Barbieri: “Evidentemente qualcuno rema contro”

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SETTIMANALE DI INFORMAZIONE FONDATO NEL 1983

Poste Italiane spa - Spedizione in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02 2004 n. 46) art. 1, comma 1 - DCB Pc

GIOVEDÌ 31 GENNAIO 2019 - ANNO 36 N. 01 - EURO 0,20

Provincia, trenta comuni REDAZIONE al voto in primavera

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WEEKEND

Gli amministratori di Zerba e Farini concludono il terzo mandato

A PAGINA 2

Italia Nostra contesta i progetti di recupero che l’amministrazione ha ereditato

Barbieri: “Evidentemente qualcuno rema contro”

Musica e solidarietà per “La Casa di Iris” A PAGINA 5

Carmine, Piazza Cittadella, Terrepadane, l’allarme del sindaco: “Ma Piacenza la vogliamo far crescere oppure no? E’ un discorso di responsabilità” Prima la polemica sul restauro del Carmine, con Italia Nostra che contesta il famigerato soppalco previsto dai lavori di recupero, definendolo “una vandalica ed assolutamente ingiustificata intrusione di uno spazio caratterizzato dallo slancio gotico dei pilastri e dai volumi verticali dell’edificio trecentesco”. Poi la proposta, sempre da parte dell’associazione di tutela del patrimonio culturale, di rivedere il progetto di riqualificazione dell’area del consorzio agrario Terrepadane trasformandolo in un campus universitario in luogo del previsto mix di residenza e grande distribuzione.

Ferrari Cesena: “La decadenza inizia dopo la congiura farnesiana”

Prosa, Preziosi porta in scena Van Gogh A PAGINA 5

A PAGINA 3

Protesta

“L’Italia che resiste”, presidio in piazza Cavalli PIVONI A PAGINA 3

Economia

Confcooperative compie 70 anni

Parma batte Piacenza. E lo fa da (quasi) 500 anni A PAGINA 4

A PAGINA 4

Acqua e farina: pane e pasta che passione A PAGINA 6

Pizzarotti: “Vi lascio la coppa”

A PAGINA 4


Corriere Padano

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31 gennaio 2019

ATTUALITÀ

Provincia, trenta comuni al voto in primavera Nel 2019 gli elettori saranno chiamati tre volte alle urne. Gli amministratori di Zerba e Farini concludono il terzo mandato Il 2019 è un anno ‘da urne’. I cittadini saranno chiamati al voto in più circostanze: si andrà a votare per le Europee in primavera, si verrà chiamati a rinnovare l’assemblea legislativa regionale in autunno e, sempre in primavera - data da definire, ma si parla del 26 maggio - ci sarà una bella tornata di elezioni amministrative. Tanti centri al voto per nuovi consigli e nuove giunte. Nella nostra provincia i comuni interessati sono trenta (su 46) e all’orizzonte - al di là dell’incognita affluenza, un tempo massiccia quando si trattava di elezioni locali - si staglia un nuovo, inedito problema: la

penuria di candidati. Rispetto al passato è diventato difficile trovare donne e uomini di buona volontà disposti a proporsi come candidati sindaco. Le ragioni sono numerose: la scarsità di risorse a disposizione dei comuni infrange i sogni da campagna elettorale e molti, pensando a una obbligatoria ordinaria amministrazione, neanche ci si mettono; ancora: fare il sindaco, anche in un piccolo centro, è un impegno ed è un impegno pochissimo retribuito. Insomma, se un sindaco riesce a conciliare il mestiere o la professione preelezioni con l’attività di sindaco bene, diversamente il gioco non vale la candela. La crescente

E’ un’intervista a suo modo dirompente quella che l’avvocato Corrado Sforza Fogliani, presidente della Banca di Piacenza e alfiere di un conservatorismo politico che coniuga liberalismo e tradizionalismo cattolico, ha concesso al giornale on line “Il Piacenza”. Senza reticenze e senza lasciare spazio ad allusioni di sorta, Sforza è duro con la giunta Barbieri (“Non si distingue dalle amministrazioni di centrosinistra che l’hanno preceduta. Di sicuro dietro non ci sono io”); durissimo con la Fondazione di Piacenza e Vigevano e col suo presidente Massimo Toscani (“un festival di occasioni perdute, penso alla Ricci Oddi che poteva diventare, solo che la Fondazione lo avesse voluto, la quarta galleria d’arte moderna del Paese”); tranchant con la stampa locale (“certe notizie, le occasioni sprecate dalla città per l’ignavia di alcuni, non le pubblica”); sarcastico con la classe dirigente, intesa nel suo insieme di ceto politico, culturale, economico e associativo (“non criticano la Fondazione perché sono lì col piattino dell’elemosina in mano, ingolositi dalla torta dei 4,5 milioni annui da dividere. Che lungimiranza possono avere?”); amaro, infine, per una città che retrocede ogni

burocratizzazione dei passaggi amministrativi, inoltre, rende laboriosa l’attività. Ma cosa

Ma vediamo la situazione di alcuni comuni del piacentino che saranno chiamati al voto. Tra

Nuovo inedito problema: la penuria di candidati succederebbe se in qualche comune non si presentasse nemmeno un candidato? Semplice, in quel caso arriverebbe il commissariamento. Niente di male, ma ad uscirne malconcio è il concetto stesso di democrazia.

gli uscenti ancora indecisi sulla ricandidatura troviamo Davide Zucchi (Alseno), Patrizia Calza (Gragnano) e Anna Tanzi (Sarmato). Ancora senza delfini i sindaci che hanno esaurito il terzo mandato (tre mandati sono ammessi nei comuni sotto

i 3mila abitanti): Luigi Garavelli a Vigolzone, Francesco Zangrandi a Calendasco, Antonio Mazzocchi a Farini. Possibilisti, quando non quasi certi della propria ricandidatura, sono Roberto Pasquali a Bobbio, Roberta Battaglia a Caorso, Lucia Fontana a Castelsangiovanni. Si ricandideranno i sindaci di Cerignale Massimo Castelli (svolgerebbe il suo terzo mandato consecutivo) e di Coli Luigi Bertuzzi (secondo consecutivo), così come, con buona probabilità, i sindaci uscenti Paolo Calestani e Federico Beccia, rispettivamente di Morfasso e Ottone. Per tutti gli altri allo stato non ha ancora senso sbilanciarsi, poiché rican-

Sforza Fogliani alla Giunta Barbieri: “Non si distingue dalle precedenti” anno, che perde centralità, quasi sempre a beneficio dei cugini parmensi: come si fa, chiede Sforza, ad accettare il trasloco della Camera di Commercio a Parma accontentandosi di mantenerne la vicepresidenza? Sulla giunta Barbieri, accolta con sollievo dopo quindici anni di centrosinistra l’avvocato manifesta “una forte delusione, perché gli ideali esistono eccome in politica e non si è vista discontinuità con le Giunte precedenti”. Per il presidente di Assopopolari gli attuali amministratori “dovrebbero guardare alle incapacità del passato, non ancora superate da questa Amministrazione, e offrire spunti nuovi”. Ad esempio - sottolinea l’avvocato - è contro lo spirito liberale il fatto che autorizzazioni e permessi di costruzione debbano per forza passare in Consiglio comunale. “Non è necessario - puntualizza - un giudizio di merito in Consiglio, dopo il parere di legittimità di uffici e tecnici e dopo il vaglio dei progetti alla luce delle previsioni degli strumenti urbanistici”.

#conlaculturasimangia di Gabriele Dadati Tra gli effetti del Decreto Sicurezza – fortemente voluto dal ministro degli interni Matteo Salvini e votato in maniera compatta dai parlamentari della maggioranza gialloverde di Governo – ce n’è stato uno spettacolare: lo sgombero a tappe forzate del Cara di Castelnuovo di Porto, il secondo centro per richiedenti asilo più grande d’Italia. Qui sono stati per lo più smembrati nuclei famigliari seguendo la divisione per sesso ed età invece che per legami di sangue, qui coloro che andavano a scuola hanno smesso di andarci senza poter salutare maestri e compagni, qui coloro che lavoravano sono rimasti a casa da un giorno all’altro. Qualche sia il destino di ognuno di loro – e soprattutto: in che modo questa smobilitazione che getta persone in strada aumenterà la sicurezza di ognuno di noi – a oggi non è possibile dire. O meglio: è possibile dire qualcosa su almeno uno dei 550 richiedenti asilo coinvolti. Si tratta di un ragazzo di diciannove anni di nome Anszou Cissé, bomber della squadra locale che milita nei dilettanti (del resto Castelnuovo è un paesone non molto più grande di Pontenure: siamo lontani chilometri luce dalla serie A). Qualcuno ha deciso di farsi carico di lui. Si tratta di “Open” (www. open.online), il nuovo portale di informazione varato da Enrico Mentana insieme a una redazione di giovani giornalisti. Saranno loro, anzi sarà lui, visto che Mentana ne è il solo finanziatore, ad aiutare economicamente Anszou Cissé, permettendogli di finire gli studi. Tutto bene? No, naturalmente no. Non solo per quanto avvenuto a Castelnuovo di Porto, ma anche perché – nello specifico – tra i commenti all’iniziativa di “Open” ce ne sono stati vari sgradevoli. E uno sgradevolissimo proveniente da Piacenza. Di cosa si tratta?

Sforza Fogliani rimprovera inoltre al sindaco di Piacenza il mancato incontro

mensile con la cittadinanza per fare il punto della situazione: “In città dei nostri problemi non si discute mai. Nel

dopoguerra si discuteva cosa fare in interminabili riunioni, c’erano dibattiti su dove posizionare un’opera pubblica o come farla. Adesso dove si discute? Qualche lettera al quotidiano locale dei soliti noti, e basta. Perciò rimprovero al sindaco di non fare una volta al mese un incontro - con tutti gli assessori e i cittadini, perlomeno “quelli che sanno leggere e scrivere” – in Sant’Ilario, in cui ci si metta a disposizione dei cittadini e si risponda. Anche per spiegare che alcune scelte fatte non sono sue, ma della precedente Giunta. Ma molti politici non se la sentono perché non sanno cosa dire e cosa, soprattutto, prospettare di nuovo ai cittadini”. Il rimpasto di giunta dell’ottobre scorso, inoltre, per l’avvocato Sforza Fogliani non ha risolto i problemi. “Questo rimpasto può essere condivisibile o meno, ma non ha risolto il vero problema dell’Amministrazione. Che deve avere dei dirigenti di propria fiducia, o prenderne altri, secondo i casi previsti dalla Legge. Questa Ammini-

didatura e rinuncia stanno al 50 per cento delle probabilità. Interessanti sono invece i casi che riguardano le amministrazioni di Farini e Zerba. Gli amministratori dei due comuni montani (Val Nure e Val Boreca) sono entrambi in scadenza di terzo mandato e non potranno più essere rieletti. Sperano tuttavia, il sindaco di Farini Antonio Mazzocchi lo dice apertamente, nella possibilità che in comuni demograficamente così piccoli (Zerba in ispecie), dove davvero è arduo comporre le liste e trovare candidati sindaco, la legge consenta di arrivare alla possibilità di una quarta elezione.

strazione non ha dirigenti di fiducia e quindi ha capacità decisionali limitate, se non dimezzate. Roberto Reggi, da sindaco, appena arrivato, ha fatto ‘girare’ tutti i vertici del Comune”. Tranchant, infine, il giudizio sulla Fondazione di Piacenza e Vigevano: “La Fondazione fa iniziative culturali anche utili, servendosi di soldi della comunità amministrati in modo autoreferenziale, ma non entra nel merito delle problematiche degli imprenditori piccoli e grandi, come molte altre, che sono anche nei Confidi. Non si pensa a una Fondazione che aiuti l’economia: dicono che ‘non è previsto dallo Statuto’… però gli statuti non sono delle tavole di Mosè. Forse dipende dal fatto che, se non sbaglio, le associazioni di rappresentanza delle categorie sono in gran parte rappresentate nel Consorzio di bonifica… ma non nella Fondazione. Anche questo, un discorso da approfondire. E che verrebbe approfondito se Piacenza fosse una comunità che discute e si confronta e forse, anche, se avesse una classe dirigente nel vero senso della parola”.

Nella foto Corrado Sforza Fogliani

Le parole sono pietre. Nel bene e nel male Intanto l’autrice: Silvia Pantano, medico chirurgo ormai da anni in pensione, in passato direttore del distretto sanitario della Val Tidone e nel 2014 candidato (perdente) a sindaco del Comune di Podenzano con la lista “Sicurezza e Futuro” che godeva del sostegno di Forza Italia, Lega Nord e Udc. Poi il commento: “Il bestiame non viaggia su pullman super lusso…”. Per la Pantano – che criticata (tra gli altri, da Selvaggia Lucarelli) ha tolto il commento: inutilmente, visto che internet è capace di memorizzare tutto e per sempre – i richiedenti asilo prelevati sono bestie. In quanto tali, non meritano pullman dignitosi. Dovrebbero essere trasportati in maniera più rozza. Dovrebbero essere maltrattati, insomma. Pronta la replica dell’USL di Piacenza, che ha scritto in rete: “Ci dissociamo totalmente da quanto scritto da Silvia Pantano: il suo commento è profondamente ignobile e offensivo e i suoi contenuti ledono la dignità e la professionalità di tutti i nostri operatori – lo dichiara il direttore Luca Baldino. – La dottoressa, che si qualifica impropriamente come dipendete di questa azienda sul suo profilo Facebook, non è più direttore di distretto da oltre 10 anni e ha cessato la propria attività nel luglio 2011. Ho dato mandato immediatamente ai nostri legali di valutare quali possono essere le azioni da intraprendere a tutela dell’immagine del Servizio sanitario regionale e di quello dell’Azienda stessa”. Abbiamo raccontato la vicenda per dire due cose. La prima è questa: la Pantano si scopre si è diplomata al liceo classico “M. Filetico” e poi si è laureata e specializzata alla Sapienza. E se già eravamo in disaccordo con la vulgata dostoevskijana per cui “la bellezza salverà il mondo” (quale bellissima musica

ascoltavano e facevano suonare le SS nei campi di sterminio… quali meravigliose opere d’arte collezionavano nelle loro case…), ci dobbiamo arrendere al fatto che neppure “la cultura salverà il mondo”. O meglio: lo salverà solo se genera civiltà e rispetto, perché se genera solo titoli per garantirsi un’occupazione, siamo punto e a capo. Nell’eterno tiro alla fune tra natura e cultura, la seconda vale solo se tiene davvero a bada la prima. Che nell’uomo sembra essere tutto tranne che benigna. La seconda è questa: speriamo che i legali dell’USL procedano, e qualcosa accada. Perché ce l’abbiamo con la Pantano? No, in realtà di lei non ci importa nulla. Ci importa che passi il principio che le idee cambiano il mondo, anche in peggio. Che non solo le azioni, ma anche le esternazioni hanno conseguenze. Nel bene come nel male. E ciò che pensiamo e diciamo implica la nostra responsabilità. Nessun colpo verbale può essere sparato a salve. Le idee cambiano concretamente le cose. Lo sanno bene i tanti inglesi che hanno votato Brexit a casaccio, come fosse un gioco, salvo capire su Google quali ne fossero gli effetti soltanto il giorno dopo, come dicono le statistiche di quello stesso internet che davvero tutto ricorda.


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PRIMO PIANO

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Ristorante Il Germoglio: in sala e in cucina anche ragazzi disabili Ci sono tutti i piatti della tradizione piacentina, dagli anolini ai tortelli passando per i pisarei e fasò, ma non ci si dimentica degli arrosti e per chi ha esigenze particolari ecco le succulente specialità vegetariane. Il tutto con prodotti locali come le uova, la carne della Valtidone e il pane fatto in casa. La Cooperativa Il Germoglio, che fra pochi giorni festeggia i 38 anni di attività, non si ferma mai e dalla fine del 2018 propone anche il bar-ristorante “Il Germoglio in tavola”. Il Germoglio fu la prima cooperativa sociale di Piacenza per l’inserimento in contesto lavorativo di persone disabili e negli anni Il Germoglio si è notevolmente strutturato e ha diversificato le attività per dare sempre maggiori spazi occupazionali. Attual-

mente sono più di sessanta le persone che lavorano in cooperativa di cui 26 persone svantaggiate Come tutte le attività della cooperativa, anche la nuova nata inserisce alcuni lavoratori disabili. «Attualmente sono due – spiega la responsabile del Personale Manuela Silva – ma siamo appena partiti e l’organico è ridotto. Ci auguriamo che l’attività cresca e con essa la possibilità di inserire persone svantaggiate». Un’operazione che sembra semplice ma nasconde problemi organizzativi non da poco. Iniziative simili alla nostra sono state avviate con successo in altre città, ma a Piacenza e città limitrofe siamo i primi a sperimentarla e speriamo che tutta la città ci sostenga con affetto, come ha sempre fatto in questi lunghi anni”.

Il sindaco Barbieri: “C’è chi rema contro” Carmine, Piazza Cittadella, Terrepadane, l’allarme del sindaco: “Qualcuno vuole fermare Piacenza” Italia Nostra contesta i progetti di riqualificazione che l’amministrazione ha ereditato dalla precedente Prima la polemica sul restauro del Carmine, con Italia Nostra che contesta il famigerato soppalco previsto dai lavori di recupero, definendolo “una vandalica ed assolutamente ingiustificata intrusione di uno spazio caratterizzato dallo slancio gotico dei pilastri e dai volumi verticali dell’edificio trecentesco”. Poi la proposta, sempre da parte dell’associazione di tutela del patrimonio culturale, di rivedere il progetto di riqualificazione dell’area del consorzio agrario Terrepadane trasformandolo in un campus universitario in luogo del previsto mix di residenza e grande distribuzione. Senza contare l’opposizione, sempre da parte di Italia Nostra, Legambiente e un neo-costituito comitato di cittadini, al parcheggio interrato di piazza Cittadella inserito nel piano di recupero di tutta l’area. Così si spiega lo sfogo del sindaco Patrizia Barbieri nel corso dell’ultimo consiglio comunale: “In questi giorni mi sono chiesta se c’è qualcuno che vuole fermare Piacenza”. Dopo aver teso la mano ai contestatori accogliendo la richiesta di Italia Nostra a rendersi disponibile – previa autorizzazione della Sovrintendenza – ad aprire alla cittadinanza per un giorno il cantiere nella chiesa trecentesca e far vedere cosa è stato realizzato finora – all’ennesima obiezione il sindaco sbotta, non ce la fa più. Il riferimento è a tre importanti progetti urbanistici ereditati dalla precedente amministrazione: la riqualificazione di Piazza Cittadella, il recupero dell’ex Chiesa del Carmine e il mega piano relativo all’area dell’ex Consorzio Agrario. “Nell’arco di poco tempo ci

Polemiche restauro Carmine, l’ex assessore Cisini: “Dov’era Italia Nostra quando la chiesa cadeva a pezzi?” Per quanto riguarda il contestato sopparlo inserito nel progetto di recupero della chiesa del Carmine, sembra difficile rintracciarne il responsabile, progetto – è bene ribadire – che ha avuto il nullaosta della Sovrintendenza di Parma e Piacenza. “Con quel soppalco io non c’entro nulla – ha dichiarato l’architetto Claudio Montagni del team dell’Università di Genova che si è aggiudicato due anni or sono fa il restauro scientifico della struttura – Come capogruppo ho firmato tutti i documenti ma il soppalco in sé non apparteneva a quell’operazione di accurata restituzione conservativa”. Non si sottrae alle domande di delucidazione l’architetto Giorgio Cisini, assessore della giunta Dosi che riprese in mano e diede ali al progetto di recupero del Carmine fino all’assegnazione dei lavori

Crescono le iniziative di protesta contro il decreto Sicurezza. A Piacenza, sulla scia di analoghe manifestazioni in tutta Italia, sabato 2 febbraio, alle 15, è previsto un presidio in Piazza Cavalli contro il dl e le politiche del governo in materia di immigrazione. Con lo slogan “L’Italia che resiste”, cittadini e associazioni si autoconvocano “per resistere alle scelte inumane di chi vorrebbe lasciar morire in mare chi scappa dalla guerra, dalla fame e dalla povertà”. Una catena umana intorno alla sede del Comune (in contemporanea in città come Torino, Bologna, Imperia, Palermo e Livorno), che nasce come libera iniziativa e coinvolge in prima persona tutte le organizzazioni di volontariato e associazioni che lavorano per la coesione sociale e l’inclusione. Un appello affinchè l’Italia torni ad essere un paese civile dove i valori dell’eguaglianza e della solidarietà siano quelli sanciti dalla costituzione. “La manifestazione del 2 febbraio – si

all’Ati (formata da Edilstrade, Gaetano Cella e Kairos), lavori poi partiti sotto l’amministrazione Barbieri. “Il progetto – spiega Cisini – ha sempre contenuto un soppalco che doveva essere staccato dalle pareti, non invasivo, leggero, come semplice zona-filtro d’ingresso, una sorta di ‘bussola’ che ricorda le cantorie, niente di straordinario ma con la possibilità di salirci e vedere dall’alto la struttura bellissima del Carmine. Se anche fosse incombente – rileva – stiamo guardando dal buco della serratura il neo, se vuoi soggettivo, ma utile comunque, di un’operazione straordinaria del Comune”. E non risparmia, l’ex assessore della giunta Dosi, una stoccata alla sezione piacentina dell’associazione Italia Nostra e all’ex sovrintendente Garzillo: “Cervellati, Garzillo e i loro seguaci, si sono messi a

guardare dal buco della serratura un soppalco mentre niente hanno detto su piazza Cittadella finalmente liberata dai pullman e su una chiesa lasciata cadere per 120 anni in malo modo”. E attacca l’eccessivo “vincolismo” dell’ex sovrintendente. “Il periodo della gestione della Sovrintendenza Garzillo è stato il più buio per Piacenza. Potremmo parlare dell’operazione di Bastione Borghetto o della cittadella giudiziaria. Per il no di Garzillo al progetto di portare il mercato coperto nel Carmine perdemmo 4 milioni di euro nel 2008. Noi li abbiamo recuperati, a fatica, nel 2016 con un progetto articolato e trovando, con l’aiuto della Regione, la funzione di laboratorio della mobilità che tiene insieme il tutto. Si tratta di una straordinaria operazione di recupero, non dimentichiamolo”.

Contro le politiche sull’immigrazione presidio in Piazza Cavalli il 2 febbraio legge nel comunicato di presentazione - nasce come reazione spontanea di un gruppo di cittadini impegnati nel sociale davanti al quotidiano sfoggio di barbarie e crudeltà. La nostra aspirazione è quella di far passare il concetto che siamo dei normali cittadini che sono intenzionati a contrastare politiche di governo che vanno, in modo antistorico, riportando nel nostro paese Razzismo e xenofobia [...] pochi giorni dopo il giorno della memoria, perché non vogliamo essere come quelli che in tempo di guerra hanno fatto finta di non vedere quello che stava accadendo […] e resistere a scelte inumane.” Critiche dunque al decreto Sicurezza, all’annunciata chiusura del grande centro di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) di Castelnuovo di Porto

sono giunte richieste per fermare piazza Cittadella – ha spiegato il sindaco –. Sapete come la penso, ma il progetto può solo essere migliorato, fermarci non possiamo. Anche l’ex chiesa del Carmine non va più bene così come è, ed ora nel comparto dell’ex Consorzio Agrario andrebbe realizzato un campus universitario. Il tutto al posto del progetto proposto da Terre Padane, che per altro dobbiamo ancora esaminare perché arrivato sulla nostra scrivania solo quattro giorni fa”. Il riferimento del sindaco - come è evidente - è alle recenti prese di posizione di Italia Nostra contro il progetto del Carmine e contro quello di Terre Padane. “Ma Piacenza la vogliamo far crescere o no? - si è chiesta Barbieri - Ho sentito la settimana scorsa un interessante dibattito su Milano e la sua rinascita: il comune denominatore di questo sviluppo è il fatto che i sindaci che si sono avvicendati, di destra, di sinistra o di centro, pur promuovendo le proprie idee, non hanno fermato i progetti ereditati dalle precedenti amministrazioni”. “Dobbiamo metterci d’accordo - ha proseguito Barbieri -. Quando il sindaco porta avanti azioni del passato allora è di sinistra, invece quando vuole bloccare qualcosa semplicemente non capisce niente. Ma vogliamo darci un’idea di città o no? Si vuole progredire o dobbiamo tutte le volte fermarci per correre dietro ad ogni eccezione sollevata? E’ un discorso di responsabilità nell’interesse del territorio”. Nelle foto, i lavori al Carmine e il progetto di Terrepadane

in Lazio, alla vicenda di questi giorni della nave umanitaria Sea Watch e al commento palesemente razzista su Facebook dell’ex dirigente medico distrettuale piacentino Silvia Pantano, ora in pensione, ad un post di Enrico Mentana, a proposito dell’espulsione proprio dal CARA di Castelnuovo di un giovane calciatore senegalese. L’adesione è tramite i social, non con forze istituzionali, ma interpartitica e di più associazioni, per riunire un fronte cittadino contrario alle politiche della maggioranza leghista e 5 Stelle, costituendo una rete di solidarietà verso gli ultimi. Sono quindi benvenute sigle e bandiere di qualunque movimento, associazione, partito o sindacato che si trovi in dissenso. Edoardo Pivoni

Nella foto la nave Sea Watch ormeggiata al largo di Siracusa


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Da un po’ di tempo a questa parte ci si interroga sui motivi della subalternità di Piacenza a Parma. Perché la nostra città non è cresciuta né si è sviluppata come l’orgogliosa ex capitale del Ducato? Alcuni sostengono che le ragioni vanno ricercate nel primo secolo dell’età moderna, il glorioso Cinquecento. E precisamente nell’anno di poca grazia 1547, quando il Duca Pier Lugi Farnese, figlio del papa Paolo III, dinastia Farnese, cadde sotto i colpi dei congiurati. Tra i sostenitori di questa tesi c’è Domenico Ferrari Cesena, già docente di informatica alla Cattolica, a lungo capodelegazione del Fai, grande appassionato di storia locale. Professore, è verosimile indicare la causa dell’attuale modestia di Piacenza in quel fatto di sangue del XVI secolo? “Guardi, Piacenza nel basso medioevo era una città ragguardevole, decisamente più importante di Parma. La nostra città contava trentamila abitanti, Parma soltanto diciannovemila. I piacentini della loro città erano orgogliosi: nel 1200 Piacenza era conosciuta in Europa, mentre adesso in Europa non sanno che esiste; spesso anche in Italia ci misconoscono, spessissimo ci scambiano per una cittadina lombarda, non sanno bene dove Piacenza si trovi. Che cosa è successo? Ecco, per me il principio del decadimento è iniziato proprio allora, in quel 1547”. Com’è possibile? “Seguiamo le vicende della nostra città: dopo l’uccisione di Pier Luigi siamo stati aggregati, per breve tempo, alla Lombardia per poi, nei tre secoli seguenti, diventare sudditi di Parma: ora il Duca risiede a Parma e sappiamo bene come nel Rinascimento – di cui i Farnese

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ATTUALITÀ

Parma batte Piacenza. E lo fa da (quasi) 500 anni Il professor Domenico Ferrari Cesena sostiene la tesi della decadenza post-congiura anti Farnese: “I piacentini si sono abbattuti nel morale”

Il professor Domenico Ferrari Cesena

sono una famiglia simbolo – i signori regnanti fossero come monarchi assoluti e le loro capitali non potessero che trarne giovamento, anche dal punto di vista culturale e dal punto di vista architettonico. Insomma, per me la perdita del ruolo di capitale del Ducato, con il trasferimento dell’autorità a Parma, ha inciso da subito sul morale dei piacentini, determinandone un vero ‘abbacchiamento’. Per trecento anni le persone di censo e cultura che si muovevano attraverso il continente e la penisola fecero riferimento a Parma,

gli illuministi riconoscevano il ruolo di Parma e vi si recavano. D’altronde, appunto, Parma era una capitale: più à la page, più moderna, una piccola Parigi. Dell’antica capitale che fu, Piacenza conservò soltanto il Supremo consiglio di giustizia, tutto il resto seguì i duchi nella nuova città capitolina”. E i piacentini ne soffrirono a tal punto da modificare il loro carattere? “I piacentini hanno cominciato a sviluppare allora un complesso di inferiorità tenace, persistente, nei confronti di Parma:

Un ritratto del duca Pier Luigi Farnese

tre secoli di loro supremazia del resto non potevano non lasciare il segno. A Piacenza, dopo l’assassinio del duca, non successe niente: né ribellioni, né sdegno contro i congiurati; subentrò invece una sorta di depressione collettiva. Faccio un esempio: è scandaloso ma significativo che i reperti di Veleja siano custoditi nella Pilotta di Parma e che Piacenza, colonia romana prima per fondazione (218 a.C.), non abbia nemmeno un museo archeologico. Poi è vero che un aneddoto sostiene che quei reperti a un

certo punto furono offerti a Piacenza e che i piacentini li rifiutarono. E’ un aneddoto, probabilmente infondato, che tuttavia in qualche modo rispecchia il carattere della nostra città. Poi, che nella contemporaneità i parmensi siano stati più bravi a far conoscere la loro città, a creare il brand Parma, non c’è dubbio, ed è difficile ormai per Piacenza recuperare le posizioni perdute. Si potrebbe fare qualche passo e per farlo bisognerebbe imitare Parma, ma non lo si fa”. Cosa si dovrebbe fare per valorizzare il nostro patrimonio cul-

turale ed artistico? “Mi lasci dire, innanzitutto, che non sono d’accordo con chi sostiene che Piacenza è una città triste. Ultimamente si sta muovendo bene, per esempio con le mostre sul Guercino e sul Pordenone e si dovrebbe andare avanti su questa strada. I giovani che lavorano nel campo culturale sono bravi. Siamo però deboli economicamente per il semplice fatto che non abbiamo grandi aziende: a differenza di Parma non ne abbiamo costruite di grandi e solide. E anche per la cultura l’economia conta, eccome. Parma è diventata quel che è anche da questo punto di vista perché i suoi industriali la sostengono economicamente. Da noi dal secondo dopoguerra sono sorte tantissime imprese che però non sono cresciute, non superando praticamente mai la dimensione familiare. Il dato positivo, se vogliamo vederlo, consiste in un patrimonio straordinario da valorizzare, patrimonio ambientale ed enogastromico. Di questo le nostre classi dirigenti devono rendersi conto, puntando sulla bellezza. Abbiamo un territorio ipercostruito e la cementificazione va fermata in nome della difesa del territorio e del paesaggio. La gente oggi, su queste tematiche, è finalmente sensibile e la classe dirigente, ancora una volta, è invitata a rendersene conto. La mia impressione è che noi piacentini, sempre a differenza dei cugini parmensi, non possediamo sufficiente orgoglio civico. Il piacentino è individualista, a Parma sanno fare squadra. Penso che anche questa sia una eredità cinquecentesca, dell’assassinio del duca Pier Luigi e con lui di un futuro di piccola capitale”. Francesca Lombardi

Pizzarotti: “Vi lascio la coppa, tengo il maestro. Verdi è nato a Busseto” Attenua il nostro complesso di inferiorità Federico Pizzarotti (nella foto a lato), sindaco di Parma, sempre più ‘tentazione’ di un centrosinistra confuso dai tempi del suo abbandono del campo grillino. A Piacenza nei giorni scorsi, chiamato da Roberto Reggi, ex sindaco Pd in partenza per nuovi lidi politici (un po’ più al centro del Partito democratico?) Pizzarotti si è espresso a tutto campo, anche sui quei temi che sono il nervo scoperto dell’orgoglio piacentino frustrato. E che alimentano il nostro plurisecolare inferiority complex (almeno dal ‘500, se-

condo Cesena Ferrari, come da articolo sopra): la coppa, Giuseppe Verdi, la cuginanza e il Ducato. Sulla coppa, vanto piacentino che Parma ha cannibalizzato, forte di un nome (Parma, appunto) divenuto brand alimentare conosciuto in tutto il mondo, il sindaco ex penta stellato ha concesso con bonomia che ne lascia “volentieri la paternità a Piacenza”, nonostante anche i parmigiani “la sappiano fare a regola d’arte”. E’ un Pizzarotti diplomatico e un poco evasivo, invece, quello che si esprime su Verdi: “Se il

Territorio, appartenenza e futuro. Sono le tre parole su cui si incardinano i valori di Confcooperative, che a 70 anni dalla nascita festeggia parlando di principi e ideali. «Siamo al centro delle comunità» ripetono come un mantra tutti i cooperatori, così nessuno si sorprende quando c’è chi afferma: «Abbiamo creato dei posti di lavoro in montagna. E questo ci ha emozionato». Il 2019 sarà un anno intenso per Confcooperative Piacenza, che ha in programma una lunga serie di iniziative ideate per sottolineare una ricorrenza importante. Il via al Germoglio, in un incontro dal titolo “Il valore del passato nella visione del futuro”. Perché, come ha spiegato il presidente Daniel Negri (nella foto) nell’intervento introduttivo, «i bisogni periodicamente ritornano, dobbiamo fare i conti con una circolarità che a distanza di tempo ci pone di fronte alle stesse necessità e agli stessi bisogni da soddisfare. Per questo rileggere l’enciclica Rerum Novarum ci permetterebbe di trovare ancora oggi temi attualissimi. Non dobbiamo dimenticare da dove veniamo; la nostra base è stato

grande maestro è piacentino? Dipende, direi, dal periodo storico. Di sicuro è nato da noi ed è morto a Milano, ma è altrettanto vero che è vissuto e aveva casa nel piacentino”. E poi il Ducato. Sollecitato a sottolineare le cose in comune tra le due città, non ha esitato a recuperare il dato storico di una comune appartenenza nell’Italia pre-unitaria. “In comune abbiamo la storia del Ducato, che si chiamava appunto di Parma e Piacenza. In seguito le due città hanno imboccato strade diverse, mantenendo tuttavia radici comuni. Consiglio a Piacenza di restare

saldamente in Emilia, come del resto fa partecipando al progetto Destinazione Emilia, dal quale mi è spiaciuto sia rimasta fuori Modena. Parma, Reggio e Piacenza possono ben rappresentare una comunanza di intenti e di interessi. Detto questo, sono convinto che sia necessario ragionare per bacini omogenei, bacini che vanno oltre i meri confini geografici e amministrativi. Per questo guarderei anche a Cremona, Mantova e naturalmente al Lodigiano. Sì, è necessario ragionare per bacini omogenei”. Collaborazione tra le due città

ducali, tema politico più volte vantato dal sindaco Patrizia Barbieri: “Quando col vostro sindaco si parla di amministrazione, turismo, commercio mi rendo conto che molte idee collimano. Le faccio l’esempio della presentazione della guida Michelin, giunta alla sessantacinquesima edizione. Abbiamo voluto che l’evento restasse in

Territorio, appartenenza e futuro: Confcooperative festeggia i 70 anni Il presidente Daniel Negri: “Siamo al centro delle comunità. Creare dei posti di lavoro in montagna ci ha emozionato” il grande dinamismo del cattolicesimo sociale». Basi solidissime associate a progetti che permettono di entrare nel futuro, ma solamente se si ha un’idea chiara di dove stiamo andando. «Per anni – ha spiegato Guido Caselli, direttore di Unioncamere Emilia Romagna – abbiamo navigato nell’economia convinti di avere sempre del mare davanti a noi. Adesso ci siamo resi conto che l’acqua può anche finire». Poi, citando spesso Gaber e le sue canzoni, ha spiegato che «il mondo si muove in auto, l’Italia in bicicletta». Anche se in realtà nel nostro paese si viaggia a velocità differenti. «Diciamo che il sud procede a passo

d’uomo mentre il nord è in motorino». E passando a Piacenza i dati raccontano di una città che ha sofferto la crisi più di altre realtà dell’Emilia Romagna ma che adesso funziona meglio rispetto alla media regionale. «Nel 2018 – sono le parole di Caselli – la regione è cresciuta dell’1,4 e Piacenza dell’1,6. Le previsioni per il triennio 2019-2021 raccontando di un +2,7 per l’Emilia Romagna e +2,9 per Piacenza». Restringendo il discorso all’ambito cooperativo il settore maggiormente sviluppato è il sociale, seguito da alloggio e ristorazione, mentre le costruzioni sono ancora in difficoltà. «Ma il dato più confortante è che il 72 per cento delle realtà

Emilia per il terzo anno consecutivo e il vostro sindaco si è rivelata subito entusiasta di ospitarla”. Una collaborazione che Pizzarotti assicura anche per la cultura, ovvero per quanto riguarda il coinvolgimento di Piacenza (ma anche di Reggio) che Parma ha battuto nella corsa a Capitale della Cultura 2020: “Fare squadra è un dovere”.

aderenti a una centrale cooperativa ha scelto di farsi rappresentare da Confcooperative, riconoscendola come vero e proprio punto di riferimento». La provincia piacentina sta vivendo un periodo di sviluppo importante, con la nascita di nuove cooperative gestite da giovani che si stanno mettendo in gioco anche in territori montani o comunque semi abbandonati. Tutti a portare le proprie esperienze innovative ma apprezzatissime, iniziando da Elena Marsiglia della Cooperativa Tre Ponti di Isola Serafini per proseguire con Samuele Risoli della coop di comunità Valnure, Marco Bergonzi di 4coop, Margherita Spezia di Studio Aura e Valentina Rimondi di Cooltour. Insieme a loro anche Gianpaolo Fornasari di Cantina Valtidone, tutti uniti dall’idea di garantire un prodotto nuovo, giovane ma soprattutto di qualità. Chiusura affidata a Francesco Milza, presidente regionale di Confcooperative. «Il ruolo delle coop – ha spiegato nel suo intervento – è dare risposte ai bisogni delle persone. Noi lo facciamo puntando su un forte valore identitario». Oggi, e in futuro, come 70 anni fa.


31 gennaio 2019

Corriere Padano

VIVIPIACENZA

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Per la Casa di Iris al Municipale concerto benefico dell’Orchestra “Antica Musica Corpo Pompieri 1882” Saranno preziose note di solidarietà quelle che risuoneranno al Teatro Municipale di Piacenza, sabato 2 febbraio alle ore 21, con il concerto dell’Orchestra a Fiati “Antica Musica Corpo Pompieri 1882”. L’ensemble, fiore all’occhiello dell’Associazione per la Storia dei Vigili del Fuoco, sarà protagonista di un importante evento benefico, il cui ricavato andrà a sostegno de “La Casa di Iris” di Piacenza, nell’ambito di una giornata interamente dedicata a far conoscere la realtà dell’hospice con iniziative, mostre ed eventi. Il concerto è orga-

nizzato dal Comune di Piacenza in collaborazione con Fondazione Teatri di Piacenza, Associazione Insieme per l’Hospice Onlus, Fondazione Casa di Iris, Confapindustria Piacenza, D.M. Idrosanitaria, GSV Impianti Elettrici, Delta Service Srl, Zincatura e Metalli Spa, Metalgrigliati Srl, Only4you Travel Experiences. Ricco il programma, dedicato al tema del viaggio, tra ammalianti colonne sonore di celebri film firmate da John Williams, tra cui Jurassic Park o una selezione musicale tratta dalla saga di Indiana Jones, per un concerto che

si preannuncia indimenticabile sotto molteplici punti di vista. L’orchestra a fiati, che sarà diretta da Andrea Ferro e Paola Convertino, è attualmente composta da sessanta elementi, tutti dotati della tipica divisa della seconda metà dell’800, ed è un fiore all’occhiello non solo per l’Associazione per la Storia dei Vigili del Fuoco di Torino, sensibili all’importanza della propria memoria storica attraverso la ricostituzione di un gruppo musicale simile a quello in attività nel corso del secolo XIX, ma anche per l’intera collettività.

Prosa, Preziosi porta in scena il Van Gogh di Stefano Massini

Martedì 5 febbraio al Teatro Municipale una pièce che punta lo sguardo sulla vicenda umana dell’artista olandese, rivelandone uno stadio sommerso Come può vivere un grande pittore come Van Gogh in un luogo dove non c’è altro colore che il bianco? Il temporaneo isolamento in manicomio dell’artista, interpretato da Alessandro Preziosi, va in scena a Piacenza con lo spettacolo “Vincent Van Gogh. L’odore assordante del bianco” di Khora.teatro in coproduzione con il Teatro Stabile d’Abruzzo, scritto da Stefano Massini (testo vincitore del Premio Tondelli Riccione Teatro 2005), regia di Alessandro Maggi. Appuntamento martedì 5 febbraio alle ore 21 al Teatro Municipale per il cartellone Altri Percorsi della Stagione “Tre per Te” 2018/2019 proposta da Teatro Gioco Vita, direzione artistica di Diego Maj, con la Fondazione Teatri di Piacenza, il Comune di Piacenza e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano e Iren. Un appuntamento molto atteso, per il quale si preannuncia ancora una volta il tutto esaurito. Le austere pareti di una stanza del manicomio di Saint Paul. È il 1889 e l’unico desiderio di Vin-

cent Van Gogh è uscire da quelle mura, la sua prima speranza è riposta nell’inaspettata visita del fratello Theo che ha dovuto prendere quattro treni e persino un carretto per andare a trovarlo... Attraverso l’imprevedibile metafora del temporaneo isolamento di Van Gogh in manicomio, lo spettacolo è una sorta di thriller

TEATRO A TEATRO CON MAMMA E PAPÀ, “I BRUTTI ANATROCCOLI”

Domenica 3 febbraio alle ore 16.30, presso il Teatro Filodrammatici, la Compagnia Teatrale Stilema / Unoteatro porta in scena “I brutti anatroccoli”, pièce liberamente ispirata alla fiaba di Hans Christian Andersen. Per i piccoli dai 3 anni. Tra papere con gli occhiali, strumenti musicali, divertenti e poetiche suggestioni, uno spettacolo che cerca di emozionare intorno all’idea che tutti, ma proprio tutti, possano cercare di rendere la propria debolezza una forza.

psicologico attorno al tema della creatività artistica che lascia lo spettatore con il fiato sospeso dall’inizio alla fine. Il testo firmato da Massini, vincitore del Premio Tondelli a Riccione Teatro 2005 per la “...scrittura limpida, tesa, di rara immediatezza drammatica, capace di restituire il tormento dei personaggi con

feroce immediatezza espressiva” (dalla motivazione della Giuria, n.d.r.), con la sua drammaturgia asciutta ma ricca di spunti poetici offre considerevoli opportunità di riflessione sul rapporto tra le arti e sul ruolo dell’artista nella società contemporanea. «Il serrato e tuttavia andante dialogo tra Van Gogh, internato nel manicomio di Saint Paul de Manson, e suo fratello Theo, – scrive Alessandro Maggi nelle note di regia - propone non soltanto un oggettivo grandangolo sulla vicenda umana dell’artista, ma piuttosto ne rivela uno stadio sommerso. Lo spettacolo è aperto contrappunto all’incalzante partita dialogica. Sottinteso. Latente. Van Gogh, assoggettato e fortuitamente piegato dalla sua stessa dinamica cerebrale incarnata da Alessandro Preziosi, si lascia vivere già presente al suo disturbo. È nella stanza di un manicomio che ci appare. Nella devastante neutralità di un vuoto. E dunque, è nel dato di fatto che si rivela e si indaga la sua disperazione».

FIORENZUOLA, “INDACO E GLI ILLUSIONISTI DELLA DANZA”

Sabato 2 febbraio 2019 al Teatro Verdi di Fiorenzuola d’Arda lo spettacolo “Indaco e gli Illusionisti della Danza”. Una delle più interessanti realtà del mondo della danza del nostro Paese propone la nuova sfida coreutica e concettuale degli Illusionisti della Danza sul rapporto uomonatura, sulla ricerca delle proprie origini, sul bisogno di autenticità, espressi con l’arte del corpo umano , in un continuum di istantanee e coreografie emozionali. Uno spettacolo di ricerca e di forte attualità con al centro il tema dell’ambiente, il rispetto per il pianeta e la cura di esso in quanto appunto anima del mondo.

Al Milestone tornano le ragazze di Storyville Al Milestone di via Emilia Parmense 27 domenica 3 febbraio alle ore 18:00 il gruppo teatrale “Le Stagnotte” e un quintetto a tutto swing presenteranno a grande richiesta la replica della pièce musico-teatrale “Storyville Club”, che tanto successo ha avuto negli scorsi anni. L’ingresso prevede un biglietto del costo di 12 euro. Lo spettacolo, davvero divertente, prende il nome dallo storico quartiere di New Orleans dove il Jazz ha mosso i suoi primi passi. In un susseguirsi di monologhi e musica, di cori e coupde-théâtre, si finisce per svelare agli spettatori un volto inedito dell’universo femminile. Con ben cinque musicisti sul palco, lo spettacolo è ambientato in un classico bordello del quartiere, “Storyville Club” e dipana storie e vicende delle sue ragazze, o, come venivano chiamate un tempo: “le donne dell’amore”. Gianni Satta alla tromba e cornetta, Gianni Azzali al sax, Stefano Caniato al pianoforte, Mauro Sereno al contrabbasso e Luca Mezzadri alla batteria contribuiscono, con il loro jazz “traditional”, a immergere il pubblico nella magica e affascinante epoca della New Orleans più lasciva e “privatamente sfacciata”. Le parole scivolano sulle note dei musicisti sul palco, si interrompono e lasciano spazio alla musica per creare un ensemble davvero unico. Uno spettacolo di donne, ma non solo per le donne, dove gli uomini, sempre presenti nella loro assenza, sono i veri protagonisti.

A CASTEL SAN GIOVANNI “MI AMAVI ANCORA”

Al Teatro Verdi di Castel San Giovanni va in scena “Mi amavi ancora”: sul palco, Ettore Bassi e Simona Cavallari. Appuntamento sabato 2 febbraio alle ore 21; spettacolo di Florian Zeller per la regia di Stefano Artissunch. Lo scrittore e drammaturgo Pierre è morto in un incidente d’auto. Nel tentativo di mettere ordine ai documenti, Anne, la sua vedova, scopre gli appunti presi per la stesura di una futura commedia: la storia di un uomo sposato, scrittore, appassionato ed innamorato di una giovane attrice. Anne si persuade che il testo narri l’infedeltà di Pierre. Va così alla ricerca della donna, sua antagonista; per risolvere i suoi dubbi, si appella ai suoi ricordi.

“Allegro con brio” entra nel vivo: appuntamento col Jazz La rassegna musicale “Allegro con Brio”, organizzata da Fondazione Teatri di Piacenza e Conservatorio Nicolini, entra nel vivo dopo il successo dell’anteprima dello scorso ottobre con la nuova Orchestra Giovanile della Via Emilia. Domenica 3 febbraio alle ore 17 alla Sala dei Teatini (ingresso libero) è in programma il concerto del Trio Jazz composto da Massimo Colombo (pianoforte), Paolino Dalla Porta (contrab-

basso), Stefano Bagnoli (batteria). Sarà un omaggio a Bud Powell, l’artista che concepì il Be Bop, la rivoluzione musicale che rinnovò il mondo jazzistico cancellando per sempre l’idea di Jazz come musica di intrattenimento. Bud Powell, artista tutto genio e sregolatezza, verrà riproposto dal trio Colombo - Dalla Porta - Bagnoli attingendo al repertorio visionario del grande pianista americano. Una rilettura fedele all’originale coadiuvata dall’esperienza dei tre artisti, che assecondano il mood espressivo del compositore pur aggiungendo un pizzico di personale interplay creativo.

Giornale indipendente: distribuito gratuitamente nella città di Piacenza e nei comuni limitrofi attraverso espositori posti nei luoghi di aggregazione e passaggio. Direttore responsabile: Giuseppe De Petro. g.depetro@corrierepadano.it

Editore: Sumarte S.R.L. Largo Erfurt, 7 29122 Piacenza Tel. 345 8004819 www.corrierepadano.it Pubblicità Sumarte S.R.L Pubblicità 29122 Piacenza Largo Erfurt,7 Tel. 335 5620636 E-Mail: infosumartepubblicita.it Stampa: FDA Eurostampa Srl Borgosatollo (BS) Registrazione Tribunale di Lodi n.162 in data 20/07/1983

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ACQUA E FARINA

Prodotti da forno, eccellenza italiana nell’export Buono come il pane, si dice, e non c’è dubbio che questa tipologia di alimento vada ancora forte. Ma non è solo pane: ci sono i dolci, i biscotti e la sempre amatissima e intramontabile pizza, che dai lidi nostrani è partita alla conquista del mondo, vincendo su tutti i fronti. Negli ultimi anni dunque l’industria

italiana si è focalizzata sempre più sull’export, complice anche un mercato interno decisamente maturo. La conferma viene dai più recenti dati ISTAT: a giugno 2018 l’istituto di statistica segnala un aumento delle esportazioni dei prodotti industriali su base annua del +6,6% che coinvolge sia l’area extra Ue

Fresco o decongelato? Nuovo obbligo di etichettatura

Grazie l decreto sull’etichettatura del pane entrato in vigore, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, sarà possibile venire a conoscenza del processo produttivo che ha riguardato il pezzo di pane che si sta per acquistare. Comprendere se la pagnotta è fresca o decongelata sarà quindi immediato grazie proprio all’etichetta che verrà apposta sul prodotto. Il decreto inoltre specifica che per “pane fresco” si intende quello realizzato senza l’aggiunta di additivi, secondo un processo produttivo continuo (non deve andare oltre le 72 ore) e che non deve prevedere la congelazione. In quest’ultimo caso ci si troverebbe di fronte a del “pane conservato” o a del “pane a durabilità prolungata”. Le novità introdotte con questo decreto, porteranno anche a definire in maniera più precisa gli esercizi commerciali che vendono questo tipo di alimento. Un panificio potrà essere considerato tale solo nel caso in cui il consumatore venga messo nelle condizioni di acquistare del pane fresco, ovvero quello prodotto con un ciclo di produzione continua e come definito dallo stesso decreto. Diversamente, il punto vendita non potrà essere identificato come un “panificio”. Si tratta di una novità importante a tutela dei consumatori, che hanno così la possibilità di conoscere nel dettaglio la storia del prodotto che acquistano.

(+8,0%) sia i Paesi Ue (+5,6%). Nel periodo gennaio-giugno 2018, la crescita tendenziale dell’export è stata del +3,7%. La filiera alimentare, in particolare, tira il gruppo soprattutto per una sua caratteristica fondante: quella di essere costituita principalmente e in maniera crescente da prodotti di fascia alta.

Pane e pasta che passione: in Italia ne consumiamo oltre 100 kg l’anno

Oggi i consumatori cercano territorialità dei prodotti, alta qualità e sicurezza

Pane e pasta che passione: alla base della dieta mediterranea, nonostante tendenze e mode nell’ambito dell’alimentazione – con diete ipocaloriche, ad utilizzo quasi esclusivo di proteine – sembra non conoscere crisi, complice la qualità del prodotto artigianale che in Italia è il più diffuso. I numeri della produzione di pane e pasta in Italia non mentono, assieme al loro valore per la filiera agroalimentare italiana, e alle valenze storiche e culturali legate alla tradizione culinaria nazionale. Il grano è alla base dell’alimentazione della civiltà occidentale ed è un pilastro di quella partenopea: nel nostro Paese se ne consumano 24 kg pro capite l’anno di pasta e circa 60 kg pro capite di pane, focacce e pizze dai forni artigianali: oggi i con-

sumatori cercano la territorialità dei prodotti, l’alta qualità e la sicurezza alimentare. In totale gli italiani consumano più di 100 kg all’anno di derivati dal grano

duro e tenero (fonte: Agenzia Dire, www.dire.it). L’Italia produce 2 miliardi di cereali all’anno, in costante aumento dal 2010, il grano è 750

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milioni di tonnellate, circa 40 milioni è fatto di grano duro che rappresenta quasi il 10% della produzione mondiale. L’Italia è un paese fortemente importatore di grano nonostante l’Unione Europea ne sia il principale esportatore. Il bacino del Mediterraneo produce 15 milioni di tonnellate, il Messico e gli U.S.A altrettanto, ma ne consumano molto meno e ne esportano di più verso l’Europa. In un mercato globale l’Italia, nel 2017, ha importato oltre il 50% dei propri fabbisogni di cereali, semi oleosi e farine di estrazione (il livello di importazioni era del 41% nel 2012). Abbondanza mondiale e necessità di valorizzazione locale sono fra i concetti attualmente più dibattuti nella filiera cerealicola italiana.

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Corriere Padano

SPECIALE ECOLOGIA

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Ecobonus 2019, agevolazioni anche per bonifica amianto

Detraibili al 50% le spese correlate all’intervento, come i costi di progettazione

Rdurre e riciclare i rifiuti, toccasana per l’ambiente La legge di Bilancio 2019 proroga di un anno il bonus ristrutturazioni e l’ecobonus: per tutto un altro anno i contribuenti potranno fruire dell’agevolazione fiscale prevista sugli interventi di ristrutturazione edilizia. Il bonus è confermato anche per la bonifica dell’amianto; sono detraibili al 50% anche le seguenti spese correlate all’intervento: spese di progettazione e altre prestazioni professionali connesse; prestazioni professionali richieste in base al tipo di intervento; spese per la messa a norma di impianti elettrici e a metano; spese per l’acquisto dei materiali; compenso corrisposto per la relazione di conformità dei lavori perizie e sopralluoghi IVA, bollo e diritti pagati per ottenere concessioni,

autorizzazioni e comunicazione di inizio lavori; oneri di urbanizzazione; altri eventuali costi strettamente collegati ai lavori. In caso si trattasse di lavori condominiali, come specificato dall’Agenzia delle Entrate, gli interventi di manutenzione ordinaria sono agevolabili con il bonus ristrutturazioni 2019 solo quando riguardano le parti comuni. In questi casi la detrazione Irpef spetta ad ogni condomino in base alla quota millesimale. Al bonus ristrutturazione hanno diritto il proprietario o nudo proprietario; titolare di usufrutto, uso, abitazione o superficie; inquilino o comodatario; soci di cooperative divise e indivise; soci delle società semplici; imprenditori individuali, esclusiva-

mente per gli immobili che non rientrano fra quelli strumentali o merce; familiare convivente per cui: coniuge, parente entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado, il componente dell’unione civile; e il coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge; il convivente more uxorio. Per accedere al bonus ristrutturazione in presenza di amianto occorre inviare alla Azienda Sanitaria, qualora prevista, la comunicazione di inizio lavori tramite raccomandata. Laddove non prevista o non possibile l’autorimozione del manufatto in cemento amianto, la comunicazione all’Azienda Sanitaria è inquadrata nel Piano Lavori secondo art. 256 D. Lgs. 81/2008 e viene effettua-

ta dall’azienda appaltatrice che deve essere in possesso della categoria 10 e regolarmente iscritta all’albo dei gestori ambientali press il Ministero dell’Ambiente. La comunicazione diretta all’Azienda sanitaria da parte del Cittadino è necessaria in caso di “autorimozione” e deve essere fatta se regolamentata dal processo regionale che l’autorizza. Per ottenere lo sgravio occorre poi effettuare il pagamento delle spese tramite bonifico parlante o tramite bonifico bancario o postale, da cui devono risultare la causale del versamento, il codice fiscale del soggetto beneficiario della detrazione e il codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento.

Dal riciclo ai prodotti locali e di stagione fino alla riduzione della produzione dei rifiuti: le iniziative a favore del clima sono sicuramente tra i buoni propositi per il 2019 degli italiani. E’ quanto emerge da un’indagine realizzata dalla Banca europea per gli investimenti (Bei), che analizza come i cittadini percepiscono i cambiamenti climatici nell’Unione europea, negli Stati Uniti e in Cina. Questa terza ondata di risultati è incentrata sugli impegni dei cittadini per il 2019 e sulla percezione, da parte degli stessi, non solo delle misure adottate dai rispettivi governi e dalle istituzioni pubbliche internazionali per contrastare i cambiamenti climatici, ma anche dei livelli di responsabilità nell’ambito di tale lotta. Tra i buoni propositi in ambito climatico il riciclaggio è il più popolare: il 71% degli italiani, infatti, è propenso a riciclare nei prossimi dodici mesi. Il podio delle iniziative a favore dell’ambiente è completato dall’acquisto di prodotti locali/di stagione (47%) e dalla riduzione della quantità di rifiuti (42%). Tra i buoni propositi anche: la riduzione del consumo elettrico (40%); lo stop all’acquisto di prodotti in plastica (35%); la riduzione dei consumi in generale (35%); l’utilizzo dei mezzi pubblici al posto dell’auto (30%); l’utilizzo della bicicletta (27%); l’energia verde (25%) e la diminuzione dei viaggi in aereo (6%). (da www.adnkronos.com)

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