New Entry, Il giornale della Gente - Edizione di Brescia del 12 Settembre 2019

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Anno 25 - N°12 del 12/09/2019- www.newentry.eu - brescia@newentry.eu - Pubblicità: Gianluca Boffetti 347.73.52.863 BS - MN - CR GRATUITO Il Giornale della Gente

Pag.02 Il piacere di stare insieme Pag.03 La dignità (Bibbiano) Pag.04 Gusto a Tavola: Girasoli di carne Pag.08 Speciale VISANO Pag.24 Donne speciali che la gente non può capire

Pag.26 Speciale REMEDELLO Pag.37 Vivere le paure Pag.42 Maligno alcool (Alcolisti Anonimi) Pag.44 Un Mezzanese ricorda Felice Gimondi Pag.42 Maligno alcool (Alcolisti Anonimi)

I S O R E L L A ( B S ) - V i a C o r v i o n e, 1


Editoriale

IL PIACERE DI STARE INSIEME...

Il piacere di stare insieme è una sensazione meravigliosa, vivere ogni attimo con la propria famiglia è qualcosa di straordinario che è difficile descrivere. Purtroppo, causa impegno, questo accade specialmente durante le vacanze estive. Vivi, respiri, condividi tutto con la tua famiglia, scopri sfumature dei figli che magari non avresti mai notato, noti se sono affettuosi, simpatici, educati oppure pensierosi, dubbiosi, associali, carenti in buone maniere e tanto altro. Dico questo perchè mai come quest'anno in quella settimana volata in un batter d'occhio ho provato emozioni profonde che mi hanno fatto stare bene. Credo che le mamme, anche se lavorano, hanno un contatto più diretto con i figli, sarà perchè seguono più attivamente le vicende giornaliere dei figli. I papà, se hanno pure partita IVA, sono per la maggior parte del tempo fuori casa, spesso partano la mattina presto e tornano la sera avendo veramente poco tempo per dialogare con i figli. E quel dialogo si riduce a frasi tipo: "tutto bene oggi? Come è andata la scuola?" Veramente riduttivo, poi si va a dormire, il bacio della buona notte e domani un altro giorno. E anche il sabato e domenica non è da meno: chi per lo sport, chi per il catechismo i flgli hanno giustamente impegni da perseguire e così il dialogo 02 www.newentry.eu

in famiglia rimane sempre limitato. E' anche vero che se c'è armonia, amore e stima non è la quantià del tempo a disposizione che fa la differenza ma la qualità di come si impiega. Rimane il fatto che con la vacanza si condividono intere giornate, h24, dalla mattina quando ci sia sveglia e si fa colazione assieme, alla sera quando si va nanna tutti alla stessa ora, significa anche e soprattutto conoscersi meglio. nelle luci e nelle ombre. Nel pregi e nei difetti di ciascuno. E magari sforzarsi, insieme, a qualche progresso. Stare insieme significa anche stare meno al cellulare o davanti alla tv per conto proprio, si alimentano anche discussioni, decisioni su come organizzare la giornata, sono momenti dove ognuno gioca a carte scoperte e dove anche i figli possono conoscere le abitudini e i modi di fare dei genitori e talvolta anche migliorarli. Nello stare insieme si producono anche i ricordi di quella volta su quella montagna, di quella volta che è partito l'ombrellone, di quella volta che abbiamo incontrato amici in spiaggia, di quella volta.... E la memoria, il ricordo, è una forza che unisce le persone e credo, porti ad ammirare profondamente le bellezze della vita. Gianluca Boffetti


LA DIGNITÀ Ogni volta che ascolto le voci degli operatori dei servizi sociali di quel paesello ove tutto è in ordine, pulito e ben curato, oppure vedo le immagini di quegli uffici comunali, dove appare sempre più evidente la responsabilità dell’irresponsabilità più inumana degli adulti più qualificati nei riguardi dei più innocenti, i bambini. E’ come ricevere delle sassate in pieno volto, senza possibilità di ripararsi, proprio come è accaduto a quei bimbi, ai loro genitori, privati del bene più grande attraverso l’inganno, l’infamia più studiata a tavolino. Sassate scagliate nell’ostentazione di una prepotenza che non conosce la vergogna, una prevaricazione indegna del genere umano, una vera e propria violenza, protratta e reiterata, come a voler significare la propria intoccabilità in un ruolo tanto importante. E’ vero siamo tutti innocenti fino a prova contraria, fino a dibattimento ultimato dei tre gradi di giudizio, ma di fronte a intercettazioni così chiare e leggibili, a registrazioni così palesi e spudorate nella loro estensione diseducativa, è il caso di continuare a fare i pazienti indifferenti, nei riguardi di pluridiplomati dispensatori di sofferenze e dolori, plurimedagliati devastatori di dimore ed esistenze ? E’ ancora il caso di avere una qualche remora innocentista per persone di questo stampo, personaggi tenuti in così grande considerazione dal nostro sistema sociale? Quando accade il botto eclatante, allora e solo allora ne percepiamo il danno, come se non fossimo del tutto coscienti che è stato provocato dagli adulti, da noi educatori, da noi portatori di grandi parole e pochi comporta-

Società

menti. Siamo solo capaci di rimanere lì a bocca aperta, refrattari a comprendere che volenti o nolenti ne paghiamo tutti le indegne conseguenze. Sassate che arrivano dritte al cuore, ci vogliono dire qualcosa, ce lo gridano pure, ma non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. Qualcuno ha scritto tanto tempo addietro davanti a un potere che non teme alcun rinculo, “chi controlla il controllore “? E’ rimasta lettera morta, eppure sono convinto che adesso arriveranno tutte le risposte di questo mondo, verranno esibite le molteplicità dei controlli, le verifiche puntuali, le sintesi personali di una autorevolezza terrificante… Ridurre le risposte che invece sono più che mai necessarie significa difendere l’indifendibile, per non negare l’evidenza di una incapacità e fragilità che abbisogna assolutamente di aiuto, di sostegno, l’aggiunta di altre capacità per venire fuori dalle sabbie mobili in cui si è cacciata la nostra società, che spesso non fa “servizio” bensì routine. Vincenzo Andraus

Inquadrando con lo smartphone tramite l’app i-nigma o altre simili come qr scanner, vi proponiamo il servizio di Rai 1 nel programma “La Vita in Diretta” nel quale si parla di Bibbiano dove una vasta organizzazione, secondo l’accusa, agiva per togliere bambini in difficoltà con l’obiettivo di affidare i minori a famiglie di amici o conoscenti. Un giro d’affari, quello ricostruito dagli investigatori, da centinaia di migliaia di euro. 03 7


GUSTO A TAVOLA

Girasoli di carne con fonduta di Taleggio e croccante di Grana Padano e Curcuma Ingredienti per 4 persone pasta fresca (200 grammi di farina , 2 uova) 300 grammi di ripieno di carne per tortellini (300 grammi di carne macinata mista:suino, manzo, mortadella) Olio E.V.O. Verdure per soffritto Sale e pepe Pane trito Per il condimento: 200 grammi di Taleggio Un bicchiere di latte 4 cucchiai di Grana Padano 1 cucchiaio di Curcuma Preparazione ricetta Dopo aver realizzato un panetto di pasta lasciare riposare per almeno 1 ora, nel frattempo preparare il ripieno dei girasoli. Soffriggere le verdure in una padella oliata, versare la carne macinata e brasare leggermente, insaporire con sale e pepe ed aggiustare con pane trito. Stendere la pasta e mettere dei piccoli mucchietti di ripieno, coprire con un altro foglio di pasta e con uno stampino ritagliare i tortellini. Cuocere in acqua salata per circa 5 minuti. Raccogliere in una ciotola il Grana Padano con la Curcuma per amalgamare i due ingredienti. Versare in un piattino e passare al micro-

onde per sciogliere e poi seccare il composto. Preparare il condimento scaldando il latte, aggiungere il Taleggio a pezzetti per fondere. Versare questa fonduta sul fondo del piatto, aggiungere poi la pasta scolata. Sbriciolare con le dita il Grana/ curcuma e versare poi sul piatto di portata. Anna - www.cucinacreare.it

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RIFLESSIONI

PANCHINE A FORMA DI LIBRO APERTO

A Londra nel 2014 sono state installate 50 panchine a forma di libro aperto, decorate da artisti locali. Curiosando ho scoperto che anche molte città italiane hanno queste panchine, decorate da artisti locali, ma più spesso da studenti di Licei Artistici e Accademie delle Belle Arti, in collaborazione con i Comuni e Associazioni culturali!! A Foggia abbelliscono gli esterni dell’Università e si ispirano a scrittori famosi. A Terrasini (PA), sul lungomare creano un percorso letterario ispirato a grandi autori siciliani. A Napoli nell’Aeroporto di Capodichino hanno tema conduttore il viaggio. Nel Parco del Miglio d’Oro di Ercolano e Procida sono dedicate a grandi scrittori. A Pescara, in vari punti della città, 10 panchine posizionate in occasione della Giornata del Libro recitano versi di vari poeti. A Brindisi la 1° panchina è decorata con immagini che rappresentano i simboli della città. A Terni, nel Parco di viale Trento, raccontano “Nera e Velino”. A Torino il Museo d’Arte Urbana ha scelto 10 panchine per i giardini pubblici di Piazza Moncenisio dedicate ai migliori maestri d’arte contemporanea. A Montesegale (PV) ci sono le panchine “dolce far nulla” per sensibilizzare alla natura e all’arte. A Pola (UD) le prime 5 panchine di pietra bianca, nel Parco Archeologico recitano citazioni di scrittori famosi. Sul lungomare Vespucci a Punta Secca di Modica (RA) una panchina è dedicata a Salvatore Quasimodo. Ad Albenga, 06

sulla passeggiata a mare ci sono 10 panchine con aforismi e frasi celebri. A Capo d’Orlando (ME) si possono ammirare 4 panchine a tema tradizioni e di autori siciliani. A Novellare (RE) sono state collocate nella Piazzetta del Parco Augusto Daolio ( indimenticato leader dei Nomadi), in collaborazione anche con Beppe Carletti, panchine romantiche e con richiami alla natura. A Bari sul lungomare 10 panchine mostrano citazioni di romanzi di autori locali. Da questo elenco (probabilmente non completo), si evince che questa bella iniziativa è presente da nord a sud in molte nostre città e qualunque tema sia stato scelto per abbellire queste panchine, vale la pena di apprezzarle, rispettarle e possibilmente crearne delle altre. Piccole perle di cultura e di saggezza alla portata di tutti! chissà che non ne vengano realizzate anche a Brescia ma, perché no, anche a Montichiari e in altri paesi della provincia. Ornella Olfi


OROSCOPO dal 12 al 25 Settembre 2019

ARIETE - 21/03-20/04

TORO - 21/04-20/05

GEMELLI - 21/05-21/06

Molta curiosità e uno spirito intraprendente pressano per farti intrecciare nuovi rapporti. Sei più grintoso in campo sentimentale. Se cerchi evasioni erotiche, troverai ciò che fa per te. Svolta significativa nel settore economia.

Idee geniali unite a creatività e a uno spirito ricercatore che va oltre ogni aspettativa, danno un’impronta decisiva all’attività. Tutto fa pensare a un periodo d’oro, di crescita e miglioramento.

Amici, interessi, appuntamenti di lavoro incrementano la tua voglia di esplorare il mondo. Amore superlativo. Domenica, è possibile innamorarsi di una persona molto speciale.

CANCRO 22/06-22/07

LEONE - 23/07-23/08

VERGINE - 24/08-22/09

Hai bisogno di un’emozione forte. L’idea di vivere un’avventura di una sola notte ti tenta, e questo potrebbe succedere. Se sei già impegnato, questa scelta potrebbe mettere fine a un rapporto ormai logoro. Se sei single, prima di cadere tra le braccia di una persona opportunista, fatti due conti.

Esprimi i tuoi desideri: giorni speciali per amore, sesso, figli, creatività. Non sottovalutare questa previsione e vedi di incalzare gli eventi. Al lavoro e a scuola sono ancora l’intuito e la creatività espressiva a valorizzare il tuo operato.

Se stai vivendo una relazione instabile, preparati a un salto di qualità oppure a un addio. La Luna Nuova di venerdì suggerisce di voltare pagina, senza rimpianti. Con Venere a favore puoi contare su una certa tranquillità in tutti i settori, compreso quello della salute.

BILANCIA - 23/09-22/10

SCORPIONE - 23/10-22/11 SAGITTARIO - 23/11-22/12

Ti piace molto tutto ciò che movimenta le tue giornate, e le stelle della settimana muovono le acque già a partire da mercoledì. Metamorfosi in corso per chi vuole modificare lo stile di vita. Se i tuoi ti stressano o il rapporto di vecchia data ti soffoca decidi di prendere il largo.

Usa bene il tuo tempo. Che ne dici di lasciar perdere i tanti impegni professionali per dedicarti un po’ di più al tuo lui o alla tua lei? Soddisfazioni inattese nella vita di coppia.

Se sei single preparati a cambiare stato sociale e domenica non trascurare le parole dette da un amico. Potrebbero celare una dichiarazione d’amore. Svolte esistenziali tra giovedì e venerdì, giorni superlativi da vivere intensamente.

CAPRICORNO 21/12-20/01 ACQUARIO - 21/01-19/02

PESCI - 20/02-20/03

Meglio tenere d’occhio un collega o un concorrente poco leale: occhio al suo doppio gioco. Fagli capire che la parte della vittima, ora più che mai, non fa per te. In amore evita di discutere con il partner di sempre. Smettila di dar corpo a delle visioni distruttive.

Amore o carriera? Otterrai ciò che desideri se saprai concentrarti su un unico obiettivo. Il Novilunio di venerdì è perfetto per fare chiarezza dentro di te: decidi della tua vita ed elimina le presenze negative. I giorni centrali si prevedono molto romantici: ottima l’intesa con il tuo amore di sempre...

La settimana prende il via con stelle generose per carriera e immagine pubblica. Ti puoi realizzare o liberarti da attività non congeniali al tuo temperamento creativo. I giorni centrali sono rilevanti per l’amicizia: dà una nuova impronta ai rapporti con gli amici di sempre. Momento eccezionale per l’amore.

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TERRITORIO

Visano tra storia e tradizione

«Patriae scribere iussit amor» «l’amor patrio mi spinse a scrivere» (Ovidio) VISANO è un piccolo paese della Provincia di Brescia, a circa 60 m. sul livello del mare, alla destra del fiume Chiese. Dista dal capoluogo 29 Km. ed è collegato alla sua città con la ferrovia Brescia-Parma e col servizio di autocorriera della Saia di Mantova. Tutto il territorio comunale misura

Kmq. 11,20, con una popolazione a fine giugno del 2011 di 1.957 abitanti.Confina a nord col comune di Calvisano; a ovest con quello di Isorella; a sud con Remedello; a est con il comune di Acquafredda. Il paese è collocato all’inizio della pianura Padana, a sud del lago di Garda, dopo le varie ondulazioni moreniche nelle colline di Montichiari e di Carpenedolo. Il suo sottosuolo è di origine post-glaciale per i vari depositi di sabbie, ciottoli ed argille. «Gran parte della Pianura Padana era allora e lo fu ancora più tardi occupata da estese paludi e da fitte selve». (Ettore Pais in Storia critica di Roma, cap. I, pag. 286 - cfr. Strabone in Geografia). Non bisogna pensare il suolo di questo paese nelle condizioni attuali, ben coltivato, bonificato e quartierato; era un terreno lasciato ai pascoli e dove abbondavano immense distese di boschi per il continuo rifluire delle acque del fiume Chiese, frequentemente in piena e straripante, che libero dalle modeste arginature naturali, con facilità invadeva tutta la terra circostante e gli stessi vicini paesi, rendendoli paludosi e malsani. Lo stesso sottosuolo, detto «zona dei fontanili», favoriva, l'estendersi di queste foreste di pioppi, di quercie, di olmi, di betulle ed il moltiplicarsi della selvaggina, trovando asilo sicuro e cibo tra la frescura del rigoglioso sottobosco. Ancora oggi, nonostante la distruzione di queste foreste per

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TERRITORIO

utilizzare il terreno a coltivazione intensiva, questi luoghi sono chiamati «Bosco, Boscone, Boschetti, ecc.». La presenza di questa vegetazione boschiva doveva certamente favorire la permanenza dei Cenomani, in quanto essi ritenevano il bosco luogo sacro. La loro casta sacerdotale, i «Druidi» (derivante da «Derù = Bosco, quercia», voce sacra celtica, come vuole l'Odorici con Plinio) presiedeva con grande prestigio e con comando assoluto agli atti di religione, ai riti, alle preghiere nei boschi, ritenuti veri templi e dove tra le ombre, il silenzio e la maestà del luogo compiva le sue arcane cerimonie, pubblici convegni, adunanze civili per discutere sui vari ordinamenti sulla pace e sulla guerra."

Municipio Virgilio nell’Aen. L. Vili, 351 così scrive: «Hoc nemus, hunc, inquit, frondoso vertice collem, quis deus, incertum est, habitat deus» «In questo bosco e là dove questo monte è più frondoso, un dio, non si sa quale ma certo abita un dio». Tra l’altro questa formazione di simili terre boschive, paludose e di livello molto basse, non poteva essere meglio significata se non con la voce «IS», che vuol dire «Basso». Arnaldo Gnaga nel vocabolario toponomastico-topografico riporta l’etimologia proposta da Mons. Pietro Tiboni della voce «VIS» (cel-

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TERRITORIO

tica), che indica «Pascolo», termine che ben si Sappiamo che a Solferino, a Gottolengo, a Readdice al nostro paese. medello furono trovate delle palafitte. La stessa tradizione religiosa, scomparsa non La piena del fiume Chiese del 1976 ebbe a molto tempo fa, di portare il bestiame alla no- distruggere la diga qui a Visano, permettenstra chiesetta di S. Rocco nell’occasione del- do non solo alle acque di ritornare allo scorla festa di S. Antonio o di S. Firmo, potrebbe rimento normale ma di riportare il letto del essere stata originata da un precedente culto fiume stesso come era «ab antiquo», facendo pagano in onore al dio Pane, dio dei pastori e riemergere dai fondali, alla profondità di oltre degli armenti. due metri, numerose La stessa chiesa di S. palafitte. Pancrazio in MontiOra il Dotti fa queste Acconciature Uomo & Donna di Silini Stefania chiari (monumento naosservazioni: «Palafitzionale dal 1911) la si ta = palo infisso» fu vorrebbe costruita su così denominata dalle un antico tempio depalificazioni dei fondicato a Minerva, dea dali sui quali veniva della guerra e della costruita; succede che sapienza e per il fatin sanscrito il palo si to che, nell’occasione Villaggio Sandro Pertini,24 - VISANO (BS) denomini «ISE-ISA» della fiera di S. Pancoi molti raffronti sui Cell. 333 2489483 crazio, i fedeli, seconlinguaggi ariani indoedo l’uso vigente non molto tempo fa, facevano uropei. Quindi a migliaia di anni, ci si accorge fare al bestiame tre giri attorno al tempio, si della parificazione del significato: PALAFITTA vuole ammettere che proprio sul colle vi fosse in italiano = ISE, ISA in sanscrito, da cui la noun tempio al dio Pane. stra parola italiana «Isola». Uno studio recente ed originale del Sign. Ste- Credo opportuno accennare, anche se di sfugfano Dotti sulle palafitte bresciane potrebbe gita, una bellissima annotazione del Prof. Alaprire altra via per capire l’attribuzione del berto Albertini in «Note di storia ed epigrafia»; nome di: «Visano» a questo paese. scrive: - «VES» è alla base di molti temi di nomi

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TERRITORIO

personali e divini, etnici e toponimi del mondo ligure o celto ligure e gallico; lo stesso Holder III-225 dichiara che «VESOS» ricorre in nomi personali gallici anche se in composizione come «BELLO-VESOS» o «VISOS», «SEGO-VISOS» ecc.; lo conferma Schulze in Eigennamen che «VES-VEIS-VIS» sono «idetisch», senza possibilità di affermare l’unità dell’origine per tutta la massa di quei gentilizi dalla differenza di quantità tra «VIS» di Visellius e «VIS» di Visenus, Visidius (con la -i- lunga secondo testimonianze epigrafiche) e Vesius (con la -e- lunga). Da quanto si è potuto raccogliere, anche se in maniera disordinata, si può affermare con una certa sicurezza che il nome di Visano è di origine gallico-celtica e per conseguenza il nostro paese non può essere fondato dai Longobardi o da altra orda barbarica; ne dai Latini; ma dai Cenomani. Tratto da: VISANO E LE SUE ORIGINI frammenti raccolti a volo d’uccello) Don Stefano Sega STORIA La fondazione, a seguito delle indagini epigrafiche e toponomastiche, potrebbe risalire ai Galli Cenomani che si stanziarono nei pressi del fiume Chiese. Sono state trovate anche tombe e crocette di epoca barbarica.

Fu sede di una pieve, la cui presenza è attestata prima che il Monastero di Leno prendesse possesso di diverse proprietà nella zona. In un documento del 1275 relativo all’elezione vescovile di Berardo Maggi, l’arciprete visanese è nominato al sesto posto, a dimostrazione dell’antichità della pieve che amministrava. Nel 1332 risulta che il paese sia stato raso da Mastino della Scala, mentre sedici anni dopo altre distruzioni furono compiute da Giovanni Visconti. Non viene citato nell’Estimo Visconteo del 1385, mentre nel 1396 un documento del figlio del Visconti, Uberteto, chiedeva al vescovo di Brescia l’investitura del feudo visanese. Nel XV secolo, Visano entrò a far parte del territorio della Repubblica Veneta che lo inquadrò prima nella Quadra di Calvisano, come testimoniano documenti del 1473, poi in quella di Ghedi (1679) Giovanni Da Lezze, nel suo Catastico Bresciano (1610), fornisce poche informazioni sul paese, tra cui quella che la chiesa, dedicata a San Pietro, era officiata da un curato, mentre l’arciprete non vi risiedeva, pur percependo una pensione. Il nobile veneziano sostenne che la causa della scarsità degli abitanti fosse dovuta alla scarsa salubrità della zona. Nel 1689 iniziarono i lavori per la costruzione della nuova parrocchiale dedicata, oltre al patro-

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TERRITORIO

no plebano Pietro anche a San Paolo.Fu voluta dall’arciprete Giacomo Marchionni. Durante la visita del vescovo Marco Dolfin (1704), l’edificio ecclesiale risulta completato, ma non ancora consacrato. A seguito delle vicende che interessarono il bresciano nel 1797, il comune entrò a far parte della Repubblica Bresciana (marzo) e quindi della Repubblica Cisalpina (novembre). Fu assegnato al cantone del Clisi con legge 1º maggio 1797, mentre nel maggio dell’anno seguente passò al Distretto di Gottolengo e ad ottobre dello stesso anno fu inglobato nel Distretto dei Colli, entrambi facenti parte del Dipartimento del Mella Nel 1801 fu poi incorporato nel Distretto III di Verola Alghisi, sempre del dipartimento del Mella, e in tale situazione si mantenne durante la napoleonica Repubblica Italiana. Con il passaggio al Regno d’Italia, fu ridefinita l’impostazione amministrativa e Visano divenne comune di Terza classe, assegnato al Cantone II di Leno del Distretto III di Verolanuova. Nel 1810, la municipalità fu soppressa e il territorio entrò a far parte del comune di Calvisano. Dopo il Congresso di Vienna e l’assegnazione della provincia bresciana al Regno Lombardo-Veneto, Visano riottenne l’autonomia municipale e fu assegnato, con notificazione 12 febbraio 1816, al Distretto IV di Montechiaro. A seguito della Seconda guerra di indipendenza italiana, Visano,

con tutta la provincia bresciana entrò a far parte del Regno di Sardegna, dal 1861 Regno d’Italia. Il paese fu inquadrato nel Mandamento II di Montechiaro a sua volta appartenente al Circondario V di Castiglione. el 1868, dopo gli eventi della Terza guerra d’indipendenza, il circondario castiglionese fu scorporato e Visano, con tutto il mandamento monteclarense, entrò a far parte del Circondario V di Verolanuova. Nel 1893 fu raggiunta dalla ferrovia Brescia-Parma. Monumenti e luoghi d’interesse Chiese •Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, costruita nel XVII secolo sulla precedente pieve. La pala dell’altare maggiore è stata dipinta dai Paglia, padre e figlio. • Chiesa di San Rocco: chiesa di campagna costruita nel Cinquecento. Gli affreschi sono

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opera dello Scalvini. Il periodo di riferimento di costruzione della chiesa della Purità della Beata Vergine risale presumibilmente al XV secolo. L'edificio viene citato nei documenti riguardanti le visite pastorali di mons. Bollani (1573), card. Carlo Borromeo (1578) e di card. Giovanni Baduario (1713). Descrizione Il fabbricato, a pianta rettangolare terminante sul presbiterio anch'esso rettangolare, è orientato a sud. La facciata, interamente intonacata, presenta registro unico a spiovente. In mezzeria, oltre il portale di ingresso costituito da lesene laterali e trabeazione lapidea, si riscontra la presenza di una finestra rettangolare priva di decorazioni. Oltre all'apertura sul prospetto principale, le finestre a tutto sesto disposte sul fianco est consentono l'illuminazione naturale degli spazi

Chiesa di San Rocco interni. Il campanile, di fattura settecentesca, si trova sul ovest dell'edificio ed è rimasto inglobato da una struttura costruita probabilmente in epoca successiva all'edificazione della chiesa. All'interno, l'austera aula presenta una copertura a due falde con tavolato in cotto e travi e travetti lignei che poggia sui muri perimetrali e sull'arco posto nel punto mediano dei lati lunghi della navata. Il presbiterio rettangolare è coperto da cupola in cemento armato e lucernario centrale. • Palazzo Ruggenenti: fu eretto dai marchesi Ippoliti e fu acquistato nel 1709 dai conti Bettoni •Villa Barbera. Fu costruita nel 1870. Si tratta di palazzo campestre a due livelli, più il sottotetto con fronte simmetrica. Possiede un portico a due lati con cinque arcate sorrette da colonne e volte a vela.

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GHEDI 7° concorso di Fotografia Tema libero La Pro Loco Ghedi in collaborazione con il Circolo Fotografico Lambda BFI organizza il 7° concorso biennale di fotografia a TEMA LIBERO, colore e bianco nero presso Auditorium BCC Agrobresciano sito in Piazza Roma,17 a Ghedi (Bs). La premiazione sarà domenica 6 ottobre alle ore 11:00 La mostra fotografica avverrà dal 6 al 13 ottobre 2019 dalle ore 10:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 19:00. Termine presentazione immagini il 22 settembre2019. Per ulteriori informazioni: Piero Beghi, tel. 030901354 - 3892996143. www.prolocoghedi.it eventi@prolocoghedi.it www.cg-lambda.it info@cf.lambda.it

LENO All'ombra dell'Abbazia Tema libero

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Sabato 28 e domenica 29 settembre dalle ore 16:00: all’Ombra dell’Abbazia - Federico Barbarossa a Leno Rievocazione liberamente ispirata ad un evento storico testimoniato: la presenza a Leno dell’Imperatore Federico Barbarossa che, nel dicembre 1184, soggiornò nell’antica abbazia benedettina lenese per dirimere un’annosa disputa fra l’abate del monastero e il vescovo bresciano. Vita da campo medievale. Una passeggiata tra fuochi accesi ed accampamenti, cantastorie e popolani, dove assistere a dimostrazioni di tiro con l’arco, esercitazioni di spade e addestramenti


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QUESTO E' IL MIO NOME

Thomas Il significato del nome Tommaso è, letteralmente, “gemello”. Il nome Tommaso è divenuto, nel corso dei secoli, anche simbolo di incredulità. L’apostolo Tommaso, infatti, dovette toccare le piaghe di Gesù per credere alla sua resurrezione. Questo nome, nella forma italiana Tommaso è abbastanza diffuso soprattutto nel Lazio e nel Mezzogiorno. In Inghilterra, invece, divenne popolare solo dopo la conquista da parte dei Normanni. La sua diffusione, però è dovuta soprattutto alla figura di Thomas Becket.

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Onomastico Thomas viene festeggiato il 28 Gennaio in onore del teologo San Tommaso d’Aquino, patrono degli studenti. alcuni lo festeggiano il 29 dicembre in onore di San Tommaso Becket assassinato nella cattedrale di Canterbury nel 1170. Caratteristiche del nome Chi porta il nome Thomas è un amico fedele e generoso e sempre attento alle esigenze di chi gli sta intorno. Spesso, nel corso della sua vita, è pronto a compiere buone azioni. Vivace e intelligente ama, inoltre, le scienze, la letteratura e la filosofia. Origine: aramaica Parola chiave: fedeltà Numero portafortuna: 2 Colore: Blu Pietra Simbolo: Zaffiro Metallo: Rame Onomastico: 28 gennaio Segno zodiacale corrispondente: Cancro

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Punto di comunitĂ del tuo PAESE Quanto vali nel mondo del lavoro? Appuntamenti periodici a cui puoi partecipare liberamente presso il Punto di ComunitĂ del tuo Paese. E' un modo di riattivarsi, condividere conoscenze, relazioni e strumenti per avvicinarsi al lavoro e scoprire i propri talenti. 16.09 Pdc VISANO 09.30-12.30 Orientamento alla ricerca attiva: gli strumenti operativi. 17.09 Pdc CARPENEDOLO 09.30-12.30 Il curriculum vitae e la lettera di presentazione. 18.09 Pdc MONTICHIARI2 09.30-12.30 Bilancio di competenze.

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ACQUAFREDDA

Lacrime di colore

Sta per concludersi il periodo di vacanze ma nel piccolo paese si predispongono appuntamenti culturali: una inedita mostra di pittura a settembre ed il nutrito programma de La Funzione d’ottobre. “Lacrime di colore”, va in scena nelle giornate 13-14-15 di settembre. Si tratta di una “personale” di Stefano Santi, su invito dell’Amministrazione comunale che affianca nell’organizzazione lo Studio Arch.& Ing, Arnaldo Santi; mostra dedicata al pittore Iris Giovanni Piva (Acquafredda 1912-Brescia 1994). Una dozzina le opere da proporre sul loggiato del palazzo municipale ex conti Bonzi; vernice alle 21 di venerdì 13 settembre con interventi del sindaco Maurizio Donini e dell’autore arch. Stefano; presentazione a cura della m^ Rita Zaina Piva. Sabato 14 e domenica 15 settembre apertura continuata dalle 9 alle 21. Il perché del titolo “Lacrime di colore” lo spiega Stefano Santi: “Sono le gocce attinte sull’ultima

velatura di colore, come a rendere meno lezioso il dipinto, rincorrendo gli espressionisti – astrattisti dei primi ‘900. Una tecnica che vale anche come mia firma.” Di recente Stefano Santi è stato protagonista con sue “personali” allo “Spazio Aref” (Brescia-piazza Loggia) e ad Asola. Dopo questa personale ad Acquafredda, paese di residenza dell’autore, Stefano Santi sarà ospite a Castelgoffredo in ottobre.

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RIFLESSIONI

AGOSTO 1967 - parte seconda Ritornati dalla vacanza a Maderno (bellissima località sul lago di Garda), resa disastrosa dal mio vivace comportamento; anche se io in realtà mi ero divertito parecchio, non altrettanto mia mamma, che essendo già molto magra ed avendo perso 5 kg in 15 giorni, finì decisamente sotto peso, al punto che il nostro medico di famiglia le prescrisse una cura ricostituente. I miei nonni paterni Oddone ed Elena, che vivevano con noi in cascina, cercavano di tenermi lontano da lei per farla riposare e riprendere un po'. La cascina dove sono nato (e che porterò sempre nel cuore), aveva un portico che copriva anche la porta di ingresso e li sotto su un grande tavolo i miei nonni stavano spennando 2 giganteschi tacchini, sotto il tavolo c'era un enorme cestone di vimini (el sistu ), dove mettevano le lunghe piume che toglievano agli animali. Io giocavo li vicino a loro; mio nonno Oddone non era per niente contento di come era andata la nostra vacanza che lui aveva finanziato e commentava: <ma si può farsi rovinare le ferie da un pistolino così? Se c'ero io la, gli piantavo dei calci nel culo, vedi come si raddrizzava!>, <Piantala Oddone, dovresti vergognarti di quello che dici, calci nel culo ad un bambino di 4 anni, non è così che si insegna l'educazione>. Io ero lì vicino e quel che sentivo dire dal nonno, non mi piaceva per niente, così andai sotto il tavolo, presi una gigantesca piuma appuntita dal cestone, andai dietro al nonno e quando si chinò in avanti, con tutta la forza gliela piantai nel sedere, purtroppo inavvertitamente invece di centrargli una natica gli infilzai i marroni; nonostante i suoi 70 anni, fece un salto incredibile; poi urla, bestemmie: "el ma ruinat, el cope, el cope", io cercavo di entrare in casa ma lui saltava proprio davanti alla porta; poi quando si riprese, cominciò a rincorrermi come una furia, per fortuna andavo come una saetta; intanto 20

nonna Elena aveva aperto la porta di casa e mi chiamava:"Giordano, dai vieni, forza" velocissimo mi infilai in cascina e lei si mise davanti a braccia aperte:<Oddone, fermati adesso non vai in casa, sei troppo arrabbiato, gli fai del male>, <Elena, spostati o non rispondo più di me>, <toglimi la mano dal braccio o giuro che te ne faccio pentire finché campi!>; il nonno sapeva benissimo che donna aveva di fronte e non osò sfidarla. In casa nel frattempo, mia mamma aveva dato il chiavistello alla porta; <Giordano, si può sapere cos'hai combinato? Il nonno urlava come una belva>, <gli ho piantato una penna nel sedere e lui continuava a dire:"i me coioni, i me coioni;>, <ma è possibile che non riesci a controllarti? Adesso stai vicino a me finché il nonno non si calma, sai che lui non scherza>. Il mattino del giorno successivo uscii di casa guardando bene in giro che non ci fosse il nonno, ma appena superai il portico mi arrivò nel didietro un terribile calcio, al punto che feci una piroetta in avanti; il nonno era nascosto dietro un pilastro, "hai visto che ti sono arrivato anche senza correre?"; mi venne una tale rabbia che non riuscivo neanche a piangere. Passai tutta mattina a pensare a come fargliela "pagare"; quando a mezzogiorno lo vidi togliersi gli stivali e lasciarli vicino alla sedia sotto il portico mi venne un'idea, spostai le pezze che usava per avvolgersi i piedi e feci la pipì in uno degli stivali; poi rimisi le pezze come prima. Dopo la pennichella del post-pranzo, il nonno uscì, (io lo osservavo a distanza di sicurezza, pronto a scappare fuori dal cancello), si sedette, si avvolse i piedi con le pezze e li infilò negli stivali, dopo pochi secondi se ne tolse uno, annusò la pezza e il calzino e si guardò in giro, quando mi vide mi puntò il dito contro e disse: <cancher>, ma non mi inseguì, andò in casa con in mano lo stivale e poco dopo uscì assieme a mia mamma:


RIFLESSIONI

<Giordanoo, vieni il nonno ti deve parlare>, <de chee>, avevo ancora il culo che mi faceva male; "vieni, ha promesso che non ti tocca con un dito, dai forza; "a quelle parole, cautamente mi avvicinai; "Ascolta Giordano, stamattina ero ancora arrabbiato, ti ho dato un calcio troppo forte ma mi sono pentito subito dopo, facciamo un patto: io ti prometto che non ti picchierò mai più e tu mi prometti che non mi farai mai più dispetti, va bene? Stringiamoci la mano"; io guardavo mia mamma e lei: <dai Giordano, stringi la mano al nonno> e così gli presi un dito e glielo strinsi. Da quel giorno in poi, i miei rapporti con nonno Oddone cambiarono completamente, all'indomani mentre stava andando al bar Sport da Mary, mi chiamò dicendomi: <vuoi venire con me in paese?> Io ero contento, mi mise sulla canna della sua bicicletta e partimmo. Durante il tragitto mi spiegava: "quel campo di erba si chiama medica, quello è mais o granoturco, questo albero è un pioppo; è importante che un contadino conosca tutte le piante". Cominciò a portarmi con sé anche sul trattore, il mitico Ferguson grigio acquistato nel 1952, io mi sistemavo seduto sulla cassetta contenente le chiavi, attaccata al parafango, mi piaceva da matti. Passò qualche mese, Natale era vicino, una mattina, finito di bere il latte, chiesi a mia mamma dove fossero il papà e il nonno: <sono andati in paese in banca>, mi rispose; uscii in cortile e vidi la 500 nella sua rimessa; qui gatta ci cova, mia mamma mi aveva detto una bugia; cominciai a cercarli dappertutto: in stalla, nel sottoscala, nel granaio, finché andai in cantina e li erano entrambi: <Giordano non devi entrare, stiamo costruendo una sorpresa>, mi disse papà e mi accompagnò fuori. Chissà cosa stavano costruendo? La mattina di Natale mi sveglio, scavalco le sponde del mio lettino (ormai troppo piccolo), arrivo in cucina, mio papà e mio nonno mi aspettavano; mi dissero: "vieni Giordano ti vogliamo far ve-

dere una cosa", mi portarono in cantina; "Buon Natale!" Avevano costruito per me una bellissima carriola di legno, usando una ruota di ferro di una vecchia zappatrice ormai inutilizzata; ero talmente contento che credevo di scoppiare dalla gioia, saltavo come una molla; il papà e il nonno vedendomi così felice, si facevano le "uova dentro"; quanti kilometri ho percorso con la mia meravigliosa carriola. Alla sera del 27 dicembre, siamo tutti a tavola, mio nonno era particolarmente felice e stava mangiando veramente tanto; "Oddone non esagerare, lo sai che dopo non riesci più a dormire, non vorrai scoppiare?" Gli disse nonna Elena. Purtroppo il presagio delle sue parole si avverò durante la notte, mio nonno ebbe una terribile crisi ed il suo cuore si fermò. Quella mattina (28 dicembre 1967), venne a svegliarmi mia zia Orsola, sorella di mio papà, dicendomi: <Giordano, il nonno se n'é andato>, io pensavo: "ma come andato? Senza di me? Mi aveva lasciato a casa! Poi entrammo nella sua stanza, sdraiato sul letto, era bianchissimo indossava ancora il pigiama, sul comodino c'erano 2 flaconi pieni di sangue; il nostro medico nel tentativo di alleggerirgli il cuore, gli aveva praticato un salasso, ma inutilmente; lo chiamai più volte, ma lui niente; "Giordano, il nonno non ti può sentire, sta dormendo il sonno eterno", - "non si sveglia neanche domani?", - "Non si sveglierà mai più", e li cominciai a piangere disperato. Se n'era andato proprio nel momento in cui cominciavamo a conoscerci; chissà quante cose avrebbe potuto insegnarmi. Della mia stupenda carriola è rimasta la ruota di ferro, adesso è appesa nella rimessa dove c'è il Ferguson (non lo abbiamo mai voluto vendere); mi piace avere attorno a me oggetti che mi ricordano persone che mi hanno aiutato a crescere. I ricordi per un uomo, sono importanti come le radici per un albero. Giordano 21


Ed è Poesia

“Di luce e di gioia”

Dolore affonda plasma, scalfisce imberbi coscienze fa il petto ansare l’animo anelare. A profusione, generosi riaffiorano ricordi dell’ora fanno, passaggio cauto. Ticchettio rapido, di pioggia che scende rimanda bagliori, rosso scarlatto. Magia di un chicco di neve riannoda gesti, accorcia distanze riporta nostalgie. Le braccia, spalancare a dismisura si vorrebbe in questa notte di bufera urlante, a squarciagola urlando il nome del padre, da sorella morte lontano condotto, alla luna affidare fra le stelle adagiare con delicata premura. Di luce e di gioia, inzuppare le mani polpastrelli tendere arricciare, vestire di giada. Tempo sfuma dolori stilla dolcezze, riavvicina tempi fa il presente scandire, sentire, odorare con profumo novo di perdono vestendo remoti tinni da essi traendo forza e vigore raggi di sole emozioni rinnovate bellezze mature. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste 22

“Prima classe” Come palloncino bianco l’estate spensierata è volata come nuvoletta vaporosa se n’è andata mi prende per la mano l’autunno, mi porta sui sentieri disegnati dalle foglie dorate, verso la soglia della scuola Lo dico chiaramente a chiunque dubitasse: -Io sono grande, sono già alunno della prima classe! Dara Naumova

“Non sarò rosa...” Non sarò rosa... e mai nemmeno spina, giacché la vita spesso non consente scelte. Rimarrò sul limitare, tra l'ombra e il sole, tra il fango e la speranza; camminando tra l'antico canto e il vagito di sospiri nuovi, tra finestre spalancate e portoni che si negano alla strada... mi ritroverai là, dove il tempo non potrà convincermi a non partorire amore. Pinella Gambino

Immagini” Ti vedo, Ma tu non ci sei. .. Mi stringi a te e l’ emozione mi prende ... (Prepotente Come un fulmine che annulla un probabile, (Stupendo attimo ... Erminia Bertulessi - Bergamo


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RIFLESSIONI

DONNE SPECIALI CHE LA GENTE NON PUO’ CAPIRE... Da qualche parte c’è una donna di 30 anni, senza figli. La gente gli chiede: “non hai ancora figli?” La sua risposta varia da un giorno all’altro, ma di solito include sorrisi forzati. “No, non ancora”, dice sorridendo, ammortizzando la sua frustrazione. “Beh, non aspettare per sempre. Quell’orologio è in corso, sai“, dice prima di partire colui che si crede saggio. La donna sostiene il suo sorriso. Da sola, lei piange... Piange perchè è incinta e ha abortito 4 volte. Piange perchè ha iniziato a cercare un bambino la prima notte di nozze, ed è stato 5 anni fa. Piange perché suo marito ha una ex moglie che gli ha dato dei figli. Piange perché vuole disperatamente provare un trattamento in vitro, ma non può nemmeno pagare il deposito. Piange perchè le medicine che prende non le permettono di rimanere incinta. Piange perché questo problema genera attriti nel suo matrimonio. Piange perché il dottore le ha detto che sta bene, ma in fondo sa che è lei il problema. Piange perché suo marito incolpa se stesso, e perché quella colpa non lo lascia vivere. Piange perché tutte le sue sorelle hanno figli. Piange perché una delle sue sorelle non voleva nemmeno figli. Piange perché la sua migliore amica è incinta. Piange perché sua madre continua a chiedere: “cosa stai aspettando?” Piange perché i suoi suoceri vogliono diventare nonni. Piange perché il suo vicino ha gemelli e li 24

tratta molto male. Piange perché le ragazze di 16 anni rimangono incinta senza volerlo. Piange perché è una zia incredibile. Piange perché ha già il nome scelto. Piange perchè c’è una stanza vuota a casa sua. Piange perché c’è uno spazio vuoto nel suo corpo. Piange perché ha molto da offrire. Piange perchè sarebbe una grande madre, ma non lo è. Da qualche altra parte c’è un’altra donna di 34 anni, con cinque figli. La gente dice: “Cinque? Beh, spero che tu abbia finito!” e poi ridono... perchè quei commenti sono divertenti. Anche la donna ride, ma non sul serio. Lei cambia argomento, come fa sempre, e lascia passare la mancanza di rispetto. Un altro giorno, da sola, piange... Piange perché è di nuovo incinta e sente di dover nascondere la gioia. Piange perché ha sempre voluto una famiglia grande e non vede perché le persone si disturbano per questo. Piange perché non ha fratelli e si è sempre sentita sola da bambina. Piange perché sua nonna aveva 12 figli e vorrebbe essere come lei. Piange perché non può immaginare la vita senza i suoi figli, ma la gente la tratta come se fossero una punizione. Piange perché non vuole essere compatita. Piange perchè la gente pensa che non sia ciò che voleva. Piange perché pensano che sia irresponsabile. Piange perché pensano di non


RIFLESSIONI

avere voce. Piange perché si sente incompresa. Piange perché è stanca di difendere le sue decisioni private. Piange perché lei e suo marito sono perfettamente in grado di sostenere la sua famiglia, ma non sembra importare. Piange perché è stanca dei commenti “divertenti”. Piange perché a volte dubita di sè stessa e si chiede se avrebbe dovuto avere solo due bambini. Piange perché gli altri sono veloci per criticare, ma lenti per offrire aiuto. Piange perché la gente è maleducata. Piange perché molte persone pensano liberamente della loro vita privata. Piange perché l’unica cosa che vuole fare è vivere in pace. Altrove c’è un’altra donna di 40 anni con un bambino. La gente dice: “solo uno? Non hai mai voluto più?” “Sono felice con uno”, dice con calma, una risposta sperimentata che ha dato più volte di quante può contare. Abbastanza credibile. Nessuno potrebbe sospettare che sola, lei piange... Piange perchè la sua gravidanza è stata un miracolo. Piange perché suo figlio chiede ancora di un fratello o di una sorella. Piange perché ha sempre voluto almeno tre figli. Piange perchè la sua seconda gravidanza è stata interrotta per salvargli la vita. Piange perchè il suo medico le dice che è “ad alto rischio”. Piange perchè sta lottando per badare a chi ha già. Piange perché a volte uno si sente come due. Piange perché suo marito non ha nemmeno considerato l’idea di un altro. Piange perché suo marito è morto e lei non ha ancora trovato l’amore. Piange perché la sua famiglia pensa che uno sia sufficiente. Piange perché è in cima alla sua carriera e non può allontanarsi. Piange perché si sente egoista. Piange perché non ha ancora perso il peso che ha vinto nella sua prima gravidanza. Piange perché la sua depressione post-parto è stata intensa. Piange perchè non può immaginare di passarci di nuovo. Piange perché è ma-

lata e la gravidanza lo aggrava. Piange perchè ha dovuto fare un’isterectomia. Piange perché vuole un altro bambino, ma non può averlo. Queste donne sono ovunque. Sono le nostre vicine, le nostre amiche, le nostre sorelle, le nostre colleghe. Non devono seguire i nostri consigli o rispondere alle nostre opinioni. I suoi uteri sono suoi. Lo rispettiamo!!!

I comuni serviti dal Centro PrivatAssistenza di Ghedi sono i seguenti: Ghedi, Bagnolo M., Leno, Manerbio, Pontevico, Gottolengo, Gambara e limitrofi.

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TERRITORIO

REMEDELLO Storia, Arte, Tradizione e... Sagra di San Luigi Remedello (Remedél in dialetto bresciano) è un comune italiano della provincia di Brescia in Lombardia. È suddiviso in due frazioni: Remedello Sopra, sede comunale, e Remedello Sotto. Entrambe furono municipalità autonome fino al 1927, quando confluirono nell’attuale istituzione. Geografia fisica Il territorio di Remedello è pianeggiante e appartenente geologicamente alla Bassa padana, formato dai depositi alluvionali del Chiese. Questo fiume passa a oriente delle due frazioni remedellesi, separando il territorio comunale da quello di Acquafredda e, parzialmente, da quello di Casalmoro. A meridione il territorio è percorso dalla seriola Asolana che nasce ad Isorella e defluisce nel Chiese ad Asola.

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Origini del nome Secondo il Mazza (1986) l’origine del nome è controversa: si ipotizza derivi dal latino Rus Metelli o da Ramus (ramo) da quale poi si sarebbe tramutato in ramet-ellum. Storia I primi insediamenti risalgono all’Età del Rame. Presso la località Dovarese è stata rinvenuta una necropoli risalente al IV e al III millennio a.C., la cui ricchezza e numerosità dei reperti ha fatto sì che la cultura a cui essa appartiene è stata denominata di Remedello. Anche le epoche successive risultano documentate. A Dovarese sono stati trovati dei reperti appartenenti alla cultura del vaso campaniforme, più precisamente risalenti ad un periodo tra il 2000 e 1800 a.C., mentre il particolare ritrovamento del


ripostiglio di asce in bronzo a Remedello Sopra risulta appartenente al Bronzo antico (1800-1500 a.C.). Nei pressi del confine con Asola sono stati rinvenuti reperti del Bronzo medio (1500-1300 a.C.). Risultano assenti le epoche del cosiddetto Bronzo tardo (XIII secolo a.C.) e del Bronzo finale (XII-X secolo a.C.), sebbene esistano documentazioni nei comuni vicini. Sono infine stati trovati degli insediamenti di epoca gallica e romana, grazie all’iniziativa di metà anni ottanta del XIX secolo del coadiutore della parrocchia di Asola, don Luigi Ruzzenenti, e di studiosi come Chierici e Bandieri. Nella località di Sotto sono attestate tracce di quattro ville o edifici rustici uno dei quali, in località San Giovanni, fu distrutto nel III secolo a causa di un incendio. Di epoca longobarda sono stati infine trovati dei reperti datati V e VI secolo, mentre in epoca carolingia (VIII e XI secolo) risulta che i terreni del luogo erano di proprietà del monastero di Leno e di quello di Acquanegra. In seguito il Vescovo di Bre-

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scia assoggettò la pieve di San Donato sia a livello spirituale sia a livello feudale, tanto che nel 1194 l’abate di Leno, tal Gonterio, portò a processo la diocesi con l’obiettivo di recuperare beni e diritti su gran parte della Bassa bresciana, compreso la chiesa remedellese. A partire dal 1218, Remedello compare più volte nel Liber Potheris del comune di Brescia: dotato di castrum era d’importanza strategica per il controllo dei confini con il mantovano. Nell’estimo visconteo del 1385 viene citato come appartenente alla quadra di Asola. Tuttavia è attestata nel secolo XIV la sua tributarietà nei confronti dei Gonzaga: nel 1427 il castello remedellese fu occupato dal Carmagnola. La comunità fece giuramento di fedeltà alla Repubblica di Venezia la quale tuttavia cedette il territorio a Francesco Gonzaga il quale lo aveva reclamato motivandone l’appartenenza storica alla giurisdizione asolana. Per due secoli fu conteso fra Venezia e Mantova, come tutto l’asolano: durante il dominio della Serenissima i due abitati fecero parte della quadra di

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TERRITORIO

Asola come è attestato anche dal Catastico bre- Nel giugno 1805 i due comuni furono inseriti nel sciano di Da Lezze (1610) e dall’Estimo Mercantile Cantone II di Leno a sua volta appartenente al Didel Territorio (1750). stretto III di Verolanuova del Dipartimento del MelEntrate a far parte della provvisoria Repubblica la. Nel 1810 Remedello di Sotto fu soppresso e il bresciana (marzo 1797), con il Decreto 1º maggio suo territorio fu incorporato in quello di Remedello 1797 Remedello di Sopra e Remedello di Sopra fu- di Sopra. rono considerate municipalità separate all’interno A sua volta il nuovo comune fu inserito nel cantone del cantone del Clisi; questo inquadramento fu poi V di Montechiaro del distretto I di Brescia. mantenuto con il pasDopo l’assegnazione dei saggio al Dipartimento territori del bresciano al del Mella della Cisalpina Regno Lombardo-Veneto (novembre 1797). a seguito del Congresso Nel maggio dell’anno di Vienna, Remedello di seguente, i due comuni Sotto riottenne la munifurono inseriti nel Dicipalità autonoma. I due stretto di Gottolengo, comuni furono compresi poi di Caccia Libera, del all’interno del Distretto IV dipartimento del Mella. Montechiaro della proPiazza G. Bonsignori divincia Dopo la breve parentesi di Brescia. Dopo REMEDELLO (BS) dell’occupazione augli eventi della seconda stro-russa (1799-1800), guerra di indipendenza durante la seconda repubblica cisalpina si pro- italiana e il Decreto Rattazzi (1859), i due comuni cedette ad un riassetto amministrativo (maggio remedellesi entrarono a far parte del Regno di Sar1801) che si mantenne anche durante la napo- degna (dal 1861, Regno d’Italia). Furono inquadrati leonica Repubblica Italiana: le due municipalità nel Mandamento II di Montechiaro del Circondario remedellesi furono affidate al Distretto III di Verola V di Castiglione della nuova provincia di Brescia. Alghise del Dipartimento del Mella. Durante gli ultimi decenni del XIX secolo, i due Con la tramutazione dello Stato in Regno si proce- comuni furono al centro di alcune attività di midette ad un’altra riorganizzazione amministrativa. glioramento della produzione agraria. Nel 1895 a

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TERRITORIO

Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo Remedello Sopra loro territori furono assegnati al nuovo comune di Remedello. Monumenti e luoghi d’interesse Remedello Sopra Castello - Remedello Sopra • Castello: stando al Catasto Napoleonico del 1808 che ne riportava i confini, il fortilizio aveva Remedello Sopra Padre Piamarta e don Giovanni pianta quadrata. Di esso, oggi rimane solo la torre Bonsignori fondarono la Colonia Agricola Brescia- in muratura posta laddove c’era l’ingresso. na in cui fu sperimentato il principio di Stanislao • Chiesa di San Lorenzo: parrocchiale costruita nel Solari sulla rotazione delle colture di leguminose 1601 al posto di un precedente edificio ecclesiale allo scopo di favorire l’Azotofissazione. Tobia Bre- a sua volta edificato nel Cinquecento. All’interno è sciani, invece, collaborò con Ottorino Villa a Reme- presente una pala dedicata a San Lorenzo, patrodello Sotto e progettò un canale per lo sfruttamen- no della frazione, opera di un allievo del Tiziano. La pala dedicata alla Madonna con Gesù Bambino in to delle acque del Chiese. Nel 1927, con Regio Decreto 11 dicembre 1927, grembo assieme ai santi Giuseppe, Agnese, Seban. 2479, le due municipalità furono soppresse e i stiano e Quirino proviene invece dalla chiesa della

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TERRITORIO

Chiesa dei morti del Gandino Remedello Sopra Disciplina: è incorniciata da una soasa in legno laccato. • Chiesa della Disciplina: costruita nel Quattrocento dalla confraternita del Rosario e poi passata a quella dei Disciplini nel Cinquecento. Subì trasformazioni negli anni ottanta del XVIII secolo. Gli interni sono opera di Lamberto Orazio de Rossi che dipinse episodi del Nuovo Testamento tra cui una copia dell’Ultima Cena leonardesca. Nel

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Chiesa di San Donato - Remedello Sotto 1967, l’edificio è passato in proprietà all’Istituto Bonsignori che vi ha collocato il museo civico per i reperti archeologici rinvenuti nella zona. • Santuario dei morti del Gandino: è dedicato alla Maternità della Beata Vergine Maria. Fu costruito nel XVIII secolo come Ex voto per la peste del 1630. Remedello Sotto • Chiesa di San Donato: parrocchiale costruita nel 1774 sulla precedente pieve e dedicata a San Donato patrono della frazione. Persone legate a Remedello • Giovanni Battista Piamarta, presbitero, educatore e santo. Ha fondato anche l’istituto Bonsignori che oggi è una grande scuola con numerose facoltà pubbliche e scuole private. • Loris Boni - ex calciatore Museo Civico Archeologico

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Museo Civico Archeologico di Remedello Il Museo Civico Archeologico di Remedello è ospitato nella ex Chiesa dei Disciplini, sorta verso la fine del 1400 e decorata da un imponente ciclo di affreschi incentrato sulle storie della vita di Gesù, opera del pittore locale Lamberto Orazio De Rossi. Il museo nacque nel 1975 grazie al Centro di Promozione Locale, per preservare le assai numerose testimonianze archeologiche provenienti dal territorio, che confluirono nella Disciplina, dove fin dagli anni ‘60 avevano trovato posto i materiali della collezione Carlotti, di proprietà dell’Istituto Bonsignori di Remedello. Le raccolte sono state

incrementate negli anni ‘80 in seguito all’attività del locale gruppo archeologico e agli scavi diretti dalla Soprintendenza Archeologica della Lombardia. L’esposizione dei materiali di proprietà statale è organizzata in senso cronologico, con reperti e contesti che testimoniano il popolamento del territorio di Remedello dal Neolitico fino all’Alto Medioevo. Tra i materiali neolitici si segnalano i reperti pertinenti al Neolitico antico (gruppo del Vho, fine VII -inizio VI millennio a.C.) provenienti dalla località Cascina Bocche di Isorella. Per l’età del Rame, la Cultura di Remedello (3400/2500 a.C.), nota gra-

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TERRITORIO

zie agli importanti ritrovamenti funerari avvenuti in località Dovarese nell’Ottocento, è rappresentata in museo da una sepoltura femminile rannicchiata (scavi Barfield 1986), da numerosi strumenti in selce rinvenuti in varie località di Remedello e di Ca’ di Marco di Fiesse, da vasi campaniformi del Dovarese e di Gardoncino di Isorella e da un’ascia a occhio in rame puro ritrovata nel letto del Chiese, presso Acquafredda. Le testimonianze del territorio relative all’età del Bronzo incominciano con la fase finale del Bronzo Antico (ceramiche e tavoletta enigmatica da Pellissare di Casalpoglio), per continuare con il materiale dell’insediamento del Bronzo Medio della località Gardoncino di Isorella e quello dell’abitato del Bronzo Recente di Carpenedolo, Campo Chiusarino. Presso il Museo sono inoltre conservate cinque importanti spade di bronzo, da interpretare forse come offerte a una divinità delle acque, di cui quattro (Bronzo Medio) rinvenute nel letto del Chiese, tra Carpenedolo e Remedello, e la quinta (inizio del Bronzo Finale) trovata nei pressi dell’alveo del Mella, a Pavone. L’età del Bronzo Finale è ampiamente documentata dallo scavo dell’abitato di Casalmoro, attivo nei

secoli XII e XI a.C. Alla lacuna di testimonianze per i secoli IX e VIII a.C. fanno seguito altri ritrovamenti di località Dovarese (scavi Barfield 1986) quali le tombe a inumazione del VI sec. a.C., con materiali inquadrabili nell’ambito dell’Etruria padana. Al V sec. a.C. risale invece una fibula di tipo Certosa proveniente da ricerche di superficie in località Colombaie di Isorella. Alcune importanti necropoli illustrano il passaggio alla seconda età del Ferro e il popolamento gallico del territorio. Al II sec. a.C. risalgono le due tombe di guerriero dalla necropoli di Remedello Sopra, località Tagliate, il cui corredo è costituito da una spada con fodero, una punta di lancia, umbone, coltello, fibule, monete e, nella tomba 2, una borraccia. Al periodo tra il La Tène D e l’antica età imperiale si data invece la necropoli di Remedello Sotto località Corte, di cui si conservano alcuni corredi. Infine, al periodo compreso tra I sec. a.C. e I sec. d.C. è da riferire l’importante necropoli romana di Acquafredda, loc. Borgo dei Lupi, costituita da 135 tombe, per lo più a incinerazione, caratterizzata da una notevole ricchezza dei corredi. Di estremo interesse è un rarissimo esempio di moneta celtica, attualmente unico per

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con “istrumento” redatto dall’avvocato Giuseppe Tovini, si costituisce una società anonima tra Padre Piamarta, don Bonsignori e don Bonini per una Colonia Agricola Bresciana. La costituzione della società anonima è interamente opera del Piamarta, che ne sostiene poi anche tutto l’onere per la bonifica e la trasformaSULLE ORME DI SAN GIOVANNI PIAMARTA zione. Bonsignori vi apporta la sua competenza». «Piamarta aveva ricevuto una cospicua eredità Giovanni Piamarta amava la Chiesa, e credeva che dalla contessa Gigli, vedova Tavelli, a Pavone Mel- Dio dona ad ogni uomo dei carismi che domandala. Decide di alienare tale eredità e di acquistare no di essere messi in comune per l’edificazione un fondo in quel di Remedello Sopra, un paese a dei fratelli. In questo luogo vogliamo chiedere a Dio 35 chilometri da Brescia, in piena pianura padana, che i nostri carismi non diventino fonte di orgoglio, a una quindicina di chilometri da Pavone Mella. prepotenza e divisione, ma siano un’opportunità L’acquisto del podere, di 144 ettari, è fatto il 5 per creare luoghi di comunione e di formazione, febbraio 1895. Quattro giorni dopo, il 9 febbraio, come li ha sognati Padre Piamarta.

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dalle 14:00 - (Piazza Feltrinelli) LUNAPARK tutto a 1 €. dalle 15:00 - Pesca di beneficienza - Mostra "Creativi" e hobbisti dalle 19:00 - Risotto e Tortelli ore 20:30 - Commedia dialettale della compagnia "el pont di frer"

SABATO 28 SETTEMBRE Ore 20:00 - Cena in compagnia con spiedo e polenta. Angolo ristoro tutta la serata. Spiedo € 9,00 a porzione. Per l'intera giornata in Piazza Feltrinelli "Bancarelle in fiera". Prenotazioni obbligatorie entro il 25/09/19 al numero 030 95 72 37 Ma- LUNEDÌ 30 SETTEMBRE rinella oppure Buzzoni Giovanni Alimen- Ore 20:30 - Tombolata con ricchi premi tari. - Pesca di beneficienza Ore 21:30 musica con "BAND IT" e pesca di beneficienza. DOMENICA 29 SETTEMBRE Ore 09:00 - S. Messa Solenne in San Donato 34

Le manifestazioni in Oratorio si svolgeranno in tensostruttura riscaldata. Il ricavato sarà devoluto all'Oratorio S.G. Bosco di Remedello Sotto (Bs)


RIFLESSIONI

C'ERA UNA VOLTA L'AMORE L’amore abitava in una casa pavimentata di stelle e adornata di sole.Un giorno l’amore pensò ad una casa più bella. Che strana idea quella dell’amore! E fece la terra, e sulla terra, ecco, fece la carne , e nella carne ispirò la vita e nella vita impresse l’immagine della sua somiglianza. E la chiamò: uomo!NE dentro l’uomo, nel suo cuore, l’amore costruì la sua casa, piccola ma palpitante, inquieta, insoddisfatta come l’amore. E l’amore andò ad abitare nel cuore dell’uomo e ci entrò tutto, là dentro, perchè il cuore dell’uomo è fatto di infinito. Ma un giorno... l’uomo ebbe invidia dell’amore. Voleva impossessarsi della casa dell’amore, la voleva solo e tutta per sè, voleva per sé la felicità dell’amore, come se l’amore potesse vivere da solo. E l’amore fu scacciato dal cuore dell’uomo. L’uomo allora cominciò a riempire il suo cuore, lo riempì di tutte le ricchezze della terra,

ma era ancora vuoto. Lo riempì di tutti i tesori della terra, ma era ancora vuoto. L’uomo, triste, si procurò il cibo col sudore della sua fronte, ma era sempre affamato, a restava col cuore terribilmente vuoto. Un giorno l’uomo.... decise di condividere il suo cuore con le creature della terra. L’amore venne a saperlo.... . Si rivestì di carne e venne anche lui a ricevere il cuore dell’uomo.Ma l’uomo riconobbe l’amore e lo inchiodò sulla croce. E continuò a sudare per procurarsi il cibo. L’amore allora ebbe un’idea, si rivestì di cibo, si travestì di pane e attese silenzioso. Quando l’uomo, affamato, lo mangiò, l’amore ritornò nella sua casa, nel cuore dell’uomo. E il cuore dell’uomo fu riempito di vita, perchè la vita è amore. Un poeta brasiliano.

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SPETTACOLO & ARTE

ARTINSCENA È ufficiale: Artinscena, il programma tv ideato e condotto da Carmen Morello andrà in onda una volta a settimana a partire da mercoledì 25 settembre alle ore 22.55 su Air Italia al n.138 del dtt, canale nazionale del circuito di Gold tv. Carmen Morello si dichiara soddisfatta in quanto a pochissimi giorni dalla firma del contratto per le 12 puntate, ci sono circa 25 iscritti e tanti altri formalizzeranno nei prossimi giorni. Stilisti emergenti, cantanti, allievi attori, ballerini, musicisti, cantautori, modelli, baby model e scrittori si alterneranno nelle 12 puntate mostrando il proprio talento. E in ogni puntata non mancherà l’ospite professionista dello spettacolo che si racconterà. Carmen Morello ha voluto fortemente accanto a sé dei professionisti dello spettacolo in questa fantastica produzione tv quali Raoul Morandi (in qualità di Direttore Artistico), Andrea Bacarelli presenza fissa del programma tv (in qualità di attore intervistatore), Francesca Latini (responsabile casting nazionale), Claudia Vincenzino (fotografa ufficiale), Cinzia De Angelis (responsabile marketing), Roberta De Stefano (truccatrice per Carmen Morello) e tutto lo staff di Serena Pericoli (per il trucco e parrucco) degli artisti e degli ospiti, Magda Coletta (atelier) per gli abiti di Carmen Morello e Stefania La Polla (costumista). Le riprese e il montaggio saranno a cura dello staff tecnico di Gold Tv e le 36

puntate verranno registrare ogni venerdì dalle ore 15 a partire dal 20 settembre in uno dei bellissimi studi tv di Gold Tv siti in via Giacomo Peroni 130 a Roma. Le selezioni degli artisti emergenti continuano, per info contattare Francesca Latini o Donatella Accolla responsabile casting Sicilia o Michele Cucciniello per la Campania scrivendo a artinscena@virgilio.it A cura della Redazione in collaborazione con Laura Gorini


RIFLESSIONI

VIVERE DI PAURE... Troppe volte mi son sentito dire “Dottore, può aiutarmi a trovare una nuova casa a Fido? - sa, il pediatra di mio nipote ha detto che il bambino è allergico...” - “Ma ha fatto qualche test? Qualche prova allergometrica?” - No... ma sa, il bambino ha sempre la tosse... “ e magari fumano in casa, ci sono i lavori in strada, vivono nella polvere ma la colpa è del cane/gatto. Poi ci sono quelli che vogliono dare via il cane/gatto perchè ci sono bambini piccoli per casa ed hanno paura delle malattie. Quali malattie? Non lo sanno ma gli animali portano SICURAMENTE malattie. Viviamo in una società che ci terrorizza col rischio biologico per farci dimenticare il rischio chimico, gente che si terrorizza per una pipì di cane e non delle 10 automobili col motore acceso che gli stanno intorno, la pipì del cane non fa venire il cancro, le polveri sottili si. Ci pensate se il ginecologo di Maria avesse detto “Il bue e l’asinello fuori dalla stalla altrimenti Gesù si ammala!”? La paura fa vendere, è economicamente vantaggiosa, ci fa comperare disinfettanti, ci fa riempire di vitamine ed integratori, ci vogliono far credere di essere tutti malati o perlomeno a rischio di esserlo. Poi, girando per il web scopri che ci sono tantissimi studi che dimostrano che i bambini nati in

case con animali hanno una percentuale di malattie allergiche inferiori, scopri che gli animali fanno addirittura bene alla salute e sapete perché? Perchè il nostro sistema immunitario va allenato, l’aumento vertiginoso delle patologie allergiche che si riscontrano nella nostra società è dovuto all’eccesso di igiene, alla disabitudine del nostro organismo a fronteggiare gli attacchi anche banali. I bambini che giocano con le ginocchia nel terreno, che si fanno microferite, che toccano il fango si ammalano di meno ma così non si vendono disinfettanti per le mani, per la frutta etc. etc., ci fracassiamo di tachipirine, antibiotici ed antinfiammatori diventando sempre più deboli. Sono ormai quasi 29 anni che ogni mattina vado al lavoro e tocco cani e gatti a mani nude, non prendo antibiotici se qualche gatto mi graffia... e non mi ammalo di influenza da 15 anni, non ho mai preso funghi di pelle (e ne ho toccati di gatti con la micosi!), non ho mai preso la scabbia. L’uomo ha sempre vissuto con gli animali, invece di preoccuparci di loro dovremmo chiederci cosa mangiamo, cosa respiriamo, quanta chimica c’è nella nostra vita quotidiana, cosa c’è nei farmaci che ingurgitiamo. Dobbiamo anche chiederci quanti abbiano la depressione e lo stress sulle nostre patologie perché, sia ben chiaro, i nostri animali domestici sono il miglior antidepressivo che esista al mondo e non hanno effetti collaterali, mandarli via è un crimine di cui non dobbiamo essere complici. L’amore degli animali salva vite umane, sappiatelo. Dott. Vincenzo M. 37


ITINERARI

Capo d’Orlando

Calda e accogliente Sicilia Ho potuto visitare sono una piccola parte della Sicilia, ma tanto mi è bastato per portarmela nel cuore al ritorno della breve vacanza. Paesaggi spettacolari a perdita d’occhio, mare cristallino, con chilometri di spiagge libere; grotte con calette suggestive, pietre vulcaniche secolari a formare faraglioni dalle forme affascinanti, impalpabile sabbia e sassolini colorati; piccoli borghi con vecchie casette affacciate su strette strade trafficate, distese di piantagioni di succosa frutta…e ancora tanto cibo ottimo, partendo dall’inimitabile granita con brioche a colazione, al pesce, agli arancini di riso, alla pasta alla norma, ai dolci…tutto veramente squisito! Le ricchezze siciliane naturali, culinarie, storiche e culturali sono ancora più apprezzabili perché la gente locale accoglie i turisti con calore e simpatia! Eravamo un’allegra comitiva di 10 persone, sempre un po’ incasinate negli spostamenti, soprattutto nelle partenze verso la spiaggia: ombrelloni, seggioline, zaini, borse termiche…è stata un’avventura molto piacevole, che mi ha riportato alla memoria anni lontani in cui trascorrevamo le ferie in campeggio con la rou38

lotte da 4 persone, ma ci stavamo invece in 8, con mia sorella, con tanta confusione ma altrettanta allegria e semplicità! Avvantaggiati dalla presenza tra noi di un siciliano, abbiamo visitato i dintorni di Torregrotta, in provincia di Messina, tra mare ed entroterra (Capo d’Orlando, Patti, Tindari, Milazzo…) fino ad un’escursione ad un paio di Isole Eolie, Lipari e Vulcano. Il traffico caotico d’agosto e il modo piuttosto indisciplinato di guidare dei siciliani, infatti, ci avrebbe creato non poche difficoltà negli spostamenti, per noi che non conoscevamo il territorio! Ogni luogo ci ha stupito per la bellezza e atmosfera in certi casi già quasi africana sia per temperatura che per tipologia di artigianato. Unico neo, come purtroppo spesso in Italia, la sporcizia a lato delle strade e sotto i ponti stradali… Disponibilità e gentilezza ogni volta che abbiamo chiesto delucidazioni: dalla leggenda del Santuario della Madonna di Tindari, alle ceramiche rappresentanti il Moro con la parte superiore della testa tagliata, alle pigne portafortuna... interessante tra mito e storia. I proprietari dell’appartamento che abbiamo af-


ITINERARI

fittato ci hanno invitato una sera a cena nella loro magnifica villa e messo a disposizione pure la piscina: lui un uomo alla mano, che non si dà assolutamente arie pur essendo molto ricco, anzi, ci ha raccontato il suo lavoro, la sua famiglia, le sue passioni per l’orto e il frutteto, i suoi viaggi, mettendoci a nostro agio; la moglie una “ semplice” donna, indaffarata a curare la villa, in cucina, ma pure dedita all’anziana suocera e

un po’ tuttofare. Come in tutti i paesi caldi, anche in Sicilia i ritmi di vita sono rallentati rispetto ai nostri, e sicuramente questa calma fa sì che gli abitanti di queste zone vivano più sereni di noi, che al contrario viviamo sempre di corsa! Moltissimi sono quindi i buoni motivi per cui la Sicilia ci ha conquistato, perciò speriamo di poterci tornare ancora! Ornella Olfi

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MALIGNO ALCOL Sono un alcolista anonimo, anche i miei genitori erano alcolisti e avendo vissuto l’esperienza dei miei, mi sono sempre detto: “io non devo fare assolutamente la loro fine”. Il motivo principale per cui vi racconto la mia storia è cercare di aiutare altri alcolisti ad evitare questa tragedia che sto cercando di affrontare. Questo è il conto che il “MALIGNO” alcol mi ha presentato. Torniamo alla mia gioventù. Per prendere il largo dall’alcolismo che avevo in casa, mi sono dedicato all’atletica leggera, cercando di stare il più possibile lontano dai miei genitori. Sono arrivato ai 22 anni senza incontrare l’alcol. Poi è arrivato il lavoro e per affrontarlo ho scoperto che un bicchiere di vino mi dava una grande forza. Una forza che mi faceva sentire un leone.

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Oggi un bicchiere, domani due...in poco tempo l’alcol mi ha fatto sentire la sua necessità, e non solo nel lavoro. Adesso mi rendo conto che è proprio vero quello si sente nei gruppi: ”E’ il primo bicchiere quello che fa male” a me... sicuramente. Tra tutti i miei amici, e vi garantisco che quando bevevo ne avevo molti, il più forte di tutti ero sempre io. Io con l’alcol. Gli stessi amici, se così si possono chiamare, ormai da mesi sono spariti. Comunque per farla breve, a 57 anni, facendo degli esami di routine e poi degli accertamenti mi è stato diagnosticato un cancro al fegato. All’inizio sembrava tutto risolvibile. Dopo i primi interventi, però da benigno che sembrava è risultato maligno. Ho avuto diverse emorragie, rischiando ogni volta di morire. La diagnosi è stata, e la sottolineo per tutti: ”Abuso di alcol”. Sto vivendo dentro e fuori dagli ospedali con l’unica e ultima speranza di trovare un fegato compatibile per un trapianto. Nel frattempo si è bloccato l’intestino e vado avanti a clisteri. Anche i reni si sono bloccati e per espellere i liquidi e le urine mi devono bucare la pancia due volte o tre alla settimana. E’ un inferno. Proprio in questo momento, dal mio letto di ospedale, sto dettando questa mia storia ad un amico del gruppo di Alcolisti Anonimi di cui faccio parte. Questo solo per evitare ad altri di vivere un dramma come il mio. Da più di sette mesi ho iniziato a frequentare il gruppo dove ho trovato dei veri e sinceri amici che mi sono vicini in ogni modo. C’è chi viene a trovarmi in ospedale, chi mi telefona e altri mi scrivono messaggi. Oltre ai miei familiari solo loro mi sono stati vicino durante i miei ricoveri e vi assicuro che sono stati tanti. Il mio rimpianto più grande e di non aver var-


ASSOCIAZIONE ALCOLISTI ANONIMI

cato quella porta miracolosa anni fa e di non aver avuto prima l’opportunità di conoscere questa grande famiglia degli “Alcolisti Anonimi”. Anche se credo sia ormai tardi, continuo a pregare il mio Potere Superiore di dare la forza a tutti i gruppi di trasmettere il messaggio di speranza degli Alcolisti Anonimi, per dare la possibilità a tutti coloro che ancora soffrono di questa incurabile, progressiva e mortale malattia che è l’alcolismo, di recuperarsi. Nel gruppo ho trovato l’amore che mi ha dato la forza per affrontare questo momento drammatico. Una grande forza mi giunge anche dalla Preghiera della Serenità, che ogni sera recito dal mio letto di ospedale all’orario di chiusura delle nostre riunioni, sentendomi così vicino e appartenente a questo meraviglioso gruppo che mi ha accolto e mai avrei pensato. Sono grato al mio Potere Superiore che anche oggi veglia su di me. Serene 24 ore.

Noi di Alcolisti Anonimi desideriamo ringraziare il nostro amico per la preziosa testimonianza... purtroppo é venuto a mancare. Ci auguriamo che possa essere di aiuto a tante persone che soffrono ancora per causa dell’alcolismo. Nostro amico ci ha lasciato ma sobrio e per noi è il significato che restare sobri si può, nonostante tutto e sopratutto non si è più soli. Numeri utili Referente provinciale Brescia 334 73 44 880 Numero Verde 800 411 406 Sito web www.alcolistianonimiitalia.it

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SPETTACOLO & ARTE

GRANDE SUCCESSO PER IL FESTIVAL DELLA MODA A BRACCIANO

Alta moda e pubblico delle grandi occasioni nella splendida cornice di piazza IV Novembre per l’evento patrocinato dall’amministrazione comunale. Festival della Moda, format dedicato alla bellezza e alle nuove tendenze dello star system nazionale e internazionale organizzato da Stefano Raucci, voce e volto di RadioRadio e Sabina Prati, titolare dell’agenzia Sabina Prati Eventi Moda, protagonista da anni sulle passerelle di Alta Roma. Lo spettacolo è sta-

to inserito nel programma degli eventi estivi dall’amministrazione comunale di Bracciano, guidata dal sindaco Armando Tondinelli, ed è stato particolarmente apprezzato dal pubblico che fin dall’inizio ha gremito la piazza. Lo show condotto da Stefano Raucci ha visto sfilare in apertura Adele Del Duca, formatrice della celebre Accademia Altieri e stilista dalle doti eccellenti. La sua collezione dedicata all’estate, realizzata

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SPETTACOLO & ARTE

con fibre e tessuti naturali, ha subito colto nel segno; applausi a scena aperta anche per la collezione alta moda di Mara Spose Atelier, che dopo la collezione di abiti da cerimonia è tornata sulla scena con gli abiti da sposa artigianali, vera delizia per gli occhi del numerosissimo pubblico. Applausi a scena aperta anche per gli abiti del noto stilista napoletano Gianni Cirillo, più volte premiato con riconoscimenti nazionali e internazionali, reduce da Alta Roma. A premiare gli stilisti, insieme agli organizzatori del Festival della Moda Stefano Raucci e Sabina Prati, è intervenuta l’Assessore alle Politiche Culturali di Bracciano Claudia Marini, che nel portare i saluti del sindaco e dell’intera amministrazione, ha ricordato anche gli appunta-

menti futuri della bellissima estate braccianese, ricca di eventi da non perdere. Tra un quadro moda e l’altro è intervenuta Francesca Barraco, che ha coinvolto alcuni spettatori con numeri di magia di grande effetto. “Ringraziamo per il patrocinio e la disponibilità l’amministrazione comunale di Bracciano, il sindaco Armando Tondinelli e l’assessore alle Politiche Culturali Claudia Marini - hanno commentato a fine spettacolo gli organizzatori Stefano Raucci e Sabina Prati - la presenza nel cartellone degli eventi estivi di un comune così prestigioso e l’affluenza di un pubblico così partecipe e numeroso ci ha reso particolarmente felici. Grazie di cuore, Bracciano”. Nelle foto: gli organizzatori Sabina Prati e Stefano Raucci e due momenti della serata

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PERSONAGGI

UN MEZZANESE RICORDA... FELICE GIMONDI GRANDE CAMPIONE L’improvvisa morte del campione Felice Gimondi avvenuto a ferragosto, 16 agosto giorno di S. Rocco, ha colpito tutti, sportivi o meno, la dolorosa notizi è permesso per alcuni giorni di riempire pagine dei giornali e spazi televisivi, raccontando i successi del campione bergamasco e della sua vita successiva, vissuta sempre accanto al ciclismo. Nato a Sedrina il 29 settembre 1942 ha sempre vissuto nel bergamasco, andato ad abitare Paladina fino alla sua morte. Il suo legame con Brescia è sempre stato forte, schietto ed amicale. Negli anni delle sue prime corse lo si vedeva di frequente sulle nostre strade ad allenarsi od a cimentarsi, così come è avvenuto quando è diventato un campione, vincendo grandi giri ed importanti classiche, nonostante la presenza in gara in quegli anni del belga Eddy Merckx, plurivincitore in molte gare proprio davanti a Gimondi. Debutto nel professionismo nel 1965 vincendo il Giro di Francia, che aveva già vinto l’anno prima come dilettante (Tour de l'Avenir), fino al 1977. Anni che videro ragazzi, giovani ed adulti tifare per lui ed immedesimando in lui. Un tifo diffuso in tutta Italia ed oltre, per il suo stile caparbio di correre, ma anche di uomo serio e leale. Nato e cresciuto in provincia ha sempre onorato e rispettato quel mondo, non dimenticandolo. Le ma-

Gimondi premiato dal Sindaco Varinacci a Calvisano nell’ottobre 1971 gliette dei corridori allora erano di lana e portavano il nome di marche figlie della fatica degli operai e del talento di imprenditori italiani: Molteni, Filotex, Legnano, San Pellegrino, Carpano, Salvarani, Bianchi. Quest’ultima era una maglia che, descritta da Adriano De Zan e Sergio Zavoli, sembrava, a chi la vedeva solo in bianco e nero, un tripudio di colori ed era facile assimilarla a quel ricordo di un uomo solo

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al comando, il bianco celeste Fausto Coppi. Ognuno, in particolare quelli di una certa età quasi identica alla sua, ha tanti ricordi di Felice Girmondi e della sue corse, delle tante ansie ed attese per vederlo vincitore. Lui dirà: “Ho avuto tanti e veri tifosi, che hanno perso scommesse, perché loro puntavano su di me, anche se era più facile che io perdessi”. Successe così anche in quel 5 settembre del 1971, sul circuito del mondiale a Mendrisio, in Svizzera Canton Ticino, quando alla fine gli ultimi due giri videro Gimondi e Merckx in fuga e giungere alla volata finale, un sperare fino a

GIMONDI: 2° Mondiale di Mendrisio 05.09.1971 - Tifosi Italiani 50 metri dal traguardo, poi il belga è primo. A tifare per lui anche noi, io e la mia futura moglie con il sindaco Mario Varinacci e consorte, così come avveniva un mese dopo al Circuito degli Assi a Calvisano presenti Gimondi e Merckx ed altri. A Calvisano al Circuito degli Assi, Gimondi venne più di una volta, compresa quella del 1971. Nel nostro Comune per venti anni circa, dal 1956 si svolse l’ importante Circuito, che vide impegnati il campionissimo Fausto Coppi, Ercole Baldini,

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Eddy Merckx, Giuseppe Ogna presenti con la maglia di Campioni del Mondo, quindi, Felice Gimondi, Gianni Motta, Francesco e Aldo Moser, Michele Dancelli, bresciano come Ogna, Kazianka, Bono, Fantini e Bertoglio, o i grandi Jacques Anquetil, Miguel Poblet, Oscar Plattner, oltre a Battistini, Massignan, Ronchini, Basso, Bitossi, Baffi, Venturelli, Pesenti e tanti altri. Ebbi l’occasione irripetibile, di vedere Gimondi vincere la volata della 21° tappa del Giro d’Italia, l’11 giugno 1976 a Bergamo, battendo Merckx, Baronchelli, Moser, Panizza, Zilioli ed altri campioni che ebbe a superare vincendo per la terza volta il Giro d’Italia (1967 – 69 – 76). Una entusiasmante volata vincente che Gimondi aveva già vinto al mondiale di Barcellona il 2 settembre 1973 davanti a Maertens, Ocana, Merckx. Lo applaudi o salutai in altre occasioni negli anni successivi dopo la sua lunga carriera ciclistica. A qualche partenza o arrivo di tappa del Giro d’Italia, a due/ tre Mondiali svoltisi in Italia, a qualche fiera del ciclo a Milano o Padova dove Gimondi era ospite. O nel marzo del 2010 alla Mostra di Dancelli, quaranta anni dopo la vittoria nella Milano-San Remo. Era presente anche il 28 maggio scorso alla partenza del Giro d’Italia a Lovere.

Vittoria a Bergamo nel Giro d’Italia SABATO 11 GIUGNO 1976

Gimondi primo a destra, alla festa di DANCELLI 40 anni dopo la San Remo - 11.03.2010

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GIMONDI ALLA PARTENZA DA LOVERE - 28.05.2019 46


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Intervista a Damiano Conchieri Un artista fumettistico Ho sempre posseduto la passione per il disegno, ma è a 30 anni che mi ha letteralmente “aggredito” 30 anni e tanta voglia di vedere il mondo tramite le lenti, pardon, il foglio, la matita e l’inchiostro. Damiano Conchieri, giovane fumettista bresciano, fidato collaboratore della nostra testata, ci parla della sua arte e della sua personalissima visione di essa. Damiano, com’è nata la tua passione per il disegno? In teoria l’ho sempre avuta; fin da quando ero piccolo molti parenti ed amici mi dicevano che avevo preso la “mano di mio papà” a fare i disegni perché anche lui era molto bravo. Purtroppo

Ritratto di Romina Sirani, modella, fotomodella, conduttrice radiofonica e fidata collaboratrice della nostra testata 48

Autoritratto

nel tempo ha avuto anche delle battute d’arresto per alcune serie di motivi, ma – come è stato detto da una mia conoscente – “Non si può ignorare troppo a lungo la nostra reale natura, perché altrimenti un giorno busserà inesorabilmente alla nostra porta!” e così per me è stato. A 30 anni mi ha letteralmente “aggredito” di nuovo ed eccomi qua! Hai compiuto dunque degli studi mirati? Sì, ho conseguito il diploma di Maestro D’Arte e Arredatore D’Interni presso l’Istituto Statale D’Arte Alessandro Dal Prato di Guidizzolo. Ho deciso di seguire l’indirizzo di Arredamento D’Interni perché temevo di fare più fatica a trovare lavoro una volta diplomato se avessi scelto l’indirizzo di studio di Decorazione Pittorica. Il lavoro di arredatore non l’ho mai esercitato, ma devo ringraziare tantissimo i miei professori di allora, sia di disegno tecnico che libero, perché mi hanno insegnato delle regole e dei trucchi che diversamente non avrei mai imparato e che tutt’ora mi sono utilissimi per riuscire a creare non solo personaggi, ma anche sfondi e ambientazioni.


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In generale, credi che sia essenziale compierli per saper disegnare bene? Assolutamente sì! Credo che tutti possano imparare a disegnare, chi più chi meno, se si impegnano e lo vogliono veramente, anche coloro che possono sembrare più all’apparenza negati. Il talento naturale è un qualcosa che ti fa partire avvantaggiato ma è necessario sempre e comunque che ci sia qualcuno che – come dire – qualcosa più di te la sa per darti delle direttive. Io non mi ritengo affatto un talento naturale, anzi, studiare laggiù mi ha fatto conoscere dei ragazzi che erano e sicuramente sono tutt’ora molto più bravi di me, ma dai quali ho avuto modo di imparare ulteriormente e che mi sono stati parecchio di aiuto. Ergo: volere è potere! Come si riesce a trovare il proprio stile, quindi il proprio tratto? Sperimentando, cimentandosi, insistendo e non

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scoraggiandosi se una cosa all’apparenza non riesce come si pensava o si voleva in principio. È sbagliatissimo cercare di copiare o peggio plagiare (sicuramente sto scoprendo l’acqua calda, ride, ndr) ed è invece giusto ispirarsi e cercare di imitare uno stile. Poi immancabilmente, dai oggi e dai domani, il nostro stile personale viene a galla, e con lui anche i nostri tratti distintivi e/o segni di riconoscimento. Con quali parole descriveresti il tuo stile? Fumettistico. Guarda, se devo essere sincero e anche un po’ auto-ironico posso raccontarti che al tempo della scuola non stavo particolarmente simpatico ai miei professori di disegno libero proprio perché mi rimproveravano di essere troppo “caricaturale”, mentre loro tendevano a elogiare quelli che si avvicinavano più ad una pittura di tipo realista. Io mi sono per così dire “ostinato” a portare avanti questo mio stile, nel quale credevo ciecamente, e ne ho fatto un punto di forza. Per quanto concerne i soggetti, quando capisci che uno è accattivante e che merita di essere in qualche maniera immortalato? Mi deve piacere fin da subito e darmi l’impressione di calzare a pennello all’interno dei panni di un personaggio. Se a mio avviso la persona in questione può stare bene con indosso una maschera da Zorro, un cappello alla D’Artagnan, un’armatura da Lancillotto o qualsiasi altro “costume di scena”, la mia matita si mette all’opera e il nuovo soggetto si merita un posto nella mia pagina Facebook Matita & Inchiostro. Quando ti piace disegnare? In qualsiasi momento mi venga ispirazione e se la situazione del momento lo consente, non giro sempre con album e matite appresso anche se vorrei, ma quando disegno per me il mondo esterno è come se cessasse di esistere. In pratica difficilmente rispondo anche a un richiamo fino al momento che il disegno non è del tutto 50

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“inchiostrato” e pronto per il colore. Perché – a tuo avviso – oggigiorno non è sovente considerato un’arte? Secondo me il disegno non smetterà mai di essere considerato arte; del resto essa in sé e per sé non muore mai e non viene mai soppiantata da un’altra. Diciamo che può subire una battuta d’arresto momentanea, ma come tale rimane sempre viva e riconosciuta qualunque essa sia, quindi anche il disegno. Si può piuttosto dire che il disegno, con l’avvento dei fumetti e delle vignette, che io personalmente adoro e che spero presto di svolgere come professione a tempo pieno, ha subito una connotazione più “commerciale”, ma anche se ad esempio un fumetto viene riprodotto in una moltitudine di copie, la tavola originale resta sempre unica e inimitabile. Ma quale è la tua idea di arte? Un qualcosa che ti contraddistingue e al tempo stesso ti valorizza, quando vedi che una cosa che fai, che sia il canto, la danza, la pittura, la recitazione o anche la regia di teatro o nel cinema, incontra il gusto di moltissime persone e che sovrasta i riscontri negativi, significa che quella è la TUA arte. Gianluca Boffetti


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“Regina e Angelo tra Europa e Asia” In mostra i favolosi abiti della nota artista AIDA ABDULLAEVA Nella deliziosa cornice di Villa Caprile a Pesaro, celebre per i suoi bellissimi giardini, l’artista e designer Aida Abdullaeva ha presentato alcuni modelli della favolosa collezione di abiti da sera “Regina e Angelo tra Europa e Asia”. Aida, di origine uzbeka-russa, già molto conosciuta nel suo paese, giunge in Italia 21 anni fa in veste di artista e organizzatrice culturale, dopo essersi laureata in lettere e scienze culturali nella capitale dell’Uzbekistan, Tashkent. La sua collezione di abiti da sera si pregia di stoffe di grande qualità, tra cui la famosa seta di Samarcanda, città della Via della Seta, lungo la quale viaggiò Marco Polo e narrata nel suo famoso resoconto di viaggio “Il Milione”. Le stoffe degli abiti sono un’autentica esplosione di colori tra l’azzurro, il viola, il verde, il

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nero e l’oro, impreziosite da pietre, piume, perle e strass; con sapienza e maestria, sono state immortalate dal noto fotografo dei VIP, make-up artist, amante del bello, Daniele Cama, incontrato a Roma dalla pittrice, in varie manifestazioni di prestigio. Tra queste la rinomata sfilata di Alta Moda organizzata dalla stilista di fama internazionale Eleonora Altamore e presentata da Patrizia Pellegrino, attrice, conduttrice televisiva, showgirl, con la presenza di Miss America, Oksana Vovk. Eleonora Altamore ha scelto l’artista Abdullaeva come ospite per il Summer party “Donne nel Tempo”: Aida ha potuto così esporre il suo “Abito scultura” creato per l’occasione, realizzato in seta pregiata uzbeka e italiana con stampa digitale e disegnata dal graphic designer Miguel Angel Acosta Lara. Un abito particolare, dove l’artista ha giocato con i colori, pensando ad una donna “Angelo” dal carattere forte, che emana gioia di vivere, con un tocco di eccentricità ma


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al tempo stesso elegante e raffinata. Per lo shooting, realizzato a Villa Caprile, la modella scelta è stata l’incantevole Melissa Caldari che da anni collabora e accompagna fedelmente Aida in tutte le sue manifestazioni di grande prestigio a livello internazionale. Ricordiamo tra queste il “Festival d’arte Italia Uzbekistan” in collaborazione con l’Ambasciata dell’Uzbekistan a Roma e il “Premio Angeli” dove Melissa ha collaborato nel settore moda e come presentatrice TV intervistando tutti gli artisti ospiti della mostra. L’abito nero e oro della collezione “Regina” della designer, è stato indossato dalla prof.ssa Barbara Trufelli vice-preside dell’Istituto Agrario “Antonio Cecchi” che ha sede a Villa Caprile: la struttura storica, che attualmente assolve la duplice funzione di edificio scolastico e di monumento storico-artistico, risale al 1640, anno in cui il marchese Giovanni Mosca commissionò una residenza estiva per lo svago e il riposo sulle colline fuori città. Complimenti vivissimi all’artista Abdullaeva che con i suoi abiti e le meravigliose stoffe ha innalzato la donna a regi-

na ed angelo, a metà tra terra e cielo. Intervista a a cura della redazione

in collaborazione con Laura Gorini

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RIFLESSIONI

QUALIANO

Ripercorro mamma i tuoi passi, a ritroso nel tempo vado arrancando, afferrando, a soqquadro mettendo prina e dopo, tempo e spazio, ora e mai. Dita serrate, volto velato di lacrime muovono i primi passi nella terra natia da anni, troppi, non sentita, odorata, stretta al petto. Nulla passa, tutto ritirna, fluente avvolge, fa risalire ricordi e nostalgia. Fa sentire la morte, l’essenza della mancanza, dell’astrazione sulla pelle, va a toccare corde invisibili, tesse trame ardite. Sono mille le parole non dette, mille quelle ripetute a chetichella, rumorose, ciarliere, invadenti, sanno di carezza e di fiele, l’aria indorano di belleza acerba. Alba sulenziosa brame, ardisce, osa zittire, ascolto fa minuto, solletica nari, accende passioni. Poche volte nella vita si ha la fortuna di pienamente sentire, nel bene e nel male, nella gioia e nella disperazione, nell’assenza e nell’abbondanza. Di sentire e basta, senza veli, senza pudori, senza nulla che mascheri, adombri, metta all’ oscuro. Silenzio appesantisce, costruisce nel tempo barriere, enigmi, velleità. Viene il tempo per fare ritorno, per lesto indossare i sandali del viandante, accorciare distanze, riprendere lingua e forma, riassaporare gusto pieno. Vanno e vengono idee, le une nelle altre riverse intrecciano cordoli nodosi, generano baratri profondi. Nel silenzio profondo di ore mattutine nel guanciale affondo volto, irrorato lo lascio inzuppare. Che siano lacrime dal più profondo sentire, apertura verso l’ignoto. Milena 56

Lauree “Due amici si incontrano dopo un lungo periodo e l’uno si vanta di aver conseguito tre lauree, in logica, psicologia e filosofia. L’altro non ne rimane impressionato, dicendogli che per lui non c’è molta differenza tra queste tre materie. L’amico tenta di convincerlo, che non è così, dicendogli: - Ti do tre esempi. Primo esempio... Si incontrano due tizi, uno sporco e uno pulito. Chi di loro due si fa la doccia? La risposta è: quello che è sporco. -No, hai sbagliato, si fa la doccia quello pulito, lui per questo è pulito perchè si lava, questa è la psicologia.. Secondo esempio: -Si incontrano due tizi, uno sporco ed uno pulito. Chi di loro due si lava? La risposta: - quello, che è pulito. -Sbagliato. Si lava quello sporco, è comprensibile, chi è sporco si deve lavare, questa è la logica. Per la terza volta ha dato lo stesso esempio e l’amico spazientito gli ha gridato: -Che ne so io chi si lava! La risposta dell’altro: - e questa è la filosofia! Dara Naumova

LIBERTÀ Poter aleggiare tra il dire e il fare, senza alcun tempo da rispettare, senza alcun impegno da onorare, mamma mia come mi piace sognare; noo, non mi dovevi svegliare, adesso è tutto in alto mare ed io non so nuotare. Giordano


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I Tranchese Fotografi

Intervista a Sladana Krstic, la stilista dalle mille risorse Collaborare con gli altri può rappresentare una vera ricchezza, sia dal punto di vista umano che professionale. La nota stilista croata Sladana Krstic dopo averci raccontato nello scorso numero di New Entry - Il giornale della gente della prima delle due esperienze avvenute a luglio nell’edizione 2019 di AltaRoma, ci svela oggi qualche curiosità al riguardo del secondo evento al quale ha partecipato. Anche stavolta ha proposto alcuni capi appartenenti alla sua nuova collezione dove spiccano i suoi ormai celebri pantaloni-gonna a palazzo a vita alta e la nappa, un tessuto che lei predilige, in versione brillante e molto colorata, come colorata è la sua personalità non solo di grande professionista ma anche di donna. Immancabili poi sono stati i copricapi che Sladana letteralmente adora, stavolta abbinati a delle meravigliose borse di nappa, molto particolari del suo brand Suede and Skin. 58

L’artista infatti, oltre a svolgere con successo la sua attività di stilista, possiede anche da circa 20 anni una catena di pelletterie nella Capitale. Ciliegina sulla torta è stata l’idea di personalizzare queste ultime con i colori dell’ultima sua splendida collezione. Una collezione semplice ma non minimal dal momento che è per l’appunto particolarmente ricca di accessori. Sladana, nello scorso numero ci hai raccontato della tua nuova esperienza nel primo evento dell’edizione 2019 di AltaRoma. Ma tu hai partecipato anche a un’altra grande sfilata, sempre all’interno di questa importantissima manifestazione, ce ne vuoi parlare? L’evento del 7 luglio avvenuto in villa Brasini a Ponte Milvio ha concluso in bellezza l’edizione del 2019 di AltaRoma. E’ stato organizzato


SPETTACOLO & ARTE ph. Francesco Cuiuli

dalla persona di Marina Corazziari, che è una grande stilista di gioielli, molto particolari e imponenti, con la sua Art & Craft. In esso ho messo ancora più in luce la crescita artistica e professionale che io noto ogni giorno sempre di più, anche nella mia quotidianità. Sai, credo di essere riuscita a modificare e a cambiare il mio stilo pur rimanendo sempre fedele a me stessa e alla mia arte. Per che cosa o in che cosa hai cambiato il tuo stile? Diciamo che prima era forse un po’ troppo elaborato, mentre ora sto dando più importanza a tessuti e materiali che utilizzo e che poi personalizzo sempre seguendo il mio istinto e la mia personalità. Tuttavia vorrei sottolineare che esiste un filo rosso che lega elegantemente la mia collezione precedente a quella attuale che ho presentato ad AltaRoma e ciò è stato fortemente voluto dalla mia persona. Sono molto contenta dei servizi fotografici realizzati anche in studio con l’eccellente fotografo romano Cesare Colognesi e, per rimanere nell’argomento, quindi del legame speciale che lega le mie due ultime collezioni, ti rivelo che ho riportato sui miei nuovi abiti stampe di alcune sue fotoph. Daniele Trasatti

grafie realizzate lo scorso anno per la precedente collezione. In tale maniera, consentimi di dirlo con un pizzico di sano orgoglio, le mie collezioni non muoiono, e questo credo che sia il desiderio di ogni stilista. Beh hai nominato Marina Corazziari e hai speso parole lusinghiere nei suoi confronti, mi sembra dunque di capire che la stimi molto... Sì, la stimo moltissimo, non per nulla la considero a buona ragione la migliore stilista di gioielli in circolazione. Le sue creazioni sono eleganti e raffinate e adatte a una clientela chic. ph. Daniele Trasatti

ph. Francesco Cuiuli

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SPETTACOLO & ARTE ph. Francesco Cuiuli

E poi è una donna dalle mille risorse e particolarmente altruista. Durante l’evento ha messo sia me che gli altri stilisti perfettamente a loro agio, organizzando magnificamente il tutto. La sua sfilata di gioielli è stata poi magnifica. Hai dunque avuto modo di conoscere altri tuoi colleghi e di collaborare con loro? Sì, ed è stato un piacere poterlo fare. Credo che sia fondamentale collaborare e dare vita insieme a nuove idee oltre che partecipare a eventi di un certo spessore. E come si può fare un buon lavoro di squadra? I Tranchese Fotografi

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I Tranchese Fotografi

ph. Francesco Cuiuli

Beh, per riuscire a farlo devo ammettere che devi anche essere evoluto dal punto di vista mentale e devi inoltre essere pronto alla crescita, al miglioramento e al confronto, che può essere davvero costruttivo. Anche la concorrenza, a mio avviso, può essere vista come qualcosa di costruttivo, ed è per questo motivo che mi piace un lavoro di team quando vigono stima e rispetto reciproci. In particolare sono molto felice quando vedo collaborare le donne tra di loro. Tuttavia ribadisco che se non sei maturo e sicuro della tua arte e del tuo stile non puoi collaborare in maniera intelligente e proficua con gli altri. E questo è un gran pecph. Francesco Cuiuli

I Tranchese Fotografi


SPETTACOLO & ARTE ph. Daniele Trasatti

ph. Daniele Trasatti

cato perché collaborare con gli altri può rappresentare una vera ricchezza, sia dal punto di vista umano che professionale. Pertanto, capite bene che sarebbe davvero il massimo riuscire a collaborare nella vita di tutti i giorni e nella quotidianità, ma purtroppo le donne spesso non riescono a farlo! Ma quanto conta avere carattere per riuscire a collaborare ben con gli altri? Certamente conta tantissimo! Io sono una persona che sa adattarsi e a dare il meglio di sé in qualsiasi momento e situazione e credo che questo sia indubbiamente un mio punto di forza.

Durante la sfilata del 7 luglio Sladana Krstic ha collaborato con Svetlana Fedotova per quanto riguarda gli accessori. L’artista si presenta così: Sono Fedotova Svetlana, Flor decor “Sepa”, e potrei dire tanto a proposito dei fiori e le loro meraviglie. Ho 52 anni e ho lavorato sempre nel vasto mondo dell’artigianato. L’idea di creare il laboratorio è propormi nel mercato è nata 2 anni fa. Ho studiato a Mosca in particolare nella scuola di decorazione artistica da Olneva Olga. Sono felice di sapere, che le mie creature danno gioia e portano sorriso alle persone.

Intervista a cura di Laura Gorini I Tranchese Fotografi

ph. Francesco Cuiuli

I Tranchese Fotografi

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RIDIAMOCI SOPRA

UN INUTILE AIUTO Un uomo sta passeggiando su un ponte quando all’improvviso scivola e cade in acqua. Subito si mette ad urlare: “Aiuto! Aiuto! Non so nuotare!”. Una vecchietta che passa di lì si commuove, gli getta un biglietto da 5 Euro e gli dice: “Tenga buon uomo, si compri un salvagente”. PERFETTA DEDUZIONE Un vecchietto va in panetteria: “Vorrei due chili di pane”. La panettiera: “Guardi che poi le viene duro”. Lui: “allora me ne dia 4”. LETTERA INCORAGGIANTE Un matto scrive alla madre dal manicomio: “Ciao, sono quasi guarito, oggi mi hanno fatto i raggi e se domani mi fanno i cerchioni vengo a casa in bici!”. AL RISTORANTE Al ristorante. -Cameriere, ha del fegato? -Certo, signore. -Allora mangi questa minestra! UN BUON AUGURIO Cappuccetto Rosso sta per uscire di casa, la mamma chiede:”Dove vai cara? Dalla nonna...”, “In bocca al lupo!” AMORE Due uomini parlano delle loro rispettive motivazioni di matrimonio: - Io mi sono sposato per amore! - dice il primo - E tu? Ti sei sposato per amore o per denaro? - Per me è stata una felice combinazione delle due cose. - risponde il secondo. - Cioè hai trovato sia l’amore che il denaro? - No. Mi sono sposato per amore del denaro. BELLA MIRA Un esperto cacciatore si reca in un’armeria per acquistare un mirino di ultima generazione. Il proprietario del negozio gli mostra diversi modelli, ma quello che interessa al cliente è costoso. Talmente costoso che ad un certo punto 62

sembra voler rinunciare all’acquisto. A quel punto il proprietario oltre a descrivere l’oggetto minuziosamente gli da la possibilità di provarlo. Escono dal negozio e dice di puntare verso un casolare in aperta campagna: “vede quella è casa mia, esattamente a 4 km da qui!”. Il cliente lo prova: “Effettivamente questo mirino è eccezionale! Sembra di avere la sua casa qui a 10 metri, invece sono ben 4km!” Il cacciatore continua a guardare verso il casolare quando ad un certo punto vede una donna bionda completamente nuda che gira per casa. Lo fa notare al negoziante, che dopo aver guardato la donna, afferma che sua moglie ama uscire dalla doccia in quelle condizioni. Il cacciatore continua a guardare ed ad un certo punto esclama: “ Ma c’è anche un uomo nudo!”. L’armaiolo guarda e riconosce il postino ed esclama: “guardi, il mirino è suo gratis se con 2 colpi colpisce mia moglie alla testa ed il postino nelle parti intime!”. Il cacciatore prende la mira e risponde: “sa che forse ce la faccio con un colpo solo?!”. TRA AMICI - Devo confessarti che ieri ho fatto l’amore con tua moglie per 5 ore di fila. - Io invece ho fatto 5 ore di fila per fare l’amore con la tua. LA SPESA Papà il mio ragazzo dice che ho una bella carrozzeria e due belle sospensioni! Il papà: digli che se apre il cofano e tocca il motore gli spezzo la marmitta! PROVARE PER CREDERE Un uomo porta con sé il suo collega a casa, dopo averlo invitato a cena... La moglie vedendolo rincasare chiede: “abbiamo ospiti stasera?” “Sì cara” risponde il coniuge, “è Antonio, un mio collega... sai l’ho invitato a cena perché non vuole credere che tu cucini peggio di sua moglie!”


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