e d i to r i a l e
Crisi del clima e sostenibilità LE IMPLICAZIONI PER LE IMPRESE Luca Crosetto
Indubbiamente questo fenomeno – che molto ha colpito la nostra regione e provincia negli ultimi mesi – sta facendo sentire i suoi effetti anche su tante imprese del settore agroalimentare cuneese, che utilizzano e trasformano i prodotti del comparto agricolo. Oltre alle difficoltà oggettive nella lavorazione, la scarsità della materia prima si traduce in un aumento dei costi, che indubbiamente poi impatta poi sul prezzo al consumatore finale”. Si va dal settore caseario, in cui le vacche, sia in alpeggio che in pianura, già soggette a un fisiologico “calo di resa” nei mesi estivi, non sono più riuscite a pascolare come un tempo. Su frutta e verdura, largamente utilizzati dalle aziende del sottovetro, la situazione varia un po’ da zona a zona – ma, se in parte le coltivazioni sono riuscite a sopperire all’arsura, i cambiamenti climatici in fase di fioritura hanno fatto registrare cali di produzione in alcuni casi anche clamorosi (pere Williams: un quarto rispetto allo scorso anno). A questo poi si sono aggiunte alcune grandinate che hanno danneggiato irrimediabilmente le produzioni. Bassa produzione anche per un’altra eccellenza 2
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LA VOCE D E LL’IMPR ESA
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S ET T E M B R E 2021
Il futuro è (sempre più) nelle nostre mani. Non dimentichiamolo.
► FOCUS SU… Dissesto idrogeologico e territorio a rischio con crisi degli investimenti PA: persi 60,7 miliardi di euro in 10 anni
Presidente territoriale Confartigianato Imprese Cuneo
► In questo inizio d’autunno che ancora porta con sé qualche strascico della calura estiva ed è caratterizzato da un tempo meteorologico incerto, torno a parlare di sostenibilità. E se le tematiche del climate change vi sembrano lontane dal nostro mondo di imprenditori artigiani… ahimè temo che dovrete ricredervi. Recentemente sono stato chiamato a esprimermi sull’argomento da un noto quotidiano nazionale (La Stampa – Edizione Cuneo, 23/09/2021, ndr) sulle implicazioni che la recente siccità ha sul nostro comparto artigiano.
piccoli imprenditori artigiani, dobbiamo sempre tenere a mente. Le nostre azioni e decisioni ricadranno sui nostri figli.
tipica del territorio, i funghi. Più in generale – e di questo sicuramente torneremo a parlare in modo più approfondito e puntuale – queste problematiche si riconducono a uno dei nodi che (assieme a storiche carenze infrastrutturali fisiche e digitali) affligge la nostra provincia: la mancanza di invasi idrici su cui da decenni si discute, ma purtroppo con scarsi risultati. In ultimo, facendo un ragionamento di più ampio respiro e guardando al mutamento delle dinamiche agricole, non si fa fatica a prevedere dei cambiamenti che impatteranno sulle macchine e tecnologie della meccanizzazione agricola. Dati che vanno pesati in un’ottica di scala, e su cui vale la pena di riflettere per iniziare a operare in modo più sostenibile. Ancora convinti che siano temi “lontani” dal nostro mondo? E c’è di più. L’attenzione all’ambiente, al riciclo, al riuso interessa sempre più tutti i settori produttivi – non solo quelli dell’agroalimentare. Ne è un esempio la prossima, ormai imminente, entrata in vigore dell’etichettatura ambientale, che riguarda praticamente tutto lo spettro della produzione manifatturiera (ne parla il nostro Direttore nella pagina a fianco e, anche in questo caso, Confartigianato è sul pezzo con azioni di rappresentanza verso le Istituzioni, informazione puntuale agli associati e l’affiancamento alle imprese con un preciso servizio di consulenza specifica). Infine… tutto ciò che concerne l’ambiente a noi circostante – inteso anche in senso “più ampio” della “natura” – ci tocca, in ultima analisi, come “consumatori”, come famiglie e comunità. Ed è proprio questo che, soprattutto noi
La configurazione geologica dell’Italia e gli effetti del cambiamento climatico si associano ad un consistente rischio di dissesto idrogeologico. Come ricordato dall’ultimo rapporto dell’Ispra sugli indicatori del clima, il 2020 in Italia è stato un anno prevalentemente caldo, con condizioni di siccità estese a tutto il territorio nazionale nei primi mesi dell’anno, mentre eventi meteorologici di grande intensità hanno interessato diverse aree del territorio nazionale. A scala globale sulla terraferma il 2020 è stato l’anno più caldo della serie storica, in Italia è stato il quinto anno più caldo dal 1961, con un’anomalia media di +1,54°C. Nella valutazione del rischio idrogeologico, l’Italia è uno dei paesi europei maggiormente interessati da fenomeni franosi, con 620.808 frane che interessano un’area pari al 7,9% del territorio nazionale, mentre le aree a pericolosità idraulica media sono pari all’8,4% del territorio. Al rischio di frane e alluvioni si associa un gap infrastrutturale che influisce sulla qualità della vita dei cittadini e l’attrattività turistica. Le perdite idriche in distribuzione in Italia sono del 42% e risultano in costante aumento. Una chiave di interpretazione dell’alto grado di esposizione ai rischi e la scarsa performance di servizi pubblici essenziali è fornita dalla crisi degli investimenti pubblici che in Italia è stata più severa rispetto agli altri paesi Ue, aggravando le conseguenze sul territorio degli eventi atmosferici estremi. Anche nell’anno dello scoppio della pandemia, il 2020, la caduta degli investimenti privati per 31 miliardi di euro è stata solo in minima parte compensata dall’aumento di 2,8 miliardi di investimenti pubblici. Nell’arco degli ultimi dieci anni, tra il 2011 e il 2020, si cumula una perdita, a prezzi correnti, di 60,7 miliardi di euro di investimenti della Pubblica amministrazione rispetto al decennio precedente (2001-2010).