12/12/2019 - La Signora di Gustav Klimt fa sognare i piacentini

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SETTIMANALE DI INFORMAZIONE FONDATO NEL 1983

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GIOVEDÌ 12 DICEMBRE 2019 - ANNO 37 N. 28 - EURO 0,20

REDAZIONE

AGENDA NATALE

Gli esperti lo esamineranno ma il dipinto ritrovato sembra proprio l’originale

La Signora di Gustav Klimt fa sognare i piacentini Ora abbiamo un assist: la Gioconda era un quadro anonimo fin quando non è stata rubata e poi ritrovata. Perché non approfittare di questa occasione?

Professione tagesmutter: conciliare famiglia e lavoro

A PAGINA 2

Bertucci, la mostra natalizia della Banca di Piacenza

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Ritratto di Signora di Gustav Klimt non era solo uno dei più bei dipinti del ‘900, ma, soprattutto, era il vero piéce de resistence della Ricci Oddi. La galleria piacentina potrebbe vantare dei primati per l’eccellenza delle opere esposte e per i locali, studiati appositamente per esaltare i dipinti; ma ha la particolare caratteristica di essere la Bella Addormentata tra le gallerie d’arte moderna italiane, ospitata da una città, Piacenza, che non è certo il principe azzurro che potrebbe svegliarla con un bacio; anzi, è un principe che preferisce propinare dosi da cavallo di sonnifero alle sue bellezze. Allora, un bel giorno di 22 anni fa la Gioconda della Ricci Oddi sparisce. E quando Piacenza si rassegna alla perdita irreparabile, ecco questo colpo di scena degno di Agatha Christie. Il ritratto di signora di Klimt sbuca da un’intercapedine, nascosta da un’edera.

12 dicembre 2019

Fiorenzuola si riempie di luci A PAGINA 5

Corriere Padano

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Giovedì 12 dicembre 2019

Piacentini fare impresa

A Lugagnano c’è aria di festa

Innovazione? Largo ai giovani Filippo Colla sui temi caldi

A PAGINA 7 di

Giovanni volpi

emergenza climatica

Evitare il crack ambientale Friday for Future “Non è utopia”

SOLARI A PAGINA 2

di anTonella lenTi cultura e innovazione

Meno auto, più bici La filosofia del Pums PAGINA 3

Auguri di Buon Natale

La scossa di Sforza

Nel Carmine la Piacenza smart

Basta divisioni

di Federico Tanzi

Uniti per trasformare Piacenza in un brand di successo di Giovanni volpi

“Laboratorio aperto” apre i battenti

giovani e scuola

“Non sanno più leggere” Due parole sugli esiti Ocse-Pisa di ludovico anTiochia

Oggi con Corriere Padano Alseno, il dicembre è dei bambini

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Corriere Padano

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ATTUALITÀ

Ritratto di Signora, il Klimt ritrovato fa sognare i piacentini Ritratto di Signora di Gustav Klimt non era solo uno dei più bei dipinti del ‘900, ma, soprattutto, era il vero piéce de resistence della Ricci Oddi. La galleria piacentina potrebbe vantare dei primati per l’eccellenza delle opere esposte e per i locali, studiati appositamente per esaltare i dipinti; ma ha la particolare caratteristica di essere la Bella Addormentata tra le gallerie d’arte moderna italiane, ospitata da una città, Piacenza, che non è certo il principe azzurro che potrebbe svegliarla con un bacio; anzi, è un principe che preferisce propinare dosi da cavallo di sonnifero alle sue bellezze. Il furto del ’97 Allora, un bel giorno di 22 anni fa la Gioconda della Ricci Oddi sparisce. Volatilizzata. Ne resta solo la cornice, abbandonata su un lucernario. Polemiche a non finire sulla mancanza di adeguate misure di sicurezza. Si indagano i cu-

stodi, nulla. Si prova anche con esami del Dna. Men che meno. E quando Piacenza si rassegna alla perdita irreparabile, ecco questo colpo di scena degno di Agatha Christie. Il ritratto di signora di Klimt sbuca da un’intercapedine, nascosta da un’edera.

pochi metri dal luogo dove era stata rubata. Un assist da non trascurare

Sarà il vero Klimt? È lei o non è lei? Gli esperti la esamineranno nei prossimi giorni, ma sembra proprio di sì, perché sul retro si sono notati i timbri che testimoniano le mostre alle quali ha partecipato. Com’è stato possibile? Un’ipotesi è che i ladri l’abbiano lasciata provvisoriamente in quel nascondiglio e poi qualche evento imponderabile li abbia indotti a non tornare a prenderla. È anche possibile che il frastuono mediatico abbia impedito ai ladri di collocare l’opera, diventata improvvisamente troppo esposta per essere venduta al solito miliardario svizzero

o arabo. Comunque, tra poco sapremo se è l’autentica Signora di Klimt; e obiettivamente appare improbabile che qualcuno abbia fatto una copia e l’abbia nascosta in un anfratto a

Ma, cari piacentini, ora abbiamo un assist: la Gioconda era un quadro anonimo (e neppure splendido, lo spirito di Leonardo ci perdoni) fin quando non è stata rubata nel 1911. Quando poi è stata ritrovata i francesi sono riusciti – anche in assenza di Internet – a costruirvi attorno un tal bailamme mediatico da trasformarla nell’icona pop che oggi è diventata. Il fiore all’occhiello del Louvre e colei che attira, ogni anno, milionate di turisti nella capitale transalpina. Ora Piacenza non è Parigi e la Ricci Oddi non è il Louvre, come Klimt non è Leonardo; ma perché non approfittare di questa occasione per valorizzare al massimo le nostre eccellenze? Forza, basta volerlo e crederci. Il successo, come diceva Costanzo, è dietro l’angolo. Massimo Solari

Tagesmutter: conciliare famiglia e lavoro E’ un’operatrice qualificata che accoglie nella propria casa fino a cinque bambini integrando i servizi per l’infanzia (fg) Cresce la richiesta di tagesmutter sul territorio piacentino: l’esperienza – ampiamente collaudata in Europa e diffusa in Italia con i primi progetti in Trentino – si è diffusa in pochi anni anche nella città di Piacenza. Sul territorio provinciale si contano, inoltre, le esperienze di Fiorenzuola d’Arda, Pontenure, San Nicolò, Lugagnano Val d’Arda, Gerbido, Ottavello e Diara di Rivergaro. La cooperativa L’Arco di Piacenza è, dal 2012, uno dei soggetti gestori del servizio (attivo da anni anche nella formazione di nuove Tagesmutter): recentemente ha ottenuto l’accreditamento all’Associazione nazionale DoMuS (nata nel 2007 per sostenere e promuovere anche in Italia l’esperienza delle Tagesmutter). “In questo modo, le dodici Tagesmutter della cooperativa L’Arco attive su Piacenza e provincia, sono ora a tutti gli effetti figure professionali iscritte all’Albo Tagesmutter DoMuS, riconosciuto dal Ministero dello Sviluppo Economico”, spiegano Monica Francani e Silvia Vitale, coordinatrici gestionali del servizio. La tagesmutter è un’operatrice qualificata che accoglie ed accudisce nella propria casa fino a cinque bambini o ragazzi (da zero a quattordici anni), integrando – senza sostituire

– i servizi per l’infanzia già presenti sul territorio: la figura professionale della tagesmutter consente alle educatrici di conciliare vita lavorativa e familiare. Allo stesso tempo offre alle famiglie un servizio

glienza dei bambini in una dimensione domestica: i ragazzi vengono coinvolti in attività ritagliate sulle loro specifiche esigenze, proposte in un ambiente sicuro, in cui trovano il calore di una casa e giochi

A febbraio 2020 il nuovo corso di formazione promosso dalla coop L’Arco flessibile e personalizzato. “Il punto di forza del servizio di tagesmutter – spiega la coordinatrice psicopedagogica Monica Francani – è l’acco-

e stimoli mirati, oltre che un gruppo di diverse età con cui confrontarsi”. Accanto alla dimensione domestica, si inserisce l’aspetto

della flessibilità oraria: “Il servizio di Tagesmutter – afferma la coordinatrice ed educatrice Silvia Vitale - è molto richiesto sul territorio perché permette di coprire fasce orarie più ampie (pensate - ad esempio - per i genitori che lavorano su turni), comprendenti anche le giornate di sabato e domenica. Spesso viene anche utilizzato per alleggerire il compito dei nonni (una o più ore alla settimana), andando a compensare (e non a sostituire) i servizi per l’infanzia”.

A febbraio, il nuovo corso di formazione In seguito alle numerose richieste ricevute, la cooperativa L’Arco di Piacenza – tra gli

enti gestori locali del servizio di tagesmutter – organizza insieme all’Associazione nazionale DoMuS, il nuovo corso di formazione “Diventa Tagesmutter!” (un percorso di 250 ore composto da lezioni teoriche e da pratica attuativa) in partenza a febbraio 2020. “A novembre – spiegano le coordinatrici - abbiamo organizzato due incontri informativi (a Piacenza e a Fiorenzuola) ed avviato la prima giornata di selezione (necessaria per poter accedere al corso). Seguirà un nuovo incontro informativo il prossimo 21 gennaio (ore 18:30 presso la sede di Largo Erfurt, 6. Iscrizioni entro il 7 gennaio). La cooperativa L’Arco, ente gestore, realizza il coordinamento organizzativo del servizio e il supporto psico-pedagogico, qualificando le operatrici e accogliendo le richieste delle famiglie. Per informazioni, contattare Stefania Mazza (Responsabile formazione - 335 6796309) oppure tagesmutter@arcopiacenza.it

Le testimonianze Le tagesmutter a Piacenza hanno un’età media tra i 30 e i 45 anni: molte di loro sono mamme e hanno la necessità di conciliare i tempi della famiglia e del lavoro; altre sono alla ricerca di una nuova occasione occupazionale,

con un interesse di fondo per l’infanzia. Elena Maggi, 35 anni, è tagesmutter da tre anni: “La mia decisione di diventare tagesmutter nasce dal desiderio di conciliare la vita lavorativa con la vita familiare, soprattutto dopo la nascita della mia seconda figlia. Nella mia casa a Gerbido di Mortizza accolgo fino a cinque bambini (comprese le mie due figlie), offrendo disponibilità tutti i giorni della settimana e su più fasce di età”. Fanny Davoli è stata una delle prime tagesmutter piacentine: ha partecipato al primo corso di formazione, avviato dall’amministrazione provinciale – presieduta nel 2012 da Massimo Trespidi, che ha introdotto il servizio sul territorio -: “Dopo la nascita del terzo figlio avevo la necessità di reinventarmi una professione che potesse unire lavoro e famiglia. Credo che la figura della tagesmutter rappresenti una grande risorsa per il territorio, e una nuova opportunità in ambito educativo ed occupazionale”.

Nelle foto un colloquio di pre selezione con una aspirante tagesmutter: da destra Monica Francani, Silvia Vitale (coop L’Arco) e Fabia Catalano (DoMuS) e ,a destra, Elena Maggi

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PRIMO PIANO

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Smart City, Piacenza sale di 18 posizioni nella classifica nazionale Piacenza guadagna 18 posizioni e si attesta al 23° posto della classifica nazionale ICity Rank 2019, il rapporto annuale di FPA, che fotografa la situazione delle città italiane nel percorso per diventare più Smart, intelligenti e sostenibili, ovvero più vicine ai bisogni dei cittadini, più inclusive e vivibili, capaci di introdurre innovazioni e promuovere sviluppo adattandosi ai cambiamenti in atto. Piacenza tra i 107 Comuni capoluogo presi in esame è uno di quelli che ha fatto registrare il miglioramento più significativo rispetto all’anno precedente. “E’ senza dubbio una notizia che ci inorgoglisce – commenta il vice sindaco Elena Baio – ma che soprattutto certifica ulteriormente il grande impegno che come amministrazione abbiamo messo in campo, con la preziosa collaborazione de-

gli uffici comunali, per la realizzazione di un progetto piacentino di Smart City, che rispondesse pienamente alle esigenze e peculiarità della nostra città, fornendo servizi innovativi e sempre più accessibili”.“Nelle scorse settimane – annuncia inoltre – abbiamo pubblicato sul sito Internet del Comune un questionario rivolto a tutti i cittadini, chiamandoli ad esprimere la propria valutazione sul progetto piacentino di Smart City. Abbiamo ricevuto moltissime adesioni, tantissime idee e proposte interessanti che saranno oggetto di uno specifico approfondimento sulla Smart City che sarà organizzato presso il Laboratorio Aperto dell’ex Chiesa del Carmine”. Alla presentazione della classifica ICity Rank 2019, ha preso parte il Ministro per l’Innovazione Paola Pisano.

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Mobilità, la Ztl si allarga e le ciclabili aumentano Al via il percorso di approvazione del nuovo Pums. L’assessore Mancioppi: “L’attenzione all’ambiente non ha colore politico” E’ il Pums che non ti aspetti. L’acronimo (sta per Piano urbano di mobilità sostenibile) sembra scritto - non se la prenda nessuno - da una amministrazione di centrosinistra: allargamento della Ztl, centro storico realmente pedonalizzato, auto off limits h. 24 da Piazza Cavalli, potenziamento del trasporto pubblico, implementazione del circuito ciclabile, recupero di una salubrità atmosferica da troppo tempo dimenticata, affermazioni come “l’ambiente, l’attenzione all’ambiente, non ha colore politico”, ribadite da Paolo Mancioppi, assessore leghista. Un assessore, nel recente passato mal digerito da associazioni e movimenti ambientalisti, che in più afferma, e con decisione, di avere l’obiettivo della “approvazione di un piano che sia il più condiviso possibile”. Altra corposa novità, in controtendenza rispetto all’immagine costruita di una destra sbrigativa e veloce è la cosiddetta Città 30: limite, appunto, di 30 km/h in luogo dei precedenti 50 in alcune delle vie di maggior scorrimento, e di maggior traffico, della città: Dante, IV Novembre - Manfredi - Genova, Gadolini - Veneto, Manfredi - Boselli – Martiri. Realizzato da un gruppo di lavoro formato dall’assessore alla Mobilità Paolo Mancioppi, da tecnici comunali e da professionisti della società TRT, il Pums è un piano di 140 pagine

mezzi di trasporto, razionalizzazione della logistica urbana, riduzione dell’inquinamento da polveri sottili. Il piano, infatti, recepisce i i contenuti del documento dell’Unione Europea conosciuto come “Energia per un mondo che cambia”, approvato dal Parlamento Europeo a dicembre 2008. Tra le novità più eclatanti, il Pums prevede l’ampliamento dell’attuale Ztl a tre nuovi settori: via Benedettine e vicolo del Guazzo, via Imperatrice Angilberga, vicolo Cortazza, piazza Cittadella; via Borghetto, via S. Bartolomeo, via Campagna. Previste la pedonalizza-

che guarda al futuro pianificando la mobilità dei prossimi dieci anni e prevede diversi interventi strutturali sulla rete viaria urbana ed extraurbana, sulla mobilità ciclabile e sul trasporto pubblico. Inizia ora il suo iter per l’adozione e l’approvazione. È uno strumento consigliato e richiesto dall’Europa ai comuni italiani per fronteggiare l’inquinamento dei territori, soprattutto di quelli del bacino padano. Ci sono degli obiettivi minimi da raggiungere con la realizzazione del piano: integrazione dei sistemi di trasporto, sviluppo della mobilità collettiva, aumento dell’area pedonale e ciclistica, promozione della condivisione di

Confindustria, incontro con Patrizia Grieco Sabato 14 dicembre alle ore 11 presso la Sala Convegni di Confindustria Piacenza si svolgerà il tradizionale appuntamento preNatalizio “Conversazione con...”. Dopo il saluto del presidente degli industriali piacentini Alberto Rota, la presidente di Enel Patrizia Grieco sarà intervistata da Maurizio Delfanti, amministratore delegato RSE. Patrizia Grieco è Presidente del consiglio di amministrazione di Enel dal maggio 2014. Laureata in giurisprudenza presso l’Università Statale di Milano, inizia la propria carriera in Italtel di cui

diverrà amministratore delegato nel 2002. Successivamente è amministratore delegato di Siemens Informatica, partner di Value Partners e amministratore delegato del Gruppo Value Team (oggi NTT Data). Dal 2008 al 2013 è Amministratore delegato di Olivetti, di cui nel 2011 assume anche la Presidenza. Maria Patrizia Grieco è stata nominata Presidente del Comitato italiano per la Corporate Governance nel 2017. Tale Comitato ha il compito di promuovere le pratiche di buon governo societario delle società quotate italiane.

zione di piazza Casali e piazza Cittadella secondo il progetto di riqualificazione già avviato; l’estensione dell’area pedonale intorno a piazza Cavalli: via Illica, vicolo S.Ulderico e via Mazzini fino a via Mentana; la rimozione della sosta e interventi di pedonalizzazione nel sagrato della parrocchia del Santo Sepolcro, sagrato della chiesa di San Giovanni (installazione di Pilomat per ingresso alle proprietà private), e sagrato della chiesa San Fermo. Proposta anche l’introduzione nell’abitato di Piacenza di una Low Emission Zone (LEZ) in grado di limitare progressivamente attraverso un sistema di controllo di accessi la circolazione dei veicoli più inquinanti.

Il piano prevede anche l’ampliamento della rete di piste e percorsi ciclabili urbani e periurbani ricucendo la rete esistente con diversi nuovi interventi. Il Pums individua anche alcune aree per la realizzazione di nuovi parcheggi tra cui un nuovo parcheggio per la stazione di Piacenza e un nuovo parcheggio a servizio della Stazione Ferroviaria di San Nicolò. Previsti anche nuovi parcheggi a ridosso della tangenziale, la riqualificazione del Park and Ride al Cimitero e la riqualificazione del parcheggio Park and Ride Montale.

Nella foto in alto l’assessore Paolo Mancioppi


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WEEKEND

Santa Lucia, le iniziative per i più piccoli

Prosegue il ricco programma di iniziative che anima Piacenza fino a gennaio: ecco gli eventi per il 13 dicembre, Santa Lucia. - La scuola a Teatro – Educazione alla musica - “Lei non sa chi sono io” ore 10.30, Teatro Municipale Spettacolo rivolto agli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado, omaggio a Luigi Illica. - Alla Biblioteca di Strada “Semplicemente infrangibili” - Un pomeriggio con “book club” 16.00, Via Serravalle Libarna Letture, laboratorio creativo, giochi, quiz e tante altre attività ispirate al libro … tutto in inglese! - I venerdì creativi di Natale - La Corona di santa Lucia dalle 16.30 alle 18.30, appuntamento sotto la stella Merenda gustosa a tutti i partecipanti Truccabimbi per tutti. - Pomeriggi da Favola 17.00, Punto prestito Besurica Via Perfetti, Letture animate per bambini 0-6 anni - La Ricerca Della Felicità 17.00, presso il Teatro Trieste Spettacolo di animazione teatrale per bambini dai 3 ai 9 anni, - Arriva Santa Lucia 17.30, Piazza Duomo Santa Lucia e l’asinello aspettano tutti i bimbi buoni e non, per mangiare tante caramelle insieme. - #aperiOpera – La Bohème di Giacomo Puccini ore 19.00, Ridotto del Teatro Municipale - Aspettando ... Natale ad Arte – Biscotti con la Manu 16.00, Sala didattica (Chiostri) → Chiostri del Duomo

Amici della Lirica, concerto per Telethon Sabato 14 dicembre 2019 alle ore 18 le associazioni Amici della Lirica di Piacenza, Centro Musicale Tampa Lirica e Famiglia Piacentina rinnovano come tradizione il loro sostegno a favore di Telethon con lo spettacolo al Teatro President che vede protagonisti il tenore Massimiliano Barbolini ed il bass-baritone Claudio Mattioli. Lo spettacolo, intitolato Viaggio, scritto e diretto da Claudio Mattioli, è stato portato in Amazzonia, in Brasile e a New York e sarà un autentico viaggio nello spirito e nell’anima dell’Italia e della musica italiana. L’ingresso è ad offerta, l’intero ricavato sarà devoluto a Telethon.

Giornale indipendente: distribuito gratuitamente nella città di Piacenza e nei comuni limitrofi attraverso espositori posti nei luoghi di aggregazione e passaggio. Direttore responsabile: Giuseppe De Petro. g.depetro@corrierepadano.it

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Editore: Sumarte S.R.L. Largo Erfurt, 7 29122 Piacenza Tel. 345 8004819 www.corrierepadano.it Pubblicità Sumarte S.R.L Pubblicità 29122 Piacenza Largo Erfurt,7 Tel. 335 5620636 E-Mail: infosumartepubblicita.it Stampa: FDA Eurostampa Srl Borgosatollo (BS) Registrazione Tribunale di Lodi n.162 in data 20/07/1983

Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Mostra natalizia della Banca di Piacenza: a Palazzo Galli protagonista Giacomo Bertucci E’ il pittore Giacomo Bertucci il protagonista quest’anno della mostra natalizia della Banca di Piacenza, in programma a Palazzo Galli dal 15 dicembre al 19 gennaio. La mostra di quest’anno è stata presentata dal presidente del Cda della Banca Giuseppe Nenna (“Bertucci è un pittore molto amato a Piacenza, allievo di Ghittoni; con questa iniziativa la Banca prosegue nell’opera di valorizzazione degli artisti piacentini che meritano di essere valorizzati”), dalla curatrice della mostra Valeria Poli (“Siamo in presenza di un pittore fedele alle tradizioni dei suoi punti di riferimento, Ghittoni e Carpi, con aperture verso de Pisis, che aveva avuto legami con Piacenza attraverso la famiglia Pallastrelli”), da Laura Bonfanti, che ha ricordato le principali opere dell’artista, e da Carlo Ponzini, responsabile dell’allestimento e della grafica (“Definisco Bertucci il pittore delle geometrie, che utilizza i colori tipici della Pianura Padana. Nell’allestimento ho cercato di valorizzare il rapporto costruito dall’artista con il territorio; un legame forte, come quello che, con il territorio, ha la Banca”). Le opere di Giacomo Bertucci (1903-1982) - il pittore di cui sono noti i legami con il Brera di Milano, dove fu insegnante di figura - esposte a

Palazzo Galli dal 15 dicembre 2019 al 19 gennaio 2020, saranno un centinaio e sono il frutto di una rigorosa selezione su un ben più ampio numero di opere di molti piacentini che hanno risposto all’invito della Banca a mettere a disposizione lavori del noto artista, di cui sono particolarmente apprezzate le nature morte e i soggetti floreali. La produzione artistica di Bertucci, proveniente da collezioni private, sarà

integrata da opere che permettono di dare conto dei debiti culturali riscontrabili nella sua opera, a partire dai maestri (Francesco Ghittoni e Aldo Carpi), passando per i coetanei compagni di studi che hanno percorso strade diverse (Luciano Ricchetti e Bruno Cassinari), arrivando a Filippo de Pisis, con il quale condivise l’autonomia rispetto alle principali scuole artistiche, le scelte tecniche e di genere. Durante il periodo di svolgimento della mostra, sono previste manifestazioni collaterali: la prima sarà la conferenza sul tema “Artista e pubblico: il caso Bertucci”, con Valeria Poli, martedì 17 dicembre ore 18, Sala Panini. L’evento è sostenuto dalla sola Banca, non grava sulla comunità Orari: Dal martedì al venerdì dalle 16 alle 19; sabato e festivi dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19; giorni di chiusura 24, 25, 31 dicembre e 1 gennaio Ingresso libero per Soci e Clienti della Banca di Piacenza Per i non clienti ingresso con biglietto nominativo richiedibile esclusivamente al sito www.bancadipiacenza.it

Sulle tracce di Stefano Fugazza, la mostra Stefano Fugazza si spegneva a Piacenza il 19 maggio del 2009, all’età di soli 54 anni, dopo alcuni mesi di malattia. Con lui scompariva non solo uno storico dell’arte stimato dai colleghi di tutt’Italia e un direttore capace che per anni aveva dedicato grande energia alla gestione della Galleria d’Arte Moderna “Ricci Oddi”, ma anche un intellettuale vero, che guardava al mondo attorno a sé con curiosità e ironia. A dieci anni dalla sua scomparsa, il Comune di Piacenza-Assessorato alla Cultura ha deciso di ricordare Stefano Fugazza con una mostra che si inaugurerà in Sant’Ilario venerdì 13 dicembre (ore 17.30) e resterà visitabile fino al 19 gennaio, a ingresso libero e gratuito. La curatela e il catalogo sono affidati a Gabriele Dadati, suo storico collaboratore, mentre l’allestimento sarà dello Studio E Tre.

Grazie alla mostra – intitolata “Sulle tracce di Stefano Fugazza”, con il significativo sottotitolo “Vita, idee e gusto di un intellettuale innamorato di Piacenza” – sarà possibile ricostruire le tappe della sua formazione e della avventura intellet-

tuale, conoscere i progetti concretizzati come direttore e valutare il suo progetto di riallestimento, che ha traghettato la Ricci Oddi da un modello espositivo di tipo ottocentesco a uno moderno e razionale, secondo criteri contemporanei. Ma sarà anche l’occasione di conoscere meglio il suo gusto, attraverso l’esposizione di oltre cinquanta opere di artisti antichi e moderni che gli appartenevano. In mostra il visitatore leggerà le sue parole, tratte da saggi e articoli, facendosi guidare nella scoperta del percorso dal suo sguardo. La mostra si colloca a fianco della valorizzazione bibliografica degli oltre mille scritti di Stefano Fugazza, che sempre in occasione del decennale della scomparsa l’amministrazione comunale ha inteso finanziare in seno alla biblioteca Passerini Landi.

Per la rassegna “Itinerari di Teatro… ed è dicembre” in scena i burattini In programma domenica 15 dicembre il secondo appuntamento di “Itinerari di Teatro… ed è dicembre”. La rassegna - organizzata da Comune di Piacenza, Fondazione Teatri di Piacenza e Teatro Gioco Vita - è un’occasione per le famiglie per condividere un momento magico e far approcciare i bambini all’essenza dell’arte teatrale nella sua connotazione più vivace e autentica. L’ingresso agli spettacoli è gratuito fino a esaurimento posti. “Il rapimento del Principe Carlo”

andrà in scena alle ore 17 nella Cappella del Pensionato Vittorio Emanuele II in via Campagna 157 grazie all’ospitalità di A.S.P. Città di Piacenza. Un classico di Teatro del Grado - una delle formazioni storiche del teatro italiano - che vede il gradito ritorno dei burattini della tradizione emilianaromagnola uniti eccezionalmente alla musica dal vivo: sul palco ci saranno i burattinai Mauro Monticelli e Fabio Pignatta con i musicisti Mattia D’Ovidio, Davide Bovolenta, Enrico D’Eusebio.

Luca Dell’Anna Quartet in concerto al Milestone con il suo ultimo album Il concerto di sabato 14 dicembre al Milestone, locale che propone una ricca stagione di musica dal vivo ininterrottamente da dodici anni, sarà l’occasione per la presentazione del nuovo lavoro discografico di un compositore e pianista che ha già una lunga storia di musica alle sue spalle; “Human See, Human Do”, uscito all’inizio dell’anno, è già infatti il suo terzo album come leader. Lui si chiama Luca Dell’Anna e salirà sul palco del Milestone insieme ai musicisti con cui ha inciso, ovvero Massimiliano Milesi al sax tenore, Danilo Gallo al contrabbasso e Alessandro Rossi alla batteria. Il concerto avrà inizio alle ore 22.00 ma si potrà accedere al locale un’ora prima dell’inizio. L’ingresso è consentito con tessera del Piacenza Jazz Club o ANSPI. Oltre ad essere il primo album solista registrato in quartetto dopo i precedenti due in trio, “Human See, Human Do” è la continuazione della ricerca sull’interplay strutturato, dove l’interazione fra gli elementi (stavolta quattro, con tutti gli spostamenti di equilibri e forze contrapposte che questo comporta) è concepita come una sorta di andirivieni magmatico fra la struttura e la libertà improvvisativa

e compositiva. Luca Dell’Anna ha quindi elaborato una struttura compositiva e improvvisativa in modo elastico, così da dare ad ognuno dei musicisti il potere di vagare disordinatamente o richiamare il gruppo all’ordine in un percorso di ricerca che, proprio come quello della Mente Scimmia, non è mai statico né definitivo. Per maggiori informazioni si consiglia di visitare il sito www.piacenzajazzclub.it e seguire le sue pagine social su facebook, twitter e instagram.


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Giovedì 12 dicembre 2019

Piacentini fare impresa

Innovazione? Largo ai giovani Filippo Colla sui temi caldi

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Giovanni Volpi

emergenza climatica

Evitare il crack ambientale Friday for Future “Non è utopia” di Antonella Lenti cultura e innovazione

La scossa di Sforza

Nel Carmine la Piacenza smart

Basta divisioni

di Federico Tanzi

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“Laboratorio aperto” apre i battenti

giovani e scuola

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Evitare il crack ambientale non è utopia, proviamoci O

ltre la protesta, oltre gli scioperi per il clima c’è dell’altro nel futuro di Friday For Future. E’ una rete, un progetto, un programma, punti di riferimento che possano proseguire il discorso nel concreto. Di come costruire la rete si sta per ora discutendo ma ci sarà. Del resto un movimento cresciuto e alimentato dalla rete non dovrebbe diventare rete a sua volta? In nuce una rete già muove primi passi nei gruppi che localmente si incontrano, discutono, elaborano idee e progetti da mettere in campo. C’è in ogni città e ciclicamente i componenti si incontrano per discussioni plenarie. Come si chiama il vostro gruppo? Chiedo. “Friday for Future - Piacenza, naturalmente” mi rispondono guardandomi divertiti per la domanda sciocca che ho posto. Luca Casana, Chiara Brogi, Daniele Rossetti e Filippo Motta, sono alcuni componenti del gruppo locale piacentino. Mi ricevono prima di iniziare la loro riunione in cui devono mettere a punto la piattaforma che deve essere pronta per le prossime settimane (in programma un incontro a Rimini e forse un altro a Roma più avanti o viceversa). Il gruppo ha anche una pagina facebook dove si trovano gli aggiornamenti delle iniziative: il mondo social è il tessuto connettivo che tiene insieme idee e appuntamenti prossimi. Fai girare un post di Fb o Instagram, un video su youtube e tutto si muove. Il cuore delle richieste dunque è chiedere che anche Piacenza dichiari l’emergenza climatica. “Ancora non è stato fatto a differenza di altre città della nostra regione” spiegano. Una dichiarazione da cui poi far partire azioni concrete. Quali? Dobbiamo ancora mettere a punto i contenuti – frenano timorosi di “bruciarsi” le novità - ma dar vita ad azioni sostenibili tipo il parco della Pertite, fontane di acqua pubblica, dare il via al controllo delle caldaie… insomma tante idee per un’unica finalità: “contribuire a ridurre la produzione di CO2. Non c’è molto tempo, il limite temporale è il 2050 e bisogna correre”. Perché l’adesione al movimento Friday For Future? “E’ un nostro diritto esserci e chiedere la dichiarazione di emergenza climatica. In realtà dovrebbe essere la politica, i politici, ad accorgersi di quello che sta avvenendo. Ma è in discussione il nostro futuro e allora eccoci qui. Scendiamo in piazza. Lo abbiamo fatto e lo rifaremo”. Lo afferma Chiara a nome della Consulta degli studenti di cui è presidentessa (all’interno dell’organismo studentesco è attiva una commissione ambiente). Obiettivo da raggiungere entro la fine del suo mandato: la dichiarazione dell’emergenza climatica da parte della città e provincia di Piacenza è un traguardo imprescindibile, ma anche la diffusione capillare in tutte le scuole delle borracce per l’acqua. Daniele, Luca, Chiara e Filippo sono parte del nucleo di studenti che sta lavorando a Piacenza per dare un’ossatura, una struttura organizzativa al movimento. Per dare gambe che si muovano anche nel futuro e perché si vada oltre la passione del momento che si è liberata in questi ultimi mesi. Chi nega l’esistenza dei mutamenti climatici nega un dato di fatto, basta guardarsi intorno e assistere a quello che sta succedendo anche vicino a noi - dicono in coro - e quindi il nodo centrale è l’informazione. Assicurano che il movimento sta cercando un percorso per far sì che la rete della protesta possa mettere radici e sedimentare in un progetto. Vi accusano di schierarvi contro gli stili di vita di questa società ma non rinunciate ai benefici che la stessa società procura. A cominciare dal telefonino… “Sì è vero, molti adulti ci accusano di scendere in piazza e di non fare rinunce (consumo di elettricità, automobile ecc) c’è chi dice che lo facciamo per non andare a scuola e che dopo le manifestazioni le città sono sporche (molto falso)… ci sono però anche tanti adulti che ci sostengono e ci supportano a cominciare dagli insegnanti. Il nostro - dicono i ragazzi di FFF - non è un movimento estremista, esprimiamo una protesta ma

ANTONELLA LENTI

Primo obiettivo per il gruppo piacentino di Friday for Future: “Piacenza dichiari l’emergenza climatica”. Chiara, Daniele, Luca e Filippo: al lavoro per mettere in rete i gruppi attivi nelle città italiane

Da sinistra Chiara Brogi, Daniele Rossetti, Filippo Motta e Luca Casana. Nelle foto in alto due immagini dell’ultima manifestazione dei giovani sul clima

non si basa su concetti estremisti. Certo usiamo lo smartphone perché serve ma cerchiamo di sprecare il meno possibile. E’ questa relazione continua con la realtà che viviamo che fa sì che quello che diciamo non diventi utopia e quindi entri nella sfera del realizzabile. Il concetto di scendere a compromessi con la vita di oggi ci rende vincenti. Non c’è contraddizione in questo, è necessario agire così se vogliamo reggere, tenere viva la nostra causa nella realtà”. In che senso dite di essere vincenti? “Il messaggio coinvolge direttamente i singoli, li fa riflettere, e li fa anche sentire in colpa e ci si rende conto che lo stile di vita condotto fino a qui va cambiato. Non c’è bisogno di aspettare tecniche per soluzioni di là da venire perché si può già intervenire, basta farlo e basta, siamo convinti che i gesti dei singoli siano positivi e possano produrre cambiamenti più ampi”. Come spiegare la crescita del vostro movimento? Solo ora sono diventate esigenza globale eppure le tematiche ambientali non sono nuove, da decenni ci sono persone che lavorano basando su questi argomenti la loro azione politica, ma senza successo. Perché dunque? E’ la moda? La svolta - non hanno dubbi - sono stati i social che hanno portato in casa di tutti le questioni che fino a qualche anno fa erano rimaste di nicchia. “Spesso in passato i temi ambientali sono stati affrontati ma sono caduti nel vuoto”. Sono convinti che cadrebbero nel vuoto anche oggi se li portassero avanti nello stesso modo, per questo stanno ragionando su larga scala, è su questo punto che si gioca il destino anche dello stesso movimento perché per innestare i cambiamenti è necessario una mobilitazione globale. L’esempio arriva dall’attualità. “La plastic tax – dicono - se il provvedimento non viene assunto globalmente è chiaro che le aziende andranno a produrre dove non si applica e non si risolve il problema. Quello della sostenibilità è un problema globale va affrontato con molta serietà fuori dai nazionalismi”. Oggi si arriva ad affrontare i problemi ambientali col fiatone, con l’assillo che il tempo per invertire la rotta sia quasi scaduto e gli studenti del FFF-Piacenza sui ritardi accumulati non hanno dubbi, e le responsabilità le ascrivono ai politici.. “Il movimento è motivato – segnalano – ed è anche una reazione al ritardo con cui si è iniziato a parlare di questi temi. Noi ci mobilitiamo, continueremo a farlo cercando di fare del nostro meglio di fronte a una battaglia così enorme”.


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Piacentini Cultura

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“Riscopriamo la solidarietà di territorio” GIOVANNI VOLPI

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a Diocesi lancia l’allarme e la Banca di Piacenza risponde per voce del presidente del suo Comitato esecutivo,

l’avvocato Corrado Sforza Fogliani, aprendo a nuove prospettive per il futuro. Partiamo dall’antefatto: nel primo numero di Piacentini, l’architetto Manuel Ferrari, direttore dei Beni culturali della Diocesi, aveva raccontato quanto sia difficile valorizzare il patrimonio artistico di Piacenza e del suo territorio in chiave turistica, soprattutto perché tra gli attori principali di città e provincia c’è ancora poca collaborazione. Tra gli esempi concreti di questa scarsa capacità di fare rete aveva citato tra l’altro la salita agli affreschi del Pordenone nella cupola della Basilica di Santa Maria di Campagna, organizzata con successo dalla Banca di Piacenza: “Per il Pordenone non c’è stata una sinergia sufficiente”, aveva sottolineato Ferrari. Così non si è fatta attendere la risposta del presidente dell’istituto di credito di via Mazzini. “Partiamo dalla mostra sul Guercino: nessuno ci ha coinvolto in quella manifestazione, organizzata dalla Diocesi, dal Comune e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano”. Poi, prosegue Sforza Fogliani, “noi abbiamo preparato la salita al Pordenone, evento organizzato senza nessun contributo pubblico; quando tutto era ormai pronto, arriva l’offerta da parte della Fondazione di partecipare al catalogo sulla nostra iniziativa. Offerta che abbiamo rifiutato nello specifico, perché avevamo già predisposto anche quello, ma dando la nostra piena disponibilità a discutere insieme sulle possibili iniziative comuni”. La risposta, racconta con ironia Sforza Fogliani, non si è fatta attendere: “In seguito sono state organizzate due nuove mostre, quelle su Annibale e sul Carracci, ma nessuno si è fatto sentire per coinvolgerci. E non siamo stati coinvolti nemmeno nelle manifestazioni del 2020. Noi così faremo da soli - con mezzi e risorse esclusivamente private (gli altri, tutti, utilizzano fondi pubblici) - una grande mostra sulla natura morta nel prossimo autunno, valorizzando ancora una volta due eccezionali artisti piacentini come Felice Boselli e Ludovico Bartolomeo Arbotori”. Ce ne sarebbe abbastanza per chiudere il capitolo collaborazioni in via definitiva con tanti saluti a tutti. Ma Sforza Fogliani non ci sta. E ripropone, stavolta pubblicamente dalle colonne di Piacentini, “la disponibilità della Banca di Piacenza a lavorare con tutti gli altri attori locali, a partire da Diocesi, Fondazione e Comune, per rendere i tesori della città e del suo territorio un vero valore aggiunto”, capace di attirare visitatori e presenze in modo stabile e proficuo. “Le risorse sono poche, un motivo in più per tornare a ragionare in termini solidali anche in questo settore. Prendiamo esempio da Parma e trasformiamo Piacenza in un brand di qualità, unendo le forze nel mondo del turismo culturale, investendo su Piacenza per Piacenza, lasciando perdere il resto”. La nostra città per Sforza Fogliani ha infatti tutte le caratteristiche per diventare la città dell’arte in quota, la città delle cupole: dal Duomo del Guercino alla Santa Maria di Campagna del Pordenone, senza dimenticare la cupola dell’oratorio di San Cristoforo affrescata dal Bibiena. Attorno a progetti del genere si potrebbero sviluppare tante altre iniziative, a partire dalle interazioni con settori come quello enogastronomico, una motivazione sempre più strategica dei flussi turistici. E qui, per il presidente della Banca di Piacenza, abbiamo delle belle carte da giocare. “Pensi solo alla nostra pancetta: Cristoforo Colombo, che era di origini piacentine, ne portò 200 sulle tre caravelle che andarono alla scoperta dell’America. Partendo da questa vicenda, si potrebbe costruire un’eccellente campagna di marketing sulla nostra pancetta, che tra l’altro gode già della Dop: e allora crediamoci, se c’è il prosciutto di Parma, noto in ogni dove, perché non ci può essere la pancetta di Piacenza che vanta natali del genere?”.

Basta cavalier serventi Ma il messaggio del presidente della Banca di Piacenza abbraccia naturalmente temi più generali, che guardano al passato per interpretare il presente e progettare il futuro. “Dobbiamo smetterla di andare da cavalier serventi al seguito

Nella foto in alto, un particolare degli affreschi del Guercino nel Duomo di Piacenza; sotto, uno scorcio della cupola del Pordenone in Santa Maria di Campagna

L’avvocato Sforza Fogliani, presidente della Banca di Piacenza, apre al dialogo con la Diocesi, la Fondazione di Piacenza e Vigevano e il Comune, per mettere in campo nuove iniziative, a partire da quelle culturali, che valorizzino città e provincia

di manifestazioni che hanno altri come protagonisti, che poi si prendono i meriti e si godono i successi, come è avvenuto con l’Expo 2015 di Milano e come avverrà inevitabilmente con Parma Capitale della Cultura 2020, dove ancora una volta raccoglieremo solo le briciole. Piacenza deve puntare su di sé, premiando chi lo fa e reinveste gli utili sul suo territorio; a maggior ragione oggi, che ha perso e sta continuando a perdere peso sotto il profilo dei centri decisionali, anche per la miopia della nostra classe dirigente”.

Un passato importante Come affrontare questa situazione, facendo i conti con il nostro tipico individualismo? “Si può fare solo riscoprendo la solidarietà di territorio, quella che ha consentito ai piacentini di essere tra i protagonisti dello sviluppo del nostro Paese già nell’Ottocento, con la fondazione dei Consorzi agrari e di una delle prime banche popolari in Italia, quella che aveva sede proprio nel nostro Palazzo Galli e che fu la progenitrice della Banca di Piacenza. Una solidarietà di territorio fondamentale anche nel Novecento per la metalmeccanica nata nelle officine del nostro Arsenale, quando ci lavoravano migliaia di persone e le menti migliori ne uscivano per trasformarsi in una rete di imprenditori. Pensi che solo 50 anni fa Piacenza era tra le prime province italiane per Prodotto interno lordo; 20 anni fa era la prima città per qualità della vita. Oggi, se scorriamo qualsiasi classifica socio-economica, il nostro territorio è invece molto più indietro”.

Dalla logistica al Sant’Orsola Insomma, quella di Sforza Fogliani è una vera scossa, che punta a colpire positivamente l’orgoglio piacentino. E va ricordato che arriva da chi guida la prima azienda privata della provincia, che conta oltre 530 dipendenti e riversa sul territorio 80 milioni di euro l’anno tra salari, finanziamenti a famiglie e imprese, e altre attività. L’avvocato però non si ferma qui. Per Piacenza bisogna alzare ancora il tiro, perché insieme si può essere più ambiziosi. “Le faccio solo un altro esempio, quello della logistica, che nasce dalla vocazione storica del nostro territorio, da sempre un crocevia unico di merci, uomini e culture. A parte l’investimento di Amazon a Castel San Giovanni, oggi si tratta di logistica povera, con grandi spazi messi a disposizione per i depositi, ma che danno lavoro a un numero di addetti ridotto. Per crescere è un approccio che va cambiato”. In questo quadro strategico, che spazia dalla cultura all’economia, anche gli aspetti sociali ed educativi sono da tenere in grande considerazione: “La nostra banca lo sta facendo concretamente con il sostegno all’Istituto Sant’Orsola, che il prossimo anno oltre alle elementari amplierà la sua offerta scolastica alle medie. Un’iniziativa di cui sono molto orgoglioso - conclude Sforza Fogliani - perché senza pensare ai giovani non si costruisce il futuro”.


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Piacentini Innovazione

Nel Carmine il cuore della Piacenza smart FEDERICO TANZI

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na nuova vita per l’ex chiesa del Carmine a Piacenza. Nello storico edificio trecentesco che sorge tra via Borghetto e piazza Casali è infatti ormai tutto pronto per l’inaugurazione del “Laboratorio Aperto”, uno spazio urbano che si propone di essere polo di riferimento per sviluppare attività e iniziative legate all’innovazione e alla tecnologia, con particolare attenzione ai temi della logistica e della mobilità sostenibile. Al termine di un percorso di riqualificazione durato circa due anni e non privo d’intoppi (vedasi le polemiche sul soppalco) il 19 e il 20 dicembre l’ex chiesa aprirà finalmente le porte alla città, per una due giorni di incontri ed eventi in cui mostrarsi per la prima volta in una veste rinnovata. Ad accogliere cittadini, studenti, istituzioni ed imprese, i volti giovani ed ambiziosi di due piacentini: Giacomo Frattola e Elena Bragalini. Con alle spalle già alcune esperienze nel mondo dell’innovazione e dell’organizzazione eventi, Elena e Giacomo costituiscono il “braccio operativo” scelto da Mbs e Fondazione Giacomo Brodolini - i due soggetti che avranno in gestione l’ex Carmine per i prossimi otto anni - per rendere il nuovo hub il vero cuore pulsante di una Piacenza sempre più smart ed aperta alla trasformazione digitale. “Si tratta di un progetto che nella nostra città mancava - commentano -, un luogo che darà la possibilità a cittadini e imprese di realizzare attività di formazione, ma anche di partecipare a eventi ed iniziative e di usufruire di tecnologie all’avanguardia”.

REALTA AUMENTATA E PROMOZIONE CULTURALE Ma come sarà organizzato il “Laboratorio Aperto”? “La struttura - spiegano - presenta un’area ampia e spaziosa che sarà dedicata agli eventi; il soppalco, invece, previa prenotazione avrà la funzione di coworking; ci sono poi due aule dedicate alla formazione, una caffetteria e un hub space. Qui - precisa Giacomo Frattola - si potranno trovare visori, sedute multimediali e dispositivi HTC Vive, oggetti che grazie ad una tecnologia chiamata “room scale” trasformano l’ambiente che circonda l’utente in uno spazio tridimensionale in cui muoversi quasi liberamente. Tra i primi a poter vivere questa nuova esperienza immersiva - continua - ci saranno alcuni studenti di quattro istituti superiori piacentini, che nella mattinata del 20 dicembre concluderanno un percorso di alternanza scuola/la-

Innovazione, tecnologia, cultura: nella ex chiesa del Carmine apre i battenti il “Laboratorio Aperto”. Nella gestione del nuovo spazio impegnati due giovani piacentini “Sarà una piattaforma che avrà un impatto reale sulla città, i cittadini vengano a toccare con mano”

voro con una serie di attività laboratoriali”. Nel nuovo spazio, inoltre, tecnologia e scienza strizzeranno l’occhio a sapere culturale e valorizzazione del patrimonio storico-artistico. “Con i visori e i dispositivi di realtà aumentata - informa Elena Bragalini - i visitatori potranno scoprire in maniera coinvolgente la storia dell’edificio; inoltre, dal 4 aprile al 5 luglio 2020, nell’ambito delle iniziative legate al ricco programma di Parma Capitale della Cultura, verrà ospitata l’installazione “Ducato immersivo”, un percorso multimediale e accattivante che permetterà di rivivere la storia del Ducato di Parma e Piacenza”.

IMMAGINARE LA PIACENZA DEL FUTURO Guardano già avanti Elena e Giacomo, consapevoli che un pezzo importante della città del futuro passa proprio dal nuovo “Laboratorio Aperto”. Il concetto di smart city, infatti, sembra essere il vero filo conduttore di un progetto che per propria costituzione fissa lo sguardo su un orizzonte in costante divenire. Un processo organico e ad ampio raggio - che mette insieme attori e istanze tal volta anche distanti tra loro - in cui l’innovazione assume un ruolo centrale nella misura in cui va a migliorare la vita dei cittadini e della comunità. “Vogliamo essere abilitatori della smart city, una città dove lo sviluppo tecnologico è un facilitatore per le persone - dicono convinti -. Per questo ci auguriamo che ogni cittadino possa trovare qui uno spazio privilegiato dove dialogare con amministrazione ed imprese, al fine di costruire insieme un percorso per una Piacenza più intelligente e vivibile. Si lavorerà tanto sulla raccolta e sull’utilizzo razionale dei dati – aggiungono -: in questo modo è possibile disegnare soluzioni ed ipotizzare risposte in riferimento a tematiche di vario tipo, dai consumi alla raccolta rifiuti, passando per l’inquinamento dell’aria, fino alla logistica e alla mobilità sostenibile. Il piacentino è sempre un po’ “criticone” - commentano infine scherzosamente - per questo invitiamo tutti a venire a visitare in prima persona questa piattaforma. Solo toccando con mano ci si renderà conto dell’impatto reale che potrà avere sulla città”. Nella foto a lato Giacomo Frattola e Elena Bragalini, il “braccio operativo” scelto da Mbs e Fondazione Giacomo Brodolini, i due soggetti che avranno in gestione l’ex Carmine per i prossimi otto anni


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Piacentini Fare impresa

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Innovazione? Largo ai giovani GIOVANNI VOLPI

Filippo Colla, presidente del Gruppo giovani di Confindustria, sulle criticità emergenti: innovazione, mercato globale, passaggio generazionale e rapporto scuola-impresa

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’imprenditoria giovanile piacentina è vivace, innovativa e pronta a mettersi in gioco per affrontare nuove sfide. Parola di Filippo Colla, trentasettenne ai vertici dell’omonima azienda alimentare, che presiede il Gruppo giovani di Confindustria da ormai 4 anni. “In questo periodo ho incontrato dei ragazzi che hanno tanti progetti e molta voglia di partecipare. Perché, come spesso accade, il rischio è che oggi ci si focalizzi solo sulla propria azienda o sul proprio settore produttivo. Invece il confronto tra esperienze diverse è fondamentale e il Gruppo giovani offre questa opportunità di dialogo tra chi opera in settori completamente diversi, dall’alimentare alla metalmeccanica. Anche se va detto che molte problematiche alla fine sono le stesse per tutti”. Quali sono i temi caldi? Uno dei principali, per esempio, è la difficoltà che abbiamo nella valorizzazione dei nostri prodotti all’estero, soprattutto nel difenderli dalle imitazioni. Prenda il settore dell’alimentare, dove abbiamo delle grandissime eccellenze nel campo dei formaggi, ma anche dei salumi o dei vini. Prodotti che molto spesso faticano a farsi conoscere e ad affermarsi fuori dai nostri confini proprio a causa della presenza di tanti prodotti similari. Basti pensare al parmigiano e al parmesan. O al grana padano che è la Dop più venduta al mondo, ma ha ancora difficoltà ad imporsi. L’Europa riesce a tutelare i nostri prodotti abbastanza bene, ma quando usciamo dal vecchio continente tutto diventa molto più difficile. Un altro tema che riguarda da vicino i giovani imprenditori è il passaggio generazionale nella guida delle aziende: come vanno le cose da questo punto di vista? Quello del passaggio generazionale è un punto cruciale e non facile da affrontare per tutte le imprese familiari, molto diffuse da noi e in tutto il Paese. Spesso non è vissuto nel migliore dei modi, perché le vecchie generazioni vorrebbero continuare a mantenere il controllo un po’ su tutti gli ambiti dell’azienda e così non lasciano spazio ai giovani. È un errore che può avere effetti disastrosi. Nel mio settore, per esempio, ci sono

parecchi concorrenti che non stanno facendo alcun passaggio generazionale, con aziende ancora in mano a imprenditori ormai dall’età avanzata. E purtroppo dopo di loro c’è il vuoto. Non hanno capito che dare continuità all’azienda è un valore fondamentale per il futuro. Quali sono i motivi di questa situazione? Può accadere anche per due ragioni: perché le nuove generazioni non sono in grado di prendere in mano le redini dell’azienda, oppure perché non sono interessate a farlo; ma molto spesso, i motivi risiedono proprio nella mancanza di volontà delle vecchie generazioni di cedere il passo ai giovani nelle attività d’impresa. Come va gestito l’inserimento dei giovani? Deve essere fatto da subito per consentirgli di comprendere le dinamiche dell’azienda e se matura in loro l’interesse a svolgere quest’attività. Più tardi avviene questo inserimento, maggiori sono le difficoltà a capire i meccanismi imprenditoriali. E guardi che non parlo solo di un impegno lavorativo diretto in azienda: il coinvolgimento delle giovani generazioni, magari ancora impegnate nello studio, si può fare in mille modi, a partire dalla partecipazione ai processi decisionali. A Piacenza però ci sono anche tanti giovani imprenditori che partono da zero… Vero, e sono persone che meritano grande attenzione perché nascere senza avere una storia alle spalle è proprio una bella sfida. Oggi d’altro canto ci sono tante opportunità, offerte soprattutto dall’innovazione tecnologica, che un tempo non si potevano sfruttare. E anche a Piacenza abbiamo tante nuove imprese che stanno facendo bene e in tanti ambiti diversi. Prima parlava anche di nuove generazioni magari ancora impegnate nello studio: che rapporti avete come Gruppo giovani di Confindustria col mondo dell’università?

Rapporti in cui crediamo molto, anche per questioni anagrafiche, visto che come età siamo i più vicini agli studenti. Abbiamo svolto un ruolo di ponte, soprattutto tra l’Università Cattolica e l’imprenditoria piacentina, in particolare attraverso le attività svolte con il professor Daniele Fornari. È un tema chiave, perché da noi manca ancora una correlazione tra mondo del lavoro e mondo dell’università, come invece avviene all’estero; le cose però stanno cambiando, grazie ai numerosi stage che offrono un assaggio concreto dell’esperienza lavorativa. Come si coniugano innovazione e tradizione? Le rispondo restando nel mio campo, quello dell’alimentare: i nostri prodotti sono legati alla tradizione come tutti i Dop, ma l’innovazione è fondamentale; non può stravolgere il metodo di lavorazione tutelato dai nostri Consorzi, però bisogna puntare su tutti i vantaggi offerti dalle nuove tecnologie e dall’industria 4.0, per avere stabilimenti sempre più moderni, ridurre i costi produttivi, di movimentazione e logistici, ed essere competitivi in un mercato che oggi è altamente selettivo sul piano dei prezzi e sotto il profilo del packaging, sempre più determinante nell’offerta. Perché il packaging è così strategico? Oggi dà la possibilità di proporre il prodotto in modo innovativo, assecondando le richieste del cliente e della distribuzione, ad esempio con formaggi già grattugiati, pezzi sempre più piccoli e dal peso fisso, più comodi per i consumatori; il che vuol dire nuovi investimenti in macchinari per essere vincenti nei prezzi finali. Riuscite a fare integrazione con l’importante filiera del packaging piacentino? Sì, e tenga conto che sul packaging oggi è aperto anche il grandissimo tema della plastica; un problema su cui stiamo lavorando per trovare materiali completamente sostenibili e che al contempo garantiscano la qualità dei nostri prodotti da esportare in tutto il mondo.


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Piacentini Enogastronomia

12 dicembre 2019

“L’attesa” Barbera che spiazza CESARE RAIMONDI

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i una lettura sottolineo sempre le frasi che mi soddisfano. Per due non sono riuscito, motivi differenti. La prima è sul campanile di Rottofreno, appena sotto l’orologio: “…perdere tempo, a chi più sa, più

spiace”. Bella perché sgraziata. Per mettere i tre punti di sospensione all’inizio, han dovuto sillabare la seconda parola e andare a capo. Bella anche perché so di aver perso un sacco di tempo, senza troppo dispiacere. La seconda frase l’ho trovata su un opuscolo enologico: “Difettoso è colui che scopre difetti nel vino. Non mi pentirò mai di bere il vino.” Sull’opuscolo era comunque consigliato di abbeverarsi con moderazione. Allaccio tra loro questi non sottolineati pensieri, perché descrivono in toto la mia perizia enologica: 1-non so niente (perdo tempo senza penitenza), 2-non trovo difetti (mala conservazione a parte), solo indice di gradimento. Così corazzato ho partecipato alla mostra dedicata ai FIVI, i Vignaioli Indipendenti. Loro erano alla nona edizione, io alla prima con accredito stampa. L’ho capitalizzato. Claudio Cipressi mi ha scontato la sua Tintilia Riseva, vino molisano che prende nove in pagella. Costava trentasei, me l’ha lasciata a trentacinque. Penso non avesse moneta. Sono stato anche da ArPePe, Valtellina. Mi ha trattato coi guanti, dedicandomi serie attenzioni. La sua riserva, spaziale, costava il doppio di quella di Cipressi. Gliel’ho lasciata. Quello che volevo provare l’ho comprato, perché l’assaggio mi dice poco. Sciacqui sì il bicchiere, ma con oltre seicento espositori

serve la lavanda gastrica. Il bello di queste mostre è guardarsi attorno, respirare l’ebbrezza dell’ambiente. Impadronirsi di questo nuovo approccio al vino, fatto di: “qui sento molto gli antociani” e di “guarda quanti archetti ha questo”. Tra i visitatori ho incrociato Nicola Solenghi, timoniere dell’Azienda Solenghi Gaetano. Ho conosciuto suo padre, Gaetano appunto, dieci anni fa. Avevo sentito buone cose del loro Gutturnio. Non lo trovavo, in enoteca era finito. Un amico avvisa di avere un credito con Solenghi in persona. “Cosa mi faccio dare?” Risposi senza ingordigia: una bottiglia, quella che preferisce. Il credito era sufficiente. Ne arrivarono tre: Gutturnio, Passito Malvasia, e Barbera. Il Gutturnio confermò i complimenti, il Passito si rivelò un bellissimo prodotto, la Barbera ha spiazzato. Mai bevuto un vino piacentino così. A distanza di qualche mese passai in cantina, volevo dirgli che era un lavorare come si deve. Superai l’esame di ammissione. Gaetano mi guidò nel suo habitat. L’impatto fu di entrare nel caos ordinato. Non è disposofobia quella dell’artigiano, è proprio la necessità di trovarsi assediato dai propri strumenti. Spazi di camminamento ridotti, ovunque botti, bottiglie, riempitrici, torchi. Tutto a portata di mano. Arrivati alla zona di maturazione e conservazione, disse: “Non ho una storia di viticoltura. Ho ereditato i vigneti, ho provato a seguirli per produrre il mio vino. Ancora lo considero il mio vino, fatico a staccarmene”. Da quel giorno ne sono passati diversi. Sono diventato cliente. Ho partecipato a serate con “verticali”, assaggiato vini mai entrati in produzione, bevuto con i padroni di

casa. Ho ricevuto nozioni, verificato la condotta, razziato l’orto alla sezione “gorgnalini”. E ho visto il passaggio di testimone da padre a figlio. Adesso è Nicola a portare avanti tutto. Il cambiamento non ha niente di radicale, piuttosto è una sfumatura. Come ne “L’attesa”, che è sempre la stessa, che è sempre diversa. Ogni annata mostra il carattere delle stagioni. Non nasconde niente, nemmeno il poco residuo di fondo. In cantina non interessano prodotti tecnici perfetti. Applicano le loro cognizioni, vogliono ottenere vini riconoscibili, i loro. SCHEDA TECNICA Nome: Barbera Val Tidone L’Attesa. Deriva dai tre anni che devono passare prima di poterla imbottigliare, più altri tre di affinamento per poterla bere. Uva utilizzata: Barbera in purezza. Luogo di coltivazione: Località Battibò di Corano, comune di Borgonovo. Si coltiva, si pigia e si imbottiglia tutto in loco. Produttore: Azienda Agricola Gaetano Solenghi. Produzione certificata: da 1500 a 2500 bottiglie. Non tutti i raccolti sono uguali. Colore: rosso indubbio. Gradi: potente, picchia 14,5°. Profumo: quello dei vini importanti. Gusto: unico. Abbinamento: con la coda in umido è stata un successo. Longevità: In luogo adatto si evolve per anni. Da me dura poco.

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Piacentini Giovani

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“Non sanno più leggere” Due parole sugli esiti Ocse-Pisa LUDOVICO ANTIOCHIA

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attive notizie per la scuola italiana: i nostri studenti non hanno un buon rapporto con la lettura. È l’allarme che arriva dall’ultimo rapporto Ocse-Pisa (la citta e l’università toscana non c’entrano, l’acronimo sta per Programme for International Student Assessment) relativo al 2018, che raccoglie e confronta i risultati scolastici dei quindicenni di 79 paesi, di cui 37 aderenti all’Ocse. Proprio sulla lettura i nostri studenti ottengono 476 punti, su una media di 487, posizionandosi quindi in coda, anche se non ultimi, tra i paesi più avanzati. Può essere di parziale conforto accostare questi dati nazionali a quelli, pure recenti, dell’indagine Eduscopio effettuata dalla Fondazione Agnelli che danno conto, invece, di una scuola superiore piacentina relativamente in salute, con alcune eccellenze degne di nota, tra i nostri licei, gli istituti tecnici, perfino le scuole professionali. Rimane comunque la realtà di quasi un quarto dei nostri ragazzi in grave difficoltà perfino nella comprensione dei contenuti essenziali di un testo scritto. Il fatto è che leggere è un’attività complessa su cui si investe poco. Un conto è infatti sapere leggere, un altro saperlo fare bene e con qualsiasi tipo di testo. E provarci piacere al punto di volerlo fare anche se non si è obbligati da alcuno. Così si spiega il triste primato italiano degli analfabeti funzionali coloro che sono capaci di leggere e scrivere, ma hanno difficoltà a comprendere testi semplici, a rielaborarne le informazioni. Nessuna nazione in Europa, a parte la Turchia, ne conta tanti come noi: siamo al 28% (Indagine PIAAC). Queste persone sono andate a scuola, ma come accade anche a molti studenti, hanno dimenticato quanto appreso. Senza pratica, le capacità legate all’alfabetizzazione possono essere perse anno dopo anno. Cosa probabile, se in casa non ci sono libri, se la lettura è considerata una perdita di tempo. Quasi 3 persone su 4 in difficoltà con la lettura, sono cresciute in famiglie in cui erano presenti meno di 25 libri. Ma anche la scuola ha le sue colpe. Aver voluto inquadrare la lettura nel quadro generale delle competenze, ovvero leggere come saper usare un software o saper fare una proporzione, ha finito per produrre effetti rovinosi. Leggere non è come andare in bicicletta. Per capire un testo non basta “saper pedalare” ma bisogna disporre di un solido bagaglio di conoscenze. Il sistema scolastico italiano nell’ultimo ventennio ha invece puntato tutto e solo sulle competenze, tralasciando la ricchezza del curriculum, una massa critica di cultura che permette di fare confronti e inferenze nel momento stesso in cui si legge, sviluppando un’ermeneutica personale testo dopo testo, opera dopo opera. Adesso tra test Ocse-Pisa, Invalsi e altri, la tentazione può essere quella di insegnare in funzione del test, cercando di tappare i buchi con pilloline di grammatica, analisi logica, narratologia, etc. In realtà sarebbe un rimedio peggiore del male, perché invece è arrivato il momento di riconquistare i lettori proponendo opere, opere integrali da mettere in risonanza, opere affascinanti, magari difficili, perfino oltre le capacità dei discenti ma capaci di compensare la fatica di leggere con “l’uscita dalla stato di minorità”, trovare il proprio protagonismo nella civiltà della comunicazione, smascherare fake news, battere i cyberbulli. In chiusura, un testo di Franco Fortini, di straordinaria attualità anche se scritto nel 1961, in cui lui si rivolge proprio agli intellettuali piacentini, mettendoli in guardia nei confronti di una cultura basata sulle competenze, che rinuncia a voler decidere, a passare dalla teoria alla prassi (e perciò, viene da dire, smette di leggere). “Lo sviluppo neocapitalistico oggi apre nel nostro paese possibilità immediate per l’accrescimento della cultura di massa e modifica le condizioni di studio e di ricerca. (...) Tutta la nuova generazione di intellettuali trova o troverà opportunità di lavoro all’interno delle istituzioni culturali pubbliche o private ma sempre in quanto ‘tecnici’: le prospettive non saranno loro a determinarle. Avranno il ‘non potere’ camuffato da potere. Immutata, o mutata solo per cooptazione, la classe politica. Il personale, filtrato dai partiti o dal parlamento. Assoluto il potere dei datori di lavoro privato (banca, industrie maggiori, editoria). L’ideologia della specializzazione-competenza serve a mascherare questa impossibilità di

scelte e di decisioni Alienazione sul luogo di lavoro e fuori di esso (tempo libero). Strumentalizzazione della competenza dell’intellettuale per ribadire lo sfruttamento generalizzato. D’altronde il margine di autonomia illusoria che il relativo privilegio economico lascia allo specialista-intellettuale è

bruciato dalla partecipazione all’imbestiamento collettivo nella città moderna, nei suoi consumi nel crollo generale degli standard culturali”. Franco Fortini da “Lettera agli amici di Piacenza”, in “L’ospite ingrato. testi e note per versi ironici” 1966.


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Le strade di Fiorenzuola si riempiono di luci per l’Avvento

Il 22 dicembre tradizionale “Cascata di fuoco”. I festeggiamenti si chiuderanno il 6 gennaio con la discesa della Befana Venerdì 13 piazza Molinari alle 14,30 Festa canora dal titolo “Natale nelle mie mani”. Chiesa San Francesco alle 17,30 “Ho bisogno di una magia, se no che Natale è!”, concerto degli alunni delle classi quinte della Scuola Primaria. Sabato 14 piazza Caduti dalle 15 “Trenino itinerante” per le vie del centro e banchetto della Pro Loco con caldarroste e vin brulè. Alle 19 spettacolo delle “Fontane danzanti”. Domenica 15 piazza Molinari dalle 10 “Trenino itinerante” per le vie del centro e banchetto della Pro Loco

Come dice il luogo comune “il tempo vola quando ci si diverte” e infatti possiamo dire che manca ormai proprio un soffio al giorno di Natale. Ci sono gli ultimi regali da fare, il menu del pranzo da decidere, le cene con amici e colleghi per scambiarsi gli auguri… insomma, ognuno di noi ha un’agenda fitta di pegni. Lo stesso vale per il Comune di Fiorenzuola d’Arda che ha iniziato l’ultimo mese dell’anno proprio lo scorso week end con l’accensione dell’albero di Natale, a cui ha partecipato anche il Gruppo Majorettes “Le Fenici” di Alseno, e ha in programma anche per i prossimi giorni davvero tantis-

simi eventi per grandi e piccini. Vediamo nel dettaglio cosa hanno pensato per i cittadini il Comune e la Pro loco. GLI EVENTI NATALIZI Dal 7 dicembre al 6 gennaio è aperta la “PISTA DI PATTINAGGIO” in piazza Molinari, a cura della Pro Loco di Fiorenzuola d’Arda. Dall’8 dicembre al 6 gennaio è aperta la VIII edizione di “I PRESEPI DELLE CAMPAGNE” a cura dell’Associazione Terre Traverse presso Baselicaduce, San Protaso.

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Collegiata San Fiorenzo alle 21.00 concerto di Natale del Coro Vallongina “MESSA DI GLORIA IN FA MAGGIORE” di Pietro Mascagni per coro, soli e orchestra. Ingresso libero.

TO L’ALBERO” a cura della Pro Loco di Fiorenzuola in Piazza Molinari al termine della Messa di mezzanotte.

Domenica 22 piazza Molinari dalle 10 “Trenino itinerante” per le vie del centro e banchetto della Pro Loco con caldarroste e vin brulè. Alle ore 18,30 “Cascata di fuoco dalla Torre Campanaria” a cura della Pro Loco di Fiorenzuola.

Lunedì 6 gennaio piazza Molinari alle ore 16 “DISCESA DELLA BEFANA DALLA TORRE CAMPANARIA” a cura della Pro Loco di Fiorenzuola. La calata della Be-

IL NUOVO ANNO

fana viene effettuata dagli istruttori ed ex Allievi della scuola di Alpinismo “Bruno Dodi” della sezione di Piacenza del Club Alpino Italiano. Collegiata alle 17,30 concerto della Corale di Fiorenzuola interamente dedicato ai brani della tradizione natalizia, italiana e internazionale. Come da tradizione, durante il Concerto farà il suo ingresso il sontuoso corteo dei Re Magi.

Martedì 24 “PRESEPE VIVENTE”. Suggestiva rievocazione della Natività a cura dell’Associazione Terre Traverse in collaborazione con

Tutti i week end caldarroste, vin brulè e trenino itinerante per le vie di Fiorenzuola con caldarroste e vin brulè. Dalle ore 16,30 Spettacolo di giocoleria itinerante per le vie del centro. Sabato 21 piazza Molinari dalle 15 “Trenino itinerante” per le vie del centro e banchetto della Pro Loco con caldarroste e vin brulè. Dalle ore 15 Large Street Band per le vie del centro.

Parrocchia di Cadeo (Azienda agricola Podere Castello - Cadeo). “PELLEGRINAGGIO NELLA NOTTE SANTA” con la guida sapiente di Piero Carolfi a cura dell’Associazione Terre Traverse (da Cà de Bosco di Sant’Antonio ai Piani Castellani di Castell’Arquato). “SCAMBIO DI AUGURI SOT-

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Aspettando il Natale al Teatro Verdi di Fiorenzuola Un palcoscenico vestito a festa con spettacoli per tutti i gusti fino alla fine dell’anno

Un dicembre tutto per bambini, quello di Alseno Arriva anche al Teatro Verdi di Fiorenzuola l’atmosfera natalizia grazie a un programma molto variegato che porta in scena spettacoli che toccano tantissimi temi, dallo spazio al sociale, dalla musica alla commedia. Lo scorso week end ha visto sul palco Michele Mirabella, che ha raccontato Dante, ma anche lo spettacolo “Tutti a squola” della Compagnia “Quelli di Noveglia” grazie all’Associazione AFADI in collaborazione con Sanitas. E i prossimi giorni sono altrettanto interessanti e variegati, come si conviene a un periodo di festa. Sabato 14 alle ore 21.15 la Stagione Teatrale 2019/2020 ha in programma il consueto omaggio all’Universo con lo spettacolo “VIAGGIO NELLO SPAZIO” Parole, Musica e Immagini. La voce di FRANCO MALERBA, primo astronauta

italiano della Storia, ci accompagna in un viaggio alla scoperta delle varie dimensioni della cultura e della bellezza cosmica. A rendere la narrazione ancora più suggestiva saranno i Solisti dell’Orchestra Classica di Alessandria con la partecipazione di Marie-Aude Malerba. Gli appuntamenti proseguono lunedì 16 alle 20.30 con “VIA ILLICA”, commedia Brillante in due atti. Giovedì 19, sempre all’interno della Stagione Teatrale 2019/2020, andrà in scena “UNITED TOGETHER Un’orchestra per l’Europa” con Paolo Rumiz e Esyo. Sabato 21 “MUSICA IN FAMIGLIA” a cura dell’Associazione Tango Fiore, mentre sabato 28 e domenica 31 è la volta di “OTTO DONNE E UN MISTERO” a cura della Compagnia Ancora senza nome.

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Il mese di dicembre nel Comune di Alseno è iniziato domenica 8 con una super tombolata organizzata al Palazzetto dello sport dai ragazzi di Pallavolo Alsenese. Il primo dei tanti eventi natalizi organizzati per animare il paese da qui alla fine dell’anno e che vedono protagonisti soprattutto i più piccoli con letture, laboratori e musica. L’Oratorio di San Martino ha organizzato per sabato 14 dicembre i Canti di Natale sotto all’albero, un’occasione per riunire i bambini per augurarsi buone feste sulle note delle più suggestive canzoni natalizie. L’appuntamento è alle ore 16 in piazza XXV aprile, seguite le voci! Il Comune non è da meno e ha pensato di dedicare un bel pomeriggio alla lettura: la Biblioteca di Alseno ha quindi in programma per il 17 dicembre un’affascinante Lettura di Natale con tanto di laboratorio finale per bambini dai 3 ai 6 anni. Non dimenticatelo: vi aspettano alle 16.30 per narrarvi una bellissima storia. Anche gli adulti, però, meritano di partecipare un po’ ai festeggiamenti. Per loro, in programma per il 22 dicembre, la decima Fiaccolata di Natale organizzata da I Ragazzi di Cortina. La partenza è prevista a partire dalle 15.30 con ritrovo alla Chiesa Gasperini.

La mattina del 25 dicembre, invece, Avis aspetta grandi e (soprattutto) piccini perché arriva Babbo Natale per fare gli auguri agli abitanti di Alseno e frazioni. Passato il giorno di Natale è tempo di crescere, tutti i diciottenni sono invitati dal Comune di Alseno a partecipare il 28 dicembre alle ore 10.30 alla conse-

PIZZERIA

gna della Costituzione. Un primo, fondamentale, passo verso la maturità come persone e cittadini. Per chiudere il periodo delle feste, non resta che partecipare alla Tombolata dell’Epifania organizzata dalla Pro Loco Castelnuovo e Circolo Anspi il 6 gennaio alle 15 presso il Circolo Anspi di Castelnuovo Fogliani.


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L’Associazione Genitori di Alseno pronta per Santa Lucia La neonata Associazione Genitori di Alseno è già in pista per presentarsi a tutti e mostrare, fin dal primo evento, che unendo le forze è possibile creare e offrire esperienze positive, divertenti e formative tanto per i bambini quanto per gli adulti. Il “debutto” del nuovo gruppo sarà domenica 15 dicembre alle ore 16 a La Vigna, Alseno, con la Festa di Santa Lucia. In programma, ad aprire il pomeriggio, uno spettacolo teatrale per i bambini, a seguire la presentazione ufficiale dell’Associazione e, per finire la giornata, un apericena natalizio per scambiarsi gli auguri e fare due chiacchiere insieme. Un debutto di tutto rispetto, infatti i Genitori di Alseno hanno ingaggiato nientemeno che Pappa e Pero, al secolo Sara Dallavalle e Andrea Rosa, due educatori molto conosciuti a Piacenza e provincia per i loro spettacoli e laboratori in cui uniscono la didattica al divertimento. Lo spettacolo scelto si intitola, non a caso, “Il tempo rubato” e mette in scena un tema delicato utilizzando il linguagguo della favola. Un insegnamento che passa attraverso i bambini ma vuole arrivare soprattutto agli adulti, perché ricomincino a rispettare i tempi naturali dei più piccoli, quelli lenti e preziosi del gioco e della libera espressione. L’ingresso è gratuito e aperto a tutti (verrà richeisto un contributo per la consumazione). Per altre informazioni potete scrivere a assgenitorialseno@gmail.com.

VAL D’ARDA

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A Lugagano c’è aria di festa LUGAGNANO VAL D’ARDA (PC) Tel. e Fax 0523 801220 - Cell. 348 3309823 E-mail: dued.lattoneria@libero.it

Il Comune di Lugagnano Val d’Arda ha inaugurato la stagione natalizia la scorsa domenica con una giornata in cui la parola d’ordine è stata “inaugurazione”. Si è infatti inaugurata la Mostra dei Presepi nella Chiesa di piazza IV Novembre che resterà aperta al pubblico per tutto il periodo natalizio e, nella stessa piazza, è stato acceso l’albero di Natale, immancabile nel villaggio di Babbo Natale che è ha riempito di allegria l’intera giornata. I festeggiamenti dicembrini del Comune proseguono a ridosso del giorno di Natale con il concerto che si svolgerà la sera del 21 a cura del Coro Montegiogo presso la Chiesa parrocchiale di San Zenone in piazzetta Don Bassi. Da oltre trent’anni il Coro Montegiogo unisce esibizioni di beneficenza e appuntamenti in cui ripropone il repertorio

Torna il presepe meccanico a Vigoleno

La tradizione natalizia non può dirsi tale senza un bel presepio, sono molti infatti i paesi che attendono dicembre per poterlo allestire con cura e attenzione. A Vigoleno è ormai una tappa obbligata il Prespio meccanico-elettronico che quest’anno rimarrà aperto dal 22 dicembre al 26 gennaio 2020, sabato e festivi dalle 9 alle 18, mentre per visitarlo in altri momenti è possibile chiamare il numero 0523 895146. Allestito dal 1989 in una piccola casa del borgo medievale che si raggiunge percorrendo lo stretto vicolo che scende a fianco dell’oratorio della Vergine delle Grazie, il presepe comprende oltre 32 movimenti, 39 motorini e 6 pompe d’acqua con un ciclo del giorno e della notte di 7 minuti che ricreano in modo superlativo l’atmosfera dell’epoca.

popolare tradizionale, e tradizionale è anche il concerto di Natale con musiche corali il cui programma è diviso tra canti popolari, testi sacri e testi classici. Il concerto rientra nelle iniziative organizzate in occasione del centenario della morte di Luigi Illicia che, tra le altre cose, ha visto il 30 novembre scorso una serata a Castell’Arquato e proseguirà il 5 gennaio 2020 con un concerto a Vigolo Marchese per poi concludersi il 6 gennaio a Rustigazzo in concomitanza con l’evento “Premio alla Bontà”. Si fa quindi ancora più intensa l’attesa per il premio che si tiene dal 1984 nel giorno dell’Epifania presso la Chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta e che lo scorso anno ha visto vincitori i cantanti Marina Fiordaliso e Marco Rancati, fautori nel 2018 di una bella iniziativa per la Casa di Iris.


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