarono all’interno due bombe al fosforo. Gli assistenti di volo tentarono di evacuare il velivolo il più velocemente possibile aprendo le uscite di emergenza sulle ali, dal momento che le altre erano ostacolate dai terroristi; molti passeggeri riuscirono a scappare, ma 30 rimasero uccisi. Tra questi quattro italiani: l’ing. Raffaele Narciso, il funzionario Alitalia Giuliano De Angelis, di ritorno alla sede di Teheran con la moglie Emma Zanghi e la loro figlia Monica di appena 9 anni. Nell’attacco perse inoltre la 30

vita il finanziere ventenne Antonio Zara che, giunto per primo sul luogo dell’assalto a seguito dell’allarme generale emanato dalla Torre di controllo dell’aeroporto, tentò di contrastare i dirottatori. Il commando si impadronì poi di un Boeing 737 della Lufthansa in attesa di partire per Monaco di Baviera, facendovi salire alcuni ostaggi tra cui sei agenti della dogana di Fiumicino. Costrinsero quindi l’equipaggio, che già era a bordo, a far decollare il velivolo. A bordo dell’aereo della Lufthansa uccisero il tecnico della società Asa, Domenico Ippoliti, il cui corpo venne successivamente abbandonato sulla pista dell’aeroporto di Atene dove l’aereo aveva fatto scalo. Dopo circa 16 ore l’aereo decollò dalla capitale greca e si diresse verso Beirut. Le autorità libanesi tuttavia, rifiutarono di concedere all’aereo l’autorizzazione per l’atterraggio e bloccarono le piste dell’aeroporto con dei veicoli. Anche Cipro fece lo stesso. Fecero così scalo a Damasco, dove le autorità siriane rifornirono l’aereo di viveri e carburante. Dopo circa 6 ore decollarono di nuovo alla volta di Kuwait City, dove l’aereo si fermò definitivamente. Il dirottamento terminò nella tarda serata del giorno successivo all’Aeroporto Internazionale del Kuwait, dove vennero liberati gli ostaggi. I terroristi negoziarono la loro fuga ma vennero comunque catturati poco tempo dopo. Le autorità kuwaitiane, dopo aver interrogato i terroristi, decisero di non sottoporli a processo e valutarono la possibilità di consegnarli all’Or-


SEGNI NEL TEMPO

ganizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). Nel 1974 il presidente egiziano Anwar Sadat acconsentì che venissero portati al Cairo sotto la responsabilità dell’OLP e che venissero processati dalla stessa per aver condotto una “operazione non autorizzata”. A seguito dei negoziati avviati durante un altro dirottamento aereo, i cinque uomini del commando vennero liberati nel novembre del 1974 per poi comunque ritornare sotto la custodia dell’OLP. Da quel momento non ci sono state più notizie certe sulla loro sorte. Fonte:Wikipedia

ATTENTATO DI FIUMICINO Alberto Corbi, operatore della Rai, racconta l’arrivo all’aeroporto romano e descrive le immagini terribili che riuscì a girare.

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RIFLESSIONI

CRITICA E INCORAGGIAMENTO Uno dei più intricati problemi secondo me, nel processo educativo, è trovare il giusto rapporto tra la critica e l’incoraggiamento. La critica è indispensabile, come l’amara medicina che viene somministrata in piccole dose, altrimenti diventa veleno. Distrugge incalcando nel cervello il pen-

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siero che si è incapaci di svolgere un determinato compito. E’ nella prima infanzia, il periodo in cui si costruisce la personalità e si condiziona il futuro comportamento. Questo pensiero potrebbe scatenare conseguenze micidiali. Mi viene in mente un articolo che avevo letto nel quale si parlava di


un circo nel cortile dove c’era un’enorme e fortissimo elefante, legato con una piccola catenina. Il visitatore si meravigliava di come l’elefante rimaneva così ubbidiente, non provava neanche a liberarsi. Si spiegava questo con la bravura delle persone, che l’hanno addomesticato. Quale era il suo stupore nel sentire che l’elefante semplicemente non sapeva che poteva scatenarsi. Perchè? Semplice, appena nato è stato legato a

RIFLESSIONI

questa catena, ha fatto mille tentativi per i primi anni della sua vita, e poi si è arreso, disperato. E’ rimasto con l’impressione che non sarebbe mai stato capace di essere libero. Adesso, ormai cresciuto e possente non prova neanche perchè convinto di non riuscire, rimarrà così per sempre legato. Invece basta un piccolo sforzo, la libertà per lui è proprio dietro l’angolo ma lui non lo sa. E non lo saprà mai. I bambini che crescono con la convinzione di non essere bravi, capaci, saranno sempre incatenati alla propria bassa autostima, non avranno mai il coraggio di provare di nuovo e di nuovo ancora. Per loro il fallimento è la fine invece di essere un nuovo inizio. Gli errori e gli insuccessi sono come concime che rende fertile il suolo per i futuri successi. Non meno dannoso è l’eccessivo incoraggiamento, la mancanza totale della critica. Perchè il bambino rimane convinto di essere superiore a tutti gli altri, in grado di fare ogni cosa con facilità e in modo migliore. Anche l’impossibile. E di qua manca un passo a lanciarsi dall’alto perchè convinti che come Harry Potter possiamo anche volare. I sogni a volte diventano mortali e non è vero che sempre sono la parte migliore della vita. Sono come fuoco, con loro non si deve giocare. Per carità, questo non vuol dire che dobbiamo fare a meno di sognare, anzi. Ma in modo giusto, lasciamo la realtà e la fantasia di governare, ognuna nel proprio regno. Non permettiamo che il vento dell’immaginazione ci porti via, perchè si finisce per cadere e farsi del male. Possono volare nall’aria le foglie dell’albero, le radici però devono rimanere saldamente radicate. E per complicare ulteriormente la situazione viene il fatto che ogni individuo è un intero universo e l’approccio a ciascuno deve essere sintonizzato con le sue caratteristiche personali, perchè quello che aiuta uno di loro, per l’altro potrebbe essere inefficiente. E ricordarsi, che la formazione del carattere umano comincia dalla prima infanzia ed enorme è la responsabilità dell’educatore, perchè chi semina carattere un giorno mieterà destino. 33


50 PLAY MUSIC

anni fa 1969 2019

25 OTTOBRE 1969

Lo straniero - Georges Moustaki Quanto t'amo - Johnny Halliday 03 Some velvet morning - Vanilla Fudge 04 Il primo giorno di primavera - Dik Dik 05 Rose rosse - Massimo Ranieri 01 06 Oh Lady Mary - David Alexandre Winter 07 Pensiero d'amore - Mal 08 Una spina una rosa - Tony Del Monaco 09 Acqua di mare - Romina Power 01

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Non voglio innamorarmi più - Gianni Morandi

Lo straniero Georges Moustaki

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GEORGES MOUSTAKI - LO STRANIERO Georges Moustaki, nome d'arte di Giuseppe Mustacchi (Alessandria d'Egitto, 3 maggio 1934 – Nizza, 23 maggio 2013), è stato un paroliere e cantante greco naturalizzato francese. Proveniente da una famiglia ebrea di Corfù di origine italiana, nacque ad Alessandria d'Egitto, all'epoca un protettorato britannico, per via del trasferimento in tale città del suo nonno paterno, che lì praticava la professione di sarto. Moustaki crebbe parlando italiano in quanto in famiglia era presente una zia che poteva esprimersi solo in tale lingua; nonostante le origini di Corfù era digiuno di greco. Grazie agli studi effettuati presso scuole francesi, iniziò ad interessarsi alla letteratura francese e ad ascoltare le canzoni di Charles Trenet ed Édith Piaf. Nel 1951 si stabilì a Parigi, lavorando come giornalista, cameriere e pianista di piano bar. L'occasione della sua vita arrivò nel 1958, quando il chitarrista Henri Crol34

la gli presentò Edith Piaf, per la quale scrisse (1959), tra le altre, la celebre canzone Milord, musicata da Marguerite Monnot, che venne poi interpretata da Dalida (in italiano e in tedesco), come pure da Milva (in italiano). Ha realizzato brani anche per Yves Montand, Colette Renard e Barbara. Divenne famoso in Francia e anche in Italia per aver interpretato la canzone Le métèque. Il brano, forte di 500.000 copie vendute in Francia, tradotto da Bruno Lauzi e intitolato Lo straniero, fu portato al successo da Moustaki stesso, raggiungendo il primo posto nelle classifiche italiane di vendita nell'ottobre del 1969 per nove settimane. La canzone trae origine da un episodio: Moustaki volle rispondere in musica ad una signora la quale durante le loro conversazioni, ogni volta che il suo parere differiva da quello del cantau-


PLAY MUSIC

tore, gli si rivolgeva dicendogli «tais-toi, tu es un métèque» (taci tu, che sei uno straniero), dove "métèque" - dal greco "métoikos" (propriamente lo straniero di condizione libera stabilmente residente in una polis, ma privo di diritti politici) - in francese indica spregiativamente l'immigrato dall'area del Mediterraneo. Moustaki è ricordato anche per la Marche de Sacco et Vanzetti, cover di Here's to you (il famoso tema scritto da Ennio Morricone con Joan Baez, e da questa interpre-

tato, per il film Sacco e Vanzetti), e per Il rischio, sigla del fortunato quiz televisivo Rischiatutto. Ha interpretato il ruolo dell'Abate Faria nel Conte di Montecristo, sceneggiato televisivo del 1998. Da tempo sofferente di problemi respiratori, è scomparso il 23 maggio 2013 all'età di 79 anni ed è sepolto a Parigi nel cimitero del Père-Lachaise a pochi passi da Édith Piaf. Ha lasciato una figlia, Pia, nata nel 1954 dal matrimonio con Annick Cosannec. Da sempre era impegnato ideologicamente nell'estrema sinistra. Nel 2010 è stato istituito da Thierry Cadet e Matthias Vincenot il «Prix Georges Moustaki» per gli album autoprodotti o indipendenti. Vincitori sono stati Melissmell nel 2011, Vendeurs d'Enclumes nel 2012 e Askehoug nel 2013.

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GUSTO A TAVOLA

Arrosto di maiale all’ananas Ingredienti per 5 persone: 1 kilogrammo circa di lonza di maiale 2 cucchiai di burro olio di oliva sale e pepe farina 00 1 tazzina da caffè di zucchero di canna 1 scatola di ananas sciroppato Preparazione ricetta: Rosolare in olio la carne infarinata, girarla per fissare i sughi della carne e sfumare con lo sciroppo di conservazione dell’ananas. Aggiungere il sale e pepe e proseguire la cottura per circa 30 minuti, con coperchio girando di tanto in tanto la carne.

In una padella grande antiaderente mettere 2 cucchiai di burro, le fette di ananas e lo zucchero di canna, cuocere fino a che lo zucchero si scioglie, girare le fette per caramellarle da ambo i lati. Provare con uno stecchino se la carne è cotta(pungere fino all’interno, se esce liquido rossastro proseguire la cottura) aggiungendo del brodo se necessario. Tagliare a fette la carne, disporre con le fette di ananas tra ogni fettina di carne. Aggiungere al caramello il sugo della carne e nappare (cioè restringere il sugo a fuoco alto mescolando), versare poi sul piatto di portata. Anna - www.cucinacreare.it

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ASSOCIAZIONE ALCOLISTI ANONIMI

ALCOLISTI ANONIMI: UN PORTO SICURO Mi chiamo Elena e sono un ‘alcolista. Quest’anno è il nono anno senza alcol e per me festeggiare mi viene semplice ma in realtà i primi anni non sono stati per nulla facili.. Imparai però ad assaporare ogni piccolo progresso. In primo luogo per me l’alcol non è più stato una privazione ma una scelta. Ho vissuto e tutt’ora vivo la mia vita senza alcol come una grande libertà. Cercavo di non prendermi più in giro pensando che mi sarei divertita tantissimo facendo uso e abuso di alcol. Smisi di dirmi bugie e cercai di vedere invece cio che ormai l’alcol mi aveva portato ad essere: una sua schiava. Come ogni amico che inizia a bere, desideravo tutto e subito. Ho smesso di alcolizzarmi in Giugno e avrei voluto essere sempre felice e pensare che l’alcol non avrebbe fatto più parte di me e che non mi sarebbe più venuta l’idea di bere. Magicamente spariva ad un tratto dalla mia vita. Ma questa non accettazione mi produsse delle depressioni. Col passare degli anni ho capito che la mia natura alcolica non sparisce semplicemente perché non bevo e sono in Alcolisti Anonimi. Per tanto tempo ha fatto parte della mia vita e negli ultimi anni ormai era presente ogni giorno. Nelle feste ancora di più. La più grande difficoltà era rompere gli schemi mentali. E’ usuale nella nostra società, a quale inevitabilmente ne faccio parte, che “ un bicchiere” di alcol non fa male così come abusarne un po’ per le feste nonché associare l’alcol al divertimento. Così dovetti ammettere che per anni convivevo con quell’idea. Mi ci è voluta buona volontà nel continuare a non bere, non smettendo mai di perdere la speranza che un giorno avrei detto “No” con serenità. Infatti con il tempo il mio desiderio si è trasformato in realtà. Nei primi anni mi ha aiutato molto leggere un

nostro libro ”Vivere sobri” dove ho ricevuto tanti suggerimenti di fronte alle mie problematiche. Entrai in AA impaurita, senza persone che mi comprendessero, con un rapporto ormai distrutto del mio allora compagno, con un rapporto di odio verso la mia famiglia in particolar modo verso mia madre all’epoca alcolista attiva, un lavoro che mi produceva pochi soldi che poi spendevo tra alcol, fumo e gioco d’azzardo. Non avevo nulla: neppure una casa e non guidavo l’auto perché avevo tanta paura. Ora come regalo per le feste ho un nuovo lavoro che mi dà soddisfazione e persone che mi vogliono bene e mi apprezzano. Conosco tanti amici AA i quali mi danno la possibilità non solo di non bere più ma anche di crescere. Per me AA è il mio porto sicuro. In questi anni ho fatto pace con gli altri e ho un rapporto migliore con mia mamma, anche lei oggi sobria ed è un AA. E la gioia più grande avere un mio compagno e il nostro piccolo figlio di 4 anni. Guido la macchina senza problemi e soprattutto penso spesso all’alcol. Penso a quello che mi ha tolto e quanto poteva togliermi. Penso che sono stata fortunata ad entrare a 25 anni in AA e restarci... smettendo di bere. Per avere questo ho sempre dovuto continuare ad andare in gruppo e fare anche qualcosa per AA. Il servizio è un dono che ricevo inestimabile. Ogni giorno. E il regalo più grande che io possa ricevere per Natale è fare le 24 ore riscoprendo me stessa con grande gioia. Elena Numeri utili Referente provinciale Brescia 334 73 44 880 Numero Verde 800 411 406 Sito web www.alcolistianonimiitalia.it 37


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RIFLESSIONI

AMICHE RONDINI Elegantissime in frac con il gilet bianco, le rondini mi hanno sempre incantato e affascinato fin da bambino, quando alla sera stavo seduto sull’aia vicino alla porta della cascina ad ammirarne il volo, sono in grado di compiere peripezie acrobatiche ineguagliabili da nessun altro uccello; solo loro possono virare schivando ostacoli all’ultimo momento, salire in alto per poi scendere in picchiata, oppure, come se fossero foglie trasportate dal vento; a volte , nonostante i richiami di mia mamma, rimanevo ad osservarle fino all’imbrunire, quando i pipistrelli prendevano il loro posto. Mi ricordo quando, tanto tempo fa, molto prima dell’alba, io e mio papà entravamo nella vecchia stalla della cascina per accudire le nostre bestiole, appena accendevamo la luce, iniziava un coro di brontolanti cinguettii, sembrava che le numerosissime rondini lì alloggiate (una quindicina di nidi), si lamentassero per averle svegliare troppo presto, per noi era comunque una piacevole compagnia. Costruiscono il loro nido con una abilità da muratore altamente specializzato, impastando il fango con la loro particolare saliva ed usando dei fili di fieno che fanno da scheletro alla loro geniale costruzione, permettendo così al nido di durare anche per diversi anni. Qualche anno fa, nel ricovero dove sono alloggiate le manze, c’era per terra una piccolissima rondine, le sue sorelle, per motivi di spazio, l’avevano buttata fuori dal nido; così presi la scala e la rimisi al suo posto; mio padre mi disse: <è inutile che la rimetti dentro, non ci stanno in sei nel nido, domani è ancora per terra>; infatti, per tre giorni a seguire la rimisi nel nido, il quarto giorno, sotto stava circolando uno dei nostri gatti e la piccola 40

sfortunatissima rondine volò in cielo senza battere le ali; a volte la natura è crudele con i più deboli. Anche nella moderna sala di mungitura i nidi che adornano il giro del soffitto sono veramente tanti; quest’anno è accaduto un fatto veramente singolare: durante la mungitura del mattino (si inizia alle quattro circa), accendo i neon che sono posti appena al di sopra della mia testa, per illuminare meglio la mammella degli animali, e diverse farfalline bianche notturne (falene), in dialetto bresciano le chiamiamo le “barbele”, iniziarono a volare vicino alle luci; una rondine scese dall’alto e cominciò a cacciarle eseguendo una serie di peripezie sfiorandomi la testa, per niente intimorita dalla mia presenza. Una volta riempito il becco saliva sul nido ad alimentare i suoi piccoli, poi di nuovo giù a caccia di barbele. Non mi era mai capitato di vedere una rondine così socievole e così ghiotta di farfalline al punto, pur di prenderle, di girarmi attorno così vicino da solleticarmi


RIFLESSIONI

le orecchie con le ali; andò avanti cosi per una quindicina di notti, fino a quando i suoi piccoli lasciarono il nido. Mentre l’arrivo delle rondini solitamente è verso metà marzo variando più o meno di qualche giorno, la partenza verso terre più temperate, è di una precisione cronometrica, quest’anno per il quinto consecutivo, (io lo segno sempre sul calendario), è stato il 10 settembre , il loro calendario biologico è di una precisione stupefacente. Due giorni prima di affrontare il lungo viaggio, cacciano insetti in modo assiduo come a fare il pieno prima del lungo tragitto; poi il 10 settembre al mattino, appuntamento su i fili della luce, dietro la nostra cascina si radunano in centinaia, si sente un fragoroso trambusto di cinguettii, come se si dovessero mettere d’accordo per il lungo volo ed infine la partenza; giro di 360 gradi sulle nostre teste e via verso sud, le più esperte davanti a guidare il gruppo di questi meravigliosi volatili. L’anno scorso sono stato testimone di un fatto a cui non avevo mai assistito prima; era da qualche giorno che le rondini erano migrate,

ma nella nostra vecchia stalla ce n’era ancora una sul suo nido, probabilmente essendo anziana non se l’era sentita di partire ed a preferito finire qua i suoi ultimi giorni. Resistette fino a novembre inoltrato, nutrendosi delle ultime mosche attaccate al soffitto della stalla; quando vidi che la sua coda spuntava dal nido senza muoversi ormai da parecchio tempo, presi la scaletta e la tirai giù, era morta nel suo “letto”, forse era quello che voleva, pesava pochissimi grammi, la osservai mentre era tra le mie mani e pensai che in fin dei conti anche lei era partita per il lungo viaggio; il viaggio più lungo della sua vita. Giordano

Inquadra con lo smartphone il qr code qui a fianco tramite i-nigma o qr scanner. Per voi un interessante documentario sulle rondini.

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Ed è Poesia

“L’intramontabile”

...una leggenda ha del verosimile come qualcosa nascosto fra le ombre del nulla, ma che di certo si trasforma in un mito dando così la compattezza di una garanzia assoluta che si intreccia perfettamente con l’aspirazione alla reale impressione che dà; sembrerebbe che si presenti senza gran ch’è, ma che per non rimanere al secondo posto crei abilmente attorno a sè un’atmosfera che attimo dopo attimo sia in grado di raddoppiare gli stimoli per l’equilibrio da tenere nelle sue complicazioni, infrangendo pure il limite delle possibilità... L’Intramontabile nelle condizioni dove non si sa cosa potrebbe esserci oltre al ritardo della chiarezza e senza la certezza del livello del pericolo, si dimostra tutt’ora una rarità che coglie alla sorpresa, emergendo così con un’entità dalla massima protezione che possiede, perchè la perfezione non si perfeziona... ...brano ideato e scritto da Bezzi Roberto classe 1978 ...*R... 42

“Soluzione”

... una soluzione che senza cercarla vive già dentro di voi sensibilmente fa si che non si interrompa mai ciò che di buono conta, ciò che di buono esiste, ciò che perfeziona la linea per un mirato e voluto traguardo; conquistato dignitosamente. Essa si determina sempre di più, dandovi così sicurezza e spiegazioni sufficienti ad abbattere la qualifica dei rischi e delle assurdità mai conosciuti, nemmeno mai sentiti... questa soluzione durante la corsa in ballo rimane sempre in scia al vostro fianco, così che la corsa stessa si trasformi di per sè in una tranquilla passeggiata, ma non solamente in merito a lei... tutto è partito da voi, dalla capacità che avete di vivere con i pensieri migliori, solamente con ciò che avete a disposizione o ciò che vi viene offerto per creare questa soluzione, niente di più... trovate quella giusta, traetene beneficio e ne uscirete fortificati... ...brano ideato e scritto da Bezzi Roberto classe 1978 ...*R...


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FERRARI F 40, ATTO DI FORZA

Otto come il numero dei cilindri, 478 come i cavalli, 326 km/h la velocità massima, 1987 l’ anno in cui ne inizia la costruzione, quaranta come il suo nome, fatto per richiamare appositamente gli anni di attività sportiva del cavallino rampante. Questi sono solo alcuni numeri che però già potrebbero bastare a svelare l’anima di una delle Ferrari più celebri di tutti i tempi. L’ alettone a ponte fisso posteriore, i fari a scomparsa e i tre scarichi centrali, fanno capire anche da ferma e magari spenta che stringere il volante di una F40, può essere più pericoloso che tenere in mano un crotalo. E’ un’ auto estrema in tutto, dalla linea al motore, passando per le pazzesche prestazioni. Se mai avrete occasione come è capitato a me, di poterne guardare con calma una da vicino, sprovvista del cofano anteriore e di quello posteriore, potete rendervi conto anche se non siete appassionati di essere di fronte a qualcosa di fuori dal comune. Il possente V8 con due turbo IHI dotato di due alberi a camme per bancata posizionato centralmente, rapirà il vostro sguardo, i tre tubi di scarico che guardano verso il basso e 44

dentro i quali si rifletterà il vostro volto, faranno si che lo sconcerto sulle vostre facce trovi una definitiva conferma : non è un’ auto per deboli di cuore. E’ si, non è per tutti, è davvero per pochissimi, direi anche per fortuna sotto un certo punto di vista. L’ F40 non perdona, non concede confidenze, avete presente la regina d’ inghilterra che non può essere toccata ? Beh in un certo senso l’ F40 esige la stessa assoluta e perpetua riverenza. Ho fatto diversi giri da passeggero sulla F40, nella mia vita ho avuto l’ onore e la fortuna di intrufolarmi in un sacco di abitacoli fra i più veloci ed esclusivi grazie al mio lavoro. Ma la rabbia senza filtro che esce da un F40, credo abbia ben pochi eguali. Fu l’ ultima rossa costruita sotto la guida del Drake e per un lunghissimo periodo fu anche l’ ultima Ferrari con motore turbocompresso. Dotata di telaio a traliccio tubolare in acciaio e carrozzeria in fibra di vetro del peso di soli 46 kg. Salendo a bordo è essenziale, al punto da risultare quasi cruda, ma lo fa per noi ! Nel caso qualche pilota amatoriale, salendo pensasse di essere su una sportiva qualsiasi,


EPOCA

è bene che capisca che qui non c’è niente di semplice o di non faticoso. Contagiri, contachilometri e altri quattro strumenti completano il quadro, niente radio, vetri elettrici o comodità varie. Quasi volesse ricordare ancora una volta che non è nata per gite fuoriporta o piacevoli passeggiate. 557 nm di coppia, valore monstre per l’ epoca, ovviamente e direi inevitabilmente cambio manuale. Fin dalla nascita fu oggetto di feroci speculazioni sul prezzo, prezzo di listino fissato a 324 milioni, sul mercato non ufficiale furono vendute sino a 1,5 miliardi di lire. Leggerissima con i suoi 1155 kg, niente ABS ne sterzo assistito, considerata una delle vetture più difficili da portare al limite. La potenza era di 163 CV/LITRO , i consumi

BAR

TRATTORIA PIZZERIA

erano incredibilmente contenuti per la natura della macchina : a 120 km/h si potevano percorrere 9,7 km/L. Copriva lo 0-100 in 4.6 secondi e toccava i 200km/h in 11.3 netti. La contemporanea Porsche 959 insieme alla poco più giovane Bugatti EB 110, ne erano le dirette rivali. Anche se erano radicalmente diverse sotto tanti punti di vista. Un F40 oggi costa circa un milione di euro, rappresenta un ottimo investimento, direi anche molto sicuro per la rivalutazione nel tempo. Vi starete chiedendo se io ne ho una, no purtroppo no, ma non è questione di soldi è solo che non la saprei guidare ! Forse…… o forse no ! Antonio Gelmini

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L’INTERVISTA

di Laura Gorini

Un grande successo per il primo Phon Party durante la MFW. Un grande successo per Il primo “Phon Party” durante la MFW. Un grande successo per il “Phon Party” una prima edizione che ha segnato il suo esordio durante la MFW, presso il Salon di bellezza “Vogue Parrucchieri” di Isabella Corrado in Via Buenos Aires 25, a Milano. il primo “Phon Party” vede come official partner, una delle aziende Leader del settore la Parlux Spa. Il tutto nasce da un’idea di Gabriella Chiarappa la manager del fashion direttore de “Le Salon de la Mode. Come lei stessa dichiara: <ho pensato ad un evento divertente dove gli ingredienti sono l’essenza della ricerca e dell’innovazione, un appuntamento esclusivo dedicato a tutti gli appassionati del mondo hair, fashion, beauty e non solo>. Un meraviglioso viaggio attraverso i segreti e le abilità dell’hairstyle. La tecnologia incontra la bellezza, quindi non si parla più di evoluzione ma di rivoluzione, tra i dispositivi più eclatanti del settore hair, il nuovo phon supersonico Parlux Alyon presentato per l’occasione, come moderno punto di riferimento degli asciugacapelli professionali. progettati allo scopo di offrire al professionista il massimo livello di prestazioni. Un evento brioso che ha rivelato 46

le news appartenenti al mondo dell’ hair e del fashion, tutto si è rivolto con occhio attento alla nuove tecnologie e alla professionalità. Per questa prima edizione è stata premiata l’acconciatura più glamour dell’anno, vincitrice del contest l’influencer Heller Gratitude, consegna il premio “phon di ultima generazione Parlux” la titolare del Salon Isabella Corrado. Un vero trionfo anche per il vero made in Italy che in questa splendida serata ha visto protagonisti eccellenze italiane appartenenti al mondo del fashion, come : FlaviaB della stilista Flavia Ballarini, il mondo meraviglioso delle pietre dure di “Nabel” Jewels di Barbara Fiorani, i cappelli della modista Pamela Castiglia, la bottega d’arte Anomisa dell’artista Simona Ciari, la qualità e l’originalità di Chiara Derosas Design, lo stilista dall’anima poliedrica Roberto


L’INTERVISTA di Laura Gorini

Novarese, l’originalità e il fascino delle pantofole Amarilli, le opere d’arte senza stagione, i foulard di J’Etrès, le calzature uniche realizzate a mano di Le Gabrielle di Gabriella Sala, la semplicità e l’eleganza di DEBBYDG di Debora Di Gallo. Per concludere la magica serata un cocktail raffinato curato nel minimo dettaglio da Eden Cafè, tra le note del dj set di Camy Dess. Un appuntamento straordinario dove non sono mancate le sorprese e le novità, tra i numerosi ospiti presenti: Irene Pivetti, Laioung, Barbara Ovvieni, Lorella Ridenti, Antonio Vandoni, Nadia Bengala, Vanessa Grey,

Paolo D’Amico e tanti altri. Si ringraziano per il contributo tecnico: Parruchierando srl, Garden Flover di Verona, Anna Tellini Telaio a mano, servizio catering Eden Caffe srl, il Team Vogue Parrucchieri, IAM. Ylenia Mangano dress: Gabriella Chiarappa, Vanessa Grey. A.R. parrucchieri, Production Team Milano, Jacquel Multimedia. Fotografo: Abhram Caprani Make up: Adriana Gheorghita, Lili Tugui Laura Gorini

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L’INTERVISTA

LUISA PROCOPIO

Miss, mamma e presentatrice. Quarant’anni e non sentirli. Luisa Procopio non si ferma un attimo, abituata com’è a sperimentare sempre qualcosa di nuovo. Nel 2018, al primo tentativo, si è portata a casa il titolo italiano di Miss Mamma Italiana “Dolcezza” conquistando una delle fasce più prestigiose del concorso promosso dal patron Paolo Teti. Bella sì, ma non solo. Tant’è vero che lei, originaria della Provincia di Como, ha iniziato a girare l’Italia come testimonial del concorso. Poi, siccome da cosa nasce cosa, è arrivato il momento di smettere i panni della Miss e salire sul palco in veste di conduttrice di eventi. Un grande salto che, dall’estate appena trascorsa, le ha permesso di presentare serate e creare eventi per introdurre le nuove generazioni al mondo dello spettacolo. Un autentico show nello show. Visibilità cresciuta sempre di più e non è un caso che anche brand e negozi l’abbiano scelta come ambassador dei loro prodotti. Così è accaduto, ad esempio, con il negozio Confezioni Garibaldi di Erba (Como), per il quale Luisa Procopio è la testimonial .

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Sei reduce da mesi intensi… nei panni di conduttrice. Una bellissima emozione è quella di vivere il palco da protagonista. Oltre ad aver presentato numerosi eventi in giro per la Lombardia, a giugno sono stata alla finale di “Miss Mamma Italiana 2019” in veste di direttore artistico dell’evento. Poi ho presentato la prima selezione lombarda di Miss Mamma Italiana 2020 a Lambrugo e ad agosto sono stata protagonista della prima selezione di Miss Mamma Italiana in Calabria. E, infatti, si è aperta una nuova strada… A settembre sono stata testimonial di una famosa struttura turistica in Romagna, dove per l’occasione ho indossato i bellissimi capi dell’atelier “Garibaldi di Erba” portando così in giro per la penisola la moda comasca; un’ulteriore partnership con la boutique che mi veste quando presento o partecipo agli eventi. Naturalmente, Luisa Procopio è anche una donna “normale”. Durante la settimana sono un’impiegata amministrativa, mentre nel fine settimana mi occupo dell’organizzazione di eventi e concorsi. Sono anche mamma e credo che la vittoria più grande sia proprio questa! Ma non dimentico chi, con pazienza e dedizione, mi ha seguito e mi segue in questo mio percorso: la mia famiglia in pri-


L’INTERVISTA

mis e un pensiero speciale va a Lorenzo Stocco, mio carissimo amico, e mio insostituibile braccio destro… Facciamo un passo indietro: come nasce il tuo percorso da Miss? Mi sono decisa a partecipare al concorso di Miss Mamma Italiana semplicemente per passare una serata, ed invece mi sono ritrovata in qualcosa di meraviglioso, in una grande famiglia. Penso che ogni donna, indipendentemente dall’età e dal lavoro che svolge, non debba mai perdere la propria femminilità ed io è quel che ho cercato di fare e di esprimere. E sul palco di Miss Mamma Italiana… Mi sono esibita nella finale portando come esibizione un balletto insieme ai miei figli, un momento davvero speciale che custodisco fra i ricordi più cari. Dopo aver vinto il titolo, ho girato l’Italia contagiando le altre mamme e il pubblico con il mio entusiasmo. E con la tua… dolcezza. Il titolo che ho vinto è proprio “Miss Mamma Italiana Dolcezza”, un titolo che mi rappresenta al meglio. Mi rispecchia in quello che sono nella vita reale, non solo nel concorso. Nel quotidiano sono così: una persona molto riservata, che sul palco è in grado di trasmettere adrenalina pura.

Oltre ai concorsi, c’è il mondo della fotografia. Anzi, questo mondo precede quello di Miss Mamma Italiana! Nel 2014 ho iniziato a posare, per il gusto di provare e sperimentare. È importante per una donna non perdere mai il proprio appeal, la propria sensualità. La vita non finisce a 40 anni o quando si diventa mamma: sentirsi apprezzate piace a tutte… Un’esperienza fantastica che ti ha spinta a metterti in gioco anche sul piano della conduzione. Un salto non da poco: da Miss a… presentatrice! Devo dire grazie a Paolo Teti per la straordinaria occasione che mi ha dato. Avresti mai immaginato tutto questo? No, per nulla! Né di vincere una fascia a un concorso nazionale, né di salire sul palco in veste di conduttrice. Ma quando ci si mette in gioco, tutto improvvisamente diventa bello e possibile. Così è stato per me: faticoso, ma denso di soddisfazioni. Anche sui social, Luisa Procopio sta prendendo piede. Sono uno strumento per mostrare il mio carattere, il mio lato estetico, per condividere i miei risultati con le altre persone. È un bel modo per mostrare i vari aspetti di me, per sorprendere chi guarda… e magari far venire la voglia ad altre donne di mettersi in gioco come ho fatto io. 49


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LO SCRITTORE DEL MESE di Laura Gorini

ALESSIA GAZZOLA un talento premiato

di Laura Gorini

Non è certamente facile aggiudicarsi il prestigioso Premio Bancarella. E lo è ancora di più riuscire a convincere nello stesso tempo sia il grande pubblico sia la critica che sovente giudica in maniera differente un’opera. Lo sa bene Alessia Gazzola, scrittrice classe 1982, messinese d’origine, ma da tempo veronese d’adozione, che dopo anni di gavetta e varie pubblicazioni, perlopiù strettamente legate al personaggio della simpatica dottoressa Alice Allevi, è riuscita a conquistarlo soltanto ora, con la sua nona fatica letteraria: Il ladro gentiluomo. Il suo è uno stile incalzante, ironico quanto basta, senza mai cadere nel patetico o nell’eccesso. Le vicende narrate, come tutte quelle pubblicate nei romanzi che riguardano la giovane Allevi (8, incluso Il ladro gentiluomo), si tingono sia di vivaci tinte rosa che gialle, tenendo sem52

pre come accattivante filo rosso la sua vita sentimentale, particolarmente altalenante e a tratti imprevedibile. Grande merito dev’essere tuttavia riconosciuto agli attori Alessandra Mastronardi e Lino Guanciale che nella serie televisiva legata alla figura de l’Allieva, trasmessa da Rai 1, hanno saputo dare un’immagine decisamente convincente, rispettivamente della dottoressa Alice Allevi e del dottor Claudio Conforti, suo grande amore. E mentre c’è chi aspetta un nuovo romanzo dedicato alla coppia, c’è chi si lascia ammaliare da Lena e la tempesta, il nuovo romanzo della Gazzola, decisamente lontano anni luci per stile e tematiche trattate dalla saga letteraria dell’Allieva, e da Non è la fine del mondo, uscito nel 2017 che, sebbene non veda come protagonista la dottoressa Allevi, trova nella figura della giovane Emma un suo brillante alter ego.


La Madonna del Pilone

Nell’ anno 1644, in una casetta di Torino, viveva una famigliola povera ma felice. Il padre faceva il calzolaio; la madre, Rita Molar, si occupava della casa e della piccola Margherita, l’unica figlioletta. Un bel giorno d’aprile, madre e figlia si misero lietamente in cammino: bisognava portare il grano al mulino, perché la madia era quasi vuota. Era una festa per la donna e per la bimba quella bella passeggiata, ed era anche l’occasione per far visita alla mugnaia, cara amica di famiglia. Giunta al mulino, la giovane donna depose con un sospiro di sollievo il pesante sacco e abbracciò Giuseppina, l’amica. Il mugnaio frattanto era impegnato a rovesciare il frumento nella tramoggia. Mentre la mola girava frantumando il grano, la piccola Margherita correva intorno, osservando ogni cosa con grande interesse. Vide una misteriosa porticina e, non sapendo frenare la sua curiosità, l’aprì di colpo... Ahimè! Sovrastava proprio la ruota del mulino e, trascinata dallo slancio, la bimba volò nel gorgo. Un urlo spaventoso: già le pale avevano afferrato il corpicino che affiorò due volte dal gorgo e poi scomparve. Mentre i lavoranti del mulino, con lunghe pertiche, tentavano di recuperare almeno il corpicino straziato, la madre, trattenuta a stento dagli amici, si lasciò cadere ginocchia davanti a un’immagine della Madonna posta su un pilone presso il torrente. Sapeva di chiedere l’impossibile: pure le parve che

LEGGENDE

la Vergine si muovesse e trasvolasse leggera sulle acque turbinose e spumeggianti del gorgo. E, mentre dalla folla prorompeva un grido: «Miracolo, miracolo!», si vide la bambina emergere viva dal fiume e tendere le braccia invocando la mamma. La regina, Maria Cristina di Savoia, volle che attorno al pilone sorgesse una chiesa, a ricordo del prodigio. Ancora oggi la popolazione piemontese chiama il bel santuario: «La Madonna del Pilone». Fonte: www.schule.suedtirol.it

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ANIME NEL VENTO

Fantasiosa Allegria E’ volato in un soffio fra le volte celesti “Cincell” risuono mesto di campana il paesello inzuppa. Colore fantasia parola semplice sorriso gioviale passo sicuro il suo le vie solcava con lesta sollecitudine. Ad ogni piccolo donava una carezza per ciascuno un gesto gentile. Anche per te un grazie per il colore tenacia fantasiosa allegria con cui tingevi le ore. Milena, la mamma di Vittoria e Celeste 54 www.newentry.eu

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L’AVIS è principalmente l’associazione che accoglie tutti coloro che volontariamente donano il sangue, con donazioni periodiche nella sede Avis ( UDR- Unità di raccolta) del proprio paese o nella sede di Brescia- San Zeno, ma non solo! Si può far parte infatti attivamente dell’Avis in molti altri modi: uno di questi è rivolto ai giovani che, iscrivendosi al Gruppo Giovani Avis Provinciale Brescia, entrano a far parte di una realtà molto interessante e spesso divertente. I giovani organizzano infatti molti eventi sportivi, musicali, culturali,ecc.. in tutta la provincia, per promuovere il dono del sangue e la solidarietà in senso più ampio. Possono iscriversi tutti, non solo chi è donatore, “avisino” è infatti chiunque si impegna per Avis. Far parte del gruppo giovani è ritrovarsi con coetanei che hanno stessi ideali e stessi sogni per un futuro migliore e più solidale. Per qualsiasi informazione contattare gap@avisprovincialebrescia.it Ornella Olfi

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TERRITORIO

Montichiari: serata della salute Nella settimana dedicata alla prevenzione delle malattie cardiovascolari, il Gardaforum della BCC del Garda di Montichiari, in collaborazione con AVIS AIDO CROCE BIANCA e CARDIOCALM, ha ospitato per la terza volta il Prof. CLAUDIO CUCCIA, Direttore della Cardiologia della Fondazione Poliambulanza di Brescia, in occasione dell’uscita del suo 3° libro: “Malato, ma non troppo”, un libro di racconti che il prof. ha definito “dal taglio meno scientifico e più umanistico, con lo sguardo sul futuro”. Intervistato dalla giornalista Anna della Moretta, che cura gli inserti salute sul GdB, la serata è stata introdotta dall’ing. Fabio Badilini, prof. all’Università della California San Francisco, titolare dell’azienda CardioCalm, che ha ringraziato anche Paolo Verzeletti, Direttore Amministrativo della sua azienda. CARDIOCALM: telemedicina- telecardiologia, cioè un esame a distanza per la diagnosi che viene trasmessa in tempo reale al medico esperto, molto utile per esempio, nelle urgenze nei centri sportivi, nelle RSA, nelle sedi Avis, in ospedali periferici, per velocizzare la diagnosi senza spostare il paziente e quindi intervenire tempestivamente. Il linguaggio chiaro, il tono leggero, i molti aneddoti simpatici con cui si esprime abitualmente il Prof. Cuccia hanno catturato anche stavolta l’attenzione del folto pubblico (presenti molti giovani) a dimostrazione che di argomenti seri quali le patologie del cuore, prima fra tutte l’infarto, si può e si deve parlare tanto, ma senza allarmismi. Il prof. Cuccia ha sottolineato il lato umano della sua professione, la sensibilità che ogni medico dovrebbe avere nei confronti dei pazienti: qualità che vengono insegnate poco a scuola e che si imparano molto nella realtà quotidiana a contatto col dolore e con le malattie. Infatti le persone ricoverate perdono un po’ se stessi, perché da medici e personale vengono identificati con la loro malattia e col numero del letto; si dovrebbe invece mantenere la dignità e l’identità della persona, 56

essere competenti nelle nuove tecnologie, ma saperle gestire con umanità. All’entrata della Poliambulanza, ha raccontato orgoglioso il Prof, c’è la libreria, perché quando si è sani si vive di corsa, ma da ammalati si ha più tempo per fermarsi a riflettere e un buon libro spesso è una medicina importante. Per le patologie cardiache, soprattutto infarti, si registra un picco di ricoveri durante le festività. Certi malesseri sono causati dalle abbuffate a tavola, ma in molti altri casi si tratta di persone sole: la depressione è purtroppo il fattore di rischio peggiore e spesso proprio solitudine e malinconia nelle ricorrenze fanno soffrire di più e colpiscono il cuore. Il prof. Cuccia ha evidenziato anche che essendo aumentata l’informazione sulla prevenzione ( buone abitudini di vita e alimentari), c’è stato un calo significativo di malattie cardiache. Se l’infarto è preso in tempo, la sopravvivenza è oggi molto aumentata e con una vita successivamente normale, grazie ai farmaci sempre più efficienti, agli esami sempre più specifici e ai defibrillatori, apparecchi salvavita facili da usare ed essenziali per praticare il primo intervento al paziente mentre si chiama il 112. La serata è stata piacevolmente accompagnata dal duo composto dai giovani musicisti: Alberto Badilini ( chitarra e voce) e Paolo Zaniboni ( basso elettrico e voce) . Ornella Olfi


PEZZAZE (BS) Alla ricerca dei Mostri perduti

Domenica 27 ottobre dalle ore 14,30 Un Halloween insolito quest’anno al museo ORMA di Pezzaze. Un percorso diviso in due parti, nella prima niente vampiri, zucche e streghe ma un viaggio alla scoperta dei mostri che popolavano gli incubi degli antichi romani. Con la guida di Giunone, i visitatori affronteranno alcune prove grazie alle quali apprenderanno le abilità necessarie per affrontare mostri come arpie e licantropi fino all’incontro con Ercole, l’eroe che sconfisse alcuni dei più paurosi esseri del mondo antico. Nella seconda parte, invece, eccoci rientrare nel nostro mondo, dove ragni, pipistrelli e fantasmi saranno il leit motiv nella splendida cornice della Torre medievale. Qui i mostri non sono lontani nel tempo e nello spazio. Quanti esseri inquietanti popolano storie e leggende valtrumpline? Scopriamolo insieme Non spaventatevi, l’evento è adatto a bambini dai 2 anni in su. Al termine della visita verrà consegnato ad ogni bambino un souvenir a tema. Costo a persona 5 euro. Per informazioni e prenotazioni: Cell 3331425093 (anche whatsapp) oppure scoprivaltrompia@gmail.com www.scoprivaltrompia.it www.museoorma.it

LENO (BS) 37^ Castagnata alpina

Il 31 ottobre e 1-2-3 Novembre è stata organizzata la 37^ castagnata alpina nei giardini comunali di Piazza C.Battisti. La cittadinanza è invitata a partecipare alla festa, a conclusione della manifestazione, estrazione di ricchi premi. Il ricavato sarà devoluto in opere sociali.

PIZZIGHETTONE (CR) Fasulin de l’oc cun le cudeghe

Dopo le oltre 25 mila presenze dell’edizione 2018 – con turisti e buongustai di tutte le età e da tutta Italia tra cui quasi 400 camperisti – Pizzighettone Città Murata di Lombardia torna a diventare tra Ottobre e Novembre (solennità dei Defunti ed Ognissanti) la Capitale dei ‘Fasulin de l’òc cun le Cudeghe’ (Fagiolini dall’occhio con le cotenne), con l’omonima maratona gastronomica dentro le mura riscaldate dai grandi camini d’epoca, che anche quest’anno va in scena in versione doppio week end: Sabato 26, Domenica 27 Ottobre e Venerdì 1, Sabato 2 e Domenica 3 Novembre, con orario continuato dalle 11.00 alle 23, con cucina non stop.info www.fasulin.com

BARDOLINO (BS) Festa del Vino Novello

Da venerdì 1 a domenica 3 novembre a Bardolino, è in programma la Festa del Vino Novello

RIVA DEL GARDA (BS) Garda con gusto

L'1, 2, 3 novembre 2019 a Riva Del Garda torna l'appuntamento con "Garda con Gusto - Gourmet Experience".Il primo fine settimana di novembre arriva la quinta edizione di questo importante evento enogastronomico che si svolge all’interno del Palavela di Riva del Garda. La manifestazione propone spettacoli culinari, degustazioni, incontri con chef e produttori, assaggi e shopping gourmet. Ancora una volta gli ingredienti principali dell’evento sono i prodotti locali, dalla carne salada De.Co. all’olio extra vergine di oliva qui presente nella varietà Casaliva, dal broccolo di Torbole Slow Food al pesce di lago e allevamento, dalle verdure biologiche della Val di Gresta ai formaggi di malga. 57


L’INTERVISTA

di Laura Gorini

Intervista a Loredana Filoni, una giornalista preparata, valida e dalla battuta sempre pronta

di Laura Gorini

Le passioni vanno coltivate e il successo assaporato lentamente E’ la direttrice dello splendido LF Magazine, la simpatica e carismatica Loredana Filoni, che abbiamo già avuto il piacere e l’onore di intervistare qualche mese fa per la nostra rivista. La valente giornalista ci racconta in questa nuova chiacchierata le sue prossime collaborazioni e le sue più imminenti e accattivanti novità lavorative. Loredana, è passato quasi un anno dalla nostra prima intervista. Quali novità bollono in pentola? Innanzitutto Laura, vorrei ringraziarti per aver voluto di nuovo chiacchierare con me! E’ un vero piacere! Già un anno? Il tempo vola e neppure me ne sono resa conto (ride n.d.r.). Sarà che il mio lavoro è talmente dinamico e denso di cose che eccomi di nuovo qui, a raccontarti le novità. Svariate sono le cose che bollono in pentola, in primis, una nuova avventura radiofonica su Radio Onda Libera con il programma “Stai con me” che ha debuttato il 3 Ottobre e che proseguirà fino a Maggio 2020. L’appuntamento è settimanale, rigorosamente in diretta, ogni Lu58

nedì, dalle 21.00 alle 22.30. Ideato dallo showman Krassym e da Valerio Schiavulli, è davvero un “contenitore” colmo di ospiti eccellenti, volti noti, rubriche, dalla musica, al giornalismo, dalla letteratura all’oroscopo… E poi, non voglio svelare altro… Ascoltateci sui 99.00-97.10 in FM o in diretta Social, dove potrete anche vederci. E poi ancora un grande evento a carattere medico-scientifico che si svolgerà nel Marzo 2020, che curerò in veste di ufficio stampa. Sarà davvero un convegno di grossa portata a livello internazionale. Ovviamente proseguo la mia meravigliosa attività per LF Magazine con tante interviste ad artisti importanti, italiani e stranieri. Sei una bella donna: come reagisci alle avance insistenti? Sono una donna molto ironica, che cerca di vivere tutto in maniera piuttosto leggera. Inizialmente cerco di buttarla sullo scherzo, con le mie battute pronte che dispenso generosamente. Certo, se poi la persona in questione si rivela davvero pressante, volgare o pesante, mi “irrigidisco”; dapprima tento di farglielo comprendere con le buone maniere e, successiva-


L’INTERVISTA di Laura Gorini

mente, qualora dovesse insistere, chiudo ogni canale di conversazione. Occorrono sempre tatto, garbo e rispetto, qualità essenziali per un vivere civile. Ma quanto conta avere una bella immagine per farcela nel mondo della Comunicazione? Non posso negare che inizialmente sia un buon biglietto da visita. Parliamoci chiaro, nella società odierna, ma forse era così anche un tempo, dove tutto, o quasi, è apparenza, ha la sua importanza. L’impatto visivo, il primo contatto con un’immagine gradevole è un vantaggio, certo, ma poi devi avere anche altre “argomentazioni”, altrimenti sei come un bel pacco dono, infiocchettato e luminoso, che però quando lo scarti è vuoto. E quando si tende invece a puntare un po’ troppo solo su di essa? Si resta con il vuoto, interiore ed esteriore. Probabilmente ci si occupa prevalentemente di avere una buona immagine, quando si vuole compensare, attraverso di essa, una stima in sé

Ph: Sandro Adriani

stessi vacillante, ritenendo di avere poche qualità su cui puntare per sostenersi. Anche se vorrei aggiungere che sentirsi “bene con sé stessi” non dipende solo dal proprio aspetto fisico, ma va a toccare altri fattori, personali e profondi. Ci sono volti luminosi che colpiscono e attirano l’attenzione non per una particolare bellezza, ma perché sono comunicativi, esprimono una ricchezza e una maturazione interiore. Al contrario, ci sono volti considerati perfetti dai tradizionali canoni estetici di bellezza, poco espressivi, che perdono quell’interesse che suscitano al primo impatto. Sembra che al di là della loro bellezza abbiano ben poco da offrire. Quali consigli ti sentiresti di dare a una giovane che sta per aprire il suo primo magazine online? Passione, amore, dedizione, sacrificio ma, soprattutto, molta pazienza. Con questi “ingredienti” ce la farà di sicuro. Non posso che incitarla con grande vigore ad intraprendere questo cammino che trovo davvero bello, appagante ed emozionante. I nostri giovani sono preparati, anche avvantaggiati, grazie ad Internet, dove tutto corre in maniera vorticosa e ci si aggiorna di continuo. L’importante è non pretendere “tutto e subito”… Del resto le passioni vanno coltivate e il successo assaporato lentamente! Ph: Roberta Carnevaletti Laura Gorini 59


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CURIOSITÀ

LE 10 BIBLIOTECHE PIÙ PARTICOLARI DEL MONDO 1) BIBLIOBURRO- COLOMBIA Alfa e Beta, sono 2 muli che, caricati di libri da un maestro di scuola elementare, vanno in giro con lui nel zone più sperdute della Colombia a portare libri, soprattutto per i bambini.

4) DISTRIBUTORI AUTOMATICI-CALIFORNIA Dagli anni ’30 si sono diffusi in California i distributori meccanici di libri, aperti giorno e notte a disposizione di tutti. 2) THE LEWINSKY LIBRARY- ISRAELE Realizzata a Tel Aviv per lavoratori emigranti, è una biblioteca con libri disponibili in 15 lingue. È composta da 2 scaffali illuminati, senza muri e i pieni di libri disposti in base alle emozioni che trasmettono. Infatti ad ogni lettore viene chiesto a fine lettura di descrivere il libro indicando le emozioni che gli ha trasmesso. 5) BIBLIOTECA SANDRO PENNA- PERUGIA Intitolata al famoso poeta Penna, è unica e a dir poco particolare per forma e colore: c’è chi l’ha definita una gomma da masticare gigante alla fragola, chi un ufo pensato da Hello Kitty..

3) ARMA DE INSTRUCCION MASIVA- ARGENTINA Biblioteca organizzata su un Ford Falcon, mezzo che veniva usato dalla Polizia segreta e dai militari durante la persecuzione anti-comunista della dittatura. Brillante l’idea di trasformarlo in biblioteca mobile, da simbolo di paura a strumento di cultura. 62

6) BIBLIOTECA DI STOCCARDA-GERMANIA Sembra disegnata dalla Apple: è un ambiente


CURIOSITÀ

geometrico tutto bianco, realizzato da un architetto coreano. Ad alcuni ricorda il paradiso

9) LITTLE FREE LIBRARY IN TUTTO IL MONDO Nel 2009 Todd Bol, in onore a sua madre pose all’esterno di casa sua una piccola casetta in legno contenente libri, indicando che ognuno potesse prendere libri in prestito e depositarne di suoi. Questa iniziativa si è diffusa ormai in tutto il mondo ( anche in molti paesi della provincia di Bs). In Gran bretagna, per esempio, stanno usando le cabine telefoniche in disuso; a Berlino sono stati scavati dei piccoli scaffali nei tronchi degli alberi

7) EPOS BOOK BOAT- NORVEGIA Tra i fiordi norvegesi una barca piena di libri rifornisce tutte le isolette dell’arcipelago. In estate la barca è una libreria sempre aperta, ancorata al molo. Un fantastico servizio iniziato le 1959, organizzato e pagato dalle biblioteche del Paese.

8) LA BIBLIOTECA SUL CAMMELLO- KENIA In Kenia si possono incontrare cammelli che portano libri attraversando il deserto, visitando le popolazioni nomadi del Paese, in seguito ad un progetto di formazione del 1985

10) VASCONCELOS- MESSICO Soprannominata Mega-Biblioteca, sembra un grande deposito di libri. Chi ha disegnato questo edificio ha creato uno spazio ispirato alla realtà di Matrix. Libri sospesi in scaffali di cristallo in cui ogni spazio libero è occupato da libri, per un totale di 500.000 volumi.

Da questi esempi si evince che la fantasia non manca, per diffondere in modo alternativo e simpatico la cultura. Peccato che la gente legga ancora troppo poco, malgrado le Biblioteche, classiche o particolari, siano ormai presenti dappertutto, anche nei luoghi più sperduti e scomodi di tutto il mondo! Ornella olfi 63


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