Magnifica Communitas Podii Rainaldi

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FRANCESCO

M A G N I F I C A

CORVESI

C O M M U N I T A S

PODII RAINALDI

PERINALDO STATUTI, CONVENZIONI E DOCUMENTI INEDITI DI UNA SIGNORIA GHIBELLINA SORTA

TRA PROVENZA E LIGURIA

DAI CONTI DI VENTIMIGLIA AI DUCHI DI SAVOIA (XI - XVIII SEC.)


Titolo | Magnifica Communitas Podii Rainaldi – Perinaldo: statuti, convenzioni e documenti inediti di una Signoria ghibellina sorta tra Provenza e Liguria Autore | Francesco Corvesi Immagine di copertina | a cura dell’Autore ISBN | 978-88-91166-97-5 © Tutti i diritti riservati all’Autore Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il preventivo assenso dell’Autore Youcanprint Self-Publishing Via Roma, 73 – 73039 Tricase (LE) – Italy www.youcanprint.it info@youcanprint.it Facebook: facebook.com/youcanprint.it Twitter: twitter.com/youcanprintit

Graphic design & layout: Francesco Corvesi Editing: Marta Di Giovenale, Annalisa Burattini Frontespizio: (al centro) Ricostruzione grafica di un’antica insegna perinaldese: “Lo stemma del paese di Perinaldo nel 1784 porta due leoni affrontati” (fonte C. SCRIBANI ROSSI, La Famiglia Maraldi: Genealogie e notizie varie, s.l. 1930, Archivio privato, p. 168). (in basso) Riproduzione del testamento cinquecentesco di Giovanni Ludovico Viale fu Bartolomeo di Apricale, abitante a Perinaldo, conservato nei protocolli del notaio Ludovico Balbo (ACA, Ludovico Balbo, Registro senza numero, anni 1514-1523, c. 107 v. 29/12/1516).

IV


Gentilissimi Lettori, l’antica storia del nostro borgo non finisce di stupirci, essa ci distingue dagli altri paesi liguri per la ricchezza di avvenimenti, in questo caso documentati da una ricerca minuziosa e precisa. Il merito di aver raccolto quanto leggerete va allo storico Francesco Corvesi, un cognome già sentito e più volte modellato dai parroci che nel tempo hanno curato l’archivio parrocchiale. Un caro amico, Nilo Calvini storico della Liguria, in particolare quella occidentale mi diceva “verrà un giorno in cui tutti i documenti conservati negli archivi saranno riprodotti e collocati in un grande archivio telematico nazionale”. È quanto si sta cercando di fare per gli archivi di stato, ma per i fondi minori, quelli comunali, notarili, o ecclesiastici, la strada da percorrere è ancora molto lunga. Questi “fondi minori” sono delle miniere dove inaspettatamente è possibile riscoprire ancora oggi, tra le carte consumate dal tempo, dei veri “tesori documentali” che ci parlano del nostro ricco passato. Ne sono un esempio le Convenzioni, antichissime tregue, che nei secoli passati la nostra Comunità strinse con i castelli vicini affinchè si garantisse la pace. Od ancora più emozionante è il rinvenire negli atti di un notaio cinquecentesco, i nostri antichi Statuti che pensavamo dispersi per sempre. La lettura di quei capitoli, rappresentanti la Costituzione che i nostri predecessori si diedero per regolare la vita civile della Comunità, dopo quattrocentotrenta anni dalla loro stesura, sollecita un sentimento di ammirazione e d’orgoglio per la modernità del pensiero, la complessità della forma e le finalità delle norme, concepite per tutelare le fasce più deboli della società di allora. In quelle leggi sarà possibile riconoscere nomi, luoghi e tradizioni ancora vivi nella nostra memoria.

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L’esperienza di chi si accinge alla ricerca mirata inerente la storia di un castro, come si diceva un tempo, e del suo territorio è avvincente e riesce a coinvolgere con passione chi la conduce. La ricerca affascina: è come camminare nei meandri di una caverna, dove di volta in volta si scorge una luce. Questa luce non è solo un documento, è la conoscenza degli splendori e delle miserie della vita dell’uomo, un po’ come l’organo di una chiesa che suona per le gioie e per i dolori. In questi ultimi anni ci siamo confrontati più volte con lunghe e piacevoli chiacchierate circa l’origine di località, cognomi, chiese e santuari. Una sensazione piacevolissima, riscontrare in Francesco questa passione per Perinaldo e per i suoi trascorsi. Una passione che coglierete anche voi leggendo il suo lungo racconto della nostra e anche sua Perinaldo. Sono certo di fare cosa gradita ringraziando l’amico Francesco, a nome mio, dell’amministrazione e di tutta la cittadinanza che con orgoglio rappresento.

Francesco Guglielmi Sindaco di Perinaldo

VIII


Prefazione

Come spiega l’Autore nella premessa, questo libro vuole ricostruire la memoria storica di Perinaldo che, per i secoli più antichi, ha rischiato di andare irrimediabilmente perduta nell’incendio appiccato il 28 agosto 1672 da un gruppo di militari Corsi al soldo di Genova nell’ambito del conflitto sabaudo-genovese, i quali, dopo essere penetrati nella casa comunale, avevano dato fuoco all’archivio che vi era conservato. Purtroppo la storia è piena di episodi simili e le perdite di interi archivi, per i più disparati motivi, non si contano. La loro distruzione o dispersione è però solo in minima parte dovuta ai conflitti; certo non possiamo dimenticare, ad esempio, le ingenti perdite subite da quello notarile genovese colpito dalle bombe incendiarie di Luigi XIV nel 1684, ma nel corso del tempo i danni maggiori alla documentazione archivistica sono stati in realtà causati dall’incuria di chi doveva custodirli. Ancora ai giorni nostri, soprattutto nei piccoli comuni, quando i documenti, dopo aver assolto la funzione di archivio corrente, diventano archivio storico sono spesso considerati come un inutile ingombro e pertanto vengono relegati in soffitte, scantinati (umidi o addirittura esondabili) o in altri locali inidonei alla loro conservazione, andando quindi incontro ad un rapido deterioramento. In alcuni casi le carte, tanto gravemente danneggiate da essere considerate irrecuperabili, sono state distrutte. Solo per limitarci agli archivi di cui si parla in questo volume segnaliamo la triste sorte toccata all’archivio dei francescani che, “invaso” dai vermi, è stato usato per concimare le rose del giardino del convento. Per fortuna le comunità non vivono “isolate”: per ragioni politicoeconomiche, per prosperare e svilupparsi intessono relazioni con i comuni limitrofi e con lo stato centrale. Questo fa sì che molti documenti – perlomeno quelli più importanti – siano redatti in più esemplari depositati presso i contraenti ed i soggetti che li hanno prodotti (cancellerie, notai ecc.). Una parte di documentazione si è salvata proprio grazie ad alcuni notai che trasferendosi hanno portato con sé i propri protocolli. Come quelli del notaio Amandolesio, originario di Rapallo, che roga a Ventimiglia tra il 1258 ed il 1264, conservati all’Archivio di Stato di IX


Genova; quelli di Ludovico Balbo di Apricale presso l’Archivio Storico Comune di Apricale o di Paolo Laura di Baiardo nella Sezione dell’Archivio di Stato di Sanremo. Ma abbiamo anche professionisti chiamati a ricoprire incarichi di cancelleria, come Cherubino Ardizzone di Taggia che durante gli anni in cui fu luogotenente di Dolceacqua inserì tra i propri cartulari quelli della cancelleria, portandoli poi con sé a Taggia, dove oggi si trovano presso l’Archivio Storico del Comune. In questo modo si è salvata una fonte inedita e insperata che sopperisce a quella grande mancanza di documentazione che accomuna tutti i centri dell’antico Marchesato. Questi pochi esempi illustrano bene come, anche nella malaugurata eventualità che l’intero archivio di una comunità venga distrutto, non tutta la sua documentazione sia da considerarsi irrimediabilmente persa, in quanto potrà essere almeno in parte ricostruita grazie a questa sorta di “archivio diffuso”. In questi casi naturalmente il compito dello storico sarà molto più arduo perché dovrà andare a cercare ad una ad una le tessere, sparpagliate in vari archivi pubblici e privati, per ricomporre il puzzle della storia. E questo è proprio il lavoro svolto da Francesco Corvesi che, nel corso di diversi anni, ha pazientemente raccolto la documentazione su Perinaldo dispersa in numerosi archivi e biblioteche (Archivi di Stato di Genova, Imperia – sezioni di San Remo e Ventimiglia – e Torino; Archives départementales des Alpes-Maritimes di Nizza; Archivi storici dei comuni di Apricale, Dolceacqua, Perinaldo e Taggia; Archivio della Curia Vescovile di Ventimiglia; Archivi parrocchiali di Apricale, Dolceacqua, Perinaldo e San Biagio della Cima; Istituto Internazionale di Studi Liguri di Bordighera e Biblioteche di San Remo, del Senato della Repubblica e Bibliothèque Nationale de France di Parigi). Il risultato di queste scrupolose ricerche è raccolto in questo ponderoso tomo nel quale l’Autore – usando fonti edite e inedite – ha ricostruito, talvolta fin nei minimi dettagli, la storia politica ed economica di Perinaldo e del Marchesato di Dolceacqua. Scorrendo il volume si comprende – se ancora ce ne fosse bisogno – l’importanza delle fonti notarili (private), talvolta considerate di second’ordine o “residuali” rispetto a quelle pubbliche (atti di sovrani o di parlamenti, trattati ecc.), soprattutto per la Liguria dove si ricorre al notaio X


per qualsiasi negozio. Nei secoli XV-XVI il numero di professionisti operanti nell’area intemelia è talmente elevato che molti di loro per sopravvivere devono mettere a frutto tutte le loro conoscenze giuridiche e letterarie alternando l’attività notarile con altri incarichi quali l’arbitro, il causidico, il maestro (come il notaio Ludovico Balbo che intorno al 1513 tiene una scuola per i pupilli di Perinaldo), il procuratore, oppure mettendosi al servizio della curia episcopale o del comune. Queste testimonianze ci offrono uno spaccato della vita quotidiana a Perinaldo e nella Signoria dei Doria: consentono di analizzare i rapporti tra i Doria e i loro “sudditi”, fra clero e laici, di conoscere gli usi, le consuetudini e le leggi che disciplinano la convivenza fra cittadini e all’interno della famiglia, lo svolgersi delle diverse attività quotidiane e la loro regolamentazione, seguire lo sviluppo dei commerci e dei traffici, dell’agricoltura e della pastorizia, l’edificazione di chiese e conventi e ricavare così i dati necessari per la costruzione di una mappa del territorio con precise indicazioni dell’antica toponomastica. Con questo volume, nel quale sono narrate le vicende storiche di Perinaldo dal X al XVII secolo – un lungo arco di tempo durante il quale il borgo è passato dal dominio dei conti di Ventimiglia, alla Repubblica di Genova alla Signoria dei Doria di Dolceacqua –, è stata recuperata buona parte della memoria storica andata in fumo nel lontano 1672. I 37 documenti pubblicati in appendice (compresi tra il 1061 e il 1653) e gli statuti del 1580 – che si credevano irrimediabilmente perduti e che sono stati ritrovati tra gli atti del notaio Paolo Laura – sono solo una piccola parte della grande mole documentaria esaminata e rappresentano una fonte preziosa. In conclusione si tratta di un’opera che non può mancare in ogni casa di Perinaldo, indispensabile per chi vorrà approfondire o intraprendere nuovi studi sul Marchesato di Dolceacqua – che troverà in questo lavoro informazioni precise sui fondi archivistici dai quali iniziare le ricerche – o anche semplicemente per conoscere la storia di quest’angolo di Liguria, perché un popolo senza memoria è un popolo senza futuro (Luis Sepulveda) e rischia di essere spazzato via come un albero senza radici. Fausto Amalberti XI



MAGNIFICA COMMUNITAS PODII RAINALDI PERINALDO: STATUTI, CONVENZIONI E DOCUMENTI INEDITI DI UNA SIGNORIA GHIBELLINA SORTA TRA PROVENZA E LIGURIA



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Premessa

Il 28 agosto 1672, nell’ambito del conflitto sabaudo-genovese, un gruppo di militari Corsi al soldo di Genova, con l’intento di entrare nei domini del duca di Savoia, occupa il castello di Perinaldo posto al confine dei due Stati. Dopo una lunga resistenza, gli invasori riescono ad entrare nel borgo fortificato mettendolo a ferro e fuoco. Alcuni di loro irrompono nella casa comunale incendiando l’archivio che per secoli era stato conservato gelosamente in quei locali. Le pergamene trecentesche, le delibere dei consoli, gli statuti comunali e le convenzioni vengono perse irrimediabilmente. In un attimo, tutta la storia del borgo veniva distrutta, e con la perdita di quelle carte veniva a mancare il riferimento per gli storici di uno strumento atto a comprendere parte delle relazioni intercorse tra i vari centri del Ponente Ligure. Questo studio nasce da quel giorno; dal momento in cui arsi nel fuoco, si sono volatilizzati i nomi, le vicende e le narrazioni di quei luoghi, lasciando spazio alle fervide leggende liguri. La sfida è stata grande: rintracciare i documenti superstiti, cercando di costruire quegli intrecci di eventi che si sono succeduti, non solo nella storia del castello, ma di tutti i centri ad esso connessi. Dalla reale posizione socio economica, all’apporto che i suoi abitanti hanno dato nello sviluppo della Signoria ghibellina dei Doria. Di Perinaldo si sa relativamente poco, sia per la mancanza delle fonti primarie, ricostituite dal 1700, sia perché è stato oscurato dalla celebrità di uno dei suoi figli più illustri, l’astronomo Giovanni Domenico Cassini, considerato a pieno titolo uno dei più importanti scienziati del Seicento. Questo studio non vuole dare le risposte a tutti i dubbi che pervadono il borgo, vuole essere solo un ulteriore strumento per far conoscere la straordinaria storia di questi luoghi che non ha eguali. Li dove oggi termina l’Italia e inizia la Francia, è posta una lingua di terra che nei secoli è stata oggetto di numerose contese. Ogni borgo, villa o castello ha mantenuto una caratteristica che lo differenzia dall’altro, in cui è impossibile non rimanere colpiti dalla complessità delle sue vicende, che sono propri dei centri di confine. 3


FRANCESCO CORVESI Chi si avvicina per la prima volta a questi luoghi non potrà non notare il fermento leggendario che l’avvolge. Sarà possibile scorgere Triora con le sue streghe che hanno riempito le cronache giudiziarie del Seicento. La valle del Verbone, la più dotta di queste terre, che dal borgo di San Biagio ha visto nascere grandi poeti come i Biamonti, o la stessa Perinaldo, patria di quegli astronomi che hanno legato il proprio nome alle grandi scoperte scientifiche del Seicento e che ancora oggi risuonano negli spazi cosmici con i satelliti a loro intitolati. Dolceacqua, sede di quei terribili Doria che non lesinarono lasciare leggende nelle anime dei suoi abitanti. Monaco con gli ambiziosi Grimaldi, in continua lotta per il potere. Verso i monti vi è Tenda con quei Lascaris, discendenti dell’ultimo imperatore greco di Nicea, che ancora parlando d’Oriente, si contrapposero agli antichi consoli comunali che per primi combatterono per affrancarsi dal potere feudale, rivendicando il loro diritto alla libertà. Il principato benedettino di Seborga con la sua unicità, che per secoli era stato amministrato dai monaci provenzali di Lerino, rivendicante ancora oggi la propria indipendenza. Storie di chiese, di monasteri, di vescovi accecati dall’ira, di umili santi che nella carità del messaggio evangelico risplendono nella gloria degli altari. Di guerre fratricide per il possesso di un pezzo di terra. Le vicende di una manciata di paesi che stanchi delle vessazioni subite dal capoluogo rivendicano e ottengono l’indipendenza costituendosi in piccola repubblica e ... incominciano a prosperare: la Magnifica Comunità degli Otto Luoghi. Storie di viaggiatori inglesi che prima di tutti hanno apprezzato il carattere dei rivieraschi e le loro tradizioni, esaltandosi nella semplicità dei loro gesti. Storie di guerre, intrighi, assassini, vendette e perdoni. Storie di cavalieri e dei loro ordini soppressi; storie di segreti legate a quelle antiche pietre, sussurrate nelle fredde sere d’inverno dagli anziani. Tutto questo non può lasciare indifferente il lettore che si accosta per primo a questi luoghi. Perinaldo nasce e si sviluppa circondato da queste realtà con cui si è interfacciato ed ha condiviso eventi e tradizioni. Nato come roccaforte dei conti di Ventimiglia, e posto nel mezzo del circuito delle antiche strade che collegavano i centri alpini con la costa e, da quest’ultimo, con 4


MAGNIFICA COMMUNITAS PODII RAINALDI l’Oriente; Perinaldo ha subito l’influenza di queste vicende al quale non è possibile dare una traccia completa per la mancanza di documenti. Le guerre e le invasioni, come accennato, hanno distrutto tutta la sua storia più antica. Solo la lunga ricerca negli archivi ha potuto portare alla luce parte di quella storia che, se anche non completa, almeno integra quella relativa ai rapporti con le comunità vicine. Centro integrante della Signoria ghibellina dei Doria, ha mantenuto una parvenza di autonomia rispetto agli altri borghi, per via di quel rapporto particolare che lo vincolava ai primi conti di Ventimiglia. Le sue più antiche chiese, testimonianza di una non chiarita origine monastica, lo ricollega a quei monaci cistercensi che nel Ponente Ligure furono di passaggio. Per ultimo, lo studio degli statuti del 1580, redatti in volgare, completano la complessa storia giuridico-sociale dei centri ponentini, che hanno dato forma alle consuetudini legislative locali di tutto il distretto. Perinaldo, ancora oggi continua ad affascinare per i suoi misteri, e questo studio vuole dare solo un piccolo contributo alla riscoperta delle vicende di quello che è conosciuto come il Poggio delle Stelle.

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SECOLI X – XII (901 - 1200)



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L’egida edificatrice dei conti di Ventimiglia

Per comprendere le motivazioni che hanno portato alla nascita della rocca di Perinaldo bisogna prima di tutto inquadrare gli eventi che hanno interessato la regione delle Alpi Marittime del X secolo. Nel punto più estremo della Liguria, in quella zona che era considerata la porta occidentale d’Italia, si era sviluppata un’importante signoria posta tra la Costa Azzurra, le Alpi e la Provenza, avente per capoluogo la città di Ventimiglia. A quel tempo imperava su tutto il territorio comprendente l’antico municipio romano di Albintimilium, l’ombra della potentissima famiglia dei conti di Ventimiglia. Il loro dominio corrispondeva con l’antica diocesi che si estendeva da oriente a occidente, da Taggia a Monaco, e dal mare fino alle Alpi, comprendendo i luoghi di Tenda e Briga, fino al confine con i territori pedemontani di Limone e Vernante.

Fig. 1) Mappa del Ponente Ligure.

All’epoca di Carlo Magno, dopo che nel 776 distruggendo il Regno dei Longobardi, si cinse della corona di re d’Italia, la penisola venne 11


FRANCESCO CORVESI spartita tra l’Imperatore e il Pontefice, includendo la Liguria Marittima nella Marca della Tuscia, e in seno ad essa, il municipio romano di Albintimilio ebbe la dignità di Comitatus 1. È inutile sottolineare che questa zona era molto importante dal punto di vista politico ed economico, in quanto rappresentava un rilevante snodo per i commerci che dal mare si indirizzavano verso il Piemonte e l’Europa settentrionale. Deteneva, allo stesso tempo, un fondamentale ruolo strategico, poiché si prestava ad essere un naturale Stato “cuscinetto” tra la nascente potenza di Genova, che premeva a levante per implementare i propri traffici, e il Regno di Provenza a occidente, che cercava di imporre la propria politica nel resto d’Europa. La stretta di questi due colossi, come vedremo, ne determinò il disfacimento. Il primo documento ufficiale che ci parla dei conti di Ventimiglia 2 è una copia trecentesca di un testamento del 954 3 in cui Guido, imperiale conte di Ventimiglia e Lunigiana, marchese delle Alpi Marittime, dovendo partire “contro i perfidi saraceni” dona ai suoi figli Corrado (futuro conte di Ventimiglia), Ottone (futuro marchese delle Alpi Marittime) e Rolando (a breve conte di Lunigiana 4 e Garfagnana) i feudi e di conseguenza tutte le terre a lui assoggettate. Lega ai monaci benedettini del monastero di Lerino in Francia, la proprietà e le rendite della chiesa di San Michele, fatta costruire dal padre su un uliveto di loro proprietà, posto sotto la rocca di Ventimiglia 5. Stabilisce per lui e per la propria famiglia il diritto d’albergo all’interno dell’ospizio attiguo a San Michele, ogni volta che si troveranno a Ventimiglia, segno questo che i conti non risiedessero stabilmente in città. Ordina ai propri eredi di costruire nella chiesa suddetta, un sepolcro sotto l’altare di Sant’Antonio, stabilendo il diritto per se e i suoi successori di esservi sepolti. F. ROSTAN, Storia della Contea di Ventimiglia, Bordighera 1971, p. 21. Per una più dettagliata analisi sul tema si rimanda allo studio di M. ASCHERI, I conti di Ventimiglia e l’origine del Comune di Ventimiglia, in « Intemelion », 9-10 (2003-2004). 3 E. CAIS DE PIERLAS, I Conti di Ventimiglia, il priorato di San Michele ed il principato di Seborga, Torino 1884, p. 20. La copia è stata presentata dai monaci di Lerino in un arbitrato con la comunità di Ventimiglia. 4 La Lunigiana era l’antica zona, con capoluogo Luni, che si trovava al confine tra Toscana e Liguria. 5 H. MORIS, Cartulaire de l'Abbaye de Lérins, Paris 1905, vol. II, p. 184. 1 2

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MAGNIFICA COMMUNITAS PODII RAINALDI Completa la donazione cedendo al monastero di Lerino alcuni territori posti tra la detta chiesa di San Michele, il fiume Roia e il castello di Seborga 6. In quest’ultimo adempimento intravediamo un importante attore, il borgo di Seborga, elevato a principato dai monaci nel Duecento, che comparirà più volte nella storia di Perinaldo e nelle relazioni con i paesi vicini. In documenti successivi, in particolar modo quello del 1039, i nostri Conti aggiungono un elemento in più sulla loro natura, dichiarando che essi, i figli e gli eredi vivono secondo i dettami della legge romana (lege romana viventes) 7. Su questo preciso punto 8 gli studiosi si sono interrogati sull’origine della famiglia comitale, sulla loro provenienza, sul loro ruolo politico, ma soprattutto sulla loro antichità. Per diversi motivi si può dire che probabilmente i “nostri” Conti, non erano originari del ventimigliese e furono posti a controllo della contea dalla massima autorità di allora. Questo spiegherebbe il fatto che non avessero una residenza stabile a Ventimiglia (il centro all’epoca più importante della zona essendo sede del vescovato) chiedendo di essere ospitati nei locali attigui alla chiesa di San Michele. La necessità di donare una chiesa già allora importante come quella di San Michele, era segno dell’approvazione e supporto che ricercavano da parte di un protagonista prestigioso come quello dell’Abbazia di Lerino. Infine, sottolineando che vivessero secondo il diritto romano, prova che i nuovi Conti, una volta insediati nella contea, avessero accettato di vivere così come vivevano i propri sudditi, acquisendone la nazionalità, cioè quella romana, e riconoscendone la validità. Questo proverebbe che tutta la diocesi era regolata ancora da leggi che si rifacevano a quell’antico passato. Tracce di questa eredità la ritroveremo anche negli statuti comunitari della zona, compresi quelli di Perinaldo, che per secoli regolarono la vita pubblica della società. G. BELTRUTTI, Briga e Tenda. Storia antica e recente, Bologna 1954, p. 28. M. ASCHERI, I conti di Ventimiglia cit., p. 12. 8 Altre potenti famiglie di origine straniera, come gli Estensi, professavano la legge longobarda; i marchesi di Toscana la legge bavara; o la legge salica come gli Arduini di Ivrea (cfr. G. BELTRUTTI, Briga e Tenda cit., p. 21). 6 7

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Villa Giunco La donazione del 954 diventa oltremodo importante nella nostra storia perché è in questo documento che compare per la prima volta il castello di Seborga con la definizione dei suoi confini, e cioè da: Cola Crucis et descendit per vallonum Vallis Organae et Mallazini et progreditur ad infima convallium, usque ad Passum de Lona et de dicto Passu ascendit ad Rocham Scuram supra Sepelegium, et ex alia parte sicut a dicta Cola Crucis progreditur per altiora loca montium medio existentium usque ad montem Nigrum et descendit per vallonum dicti montis, usque ad Passum de Gargo et iungitur ad dictam Rocham Scuram 9.

In un documento successivo, questa volta del 1064, i discendenti del conte Guido, i fratelli Ottone e Corrado, confermando la donazione fatta precedentemente dall’avo ai monaci di Lerino, indicano più precisamente i confini della tenuta: … que posita sunt in loco ubi dicitur Vincedelo et Incanedelo, vel in eorum territoriis. Coheret eidem una parte fosato qui dicitur Monte Negro et ex alia parte fosato qui dicitur Vallebona, de tertia parte fines de Sepelegio, de quarta vero parte, de superiore capite, fines de Sepulcro usque ad Crucem 10.

Studiando questo documento e quelli del 1060 e 1063 11, lo storico ventimigliese Girolamo Rossi, cadde inizialmente in errore identificando le zone di Vincedello e Canedello come i tenimenti della villa Giunco 12 nel territorio di Perinaldo 13. G. PISTONE, Origine e storia del principato di Seborga, Seborga 2004, p. 275. H. MORIS, Cartulaire de l'abbaye de Lérins cit., p. 186. 11 G. PISTONE, Origine di Seborga cit., p. 263: « 21 dicembre 1063. Nell’anno della incarnazione di Nostro Signore Gesù Cristo millesimo sessantesimo quarto, mese di giugno, indizione prima. Nel monastero di San Michele Arcangelo che è costruito presso il Castrum di Ventimiglia sul fiume Roia. Noi Ottone e Corrado, conti fratelli, figli del buonanima Corrado conte egli stesso, che dichiariamo di voler vivere nel rispetto della legge romana ... confermiamo che sono tutti i beni donati di nostro diritto, posti nella contea di Ventimiglia e sono posti nel luogo detto Iancedello e in Canedelo ovvero nel loro territorio, confinante lo stesso da una parte con il fossato detto Monte Nero, da altra parte il fossato detto Vallebona, da altra parte i confini con Sepelegio, dalla quarta parte ossia dalla parte superiore confini di Seborga fino alla Croce ». 12 G. ROSSI, Gli statuti della Liguria, in « Atti della Società Ligure di Storia Patria », XIV (1878), p. 123. 13 G. ROSSI, Storia della città di Ventimiglia, Oneglia 1886, p. 39: Il Rossi apprende queste notizie dal manoscritto del can. Girolamo Lanteri di Ventimiglia dal titolo Discorso sulle antichità di Ventimiglia. 9

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Fine Anteprima Titolo

Magnifica Communitas Podii Rainaldi

Sotto Titolo

Perinaldo: statuti, convenzioni e documenti inediti di una Signoria ghibellina sorta tra Provenza e Liguria

Autore

Francesco Corvesi

Isbn

978-88-91166-97-5

Tipo

Saggio storico

Area

Liguria, Provenza

Soggetto

Perinaldo, Marchesato di Dolceacqua, Contea di Ventimiglia.

Detagli

n. 498 pagine in B/N; n. 10 tavole a colori; n. 3 alberi genealogici; Diverse illustrazioni ottocentesche; n. 37 trascrizioni documentali.



MAGNIFICA COMMUNITAS PODII RAINALDI

Indice

Premessa ............................................................................................................................................. 3 SECOLI X – XI – XII L’egida edificatrice dei conti di Ventimiglia ...................................................................... 11 Villa Giunco ........................................................................................................................... 14 Podium Rainaldi .................................................................................................................... 18 La decadenza dei Conti ........................................................................................................20 SECOLO XIII La caduta di Ventimiglia e la Signoria dei Castro ............................................................. 27 I consoli e le libertà comunali.............................................................................................. 33 Perinaldo sotto la Repubblica di Genova .......................................................................... 36 I Doria .................................................................................................................................... 41 Il re di Provenza e le lotte tra guelfi e ghibellini ............................................................... 43 SECOLO XIV La Signoria dei Doria ............................................................................................................ 51 I guelfi occupano la Signoria ............................................................................................... 52 La distrutta villa Colle del Coy ............................................................................................ 54 La tregua tra le fazioni .......................................................................................................... 58 La peste del 1348 ................................................................................................................... 61 L’approdo marino dei Doria ............................................................................................... 63 La pace del lago Pigo ............................................................................................................ 68 Lo Scisma cristiano d’Occidente......................................................................................... 70 SECOLO XV Il secolo delle pacificazioni .................................................................................................. 75 Il luogotenente della Signoria .............................................................................................. 81 I diritti feudali dei Doria su frantoi e mulini ..................................................................... 86 La scomunica del Vescovo .................................................................................................. 89 Il giuramento di fedeltà ........................................................................................................ 91 Convenzione con Briga dei Lascaris .................................................................................. 95

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FRANCESCO CORVESI Convenzione con Rocchetta dei Savoia ............................................................................ 96 Convenzione con Val Lantosca dei Savoia ....................................................................... 98 Arbitrato tra Apricale e Baiardo (1488) ............................................................................. 99 Perinaldo sotto il vescovo Campofregoso ...................................................................... 100 Convenzione con Sanremo (1490) ................................................................................... 104 I possedimenti dei Doria ................................................................................................... 106 L’alleanza con i Grimaldi ................................................................................................... 109 Convenzione con Val Lantosca (1492) ............................................................................ 110 Il clero perinaldese .............................................................................................................. 111 SECOLO XVI (Parte I) Le confraternite in Perinaldo ............................................................................................ 119 La Confraria del Santo Spirito .......................................................................................... 122 I protocolli del notaio Balbo: stralci di vita quotidiana ................................................. 129 Il centro finanziario: la canonica....................................................................................... 132 Il centro politico: la Loggia................................................................................................ 136 Gli edifici di culto ............................................................................................................... 143 SECOLO XVI (Parte II) I Grimaldi occupano la Signoria ....................................................................................... 151 Cronaca di un delitto .......................................................................................................... 152 La protezione del duca di Savoia ...................................................................................... 158 Ritorno dei Doria e nuova convenzione con Ventimiglia ............................................ 160 La guerra del Sale ................................................................................................................ 163 Convenzione con Dolceacqua .......................................................................................... 166 Convenzione generale tra Sanremo e i Castelli della Signoria ...................................... 167 Stefano Doria e il suo governo illuminato ...................................................................... 171 La compagnia del Corpus Domini ................................................................................... 172 Le calamità naturali ............................................................................................................. 175 La peste del 1579 ................................................................................................................ 177 La nuova chiesa di San Benedetto .................................................................................... 179 Il notaio Paolo Laura di Baiardo....................................................................................... 182 Gli statuti di Perinaldo ....................................................................................................... 184 Il governo di Giulio Doria ................................................................................................. 188

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MAGNIFICA COMMUNITAS PODII RAINALDI SECOLO XVII Il secolo delle contrapposizioni religiose .........................................................................193 L’ombra della Santa Inquisizione......................................................................................196 Il processo a Cassini “Il Verde” ........................................................................................197 Il conflitto con Genova del 1625 e la cacciata dei Doria ..............................................199 Le Grand Cassinì: nascita di uno scienziato ....................................................................201 La peste di metà Seicento...................................................................................................206 Il convento francescano di San Sebastiano (1641) .........................................................207 I legati pii e le forme di donazione privata ......................................................................210 Il ritorno dei Doria (1652) .................................................................................................211 Il rifacimento della chiesa parrocchiale (1660)................................................................214 La compagnia del Suffragio ...............................................................................................216 Il secondo conflitto genovese e l’occupazione dei Corsi ..............................................218 APPARATO CRITICO Il castello Rinaldino ............................................................................................................231 La chiesa parrocchiale di San Nicola ................................................................................236 La chiesa di Sant’Antonio (già San Sebastiano) ..............................................................244 La chiesa della Visitazione e il Cassini .............................................................................248 Gli archivi della Signoria ....................................................................................................261 GLI STATUTI DI PERINALDO La forma degli statuti ..........................................................................................................269 La materia dei capitoli.........................................................................................................273 Mestrali, commercianti e vendita al dettaglio ..................................................................274 Osti, tavernari e il commercio del vino ............................................................................276 Mugnai, panettieri, fornai e il commercio del pane ........................................................277 Gli organi dell’amministrazione comunale ......................................................................279 I consoli o magistrati ..........................................................................................................279 I consiglieri ...........................................................................................................................281 Sindaci e massari..................................................................................................................282 I campari o guardie campestri ...........................................................................................283 Norme di pubblica sicurezza .............................................................................................283 La tutela delle acque ............................................................................................................285 La proprietà privata.............................................................................................................286

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FRANCESCO CORVESI La proprietà pubblica (i beni comunali) .......................................................................... 286 I diritti delle donne e dei minori ....................................................................................... 288 I diritti delle piante .............................................................................................................. 289 I diritti degli animali (domestici) ....................................................................................... 290 Gli atti criminali .................................................................................................................. 291 Indice dei Capitoli ............................................................................................................... 293 Statuti e Capitoli de Perrinaldo ......................................................................................... 299 DOCUMENTI Descrizione

Anno

Doc.

Donazione di Rainaldo al vescovo Tommaso ........................................ 1061

I

Guido Guerra cede alcuni perinaldesi a titolo di garanzia ..................... 1164

II

Elenco dei cittadini di Ventimiglia ............................................................ 1186

III

Atto di Guglielmo Abate di Perinaldo ...................................................... 1259

IV

Vendita di Giovanni Giudice di Ventimiglia ........................................... 1260

V

Cessione di Oberto Giudice dei diritti sul Giunco ................................. 1264

VI

Vendita di Perinaldo e Giunco a Oberto Doria ...................................... 1288

VII

Protesta di Imperiale Doria sul commercio del vino .............................. 1365

VIII

Elenco abitanti di Dolceacqua ................................................................... 1389

XI

Elenco abitanti di Perinaldo ....................................................................... 1473

X

Giuramento di fedeltà dei Perinaldesi ai Doria ....................................... 1475

XI

Inventario dei beni di Petrina Abate di Perinaldo ................................... 1476

XII

Precetto di Bart. Doria di macinare nei mulini di Perinaldo ................. 1480

XIII

Elenco delle proprietà e redditi di Luca Doria ........................................ 1495

XIV

Terre del Priorato di S. Ampelio date in locazione a perinaldesi .......... 1498

XV

Donazione del ven.le Pietro di Perinaldo alla figlia Maria ..................... 1514

XVI

Testamento del milite Guglielmo Beodi ................................................... 1515

XVII

I consoli di Perinaldo convocano gli stimatori dei danni....................... 1515

XVIII

Le autorità perinaldesi riferiscono circa un incendio .............................. 1515

XIX

Convenzione tra Perinaldo e Sanremo ..................................................... 1520

XX

Controversia sulla vendita di un mulino tra privati................................. 1520

XXI

Elenco dei diritti feudali dei Doria su Perinaldo ..................................... 1523

XXII

Ratificazione della convenzione tra i Doria e Ventimiglia ..................... 1534

XXIII

Atto d’acquisto di 90 mine di sale da Genova ......................................... 1539

XXIV

Elezione dei sindaci per la vertenza contro Sanremo ............................. 1558

XXV

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MAGNIFICA COMMUNITAS PODII RAINALDI Descrizione

Anno

Doc.

Convenzione tra Sanremo e i castelli dei Doria ....................................... 1558

XXVI

Fondazione della compagnia del Corpus Domini .................................. 1566

XXVII

Perizia sui vecchi edifici canonicali perinaldesi ........................................ 1579

XXVIII

Elezione degli emendatori per la modifica degli statuti .......................... 1580

XXIX

Approvazione del Parlamento dei nuovi statuti ...................................... 1580

XXX

Approvazione di Giulio Doria dei nuovi statuti ...................................... 1580

XXXI

Elenco dei diritti feudali del rettore su Perinaldo .................................... 1580

XXXII

Elenco di alcuni atti stilati da notai su terreni di confine ....................... 1592

XXXIII

I consoli confermano i diritti feudali al Vescovo .................................... 1593

XXXIV

Giuramento di fedeltà dei perinaldesi al Duca di Savoia ........................ 1652

XXXV

Lettera dell’astronomo Cassini a Pierre Gassend .................................... 1653

XXXVI

Supplica al Vescovo per l’oratorio della Visitazione ............................... 1612

XXXVII

Tabella riassuntiva dei cognomi presenti a Perinaldo ............................ (vari) XXXVIII

Elenco dei luogotenenti della Signoria dei Doria ..................................................................451 Elenco dei consoli e ufficiali di Perinaldo ..............................................................................452 Ringraziamenti ...............................................................................................................................453

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Finito di stampare nel mese di Gennaio 2015 Per conto di Youcanprint Self - Publishing




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