Oinos - Vivere di vino - 2018 n.1

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degustazioni

accompagnato a diversi deliziosi amuse-bouche. Finito il giro in cantina siamo stati accompagnati al nostro tavolo in una saletta a noi dedicata, dove insieme a Sergio Antonini abbiamo iniziato la nostra doppia magica esperienza. La battuta di manzo leggera, ricci di mare, sedano e crema di mandorla è stata perfettamente accompagnata al 1995. A seguire il fegato grasso e mela renetta si è sposato magnificamente al 1992, grazie anche alla sua sapidità e mineralità. L’annata 1986 si è abbinata, senza minimi ripensamenti, alle noci di capesante, spuma di polenta leggermente affumicata, mortadella, mela verde e insalata di fagiolini ai pistacchi di Bronte. Che dire poi dei maccheroni aglio, olio e peperoncino, gamberi rosa e crema di lenticchie di Castelluccio serviti con l’annata 1985, dove il piatto non prevaleva sullo champagne, ma si è goduto un perfetto equilibrio gustativo. Che delizia Da sinistra: Sergio Antonini, Valerio Mearini, Orazio Vagnozzi, Stefano Azzolari, Marco Maffei, Roberto Schneuwly, Annie Feolde, Paolo Baracchino e Maurizio Tarquini

poi il risotto alle erbe aromatiche con piccione al ginger, bagnato da uno stupendo 1990, maturo, rotondo con ricca mineralità e freschezza. Il 1985 rosé ha avuto un accompagnamento ideale: ragù toscano con crema di patate bianche di montagna, dove i sapori fruttati del vino si sono sposati perfettamente al cibo. Non è facile neppure riuscire a trovare la giusta successione dei piatti, ma all’Enoteca Pinchiorri questi problemi non ci sono, lo ha dimostrato il piatto a seguire: insalata tiepida d’astice, indivia glassata alla maggiorana, salsa al corallo, servita con un piacevolissimo 1976, che al naso aveva, tra gli altri profumi, il gambo di ciclamino spezzato per l’acidità, la grafite e la giuggiola matura. A seguire ci è stata servita la quaglia farcita di pane toscano e lardo, cotta allo spiedo, bagnata da un fantastico 1975, che ha all’olfatto un quasi unico sentore di sesso sfrenato. Eravamo appagati, ma desiderosi di completare la nostra importante esperienza. La rivelazione è stata l’annata 1969, abbinata al controfiletto d’agnello arrosto, punte d’asparagi e budino di ceci. Nelle mie note ho scritto:

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“Bellissimo vino con acidità, mineralità e sapidità impressionanti”. Abbinamento perfetto! Per ultimo ci è stato servito il 1964 rosé unitamente alla “perla croccante al gianduia con nocciole caramellate e cioccolato al latte, pompelmo e uva fragola”. Il lampone del 1964 rosé andava a sublimarsi con la cioccolata e lo zabaione del vino che completava quest’eccellente abbinamento. Eravamo tutti piacevolmente stanchi ed emozionati e ci siamo sentiti quello che eravamo: dei super privilegiati. Abbiamo terminato la nostra serata fumando un sigaro Partagas n°4 abbinato al basarmagnac Laberdolive annata 1942 con inconfondibile profumo e sapore di caramella mou al latte. Ancora una volta l’Enoteca Pinchiorri si è meritata il nostro plauso e la nostra ammirazione. Per la prima volta la valutazione degli Champagnes non è solamente mia, ma frutto del giudizio di ciascun componente di “Les Enfants du Champagne”, sodalizio composto da Stefano Azzolari, Paolo Baracchino, Marco Maffei, Valerio Mearini, Roberto Schneuwly, Maurizio Tarquini e Orazio Vagnozzi.

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