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Deindustrializzazione e mitopoiesi. Lo spazio della fabbrica dismessa

62 Anno II - n. 2

Chrysler è stata la soluzione anche per le fabbriche italiane. In definitiva, gli stabilimenti italiani campano se producono macchine per il mercato nordamericano: ha chiuso Termini per molto meno. I ¾ dei modelli che sta producendo qui, la componentistica è fatta oltreoceano, gli stabilimenti in Italia li assemblano per macchine che devono essere vendute di nuovo oltreoceano. Io, Termini Imerese che mi hai chiuso per molto meno, non mi sento preso per i fondelli? Per molto meno perché la Lancia Y comunque, il mercato di riferimento è italiano e europeo». La perifericità dello stabilimento siciliano fu uno dei motivi addotti da Marchionne il 19 giugno 2009, per giustificare la chiusura della fabbrica di Termini Imerese. Qui, secondo l’amministratore delegato, gli elevati costi di trasporto, sia dei pezzi da assemblare sia del prodotto finito, incidevano negativamente sulla competitività del sito industriale. A ciò si aggiunga che lo stabilimento di Termini Imerese non è fornito di un indotto particolarmente sviluppato e capace di ovviare in loco alla produzione dei materiali da assemblare nello stabilimento. Tuttavia, è lo stesso N. C. a rilevare che, sebbene la fabbrica si trovi in un contesto marginale rispetto al mercato di riferimento, è altresì vero che la Sicilia rimane più vicina degli Stati Uniti. È da qui, infatti, che secondo l’informatore, verrebbero i componenti per le auto che negli stabilimenti italiani vengono assemblati per ottenere un prodotto finito da essere nuovamente esportato e venduto nel mercato americano. Nelle parole di N. C. è potente il sentimento di rabbia e di frustrazione nei confronti di un processo di periferizzazione in cui la cittadina sembra essere scivolata non tanto, o non solo, per una questione geografica, ma per ragioni economiche. I flussi globali (Appadurai, 2012; Ferguson, 1999, 2009, pp. 311-329; Harvey, 2001, 2010), che si definiscono principalmente in flussi economici e di capitale, sono stati deviati da Termini Imerese segnando un punto di rottura netto nella storia produttiva del territorio e nella sfera sociale ed esistenziale dei suoi abitanti. Tuttavia, la marginalizzazione economica del territorio in seguito alla chiusura dello stabilimento non ha significato solo un punto di interruzio-


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