Raduga 2013

Page 54

il cane non era già uscito con te? Vedi? Vedi che a furia di star qui ad aspettarti mi dimentico delle cose, mi dimentico delle gambe, delle mani, delle braccia, pensa che le chiudo in fondo a una scatola e me ne vado in giro, così come se niente fosse. Caffè? Quanto zucchero? Lo prendi sempre amaro? Non sai che ti perdi: se ci metti lo zucchero nel caffè, poi dopo che l’hai bevuto puoi leccare i granelli con la lingua, per tutta la tazzina. Così guarda: ti insegno io. Se non te ne fossi andato, se non fossi partito, io sarei tutta intera, sarei un unico pezzo, perché ogni pezzo di me, tutte le sere, è venuto a cercarti, ma non lo avrei mai potuto fare se tu non fossi partito, se un giorno non avessi deciso che ciao. Ciao rabbia, ciao rancore, ciao risentimento, che la vita era mia e ci potevo stare anche comoda, con te, con me, comoda con la mia vita, comoda. Ho lasciato le porte aperte, era l’unico modo per sapere, con una certa sicurezza, ma anche con un certo azzardo, che saresti tornato. E, allora, con la porta aperta, accettare tutto quello che da quella porta sarebbe potuto entrare, perché sapevo che un giorno o l’altro, da quella porta, saresti entrato anche tu, con le tue meraviglie, con le tue storie, con la sabbia tra le dita dei piedi, a lasciare le tue impronte ovunque, ovunque a calpestare i pavimenti, ovunque a sederti sul divano e sulle sedie, a rovistare per cercare i cucchiaini, in silenzio, senza poter parlare. In silenzio. Magari sei arrivato giorni fa, magari anni fa, magari sei sempre stato su quell’uscio e facevi le prove per il tuo ingresso e io, in tutto questo tempo, facevo altrettanto. Allora, che entrino pure le mosche d’estate con le zanzare e i lombrichi, lascia che le cicogne si facciano il nido tra i miei capelli. Anche adesso, che sei nascosto all’orizzonte, io lo so che ci sei. Lo so tra i miei capelli. Lo sanno le mosche che entrano in casa e lo sanno i lombrichi, tutta la casa lo sa. A volte, ho sentito le tazzine da caffè bisbigliare al lavandino che saresti ritornato e quello rispondeva: Plic. Possibilista. Per questo non ho pianto, se non per la gioia di saperti vivo da qualche parte, in fondo alle tazzine da caffè, in fondo al Plic del rubinetto, nei cassetti, nelle foglie che cadevano, nelle mosche che volavano via, nelle cicogne che ritornavano a fare il nido nei miei capelli. E adesso che le tue orme calpestano tutta la casa, io ci

56


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.