Santa Maria Capua Vetere nellamemoria del Grand Tour

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Bonaventura in estasi, mentre si tratta dell’estasi estrema, in punto di morte, di San Pietro d’Alcántara. “Si vede il Santo, seduto nell’atto di scrivere, che, sorpreso, guarda estaticamente all’apparizione della Madonna Immacolata, che si allontana dai canoni dell’iconografia ufficiale perché riproduce la Madonna, seduta nell’atto di schiacciare il capo infernale serpente, affaccendata a mantenere con tutte e due le braccia l’irrequieto Figlio; mentre ordinariamente la Vergine Immacolata è rappresentata in piedi, con o senza il divin Figlio, che stritola la testa del diavolo. Che si tratti dell’Immacolata è sicuro, in quanto i simboli (le dodici stelle, la luna falcata, il serpente sotto i piedi) che l’accompagnano sono propri dell’iconografia dell’Immacolata. E poi quel teschio, sullo scrittoio stona un po’. L’accettiamo così come è, indice cioè, della morte entrata nel mondo mediante il tentatore, chiamato da S. Giovanni «peccatore fin dal principio», che indusse il primo uomo al peccato, dalla quale fu liberata Maria, preservata dal peccato originale in vista dei meriti di Gesù Cristo. Questo quadro esalta il pittoricismo di chiara derivazione barocca e il colorismo di scuola veneziana del Giordano, artista di area napoletana in sintonia con altre scuole pittoriche”. Due le notazioni principali che possono essere fatte su questa descrizione. Il teschio appartiene in toto all’iconografia di San Pietro d’Alcántara, quindi non “stona”. L’influenza della scuola veneziana nell’opera di Giordano è

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