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Power e Gas: tempesta perfetta

La situazione energetica italiana ed europea in vista della prossima stagione termica si prospetta la più complicata di sempre. Prioritario garantire le forniture per le imprese e guardare a nuove forme contrattuali.

di FEDERICO DE COL, Assoenergia

LA CORSA in salita dei prezzi delle commodities energetiche Power e Gas sembra non accennare alcun rallentamento. I massimi valori del mese di marzo conseguenti all’inizio del conflitto russo-ucraino, che si erano attenuati nei successivi aprile e maggio, hanno ripreso il trend nel mese di giugno per poi partire con un vero e proprio “vertical km” a luglio. Tutti gli operatori del settore non riescono ormai ad avere una visione chiara di una situazione che non sembra avere un limite in termini di cattive notizie. Alcuni la definiscono “una tempesta perfetta” di cui è difficile, se non impossibile, prevedere il termine e men che meno scorgere un raggio di sole. Certo è che la rilevante dipendenza da un unico grande fornitore continentale di gas naturale costruita negli ultimi 50 anni ha dimostrato tutta la sua fragilità negli ultimi mesi. A farne le spese non è però solo l’Italia con i suoi (ormai ex) 29 miliardi di metri cubi annui di provenienza russa. Negli anni passati l’Italia è stata la più veloce a convertire la sua produzione elettrica da petrolio/carbone al metano, subendo quindi l’incremento del prezzo della materia prima anche in termini di energia elettrica. Il resto delle economie trainanti del continente, basandosi su produzione nucleare e carbone, ha dovuto affrontare altre tipologie di problemi. In Francia, manutenzioni programmate e straordinarie di importanti centrali nucleari. In Germania un governo “verde” che ha imposto lo stop al nucleare ma non è stato in grado di sostituirlo a causa di scarsa produzione rinnovabile e quindi costretto a riattivare e spingere al massi-

Contratti di fornitura Ppa

Cambiamenti tanto repentini e sconvolgenti dei mercati portano le realtà come le grandi imprese, le energivore e i Consorzi a guardare a forme alternative di contratto di fornitura dell’energia elettrica. Si tratta in particolare di contratti di tipo Ppa (Power Purchase Agreements). Il Ppa è un contratto a lungo termine che regola la somministrazione di energia elettrica tra un soggetto produttore e un soggetto acquirente (off-taker). Tramite il Ppa, un produttore è in grado di assicurare il ritiro dell’energia prodotta dal suo impianto nel lungo periodo grazie all’impegno dell’acquirente. Altro aspetto, il Ppa implica il trasferimento dei rischi dal produttore all’off-taker, disposto ad assumerselo a fronte della prospettiva di un approvvigionamento di energia elettrica ad un costo che risulti vantaggioso rispetto alla propria view di mercato nel periodo in oggetto. Ppa fondati su grandi impianti fotovoltaici (fonte rinnovabile), potrebbero essere un’ottima soluzione per avere una percentuale di prezzo fisso per un periodo pluriennale, a fronte di un investimento iniziale condiviso con il gestore dell’impianto stesso. I primi casi sono già in fase di realizzazione.

mo vecchie centrali a carbone (si noti bene che la Germania nel 2021 ha emesso in atmosfera più di due volte l’Italia in termini unitari). L’Italia è però stata anche la più veloce a cercare di diversificare le sue fonti di approvvigionamento di gas grazie ad importanti missioni gestite in collaborazione tra governo e operatori del settore in diverse parti del mondo. L’effetto non è purtroppo stato immediato e la pressione di Confindustria e Consorzi a livello nazionale si fa sempre più importante specie per la riapertura e ricerca di giacimenti sul territorio nazionale e quindi l’aumento della produzione interna, che sia su terraferma o offshore, per attivare la cosiddetta “Gas release”. Con 90 miliardi di metri cubi stimati a disposizione e con una modifica del Pitsai per diminuire il limite da 12 a 6 miglia nautiche, si passerebbe da 2 a 8 miliardi di Smc annui. Questo consentirebbe immediato respiro e calmierazione dei prezzi. Discorso analogo per la “Electricity release” con la quale si richiede l’immediata messa a disposizione (dal mese di agosto) da parte del GSE di circa 25 TWh di energia prodotta da fonte rinnovabile fotovoltaica ad un prezzo medio di 60 €/MWh per l’industria. Sempre in termini di tempesta perfetta, le ritorsioni della Russia alle sanzioni Ue/Onu si concretizzano in un sempre minore afflusso di gas negli hub europei nel momento in cui una forte siccità ed ondate straordinarie di calore investono Italia ed Europa centro-meridionale mettendo in crisi la tenuta dell’intero sistema elettrico con costi altissimi riflessi poi sugli utenti finali. Tutto ciò porta alla quasi completa sterilizzazione dei contratti Power e gas con l’estrema difficoltà nel sottoscrivere rinnovi o nel trovare nuovi fornitori, i quali richiedono spesso e volentieri importanti forme di garanzia. Su questo sarà necessario far intervenire il Sace, servizi assicurativi e finanziari per le imprese. Fondamentale è garantirsi la fornitura, specie di gas, in un periodo in cui potrebbe essere necessario attivare protocolli emergenziali e tagli agli approvvigionamenti. Confindustria, tramite il Gruppo Tecnico Ener-

Confindustria Trento al cantiere di ristrutturazione dell'Aeroporto Catullo di Verona

Il Presidente Manzana e il Direttore Busato hanno incontrato il Presidente Paolo Arena e l'Amministratore Delegato Monica Scarpa di Aeroporto Valerio Catullo Spa. È stata l'occasione per presentare il progetto "Romeo" di ampliamento dell'Aeroporto e di visitare il cantiere dove i lavori di riqualificazione procedono veloci. Un progetto ecosostenibile che permetterà una riduzione di 700 tonnellate di CO2 all'anno e che porterà ad un ampliamento dell'attuale Aeroporto di 12.000 metri quadrati calpestabili. Il Presidente Manzana ha ricordato come il Catullo sia "la porta del Trentino sul mondo. Ci troveremo una porta di casa particolarmente rinnovata e che amplia le destinazioni aprendo gli orizzonti anche verso viaggi intercontinentali".

gia guidato da Massimo Beccarello, presenterà a settembre il Decoupling elettricità gas, un percorso progressivo per realizzare un mercato delle rinnovabili svincolato dall’attuale mercato elettrico basato sul ciclo combinato a gas. Sarà richiesta anche una interruzione del mercato Ets (Emission Trading System), perché il meccanismo non può reggere in un momento emergenziale in cui l’Europa vive la grande contraddizione: chiedere la decarbonizzazione e al contempo consentire di utilizzare forme alternative al metano. Forme alternative che per la quasi totalità sono a base di carbone. La politica ha ritardato troppo ad entrare nell’ottica di questa crisi. I costi energetici erodono i margini e di conseguenza gli investimenti in decarbonizzazione al 2030.