Raccontare la Pietra

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Capitello di bifora utilizzato come mortaio, XIII–XIV sec. prasinite, pietra ollare verde della zona del Monviso (Visu) cm 21x21x15,5

Le tête coupé sono di derivazione celtica e della Gallia, di origine scaramantica, posizionate su porte, portali, fontane, colonne, finestre e oggetti di casa. Il mortaio è di famiglia borghese del XIII–XIV secolo della Val Varaita (Casteldelfino, Bellino, Chianale). Altri esempi si ritrovano in Val Maira a Elva e Val Macra. Proveniente dalla frazione Chiesa di Pontechianale finita in immersione nel lago di Pontechianale nel 1936 – 1942. Queste figure allontanavano gli spiriti maligni in un quadro di arcaica cultura magico religiosa. Le figurazioni affondano in un entroterra insondabile di cultura pagana. Sono volti umani alternati a figurazioni animali (la IV testa è di lupo) di cui, allo stato attuale della conoscenza, non è possibile definire il valore e il significato. Il volto umano in questo tipo di figurazione ha un ruolo legato alla funzione aprotopaica della maschera umana (Guida della Val Varaita (La Val Varacio), a cura di Sergio Ottonelli, Centro Studi e Iniziative Valados Usitanos, Gaiola CN, 1979; Arte nel territorio della diocesi di Saluzzo, C.E.I. Conferenza Episcopale Italiana, a cura di Romano Allemano, Sonia Damiano, Giovanna Galante Garrone, L’Artistica Editrice, Savigliano CN, 2008) nei percorsi scultorei dall’Alto Medioevo all’alba del Rinascimento (Portale di Santa Margherita di Casteldelfino, tutta la parte lapidea della Diocesi).

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