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Editoriale

Le prime azioni in campo

di Marco Staniscia | Presidente cantina Colle Moro

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Il nostro primo anno di insediamento è già terminato e possiamo oggi constatare che regna ancora un clima di forte incertezza nel mondo vitivinicolo. Dopo aver notato una forte ripresa del mercato nell’ultimo semestre del 2021, abbiamo registrato un inizio 2022 altalenante e un riacutizzarsi della pandemia. A raccontare lo stato dell’arte del mondo del vino ci sono i

dati di produzione, che segnano un calo netto nei tre grandi Paesi europei e quelli sul com-

mercio che dipingono un quadro di forte recupero dopo un anno e mezzo di difficoltà. Dopo un lungo stop siamo tornati alla convivialità e questo ha portato un’accelerazione repentina nella crescita della domanda. La sfida ora è reagire in modo tempestivo. Dall’estate all’autunno siamo tornati ad essere presenti con i micro-eventi regionali: dagli “Aperitivi Letterari sul Trabocco Turchino”, nati dalla collaborazione con il Rotary Club Lanciano, al “Festival del Peperone Dolce di Altino”, “Cococcioliamoci” ed ancora “Trabocco al Tramonto”, “Cerasuolo a Mare” e la “Festa dell’Olio Nuovo di Frisa”, oltre che con la partecipazione a due fiere di settore che ci hanUn’immagine dello stand di Colle Moro in occasione della Fe- no consentito di sta dell’Olio Nuovo di Frisa. testare di nuovo il mercato, come il Vinitaly Special Edition di Verona e la World Bulk Wine Exhibition di Amsterdam. Tanto ancora avremmo voluto realizzare nel 2021, anno che ha segnato anche il sessantesimo anniversario della nascita di Colle Moro, costituita nel 1961. Una cooperativa che ci portiamo dentro e a cui tutti i nostri soci sono molto legati, che cerchiamo di tutelare e promuovere al meglio. Siamo orgogliosi del lavoro svolto finora. Abbiamo raggiunto questo grande traguardo grazie all’impegno e alla dedizione dei nostri 500 soci e di tutti coloro che hanno contribuito a far grande la nostra cantina. Tanti ancora sono i progetti ai quali intendiamo dar luce. Abbiamo ripensato l’organigramma aziendale e stiamo puntando a promuovere la filosofia produttiva della lotta integrata attraverso l’adozione di tecniche volte alla riduzione dell’impatto di fitofarmaci in vigna e la salvaguardia della biodiversità nonché il rispetto della salu-

te umana. Il tema della sostenibilità non comprende solamente la cura del suolo, della vigna e le tecniche di produzione dei vini, ma prende in considerazione anche il tessuto sociale, formativo ed economico ed è un tema a cui sono particolarmente attente le nuove generazioni. Sostenibilità del vino significa produrlo cercando di preservare le risorse naturali per le generazioni future e ricercare i migliori metodi per ottenere il minor impatto possibile sull’ambiente. A tal proposito, e come naturale proseguo di questa filosofia produttiva, il CdA auspica che almeno i soci che hanno già adottato questo protocollo pongano una maggiore attenzione anche verso la produzione di vini biologici. Abbiamo, inoltre, impiantato un vigneto sperimentale con sistema di allevamento a pergola abruzzese con portainnesti M1 resistenti alla siccità con varietà Merlot Kanthus, resistente alle crittogame, dandolo in gestione a due nostri giovani soci e stiamo continuando con il processo di rinnovamento ampeleografico andando ad incentivare il reimpianto dei vigneti. Il Consiglio di Amministrazione continua a portare avanti anche attività di ricerca e sviluppo della società con un costante processo di affinamento della qualità dei prodotti, dell’efficienza dei processi e dello sviluppo di nuovi vini da immettere sul mercato, come gli ultimi due vini celebrativi che portano il nome “Sessantesimo”, un montepulciano DOP e un bianco IGP. Abbiamo strutturato anche le attività di studio e sperimentazione di diverse soluzioni tecnologiche e logistiche utili a ridurre i costi di produzione e fare efficienza e, infine, ricordiamo che sono stati effettuati i lavori di consolidamento della scarpata retrostante la cantina Colle Moro, previsti nel Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2019/2021.

La pergola abruzzese candidata a patrimonio UNESCO

La pergola abruzzese rappresenta l’identità della comunità contadina della fascia collinare teatina e quasi la esclusiva base economica. Da questa chiara, obiettiva, lampante immagine paesaggistica, che in fondo ha radici nelle famiglie di ciascuno di noi, il 9 Giugno 2017, è partito il progetto di riconoscimento, valorizzazione e tutela del paesaggio vitivinicolo delle colline teatine, unico grandioso paesaggio esclusivo – a livello nazionale - con pergole a perdita d’occhio, localmente chiamata “capanna” oltre che “tendone”, ma tecnicamente pergola abruzzese. La campagna di sensibilizzazione per la candidatura della pergola abruzzese, è stata avviata dal Comune di Tollo ed ha riscontrato notevole successo ed interesse delle comunità, degli operatori di settore, delle istituzioni locali quali il comune di Frisa, Ari, Canosa Sannita, Poggiofiorito, Crecchio, Arielli, Giuliano Teatino, Miglianico e Ortona, coinvolti ad ogni livello tematico ed istituzionale. L’azione sinergica messa in atto dagli attori locali ha già portato all’ottenimento della menzione speciale alla VII edizione del Premio del Paesaggio 2020-2021.

Speciale vendemmia 2021

Un tuffo nel passato per la produzione mondiale di vino

Si stimano livelli pari a quelli del 2017. Italia primo produttore, davanti a Spagna e Francia.

Ècome essere tornati nel 2017. Ebbene sì, purtroppo la produzione mondiale di vino per il 2021 si constata essere estremamente ridotta. Si tratterebbe quindi del terzo anno consecutivo con un livello di produzione inferiore alla

Foto di Marco Zac.

media, solo appena superiore al minimo storico registrato nel 2017. A dirlo sono le stime dell’OIV, l’Organizzazione Internazionale della vigna e del vino, che sono il risultato dei dati raccolti da 28 Paesi, che rappresentano l’85% della produzione mondiale di vino. La vendemmia 2021 nel mondo produrrà, dunque, 250 milioni di ettolitri di vino. Complessivamente, i dati preliminari della produzione di vino 2021 nei paesi dell’UE indicano una situazione abbastanza eterogenea, principalmente

dovuta alle differenti condizioni meteorologiche che hanno caratterizzato quest’anno.

Un 2021 che si è dimostrato particolarmente negativo per i tre maggiori produttori dell’UE (Italia, Spagna e Francia, che insieme rappresentano il 45% della produzione mondiale e il 79%

della produzione UE), in particolare a causa delle gelate tardive di inizio aprile. L’Italia si conferma comunque primo produttore con 44,5 Mio hl, nonostante il calo stimato del 9% della produzione di vino 2021 rispetto al 2020 e alla sua media quinquennale. La Spagna, secondo produttore mondiale nel 2021, ha una produzione stimata di 35,0 Mio hl. Tuttavia, si prevede che questo livello sia in calo del 14% rispetto al 2020 e del 9% rispetto alla sua media quinquennale. La Francia è il paese che ha maggiormente sofferto gli effetti di un’annata disastrosa con forti gelate ad aprile, seguite da piogge estive, grandinate e peronospora. Di conseguenza, la produzione prevista è di 34,2 Mio hl, in calo del 27% rispetto al 2020. I soli grandi produttori di vino dell’UE che hanno ottenuto raccolti superiori a quelli del 2020 sono Germania, Portogallo, Romania e Ungheria.

Guardando alla nostra terra, a fornire una valutazione sull’ultima vendemmia è l’enologo

di Colle Moro Vincenzo Marchioli.

«In Abruzzo si è registrata una diminuzione della produzione di vino che va dal 18% al 20%. Nello specifico, la nostra coo-

Nella foto Vincenzo Marchioli, enologo di Colle Moro.

perativa ha visto una diminuzione del 15%. La vendemmia appena passata è stata caratterizzata fortemente dall’andamento climatico, con eventi di inusuale ed eccezionale portata, che hanno inciso in modo significativo sulla produzione. Quella del 2021 sarà ricordata, probabilmente, come una delle vendemmie con più scarsa produzione. La tropicalizzazione dell’ambiente e le temperature registrate nei mesi estivi (costantemente sopra i 32°-35°C con punte di 40°C e umidità dal 65% al 80%) insieme alla totale mancanza di piogge nello stesso periodo ha provocato grossi problemi di sofferenza idrica soprattutto nei terreni non irrigui ed esposti. La siccità dei mesi estivi ha causato un minore peso del grappolo e una riduzione della resa di cantina. Da un punto di vista sanitario le uve, sia bianche che rosse, sono arrivate alla vinificazione sane ed integre e con un’ottima maturazione polifenolica, nonostante l’andamento stagionale caldo che dimostra, ancora una volta, la grande adattabilità dei nostri vitigni. Le uve a bacca rossa sono state conferite con sanità e maturazione fisiologica buone, con alta estraibilità del colore ed hanno generato vini con un rapporto alcolico/acido estremamente equilibrati, ricchi ed intensi. Sarà, probabilmente, una annata che verrà ricordata per molto tempo per la grande struttura e bevibilità degli stessi. Le uve a bacca bianca, invece, hanno maggiormente sofferto lo stress idrico ed hanno solo parzialmente beneficiato delle piogge di settembre. In generale, i vini ottenuti risultano tendenzialmente caratterizzati da un parziale sbilanciamento del quadro acido compensato, però, da una buona corposità e persistenza. L’andamento climatico che abbiamo registrato - conclude Marchioli - non è un fatto isolato ma un effetto del “climate change” che condizionerà sempre di più le produzioni e le tecniche di gestione dei nostri vigneti».

A fornirci il suo punto di vista su uno dei mercati di riferimento più importanti per il mondo vinicolo, come quello di Roma, è stato Roberto Ilari, storico

agente commerciale di Colle Moro. Da quanti anni collabora con la Colle Moro?

«Collaboro con la cantina da più di 20 anni, quando ho iniziato la cooperativa vendeva ancora poche bottiglie. Mi occupo della vendita dei loro prodotti principalmente sulla città di Roma, perché fuori provincia se ne occupano prevalentemente i distributori. Nel corso degli anni abbiamo aumentato di tanto le vendite e Colle Moro oggi è una delle cantine abruzzese più presenti sul mercato di Roma. Questo grande risultato è stato raggiunto anche grazie all’impegno profuso dai soci- contadini che hanno investito tanto sulla qualità del prodotto. C’è stata una crescita evidente anche dal punto aziendale: abbiamo sempre cercato di migliorare il posizionamento dei prodotti e ci sono ancora ampi margini di crescita soprattutto nel settore HORECA, dove occorre organizzarsi al meglio per affrontarlo».

Quali sono i vini più apprezzati ?

«Il Montepulciano e il Pecorino sono i vini che vanno per la maggiore, mentre le etichette più vendute sono quelle della Linea Club. I vini Colle Moro sono molto apprezzati, ci sono dei riordini da parte dei fornitori anche abbastanza veloci, e qui si evince la qualità del prodotti che, oggi, hanno raggiunto un buono standard. I soci della cantina dovrebbero essere orgogliosi quando vengono a Roma e trovano sulle tavole dei ristoranti una parte del loro lavoro. Credo sia una grande soddisfazione far arri-

vare sulle tavole dei romani vini provenienti da un piccolo paesino dell’Abruzzo, è un motivo di orgoglio».

Come sta reagendo il mercato del vino su una piazza importante come quella di Roma?

«Roma è una piazza un pò particolare, è importantissima per diversi motivi, c’è ristorazione basata soprattutto sul turismo ed è un mercato difficile dove molti competitors vogliono venire a vendere».

Quali cambiamenti sta registrando in seguito alla pandemia, c’è stata una perdita di interesse all’acquisto da parte di alcuni settori in particolare?

«Il settore della Gdo è quello che è stato più reattivo perché ha subito meno problematiche anche se noi siamo più rivolti al settore HORECA che invece ha patito di più la crisi. A causa della forzata chiusura dei ristoranti gli incassi rallentati, ma Colle Moro ha clienti selezionati per cui la perdita è stata contenuta, è stata soltanto rallentata».

Quali sono le sue previsioni per l’anno nuovo?

«Ho notato già una reazione del mercato, c’è molta voglia da parte dei consumatori, distributori e ristoratori di scrollarsi di dosso questa pandemia e recuperare il perduto».

Una tesi su Colle Moro

La Cantina Colle Moro ha da sempre caratterizzato il piccolo paese di Guastameroli in cui sorge, influenzando profondamente la vita delle persone che vi risiedono e rappresentando un’importante risorsa per il territorio. A dimostrarlo è stata anche l’esperienza di una giovanissima ragazza del posto. Lei si chiama Antonella Cocco e in occasione della sua Laurea Triennale in Economia e Management, conseguita presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio”, ha scelto di proporre una tesi su: “Il controllo di gestione nelle imprese vitivinicole” prendendo in esame “ll caso della Cantina Colle Moro”. Nel suo elaborato racconta con parole toccanti: «La mia famiglia ha sempre svolto

l’attività viticola, da generazioni. La vigna è come una figlia per chi mi ha cresciuto. Qualcuno da curare da far crescere, ma anche qualcuno per cui preoccuparsi e stare in pensiero. Qualcuno a cui dare tutto l’amore, le attenzioni e il sostegno per poter arrivare a produrre i propri frutti e beneficiarne - e continua - il periodo della vendemmia è quella parte dell’anno in cui tutto il mio paese odora di uva, di mosto. È un profumo forte, ma è proprio con quell’odore che sono cresciuta. Sa di casa e di famiglia per me».

Un esempio di come la nostra realtà sia aperta ad accogliere l’esigenze delle giovani generazioni. Congratulazioni Antonella e auguri per il tuo percorso professionale da tutto lo staff Colle Moro!

L’analisi del mercato

Il vino tricolore accelera l’export made in Italy

di Barbara Lanci | Direttore Responsabile Colle Moro Club

Il 2021 è stato un anno di ripartenza per il vino italiano, dopo un 2020 che, complice la pandemia, ha ridisegnato i consumi e soprattutto le modalità di acquisto e ha spinto verso scelte di vini più local, biologici, con un forte legame col territorio. È quanto emerso dal

report «Vino e Spirits: le sfide di un’eccellenza italiana. il cambiamento strutturale delle imprese e dei consumi nello scenario post pandemico», frutto della collaborazione fra l’Area Studi Mediobanca, l’Ufficio Studi Sace e Ipsos.

La pubblicazione congiunta si è focalizzata sull’analisi dei mercati domestici e internazionali e sullo studio delle dinamiche socio-culturali di consumo. I dati dei primi sette mesi del 2021 fotografano una crescita significativa dell’export italiano di vino, nell’ordine del +14,5% su base tendenziale e del +10,7% sullo stesso periodo del 2019, per un valore che ha raggiunto i 4 miliardi di euro. Gli Stati Uniti si confermano il primo mercato di destinazione, seguiti da Germania, Svizzera e Canada, mercati di riferimento per il vino italiano.

REGIONE CHE VAI, VINO CHE TROVI

A livello di performance regionali, il Veneto trascina l’export di vini seguito dal Piemonte, dalla Toscana, dal Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna.

La scala dei fattori di attenzione dei consumatori

L’attenzione alla naturalezza e salubrità dei prodotti alimentari 89% La spinta a contenere i costi e a ricercare prezzi calmierati 86% L’attenzione al gusto 83% L’attenzione alla filiera di produzione 79% Le garanzie di igiene 77% La ricerca di prodotti dagli antichi sapori 77% La spinta all’etica dei prodotti 73% L’attenzione a soluzioni che fanno risparmiare tempo 73% Acquistare direttamente dai produttori 69%

NUOVI STILI DI CONSUMO POST PANDEMIA

A cambiare in questi ultimi due anni sono state anche le modalità di acquisto da parte dei consumatori, con l’esplosione durante la pandemia dell’e-commerce e la crescita della grande distribuzione organizzata, ma anche con una spinta alla naturalezza, con attenzione in particolare al vino biologico e ai prodotti green. È aumentata la ricerca di qualità ed esperienza insieme alla voglia di frequentare le enoteche e sono in crescita gli acquirenti di vino nelle cantine dei produttori. Alcuni tratti accomunano i nuovi comportamenti di acquisto dei consumatori sono: la ricerca di qualità, il valore del locale, dei suoi prodotti e delle imprese; il ricorso al delivery food.

VINO E SPIRITS: PROPENSIONE AL CONSUMO INTERNAZIONALE

La mappa mondiale della propensione al consumo di vino e spirits rivela che il rapporto maggiormente emancipato con il rito del bere è appannaggio dei Paesi di matrice anglofona (Australia, Gran Bretagna e USA), con sporadiche incursioni di alcuni Paesi dell’Est europeo (Serbia e Polonia, con la Russia più arretrata) e del Nord del mondo (Canada e Svezia). La Cina emerge come un mercato aperto e tollerante. La core Europe appare ben allineata in posizione intermedia con Germania, Francia e Italia che mostrano livelli simili di accettazione. Più problematico l’atteggiamento nel Sud e Sud Est del mondo, con la sola importante eccezione del Sud Africa. In generale la propensione al consumo di vino è superiore a quella degli spirits.

Oggi «le aziende devono affrontare nuove sfide e il salto da compiere è innanzitutto di tipo culturale, dal momento che il tessuto imprenditoriale è dato da realtà piccole e pmi familiari – è l’opinione di Oria-

na Romeo, Sector Specialist dell’Area studi di Medio-

banca -. Le aziende vitivinicole che hanno ottenuto risultati migliori sui mercati internazionali sono, in realtà, quelle più organizzate e meglio strutturate sul piano dimensionale. Certo, in futuro il brand aziendale e quello territoriale saranno sempre più strumenti di tutela e di valorizzazione». Dal Monitor dei Distretti Industriali dell’Abruzzo, a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, si evince, inoltre, come il maggior contributo alla crescita dell’export distrettuale nel semestre venga da parte dei Vini del Montepulciano d’Abruzzo che hanno realizzato un progresso a due cifre nei primi sei mesi del 2021(+19,4%) ed +12,1% rispetto ai primi sei mesi del 2019.

Le fiere del vino ritornano

Vinitaly Special Edition

Dopo due anni di stop a causa della pandemia, sono tornate le fiere in presenza. Sono state 14 le aziende vinicole regionale che, insieme al Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, hanno parteciperanno al Vinitaly Special Edition e la Colle Moro Wines non poteva certo mancare. La kermesse, che si è svolta dal 17 al 19 ottobre a Verona in una edizione del tutto speciale, è stata dedicata esclusivamente agli operatori del settore ed è stata occasione per presentare ai buyer internazionali le eccellenze dei vini abruzzesi dei produttori consorziati. Allestita anche un’area tasting con oltre cinquanta etichette regionali. «È stata un’edizione sobria e contenuta aperta solo agli operatori del settore – ha dichiarato Diamante Zulli, responsabile commerciale Colle Moro - ma è andata molto bene. Abbiamo finalmente avuto modo di rivedere i nostri fedeli buyer e stretto nuove collaborazioni. Il ritorno al fare fiera ha rappresentato uno slancio per la ripartenza dopo un pit stop forzato causato dalla pandemia». Caratterizzato da un layout smart e uniforme, Vinitaly Special Edition ha puntato tutto sul business. Una tre giorni con oltre 12.000 operatori professionali, più di 2500 buyer e 60 nazioni rappresentate, per accelerare la ripresa del settore sui principali mercati obiettivo e per fare il punto sul futuro del vino italiano anche alla luce dei nuovi trend di acquisto e consumo. «Viviamo una fase di transizione in uscita dalla pandemia, forti della consapevolezza di un comparto che ha saputo reagire alla difficile congiuntura puntando sull’innovazione e sulla qualità – commenta Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –. La congiuntura relativa agli scambi mondiali è tornata positiva, e le nostre ricognizioni ci segnalano un vino tricolore in forte ascesa nelle principali piazze mondiali».

World Bulk Wine Exhibition 2021

La più grande fiera internazionale dedicata al vino sfuso, e non solo, si è svolta ad Amsterdam lo scorso 22 e 23 novembre con la tredicesima edizione della World Bulk Wine Exhibition, la prima kermesse internazionale del vino tenutasi in presenza in Occidente nel 2021. A comunicarci i numeri di quest’ultima edizione è stata proprio la Direttrice Generale, Otilia Romero de Condés:

Otilia Romero de Condés, CEO WBWE.

«La XIII edizione del World Bulk Wine Exhibition ha riunito 265 cantine provenienti da 15 paesi. Sono stati registrati più di 4.000 visitatori professionali di 57 nazionalità. Paesi produttori come Spagna, Italia, Francia, Argentina, Sud Africa, Cile, Australia e Stati Uniti hanno avuto ancora una volta un’importante rappresentanza in fiera». Durante la due giorni, che ha visto protagonista anche Colle Moro con i suoi migliori vini, è stata lanciata in anteprima la vendemmia 2021: basti pensare che quasi l’80% del commercio internazionale di vino sfuso è stato esposto durante questo evento, che è diventato il più grande meeting mondiale dedicato al commercio di grandi volumi di vino, packaging, pri-

vate label, metodi di confezionamento per vini sfusi e vino bag-in-box. Ad aver riscosso maggiore successo da parte degli acquirenti sono stati i vini sfusi Premium e a denominazione varietale. Alla CEO, Otilia Romero de Condés, abbiamo anche chiesto: quali sono state le difficoltà incontrate nella pianificazione di una fiera internazionale in questo periodo di pandemia, avete dovuto ripensare in parte la sua organizzazione? «Per la WBWE era molto importante che la fiera di Amsterdam si tenesse di persona, c’era la necessità nel mercato di fare affari faccia a faccia. Non è stato facile, soprattutto considerando che pochi giorni prima dell’evento il governo dei Paesi Bassi ha deciso di chiudere tutti gli stabilimenti alle 20:00. C’è da dire, a nostro favore, che la sicurezza dei nostri espositori e visitatori è stata fondamentale fin dall’inizio, motivo per cui le nostre misure sanitarie sono state sempre più restrittive di quelle del Governo stesso; abbiamo mantenuto le stesse norme che avevamo previsto dall’inizio e le cose sono andate bene. C’è stato meno pubblico, ma professionale e desideroso di fare affari. Espositori e visitatori sono apparsi molto soddisfatti». Che tipo di risposta avete ricevuto dai buyer e dalle

aziende partecipanti? «All’inizio la risposta è stata un po’ più conservatrice e in alcuni casi i divieti di viaggio da un paese all’altro hanno reso le cose più complicate. La piattaforma virtuale VMarket ha aiutato molto e per due settimane gli acquirenti hanno potuto contattare le cantine ed effettuare transazioni attraverso di essa. Gli acquirenti presenti hanno allungato i tempi di negoziazione e coloro che non sono potuti essere presenti di persona hanno fatto affari a distanza. Comunque, in generale, quando si sono accorti che le misure sanitarie erano adeguate tutto è andato avanti senza problemi. Certo, alcuni espositori hanno cercato di farci rimandare la fiera, ma dal primo momento abbiamo soppesato i pro e i contro e siamo andati avanti con successo. La prova di tutto questo è che abbiamo già parecchie cantine iscritte all’edizione di quest’anno». La convention è stata anche occasione per discutere delle ripercussioni economiche del Covid-19, di come affrontare le nuove sfide del mercato e degli attuali vincoli logistici, volgendo lo sguardo alla sostenibilità. Dopo i convegni e gli incontri commerciali registrati durante l’evento, quali sono le nuove sfide che il mercato del vino dovrà affrontare a breve e lungo termine? «La verità è che abbiamo iniziato il 2022 con più entusiasmo che mai, quest’anno iniziamo la WBWE USA a Santa Rosa (Sonoma, California), che si svolgerà l’8 e il 9 giugno. Una fiera rivolta sia alle cantine americane che a quelle del resto del mondo che vogliono ampliare i propri mercati. Naturalmente, ospiteremo personalità del settore e tratteremo temi caldi nei nostri convegni e qualche altra novità che vi racconteremo poco a poco.

Né si può dimenticare la XIV edizione ad Amsterdam, che si svolgerà il 21 e 22 novembre prossimi, che arriverà come sempre accompagnata da tanto lavoro e da un ciclo di conferenze molto interessanti. Torna anche l’IBWC, l’International Bulk Wine Contest che si svolgerà il 20 novembre. La WBWE continua a pensare al futuro del mercato del vino e non si ferma continuando ad allargare i suoi confini e cercare di migliorare giorno dopo giorno, quindi abbiamo tante sorprese da svelarvi presto. La #bulkwinerevolution sarà più presente che mai nel 2022». La WBWE continua oggi a posizionarsi come la migliore piattaforma di business in cui

si realizzano le transazioni commerciali B2B e si muove la maggior quantità di vino. È una fiera del commercio e per il commercio dedicata agli scambi tra i professionisti del settore: produttori e importatori, ma anche agenti di commercio, media e industria del settore.

Uno sguardo alla sostenibilità

Parola dell’agronomo

Migliorare e valorizzare il proprio sistema viticolo. È questo l’obiettivo per cui Colle Moro ha deciso di adottare il Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata (SQNPI). La decisione, presa nel 2017, coinvolge ben 27 aziende partecipanti in forma collettiva e attualmente le superfici certificate SQNPI sono di 180 ettari. «Il Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata è uno schema di certificazione volontario che ha come obiettivo quello di valorizzare le produzioni agricole vegetali ottenute in conformità ai disciplinari regionali di produzione integrata – ha spiegato l’agro-

L’agronomo di Colle Moro Antonio De Bosis.

nomo di Colle Moro, Antonio De Bosis, che ha proseguito - il Sistema Qualità è riconosciuto a livello comunitario (Reg. Ce 1974/2006) e rappresenta un metodo produttivo volto a ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente e sulla salute dei consumatori, contribuisce inoltre alla salvaguardia del territorio anche in termini di conservazione del paesaggio e di prevenzione nei confronti del dissesto idrogeologico». La cantina Colle Moro, attraverso le aziende agricole associate, ha incoraggiato i produttori nella scelta di processi produttivi sostenibili dal punto di vista ambientale che favoriscono la tutela delle risorse naturali, suolo e acqua, della biodiversità. Tutte le attività colturali vengono, infatti, coordinate e supervisionate dal Servizio Tecnico Agronomico nel rispetto del disciplinare di produzione integrata regionale. La possibilità di sviluppare questo programma in forma collettiva permette, inoltre, un notevole vantaggio alla aziende agricole aderenti sia in termini di tempo che di costi, perché delegano la cantina capofila del progetto nelle attività di programmazione e sviluppo di tutte le fasi di certificazione richieste dal sistema SQNPI.

A tavola con... Sessantesimo

Un emozionante sorso di storia

Un cofanetto commemorativo che racchiude in sé tutta la storia delle 60 vendemmie vissute con intensità da Colle Moro. È così, con la creazione di due nuovi vini che portano il nome “Sessantesimo”, che la cantina ha deciso di festeggiare questo compleanno speciale: 1961-1921. Sessanta anni trascorsi a prendersi cura delle viti che resistono tra i monti, le colline e il mare d’Abruzzo. che hanno generato uno speciale montepulciano e un bianco IGP. Due vini che si contraddistinguono per la differenza cromatica del loro colore e delle loro etichette: una nera, associata alla notte e all’elemento della luna e l’altra bianca associata al giorno e all’elemento del sole. Si tratta di una linea celebrativa di bottiglie che sarà presentata al prossimo Vinitaly, prodotta in tiratura limitata e firmatadall’enologo Vincenzo Marchioli al quale è stato chiesto di realizzare con le migliori uve dei soci due importanti vini che rappresentassero “un sorso di storia” della cantina Colle Moro. A spiegarci l’idea creativa che abbraccia i due nuovi prodotti è stato Sandro Menga, Direttore Creativo dell’Agenzia Sandromengadv, che ha curato il progetto. A lui abbiamo chiesto: “Per il lancio dei due nuovi vini Colle Moro ha voluto esaltare anche lo stretto rapporto che ha con il proprio territorio. A cosa vi siete ispirati per ideare questa linea celebrativa?” «Nel nostro lavoro l’ispirazione è continua, non conosce pause, qualsiasi cosa osserviamo può regalarci un’idea e noi abruzzesi abbiamo la fortuna di vivere in una regione che ogni giorno riesce a stupirci e ispirarci, donandoci panorami e prodotti tipici e unici come ad esempio i nostri vini». “Quali sono gli elementi che caratterizzano il layout delle etichette e del packaging dei due nuovi prodotti?” «Gli elementi scelti per il layout delle etichette, espressi anche nella scelta di tre diversi tipi di carta sovrapposte, sono i monti, le colline e il mare, segni distintivi della nostra terra che ha concepito questi due splendidi vini celebrativi di Colle Moro». Sulla retro etichetta è riportata la citazione “solo chi sogna può volare”: quale è il messaggio che si intende trasmettere? «Questa citazione è di Albino Lanci, noi l’abbiamo sposata subito perché in Abruzzo non è facile sognare e di conseguenza volare». Due vini portatori di un messag-

gio speciale, perché la cooperativa attraverso Sessantesimo sogna di proporre un vino di alta qualità per “volare” proiettando l’azienda verso un futuro luminoso. Imparare a volare significa avere dei sogni, crederci e realizzarli.

Sessantesimo

BIANCO TERRE DI CHIETI IGP 2020

Vitigni: accurata selezione dei nostri vitigni Pecorino – Cococciola - Chardonnay.

Zona di produzione: comuni di Frisa, San Vito Chietino, Ortona.

Terreni: di media collina dove predomina la componente limosa esposti a nord, nord/est.

Tipo di Allevamento: pergola abruzzese, filare.

Superficie di produzione: 25 Ha.

Epoca di raccolta: vendemmia scalare nel rispetto delle caratteristiche qualitative dei vitigni che compongono l’uvaggio.

Vinificazione: alla diraspa-pigiatura segue una pressatura soffice con l’utilizzo di gas tecnici, pulizia dei mosti e fermentazione a temperatura controllata.

Affinamento: stoccaggio in acciaio inox con presenza di fecce fini e parziale affinamento in legno.

Gradazione Alcolica: 13,50 % vol.

Temperatura di servizio: 10-12°.

Caratteristiche organolettiche: colore giallo paglierino, l’olfatto è intenso vinoso, con note di biancospino e vaniglia. Al palato risulta sapido, ampio, equilibrato con finale pieno e persistente.

Abbinamenti consigliati: piatti a base di pesci e crostacei tipici della Costa dei Trabocchi (come le sagnette con i pelosi). Ottimo a fine pasto con formaggi semi stagionati.

Sessantesimo

MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOP 2020

Vitigni: Montepulciano d’Abruzzo vinificato in purezza.

Zona di produzione: comuni di Frisa, San Vito Chietino, Ortona.

Terreni: di medio impasto tendenzialmente argillosi, esposti a sud, sud/est.

Tipo di Allevamento: pergola abruzzese, filare.

Superficie di produzione: 15 Ha.

Epoca di raccolta: vendemmia tendenzialmente tardiva nella seconda decade di ottobre.

Vinificazione: tradizionale in rosso, con macerazione medio lunga in presenza di vinacce. Affinamento: 1/3 in legno 2/3 in vasche in cemento.

Gradazione Alcolica: 15 % vol.

Temperatura di servizio: 16-18°.

Caratteristiche organolettiche: colore rosso rubino impenetrabile, l’olfatto è intenso con note di frutta rossa matura accompagnate da sentori di spezie. Al palato risulta deciso e persistente, i tannini ben presenti e setosi lo rendono unico.

Abbinamenti consigliati: si abbina con piatti di notevole struttura, carni rosse brasate, arrosticini, formaggi stagionati.

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