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Così un cittadino (non meglio identificato) di Battipaglia, che ha partecipato alla rivolta, descrisse lo scontro con gli sbirri e i due paesani vittime del piombo della “sbirraglia”. “Battipaglia nove aprile tutti in piazza sono scesi rossi, bianchi, d’ogni colore per difendere il lavoro. Come sempre li padroni la sbirraglia hanno mandato con i mitra caricati come ad Avola e Viareggio.
Chista è storia di oggi storia di povera gente ammazzata come cani per difendere lu pani. Nella terra di Campania dove Cristo s’è fermato scorre il sangue nella strada della gente più sfruttata. Carmine si chiamava lu guaglione assassinato e Teresa la maestra che lu core ci hanno squarciatu. E la storia si ripete come sempre c’è l’inchiesta gli assassini restan fuori e i poveri in galera”. Lotta dopo lotta, la coscienza cresceva, c’era speranza, un futuro si vedeva. Ma c’era già chi nell’ombra tramava e una grossa bomba confezionava. 62