Corriere dell'Isola n. 6 2017

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TERREMOTO

PRIMO SPORT PIANO •

GLI AFFITTI E LE SPECULAZIONI POST SISMA MATTERA a pag. 6

CULTURA UNA BIBLIOTECA PER FORIO E I FORIANI BERMUDEZ a pag. 13 Anno XXI - n. 6 • SETTEMBRE 2017

periodico GRATUITO delle isole di Ischia e Procida • www.corrieredellisola.com

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IL GOVERNO METTE A DISPOSIZIONE 4 MILIARDI DI CREDITO DI IMPOSTA PER LA RICOSTRUZIONE • pagina 5


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• ISOLA

SETTEMBRE 2017

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L’ISOLA IN BREVE A ISCHIA GLI INVALIDI PENALIZZATI ANCHE NELL’ATTRAVERSARE LE ZTL Nel Comune di Ischia gli invalidi già vergognosamente penalizzati per il mancato abbattimento delle barriere architettoniche e per l’imposizione del pagamento del parcheggio sulle famigerate strisce blu, ora sono anche limitati nell’accedere all’interno delle zone a traffico limitato. Infatti se sino ad oggi l’invalido poteva entrare nella ZTL a bordo di qualsiasi automobile purché in possesso del contrassegno “H”, ora che sta per andare definitivamente in funzione il sistema di telecamere che sostituisce quello dei dissuasori elettronici, ogni invalido potrà accedere solo con l’auto di cui ha preventivamente fornito la targa al Comune. Si tratta di una limitazione assurda ed inconcepibile anche perché spesso gli invalidi non posseggono neppure un auto e di volta in volta, a seconda di chi tra familiari e amici è disponibile ad accompagnarli, si spostano a bordo di una macchina diversa. Ecco perché, sindaco Enzo Ferrandino, questa limitazione che penalizza vergognosamente il diritto alla mobilità degli invalidi va immediatamente rimossa e i contrassegni “H” non debbano essere collegati a nessuna targa, così come ci ricorda anche Ennio Anastasio rispetto ad una sentenza della Corte di Cassazione. “Il Comune di Ischia – ci ha dichiarato Ennio Anastasio - con l’introduzione delle telecamere nelle zone ZTL ha permesso di indicare solo e tassativamente una targa per l’auto di servizio della persona disabile, ma la giurisprudenza detta ben altre norme. Infatti basta ricordare la sentenza della Corte di Cassazione n. 719/2008 che recita testualmente: ‘La persona invalida,dunque, può servirsi del contrassegno per circolare con qualsiasi veicolo in zone a traffico limitato, con il solo onere di esporre il contrassegno, che denota la destinazione attuale dello stesso al suo servizio, senza necessità

CORRIERE DELL’ISOLA è un settimanle distribuito gratuitamente ogni giovedì ad Ischia e Procida. www.corrieredellisola.com Registrazione al tribunale di Napoli n. 4816 del 20/11/1996

che il contrassegno contenga un qualche riferimento alla targa del veicolo sulla quale in concreto si trova a viaggiare’. Se quindi è necessaria la targa e non solo il contrassegno, cosa accade se l’auto della persona invalida segnalata al comune quel giorno non è disponibile? Al Comando vigili – ha concluso Anastasio - quantomeno dovrebbero permettere di indicare più targhe, almeno due, così se una vettura non è disponibile per vari motivi, (guasto, non disponibilità del conducente, ecc) se ne può utilizzare un’altra”. Sin qui le parole di Ennio Anastasio che in merito ha anche presentato un istanza al primo cittadino. Cosa aggiungere. In un paese degno di poter essere definito civile, agli invali verrebbe data la possibilità di entrare all’interno di tutte le zone a traffico limitato indipendentemente dall’auto che guida o in cui e accompagnato purché in possesso del contrassegno “H”. Sindaco Enzo Ferrandino, l’augurio è che almeno su questo tema rispettiate finalmente in toto il diritto alla mobilità degli invalidi. Di certo noi continueremo a batterci affinché ciò avvenga.

FORIO, LA POLIZIA DENUNCIA DUE DONNE PER LESIONI AGGRAVATE E VIOLAZIONE DI DOMICILIO Due persone sono state denunciate a Forio oggi pomeriggio dalla polizia per lesioni aggravate in concorso e violazione di domicilio: il provvedimento, a carico di due donne – mamma e figlia – è scattato a seguito di una lite scoppiata in una abitazione in via Baiola. Sul posto gli uomini del commissariato di polizia di Ischia, al comando del vice questore aggiunto dott. Mannelli, che ha guidato le operazioni. Sequestrato un coltello per delle ferite da punta e da taglio riscontrate.

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TERREMOTO: LA DIOCESI DI NAPOLI DONA 50 MILA EURO ALLE FAMIGLIE COLPITE DAL SISMA I fedeli della diocesi di Napoli hanno offerto circa 50mila euro alla diocesi di Ischia per far fronte alle esige delle famiglie di Casamicciola e Lacco Ameno colpite dal terremoto del 21 agosto scorso. “La Chiesa di Ischia con il suo Vescovo Mons. Pietro Lagnese ringrazia di cuore Sua Eminenza il Cardinale Crescenzio Sepe e l’intera Arcidiocesi di Napoli per la colletta pro terremotati, attivata in tutte le chiese sabato 9 e domenica 10 settembre”, si legge on una nota. “La Diocesi di Ischia è inoltre particolarmente grata per il sostegno che la Caritas partenopea le sta offrendo, affiancandola e accompagnandola nell’opera di primo intervento”, si legge ancora nella nota. “Già mercoledì 6 settembre, su invito del nostro Vescovo Pietro Lagnese, Sua Eminenza il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo metropolita di Napoli, aveva fatto visita alla nostra Isola recandosi nelle zone terremotate di Casamicciola e Lacco Ameno e incontrando, accanto ai volontari e ai soccorritori, quanti erano stati colpiti negli affetti e avevano perso i beni e la casa, spesso frutto del lavoro di una vita. Era stata quella una prima occasione per ringraziare, attraverso Sua Eminenza, tutta la Chiesa di Napoli; ringraziamento che si rinnova ora ancora più vivo per la generosità dimostrata”

FORUM POLIECO: GESTIONE ILLECITA DEI RIFIUTI, QUALI SOLUZIONI? 43 relatori, 4 sessioni di lavori, 10 ore di interventi, 28mila persone raggiunte, 2.500 utenti in diretta streaming. Sono alcuni dei numeri del Forum internazionale sull’economia dei rifiuti, svoltosi all’Albergo della Regina Isabella di Lacco Ameno, il 22 e 23 settem-

DIRETTORE RESPONSABILE Diego Mattera d.mattera@corrieredellisola.com Redazione redazione@corrieredellisola.com

bre.«Anche quest’anno il Forum è stata una valida occasione per analizzare le criticità del settore del riciclo, puntando l’attenzione sulle conseguenze delle cattive prassi ambientali e la gestione illecita dei rifiuti – ha affermato il presidente del consorzio PolieCo Enrico Bobbio – ma è stata anche un’opportunità per riflettere sulle soluzioni da mettere in campo. PolieCo in considerazione della sua ormai ventennale esperienza sul campo, punta su una migliore selezione dei materiali, incidendo sulla qualità dei processi e dei risultati anche in termini di minore scarto”. Dal contributo dei parlamentari italiani ed europei a quello dei magistrati e delle forze dell’ordine, fino al mondo della ricerca e dell’impresa, il tema del mercato è stato affrontato sotto diversi profili. Una normativa più efficiente, controlli più adeguati, processi tecnologici avanzati ed un’agenda politica maggiormente attenta alla priorità della tutela ambientale sono alcune delle esigenze emerse dalla discussione. Al Forum ha preso parte anche il giornalista Alessandro Cecchi Paone, volto noto di Rai, Mediaset e Sky. “Il mondo dell’informazione – ha detto Paone – è ormai sempre più attratto dagli estremi e cioè da quei momenti di crisi e caos nelle grandi città o crisi che si scatenano tra le popolazioni che rifiutano qualsiasi tipo di nuova soluzione. Bisogna invece ricominciare dal mondo dei media per far capire che il riciclo dei rifiuti è un tema fondamentale per garantire la salute dei cittadini. L’informazione non si può ridurre a mera pubblicità che non chiarisce e non aiuta l’obiettivo fondamentale di risanare l’economia a partire dalla maggiore consapevolezza. Dobbiamo smetterla tutti di essere catastrofisti perché la gente è terrorizzata, fobica e paralizzata. Per mobilitare coscienze dobbiamo proporre soluzioni di futuro, con spazio al ‘fare’”.

Collaborano con la redazione: Cristian Messina, Sara Mattera, , Cristina Migliaccio, Henry Camilo Bermudez, Piero dell’Ora Illustrazioni: Lisa E. Mocciaro Foto: Franco Trani, Francesco Di Noto Morgera

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Il Governo mette a disposizione 4 Miliardi di Euro per rifare Ischia Nuova ma gli ischitani vogliono solo i sussidi

VERGOGNOSA IGNORANZA NONOSTANTE IL TERREMOTO Grazie ai Fondi Casa Sicura e School Bonus possibile anche potenziare il turismo scientifico, prolungare la stagionalità ed avere un centro studi con i migliori professionisti del mondo. La politica faccia presto • di Antonio Calise

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SCHIA - Dopo la caduta del Muro di Berlino il governo della Germania Unita ha tagliato il rimborso per le cure termali ai propri cittadini, togliendo ad Ischia, di conseguenza, buona parte del flusso turistico. Fino al 2008 l’isola d’Ischia esprimeva il 40% del PIL turistico della Campania; oggi siamo assestati intorno al 31-32%, nonostante gli sforzi fatti per mantenere il turismo teutonico (pochissimi per la verità) e cercare nuovi mercati. Cosa c’entra il Pil turistico con il dopo terremoto? Semblice ! L’isola d’Ischia ha un Pil di circa due miliardi di euro . Sfruttando le agevolazioni fiscali, in essere, come vedremo nei servizi collegati ripresi direttamente dal sito del Governo, si potrebbe ripristinare in piena autonomia l’intero tessuto abitativo dell’isola d’Ischia (condizioni per il condono e case abusive a parte) e si potrebbe anche ripristinare al meglio tutte le scuole e gli edifici pubblici, semplicemente risparmiando sulle tasse . Del resto, dopo l’introduzione della manovra correttiva di giugno, pensionati, meno abienti, disoccupati, lavoratori al minimo, possono cedere anche agli istituti di credito e banche il loro credito di imposta, nei fatti avere soldi contanti per partecipare all’opera di ricostruzione. Gli ischitani sono notoriamente bravi nel trovare soluzioni, oltre che nel fare innamorare i turisti di ogni angolo del mondo della nostra terra, dei nostri piatti, della nostra ospitalità. Grazie allo school bonus si possono istituire corsi specilistici, con l’ausilio dei migliori scienziati del mondo intero, in materia di geologia, architettura, ingegneria statica, sismologia, archeologia. Un immenso patrimonio che vale oro per qualsiasi scenziato, che starebbe qui a portata di mano, con tutti i servizi nelle immediate vicinanze. Un piano che potrebbe portare ogni anno, nella cosi’ detta stagione morta, ben 8.000 studenti provenienti da

tutto il mondo, per Master post laurea di secondo livello. Dando cosi’ all’intera isola d’Ischia quella seconda opportunità in termini di sicurezza, ma anche di sviluppo turistico, facendola tornare ai fasti di un tempo. Nel contempo avremmo sul posto equipe di prim’ordine per studiare, gratis, piani ed interventi da fare sul territorio, e monitoraggi costanti e sicuri. Chi spiegherà all’isola d’Ischia intera che conviene collaborare e mettere

da parte i vecchi rancori interfamiliari ed intercondominiali per mettere in sicurezza l’intero sisma Ischia? Chi spiegherà ai politici nostrani, di qualunque colore essi siano, che bisogna fare maledettamente presto anche per convincere i commercialisti locali a spiegare ai propri assistiti il da farsi, ed alle banche di cosa Ischia ha ora bisogno? Una domanda alla quale, purtroppo, non abbiamo trovato nessuna risposta!

IL GOVERNO DA FINO A 81.000 EURO PER RENDERE CASA ANTISISMICA

SCHOOLBONUS : LO STRUMENTO PER RENDERE ISCHIA CENTRO DEL MONDO SCENTIFICO

La detrazione per gli interventi di ristrutturazione ai fini del miglioramento o dell’adeguamento antisismico e per la messa in sicurezza degli edifici è stata prorogata dalla Legge di Bilancio 2017 fino al 31 dicembre 2021 con importanti novità sia per quanto riguarda la percentuale di detrazione, la ripartizione annuale e l’estensione delle zone dove è possibile usufruirne. L’agevolazione si applica sia su immobili adibiti ad abitazione che ad attività produttive nella misura del 50%, fino ad un ammontare complessivo delle spese non superiore a 96.000 euro per unità immobiliare per ciascun anno. Tale percentuale può essere elevata fino al 70% o 80% nel caso in cui dagli interventi derivi, rispettivamente, una diminuzione di una o due classi di rischio dell’edificio. Qualora gli interventi siano realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali, le detrazioni dall’imposta spettano, rispettivamente, nella misura del 75 e dell’85%. Tra le spese detraibili rientrano anche quelle effettuate per la classificazione e verifica sismica degli immobili. In alternativa alla detrazione, per i soggetti beneficiari vi è la possibilità di cedere il corrispondente credito ai fornitori che hanno eseguito i lavori o ad altri soggetti privati con la facoltà di successiva cessione del credito. Questa scelta può essere fatta solo per le spese sostenute per interventi su parti comuni degli edifici condominiali e con le modalità stabilite dal provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate. Rimane esclusa la cessione ad istituti di credito e ad intermediari finanziari. A differenza degli anni precedenti, la detrazione è ripartita in cinque quote annuali di pari importo nell’anno di sostenimento delle spese e in quelli successivi. A decorrere dal 1º gennaio 2017 e fino al 31 dicembre 2021, è possibile usufruire dell’agevolazione non solo per gli edifici ubicati nelle zone ad alto rischio sismico (zona 1 e 2) ma anche per quelli ubicati in zona sismica 3 dove, anche se raramente, possono verificarsi forti terremoti.

Al via la campagna istituzionale di comunicazione sullo #SchoolBonus, lo strumento previsto dalla legge Buona Scuola per consentire a chi fa erogazioni liberali ad una istituzione scolastica di avere un credito di imposta pari al 65% per le donazioni effettuate negli anni 2016 e 2017 e al 50% per il 2018. Uno spot tv sulle reti RAI e in radio, una pagina Facebook dedicata per poter interagire con gli utenti e un sito web con tutte le informazioni necessarie per effettuare le erogazioni. Sono gli strumenti della campagna voluta dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dalla Struttura di Missione per l’Edilizia Scolastica della Presidenza del Consiglio dei Ministri per sensibilizzare i cittadini ad usare il nuovo strumento che consente di sostenere la realizzazione di nuove strutture scolastiche, la manutenzione e il potenziamento di quelle esistenti e interventi per migliorare l’occupabilità degli studenti, come i progetti di alternanza scuola lavoro. Cosa prevede e come funziona lo School Bonus? A chi effettua una donazione ad un istituto di sua scelta (statale o paritario) spetta un credito d’imposta pari al 65% per le erogazioni effettuate nel 2016 e 2017 e del 50% per quelle disposte nel 2018. L’importo massimo ammesso all’agevolazione fiscale è pari a 100.000 euro per ciascun periodo d’imposta. Il credito d’imposta è ripartito in tre quote annuali di pari importo. I contribuenti scelgono liberamente la scuola a cui fare la donazione. Quest’ultima riceverà il 90 % dell’erogazione, il restante 10 % confluirà in un fondo perequativo che sarà distribuito alle scuole che risultino destinatarie di erogazioni liberali in un ammontare inferiore alla media nazionale.


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In piena crisi di emergenza alloggi, c’è chi non cambiarle proprie abitudini

ISCHIA, GLI AFFITTI E LE SPECULAZIONI POST SISMA Molti locatari continuano a richiedere costi eccessivi per gli affitti di appartamenti ed abitazioni • di Sara Mattera

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SCHIA - Facciamo una premessa: con quanto stiamo per scrivere non vogliamo screditare una specifica categoria di cittadini, né tanto meno farne di tutta l’erba un fascio. Come per ogni cosa, infatti, ci sono sempre i due lati della medaglia e non è nostra intenzione gettare ulteriormente fango sulla comunità isolana su cui, nei giorni scorsi, se ne sono dette già tante e troppe. Tuttavia, oggi più che mai, con l’isola che cerca di raccogliere i cocci del dopo sisma e centinaia e centinaia di persone rimaste prive di abitazione, c’è un dato che appare quanto mai sintomatico di una criticità che da tempo ormai insiste sul nostro territorio: la difficoltà di prendere in locazione un’abitazione a costi adeguati e rispondenti all’offerta. Se, infatti, la questione fitti sul nostro territorio isolano è sempre stata molto controversa, finendo perfino nel mirino delle forze dell’ordine a causa anche del fenomeno largamente diffuso delle affittanze in nero, neppure dinanzi ad un caso come quello dell’emergenza alloggi post-sisma a cui stiamo assistendo in queste ore, la situazione pare essere poi tanto cambiata. Ancora una volta, infatti, a finire nel mirino delle proteste dei cittadini, quanti danno in fitto appartamenti e case sull’isola e che, anche nell’attuale criticità territoriale, sembrano ugualmente non voler scendere a compromessi. Accade, difatti, che in questi giorni centinaia e centinaia siano le persone alla ricerca di una nuova dimora, ma mentre da una parte hanno trovato il supporto di molti isolani che hanno dato vita ad una vera e propria catena umana di solidarietà, dall’altra c’è anche una fetta di popolazione che

sembra non tenere un granchè in considerazione dell’emergenza del momento. Diversi,infatti, i proprietari di appartamenti di vario tipo che starebbero richiedendo costi decisamente poco ragionevoli per la locazione delle abitazioni: casi in cui per miniappartamenti - lontani perfino dal centro cittadino e con non molti comfort- sono stati chiesti 700 euro mensili ed altri in cui addirittura più di mille euro. Emblematico è l’annuncio postato da una cittadina isolana, alcune settimane fa, in uno dei tanti gruppi facebook dedicati alla ricerca di case: «Cerco appartamento- ha, infatti, scritto quest’ ultima – per tutto l’anno per famiglia di cinque persone che hanno perso la casa durante il terremoto. Possibilmente meno di 1500 euro al mese

come, invece, molti stanno chiedendo». Un annuncio questo, che la dice lunga sull’attuale clima fitti che regna sull’isola e che, mentre prima del sisma passava tuttavia quasi sottobanco, ora più che mai viene fuori nel peggior modo possibile. Decine e decine quindi, in questo mese, le segnalazione di famiglie che

non riescono a trovare alloggio a costi ragionevoli,non solo a causa dei prezzi, ma anche a causa dell’abitudine ormai consolidata sul territorio isolano di fittare le case non annualmente, ma per lo più dal periodo che va da Settembre a Giugno, mese in cui gli eventuali locatari di solito sono costretti ad abbandonare

gli appartamenti presi in fitto per lasciar spazio ai villeggianti in vacanza che spendono, ovviamente, fior di denari. Perfino dinanzi all’emergenza sisma, insomma, c’è la triste constatazione che molti di quanti possiedono un’abitazione da fittare, continuino a comportarsi esattamente come prima del terremoto, chiedendo costi spropositati in barba a qualsiasi etica. Sarà pur vero che i cittadini che hanno perso la casa avranno un contributo dagli enti preposti al fine di poter pagare i fitti dei nuovi alloggi, ma i fondi non sono di certo inesauribili e oltretutto, non tutte le istanze di chi ha perso la propria abitazione o ha subito danni durante il terremoto potrebbero essere prese in carico. Il massimo contributo poi, previsto per queste

occasione, dalla Regione Campania - tanto per capirci- è di 900 euro per una casa per cinque persone, ma qui sull’isola - come testimoniano più cittadini- già si è arrivati a chiedere somme ben oltre quella cifra. E qualcuno, in questa situazione, ovviamente non può fare a meno di commentare e non a torto: “Alla faccia della solidarietà!”. Anche se c’è chi per fortuna ha avuto cuore, mettendo in fitto appartamenti e seconde e terze case a prezzi modici, le molteplici segnalazioni negative da parte dei cittadini- devono quindi far riflettere: sisma o meno, quella delle affittanze resta, infatti, una spinosa questione, solo che, oggi più che mai, alla luce dei recenti avvenimenti, rischia di mostrare un pessimo spaccato dell’isola di Ischia.

A lanciare l’iniziativa l’avvocato il giornalista Giuseppe Mazzella e lo storico locale Gino Barbiere

UNA PETIZIONE INTERNAZIONALE PER IL RECUPERO DEL PIO MONTE DELLA MISERICORDIA

• di Sara Mattera

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ASAMICCIOLA. Una petizione internazionale per il rilancio e la restituzione alla fruizione della collettività isolana del Pio Monte della Misericordia. A lanciare l’iniziativa il giornalista Giuseppe Mazzella alla presenza del giornalista Giuseppe Mazzella e lo scrittore e storico locale Gino Barbieri. Oggi più che mai, infatti, con l’ombra del sisma che lo scorso 21 Agosto ha colpito l’isola di Ischia, è tornata prepotentemente di attualità la necessità di un recupero funzionale e strutturale del Pio Monte Della Misericordia che, al pari della sua mission di due secoli fa di luogo d’accoglienza per poveri ed ammalati, potrebbe, in un prossimo futuro, ridare un tetto a quanti hanno perso recentemente la propria abitazione. Una obiettivo questo, non facile date le alterne vicissitudini che hanno investito negli anni, l’ente detentore della proprietà dell’edificio, ma comunque non impossibile. «Il complesso – spiega il giornalista Giuseppe Mazzella- è stato oggetto di vicende giuridiche vergognose. Nel 1984, l’ente Pio Monte Della Misericordia cedette il diritto di superficie ad un mediatore d’asta, il quale lo vedette ad una Spa per 75 milioni di lire. Spa che a sua volta lo cedette ad un’altra società con un atto notarile. Dal 2005, il Comune di Casamicciola, per liberalità dell’Ente, ha sola mera detenzione, che viene rinnovata di anno in anno di due aree delle pinete della zona». Nonostante la storia travagliata e il suo attuale stato di completo abbandono, il Pio Monte, che vanta una superficie di circa 13.000 metri quadri, oggi si configura, tuttavia, come il luogo più adatto per ripensare al futuro della Casamicciola post-sisma e della sua collettività. L’edificio è infatti rimasto in piedi, nonostante il recente terremoto, grazie non solo alle tecniche con le quali venne all’epoca costruito, ma anche grazie alla sicurezza del sito ove sorge. «Con il piano regolatore del 1984 - ha proseguito Mazzella- il sito della “Marina” è considerato sicuro ed edificabile. Motivo questo che all’epoca spinse, quindi, alla costruzione del Pio Monte che per anni rappresentò una sorte di “Rizzoli” di Casamicciola. Proprio per questo, abbiamo pensato di lanciare un appello all’Ente Pio Monte della Misericordia, affinchè doni la struttura al Comune di Casamicciola, il quale con opportuni finanziamenti e con gli stessi fondi stanziati per il terremoto, potrà mettersi di impegno per un recupero totale dell’immobile. La missione storica non è più quella di rendere il Pio Monte uno stabilimento termale, ma quello di farne una casa per i cittadini di Casamicciola». La petizione lanciata da Mazzella e Barbieri, dunque, ha ad oggetto “la donazione al Comune termale del complesso del Pio Monte da destinare ad insediamenti civili, villetta comunale, parcheggi e parchi pubblici, previa riconversione edilizia dei locali o abbattimento delle decrepite fabbriche e ricostruzione ex novo con Legge Speciale o eccezionale dell’Isola di Ischia” e per la quale si punta a raccogliere adesioni nel giro di una decina di giorni. Termine questo, oltre il quale sarà poi presentata a chi di competenza. «Dobbiamo incanalare- conclude Mazzella - la ricostruzione di Casamicciola in una legge speciale, evitando la decretazione d’urgenza. Solo così si potrà evitare un dispendio inutile di soldi ed energie che non portino al raggiungimento degli obbiettivi concreti, e al contempo proprio dal Pio Monte potrà partire una pianificazione territoriale ed economica dell’intera isola di Ischia. Perché il recente terremoto ha toccato tutta l’isola, non solo Casamicciola». Chiunque, quindi, voglia aderire all’iniziativa e firmare la petizione, potrà contattare il giornalista Giuseppe Mazzella al seguente indirizzo email: gmazzella@libero.it


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IschiAmbiente, 2016 ok con meno tasse

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SETTEMBRE 2017

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Il primo libro di Salvatore Di Costanzo, in arte Axel Ramirez

SETTE ROSE PER SOFIA una gabbia per uccelli. Ad un tratto una maestosa aquila giunse vicino le sbarre e con le sue immense ali ricoprì interamente quella minuscola prigione, come se volesse riscaldare la donna”. La donna dentro la gabbia simboleggia le nostre chiusure mentali che spesse volte ci rendono prigionieri di noi stessi mentre l’aquila rappresenta la libertà, la nostra voglia di libertà che rincorriamo ma mai raggiungiamo perché tante volte preferiamo rimanere chiusi in una piccola gabbia della quale conosciamo, o crediamo di conoscere tutto». C’è una chiave di lettura che suggerisci di dare a chi vuole leggere il tuo libro? «La chiave di lettura apparentemente complessa in realtà è molto semplice. Nel senso che questo è un racconto auto biografico. Quindi le cose che descrivo per la maggior parte sono reali. Così come tutte le emozioni positive e negative che evidenzio. La parte del libro che chiamano metafisica,invece, è molto soggettiva. Nel senso che per me l’aquila rappresenta la libertà. Può essere che per un’altra persona il lupo è simbolo di libertà. Per questo ognuno avrà un senso di percezione diverso rispetto al mio, ma alla fine la cosa che unisce il tutto è una profonda sofferenza ed un autolesionismo interiore». Hai intenzione di continuare questo percorso nel campo letterario e se si sempre sullo stesso genere o stai valutando qualcosa di diverso? «In realtà già esiste un seguito di “Sette Rose per Sofia” ma non ho mai concluso

Arriva in tutte le librerie di Italia la prima opera in chiave letteraria del regista ischitano Axel Ramirez

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SCHIA – Era stato premiato lo scorso anno sulla piattaforma Hard Channel, come miglior racconto erotico, grazie alle sue ambientazioni a metà tra l’onirico e il realistico, ricevendo consensi ed apprezzamenti da parte degli esperti italiani ed internazionali del settore. Pubblicato, inizialmente, solo sul web, da qualche settimana è poi finalmente approdato, in versione cartacea, nelle librerie di tutta Italia. Parliamo di “Sette Rose per Sofia”, opera prima da scrittore del regista isolano di film per adulti, Salvatore Di Costanzo, in arte Axel Ramirez, noto nel settore, per la realizzazione di remake di classici cinematografici in chiave hard-parodica. Fresco ancora del premio di “Migliore Regista Hard dell’anno”, grazie al film parodia “Amici miei atto I”, Axel è ora sbarcato nel mondo letterario con un’opera che si discosta dai canoni del genere che vedono, spesso e volentieri, i romanzi erotici come intrisi di descrizioni fin troppo esplicite e volgari. Sette Rose per Sofia si presenta, invece, come un racconto dai tratti sofisticati e poetici, caratterizzato da un caleidoscopio di frammenti di immagini e ricordi che di fondono con la realtà raccontata dal protagonista. Chi è Sofia? «Sofia è un mito, è quella donna unica, speciale, magica, che ti fa battere il cuore ogni volta che il tuo sguardo si incontra con il suo. Nell’intimità è quell’essenza di passione, capace di portarti nei picchi più puri e audaci del piacere. E proprio perché è tutto questo è l’antitesi della donna. La donna è quella meravigliosa creatura che la ragione ti fa amare perché capace di starti vicino e di costruire qualcosa insieme. Sofia invece non è così, è prima femmina e poi donna. Se vuoi sapere se nel mio percorso di vita è esistita “Sofia”, allora la risposta è sì. Esiste una ragazza a cui mi sono ispirato per quello che riguarda la forma fisica e in parte la sua voglia di vivere senza regole la vita sessuale. Sofia ovviamente è un nome che ho elaborato io. È la parte finale della parola “filosofia”. Anche nell’eros e nel sesso esiste una immensa filosofia concettuale. Il sesso non è solo l’unione tra due corpi ma è una immensa magia che si crea tra due persone» Ogni capitolo è associato ad una rosa. Come mai questa scelta? C’è

alla base un criterio specifico nella suddivisione che hai adoperato? «I colori delle rose rappresentano le emozioni di base che poi vado a sviluppare nel racconto. Ad esempio il viola, nelle credenze popolari e non solo, simboleggia la penitenza, il dolore, la nostalgia, l’afflizione, la tristezza. Tutte cose che poi vado a descrivere nel capitolo riguardante la suddetta rosa. E questo vale per tutte le altre rose. Il rosso è il simbolo per antonomasia della passione ed infatti la rosa rossa è incentrata tutta sul desiderio carnale, oppure il rosa, che rappresenta di solito l’inizio di un amore o di una storia d’amore ed infatti nel racconto corrispondente descrivo l’inizio della relazione con Sofia. Quindi tutto ha una profonda logica, nulla è lasciato al caso». Nel racconto usi molte figure simboliche… «Ogni figura che descrivo rappresenta qualcosa per me. Quando dico: “Oppure quando sognai una donna nuda dentro

la parte finale perché sono stato preso da tanti impegni. Però se “Sette Rose per Sofia” avrà successo, potrei concluderlo e continuare la saga. Mi piacerebbe anche scrivere un libro che racchiuda i miei pensieri sulla società o un racconto sempre auto biografico che parla della mia esperienza nell’hard». Nel libro c’è una frase: se si vuole bene a qualcuno le si regala la libertà di liberarsi dalle catene sociali… «È una delle mie filosofie di vita. Come avrai intuito per me la libertà ha un valore enorme. È l’ideale più nobile e puro che esista,ma non tutti riescono ad apprezzarla e a capire fino in fondo cosa sia davvero la libertà. Si è davvero liberi quando si può scegliere quello che davvero si vuole essere e realizzare nella vita. Riuscire ad essere se stessi è l’inizio per essere liberi. Il prezzo per la libertà al livello emotivo ed emozionale è davvero alto, bisogna essere consapevoli di cosa si accetta. La libertà, ad esempio nella vita sentimentale è molto difficile da accettare. Amare una persona vuol dire anche lasciarla liberà di vivere ed essere se stessa. Però poi entra in gioco la gelosia, ossia la paura di perdere la persona amata ed ecco che si entra in un circolo vizioso in cui non si è più liberi e si inizia ad indossare una maschera per essere come il partner vuole che tu sia. Ma questo vale anche nella vita non solo sentimentale. Bisognerebbe cercare di essere accettati per quello che si è non per quello che altri vorrebbero. Ecco perché regalare la libertà è il più grande dono che esista».

IL PRESIDE ANTONIO SICILIANO DENUNCIA IL MANCATO INIZIO DEI LAVORI DI MESSA IN SICUREZZA DELL’ISTITUTO ‘MATTEI’

Il terremoto di Casamicciola Terme del 21 agosto scorso a causa dell’immobilismo delle Istituzioni competenti che non hanno provveduto a fittare locali idonei o a realizzare i moduli prefabbricati per ospitare alunni e studenti delle quattordici scuole attualmente dichiarate inagibili, ha letteralmente “sconquassato” il mondo della suola dell’isola d’Ischia con migliaia di ragazzi e bambini costretti ad essere condannati ai doppi turni e a rinunciare, così, alla vita sociale, sportiva e ricreativa pomeridiana. La cosa incredibile è che al momento non si parla ancora di messa in sicurezza delle suddette scuole e non sono partiti i lavori nemmeno in quegli istituti che non avrebbero subito danni strutturali e che per riaprire i battenti necessiterebbero di alcuni straordinari interventi edilizi. Ed è il caso, ad esempio, dell’Istituto “Enrico Mattei” di Casamicciola dove dopo essere state spicconate gran parte delle pareti lesionate nelle quali abbiamo notato preoccupati affiorare i ferri arrugginiti presenti al loro interno, i lavori di messa in sicurezza da oltre quindici giorni non sono mai partiti ed è praticamente tutto fermo come ci ha dichiarato il Preside Antonio Siciliano. “Il ‘Mattei’ – ci ha dichiarato Siciliano – è stato spicconato sino al giorno otto settembre. Era tutto pronto per iniziare i lavori ma dal giorno otto nessun operaio è più entrato nella nostra scuola ed è tutto fermo. Il ‘Mattei’ – ha concluso il Preside Siciliano – è l’unico istituto che può aprire in quanto con una cinquantino di giorni di lavoro potrebbe entrare nella piena funzionalità e fare anche da soccorso agli altri istituti che attualmente effettuano i doppi turni”. Quello che ora ci chiediamo è questo. Cosa aspetta la Città Metropolitana rappresentata dal sindaco Luigi De Magistris ad avviare e a portare a termine i lavori di messa in sicurezza degli edifici scolastici di sua competenza e ad adeguarli alle norme antisismiche? Intanto Domenico Savio, Segretario generale e Consigliere comunale del PCI-ML a Forio, chiede con forza la fine dei doppi turni che penalizzano migliaia di alunni e studenti isolani attraverso il fitto di locali idonei o la realizzazione di moduli prefabbricati e, soprattutto, l’adeguamento alle norme antisismiche di tutte le scuole isolane. Personalmente ritengo che gli istituti scolatici, a partire dal “Mattei”, un palazzone di ben quattro piani che si trova ai margini della zona rossa e a pochissima distanza dall’epicentro del terremoto del 21 agosto, sisma che gli esperti non escludono possa ripetersi così come storicamente già avvenuto, devono essere immediatamente adeguati alle norme antisismiche e non farlo significherebbe, da parte di tutti, assumersi enormi responsabilità. Noi genitori, naturalmente, pretenderemo che ciò avvenga affinché i nostri figli possano studiare in scuole sicure e a prova di terremoto.


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SOCIETA’ •

SETTEMBRE 2017

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L’associazione culturale “Inarimes Liber” si prefigge da qualche mese il nobile obiettivo di aprire una biblioteca pubblica nel comune di Forio

UNA BIBLIOTECA PER FORIO E PER I FORIANI “Inarimes Liber” è una giovane realtà composta da ragazzi e ragazze che hanno voglia di realizzare un progetto serio in cui la cultura abbia un posto di rilievo • di Henry Camilo Bermudez

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ORIO - Una biblioteca è un luogo sicuro, una sorta di fortezza che ha il compito salvaguardare il sapere per renderlo fruibile a tutti attraverso libri, riviste, articoli di giornale e quant’altro possa essere espressione di cultura. In moltissimi comuni d’Italia, una biblioteca è una realtà normale e spesso data per scontata, ma a Forio le cose vanno diversamente perché una biblioteca non c’è. Per questo motivo un gruppo di giovani foriani ha deciso di rimboccarsi le maniche e di mettere in piedi l’associazione “Inarimes Liber”. Parliamo di Pierpaolo Aiello (presidente), Pierpaolo Mandl (vicepresidente), Paolo Costa (segretario - tesoriere), Ida Matarese (consigliere), Lucia Mattera (consigliere) e Francesco Mattera (consigliere). I ragazzi, dopo aver preso coscienza della propria struttura interna, hanno chiarito il loro scopo principale: aprire la prima biblioteca pubblica a Forio. Sono poi andati alla ricerca dei libri, la materia prima che anima questo ambizioso progetto, e hanno trovato un felice riscontro nella famiglia Mattera che si è detta entusiasta di questa iniziativa mettendo a disposizione tutti i libri del compianto Vito Mattera, figura storica del comune turrito degli anni ’70 e ’80 con la sua libreria collocata prima in via Erasmo Di Lustro e poi nel vicoletto adiacente alla chiesa di San Gaetano. Parliamo di circa diecimila volumi che rappresentano sicuramente un patrimonio straordinario da tutelare, ma anche da mettere a disposizione della collettività come avrebbe voluto il mitico “Capitano”. Anche Brigida Verde, moglie di Vito, ha pienamente sposato la causa dell’associazione “Inarimes Liber”. Adesso i ragazzi sono alla ricerca di un luogo adatto dove far sorgere la biblioteca. Inizialmente il Comune aveva reso disponibili gli spazi della vecchia sede comunale, ma successivamente i membri dell’associazione sono stati costretti a scartare questa opzione perché non era più possibile usufruire di quegli ambienti ed è per questo che ora sono nuovamente alla ricerca incessante di

immobili in affitto nel centro storico di Forio. Per avere maggiori chiarimenti circa l’associazione e su come essa sia nata, abbiamo parlato con il presidente Pierpaolo Aiello: Come è nata l’idea di creare quest’associazione culturale? «L’idea mi è venuta parlando con Lucia Mattera e Francesco Mattera, figli del grande Vito, che fortunatamente mi hanno subito appoggiato nel mio desiderio di riproporre i libri del padre in una biblioteca comunale. Successivamente ci siamo circondati di altre persone come Pierpaolo Mandl, Ida Matarese e Paolo Costa che si sono dimostrati anche loro molto interessati a questo progetto. Con un organico motivato abbiamo in un secondo momento fondato ufficialmente l’associazione ‘Inarimes Liber’ che, ci tengo a sottolinearlo, è senza scopo di lucro.»

Perché intitolare la biblioteca a Vito Mattera? «Vito Mattera per i ragazzi della mia generazione è stato davvero un punto di riferimento per la sua cultura e soprattutto per la sua umanità. Ho trentadue anni e ricordo che quando ero bambino andavo sempre da lui a fare ricerche per la scuola. All’epoca i computer erano ancora poco conosciuti e per tanti motivi la libreria di Vito Mattera era una sorta di ancora di salvezza, un luogo dove chiunque poteva sentirsi a suo agio. Per questi motivi credo che intitolare la biblioteca che abbiamo intenzione di aprire a Vito sia veramente doveroso, soprattutto per tenere viva la sua memoria.» Come si può aiutare l’associazione a crescere? «In questo momento siamo costretti a trovare un posto in affitto nel centro storico

di Forio e ovviamente le spese sono tante. Per questo motivo quello che chiediamo ai foriani è un aiuto economico attraverso il tesseramento all’associazione. I tesserati potranno portare fuori dalla biblioteca temporaneamente un qualsiasi libro per consultarlo comodamente a casa, ma potranno usufruire anche di altri servizi come la ludoteca per l’arricchimento culturale dei ragazzi, che avverrà attraverso varie iniziative sempre a sfondo culturale. I genitori tesserati potranno godere anche della possibilità di lasciare i propri bambini in biblioteca per eventuali lezioni di recupero scolastico.» Abbiamo ascoltato anche Pierpaolo Mandl, vicepresidente dell’associazione “Inarimes Liber” che ci ha parlato dei libri che andrebbero a comporre gli scaffali della biblioteca: «L’aspetto più interessante di questa sfida è quello di

riportare alla luce l’inestimabile patrimonio dell’antica libreria di Vito Mattera. Parliamo di circa diecimila volumi che spaziano in qualsiasi ambito del sapere. Abbiamo enciclopedie, dizionari, libri di narrativa, monografie di artisti antichi e contemporanei, vecchie videocassette e preziosi manuali che parlano della storia dell’isola d’Ischia. Inoltre, c’è una parte di emeroteca con giornali e periodici molto importanti che hanno caratterizzato la rassegna stampa della nostra isola. Come si può capire, siamo davanti ad un vero e proprio tesoro che merita di essere riscoperto, valorizzato e messo a disposizione della collettività.» Per qualsiasi informazione in più sulle attività, è possibile consultare la pagina Facebook dell’associazione che viene sempre aggiornata con contenuti molto interessanti tra cui video, foto e citazioni.


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• CULTURA

SETTEMBRE 2017

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Ad agosto presso la saletta Moby Dick dei Giardini Ravino, si è tenuta la personale d’acquerelli “Ischia Watercolor” dell’artista Paolo De Santi

ISCHIA TRA ACQUERELLI E SCENARI DA SOGNO Ha già qualche progetto per il futuro? «Molto probabilmente sarò a Salerno nei prossimi mesi per una mostra e sto valutando diverse proposte a Napoli. Posso comunque dire che il mio percorso artistico a Ischia non si esaurisce qui perché ho intenzione di continuare a dipingere su quest’isola e per

quest’isola.» La mostra ha avuto un grande successo anche grazie alla competente curatrice della mostra Angela Impagliazzo, che anche questa volta ha dimostrato di avere molta sensibilità nella scelta delle mostre da portare avanti e nel sostenere

i progetti del maestro Paolo De Santi. È poi doveroso ringraziare la direttrice dei Giardini Ravino Elettra Carletti per aver messo a disposizione gli spazi e per aver ancora una volta premiato mostre che valorizzano il territorio.

L’ANTICA TRADIZIONE DEL POLLO ARROSTO • di Antonio Di Meglio

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La mostra in questione è stata molto interessante perché ha visto il ritorno del maestro De Santi agli acquerelli • di Henry Camilo Bermudez

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ORIO - Tutte le volte che si osserva un’opera di Paolo De Santi si è avvolti da un senso di grande felicità e spensieratezza per l’armonia che sprigionano i suoi personaggi fantasiosi e le sue ambientazioni tipiche dei giochi dei bambini. Questo è quanto abbiamo avvertito ancora una volta nella mostra personale del maestro napoletano, svoltasi dal 9 al 30 agosto nei suggestivi ambienti della saletta Moby Dick dei formidabili Giardini Ravino. Il filo conduttore dell’esposizione è stata la bellezza dei luoghi della nostra isola alla quale De Santi è incredibilmente legato da tempo. Ecco che nei suoi quadri, realizzati con la tecnica non semplice da padroneggiare degli acquerelli, hanno preso vita il Castello Aragonese di Ischia, la chiesa del Soccorso di Forio, il Fungo di Lacco Ameno, il borgo di Sant’Angelo e altre straordinarie ambientazioni dell’isola. Abbiamo parlato con l’artista per avere maggiori informazioni circa le motivazioni che lo hanno spinto a tornare agli albori della propria carriera con la tecnica dell’acquarello e soprattutto per capire perché rappresentare ancora una volta Ischia nella sua essenza che è espressa dalle bellezze naturalistiche e storiche: Quale tecnica ha utilizzato per la realizzazione di queste opere? «La tecnica è quella degli acquerelli che da molto tempo avevo intenzione di riprendere. A dire il vero non uso solo gli acquerelli perché mi avvalgo anche delle matite acquerellabili e della china per definire gli ultimi dettagli delle opere qui esposte. Di

conseguenza, si tratta di una tecnica mista che prevede più passaggi e ovviamente anche un maggiore impegno per cercare di dare lucentezza alle composizioni.» Lei non ha mai nascosto il suo amore per Ischia, ma cosa lo ha colpito cosi tanto da spingerlo a raffigurare le principali attrattive dell’isola in questa mostra? «Il mio è un omaggio a Ischia e alle sue bellezze che la rendono famosa in tutto il mondo e mi riferisco a bellezze non solo paesaggistiche, ma anche storiche e culturali. Io sono di Napoli e ricordo che quando avevo circa venti anni venni un paio di volte sull’isola, ma non la visitai a dovere come invece ho fatto negli ultimi tempi. Ho imparato ad amare Ischia ammirando le tante meraviglie che caratterizzano il suo territorio e mi sento ormai parte di questa meravigliosa realtà. Cosi, negli ultimi mesi mi è balenata in testa l’idea di realizzare opere con l’acquerello che dessero la giusta attenzione ai luoghi simboli come il Torrione e la chiesa del Soccorso di Forio, il Fungo di Lacco Ameno, il Castello Aragonese di Ischia e tanti altri, che fanno da ambientazione ai miei soliti personaggi estrapolati dal mondo dei giochi dei bambini. Ischia è un luogo che trasmette felicità e spero di essere riuscito a condividere i miei sentimenti con tutti attraverso questi quadri che ho realizzato con tanto amore nel giro di qualche mese.» Dei tanti posti dell’isola c’è uno in particolare che lo emoziona di più rispetto agli altri? «Io sono innamorato della chiesa del Soccorso per la sua straordinaria architettura che, a dire il vero, è assai difficile da riprodurre in un quadro per le tante linee da seguire. Fortunatamente la conosco cosi bene che potrei disegnarla anche a memoria e infatti la foto testimonial della mostra è quella che mette in evidenza proprio il Soccorso.»

ggi, per le nostre pagine, abbiamo il piacere di intervistare Peppe Ferrandino, proprietario dello storico girarrosto ischitano, con Peppe abbiamo conversato del suo percorso imprenditoriale e del successo del suo locale, ma anche dell’attualità ischitana. Da quanto è aperto il tuo locale? Il locale è aperto da circa sessanta anni, la vecchia gestione ha lavorato fino al 1993, quando sono subentrato io, all’inizio questo fu il primo girarrosto dell’isola d’Ischia e cucinava esclusivamente polli d’asporto, da quando l’ho preso in gestione ho allargato di molto le pietanze del locale e ho aggiunto contorni, bibite, arrosti, spiedini, salsicce, ed anche la porchetta. Quest’ultima è squisitamente ischitana, simile a quella di Ariccia ma con sapore comunque personale, ischitano; ovviamente la prepariamo con aromi freschi del posto. Quindi controlli molto anche la scelta degli ingredienti e delle materie prime? Certamente, la fase preliminare è scegliere tutti gli ingredienti in base alla qualità, ci tengo molto, credo sia meglio pagare qualcosina in più per un piatto genuino, ovviamente mantenendo un prezzo “popolare”, in altre parole accessibile a tutti, dal momento che mi trovo a servire persone di varie capacità economiche. Tu che sei ormai un imprenditore “storico” ad Ischia, quale consiglio daresti a un giovane che sia intenzionato ad aprire un’attività nel campo della ristorazione? Con i tempi che corrono non ci sono molti consigli che sento di poter dare, al più posso guardare al mio percorso fatto finora: come la vecchia gestione, quando ho iniziato, cucinavo solo polli da asporto ed avevo solo mia moglie alla cassa. In seguito ho assunto il primo dipendente e ad oggi ho sette persone nel mio libro paga: le soddisfazioni sono arrivate progressivamente, il girarrosto che potete vedere oggi è quindi il risultato di un percorso lungo, fatto anno per anno. Quindi il consiglio che daresti è di partire dal minimo? Sì, ma anche sapersi adattare, per fare un esempio: circa quindici anni fa presi in gestione una macelleria, era l’anno della mucca pazza e ovviamente non fu un anno felice, così riadattai la macelleria, aggiungendo alla vendita d’asporto un punto di ristoro in loco. Il tuo girarrosto è noto poiché mantiene ancora l’uso della brace a legna, l’unico o comunque uno dei pochi che mantengono quest’uso. Possiamo dire che anche durante la crisi economica il tuo locale è sempre stato pieno, anche grazie a questo modo di cucinare? Sì, il nostro girarrosto non è quello che si può trovare sul resto dell’isola, noi usiamo solo la brace a legna, e - come ho già detto - solo prodotti genuini del nostro territorio, questo ovviamente contribuisce a rendere appetibili i nostri prodotti, anche se l’estate non riesce alla grande come quest’anno, riesco sempre a mantenere un flusso di clienti costante. Prima hai detto che ti trovi a servire clienti di tutti i tipi, d’estate ovviamente ci sono anche i turisti. Quelli che sono i tuoi clienti abituali d’estate vedono il tuo girarrosto più come un punto da cui ritirare l’ordinazione e andare via di corsa per poter ricominciare a lavorare: come fai a mantenere un rapporto cordiale con loro nonostante il poco tempo a disposizione? D’estate l’apporto dei clienti stranieri e dei turisti in generale è sicuramente maggiore per quanto riguarda i posti a sedere, tuttavia ci troviamo ad evadere moltissimi ordini d’asporto di clienti isolani, questa è la testimonianza di un rapporto che resta, visto che un cliente che mi vedrebbe solo come un fastfood non verrebbe abitualmente solo per un ordine d’asporto. Prima parlavamo della stagione turistica non andata proprio al meglio, un fattore che ha smorzato la stagione è stato il terremoto del 21 Agosto, in seguito al quale ci sono state le partenze di chi non riteneva sicuro restare sull’isola. Ci sono state ripercussioni anche sull’afflusso di clientela al suo locale? Paradossalmente i primi giorni dopo il sisma abbiamo lavorato anche più che nel periodo caldo della stagione, probabilmente a causa delle partenze di chi aveva paura di restare sull’isola, molte di queste persone, avendo la partenza dal porto d’Ischia, si sono fermate nel mio locale o hanno ordinato qualcosa da portare con sé. Dopo questo picco di presenze c’è stato un calo, tanto che sembrava di trovarsi in una giornata di fine stagione, tuttavia un po’ alla volta le presenze di turisti sono riprese su tutta l’isola e anche al nostro locale. Secondo te un’economia come quella di Casamicciola e Lacco Ameno, danneggiata anche gravemente dal sisma come potrebbe riprendersi e cosa faresti tu se ti trovassi nella situazione di chi ha perso la sua attività lavorativa? Non è facile rispondere: innanzitutto io spero che Casamicciola e Lacco Ameno vengano ricostruiti laddove il sisma ha provocato danni e che sia fatto secondo criteri antisismici odierni. Da imprenditore dico che comunque non si tratta del singolo che deve riuscire a ricostruire la sua attività, ma di una sinergia di tutta la comunità che deve ricostruire sia fisicamente gli edifici sia economicamente la propria attività, con la speranza che i comuni colpiti non diventino la Cenerentola dell’isola e che tutti i comuni dell’isola e il governo si stringano attorno a questa situazione portando gli aiuti necessari. Non possiamo permettere che le zone colpite diventino dei paesi fantasma, dobbiamo essere uniti in tutto e per tutto!


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