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IL ROCK COME SCELTA DI VITA erché scrivo canzoni? In realtà la domanda giusta sarebbe: perché le canzoni si impossessano di me?». A guardarlo sul palco, Piero Pelù, ogni tanto sembra veramente posseduto. «Da ragazzino ho cominciato spontaneamente a prendere chitarra e penna. Tutto il mio mondo interiore veniva fuori naturalmente sotto forma di musica, canzone e poi performance sul palco». Nella sua autobiografia, Perfetto difettoso, ha scritto che negli anni Ottanta la fisicità era tutto quello che aveva, non possedeva autocontrollo: «a 20 anni si tende ad essere più coinvolti dall’istinto e meno dalla razionalità… sono passati un po’ di anni e sono tante le esperienze vissute e accumulate, tra cui quella importante di diventare padre, che mi hanno fatto recuperare una certa razionalità anche se non mi dimentico mai del bambino che c’è in me». Il cantante fiorentino, cresciuto a pane e Black Sabbath e fondatore dei Litfiba, torna sul palco dei più importanti club italiani con Rock. Identikit, che segue l’uscita dell’album da solista Identikit e che sarà insieme concerto e rock party, grazie al dj set di Ringo che seguirà la performance di Pelù. Piero Pelù, come è nata e cresciuta questa idea? «Il tour si chiama come l’album e come il libro in uscita: Identikit di un ribelle. L’idea è proprio quella dell’album, una raccolta delle canzoni più importanti del periodo solista a cui ho aggiunto alcuni brani dei Litfiba e
Il leader dei Litfiba ha pubblicato a novembre Identikit, un album da solista che contiene due inediti. Molto presto farà tappa nei club italiani e proporrà non solo un concerto live ma anche un dj set con Ringo come protagonista di Cristiana Zappoli un paio di cover di pezzi per me storici della musica italiana come Pugni Chiusi e il Pescatore, tutti riarrangiati in chiave rock. L’idea del dj set con Ringo di Virgin Radio, invece, nasce da un rapporto di amicizia importante ma anche dall’esigenza di portare in giro il concetto di “festa”. Ci sarà il mio live, due ore di concerto energico e coinvolgente, e il dj set per condividere un momento di sano tribalismo e vivere il rock come un esperienza collettiva. Poi io sarò dj con Ringo e Ringo sarà sul palco con me». Qual è l’identikit del fan di Piero Pelù? «Chi ama il rock, come genere musicale ma anche come scelta di vita, chi ama viaggiare, chi non accetta sottomissioni e si ribella alle ingiustizie, chi non accetta il marcio del mondo di oggi». Questo album è arrivato durante un periodo di pausa dei Litfiba. Invece di riposarti hai sentito l’esigenza di uscire con un altro disco da solista. Per te è stato in qualche modo un mezzo per capire a che punto sei? «Sì, ogni album della mia carriera e di quella dei Litfiba ha rappresentato in quel momento un identikit del periodo che stavo e stavamo vivendo. La musica deve avere un rapporto diretto con la realtà che viene vissuta, sia personale che sociale». Lasciando da parte i due inediti del disco, come hai scelto la tracklist della raccolta? «L’ho scelta in base agli argomenti trattati nelle canzoni, per questo ci tengo
Piero Pelù 52 anni, fiorentino, è stato cofondatore, insieme ad Antonio Aiazzi, Federico Ghigo Renzulli, Gianni Maroccolo e Francesco Calamai, del gruppo Litfiba
◗ 5/04 Atlantico, Roma ◗ 12/04 Gran Teatro Geox, Padova ◗ 16/04 Alcatraz, Milano ◗ 18/04 Obihall, Firenze CONCERTI
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IL DISCO Identikit è uscito a novembre dello scorso anno trascinato dal singolo Mille uragani, uno dei due inediti (insieme a Sto rock) della raccolta. È il primo disco di Pelù solista dopo la reunion con i Litfiba avvenuta nel 2009. L’album è il risultato di una ricerca di contenuti e suoni che appartiene a due trilogie: la Trilogia dei sopravvissuti (Né buoni Né cattivi, U.D.S., Soggetti smarriti) e la Trilogia della comunicazione (In Faccia, Fenomeni, Identikit).
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a chiamarla raccolta e non Greatest Hits perché nella selezione hanno contato più i contenuti del successo commerciale». C’è differenza fra Piero Pelù e Piero Pelù dei Litfiba? «Quello che cambia è il metodo di lavoro. Quando scrivo da solo mi posso spingere a sperimentare cose che con altri non riuscirei a fare. Quando lavoro con Ghigo o quando lavoravo con i Litfiba negli anni Ottanta l’approccio di gruppo più collettivo con la musica era necessariamente diverso». Secondo te, quanto ti deve il rock italiano? «Io devo tanto al rock… quanto mi debba lui non lo so. Io di certo gli sono debitore. Ancora oggi ci sono tanti artisti rock che mi ispirano, come gli Afterhours». Quali sono per te le voci rock giovani più interessanti del panorama
musicale italiano e internazionale? «In Italia i Ministri, A67 e I Cani, all’estero i Black Keys e i Grizzly Bear». Perché hai accettato di partecipare a The Voice ? «The Voice sulla carta si presentava come un programma musicale molto diverso dai talent che lo hanno preceduto e cosi è stato. La fase del gioco chiamata Blind è quella fondamentale, perché i ragazzi in gara vengono scelti solo in base alla qualità vocale. Questo a mio parere è di per sé un concetto rivoluzionario rispetto alla tv di oggi e degli ultimi 30 anni, così rispetto alla società e alla politica, che sono totalmente impostate sul potere delle immagini. La mia esperienza è stata superiore alle aspettative grazie agli altri coach». Il 18 giugno suonano i Black Sabbath a Bologna… ci sarai? «Ci sarò sicuramente, sono tra i miei maestri».