L’Acquedotto Nicolay Questa fu, fra le fonti di approvvigionamento idrico della città di Genova, quella che per prima venne progettata in sinergia con alcune di quelle che oggi definiremmo altre “grandi opere”, costituendo così prima di tutto un esempio di felice lungimiranza progettuale. La “Compagnia del Nuovo Acquedotto” si costituì in data 14 giugno 1853 con atto del regio Notaio Michelangelo Cambiaso ed ebbe per oggetto “la raccolta delle acque di sorgiva concorrenti nella
alle necessità poste in essere dall’affinamento delle nuove esigenze igieniche. E, non dimentichiamolo, anche in risposta alle esigenze di natura tecnica ed industriale, come ad esempio l’alimentazione delle caldaie delle locomotive a vapore. Questo fu solo l’atto formale, perché l’avvio dell’operazione industriale avvenne un anno dopo quando il governo piemontese, presieduto da Cavour (che nutriva una mai celata simpatia per il capoluogo ligure, pare originata da un suo amore di gioventù sbocciato con una gio-
Acquedotto Nicolay
grande galleria dei Giovi e la loro conduzione in Genova”. Tale coraggiosa iniziativa imprenditoriale prendeva corpo in risposta alla necessità ormai impellente, di dotare la città di un nuovo acquedotto per far fronte, non solo al fabbisogno in aumento di una popolazione in crescita costante, ma pure
vane nobildonna quando lui era di stanza a Genova come ufficiale dell’esercito), ratificò con proprio decreto le convenzioni che concedevano al Cavalier Paolo Antonio Nicolay di derivare le acque provenienti dal torrente Scrivia utilizzando la galleria ferroviaria dei Giovi, allora in corso di costruzione, fronteggiando così per 43