Come ed. Toscana Nord giu-lug 2015

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a cura della Confesercenti Toscana Nord www.confesercentitoscananord.it

Poste Italiane SpA - Sped. Abb. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Firenze 2 - € 0,26

Confesercenti, nuova sede a Pisa Dal 22 giugno trasferimento nel centro direzionale di via Ponte a Piglieri (ex area Saint Gobain lungo l’Aurelia). Un grande salto di qualità per offrire sempre migliori servizi ai soci. Una associazione in crescita e pronta ad investire. Confesercenti Toscana Nord ha trasformato i propositi dell’ultima riunione che aveva approvato il bilancio 2015 in fatti. A cominciare dalla nuova sede. La dirigenza ha deciso di lasciare quella storica (ma ormai inadatta per una associazione alla ricerca costante dell’innovazione e dell’espansione) di via Catalani per scegliere un nuovo complesso direzionale di prima generazione. Si tratta di Areanuova a Porta a Mare (in via Ponte a Piglieri 8) nell’ex area Saint Gobain dove si trova anche la nuova Coop, realizzato da Ville Urbane. Confesercenti occupa l’intero secondo piano con una nuova e migliore dislocazione dei vari uffici. Tutto questo con il fondamentale vantaggio della facilità di parcheggio (gratuito). L’accesso è dall’Aurelia per chi proviene dal centro della città, dopo aver superato la nuova rotonda all’incrocio con

via Livornese. Anche la formazione dell’agenzia Cescot trova posto nel nuovo complesso con due ampie aule sul retro della sede Confesercenti (Largo Viviano Viviani 6) nell’altro stabile del complesso direzionale. Fino al 16 giugno la sede di via Catalani sarà ancora operativa, poi l’inizio del trasloco. Dal 22 giugno apertura dei nuovi uffici in via Ponte a Piglieri; il 3 luglio cerimonia ufficiale di inaugurazione alla presenza del sindaco Filippeschi e del presidente nazionale Vivoli. “Proprio nel momento di maggiore difficoltà per le nostre imprese, ma con un timido spiraglio di speranza per la ripresa – spiega il presidente di Confesercenti Toscana Nord Roberto Balestri -, era giusto che la nostra associazione facesse uno scatto in avanti per raccogliere le richieste di sempre migliori servizi da parte dei nostri soci. Il coraggio di tanti Sede Confesercenti imprenditori che hanno deciso di andare avanti nonostante le difficoltà è stato per noi una spinta in più ad agire ed a ricercare gli strumenti sempre più adatti e mirati. Una politica associativa che ha pagato, visto che abbiamo chiuso l’anno con un incremento del 15% del numero degli associati”. È quindi partendo da questo segnale positivo che Confesercenti Toscana Nord ha deciso di investire in modo deciso nel 2015. Spiega Marco Sbrana, direttore Confesercenti Toscana Nord: “Abbiamo approvato un bilancio ed un programma per il 2015 molto ambizioso a cominciare dall’investimento sulle due nuove sedi di Pisa e Viareggio. Una associazione che cresce e decide in questo modo di dare maggiore efficacia alla propria azione di rappresentanza”. Poi le strategie associative. Ancora Sbrana: “Decentramento, comunicazione, formazione e credito saranno i nostri cavalli di battaglia per i prossimi anni, consapevoli che interagendo con le imprese siamo in grado di trasmettere in modo efficace le nostre idee e quindi raccogliere i giusti consensi. Start-up e piccole e medie imprese rappresentano per noi i “settori” sui quali scommettere maggiormente insieme a negozi di vicinato che sono la costola fondamentale del tessuto economico nazionale.

Nico Gronchi è il nuovo presidente di Confesercenti Toscana In un clima di grande partecipazione, l’assemblea Regionale di Confesercenti, riunita nel Salone delle Feste del Consiglio Regionale Toscano, ha eletto presidente Nico Gronchi. Gronchi succede a Massimo Vivoli, che com’è noto da qualche settimana è il nuovo presidente nazionale di Confesercenti. Nico Gronchi ha 42 anni e abita a Certaldo. Imprenditore nel settore delle calzature, socio e Consigliere Delegato del gruppo “Luisa Di Mauro Srl”, l’impresa di famiglia, con importanti deleghe alla gestione e sviluppo. L’impresa ha oggi 10 punti vendita in Toscana e Umbria, un negozio on-line e la produzione di linee a marchio proprio in Italia ed all’estero. Ne 1976 la famiglia del neo-presidente ha aperto a Certaldo un piccolo negozio di calzature e un punto vendita in mercati su area pubblica: entrambe attività gestite dalla madre Luisa e dal

padre Mauro. Già in quei primi anni di attività l’azienda si associa a Confesercenti; alla fine degli anni ‘90 inizia lo sviluppo e l’azienda si espande acquisendo nuovi mercati. Con la crescita dei figli si trasforma da impresa familiare in Srl. Nel 1998 Nico Gronchi ad appena 25 anni, è presidente della Confesercenti di Certaldo, poi del Comprensorio Empolese Valdelsa e nel 2007 è eletto Presidente di Confesercenti Provinciale di Firenze. Negli anni successivi ricoprirà importanti incarichi, in rappresentanza dell’Associazione, nel Consiglio della Camera di Commercio e in Firenze Fiera Spa. È eletto Vice Presidente di Italia Com-Fidi, la società consortile per il credito alle PMI di Confesercenti ed è membro della Giunta Nazionale di Confesercenti. Nel corso dell’ assemblea, che lo ha eletto Presi-

dente Regionale, Nico Gronchi ha calorosamente ringraziato Massimo Vivoli per il contributo decisivo impresso, nel corso degli anni, alla Confesercenti in Toscana e tratteggiato cinque grandi temi strategici rispetto ai quali si svilupperà l’iniziativa di Confesercenti nei prossimi anni: • Commercio (nuova Legge Regionale e sostegno alle nuove aggregazioni d’impresa); • Turismo (definizione del quadro normativo, promozione e risorse); • Credito (lavoro congiunto della nostra “Italia Com-Fidi” con “Fidi Toscana” per controgaranzie e tranched); • Fisco (vademecum controlli, bestiario fiscale, impatto tasse locali); • incentivi e agevolazioni (diffusione e informazione su oltre 40 agevolazioni presenti in Toscana, anche in collaborazione con Eurosportello). Infine, decisivo sarà il consolidamento e lo sviluppo di un modello di interscambio con Istituzioni e politica, basato concretamente su questi contenuti, che saranno meglio articolati nelle prossime settimane.

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giugno/luglio 2015

w EDITORIALE

Ci faremo trovare pronti Massimo Biagioni Direttore Confesercenti Toscana Aggiornamento partito. Non è un nuovo programma del computer, ma il riassetto delle massime responsabilità nel sistema Confesercenti. Massimo Vivoli, come abbia già riferito nel numero precedente del giornale, è partito stabilmente per la sede nazionale, dove siederà sulla poltrona più importante dell’associazione, e in via Pistoiese, all’organizzazione toscana, una delle associazioni territoriali di riferimento nel panorama italiano, è arrivato Nico Gronchi, attuale presidente dell’associazione provinciale di Firenze. Un cambio sereno, previsto, condiviso in modo unanime, con una candidatura che è maturata nel corso del tempo; la sfida è quella di tenere insieme il positivo della continuità e il bello della novità. Non si tratta di un semplice cambio. Un’alternanza prevista e logica. Con il 15 aprile l’associazione nazionale ha inteso iniziare un percorso che toccherà tanti luoghi, tante situazioni, tante persone; ci sarà un diffuso, generale, complessivo rinnovamento delle responsabilità, una classe dirigente verrà salutata, un altro gruppo evolverà verso nuove posizioni, le categorie si doteranno di innesti e inserimenti utili all’adeguamento a un mondo profondamente cambiato; per qualcuno si apriranno responsabilità ulteriori e impegni più rilevanti. In questi vent’anni e passa, trascorsi con Massimo Vivoli, io e diversi di voi abbiamo condiviso una esperienza non ripetibile in quelle forme, abbiamo davvero attraversato un altro mondo, ci siamo trovati di fronte a gioie e tristezze, abbiamo salutato tanti amici e tanti dirigenti che non ci sono più, siamo stati attori di fasi difficili, di situazioni economiche e di società improvvisamente negative, ma anche del sorpasso sull’altra associazione sui soci regionali iscritti all’Inps, unico caso in Italia. Piccole e grandi soddisfazioni, piccole e grandi gioie, piccole e grandi difficoltà. Un pezzo di storia minore che ha unito le persone, oltre che i dirigenti, e che ha fatto diventare anche un po’ amici i protagonisti degli organismi. Sentimenti che ci hanno assistito, che ci assistono e che ci assisteranno anche nel prossimo futuro. Perché ci sembra che anche il nuovo Presidente sia impastato della stessa materia. Il Presidente che è chiamato a rappresentarci, incarna anche visivamente la svolta generazionale; una nuova generazione che fa un passo avanti e che apporta altra vitalità, idee, metodi, stili propri che cercheranno di adeguarsi al tempo che è cambiato. Una staffetta che si vanta di poggiare su una antica adesione all’associazione e su una lunga “militanza” – come si sarebbe detto una volta – che è stata palestra importante. Da domani dobbiamo ripartire con lena, ci aspettano il nuovo Consiglio Regionale, la nuova Giunta, i nuovi Assessori e il nuovo programma di legislatura. Verranno i documenti, le proposte, l’esame delle situazioni più difficili, le norme da varare e da cambiare, il coordinamento delle posizioni di categoria. In più, l’impulso del nazionale che ci spronerà per i progetti intrapresi, per nuovi obiettivi, sempre contenendo le spese e ottimizzando le risorse. Ci faremo trovare pronti.


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toscana nord

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Le nuove regole di classificazione dei rifiuti. Dal 1° giugno al via i nuovi codici CER

Modifica alla nomenclatura e cambiamento di alcune classi associate ai rifiuti pericolosi Dal 1° giugno 2015 sono entrate in vigore la Decisione UE n. 955/2014 e il Regolamento UE 1357/2014, che rispettivamente prevedono l’aggiornamento del Codice Europeo dei Rifiuti (C.E.R.) e la modifica della classificazione di pericolosità dei rifiuti, con l’introduzione di nuove definizioni e di una nuova classificazione, imballaggio ed etichettatura delle sostanze chimiche dei rifiuti. In particolare, il Regolamento UE 1357/2014 modifica le attuali classi di pericolo associate ai rifiuti pericolosi, che invece di essere classificate da H1 a H15, con il nuovo sistema

saranno classificati da HP1 ad HP15. Il nuovo sistema tuttavia non si limita alla modifica della nomenclatura, in quanto prevede un cambiamento radicale di alcune classi associate ai rifiuti pericolosi. Per esempio la nuova classe HP5 non ha niente a che vedere con la vecchia classe H15, o ancora la classe HP3 ingloba le precedenti H3A e H3B e i limiti per rientrare in questa classe sono stati ampliati facendovi rientrare un maggior numero di rifiuti. Per ogni classe di pericolo vengono inoltre specificate dettagliate descrizioni e tabelle di armonizzazione con la normativa

buoni pasto

Jobs act

Dal 1° luglio diventano elettronici

La Fiepet chiede a questo punto una lotta all’abuso di questo servizio sostitutivo della mensa aziendale Un buono pasto al giorno per togliere la crisi di torno. Non è una filastrocca, ma la richiesta avanzata da Fiepet Confesercenti per limitare i danni della crisi e tutelare gli esercizi di somministrazione alimenti e bevande che dagli anni ‘70, con investimenti ed impegno, hanno fatto crescere il mercato del servizio sostitutivo di mensa per i dipendenti tramite i buoni pasto. Settore che rappresenta un giro d’affari di oltre 2,5 miliardi all’anno. Da quando infatti, con il dpr 207/2010, è stata estesa la possibilità dei buoni anche alle imprese che effettuano cessione di prodotti di gastronomia pronti per il consumo immediato - ma spesso anche prodotti non appartenenti al settore merceologico alimentare - moltissimi esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, soprattutto quelli più piccoli, sono stati costretti a chiudere. E questo perché vengono sistematicamente disattese le normative relative all’utilizzo di un solo buono pasto al giorno, non cumulabile, né cedibile o convertibile in denaro. Inadempienze

sulla classificazione, sull’etichettatura ed imballaggio delle sostanze pericolose. Poiché la responsabilità della corretta classificazione del rifiuto è del produttore dello stesso, è necessario che procediate con l’utilizzo della nuova classificazione per essere coerenti con le nuove disposizioni che sono entrate in vigore dal 1° giugno. Per maggiori informazioni potete rivolgervi all’Ufficio Igiene Ambiente e Sicurezza di Confesercenti Toscana Nord (referente Elisa Bonuccelli 0584/329511; checkup@confesercentitoscananord.it).

che avvengono nei vari livelli della filiera e che, spesso, assumono anche la valenza di veri e propri abusi. Grazie alla legge di stabilità 2015 che ha introdotto la defiscalizzazione del buono pasto a 7 euro a partire dal prossimo 1° luglio, il buono pasto dovrà essere reso in forma elettronica e in questo modo, finalmente, sarà possibile far rispettare pienamente la legge e ripristinare la natura stessa del servizio sostitutivo di mensa aziendale. Fiepet Confesercenti ritiene molto urgente, pertanto, che vengano adottate da subito una serie di iniziative atte a tener conto dell’attuale situazione del settore e a consentire concretamente di tutelare i diritti e gli interessi dei pubblici esercizi, oggi tanto penalizzati. In particolare, al fine di assicurare un utilizzo più consono del buono pasto, dovrà essere ribadita e formalizzata l’obbligatorietà, per il consumatore, di utilizzare quotidianamente e per ogni prestazione un solo

“buono” presso lo stesso locale. «Solo così - afferma Esmeralda Giampaoli, Presidente nazionale Fiepet - si ridurranno i rischi di abuso del servizio e si assicurerà, al mondo delle imprese della somministrazione, il legittimo riconoscimento per un’offerta sostitutiva di mensa pienamente soddisfacente per il consumatore, ma sarà anche indispensabile che il costo di questo servizio non ricada, sempre e soltanto, sulle spalle dei pubblici esercizi, ma che venga equilibrata da convenienti accordi con le aziende emettitrici dei buoni pasto»

turismo

Adeguamenti antincendio, 10.000 alberghi a rischio Secondo Assohotel a fine anno si preannunciano nuove grane per gli albergatori Il termine per il completamento degli onerosi lavori di adeguamento antincendio per gli alberghi è stato fissato, dalla conversione in legge del decreto milleproroghe 2014, al 31 ottobre 2015. Scadenza che sembra essere stata scelta apposta per fare in modo che un’ulteriore dilazione dei termini di adeguamento non possa essere fatta rientrare nel decreto milleproroghe 2015, che sarà presumibilmente emanato a fine anno, mettendo così in serio rischio la sopravvivenza di oltre 10 mila imprese alberghiere. Questo, nonostante ad oggi non sia ancora stata data attuazione ai provvedimenti che prevedevano la semplificazione dei requisiti, in particolare per le strutture ricettive turistico alberghiere fino a cinquanta posti letto. “Ad oggi – sottolinea Filippo Donati, presidente nazionale di Assohotel-Confesercenti - pur rimanendo fermi i termini di adeguamento, invece di provvedere all’effettiva semplificazione dei requisiti (e quindi alla riduzione degli oneri di adeguamento connessi) è stata unicamente predisposta una bozza di normativa, per gli alberghi esistenti da 26 a 50 posti letto che, lasciando ancora un grandissimo divario nei confronti degli alberghi fino a 25 posti letto, non aggiorna le disposizioni antincendio con la “particolare semplificazione” richiesta. La circostanza che migliaia di albergatori non siano ancora riusciti ad adeguare le proprie attività alle disposizioni del DM 9 aprile 1994 – aggiunge Donati - rende inevitabilmente palese quanto questa norma antincendio fosse, per gli alberghi esistenti, sbagliata e non sostanzialmente attuabile”. Oltretutto, non è possibile sapere quale sia la situazione reale in merito all’adeguamento degli alberghi esistenti in quanto le richieste specifiche, indirizzate ai Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco, sono cadute nel vuoto. Dai pochi dati pubblici disponibili, risalenti al 19 ottobre 2013, risulta che: le strutture alberghiere (nuove ed esistenti) conformi alle disposizioni del DM 9 aprile 1994 erano circa il 17,0 % di quelli totali

(e, quindi, l’83,0 %, del totale degli alberghi non risulta ancora adeguato completamente!); gli alberghi in regola ai fini dell’esercizio risultavano circa il 54,1 % di quelli totali; gli alberghi che non risultavano in alcun modo in regola, ovvero che non avevano neppure presentato domanda di ammissione al piano straordinario di adeguamento risultavano circa l’11,8 % di quelli totali. Inoltre, le statistiche dei Vigili del Fuoco, mostrano che, nel periodo 19992008, la mortalità per incendio negli alberghi italiani è mediamente pari ad una persona ogni miliardo di presenze. Valore che risulta nettamente inferiore alla frequenza di uno su un milione che, in Paesi evoluti come l’Olanda, la Spagna, la Francia e la Germania è considerata la soglia di accettabilità. Ma nonostante gli studi dei Vigili del Fuoco mostrino che non è necessario ridurre il rischio d’incendio per gli alberghi esistenti perché risultano già praticamente sicuri, si impone ugualmente di sostenere costi per interventi che non sono giustificati dai benefici in termini di sicurezza che ne scaturirebbero. “Nonostante la Commissione Europea abbia annunciato l’intenzione di rivedere la raccomandazione europea del 1986 sulla sicurezza antincendio negli alberghi – conclude il presidente di Assohotel - viceversa, in Italia, i burocrati e la politica, in questo periodo di stagnazione economica, continuano ad imporre agli alberghi esistenti la realizzazione di lavori che potrebbero risultare inutili, senza verificare se tali interventi sono effettivamente necessari e, soprattutto, senza cercare di capire quali siano le ragioni per le quali, dopo oltre vent’anni dall’emanazione del DM 9 aprile 1994 e le modifiche del DM 6 ottobre 2003, una percentuale ancora elevata di albergatori non sia ancora riuscita ad adeguarsi alle sue disposizioni”.

Come sta cambiando il mondo del lavoro

Ecco in sintesi le nuove regole, a partire da quelle contenute nei primi due decreti legislativi 22 e 23 del 4 marzo 2015 (contratto a tutele crescenti e Naspi) Allungamento della durata del sussidio di disoccupazione, stop ai contratti a progetto, rimodulazione delle tipologie contrattuali, possibile demansionamento, allungamento dei tempi per la fruizione del congedo parentale facoltativo e, soprattutto, scomparsa dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori per le nuove assunzioni con il contratto a tutele crescenti. Ecco in sintesi le nuove regole, a partire da quelle contenute nei primi due decreti (contratto a tutele crescenti e Naspi) entrati in vigore a marzo. Contratto a tutele crescenti, rivisto il reintegro. Per i nuovi assunti il reintegro nel posto di lavoro sarà possibile solo in caso di licenziamento nullo o discriminatorio e nei casi di licenziamento disciplinare nel quale il giudice riconosca che il fatto materiale contestato ”non sussista”. Negli altri casi di licenziamento ingiustificato (sia per motivo oggettivo che disciplinare) la tutela è solo economica, legata all’anzianità di servizio (due mensilità ogni anno di servizio con un minimo di 4 e un massimo di 24). Per le piccole imprese restano le regole attuali. Indennizzi monetari. Il regime dell’indennizzo monetario vale anche per i licenziamenti collettivi in caso di violazione delle procedure e dei criteri di scelta sui lavoratori da licenziare (da 4 a 24 mensilità). Demansionamenti. In caso di processi di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale e negli altri casi previsti dai contratti l’impresa può modificare le mansioni del lavoratore fino a un livello inferiore senza modificare il suo trattamento economico. Part time. Le parti possono pattuire clausole elastiche (che consentono lo spostamento della collocazione dell’orario di lavoro) o flessibili (consentono la variazione in aumento dell’orario di lavoro nel part time verticale o misto). Addio Aspi, arriva la Naspi. Chi perde il lavoro ha almeno 13 settimane di contribuzione negli ultimi 4 anni ha diritto a un sussidio pari alla metà delle settimane per le quali si sono versati contributi. Il sussidio è commisurato alla retribuzione ma non può superare i 1.300 euro. Dopo i primi 4 mesi diminuisce del 3% al mese. Può durare al massimo 24 mesi ed è condizionata alla partecipazione del disoccupato a iniziative di attivazione lavorativa o di riqualificazione professionale. Per i soggetti che al termine del godimento della NASpI siano ancora alla ricerca di occupazione, il legislatore prevede un ulteriore sostegno al reddito: l’assegno di disoccupazione (ASDI). Sarà in vigore dal 1° maggio al 31 dicembre 2015 esclusivamente per coloro i quali siano in particolare condizione di bisogno.Si introduce un trattamento di disoccupazione (Dis-Col) anche per chi ha contratti di collaborazione. Addio Co.co.co., spariscono i contratti a progetto. A partire dall’entrata in vigore del provvedimento (che ora va alle Commissioni lavoro delle Camere per il parere) non potranno essere stipulati contratti progetto. Quelli in essere potranno proseguire fino alla scadenza ma dal 1 gennaio 2016 ai rapporti di collaborazione ”con contenuto ripetitivo ed etero-organizzati dal datore di lavoro saranno applicate le norme del lavoro subordinato”.Restano salve le collaborazioni regolamentate da accordi collettivi che prevedono discipline specifiche in ragione delle particolari esigenze produttive. Contratti a tempo determinato. Il contratto a termine mantiene la durata massima a 36 mesi, si prevede un’estensione del campo di applicazione del contratto di somministrazione mentre viene confermato il contratto a chiamata. Per il voucher viene elevato il tetto dell’importo per il lavoratore da 5.000 a 7.000 euro mantenendolo nei limiti della no tax area. Congedi parentali. Per prendere il congedo parentale facoltativo (sei mesi in complesso) si avrà tempo fino ai 12 anni di vita del bambino (adesso l’età massima à 8). Sale da tre a sei anni l’età entro la quale il congedo facoltativo che si prende è retribuito parzialmente (al 30%).


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Home restaurant, fenomeno sociale o abusivismo? te Il direttore Marco Sbrana e la presiden nazionale pubblici esercizi Esmeralda Giampaoli: bisogna tracciare una linea di demarcazione chiara per impedire che diventi una ristorazione parallela

Fenomeno sociale o ristorazione parallela per aggirare il fisco? Questo il dilemma degli home restaurant (o social eating), novità di questi ultimissimi anni che anche a Pisa e in Versilia si sta lentamente diffondendo. Si tratta di padroni di casa che si trasformano in chef e invitano poche persone a mangiare da loro spendendo pochissimo. C’è chi lo fa per socializzare e chi perché ha la passione per i fornelli da condividere con i turisti e chi lo vede come una possibilità di integrare il proprio reddito. Basta avere una cucina, quella di casa va benissimo; un po’ di posto per ospitare gli ospiti, pochi perché è pur sempre una casa. Non servono autorizzazioni del Comune o dell’Asl, perché chi ha un home restaurant non svolge una’attività di ristorazione con somministrazione di alimenti e bevande, ma semplicemente in- vita amici o persone trovate su internet a consumare nella propria casa in cambio di un piccolo compenso. Piccolo compenso perché questa “pratica dell’ospitare” non può eccedere i 5000 euro annui di ricavi. “Ma se il fenomeno sociale diventa un modo per aggirare il fisco o peggio ancora concorrenza sleale – spiega il direttore di Confesercenti Toscana Nord Marco Sbrana – bisogna tracciare una linea di demarcazione chiara. Le nuove tecnologie e la condivisione sono una cosa meravigliosa, ma si corre il rischio di aprire la porta ad una ristorazione parallela, fatta da imprese irregolari che esercitano al di fuori di ogni controllo. Per questo, come Fiepet (il sindacato pubblici esercizi di Confesercenti), stiamo lavorando ad una proposta di regolamentazione del fenomeno, che presenteremo presto nelle sedi opportune”. Insiste Sbrana: “Ad ispirare gli home restaurant sono stati principi di condivisione e di risparmio: privati che mettono a disposizione di altri privati un posto a tavola, nella propria casa, chiedendo un contributo irrisorio per coprire le spese. Il social eating si è però rapidamente trasformato in un’industria alternativa, spinto dal fascino dei superchef televisivi e dal marketing delle tante piattaforme web che fanno affari d’oro mettendo in contatto gli aspiranti cuochi con i potenziali clienti.

Ma tra cene gourmet e ‘non professionisti’ che chiedono 40-50 euro a pasto per persona, mi chiedo quanto sia rimasto dell’ispirazione originaria. Il sospetto – conclude il direttore di Confesercenti – è che tra gli home restaurant si celi un mondo sommerso di imprese irregolari che fanno attività di somministrazione parallela senza rispettare le norme che devono rispettare gli altri. Concorrenza sleale, a tutti gli effetti, che crea una distorsione del mercato ai danni delle imprese in regola che investono tempo e denaro per avere requisiti e tutte le certificazioni, a partire da quelle igienico-sanitarie, che la legge richiede a ristoratori e pubblici esercizi per tutelare la salute e la sicurezza del consumatore. Si tratta di un interesse collettivo, che deve essere tutelato anche dagli home restaurant del web.” A Esmeralda Giampaoli, presidente nazionale dei pubblici esercizi di Confesercenti, la chiosa finale. “In quest’epoca di chef televisivi e di reality in cucina, la somministrazione è diventata una sorta di hobby nazionale, Niente di male, se non fosse emersa anche una certa tendenza a sottovalutare il valore dei professionisti della ristorazione. Valore che si esplicita non solo nel ‘saper cucinare’, ma anche nel seguire le numerose norme igienico-sanitarie che regolano il settore: dalla conservazione degli alimenti alla preparazione degli stessi in condizioni ed ambienti idonei. Non è solo ‘burocrazia cattiva’: alla base delle norme c’è il desiderio di tutelare la salute dei clienti. La tesi secondo cui gli Home Restaurant non dovrebbero seguire alcuna regola perché si tratterebbe di ‘eventi privati’ fa acqua da tutte le parti: e non lo diciamo solo noi ristoratori, ma anche il Ministero dello Sviluppo Economico che, in un suo recente parere, equipara gli home restaurant a tutte le altre attività di somministrazione di bevande e alimenti. La sicurezza degli avventori è una questione di interesse collettivo, e ci auguriamo che presto le nostre istituzioni intendano regolamentarla per bene”

l’iniziativa

Ecoshopping a Pontedera, ecco i vincitori «Questa è la Pontedera che ci piace: quella che lavora, che produce, che partecipa». Il saluto del vicesindaco Angela Pirri è accolto con gli applausi dei commercianti, intervenuti nella sala del consiglio di Palazzo Stefanelli, per la premiazione della 3ª edizione di Eco-shopping. A sottolineare l’unione della categoria e quanto sia importante per superare fasi difficili, ci ha pensato il sindaco Simone Millozzi: «Qui ci sono persone che si impegnano per cambiare qualcosa. È da apprezzare. È importante far vedere che siamo uniti». Padrona di casa dell’iniziativa, Manila Doveri, dirigente della Confesercenti Valdera, ideatrice della manifestazione. «Insieme ad alcuni negozianti che da 3 anni ci hanno creduto – spiega Doveri – primi fra tutti i proprietari del negozio Polette: da loro è partita e il successo di quest’anno è stato quasi inaspettato». Insieme a lei anche Luca Sardelli (Confesercenti). «Abbiamo deciso di assegnare i premi – spiegano – a varie tipologie di biciclette, anche per ampliare il raggio dei vincitori». Eccoli i premi: la bici più spiritosa è andata al negozio Ghera (il carretto del nonno); quella più brandizzata all’edicola Buccarello di piazza Martiri della Libertà (aveva creato una vera e propria rivendita di giornali a pedali); la più ingegneristica è quella ideata da Fabrizio della Bottega del Caffè (con le tazzine del caffè); la bici più mangereccia (nel vero senso della parola) al Forno e i suoi sapori, quella ecologica (perché addobbata con la juta) alla boutique Divo, la più colorata al negozio Polette, la più chic, all’addobbo elegante proposto da Gina borse. Il premio per l’originalità, quello principale è andato alla bici familiare (per il messaggio: lo shopping si fa con i figli) alla pasticceria Mario Aquilano. Un premio, assegnato dal Comune è andato alla strada che ha dato maggiore visibilità alla manifestazione: se l’è aggiudicato via Montanara. (Fonte Il Tirreno)

lungomonte

anva

Gli ambulanti del mercato Paparelli bocciano il trasferimento in via Bargagna Il 62% degli operatori del mercato di via Paparelli ha risposto no ad un sondaggio sulla proposta della Fiva Confcommercio di trasferire i banchi il mercoledì in via Bargagna. Sondaggio che l’Anva Confesercenti ha sottoposto a tutti gli ambulanti ottenendo 193 risposte (su un totale di 230 operatori): il sì ha ottenuto il 35%, 2% i voti nulli. «Di fronte a questi risultati ci pare evidente che gli operatori non gradiscono la divisione del mercato bisettimanale in due mercati distinti - commenta il presidente Anva Roberto Luppichini - né, tanto meno, l’individuazione di via Bargagna come nuova sede del mercoledì. Pur avendo chiare le idee sul futuro del mercato di via Paparelli, comunque, non potevamo far cadere nel vuoto senza una motivata e condivisa risposta la proposta di Fiva di trasferire il mercato del mercoledì in via Bargagna. Per questo abbiamo voluto ef-

fettuare un sondaggio». Era stato nei giorni scorsi il presidente di Fiva Franco Palermo a lanciare questa idea per risollevare le sorti del mercato. Ancora Luppichini: «Nel volantino del sondaggio parallelo fatto da Fiva si leggeva che la proposta deve passare per un accordo con l’altra associazione di categoria. Forse era meglio che l’altra associazione venisse consultata prima di uscire con una proposta che ha fatto sicuramente drizzare i capelli alla stragrande maggioranza degli operatori. Era meglio per tutti ragionare su quali proposte fare e finanziare per ridare slancio al mercato senza pensare che un trasferimento potesse da solo risolvere i problemi. O, ancora, lavorare insieme per ottenere la gestione del mercato senza creare, come di fatto è avvenuto, ulteriori divisioni riunendosi in consorzi con particolarissime pretese di rappresentare il meglio del mercato».

Anva ricorda anche le battaglie contro la sede di via Bargagna che la giunta Floriani aveva indicato come nuova area mercatale al posto di via Buonarroti. «Una battaglia alla fine degli anni Ottanta contro una sede che era penalizzante per gli operatori - insiste il presidente Anva -. È pur vero che oggi l’area di via Bargagna è diversa e proprio per questo prima di sostenere o contrastare un’ipotesi di trasferimento, magari solo perché proposta da altri, abbiamo sentito il dovere morale di sottoporla al giudizio degli interessati». La conclusione: «Il risultato è chiaro e forse Fiva prima poteva consultare la base. Ma ormai i suoi dirigenti non ci sorprendono più. Un giorno chiedono di coprire il mercato di via Paparelli e il giorno dopo ne chiedono il trasferimento di una giornata in via Bargagna. O pensavano di coprire anche quella strada?»

Stefano Ferrini nuovo presidente del Ccn di San Giuliano

È Stefano Ferrini (nella foto), titolare del negozio “Linea ufficio” di Pontasserchio, il nuovo presidente del Centro commerciale naturale di San Giuliano. Succede a Venanzio Fonte che, comunque, continuerà la sua attività in qualità di consigliere. Un cambio nella continuità considerando che Ferrini, proprio insieme a Fonte, è stato uno dei fondatori sette anni fa di questa importante realtà associativa che conta un centinaio di attività commerciali. Il Centro commerciale naturale di San Giuliano è da sempre impegnato per la promozione dei negozi tradizionali in una realtà, come quella delle frazioni del comune termale, in cui il rapporto tra cliente e commerciante è ancora molto stretto. «Proseguo il lavoro svolto in questi anni della precedente presidenza – dice Ferrini – portando avanti una serie di progetti che hanno già avuto buoni risultati. Siamo un’associazione molto viva e, soprattutto, attiva nella ricerca di bandi regionali dedicati ai negozi di vicinato, grazie allo stretto rapporto di collaborazione con la Confesercenti». Ecco infine il nuovo organigramma: presidente Stefano Ferrini (negozio Linea Ufficio), vicepresidente Laura Grassi (Bottega del Goloso) e Francesca Doni (Rina e Valeria), consiglieri Venanzio Fonte (Ottica Vision 2002), Giuseppina Aufiero (Abbigliamento Il Tunnel), Sandra Bacci (Pasticceria Artigiana Dolci), Michele Baroni (Assicurazioni Baroni) e Franco Barsotti (Vineria Terre di Toscana).


“La ripresa resta una sco

Dichiarazione di Massimo Vivoli, presidente nazionale di Confesercenti e di GILBERTO BACCI La svolta fa capolino e la certificano i dati dell’Istat. E questa è una buona notizia. L’Italia raccoglie i primi risultati dell’azione di governo, ma anche dell’euro debole che favorisce l’export, del calo del prezzo del petrolio e della nuova politica monetaria espansiva della Bce voluta da Mario Draghi. Ci sono ragioni per cominciare ad essere più ottimisti, ma tutto ciò impone dosi massicce di realismo e di prudenza. La crescita del PIL nel primo trimestre è incoraggiante, rappresenta il livello più alto dal 2011. Il Governo prevede un approdo al +0,7% per il 2015 e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan osserva che l’obiettivo è «a portata di

mano». Ma nonostante questi dati una famiglia su due non sente ancora la ripresa e sei su dieci temono che un famigliare possa perdere il lavoro. La crescita però «resta una scommessa impegnativa». Questo il senso dell’intervento di Massimo Vivoli, Presidente Nazionale di Confesercenti, fatto a Firenze all’Assemblea di “Italia Com-Fidi”, la società consortile per il credito alle PMI che ha approvato il bilancio 2014 ed ha visto un importante confronto, in una tavola rotonda, con i maggiori istituti di credito del Paese. «Siamo sulla buona strada – ha detto Massimo Vivoli - ma non si può scommettere solo sull’export; occorre accelerare le misure che diano respiro alla domanda interna per rivitalizzare consumi e per ridare forza alla gran parte delle imprese che producono e lavorano per il mercato interno. È necessario – ha aggiunto - mettere mano rapidamente a misure che riducano la pressione fiscale, invertendo tangibilmente la tendenza di questi anni su Iva, Irpef e addizionali. Occorre altresì restituire potere d’acquisto ai redditi medio bassi ed in questo senso sarebbe importante intervenire, sia pur gradualmente, sulle pensioni. Da sciogliere ancora – ha continuato - il nodo del credito. Nonostante gli interventi, i prestiti alle imprese continuano a diminuire. Bisogna agire con più forza per mettere in condizione le banche e i Confidi di lavorare meglio e con meno vincoli, o continuerà l’emorragia di imprese, che in Italia garantiscono quasi 6 milioni di posti di lavoro. Per questo – conclude - chiediamo al Parlamento e al Governo la creazione di un “Testo Unico del Lavoro Indipendente”, che preveda, fra gli interventi più urgenti, tassazione e contribuzione agevolata per i primi tre anni di attività delle nuove imprese; formazione continua per gli imprenditori; tutele del reddito in caso di inattività temporanea o di cessazione di attività per crisi di mercato; un particolare sostegno dell’imprenditoria giovanile e femminile; necessarie per favorire l’avvio di attività in proprio da parte di lavoratori dipendenti espulsi dal mercato del lavoro. Questi i dati del Bilancio 2014 di “Italia Com-FIDI” • Patrimonio di vigilanza: 87 milioni di euro • Requisiti patrimoniali: 12,3 milioni di euro (di cui 11 milioni a fronte del rischio di credito) • Eccedenza patrimoniale: 75 milioni di euro • Coefficiente di solvibilità (total capital ratio): 42,30% • Utile di bilancio: oltre 100 mila euro • Stock imprese socie finanziamenti e garanzie 2014 • Finanziamenti in essere: 3.104.889.031 euro • Garanzie in essere: 1.513.883.902 euro • Aziende Socie del Confidi: 64.999 • Flusso imprese socie finanziamenti e garanzie 2014 • Flusso nuovi finanziamenti garantiti: 272.440.787 euro • Flusso nuove garanzie: 133.165.105 euro • Imprese garantite: 2.537 Oggi Italia Com-Fidi, la società consortile per il credito alle PMI di Confesercenti, è per numero di imprese socie il primo Confidi nazionale espressione di un’Associazione datoriale; vanta una solida dotazione patrimoniale ed intende per questo assistere tutte le imprese italiane che necessitino di una professionale assistenza nell’accesso al credito bancario.

ITALIA COMFIDI

“In Toscana la media degli affidamenti garantiti dai Confidi è doppia rispetto a quella nazionale” L’Assemblea di Italia Com-Fidi, ha approvato il Bilancio presentato dall’Amministratore Delegato Emilio Quattrocchi, che registra nel 2014 un utile di 111.500 euro. Quattrocchi, nel commentare un ampia gamma di dati esposti nel bilancio, ha detto tra l’altro che «in Toscana la media regionale degli affidamenti bancari garantiti dai Confidi è il doppio di quella nazionale». Si tratta di un dato che dimostra come la consistenza e il radicamento del tessuto associativo nella nostra regione - caratterizzata prevalentemente da piccole e medie imprese - abbia svolto un ruolo significativo per traghettare le nostre aziende in questi anni di crisi profonda. Anche perché, oggi più che mai, le aziende hanno bisogno di contare «non solo su flussi di credito ma anche su qualificati servizi di assistenza al credito». Italia Com-Fidi, la società consortile di Confesercenti, ha aiutato le aziende, in questa terribile crisi, a misurarsi su una nuova “cultura finanziaria” intervenendo su finanziamenti più rischiosi ma fondamentali per restituire ossigeno in un fase delicata della nostra economia. Il rapporto banca/impresa, però, deve fare ancora passi avanti. Italia Com-Fidi, con la sua struttura, la professionalità dei pro-

pri collaboratori e la capitalizzazione consolidata nel tempo, ha tutti gli strumenti per affrontare questa sfida. Nella Tavola Rotonda che ne è seguita, coordinata da Mauro Avellini, vice direttore de La Nazione, questi temi sono stati approfonditi. Sono intervenuti i rappresentanti di istituti bancari nazionali e locali. Il centro della discussione ha ruotato sullo slogan lanciato da Italia Com-Fidi: “Pensare nazionale, agire locale” e sul rapporto tra banche e territorio si è sviluppato un vivace dibattito. Anche perché è stato detto “Le Pmi hanno particolarità che soltanto l’apporto dei consorzi Fidi può capire e indirizzare verso le molteplici opportunità che il sistema bancario può e deve offrire. «Affidarsi ad un consorzio di garanzia del credito forte, ramificato nel territorio, e fortemente patrimonializzato - è stato detto- può coniugare rischi d’impresa e coraggio d’investire». Italia Confidi risponde a queste caratteristiche. Oggi Italia Com-Fidi è per numero di imprese socie il primo Confidi nazionale espressione di un’Associazione datoriale ed intende per questo assistere tutte le imprese italiane che necessitino di una professionale assistenza nell’accesso al credito bancario.

ISTAT, l’Italia è fuori dalla

Dal rapporto annuale dell’istituto di statistica emerge una modesta ripresa di c La fiducia di famiglie e imprese, i consumi, le esportazioni, l’occupazione, gli investimenti, sono al centro del rapporto annuale dell’Istat: «Quello 0,3% in più di Pil registrato nel primo trimestre di quest’anno non è casuale e mostra un Paese che già dagli ultimi mesi dell’anno scorso sta emergendo faticosamente dalla crisi. Certo i segnali sono deboli, e non uniformi: gli occupati già ne 2014 sono cresciuti dello 0,4%, 88.000 in più, ma i livelli pre-crisi sono ancora molto lontani e la disoccupazione di lunga durata ha un’incidenza del 60% sul totale dei senza lavoro, con tempi di ricerca che arrivano a due anni. Inoltre la crescita si concentra nel Centro e nel Nord, mentre il Mezzogiorno sprofonda, con una perdita di mezzo milione di occupati dall’inizio della crisi. LE FAMIGLIE Per la prima volta dal 2008 il potere di acquisto delle famiglie nel 2014 si è stabilizzato e i consumi sono cresciuti dello 0,3%. Migliora la situazione di chi vive in condizioni particolarmente difficili. L’indicatore di grave deprivazione materiale, che tra il 2010 e il 2012 era passato dal 6,9 al 14,5%, è arretrato all’1,4%, a vantaggio soprattutto delle coppie senza figli o con un figlio, e tra gli anziani. Lo stato di maggiore sofferenza permane per le famiglie con almeno tre figli minori o le famiglie dove ci sono disoccupati. LE IMPRESE Rimangono molto piccole, con una dimensione media di 3,9 addetti. Il 2014 è stato caratterizzato comunque da segnali di ripresa: un’im-


ommessa impegnativa”

e di Italia ComFidi Questi i dati del Bilancio 2014 di “Italia Com-Fidi”  PATRIMONIO DI VIGILANZA: 87 milioni di euro  REQUISITI PATRIMONIALI: 12,3 milioni di euro (di cui 11milioni a fronte el rischio di credito)  ECCEDENZA PATRIMONIALE: 75 milioni di euro  COEFFICIENTE DI SOLVIBILITÀ (TOTAL CAPITAL RATIO): 42,30%  UTILE DI BILANCIO: oltre 110 mila euro  STOCK IMPRESE SOCIE  FINANZIAMENTI E GARANZIE 2014  finanziamenti in essere: 3.104.889.031 euro  garanzie in essere: 1.513.883.902 euro  aziende socie del Confidi: 64.999  FLUSSO IMPRESE SOCIE FINANZIAMENTI E GARANZIE 2014  flusso nuovi finanziamenti garantiti: 272.440.787 euro  flusso nuove garanzie: 133.165.105 euro  imprese garantite: 2.537

Nella foto: un'intervista a la Nazione di Emilio Quattrocchi Amministratore Delegato di Italia Comfidi

crisi

consumi, investimenti e occupazione, aumento della fiducia e del potere d’acquisto gettano le basi per una nuova crescita presa con almeno 20 addetti su due del settore manifatturiero ha aumentato il fatturato totale di almeno lo 0,8%. In particolare, il fatturato interno è aumentato per la prima volta da oltre tre anni. Con riflessi positivi sull’occupazione: infatti tre imprese manifatturiere su quattro e oltre il 70% di quelle dei servizi dichiarano di aver assunto nel 2014 personale dipendente. L’OCCUPAZIONE È tornata a crescere già nel 2014, ma solo per alcune specifiche categorie: i lavoratori ultracinquantenni, gli stranieri e le donne. Per i lavoratori più anziani pesano le riforme previdenziali, che hanno allontanato l’età della pensione: il tasso di occupazione degli ultracinquantenni, pari al 54,8%, è aumentato del 7,7% negli ultimi sei anni. IL BOOM DEL PART-TIME INVOLONTARIO La crisi ha accentuato l’uso, se non probabilmente l’abuso, del parttime, non come forma di flessibilità, ma come forma di sottoccupazione. Tra il 2008 e il 2014 l’incremento complessivo del part-time è di 784.000 unità, pari al 23,7% in più. Si stima che il 63,3% sia part-time involontario. Nel 2014 i lavoratori a tempo parziale hanno superato i quattro milioni. I DISOCCUPATI L’inizio di ripresa certo migliora solo leggermente una situazione che rimane ancora negativa. Continua a crescere la disoccupazione di

lunga durata, la cui incidenza sul totale supera il 60%: nel 2014 chi è alla ricerca di occupazione lo è in media da 24,6 mesi, da 34 se è alla ricerca del primo impiego. Nel 2014 gli inattivi arrivano a 1,6 milioni, 627.000 in più rispetto al 2008. I GIOVANI Sono i giovani a pagare il prezzo più salato di sei anni di crisi. Tra il 2008 e il 2014 sono spariti quasi 2 milioni di lavoratori under 35 (-27,7%), a fronte di un calo della popolazione nella stessa fascia di età di 947mila (-6,8%). In sei anni il tasso di occupazione degli under 35 è sceso di 11,3 punti percentuali, al 39,1% l’anno scorso, anche se la contrazione dell’indicatore si è decisamente attenuata (-0,8 punti percentuali) nel 2014 fino ad invertire la tendenza nel quarto trimestre (+0,3 punti). L’ISTRUZIONE PAGA I dati mostrano una situazione decisamente migliore per chi ha un livello d’istruzione più alto: infatti tra i laureati il tasso di occupazione si attesta al 75,5% nel 2014, mentre tra i diplomati arriva al 62,6% e per i meno istruiti si ferma al 42%, anche perché la crisi ha falcidiato soprattutto gli appartenenti a quest’ultima categoria. L’istruzione superiore paga anche in termini di retribuzione: nella ripartizione del Centro le donne laureate sono remunerate in media fino al 28,9% in più rispetto a chi ha il diploma di scuola media superiore, per gli uomini il vantaggio arriva al 67,9%.

LA MAPPA DELLE PROFESSIONI Il calo consistente prima e la modesta ripresa dopo hanno un po’ modificato la mappa delle professioni in Italia. Tra i gruppi professionali sono diminuiti soprattutto operai e artigiani, e tra le professioni qualificate sono scesi dirigenti, imprenditori e tecnici, mentre sono aumentate le professioni intellettuali e di elevata specializzazione. Nei servizi sono aumentate le attività non qualificate: la crescita dei servizi alle famiglie spiega in buona parte anche l’aumento dell’occupazione femminile. IL SUD RIMANE INDIETRO I segnali positivi percepiti tra la fine dell’anno scorso e questa prima parte del 2015 si fermano al Centro-Nord. «Le aree del Mezzogiorno - scrive l’Istat - si caratterizzano per una consolidata condizione di svantaggio legata alle condizioni di salute, alla carenza di servizi, al disagio economico, alle significative disuguaglianze sociali e alla scarsa integrazione degli stranieri residenti». Qualche dato: nel Mezzogiorno il reddito è più basso del 18% rispetto alla media nazionale; nelle aree interne più povere la differenza sale al 30%. Il che si riflette naturalmente nei consumi: le famiglie residenti al Sud spendono poco più del 70% della media nel resto del Paese.


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EDITORIALE/FIBA

Il servizio Cup anche nelle parafarmacie lucchesi Accordo tra Confesercenti e Usl 2 Anche le parafarmacie aderenti a Confesercenti Toscana Nord potranno svolgere l’attività di prenotazione delle prestazione sanitarie erogate in regime ambulatoriale, diventando quindi un “canale di accesso al servizio Cup”. Questo grazie ad un protocollo di intesa che l’Usl 2 di Lucca ha firmato con Confesercenti Toscana Nord (ed in particolare il suo sindacato parafarmacie) fino al 31 dicembre 2016. Un protocollo, come si legge nel documento, che parte dall’interesse della Usl 2 di sviluppare una rete diffusa di centri di prenotazione per agevolare ulteriormente l’accesso al CUP da parte dei cittadini. Servizio partito nel 1995 e che, estendendosi progressivamente a numerose farmacie pubbliche e private, garantisce l’intero processo di

prenotazione con il trattamento amministrativo delle impegnative e la riscossione dei ticket sanitari, rendendo un capillare servizio all’utenza. “Una volta che l’Usl 2 ha manifestato l’intenzione di estendere il servizio Cup anche alle parafarmacie – spiega la responsabile Confesercenti Lucca Valentina Cesaretti - in linea con le altre esperienze già in atto sul territorio regionale e nello spirito delle direttive regionali, abbiamo subito contattato i dirigenti per dare la disponibilità dei nostri soci. Il protocollo prevede che la parafarmacia predisponga e al proprio interno la “postazione Cup” costituita da un computer collegato alla rete internet, una stampante, un lettore di barre ottiche ed un letto-

re di smart card. La Usl fornirà gli appositi indirizzi e password per l’accesso al sistema ad ogni operatore della parafarmacia abilitato. Operatore che seguirà corsi di aggiornamento, fondamentali per mantenere una elevata performance operativa garantendo un alto livello di servizio offerto al cittadino. Con questo accordo che contiamo di estendere anche alle altre Aziende sanitarie – conclude Cesaretti – crediamo di aver dato una risposto concreta ai nostri soci per una crescita professionale, ma anche un servizio in più a tutti i cittadini. Le parafarmacie che vogliono aderire possono rivolgersi alla nostra sede di Lucca (telefono 0583 43281)”.

la protesta

Aperture serali dei supermercati Carrefour, Confesercenti contraria Le Confesercenti di Lucca e Massa Carrara si oppongono fermamente al prolungamento dell’orario, proposto da Carrefour, fino alle ore 24 (addirittura alle 1 di notte per il punto vendita di Massa). «Tale decisione – affermano i due responsabili Valentina Cesaretti e Adriano Rapaioli - è del tutto inutile e dannosa per l’economia locale. Già le aperture domenicali non stanno favorendo un aumento dei consumi e quindi del fatturato delle attività commerciali, ma molto semplicemente stanno trasferendo ulteriori quote di mercato dalla piccola alla grande distribuzione. In questi primi tre mesi dell’anno calcoliamo che il trasferimento di quote sia del 4%. Confesercenti da sempre è contro la scelta del Governo, che ha previsto una liberalizzazione selvaggia degli orari e delle aperture – continuano – sia per ragioni di metodo che di merito. Si pigia ancora una volta il pedale dell’acceleratore sul commercio mentre gli altri processi di liberalizzazione, come quello delle professioni o del trasporto ferroviario, restano al palo. Inoltre, la scelta di totale deregolamentazione degli orari nei giorni festivi, domenicali e infrasettimanali è davvero insostenibile per le piccole imprese e troppo costosa per le grandi. Non è questo il modo per far aumentare i consumi, come ci dimostrano anche esperimenti portati avanti in altre città». La conclusione: «Oltre a questo dobbiamo anche considerare il contesto locale: la collocazione dei punti vendita in questione su Lucca e Massa Carrara non sono certo un esempio di periferia caratterizzata dalla frenetica vita notturna. Il prolungamento dell’orario, quindi, non si profila come servizio ulteriore alla cittadinanza, dal momento che in quella particolare zona della città non si evidenzia assolutamente tale fabbisogno. Se su questi particolari punti vendita, inoltre, le aperture domenicali non hanno portato ad ulteriori incrementi di fatturato; non ci illudiamo che questo si possa realizzare prolungando l’orario fino alle 24. Sicuramente la scelta è dettata da altre strategie, fatte sulla pelle dei lavoratori dipendenti e dei piccoli commercianti».

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Il divertimento è una cosa seria Giampaoli: “Individuare il punto di equilibrio tra le esigenze di sicurezza e ordine pubblico e il principio di libera iniziativa economica ed imprenditoriale” Confesercenti interviene per ribadire la propria posizione sul tema del divertimento serale in Versilia, che come ogni estate, torna nuovamente sulla cresta dell’onda. A parlare è la Presidente di Confesercenti Versilia, Esmeralda Giampaoli che afferma “Il divertimento è una cosa seria, motivo per cui è necessario prestare la massima attenzione per individuare il punto di equilibrio tra le esigenze di sicurezza e ordine pubblico e il principio di libera iniziativa economica ed imprenditoriale, sancito dall’articolo 41 della Costituzione Italiana”. Ancora Giampaoli “Le aziende hanno assunto modelli di comportamento virtuosi già in passato, avviando un processo di autoresponsabilizzazione degli attori, avendo la consapevolezza di essere le prime a subire gli effetti di accadimenti negativi”. Prosegue Giampaoli: “Infatti, le attività imprenditoriali sono le prime a pagare le conseguenze della mancanza di sicurezza, motivo per cui condividono la necessità di individuare i giusti strumenti per la promozione del senso di sicurezza e di presidio del territorio. E questa esigenza è stata manifestata in più di una circostanza, con significative prese di posizione e atti concreti. Ad esempio la scelta dei locali della Darsena di dotarsi di un servizio di vigilanza esterna, condividendone gli oneri, è significativa di un’attenzione costante sul tema”. Pertanto, secondo Giampaoli “L’obiettivo è quello di trovare il giusto equilibrio tra l’esigenza di un divertimento sano e sicuro, la tutela dell’esercizio dell’attività imprenditoriale, indispensabile per il rilancio dell’offerta turistica cittadina, e l’esigenza di sicurezza e di ordine pubblico. I tre obiettivi sono strategici e vanno di pari passo”.

Confesercenti e W Le Donne fanno squadra

Sconti per i soci nell’atelier di Fornacette

Una nuova convenzione è stata siglata dalla Confesercenti con il negozio W Le Donne di Fornacette in via Tosco Romagnola Ovest 87. Per tutti i soci e per i loro familiari, sconto del 15% che diventa del 20% per l’acquisto di almeno cinque capi di abbigliamento. La convenzione prevede anche un pacchetto donna ed un pacchetto uomo ad un prezzo definito: abito donna o pantalone, camicia e maglia a 170 euro; abito uomo, camicia e cravatta a 170 euro. W Le Donne è poi specializzato per gli abiti per sposo e sposa, cerimonie, ma anche premaman, bambini, taglie forti, abbigliamento e accessori.


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primo piano

Un progetto per la valorizzazione del Litorale Massese Ageparc e Assocamping sottoscrivono un protocollo di intesa con il Comune di Massa per il rilancio della costa Investimenti, valorizzazione dei beni pubblici, collaborazione tra imprenditori turistici e Amministrazione, in pratica, fare sistema e unire le forze per valorizzare al massimo un’area che resta la più vasta offerta per campeggiatori d’Europa. E’ questa l’idea di fondo che sottende il Protocollo d’intesa per la riqualificazione e il rilancio di Partaccia presentato in conferenza stampa dal sindaco Alessandro Volpi, dal vicesindaco Uiliam Berti e dagli assessori Gabriele Carioli e Giovanni Rutili insieme a Marco Lucetti, Ercole Mussi e Matteo Tarabella di Ageparc e Assocamping. L’Amministrazione si s’impegna ad investire parte delle risorse dell’imposta di soggiorno e a collaborare

stabile dell’ex Combriccola, fino alla pianificazione di una maggiore manutenzione urbana, di una nuova segnaletica stradale con modifiche alla viabilità e nuovi sensi unici, più sicurezza e controlli grazie alla sinergia fra forze dell’ordine richiesta al Tavolo della Sicurezza Pubblica. Poi c’è il mercatino e l’intenzione di rilanciarlo con una riqualificazione delle attività merceologiche e mettendo a bando i box rimasti sfitti. Infine il capitolo dei rifiuti con l’obiettivo di riorganizzare la raccolta e i campeggiatori che puntano alla diffusione della differenziata nei camping chiedendo la collaborazione dell’Asmiu per un servizio meglio gestito e un più capillare spazzamento

attivamente con l’associazione dei campeggiatori per un progetto di marketing territoriale dell’area di Partaccia cui partecipano diversi settori comunali: attività produttive, patrimonio, viabilità e ambiente. Si tratta di oltre quattrocentomila euro d’investimenti complessivi destinati alla zona che si traducono in un vero e proprio progetto di restyling calendarizzato in diverse tappe e volto alla valorizzazione di una delle zone a più spiccata vocazione turistica del comune. Si parte dai trasporti e dai collegamenti con il Centro, la Marina e Carrara - assicurati con bus navetta - per arrivare a comprendere un distaccamento dei vigili urbani e la nuova farmacia comunale nel ristrutturando

l’iniziativa

Cooking show di Vetrina Toscana al Fuori Expo della Regione Toscana Grande successo dei testaroli della Lunigiana abbinati alle cicale

Si è svolto nella mattinata di mercoledì 27 maggio, a Milano nel Fuori Expo della Regione Toscana, nello splendido scenario dei Chiostri dell’Umanitaria, all’interno del progetto “I Bianchi Apuani” promosso dalla Camera di Commercio di Massa Carrara, il “Cooking Show” firmato da Vetrina Toscana. Nella pentola: i testaroli della Lunigiana e le cicale, per creare un connubio nuovo ed originale. Il mare, nella cucina dell’Expo, ha incontrato la montagna. Ai fornelli, a presentare la ricetta nello spazio “cucina”, gli chef, Stefano Rocchi del ristorante “I 3 Compari” del centro storico di Massa e Marco Mignani del ristorante “Emilia” dei Ronchi, con l’aiuto di Atzeni Alberto, hanno preparato un piatto veramente indimenticabile per i visitatori milanesi ma non solo. L’occasione è stata l’inaugurazione della settimana della provincia di Massa Carrara: in platea i sindaci ed amministratori dei comuni apuani e i rappresentanti delle associazioni di categoria. Confesercenti Toscana Nord, Area Massa Carrara, era presente con una delegazione guidata dal suo Presidente Paolo Arpagaus. Ricetta dei Testaroli di castagna con le cicale, ingredienti: cipollotto fresco di Bassano, pomodorini, basilico, cicale, peperoncino, testatoli di farina di castagna. Preparazione: si tagliano le cicale e si mettono in padella con i cipollotti, si aggiungono i pomodorini il basilico, il peperoncino e successivamente si aggiungono i testaroli appena sbollentati terminando la cottura in padella.

Eurosportello.eu Si informa che, chi volesse essere inserito gratuitamente nelle mailing di Eurosportello Confesercenti per ricevere informazioni o iscriversi al bollettino sulle opportunità europee, nazionali e regionali può contattare Barbara Santicioli - santicioli@eurosportello.eu tel. 055 5320106. Sono forniti, dietro preventivo gratuito, anche servizi personalizzati sulle stesse tematiche a imprese ed enti pubblici. Per maggiori info visita il nostro sito all’indirizzo: www.eurosportello.eu Consulenze gratuite su finanziamenti Risposte a quesiti su temi comunitari o su normative estere Ricerca di partner commerciali all’estero Contatto con funzionari della Commissione Europea Valutazione progetti Comunitari

tel. 39 055 315254 fax 39 055 310922 info@eurosportello.eu www.eurosportello.eu

Proposte di cooperazione commerciale CODICE: BRUK20131217002 Una PMI inglese, attiva nel settore hardware e software per la fornitura, installazione, supporto, risoluzione dei problemi, aggiornamenti e migrazioni di cloud, è interessata ad esplorare le opportunità di intermediazione con fornitori internazionali di software o hardware. CODICE: BRTR20131010001 Impresa turca specializzata nella produzione di metallo e parti in plastica per l’automotive, elettrodomestici e costruzioni è alla cerca di partner per servizi di intermediazione commerciale (distributore, agente e rappresentante) provenienti dalla Svizzera e altri paesi europei. CODICE: BRPL20141010002 Impresa polacca operante nel settore dell’energia solare cerca fornitori di viti per pannelli solari. L’azienda è alla ricerca di accordo di cooperazione con partner industriali europei. CODICE: BRHU20141031001 Impresa ungherese specializzata nella fornitura di soluzioni e servizi IT è alla ricerca di subfornitori per l’adattamento di un software in Romania e in altri paesi europei. Per maggiori informazioni si prega di consultare la pagina: http://www.ueonline.it/networking/ upload/140126.pdf

PROGRAMMA COSME Sostenere la crescita competitiva e sostenibile nel settore del turismo Il bando mira a sviluppare e sostenere progetti di cooperazione transnazionale nel settore del turismo con il coinvolgimento delle PMI e in stretta cooperazione con gli Stati membri. I progetti si dovranno concentrare su cinque obiettivi generali della politica comunitaria per il turismo: (1) L’aumento della domanda turistica, (2) La diversificazione dell’offerta turistica, (3) Il rafforzamento del turismo di qualità attraverso la sostenibilità, l’accessibilità, le competenze, le informazioni e l’innovazione, (4) il miglioramento delle conoscenze socio-economica del settore e (5) L’aumento della visibilità dell’Europa come destinazione turistica. L’invito è aperto a PMI, enti pubblici e altre organizzazioni. La sovvenzione copre il 75% delle spese. La scadenza è il 30 giugno 2015. Per maggiori informazioni si prega di consultare la scheda al seguente link: http://www. ueonline.it/networking/upload/138378.pdf

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Design-based consumer goods La richiesta di beni di consumo design-based mira a ridurre il time-to-market di soluzioni innovative, rimuovere gli ostacoli ad una più ampia applicazione di soluzioni creative, creare o ampliare i mercati per i prodotti derivati (o servizi) e, infine, migliorare la competitività delle PMI europee nei mercati mondiali. Inoltre, vi è un potenziale importante per replicare le innovazioni non solo nelle PMI partecipanti, ma anche attraverso la supply chain, generando importanti ricadute positive. Il bando sosterrà progetti di PMI per la distribuzione di prodotti, servizi o soluzioni di prima applicazione, lanciati sul mercato o la replica di tecnologie e soluzioni creative, che sono già state dimostrate, ma a causa di scaling up e / o dei rischi di commercializzazione necessitano di incentivi per penetrare il mercato. L’invito è aperto alle PMI e altre persone giuridiche pubbliche o private. La sovvenzione copre il 50% delle spese. La scadenza è il 23 luglio 2015. Per maggiori informazioni si prega di consultare la scheda al seguente link: http://www.ueonline.it/networking/upload/139180.pdf

BANDO Per favorire la partecipazione delle piccole e medie imprese al Programma Horizon 2020 Con questo bando la Regione Toscana intende favorire la partecipazione delle imprese toscane al programma a gestione diretta della Commissione europea Horizon 2020. In particolare l’intervento mira a sostenere le MPMI che abbiano presentato una proposta progettuale, in qualità di capofila o partner, su un bando specifico a valere sul programma Horizon 2020. Affinché l’impresa possa beneficiare dell’aiuto regionale è necessario che la proposta progettuale abbia conseguito una valutazione complessiva pari o superiore alla soglia minima posta prevista dalla Commissione Europea, ma non abbia avuto accesso al finanziamento da parte dell’UE. L’aiuto è concesso sotto forma di contributo a fondo perduto, modulato in modo differenziato a seconda che l’impresa abbia partecipato in forma di partenariato o meno. La scadenza è il 30 Settembre 2016. Per maggiori informazioni si prega di consultare la scheda al seguente link: http://www.ueonline.it/networking/upload/139196.pdf

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PIL, l’Italia riaccende i motori

Dopo 5 trimestri negativi l’Istat certifica che l’Italia torna a crescere. Il prodotto interno lordo riconquista il segno “+” salendo allo 0,3%. Il livello più alto da 4 anni a questa parte. Poca cosa, ma significa che si sono riaccesi i motori.

Inversione di rotta in Toscana: Crescono imprese commerciali e turistiche

Inversione di rotta per le iscrizioni di nuove imprese ai registri delle Camere di Commercio della Toscana: sono state 6.080 nel quarto trimestre del 2014, +3,1% rispetto allo stesso periodo del 2013, che segna un ritorno alla crescita dopo quattro trimestri consecutivi negativi. L’andamento regionale è stato inoltre migliore anche rispetto alla media nazionale (+1,7%). Restano invece con il segno meno, fra ottobre a dicembre 2014, le aperture di nuove unità locali (2.249, -14,2%), con una variazione che in questo caso è invece nettamente peggiore alla media italiana (-4,4%).

Bonus 80 euro e consumi interni

Il contrastato bonus di 80 euro sui salari, a conti fatto ha fatto crescere i consumi dello 0,5% ogni trimestre per 9 mesi consecutivi. Per quanto cresca l’export, il PIL è fatto per tre quarti di domanda interna. Questo dato ha contribuito all’uscita dalla recessione.

Effetto sgravi fiscali

I dati INPS certificano che gli sgravi fiscali introdotti nella legge di stabilità sulle assunzioni a tempo indeterminato, nel primo trimestre 2015 hanno riguardato ben 268.000 contratti, con un aumento del 24,1%. Si sono contestualmente ridotti molti contratti a termine o d’apprendistato.

Occupazione: Cresciuta tra gli ultra cinquantenni

È tornata a crescere già nel 2014, ma solo per i lavoratori ultracinquantenni, gli stranieri e le donne. Per i lavoratori più anziani pesano le riforme previdenziali, che hanno allontanato l’età della pensione: il tasso di occupazione degli ultracinquantenni, pari al 54,8%, è aumentato del 7,7% negli ultimi sei anni.

Disoccupazione di lunga durata

È un dato che rimane ancora negativo. Continua a crescere la disoccupazione di lunga durata, la cui incidenza sul totale supera il 60%: nel 2014 chi è alla ricerca di occupazione lo è in media da 24,6 mesi, da 34 se è alla ricerca del primo impiego. Nel 2014 gli inattivi arrivano a 1,6 milioni, 627.000 in più rispetto al 2008.

La crisi è più salata tra i giovani

Sono i giovani a pagare il prezzo più salato di sei anni di crisi. Tra il 2008 e il 2014 sono spariti quasi 2 milioni di lavoratori under 35 (-27,7%), a fronte di un calo della popolazione nella stessa fascia di età di 947mila (-6,8%).

Pensioni pagate tutte il primo del mese

Dal 1 giugno dovrebbe scattare la razionalizzazione delle date di pagamento delle pensioni Inps. Saranno pagate tutte il primo del mese (e non il giorno 10 come avviene oggi per molti trattamenti). Questa operazione, sulla base di un accordo tra Poste e sistema bancario, non avrà costi a carico dello Stato.

Bonus mancata rivalutazione pensioni

Come è noto la Corte Costituzionale ha ritenuto illegittima una norma della legge Fornero che aveva bloccato (qui manca roba).

Dopo 14 anni torna il falso in bilancio

La norma varata dal governo Berlusconi nel 2001 che aveva depenalizzato gli abusi nelle scritture aziendali è stata abolita. È perseguibile d’ufficio e le pene possono arrivare a 8 anni di reclusione per le società quotate. Da 1 a 5 anni per quelle non quotate. Da 6 mesi a 3 anni per le piccole società che non raggiungono i 15 dipendenti. Sono aumentare considerevolmente le pene per i reati di corruzione e viene allungato il periodo di prescrizione. Infine non potrà patteggiare la pena chi non ha restituito il maltolto.

Mensile di informazione al servizio del commercio e del turismo Reg. Trib. FI: nr. 5091 del 30/7/2001 Anno 15 - n. 12 giugno-luglio 2015 Editore: Edimedia Srl Direttore Responsabile: Massimo Biagioni Redazione e Pubblicità: Edimedia Srl via Volturno, 10/12a 50019 Sesto F.no - FI tel. 055340811 - fax 055340814 info@edimedia-fi.it Stampa: Industria Grafica Valdarnese tel. 0559122550 Chiuso in redazione l’8 giugno Distribuzione in abbonamento postale a tutte le imprese commerciali, turistiche e di servizi della Toscana

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