Bilancio di Genere 2012

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1. Il Bilancio di Genere: da strumento di rendicontazione a strumento di Governance Realizzare un’analisi di genere dei bilanci pubblici significa porre l’accento sugli impatti che i bilanci e le politiche pubbliche hanno sulle donne e sugli uomini. Queste differenze nascono dalla diversità di reazione alle scelte politiche e alla distribuzione delle risorse economiche. Così il gender auditing dei bilanci pubblici consente di impostare un’analisi particolareggiata che permetta contemporaneamente di raggiungere obiettivi di equità ed efficienza nella distribuzione delle risorse, cercando di accrescere nei cittadini la consapevolezza degli impatti e delle implicazioni di genere derivanti dalle scelte degli amministratori stessi.

1.1 . Un bilancio in continua evoluzione In questo ambito, i documenti di rendicontazione sociale e di genere sono quindi cresciuti negli anni, nel senso stretto del termine: si è partiti dai principi, dettati anche a livello europeo, ci si è affidati poi agli esempi e alle buone pratiche di altri Paesi, si è cercato inoltre di sviluppare una metodologia, ricercando gli strumenti migliori per approfondire l’analisi, senza perdere di vista la comunicazione dei risultati all’utenza in un’ottica di trasparenza e semplicità. Anche per il comune di Udine il Bilancio di Genere del 2012 è frutto di un’evoluzione, non solo nei dati e nella presentazione, bensì anche nei metodi impiegati, nel significato di questo sistema complesso di rendicontazione e nella sua valenza. La prima sperimentazione è stata fatta nel 2008, basata sui dati del 2007. Quel primo Bilancio costituiva un allegato al Bilancio Sociale, una forma embrionale di lettura di genere del Bilancio comunale. Il primo bilancio di genere non riportava una riclassificazione analitica dei dati di contabili, ma presentava, tra l’ altro, un’interessante analisi per macroaree dei bisogni legati al genere. Mantenendo la stessa impostazione, il Bilancio di Genere del 2009 effettuava un’ulteriore passo avanti e diventava un documento completo e unico, ricco di approfondimenti e con un approccio di analisi che spaziava dalle statistiche della popolazione, alla descrizione della situazione economica (imprese, lavoro, università), per poi passare a proporre una riclassificazione delle voci di bilancio relative alla spesa corrente e ad alcuni interventi rientranti nella voce investimenti. La crisi economica e la conseguente riduzione dei trasferimenti Stato-Regione e RegioneComune aveva imposto a tutti i livelli istituzionali, proprio a partire dal 2009, una contrazione significativa della spesa pubblica e, conseguentemente, anche nella spesa di genere che quindi ne ha risentito. Il modello di Bilancio di Genere così strutturato è stato riproposto nel 2010, ma è nel 2011 che il documento ha assunto un diverso significato, essendo stato ripensato non più solo in un’ottica di sola rendicontazione, bensì anche come strumento di programmazione. Quindi il Bilancio di Genere ha cominciato a presentare proposte ed evidenziare necessità ed esigenze. Dal progetto “Costruiamo la nostra città”, ad esempio, si è tratto spunto per definire alcuni aspetti importanti per il genere, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita all’interno del contesto cittadino.

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