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SORELLE FENDI
from SKETCH
Maria Grazia Chiuri
Maria Grazia Chiuri Silvia Venturini
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Da bottega di pellicce a fashion brand internazionale, le cinque sorelle Fendi conquistano tutto il mondo
Più che di femminismo, si può parlare di sisterhood, sorellanza, un metodo di pensiero e di lavoro che ha caratterizzato anche le Fendi.

Una società familiare, composta da cinque sorelle, ognuna con i propri interessi, i propri figli, i propri impegni che, nel pieno rispetto delle proprie attitudini e capacità, di una boutique romana specializzata in borse hanno fatto un marchio internazionale.
“Voi siete come le cinque dita di una mano”
così era solita dire Adele Casagrande Fendi alle sue cinque figlie. E questa affermazione si rivelò veritiera non solo per la loro armonia familiare, ma anche per quella lavorativa. Paola, Anna, Franca, Carla e Alda da cinque semplici sorelle si sarebbero trasformate ben presto nelle signore della moda Made in Italy, nelle celebri sorelle Fendi che hanno stravolto il sistema moda italiano e internazionale. La storia della casa di moda Fendi inizia nel 1925 a Roma, quando Edoardo Fendi e Adele Casagrande trasformano il laboratorio di pellicceria fondato nel 1918 nel primo negozio Fendi. Ben presto il nome Fendi inizia a diventare rinomato non solo in Italia, ma anche all’estero. Già negli anni ’30 le raffinate pellicce e gli accessori di pelle del laboratorio Fendi raggiunsero fama internazionale grazie alle ricche signore in visita alla Città Eterna con un debole per l’artigianalità Made in Italy. Ma è nel secondo dopoguerra che arriva il grande successo internazionale. Nel 1946, infatti, i due fondatori decisero di lasciare l’azienda nelle mani delle figlie, le sorelle Fendi che di lì a poco avrebbero fatto la storia della maison e del Made in Italy. Paola, Anna, Franca, Carla e Alda presero le redini dell’attività di famiglia e la traghettarono verso uno straordinario successo, complice di uno dei designer più geniali della sua generazione, Karl Lagerfeld, che nel 1965 iniziò a collaborare con Fendi. Furono proprio le sorelle Fendi, insieme a Lagerfeld, a dare vita
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all’iconico logo dalla doppia F. Inizialmente utilizzato come invisibile fodera della valigeria, oggi è diventato simbolo del lusso esibito con orgoglio e tra gli esempi più significativi del fenomeno della logomania. E proprio come le cinque dita di una mano, ognuna delle sorelle Fendi si ritagliò un posto all’interno dell’azienda. Paola la più artistica e creativa, Anna legata al mondo del design e della progettazione, Franca la più pragmatica e commerciale, Carla responsabile dell’ufficio commerciale e dell’ufficio stampa e Alda, responsabile dell’atelier e del laboratorio di pellicce. Proprio da questa armonia, oltre che dalla lungimiranza delle cinque sorelle, che sarebbe derivato il grande successo della maison. Accanto alle pellicce artigianali esclusive e uniche ben presto iniziarono a comparire intere collezioni di pellicce, che da capo elitario divenne capo modaiolo. Il brand fu spesso scelto da numerosi attori e registi e spesso si incrociò con il cinema (basti pensare al ruolo del marchio ne Il Diavolo veste Prada, o agli abiti di scena disegnati per C’era una volta l’America ed Evita). E così Fendi è diventato uno di quei nomi che hanno fatto la storia del Made in Italy e che oggi è conosciuto e amato in tutto il mondo. Tra gli anni Settanta e Ottanta si sviluppò il ready to wear e nel 1987 fece il suo ingresso in azienda Silvia Venturini Fendi (figlia di Anna) che creò la seconda linea “Fendissime” e che oggi è il direttore creativo della collezione uomo e degli accessori. In seguito all’acquisizione del marchio da parte del gruppo francese LVMH, le sorelle Fendi decisero di intraprendere strade diverse, lasciando l’azienda nella mani di Karl Lagerfeld e di Silvia Venturini Fendi, che ancora oggi guidano la famosissima azienda tra numerosi successi e tantissima innovazione.
«Non si deve volere tutto subito, come spesso pretendono i giovani oggi. Se si ha talento il momento giusto arriva, anche se con tante rinunce».
Carla Fendi

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Fendi collabora con Fila per reinterpretare il suo logo scatenando il delirio sui social network. Combinando streetwear, sport e lusso, la griffe romana firma una capsule collection che rivisita il guardaroba street style. mescolano il logo rivisto in versione Fila con quello storico di Fendi della doppia F, la collezione sa farsi desiderare, tra accenti vintage e tocchi fashion molto contemporanei, sempre giocando su questo “mix and match” tra logotipi e colori.
I prodotti esclusivi sviluppati per le Galeries Lafayette riprendono gli elementi identificativi della capsule: due maglioni e un bomber per l’uomo; un costume da bagno, giacche, gonna e top per la donna, con prezzi che vanno da 790 euro per le sneakers, 950 euro per la felpa, 980 euro per il marsupio, fino a 1.490 euro per gli stivaletti e 2.500 per il bomber. Fendimania, ovvero - dal vocabolario della moda della maison - l’entusiasmo, il desiderio estremo e l’ossessione per Fendi. O ancora “iperattività/impulso irrefrenabile a far parte dell’universo Fendi”, “idee e intuizioni geniali quando si pensa a Fendi” e addirittura “speranza iperottimistica di indossare una creazione Fendi”. Che si tratti di mania, di idee o di speranze, tutto si fa ancor più tangibile nella capsule collection in arrivo, con una F che è tutto dire! F is for... Fendi, ormai lo sappiamo bene, ma anche F is for Fila. Ossia il marchio italiano, di Biella, che dal 1967 è diventato sinonimo di abbigliamento da tennis prima, e sportivo in generale poi.
Nata dalla collaborazione con Hey Reilly, già autore in questi giorni della capsule con Marc Jacobs (per la sua felpa NY punk vedete le nostre novità moda del mese) e artista che ha fatto del logo remix il suo marchio di fabbrica (anzi di Instagram), la collezione rilegge i codici della maison romana in un nuovo logo Fendi/Fila e si caratterizza per dettagli street style e grafiche pop con irferimenti musicali, sprtivi e western. Il risultato? Un fashion remix tra lusso, artigianalità e sport style che è pura tendenza. La capsule collection che comprende abbigliamento e accessori sia uomo sia donna ed è stata lanciata ufficialmente il 16 ottobre. Il manuale della Fendimania incontra Fila, il brand sporty più cool dell’anno e arriva una caspule che lascerà il segno. Anzi, il marchio. Scoprila nei negozi Fendi e sotre online. Nel 1999 la casa romana di moda si unisce a partner commerciali, quali il gruppo LVMH e Prada la cui quota fu successivamente rilevata dalla stessa LVMH. Negli ultimi anni ha acquisito maggior sicurezza e successo grazie anche in parte alla collaborazione di Karl Lagerfeld che insieme a Silvia Venturini Fendi ha ristabilito i punti cardine dell’azienda. Numerosi sono stati i successi negli ultimi
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anni in cui è subentrata la gestione di Lagerfeld e in passerella vengono presentate collezioni molto apprezzate e interpretate dalle top model più importanti.
E’ morta a Roma Carla Fendi. La stilista, quarta delle cinque sorelle, aveva 80 anni ed era malata da tempo. Il made in Italy perde un’altra sua pioniera, un’altra artefice del successo della moda italiana nel mondo come lo sono state Laura Biagiotti, Krizia e, più indietro nel tempo, Micol Fontana. È a lei che si deve l’internazionalizzazione del marchio Fendi e la sua conquista dei mercati esteri, in particolare dell’America. Presidente onorario del Gruppo Fendi, da sempre grande appassionata, insieme al marito Candido, di arte e musica, nel 2007 aveva creato la Fondazione Carla Fendi che opera con azioni di mecenatismo allo scopo di supportare le arti, l’artigianato e il sociale. Carla Fendi entra nell’azienda di famiglia alla fine degli anni Cinquanta, dopo aver completato gli studi classici, al fianco delle sorelle Paola, Anna, Franca e Alda. “Siamo come le cinque dita di una mano, diceva sempre nostra madre, ognuna ha la sua funzione” amava ripetere, per far capire come anche le sue sorelle avessero la loro parte di responsabilità e di merito del successo dell’azienda.
La sua formazione copre settori diversi che vanno dall’amministrazione alla produzione, dalle vendite alla progettaazione. Negli anni Sessanta si dedica anche alle relazioni pubbliche, punta al mercato più difficile, quello americano: una strategia che la premia con il successo che contribuisce a sancire in tutto il mondo la fama della firma Fendi. L’azienda continua a crescere e a svilupparsi, Carla Fendi continua a collaborare alla creazione ma si occupa in modo specifico della comunicazione, dell’ufficio stampa, della pubblicità, dell’immagine, delle manifestazioni legate al marchio. È in quest’ambito che, negli anni Ottanta, Carla Fendi, nel suo ruolo di responsabile della comunicazione, sceglie di legare il marchio Fendi alla manifestazione.
La Fondazione Carla Fendi nasce nel 2007 con lo scopo di dare contributo e assistenza per preservare beni e valori culturali del passato e per garantirne la continuità e la crescita nel futuro. Opera nel campo dell’arte, della letteratura, del cinema, della moda, dell’ambiente e del sociale. Con questo spirito, la Fondazione ha promosso eventi e supportato progetti nell’ambito della difesa ambientale, la pubblicazione di opere letterarie, opere d’arte e libri. Ha istituito anche un premio che nel 2016 è andato ad Antonio Pappano. Oltre al Festival dei Due Mondi, la Fondazione dal 2010 sostiene l’Accademia nazionale di Santa Cecilia in qualità di socio mecenate. Ha restaurato il Teatro Caio Melisso a Spoleto e sostenuto la creazione del presepe realizzato nel dicembre 2015 da Giosetta Fioroni nella Basilica di Santa Maria in Montesanto a Roma, la chiesa degli Artisti dove prosegue la consuetudine, nata negli anni Cinquanta con monsignor Ennio Francia, di coinvolgere gli artisti nella realizzazione di opere sacre. Sono “operazioni di puro mecenatismo - precisava Carla Fendi - non sponsorizzazioni”.
