Corriere dell'Isola n. 15 2014

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17 - 23 Aprile 2014

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Al Polifunzionale una commedia che ironizza sulla morte al tempo della crisi

UN POSTO FISSO IN PARADISO

• di Alessandra Vuoso

Q

uello della morte è un tema divenuto tabù nella società contemporanea. Paura dell’ignoto, ma anche paura di soffrire, hanno incentivato lo sviluppo di un atteggiamento di rifiuto verso quella che è una tappa naturale –quanto inevitabile – del ciclo vitale. Della morte non si parla. Si tende a non farne neppure menzione. Eppure in molte culture – come quella partenopea – c’è un legame tradizionale estremamente forte con questo tema così delicato. Un legame così forte che lo si rende tangibile anche senza parlarne – e il silenzio diventa eloquente. Corrado Visone, invece, di parole ne ha usate molte. “Un posto fisso in Paradiso” è un discorso intorno alla morte. No, non rabbrividite, non indignatevi. Visone, giovane ischitano, è scrittore talentuoso e questo suo nuovo testo ha trionfato a San Vitaliano lo scorso

mese. Dal 18 al 20 aprile assisteremo alla prima ischitana alla Sala Teatro Polifunzionale. Tornano gli Uomini di Mondo con un testo inedito e provocatorio. Qual è la trama dello spettacolo? «I due fratelli Piromallo gestiscono un’agenzia di pompe funebri. Ma la crisi degli ultimi anni colpisce anche questo settore la cui economia è da sempre ritenuta inestinguibile. La speranza di vita si è dilatata notevolmente ed un’altra agenzia di pompe funebri fa concorrenza spietata ai Piromallo. I due fratelli inventano, allora, un servizio di accompagnamento alla morte per chiunque voglia suicidarsi, ma non ne ha il coraggio. Contattano, dunque, gli aspiranti suicidi garantendo loro un “posto fisso in Paradiso”», racconta Corrado. E’ questo l’input ad una storia surreale – tutto lo spettacolo è pervaso dalla magia che solo Napoli può creare – che abbraccia ed analizza tematiche attuali di svariata natura». Parlare di morte è sempre rischio-

LA PASSIONE DI CRISTO

Il Venerdì Santo Forio si trasforma in una piccola Gerusalemme. Bisogna aspettare che il sole tramonti alle spalle della Chiesa del Soccorso, perché abbia inizio “La Passione di Cristo”, il dramma itinerante dedicato alle ultime dodici ore di vita di Gesù. Il merito va ai tanti giovani e ai membri più anziani dell’Actus Tragicus, l’associazione che sin dall’inizio si è fatta carico di trasformare questa rappresentazione sacra in un evento che avesse anche una valenza turistica per l’isola d’Ischia.

so, ma può anche generare curiosità e attenzione. «Già nel titolo c’è una commistione di due elementi aleatori. Attraversiamo un momento di crisi economica e di valori, di individui, i quali spesso cercano nel suicidio la via di fuga e la soluzione a questi problemi ingestibili. La morte sarà protagonista/antagonista onnipresente ma sarà affrontata con comicità napoletana mista all’ironia delle commedie noir anglosassoni. Si gioca sullo stereotipo della morte, soprattutto sulle percezioni che se ne hanno in ambiente partenopeo – ritroveremo “tipi” come il professore che scrive necrologi d’amore, il cantante, la donna che, su retribuzione, piange di dolore ai funerali . Rendere comprensibile un discorso – quello della morte – per sua natura così incomprensibile ed oscuro non è impresa facile, men che meno quando si trapiantano i temi di discussione su un piano comico. Ma la morale è proprio questa: ridere, sdrammatizzare certi problemi e certi

ALLA SCOPERTA DELLA CITTÀ TURRITA

temi è un modo per affrontare le difficoltà che la vita ci presenta, per combattere, per cambiare e ricominciare trovando nuove motivazioni. In fondo “Un posto fisso in Paradiso” è un inno alla vita. Ed il testo è nato proprio in un periodo di lutti per la Compagnia “Uomini di Mondo”: scriverlo è stato un modo anche per sdrammatizzare, per apotropaicizzare cose di cui non si può ridere. Tutta la tragicommedia gioca sulla dicotomia vita-morte: peraltro, del tutto casualmente, le rappresentazioni si terranno proprio nei giorni pasquali. Ironia della sorte ha voluto questa combinazione di sacro e “dissacrante” a rendere ancora più completa l’analisi del tema. L'obiettivo è parlare, e anche ridere, di un argomento tabù come la morte e il suicidio, purché scateni la riflessione, la discussione ed il confronto. Sono curioso di vedere la reazione del pubblico, anche di come accoglie questo tipo di comicità ibrida applicata a temi così inusuali». Come è allestito lo spettacolo? «La regia è, come sempre, di Valerio Buono. Agli Uomini di Mondo si affiancano Enzo Boffelli e Pietro Di Meglio. I tredici attori, vestiti di colori sgargianti, si muoveranno sul palco stagliandosi su di una scenografia interamente nera. Il linguaggio sarà ricco di inflessioni dialettali ma ci saranno anche toni aulici. Ed a giocare di contrasti sarà anche il musicista che, muovendosi un po’ all’interno ed un po’ all’esterno dello spazio scenico, proporrà un repertorio che andrà dalle canzoni funebri di Chiesa a quelle tipiche del Capodanno più festoso». Il Teatro Festival di quest'anno è in dirittura d'arrivo. «La rassegna teatrale di quest’anno si chiude con tre opere originali. Saranno la cartina tornasole del lavoro svolto fino ad ora. Si testerà la capacità di proporre elementi nuovi e portare compagnie extraisolane, ed anche la disponibilità del pubblico ad accogliere proposte di questo tipo».

18 aprile 2014 ore 10:30, centro storico di Forio. Visita guidata al centro storico di Forio e al Museo del Torrione con la mostra “l’Ottocento foriano: le opere di Maltese e i costumi del tempo” a cura della dottoressa Ilaria Di Meglio e Stefania Napoleone della coop. Cultura Felix. Punto di Incontro Piazzale del Soccorso (prenotazione obbligatoria. Info 3396354458/3286636077).

EMPORION

Rubrica di critica teatrale a cura di Francesco Imparato

FOYER...

il teatro visto da fuori

In salita

La Filodrammatica Eduardo Canestrini, compagnia storica del panorama teatrale isolano, ha presentato questa settimana per “Ischia Teatro Festival” due atti unici di Peppino de Filippo: “Trampoli e Cilindri” e “Miseria Bella”. Nella prima parte si racconta l’eterno conflitto padre/figlio a confronto con la miseria e la tipica arte di arrangiarsi napoletana. Un padre ingobbito dai colpi della vita e dall’inedia del figlio, gli insegnerà a caro prezzo a vivere. Nel secondo atto si racconta la povertà di due artisti squattrinati sempre al verde, che si attaccano ad ogni occasione per portare avanti la baracca. Anche la Canestrini si esibisce senza “botola”, segno che la professionalità cresce sempre, che c’è voglia continua di migliorarsi, che l’essere una delle compagnie storiche non fa adagiare sugli allori. Anzi, la compagnia è alla ricerca di nuovi talenti in scena. C’è molto sentimento nella recitazione, c’è impegno e partecipazione. Manca però il ritmo. “Trampoli e Cilindri” scorre poco, quasi che fosse un masso tirato per una salita. Per quanto l’aria triste della vicenda ed il sentimento imperante siano resi molto bene, alcuni dialoghi si fermano quell’attimo necessario ad anestetizzarne l’effetto. “Miseria Bella” ha per la verità più ritmo, più gag, merito dei due attori principali bravissimi a duettare, e con un buon contorno di comparse, solo che i vari momenti comici risultano un po’ slegati, come un insieme di gag messe semplicemente in sequenza. Avanti Metà

Mostra fotografica di Mariano Pracella dal 16 al 30 aprile ai Giardini Ravino. La saletta "Moby Dick" farà spazio alla mostra fotografica Emporion, di Mariano Pracella, napoletano per nascita, pisano per residenza, ischitano per vacanza; chimico per professione, paleontologo per vocazione, fotografo per passione. Il filo conduttore di questa mostra, come della vita di Pracella, è una fascinazione per i materiali, che conferisce alle sue foto quasi uno spessore tridimensionale e una consistenza ... materica, appunto


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