IL GEOMETRA - Settembre 2008

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Il geometra

Editoriale Organo del Collegio dei Geometri di Torino e Provincia e del Collegio dei Geometri della Valle d’Aosta Direttore responsabile ILARIO TESIO Consigliere responsabile LUCIANO SIMONATO Redazione e impaginazione MICHELA OBERTO Grafica CHIARA CAMPONI Comitato di redazione: FEDERICA CAPRIOLO, PAOLO CUSELLI, RODOLFO MEAGLIA, LUCA PERRICONE, RENATO PITTALIS, VITTORIO VIZZINI Direzione, Redazione, Amministrazione, Pubblicità: Via Cernaia 18 - 10122 Torino Tel. 011537756 - fax 011533285 e-mail rivista@collegiogeometri.to.it Hanno collaborato a questo numero: MARIANGELA BALLO, FEDERICA CAPRIOLO, AUGUSTO CIRLA E FRANCESCO CASARANO, PAOLO CUSELLI, MASSIMILIANO DEBIASI, PAOLO FREDIANI, STUDIO OSELLA, GIAN LUCA PAUTASSO, RENATO PITTALIS, MARIO SACINO, MARIO VIETTI Stampa e fotolito: Tipografia Melli - Borgone di Susa Tel. 011.96.46.367 Reg. Trib. Torino n. 297 del 23 luglio 1948 Pubblicazione mensile con pubblicità inferiore al 50% Le opinioni espresse negli articoli appartengono ai singoli autori dei quali si intende rispettare la libertà di giudizi, lasciando agli stessi la responsabilità dei loro scritti. Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Formazione = Qualità = Competenze certe In molti ambiti professionali, tra cui il nostro, oggi la vita non scorre tranquilla: la liberalizzazione, il complicarsi degli adempimenti, le maggior responsabilità e la concorrenza ci rendono complicato lavorare ed incerto il futuro. Il Consiglio Nazionale, nella persona del suo Presidente, ha in questi mesi affermato con forza, sia nell’Assemblea dei Presidenti di luglio che nel simposio internazionale di Verona di settembre, quale deve essere la strategia per evitare il declino della Categoria e per costruire da subito il nuovo modello del Geometra italiano. Tale strategia prevede per prima cosa la riqualificazione della formazione in specifici settori di attività, raggiungendo alte specializzazioni. D’altra parte questa strada è già stata tracciata da alcuni anni con l’obbligo di frequenza a specifici corsi per svolgere determinate attività, quali la prevenzione incendi, la sicurezza nei cantieri, gli incarichi di responsabili della sicurezza, il contenimento energetico. Occorrerà stabilire per ogni attività procedure certe e standardizzate e contenuti minimi, in assenza dei quali la prestazione non possa considerarsi correttamente svolta e definire regole comportamentali per l’attività svolta. Questo cammino dovrà forzatamente essere graduale ma il Consiglio Nazionale sta dimostrando grande determinazione in tal senso. Da parte nostra accogliamo favorevolmente questa strategia, per raccogliere e mantenere le esperienze e le tradizioni che ora abbiamo ma per affrontare con consapevolezza le sfide del mercato odierno. E soprattutto condividiamo la convinzione che l’annoso problema delle competenze potrà essere risolto non con nuovi provvedimenti legislativi, strada già tentata senza esito da anni, ma con la presa di coscienza che i professionisti che possiedono specifica e certificata formazione avranno competenze certe, nuove e maggiori. Ilario Tesio


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Sommario Editoriale

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La detraibilità dell’Iva per alberghi e ristoranti

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Come aggiudicarsi un immobile all’asta

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Appalto: battaglia di cantiere

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Argomenti legislativi di Studio Osella, Piccato e Paletto

di Augusto Cirla e Francesco Casarano di Massimiliano Debiasi Nuove norme in materia di privacy per i CTU, consulenti delle parti e periti, pag. 10

Professione Nuove norme in materia di privacy per CTU e periti

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Una esemplare sentenza della Commissione Tributaria Centrale

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Ingegneria naturalistica: materiali antierosivi

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Il Geometra abilitato può lavorare in tutta Europa

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di Paolo Frediani

di Mario Vietti

di Mariangela Ballo

Commissione Sicurezza Seminari di orientamento sulla Sicurezza

Ingegneria naturalistica: materiali antierosivi, pag. 15

pag. 24

Consiglio Nazionale Riunione dei Presidenti del 15 luglio 2008 - Roma

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Cassa di Previdenza L’estratto conto assicurativo Informativa Scadenziario

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Atti del Collegio Seminari di orientamento sulla Sicurezza, pag. 24

Riunioni di zona

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Geometri e calciatori

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di Renato Pittalis di Mario Sacino

Convegni XXIII Congresso Mondiale degli Architetti

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Seminario Internazionale sulla gestione del Territorio

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Simposio “Amministrazione e e gestione del Territorio ”

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di Federica Capriolo

di Gian Luca Pautasso

Riunioni di zona, pag. 30

Cultura Guarini, Juvarra, Antonelli: Segni e simboli per Torino

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On line 2

Prendere appunti il geometra n. 8-9/08

di Paolo Cuselli

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Argomenti legislativi

La detraibilità dell’Iva per alberghi e ristoranti dal 1° settembre 2008 a cura dello Studio Osella - Piccato - Paletto, Dottori Commercialisti L’art. 83, commi da 28-bis a 28quinquies, DL n. 112/2008 convertito dalla Legge n. 133/2008, al fine di allineare la normativa nazionale a quella comunitaria, ha soppresso con decorrenza dall’1.9.2008 il regime di indetraibilità dell’IVA previsto dall’art. 19-bis 1, lett. e) DPR n. 633/72 relativamente alle prestazioni alberghiere e alle somministrazioni di alimenti e bevande. Contestualmente, il medesimo Decreto ha introdotto una limitazione alla deducibilità dei relativi costi nell’ambito del reddito d’impresa e di lavoro autonomo, con decorrenza dal 2009. Con la Circolare 5.9.2008, n. 53/E l’Agenzia delle Entrate ha fornito le prime precisazioni in ordine alle citate novità. Il nuovo regime di detrazione dell’IVA In base alla nuova formulazione del citato art. 19-bis 1, lett. e), l’IVA a credito relativa alle prestazioni alberghiere e alle somministrazioni di alimenti e bevande è detraibile a condizione che risultino inerenti con l’attività esercitata e fatta salva la sussistenza di specifiche limitazioni del diritto alla detrazione dell’IVA (ad esempio, per effetto di operazioni esenti). La novità interessa sia le imprese che i lavoratori autonomi, a decorrere dall’1.9.2008. Per usufruire della detrazione, la spesa deve essere documentata dalla fattura; considerato che, ai sensi dell’art. 22, DPR n. 633/72, gli esercenti attività alberghiera e i pubblici eser-

cizi non sono obbligati ad emettere fattura, il soggetto interessato deve richiederne l’emissione entro il momento di effettuazione dell’operazione. In merito all’annotazione delle fatture relative alle prestazioni alberghiere e di ristorazione sul registro degli acquisti, l’Agenzia delle Entrate ha confermato la possibilità di avvalersi della modalità semplificata di cui all’art. 6, DPR n. 695/96 che consente, per le fatture di importo inferiore a € 154,94, di effettuare la registrazione, anziché delle singole fatture (che devono essere soltanto numerate progressivamente), di un documento riepilogativo nel quale devono essere indicati: • il numero attribuito dal destinatario a ciascuna fattura; • l’ammontare complessivo dell’imponibile e dell’IVA, distinti per aliquota. Relativamente alla questione attinente il trattamento delle spese in esame (soprattutto per quelle di somministrazione di alimenti e bevande) che configurano spese di rappresentanza (ad esempio, pranzo e/o pernottamento offerto ad un cliente), l’Agenzia delle Entrate ha confermato che la relativa IVA rimane indetraibile ai sensi della lett. h) dell’art. 19-bis 1, non trovando applicazione la novità introdotta dal citato DL n. 112/2008. La deducibilità ai fini reddituali Come sopra accennato, al fine di compensare gli effetti finanziari derivanti dal nuovo regime di detraibilità

dell’IVA relativa alle prestazioni alberghiere e alle somministrazioni di alimenti e bevande, il comma 28-quater del citato art. 83, DL n. 112/2008 ha previsto, a decorrere dal 2009, la parziale deducibilità delle corrispondenti spese nell’ambito del reddito d’impresa e di lavoro autonomo. Lavoratori autonomi Per quanto riguarda i lavoratori autonomi, in base al novellato comma 5 dell’art. 54, TUIR le spese relative a prestazioni alberghiere e somministrazioni di alimenti e bevande, sono deducibili in misura pari al 75% e, comunque, per un importo complessivo non superiore al 2% dei compensi percepiti nel periodo d’imposta. Come affermato sul punto dall’Agenzia delle Entrate: “… l’ammontare del 2 per cento dei compensi rappresenta il limite massimo entro cui ragguagliare la deduzione, che comunque compete solo relativamente al 75 per cento dei costi sostenuti, nell’esercizio dell’arte o della professione, per le prestazioni in questione”. Va evidenziato che la deducibilità del 75% si applica anche qualora i costi per le prestazioni alberghiere e di somministrazione di alimenti e bevande costituiscano spese di rappresentanza. In tale ipotesi la limitazione del 75% va applicata unitamente al limite dell’1% dei compensi annui stabilito per tali spese dal citato art. 54, comma 5. Al riguardo, come affermato nella citata Circolare n. 53/E: “Anche se la nuova formulazione del comma 5 non prevede espressamente il geometra n. 8-9/08

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Argomenti legislativi

la riferibilità della nuova limitazione della deduzione (al 75%) alle spese di rappresentanza, una interpretazione logico-sistematica della nuova norma porta a ritenere che la nuova riduzione al 75% debba concorrere con il limite specifico già previsto per le spese di rappresentanza. Si ritiene quindi che la limitazione al 75 per cento della deducibilità dei costi per prestazioni alberghiere e somministrazione di alimenti e bevande debba trovare generale applicazione, a prescindere dalla finalità

per cui la spesa relativa venga sostenuta. Il costo sostenuto, deducibile entro il limite teorico del 75 per cento, nel caso in cui si configuri come spesa di rappresentanza deve rispettare anche l’ulteriore parametro segnato dall’1 per cento dei compensi ritratti nel periodo d’imposta.” Analogamente, le spese alberghiere e di ristorazione sostenute per la partecipazione a convegni, congressi e simili saranno deducibili in misura pari al 50% del 75%. In sostanza, la

nuova percentuale di deducibilità del 75% va applicata sul costo che, già in base all’art. 54, comma 5, va assunto al 50%. Resta ferma la previsione introdotta dal DL n. 223/2006 secondo cui le predette spese sono integralmente deducibili qualora sostenute dal committente per conto del professionista e da questi addebitate nella fattura emessa nei confronti del committente stesso. La limitazione alla deducibilità del costo (75% nel limite complessivo del 2% dei compensi annui) è invece applicabile al caso – più frequente – in cui le spese in esame sono sostenute direttamente dal professionista e addebitate, a titolo di rimborso, al proprio cliente. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito inoltre che le spese in esame sostenute per le trasferte dei dipendenti collaboratori di uno studio professionale sono escluse dalla nuova limitazione, rimanendo deducibili nei limiti previsti dall’art. 95, comma 3, TUIR (ammontare giornaliero non superiore a € 180,76 ovvero 258,23 per le trasferte all’estero).

Servizio di consulenza legale Grazie alla disponibilità di alcuni legali, la Fondazione dei Geometri ha istituito un servizio di consulenza legale gratuita per iscritti all’Albo dei Geometri. Il servizio consiste in una prima consulenza legale per avere dei pareri informali e porre questioni di carattere giuridico e quesiti di pronta soluzione; qualora le questioni fossero impegnative, richiedessero approfondimenti, veri e propri pareri o assistenza in giudizio, è ovvio che l’interessato dovrà proseguire in sede privata nei contatti. L’orario di ricevimento, presso la sede del Collegio e su appuntamento, è il seguente: -

Avv. Michele Scola – Diritto civile: mercoledì dalle 14 alle 16 Avv. Ugo Bertello - Diritto civile, specializzazione in Diritto Agrario: mercoledì dalle 16 alle 17 Avv. Federica Bergesio – Diritto civile, specializzazione in Diritto Condominiale: giovedì dalle 13 alle 15

I professionisti interessati ad usufruire del servizio possono telefonare per fissare un appuntamento. 4

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Argomenti legislativi

Come aggiudicarsi un immobile all’asta di Augusto Cirla e Franco Casarano L’asta è uno dei modi attraverso i quali un immobile sottoposto a pignoramento o a procedura fallimentare viene venduto coattivamente per ordine del Giudice. La vendita forzata immobiliare è una fase della procedura fallimentare o dell’espropriazione immobiliare, cioè di quel processo esecutivo che viene azionato sui beni immobili di un debitore per consentire ai creditori la realizzazione del proprio diritto attraverso il ricavato della vendita. Acquistare un immobile attraverso la vendita forzata può essere un affare perché solitamente il prezzo di aggiudicazione è inferiore a quello derivante da una libera trattativa di mercato. È però necessario conoscere e rispettare la procedura e le modalità di partecipazione. Occorre, poi, disporre della necessaria provvista perché, salva l’ipotesi in cui il giudice autorizzi l’aggiudicatario ad assumersi un debito garantito da ipoteca gravante sull’immobile (ossia un mutuo erogato da una banca), il versamento dell’intero prezzo è condizione necessaria per ottenere il decreto di trasferimento. Si ha notizia della vendita all’asta di un appartamento, di un negozio, di un box e di altro immobile attraverso la stampa o i siti Internet: l’annuncio della vendita riproduce, in sintesi, i dati necessari per individuare l’immobile, la relativa relazione di stima determinata sulla base di una perizia, il nome e il recapito telefonico del custode nominato in sostituzione del debitore, il giorno, l’ora e l’ufficio davanti al quale si procede. Ulteriori

La vendita con incanto Acquistare attraverso la vendita forzata può essere un affare perché il prezzo di aggiudicazione è inferiore a quello di mercato. È necessario rispettare la procedura e le modalità di partecipazione

chiarimenti si possono sempre ottenere presso la Cancelleria del Tribunale. Le partecipazione all’asta è consentita a tutti, fatta eccezione per il debitore, sia personalmente e sia tramite procuratore speciale. I procuratori legali possono fare offerte per persone da nominare ed entro tre giorni dall’aggiudicazione devono dichiarare in Cancelleria il nominativo della persona per conto della quale hanno agito. Spetta ai Giudice dell’esecuzione fissare le modalità della vendita, che può essere “con incanto” o “senza incanto”.

È la modalità di vendita più diffusa. Chi intende partecipare all’asta deve adempiere alle formalità indicate nel decreto di vendita, effettuare il deposito della cauzione, in misura non superiore al decimo del prezzo base d’asta (se l’offerente non diviene aggiudicatario, la cauzione è restituita dopo la chiusura dell’incanto) presso la Cancelleria del Tribunale, partecipare all’incanto e formulare offerte nella misura indicata nel decreto. L’incanto ha luogo nella sala delle udienze pubbliche davanti al Giudice dell’esecuzione. Costui può delegare le operazioni di vendita a un notaio o a un avvocato ovvero a un commercialista iscritti in speciali elenchi. Le offerte non sono efficaci se non superano il prezzo base o l’offerta precedente nella misura indicata nelle condizioni di vendita. Quando sono trascorsi tre minuti dall’ultima offerta senza che ne segua un’altra maggiore, l’immobile è aggiudicato all’ultimo offerente. Avvenuto l’incanto, possono essere fatte ancora ulteriori offerte di acquisto entro il termine perentorio di dieci giorni, proponendo un prezzo superiore di un quinto a quello raggiunto: si apre la fase del cosiddetto “rincaro”, un’ulteriore fase del procedimento nella quale vanno nuovamente verificati tutti i requisiti per partecipare all’asta. Esaurita anche l’eventuale fase del rincaro, l’aggiudicatario deve provvedere al versamento del prezzo con le modalità stabilite dal Giudice e diverrà proprietario dell’immobile con il geometra n. 8-9/08

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Professione

Bosco e Territorio Usseaux 4 – 7 settembre

La manifestazione biennale internazionale “Bosco e Territorio”, che si svolge nella località Fraisse di Usseaux, è giunta quest’anno alla IV edizione, per presentare in una grande area espositiva professioni, tecnologie e progetti collegati al mondo forestale. La manifestazione rappresenta un motivo di grande richiamo per operatori economici, tecnici, amministratori pubblici e cittadini, con un’originale formula che la rende la più grande kermesse italiana outdoor in campo forestale. Per gli operatori, è stata un’occasione per aggiornarsi su quanto di meglio il mondo forestale è in grado di offrire per la gestione sostenibile del bosco e del territorio: macchine, attrezzature, professionalità, editoria, istituzioni, associazioni, aziende. La manifestazione rientra nel programma della Regione Piemonte “Alpi 365”, ciclo di eventi dedicato allo sviluppo sostenibile dei territori montani. Quest’anno “Bosco e Territorio” si è interessato in modo particolare al legno in edilizia; un maggiore impiego del legno rappresenta non solo un’interessante occasione di riqualificazione sostenibile delle costruzioni, ma anche un’importante opportunità di sviluppo locale soprattutto per i territori montani, particolarmente ricchi di risorse forestali. Venerdì 5 si è svolto il convegno “Il legno per la sostenibilità ambientale in edilizia – Criteri applicativi, esperienze di successo, prospettive di sviluppo” alla cui tavola rotonda finale ha partecipato il Presidente del Collegio Geometri, insieme ai rappresentanti della Regione e della Provincia, dell’ANCI, Collegio Costruttori, Federlegno, Cooperative edilizie, Organizzazioni dell’Artigianato e gli altri Ordini e Collegi professionali.

il decreto di trasferimento con cui il Giudice stesso ordina la cancellazione delle trascrizioni dei pignoramenti e le iscrizioni ipotecarie, escluse ovviamente quelle eventualmente assunte dall’aggiudicatario. Il decreto contiene l’ingiunzione, al debitore o al custode di rilasciare l’immobile venduto: esso perciò costituisce titolo esecutivo e l’aggiudicatario, nel caso in cui l’immobile non sia rilasciato spontaneamente, potrà iniziare l’esecuzione coattiva. Queste disposizioni relative al versamento del prezzo e al decreto di trasferimento si applicano anche in caso di vendita senza incanto.

La vendita senza incanto

Tranne il debitore, chiunque è ammesso a presentare l’offerta in busta chiusa presso la Cancelleria del Tribunale ove è sito l’immobile sottoposto a vendita giudiziaria, con indicazione del prezzo (non inferiore a quello fissato dal Giudice), del tempo e del modo di pagamento e ogni altro elemento utile alla sua vantazione. L’offerente deve depositare la cauzione pari a un decimo del prezzo da lui proposto. Le buste sono aperte all’udienza fissata per l’esame delle offerte alla presenza degli offerenti. Se vi sono più offerte, il Giudice dell’esecuzione invita gli offerenti a una gara sull’offerta più alta. Se la gara sull’offerta più alta non può aver luogo per mancanza di adesione degli offerenti, il Giudice può disporre la vendita a favore del maggior acquirente, oppure ordinare l’incanto. Se, invece vi è una sola offerta e questa è superiore di un quinto al valore fissato dalla perizia, la stessa è senz’altro accolta. Se l’unica offerta è inferiore di un quinto al valore fissato in perizia il Giudice ordina l’incanto: la procedura, in tal caso, sarà quella sopra esaminata. Da “Casa, Guida all’acquisto sicuro 2008”

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Argomenti legislativi

Appalto: battaglia di cantiere L’ingerenza del committente e l’autonomia dell’appaltatore di Massimiliano Debiasi Autonomia organizzativa L’appaltatore gode di autonomia nell’organizzare il proprio lavoro tale da giustificare la sopportazione del rischio economico e giuridico, la quale - se così non fosse - non sarebbe giustificata: pensiamo solo al rischio dell’appaltatore nei confronti dei danni verso terzi nel corso dell’esecuzione dell’opera. Difatti la linea di spartiacque tra contratto di appalto ed il contratto di lavoro subordinato sta proprio in questo: nel primo il rischio è posto a carico dell’appaltatore, il quale non avrà diritto ad alcun compenso se non a risultato ottenuto, nel secondo il rischio dell’opera è a carico del datore di lavoro, il quale, indipendentemente dal risultato, deve corrispondere comunque un compenso al lavoratore. Ci si chiede allora; di fronte a tale autonomia organizzativa, può intromettersi il committente nelle questioni gestionali dell’appaltatore? (ad esempio, in riferimento ai tempi/turni di lavoro, costo della manodopera, lavoro feriale, macchinari, ecc...). La dottrina e la giurisprudenza sono pressoché unanimi nel ritenere che il Committente non possa ingerirsi in tale tipo di autonomia (quella organizzativa), ma vi sono diversi filoni per quelle che sono le conseguenze: mentre, ad esempio, una parte della dottrina ritiene che l’ingerenza del Committente determina solo la facoltà per l’appaltatore di contestare un simile comportamento (Rubino, L’appalto, Trattato di diritto civile), un’altra parte ritiene che l’ingerenza del committente potrebbe portare a trasformare consensualmente il con-

Analizziamo - cercando di riassumere nel limite del possibile - le caratteristiche della disciplina del contratto di appalto alla luce di quelle che sono le tipologie ed i limiti di ingerenza del committente nei confronti dell’attività svolta dall’appaltatore. E’ pacifico che la caratteristica principale del contratto di appalto, e che lo differenzia dagli altri istituti simili, è proprio l’indipendenza di cui gode l’appaltatore sia per quel che riguarda l’organizzazione del lavoro sia per quel che riguarda gli aspetti tecnici dell’opera che va a realizzare. Tant’è che è proprio il grado di autonomia dell’imprenditore che determina la qualificazione di un contratto di appalto rispetto ad altre figure negoziali, come, ad esempio, di natura assimilabile al contratto di lavoro subordinato (ricordiamo che l’art. 1655 c.c. precisa che l’appaltatore deve occuparsi di ogni aspetto gestionale e organizzativo riguardante sia il complesso dei fattori umani sia quelli materiali). Così la dottrina e la giurisprudenza in maniera pressoché unanime precisano che: “Il contratto di appalto si caratterizza per l’autonomia dell’appaltatore, il quale è dominus nell’organizzare e regolare lo svolgimento del lavoro nell’ambito delle finalità previste dal contratto al fine di conseguirlo”. Vediamo quindi le tipologie e le caratteristiche dell’autonomia dell’appaltatore ponendole a confronto con il potere del committente.

tratto di appalto in un rapporto di lavoro subordinato. Autonomia tecnica L’appaltatore deve godere anche di autonomia nelle scelte riguardanti i modi e le tecniche per realizzare l’opera appaltata, tant’è che appunto egli viene scelto per le sue capacità. Massima autonomia tecnica in capo all’appaltatore si ha nelle ipotesi in cui a quest’ultimo sia stato affidato il compito di predisporre il progetto e quindi sarà sempre lui che ne risponde, anche se nel concreto il progetto è stato redatto da un terzo professionista. Al committente rimangono però dei poteri che si concretizzano nel fatto che egli può, nel caso in cui l’appaltatore nel corso dell’esecuzione dell’opera non svolga la sua attività a regola d’arte, chiedere la risoluzione anticipata del contratto ex art. 1662 c.c. Allo stesso tempo però l’appaltatore può pretendere che il committente non abbia, nel corso dell’esecuzione dell’opera, un atteggiamento troppo invasivo. Rimane nel corso di tutta l’esecuzione delle opere in capo al committente il potere di controllare quanto è già stato eseguito o in corso di esecuzione ed anche il potere di fornire istruzioni, come ad esempio nel caso in cui intraveda irregolarità commesse nel corso dell’esecuzione dell’opera (art. 1662 c. 2 c.c.). Nell’ipotesi estrema in cui l’appaltatore esegua, così come previsto consensualmente tra le parti, un progetto già predisposto dal committente senza alcuna possibilità di iniziativa l’appaltatore si riduce ad essere giuridicamente inquadrato come un il geometra n. 8-9/08

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Professione cd. nudus minister (tra le tante, Cass. 22.02.2000 n. 1965) e si parla in dottrina di “appalto a regia”, ove l’appaltatore reperisce i materiali, la mano d’opera, i mezzi tecnici a fronte di un guadagno predeterminato senza però avere alcun rischio d’impresa. Tant’è che questa figura potrebbe poi anche sfociare addirittura in un rapporto di lavoro subordinato. Essendo stato fornito il progetto direttamente dal committente l’appaltatore deve solo attenersi alle disposizioni progettuali, salvo che però riscontri la presenza di difetti e di difformità alle regole dell’arte (Cass. 5.05.2003 n. 6754). Va da sé che più aumenta l’ingerenza del committente nell’ambito dell’autonomia tecnica dell’appaltatore più diminuisce la responsabilità dell’appaltatore. L’ingerenza del committente e quindi la diminuzione della responsabilità dell’appaltatore, peraltro, possono anche verificarsi nell’ipotesi, come spesso accade nella pratica, in cui sia stato predisposto un direttore dei lavori. Difatti di per sé il direttore lavori rappresenta il committente per quanto riguarda gli aspetti tecnici dell’opera appaltata. Seppur è vero che il committente o il direttore lavori possono suggerire modifiche al progetto ciò non annulla l’autonomia dell’appaltatore, poiché egli non può accogliere suggerimenti errati perché comunque rimarrà responsabile delle conseguenze (Cass. 30.05.2003 n. 8813), sempre che però l’appaltatore non sia più tale ma sia stato solo un mero esecutore degli ordini (circostanza che sarà quindi però tutta da provare e che comunque deve rispettare i limiti di cui sopra alla richiamata Cass. 05.05.2003 n. 6754). Vale la pena precisare - anche se si dovrebbe scrivere un capitolo a parte su tale aspetto - che in tema di responsabilità per i danni causati dall’appaltatore verso i terzi nella realizzazione dell’opera è configurabile il concorso di responsabilità del committente qualora quest’ultimo si sia inserito nell’attività dell’appalta-

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tore ovvero si sia riservato poteri di direzione e di sorveglianza e proprio nell’ambito dell’esercizio di tali poteri sia stato provocato il danno, ovvero, nel caso in cui il danno sia stato prodotto in esecuzione di direttive del committente o di un suo specifico ordine (Cass. 05.06.2007 n. 13123, Cass. 29.03.2007 n. 7755 e Cass. 12.07.2006 n. 15782). Precisiamo che l’ingerenza (cioè il controllo) del committente verso l’appaltatore non combacia con il potere di collaudo dell’appaltatore, poiché, mentre la verifica consiste nel complesso di operazioni materiali aventi lo scopo d’accertare se l’opera sia stata eseguita a regola d’arte, il collaudo è il momento finale e il coronamento della verifica, e cioè, la dichiarazione finale con cui si riconosce che l’opera è stata eseguita bene. Riflettiamo infine, senza voler fare un capitolo a parte, sui contratti di appalto pubblico, ove l’intromissione dell’appaltante è sicuramente maggiore, perché può ad esempio riguardare il profilo tecnico-amministrativo della rilevazione delle misure e della contabilità dei lavori e l’esecuzione dell’opera in conformità alle disposizioni del contratto di appalto ed alle regole dell’arte. Variazioni Sempre nell’ottica del potere di ingerenza del committente un discorso a parte va effettuato in riferimento al potere del committente di effettuare variazioni nel corso dello svolgimento delle opere, le quali devono essere autorizzate per iscritto dal committente medesimo ex art. 1659 c.c. (precisiamo che anche l’appaltatore può proporre variazioni ma deve comunque ottenere un’autorizzazione scritta dal committente - vedasi Cass. 20.10.1984 n. 5307 e Cass. 15.03.1995 n. 3040). Si distinguono le seguenti tipologie, le quali coinvolgono sia il potere del committente sia quello dell’appaltatore: - variazioni concordate (art. 1659 c.c.): l’appaltatore può procedere a

variazioni solo con l’autorizzazione scritta del committente. Pensiamo ad esempio all’ipotesi dei materiali: “non è consentito all’appaltatore adottare materiali diversi, anche se di maggior pregio, non potendo egli sostituirsi al committente nello scegliere le modalità esecutive capaci di caratterizzare l’opera, secondo le preferenze manifestate al momento della conclusione del contratto” (tra le altre Cass. 22.07.1994 n. 6889); - variazioni ordinate dal committente (art. 1661 c.c.): esse non possono essere superiori al sesto del compenso pattuito e non possono modificare la natura stessa dell’opera. Si precisa per completezza che se il committente ordina variazioni di notevole entità tali da sovvertire in maniera rilevante il preesistente piano di lavoro, parte della giurisprudenza ritiene che il termine di consegna stabilito viene a cadere per l’effetto del mutamento dell’originario piano dei lavori (Cass. 27.02.1995 n. 2290, Cass. 7 aprile 1986 n. 2394). Non è necessaria la prova scritta dell’autorizzazione delle variazioni eseguite se viene richiesta dal direttore dei lavori a cui sia però contrattualmente attribuito il potere di autorizzare variazioni al progetto iniziale. Vale la pena ricordare che se la variazione accresce l’opera l’appaltatore dovrà essere adeguatamente compensato e dovrà essere adeguatamente indennizzato dei maggiori oneri sopportati per la realizzazione delle varianti, anche se il prezzo dell’opera era stato determinato globalmente; -variazioni necessarie (art. 1660 c.c.): nascono nel corso dell’esecuzione delle opere e rimangono a carico del committente. Nel caso in cui l’appaltatore non provveda a compiere le necessarie variazioni egli deve rispondere dei vizi che ne potrebbero derivare. Se l’importo delle variazioni supera il sesto del prezzo complessivo convenuto, l’appaltatore può recedere dal contratto e può


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Professione ottenere una congrua indennità. Negli appalti pubblici invece le regole per le variazioni sono più rigorose a causa della prevalenza della tutela dell’interesse del committente pubblico. Difatti l’art. 25 della legge n. 109/1994 stabilisce il divieto generale di introdurre modifiche all’opera salvo ipotesi tassative, la quali sono così classificate: - modifiche di dettaglio e cioè di modesta entità; - varianti che non comportano una modifica del prezzo; - varianti causate da eventi imprevedibili o imprevisti; - varianti dovuti ad errori nella progettazione; - varianti necessarie per adeguare l’opera alla normative introdotte quando l’opera era già iniziata; - varianti per consentire l’applicazione di nuove tecnologie per migliorare la qualità e funzionalità dell’opera senza aumentare la spesa e stravolgere il progetto originario; - varianti decise unilateralmente dal

soggetto pubblico. Da notare è la totale assenza di decisione in capo all’appaltatore, il quale ha comunque la facoltà di proseguire i lavori attenendosi alle varianti o di recedere dal contratto, ottenendo il compenso per la parte di lavoro già determinata. Vi è solo un caso in cui l’appaltatore possa proporre delle modifiche nei contratti di appalto pubblico e cioè quando esse siano in grado di migliorare l’opera e garantire un risparmio sui costi, mantenendo inalterati la sicurezza ed i tempi di esecuzione. Ovviamente è necessaria l’autorizzazione scritta del direttore dei lavori, quale rappresentante degli interessi della pubblica amministrazione (art. 11, c. 3 del D.M. n. 145/2000). Le varianti non autorizzate non vengono invece pagate. In breve quindi si ribadisce che il contratto di appalto è caratterizzato da un’ampia autonomia in capo all’appaltatore, la quale via via che diminuisce a causa dell’ingerenza

del committente e del direttore dei lavori fa diminuire la responsabilità in capo a chi esegue i lavori, salvo pur sempre l’obbligo per l’appaltatore di non eseguire opere contrarie ed in difformità alla regola d’arte. Sarà quindi di volta in volta opportuno verificare concretamente gli effettivi poteri di autonomia dell’appaltatore (i quali sono comunque sempre a priori molto ampi proprio perché trattasi di un elemento che caratterizza il contratto di appalto in sé). Maggiore autonomia però significa ovviamente maggiori responsabilità sia verso il committente che verso i terzi. Vero è che se appaltatore - talvolta la Direzione Lavori- non sono convinti della conformità alla regola dell’arte di un manufatto o parte di esso “comandato” dal committente o dal suo Direttore Lavori - devono eccepirlo in forma chiara ed espressa (Raccomandata!) prima di eseguirlo! Da “Prospettive Geometri”

8 studenti su 10 trovano lavoro entro 1 anno

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Professione

Nuove norme in materia di privacy per i CTU, consulenti delle parti e periti di Paolo Frediani professionali dei consulenti delle parti private con riferimento a procedimenti giudiziari. La decisione è scaturita in relazione alla necessità di provvedere in ordine ai rischi connessi al trattamento di dati personali effettuato da consulenti tecnici e periti ausiliari Sono arrivate le regole per il rispet- to di dati personali da parte dei con- del giudice e del pubblico ministero to della privacy da parte del consu- sulenti tecnici e dei periti ausiliari del nell’ambito di procedimenti in sede lente tecnico e perito per i giudici e giudice e del pubblico ministero”. civile, penale e amministrativa. Ciò pubblici ministeri e dei consulenti La disposizione coinvolge piena- con la prevalente funzione di individelle parti nei procedimenti civili e mente i professionisti incaricati dai duare un quadro unitario di misure e penali. giudici nel settore civile che quelli di accorgimenti necessari e opportuni Con la deliberazione n. 46 del 26 che svolgono il mandato di consu- volti a fornire orientamenti utili per Giugno 2008 pubblicata sulla Gaz- lente tecnico e perito per i giudici e numerosi professionisti interessati. zetta Ufficiale n°178 del 31 Luglio pubblici ministeri in quello penale. Se da un lato il Codice (al titolo I 2008 il Garante per la protezione dei Inoltre le regole dettate dalle linee – Trattamenti in ambito giudiziario) dati personali ha infatti emesso le guida devono trovare rispetto anche all’art.47 (trattamento per ragioni “Linee guida in materia di trattamen- da coloro che svolgono le attività di giustizia) escludeva alcune disposizioni in materia di protezione di dati Le disposizioni riguardano i professionisti incaricati personali, confermate dai giudici nel settore civile, quelli che svolgono il nella attuale disposimandato di consulente tecnico e perito per i giudici e zione, la constataziopubblici ministeri in quello penale. ne che nell’ espletaInoltre le regole dettate dalle linee guida devono tromento delle relative vare rispetto anche da coloro che svolgono le attività incombenze, il consuprofessionali dei consulenti delle parti private con lente e il perito venriferimento a procedimenti giudiziari. gono a conoscenza e devono custodire, anche dati personali di soggetti coinvolti a diverso titolo nelle vicende giudiziarie, ha indotto il Garante a porre in essere regole che rendono applicabili le disposizioni del “Codice in materia di protezione

Garante per la protezione dei dati personali. “Linee guida in materia di trattamento di dati personali da parte dei consulenti tecnici e dei periti ausiliari del giudice e del pubblico ministero”.

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Professione dei dati personali” in riferimento al rispetto dei principi di liceità e che riguardano la qualità dei dati ed alla adozione delle misure di sicurezza idonee a preservare i dati da alcuni eventi, tra i quali accessi e utilizzazioni indebite. Diventa pertanto essenziale per ogni ausiliario giudiziario porre in essere tutte le cautele e le attenzioni necessarie per adeguarsi alle nuove disposizioni e non esporsi alle pesanti sanzioni che prevedono l’arresto sino a tre anni e l’ammenda fino a cinquantamila euro. Ciò anche tenendo conto del particolare e delicato ruolo che questi svolge in indirizzo alle responsabilità nei confronti della autorità giudiziaria e delle parti. Quest’ultimo profilo è quello che – alla luce della estrema conflittualità che si registra negli odierni giudizi civili e che spinge spesso le parti a porre in essere dinamiche d’invischiamento nella lite – può rappresentare la maggiore minaccia per il consulente; difatti la parte“insoddisfatta” dell’opera del consulente, potrebbe trovare nell’odierno provvedimento argomento di rivalsa e ritorsione nei confronti di quell’esperto che, pur attento a svolgere correttamente il suo incarico giudiziario, non sia stato altrettanto diligente nell’applicazione delle disposizioni contenute nelle Linee Guida. In tal senso è importante operare la corretta applicazione delle disposizioni contenute nelle Linee guida ed, in tale indirizzo, sarebbe auspicabile che gli ordini e collegi professionali offrissero agli iscritti occasioni di approfondimento. La documentazione in proposito è visionabile sul sito www.garanteprivacy.it/garante/ navig/jsp/index.jsp Le notizie sono tratte dal sito Internet del geom. Paolo Frediani www.studiofrediani.com

Una esemplare sentenza della Commissione Tributaria Centrale L’Agenzia del Territorio di Cosenza condannata per colpa grave con pagamento di danni e spese al ricorrente per errata variazione di intestazione catastale Svolgimento del giudizio Con atto notificato all’Ufficio di Cosenza dell’Agenzia del Territorio, ha impugnato due atti di detto Ufficio: • la soppressione della partita catastale a lui intestata corrispondente a porzione di terreno nel Comune di M.U., contraddistinta dal foglio 74 particella 251 mq. 50, disposta d’ufficio arbitrariamente ed a sua insaputa; • il rigetto della richiesta di ripristino di detta partita catastale effettuata con atto di significazione e diffida, notificato in data 5 aprile 2007, ripetuta in ricorso. Ha invitato espressamente l’Ufficio ad esibire la documentazione da lui proveniente anteriore alla richiesta di eliminazione o di variazione della suddetta partita catastale. Il ricorrente ha dedotto che, con atto rogato dal notaio N. N. in data 26 gennaio 1983 rep. 5743/2995, registrato a Cosenza il 14.02.1983 al n. 1773, trascritto presso la Conservatoria dei registri immobiliari di Cosenza il 25.02.1983 sotto i

numeri 4970 R.G. e 52281 RS., ha acquistato da .... un magazzino con annessa pertinenza scoperta di mq. 260, riportata nel catasto terreni del Comune di M. U. al foglio di mappa 74 particelle 25/b (ora 251) di mq 90 e particella n. 143 (ex 135/b) di mq 170. Egli, con successivo atto rogato dal notaio .... del 13 maggio 1987 rep. n. 70510/19605, registrato a Cosenza l’01.06.1987 al n. 5395, trascritto il 22.05.1987 sotto i nn. 10522 RG. e 154116 RS., della pertinenza prima acquistata (mq 260) ha venduto alla... l’intera particella 143 del foglio 74 di mq 170 ed una porzione, individuata con la particella 25/e, di mq 40 derivante dalla particella 25/b. I predetti atti sono stati oggetto di regolare voltura ed è residuata la partita 2 foglio 74 ex particella 25/b mq 50, variata nel NCT con la particella n. 251. Il ricorrente ha depositato due visure da cui risulta essere intestatario nel catasto terreni di .... della particella n. 251 del foglio 74 di mq 50 la prima n. 544 del 3.5.1994 e la seconda n. CS 0067562 del 3.3.2005. Ha concluso chiedendo, in via d’urgenza, la sospensione della variazione impugnata e, in via definitiva, l’annullamento del provvedimento che ha eliminato la partita, la condanna dell’Ufficio alle spese di lite ed al riconoscimento dei danni da liquidarsi in separata sede nonché al danno per lite temeraria. La Commissione si è riunita in data 8.5.2007 per l’esame della domanda di sospensione. L’Ufficio non il geometra n. 8-9/08

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Professione A seguito del D.M. n. 701/1994, il Ministero delle Finanze con una nota interna richiamava gli ex U.T.E. (oggi Agenzia del Territorio) a “non eseguire frazionamenti e variazioni catastali senza il consenso di tutti gli interessati, ossia di tutti i soggetti titolari di diritti reali sui beni immobili coinvolti dal frazionamento o dalla variazione”.

si è subito costituito e non ha controdedotto. La Commissione, ritenendo sussistere nella fattispecie i requisiti di legge, ha accolto la domanda preliminare ed ha emesso ordinanza di sospensione. L’Ufficio si è, invece, costituito in data 26 giugno 2007 ed ha depositato le proprie controdeduzioni. Ha iniziato il suo racconto partendo da un atto notarile precedente a quelli riferiti dal ricorrente, ha confermato il contenuto dei due atti richiamati dal ricorrente, non ha contestato il contenuto delle due visure, accettandone sia la provenienza sia il contenuto. Ha riferito, però, che, in data 18.12.1985, il tecnico di fiducia di altra ditta ha presentato denuncia di cambiamento dello stato dei terreni (tipo mappale) al prot. 2255/85 accorpando per formare unico lotto urbano le particelle 138 (mq 610); 142 (mq 450), 25/b (mq 90) e la particella 143 (mq 170) ed ha costituito la particella 142 di mq 1.320. L’Ufficio ha aggiunto che il tecnico nella domanda non ha fatto alcuna menzione di eventuali atti di provenienza, non ha giustificato la mancata corrispondenza dell’intestazione catastale a quella della ditta dichiarante, che ha accolto e dato esecuzione alla domanda in data 21.6.2006. Ha precisato che, in sede di accettazione della domanda, ha fatto due riserve: la prima circa la non corrispondenza dei dati di intestazione e la seconda della

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non corrispondenza tra la superficie dichiarata mq. 1.320 e quella accertata di mq. 1.110. Ha evidenziato che l’operazione suddetta è avvenuta in osservanza di circolare ministeriale. Ha concluso che “Ufficio non potesse rettificare la geometria rappresentata dal tecnico e che, se vi sono errori, dovranno essere redatti nuovi atti di aggiornamento, a cura delle parti”. All’udienza fissata per l’esame del merito, la difesa del ricorrente ha rilevato l’intempestività del deposito della memoria ed ha chiesto che non sia esaminato il suo contenuto e che la Commissione non ne tenga conto per la decisione. All’udienza il ricorso è stato esaminato e discusso e la Commissione l’ha trattenuto in decisione. Motivazione Preliminarmente va esaminata la richiesta di omettere l’esame delle controdeduzioni, perché depositate fuori termine. Il rilievo è fondato ma irrilevante. L’art. 32 del D.Lg. 546/92 stabilisce che le memorie difensive vanno depositate fino a 10 giorni liberi prima della data di trattazione e l’Agenzia del Territorio ha depositato le proprie controdeduzioni in ritardo. È ininfluente perché le controdeduzioni ripetono fatti e considerazioni contenute in altro documento che ha fatto legittimo ingresso nel processo, precisamente la lettera n. 4378

di prot. del 16 aprile 2007 inviata dall’Ufficio del Territorio alla parte ed allegata dalla stessa alla propria memoria datata 7 maggio 2007. Il rilievo va disatteso. La Commissione premette che la vertenza in esame concerne l’intestazione catastale (art. 2, comma 2, del d.lgs. n. 546/1992) ed essa rientra nella propria giurisdizione. Nel merito il ricorrente ha fornito la prova che in data 03.03.2005 era intestatario di una partita nel catasto terreni del comune di M. U., contraddistinta dal foglio 74, particella 251 mq. 50 e che tale terreno appartiene a lui in forza di atto d’acquisto per notar N.N., regolamentante registrato e trascritto, e che detta consistenza, sempre di sua proprietà, è residuata a seguito del secondo atto per notar N.N., anch’esso registrato e trascritto. Ha fornito con misura attestante la situazione degli atti effettuata in data 15.03.2007, la prova che la partita era stata eliminata e nella visura si legge “tipo mappale del 21.06.2006 n. 2255 1.9.1885 in atti dal 21.06.2006”. L’Ufficio ha riferito che l’eliminazione è avvenuta a seguito di denunzia di cambiamento dello stato dei terreni (tipo mappale) richieste dal predetto tecnico, per conto di una ditta rappresentata, a scopo di formare un unico lotto urbano. Ha aggiunto che tale procedura è prevista da apposita circolare (non menzionata) e che esso si è attenuto alle Istruzioni in essa contenute. Il ragionamento è illogico e capzioso. Anzitutto va premesso che la circolare con la quale l’Agenzia del Territorio (ex U.T.E.) interpreti una norma, anche qualora contenga una


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Professione direttiva agli uffici gerarchicamente subordinati, perché vi si uniformino, esprime esclusivamente un parere dell’amministrazione non vincolante per i terzi e per il Giudice, non essendo atto di esercizio di potestà normativa (Cfr. Cass. sez. I. n. 1 1931/1995: sez. V n. 1, 1011/2003). L’Ufficio riconosce che esistono i rogiti N.N. e G.L. in forza dei quali è rimasto in legittima proprietà del ricorrente il quoziente di terreno mq 50 e non contesta che tale dato risulta anche dagli atti catastali. L’eliminazione della partita, ai sensi dell’art. 12 del R.D. 08.12.1938 n. 2153, rubricate “catasto e registri immobiliari”, avrebbe dovuto avvenire sulla base di atti pubblici o di atti giudiziali o di scritture private con sottoscrizione autenticata da notaio od accertate giudizialmente. L’articolo così si esprime testualmente: “Le volture dipendenti da passaggi fra vivi non possono essere eseguite che sulla fede di atti pubblici, o di atti giudiziali, o di scritture private con sottoscrizioni autenticate da notaio o accertate giudizialmente”. Tali atti devono contenere tutti gli estremi per servire di base alla voltura, cioè: a) individuale designazione delle persone intestate e di quelle da intestarsi in catasto; b) descrizione dei beni immobili e dei diritti reali, che costituiscono l’oggetto della voltura, con l’indicazione dei dati coi quali sono rappresentati in catasto. Inoltre, l’art. 16, comma 2°, del sopra citato R.D. n. 2153/1938 prevede che “Per gli errori, imputabili agli uffici, la voltura di correzione deve essere eseguita d’ufficio, anche senza domanda delle parti, e senza pagamento di alcun diritto, sulla base di una nota di voltura compilata dall’ufficio tecnico erariale, la quale nota tiene luogo di domanda di voltura”. In merito la Commissione Tri-

butaria Prov. di Matera con sentenza 13.12.1989 n. 849 ha statuito che “Nei casi in cui si verifichino errori, anche se imputabili alle parti, nell’intestazione della partita catastale, l’ufficio tecnico erariale è tenuto a procedere, eseguendo la c.d. voltura di correzione, alla rettifica della intestazione della partita a norma dell’art. 16, comma 2, R.D. 8 dicembre 1938 n. 2153”. L’Ufficio ha affermato di avere eseguito la voltura secondo la denuncia di cambiamento di un privato e ciò costituisce evidente violazione della norma citata. Ma l’intera vicenda sottostante prospetta risvolti per nulla convincenti.

Un privato, assistito da un tecnico da esso prescelto, presenta denuncia di cambiamento dello stato dei terreni e chiede l’accorpamento di più particelle in un unico lotto urbano in data 18.12.1985 e tale domanda non è stata esaminata ed accolta per oltre un ventennio. Evidentemente c’era qualcosa che non suggeriva di poterla accogliere. Ma l’Ufficio, è lo stesso a sottolinearlo nelle sue controdeduzioni, si accorge che alcune particelle da accorpare non sono intestate in catasto alla richiedente. Sarebbe state logico attendersi, che, l’Ufficio, prima di accogliere la domanda, avesse chiesto alla ditta il titolo di trasferimento della proprietà. Si ac-

corge ancora che la domanda contiene l’indicazione di mq 1.320, mentre corrispondono a quella ditta solo mq 1.060. L’Ufficio non ha eseguito nella sua interezza la voltura così come richiesta dal tecnico di parte richiedente con il tipo di mappale presentato, ma ha volturato quelle intestate alla ditta richiedente (particelle n. 138 e 142) nonché la sola particella n. 251 (mq 50), intestata al ricorrente, escludendo dall’operazione le particlle 25/e (mq 40) e 143 (mq 170) intestate anch’esse ad un terzo, come terzo doveva e deve intendersi nella vicenda, anche, il ricorrente. Certamente sarebbe stato più logico, che, a fronte della presentazione di un atto di aggiornamento da parte del professionista - tra l’altro unico soggetto normativamente abilitato alla presentazione dell’atto medesimo - l’attività svolta dall’Ufficio fosse stata limitata a controllare l’esistenza delle condizioni di legge in modo che la variazione disposta avesse prodotto effetti sostanziali diretti soltanto nei confronti dei soggetti che avevano la titolarità di diritti reali sui beni interessati dalle variazioni e lasciando le altre intestate ai legittimi titolari. Improvvisamente nel 2006 l’Ufficio supera ogni indugio, accorpa ed intesta alla richiedente il tutto con riserva sia per l’intestazione sia per l’estensione. Nelle controdeduzioni, però, non spiega quali sono stati i motivi che l’hanno indotto a decidere in tal modo, violando in modo non giustificato l’art. 12 richiamato e ledendo i diritti soggettivi del terzo. Ha sostenuto che esso ha osservato le circolari ministeriali, ma non è possibile che dette circolari abbiano potuto autorizzare l’ufficio a violare la richiamata norma. Smentisce tale affermazione il contenuto del comma 8 dell’art. del D.M. 19.04.1994. n. 701, il quale statuisce che “I tipi di frazionamento o tipi mappali di cui al comma 4, ad eccezione di quelli fiil geometra n. 8-9/08

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Le pubblicazioni del Collegio GUIDA OPERATIVA DOCFA

12 Euro

GUIDA OPERATIVA CATASTO TERRENI

12 Euro

TARIFFE PROFESSIONALI

10,50 Euro

APPUNTI DI DIRITTO CIVILE E DI URBANISTICA 40 Euro

nalizzati a procedimenti amministrativi iniziati d’ufficio, sono sottoscritti dai soggetti che hanno la titolarità dei diritti reali sui beni interessati dalle variazioni e dal tecnico che li ha redatti”. Nel caso di specie l’unico titolare dei diritti reali è il ricorrente, il quale non ha sottoscritto alcuno degli elaborati cui l’ufficio fa riferimento. L’Ufficio, infatti, non è stato in grado di esibire documenti sottoscritti dal ricorrente. A seguito del D.M. n. 701/1994, prima richiamato, il Ministero delle Finanze con una nota interna richiamava gli ex U.T.E. (oggi Agenzia del Territorio) a “non eseguire frazionamenti e variazioni catastali senza il consenso di tutti gli interessati, ossia di tutti i soggetti titolari di diritti reali sui beni immobili coinvolti dal frazionamento o dalla variazione”. La ratio di tale disposizione appare ravvisabile nell’esigenza di garantire la correttezza e completezza dell’atto tecnico anche sotto il profilo civilistico e pubblicistico. Ancora il D.M. 2 gennaio 1998, n. 28, art. 1, comma 3, stabilisce che le partite che individuano gli immobili urbani devono contenere fra l’altro “oltre agli elementi identificativi degli immobili, dei soggetti, e dei relativi diritti reali, anche gli estremi dei documenti che ne giustificano l’iscri-

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zione....”, nella variazione in esame nessun documento attestante diritti reali è menzionato. Ancora una per tutte, la sentenza della Cassazione n. 7144 del 15 aprile 2004 in merito alla vertenza in esame così si esprime: “i dati” catastali debbono coincidere con la situazione dei soggetti titolari del diritto di proprietà o di altro diritto reale: perciò per procedere al frazionamento o alla variazione di dati catastali è necessaria, ai sensi dell’art. 5 legge n. 679/1969, l’istanza di tutte le parti interessate, ossia dei titolari dei diritti reali sui beni immobili in oggetto, quindi il giudice adito da uno degli interessati deve dichiarare la nullità di un frazionamento di una particella catastale eseguito senza il consenso della proprietà della particella stessa”. Anche in questo caso la Suprema Corte si richiama al consenso del titolare del diritto reale. Si può anche ritenere, come ha dedotto il ricorrente nell’atto introduttivo, che l’eliminazione sia frutto di un errore, che certamente non sarebbe stato di lieve entità, ma la protesta del ricorrente e l’intimazione formale a correggerlo imponevano che l’Ufficio riportasse a legalità l’intera vicenda, ripristinando la partita mantenuta legittimamente fino al 2006 ed eliminata illegittimamente in epoca

successiva. Imponeva tale obbligo la legge n. 241 del 1990. Neanche è fondata l’affermazione che la correzione incombe alle parti private. Era a ciò tenuto l’Ufficio che ha annullato la partita nonostante gli atti, dallo stesso conosciuti, attribuiscano al ricorrente la proprietà della particella n. 251. Il comportamento ingiustamente lesivo del diritto del ricorrente, tenuto dall’ufficio anche in sede giudiziale, importa la responsabilità aggravata prevista dall’art. 96 c.p.c. per avere resistito in giudizio con colpa grave. Per questi motivi La Commissione Tributaria di Cosenza accoglie il ricorso proposto da R. C. e, per l’effetto: a) accerta che l’Agenzia del Territorio di Cosenza ha eliminato arbitrariamente ed in violazione dell’art. 12 del R.D. 8.12. 1938 n. 2153 la seguente partita: “R.C. - Catasto terreni del Comune di M. U. foglio 74, particella 251 serri, arb. ha 00,50 RD 0,21 R A 0,06”; b) ordina all’Agenzia del Territorio di Cosenza di ripristinare immediatamente la partita descritta sub a); c) dichiara che l’intera vicenda è da addebitare a colpa dell’Agenzia del Territorio convenuto, che è diventata grave per non aver voluto attuare l’art. 16 di detto decreto e per avere pervicacemente resistito in giudizio: condanna l’Agenzia del Territorio di Cosenza al pagamento delle spese di lite in favore del ricorrente che liquida in complessive euro 1.079,25 per spese ed onorari oltre I.VA, C.A.R ed altri oneri di legge; d) condanna l’Agenzia delle Entrate a pagare al ricorrente la somma di € 500,00 per danni da responsabilità ex art. 96 c.p.c. oltre i maggiori danni che dalla vicenda avesse subito da liquidarsi in sede civile. Dichiara la sentenza provvisoriamente esecutiva. Così deciso a Cosenza addì 3 luglio 2007. Da “Geoide”


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Ingegneria naturalistica: materiali antierosivi di Mario Vietti Le tecniche di ingegneria naturalistica possono avere numerose applicazioni, una delle più comuni è sicuramente il controllo dell’erosione.

Intervento antierosivo con geostuoie in fase di realizzazione ed un anno dopo (Tenax). I fenomeni erosivi sono nella maggior parte dei casi dovuti all’assenza di copertura vegetale del suolo su pendii più o meno acclivi. Al fine di proteggere temporaneamente il terreno scoperto e di favorire il successivo insediamento della vegetazione si ricopre la superficie del pendio con dei materiali antierosivi sintetici e/o naturali. Nella realizzazione di questi interventi è possibile impiegare numerosi prodotti specifici, che generalmente vengono suddivisi in tre categorie principali: i geosintetici, i prodotti naturali ed i geocompositi. I geosintetici sono costituiti esclusivamente da polimeri sintetici e si differenziano in geostuoie, geocelle e geotessili. Le geostuoie sono strutture tridi-

Geostuoia con biofeltro (Tenax) Geostuoia (Tenax) mensionali spesse circa 10-20 mm e formate da filamenti di materiale sintetico intrecciato irregolarmente. In alcuni casi possono essere abbinate a biofeltri in cellulosa preseminati. Le geocelle sono strutture alveolari

formate da nastri di materiale sintetico spessi circa 15-20 cm e assemblati con processi di incollaggio o saldatura in modo da assumere una forma a “nido d’ape”. Queste strutture vengono solitamente utilizzate per trattenere tra le celle uno strato il geometra n. 8-9/08

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Pannello di Geocelle (Tenax) superficiale di terreno riportato e per consentirne la rivegetazione. I geotessili sono la famiglia più ampia e più nota dei geosintetici e talvolta possono essere usati per interventi antierosivi. E’ bene distinguere i geotessili tessuti e quelli nontessuti. I primi sono delle strutture piane a maglie regolari di 5-10 cm e costituite da filamenti di materiali polimerici tessuti su veri e propri telai. I secondi sono strutture piane con fibre disposte casualmente e assemblate con processi meccanici o termici. I geotessili non tessuti presentano una ridotta resistenza alla trazione (circa 10 kN/mq) e spesso vengono utilizzati insieme ad altri materiali di rivestimento sintetici o metallici. Quelli tessuti sono caratterizzati da

Geocomposito: georete + geotessili 16

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una maggiore resistenza, ma non tutti sono concordi sulla loro efficacia come materiali antierosivi. I materiali antierosivi naturali sono realizzati esclusivamente o prevalentemente con fibre naturali (paglia, cocco, juta, agave, ecc.) e si distinguono in biostuoie, biotessili e biofeltri. Le biostuoie sono costituite da uno strato di fibre naturali contenuto tra due reti sintetiche biodegradabili in polipropilene o poliammide. In alcuni casi all’interno viene inserito uno strato di cellulosa preseminato. I biotessili sono strutture aperte composte da fibre naturali (cocco, juta e agave) con maglie di dimensione variabile da pochi millimetri a qualche centimetro. Tutti i materiali biotessili sono biodegradabili anche se con tempi differenti a seconda delle fibre con cui sono realizzati. Per esempio un tessuto in juta ha una durabilità decisamente inferiore rispetto ad un tessuto in agave. Inoltre la juta ha una resistenza alla trazione 2 o 3 volte inferiore rispetto al cocco e all’agave (10-15 kN/mq). I biofeltri sono composti da fibre naturali legate da feltri sintetici biodegradabili. A volte possono essere preseminati per facilitare la rivegetazione dell’area di intervento. La funzione antierosiva di questi materiali naturali e sintetici biodegradabili è esclusivamente temporanea ed in breve tempo il terreno rimarrà protetto solamente dalla vegetazione. I geocompositi sono realizzati accoppiando diversi materiali antierosivi, sintetici e naturali. Spesso vengono rinforzati con griglie metalliche o sintetiche per aumentarne la

Biostuoia in paglia e cocco (Tenax) resistenza meccanica. Questi prodotti vengono suddivisi in drenanti ed impermeabilizzanti. All’interno della prima categoria i più utilizzati per controllare l’erosione sono composti da una geomembrana o una georete compresa tra due strati di geotessili. I geocompositi impermeabilizzanti possono essere costituiti da una geostuoia riempita da bitume e pietrisco, oppure da due strati di geotessile o geomembrana con all’interno della bentonite sodica (minerale argilloso). Vengono impiegati generalmente per il consolidamento delle sponde dei corsi d’acqua.E’ bene tener presente che nessuno dei materiali antierosivi è in grado di adattarsi a tutte le situazioni. Per ottenere dei buoni risultati è fondamentale scegliere accuratamente i materiali più adatti ad ogni singolo intervento.

www.turingarden.it vietti@turingarden.it

Fotografie per gentile concessione della Tenax S.p.a. www.tenax.net


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TURIN GARDEN ESPOSIZIONI 2008 Dal 13 Ottobre all’ 8 Novembre: I colori dell’autunno

Alberi ed arbusti particolarmente decorativi per i colori autunnali “Esistono alcune piante caratteristiche per essere decorative anche in autunno, e non solo per il colore delle foglie, ma anche per la fioritura, per le bacche, per i frutti, per la corteccia o ancora per la forma dei rami; in un giardino non dovrebbero mai mancare, per rallegrare questa stagione un po’ grigia.” Sarà possibile ammirare una buona scelta di alberi e arbusti particolarmente decorativi durante la stagione autunnale. Orario esposizione e vendita: da lun. a ven. 8-12/14,30-19 sabato 8-12 Ingresso libero.

Anche in autunno i giardini si riempiono di colori Se durante la primavera il giardino è rallegrato dalla comparsa dei fiori e dal risveglio di tutta la natura, in autunno assume “l’abito della festa”, regalandoci un momento suggestivo con i colori delle foglie, delle cortecce e dei frutti che si fondono con il grigiore della nebbia e della rugiada. Ma perché le foglie, prima di cadere, assumono le caratteristiche colorazioni autunnali con toni che vanno dal giallo al rosa, all’arancio fino al rosso-bronzo? L’invecchiamento e le basse temperature attivano un processo biochimico: la pianta riassorbe alcune sostanze divenute momentaneamente inutili (amminoacidi, zuccheri e magnesio), mentre altre restano nelle lamine fogliari perché richiederebbero troppa energia per essere recuperate (carotenoidi e xantofille). Sono proprio queste ultime che donano gli stupendi colori e le diverse combinazioni cromatiche. Questa peculiarità delle piante a foglia caduca è molto utile per realizzare giardini policromi tutto l’anno e deve essere tenuta in grande considerazione dai progettisti delle aree verdi. Per questo motivo i paesaggisti dovranno conoscere a fondo le colorazioni autunnali di alberi e arbusti per accostarli sapientemente alle altre essenze. In questa stagione risultano decisamente imbattibili per il colore delle foglie: Acer japonicum “Aconitifolium”, Cercidiphyllum japonicum, Parrotia persica e Platanus acerifolia “Mirkovec”. Ma l’aspetto decorativo non si limita solo al fogliame: la corteccia di Betula alba, Cornus alba “Elegantissima” e “Gouchaultii” e Cornus sanguinea viene illuminata dalla luce calda e morbida dell’autunno, così come le bacche di numerose varietà (Callicarpa giraldiana, Ilex aquifolium, Cotoneaster, Symphoricarpos, ecc….). Occorre anche ricordare che alcune essenze, come Osmanthus heterophyllus e Prunus subirthella “Autumnalis” fioriscono proprio in ottobre-novembre. Per informazioni: TURIN GARDEN Strada del Mainero 64 - Torino Tel e Fax 011 8610032 - 011 8610467 vietti@turingarden.it www.turingarden.it il geometra n. 8-9/08

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Il Geometra abilitato in Italia può lavorare in tutta Europa di Mariangela Ballo Da quando è entrata in vigore la direttiva europea 2005/36/CE, relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, sono cambiate le regole che un geometra, alla pari degli altri professionisti iscritti a un ordine professionale, deve seguire per esercitare la professione in uno dei paesi dell’Unione europea. La direttiva è entrata in vigore il 20 ottobre 2007, e perciò ogni stato europeo la deve rispettare. Essa sostituisce le precedenti direttive 89/48/CEE e 92/51/CEE, come modificate dalla direttiva 2001/19/CE (da notare che la dizione inglese, prevalente sui siti europei, scrive EEC al posto CEE). La professione di geometra rientra nei livelli di qualifica previsti dall’art. 1l, lettera c di tale direttiva 2005/36, ed è specificatamente descritta nell’Allegato II - Elenco dei cicli di formazione con struttura particolare di cui all’articolo 11, lettera c) - come avente un ciclo di studi tecnici secondari della durata complessiva di almeno tredici anni, di cui otto di scolarità obbligatoria più cinque anni di studi secondari, tre dei quali concentrati sulla professione, concludentisi con un esame di maturità tecnica e completati da un tirocinio pratico di almeno due anni in un ufficio professionale o da un’esperienza professionale di cinque anni, seguito dall’esame di Stato. Che cosa deve dunque fare un geometra italiano, iscritto a un Collegio, per esercitare la professione nell’Unione europea? Deve chiedere all’autorità competente del paese in cui desidera lavorare (in genere è un ministero), di ottenere il riconoscimento del titolo professionale di geometra ai sensi del-

La Direttiva 2005/36 è entrata in vigore in tutti i paesi dell’Unione Europea e da diritto a chi esercita una professione regolamentata di farlo ovunque senza altri esami. Spieghiamo come farsi riconoscere il titolo professionale.

la direttiva europea 2005/36. articolo 11, lettera c. Per individuare l’indirizzo a cui rivolgersi, il punto di partenza e l’elenco dei Punti nazionali di contatto che si trova sul sito del Dipartimento Politiche Comunitarie, http://old. politichecomunitarie.it, dove c’è una sezione dedicata ai riconoscimenti professionali. Il Dipartimento per le Politiche Comunitarie si trova presso la Presidenza del Consiglio, e offre informazioni telefoniche dettagliate al numero 06 6779.53.22. La posta elettronica valida è attualmente solo questa: lu.monaco@palazzochigi.it. Ai punti di contatto degli altri paesi (che pubblichiamo nelle pagine seguenti, assieme a quello della Svizzera, perché con questo paese c’è un reciproco riconoscimento dei diplomi che danno diritto ad accedere a una professione regolamentata) ai quali ci si deve rivolgere per sapere che documenti ciascuno di essi richiede perché

la qualifica di geometra sia riconosciuta. E’ opportuno inviare la richiesta in lingua inglese. Nel caso che il paese prescelto chieda un attestato da parte dell’autorità competente italiana, tale autorità è il ministero della Giustizia, a cui il geometra dovrà inviare la richiesta scritta, allegando la documentazione inviata dal paese europeo. Sul sito dell’Unione Europea: http:// europa.eu/scadplus/leg/it/cha/c11065. htm, c’è una sintesi della Direttiva 2005/36/CE del 7 settembre 2005, pubblicata nella Gazzetta ufficiale L 255/22 del 30.09.2005. In questa pagina è descritto con buon dettaglio il contenuto della direttiva, compreso un aspetto nuovo, assai importante, che riguarda il lavoro temporaneo e occasionale, senza necessità di stabilimento di servizi. La direttiva infatti distingue tra “libera prestazione dei servizi” e “libertà di insediamento” basandosi sui criteri indicati dalla Corte di giustizia: durata, frequenza, periodicità e continuità delle prestazioni. I geometri che hanno intenzione di lavorare in Europa faranno bene a leggere accuratamente questa lunga pagina, dalla quale è possibile raggiungere tutti i documenti relativi. Sul sito del ministero della Giustizia ( www.giustizia.it/professioni/ tit_prof _paesi_ue.htm) sono invece pubblicate le regole che riguardano i professionisti di altri paesi dell’Unione europea che vogliono lavorare in Italia. Il Decreto Legislativo 6 novembre 2007, n. 206, che ha recepito la direttiva 2005/36, non riguarda perciò i professionisti italiani. il geometra n. 8-9/08

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Documentazione

Punto di partenza: http://old.politichecomunitarie.it, sito del Dipartimento Politiche Comunitarie, dove c’è una sezione dedicata ai riconoscimenti professionali. Approfondimento: http://europa.eu/scadplus/leg/it/cha/ c11065.htm pagina del sito dell’Unione Europea dove è illustrata la Direttiva 2005/36. Da “Pitagora” Collegio Geometri di Padova

I PUNTI NAZIONALI DI CONTATTO NEI PAESI DELL’UNIONE EUROPEA E IN SVIZZERA Il Punto nazionale di contatto per i riconoscimenti professionali fornisce a tutti i cittadini interessati ogni utile conoscenza riguardo il complesso di disposizioni, norme e principi comunitari e nazionali che regolano il sistema della libera circolazione dei professionisti nell’Unione Europea: in particolare fornisce chiarimenti sulle disposizioni esistenti in materia di esercizio dell’attività professionale tra gli Stati membri dell’Unione e sui sistemi di riconoscimento dei titoli professionali. Il Punto di contatto italiano opera presso l’Ufficio IV del Dipartimento per le politiche comunitarie, Presidenza Consiglio Ministri, piazza Nìcosia n. 20, 00186 Roma, tel. 06 6779.53.22, fax 06 6779.51.58, e-mail: lu.monaco@palazzochigi.it AUSTRIA Bundesministerium für Wirtschaft und Arbeit Ableilung 1/7, Stubenring 1 A- 1010 VIENNA tel.:+43-1-711,00.5446 fax.:+43-1-714.2718 e-mail: irenc.kosnopfl@bmwa.gv.at www.bmwa.gv.at BELGIO (Comunità francese) Ministère de l’Education Communauté française Rue Royale 204 B- 1010 BRUXELLES tel:+32-2-210.55.77 fax:+32-2-210.59.92 e-mail: chantal.kaurmann@cfwb.be (Vlaamse Gemeenschap) Afdeling Universiteiten Hendrik. Consciencegebouw, Toren A - 7dc verd., Koning Albert II laan 15 B- 1210 BRUSSEL tel:+32-2-553.98.01, fax : +32-2-533.98.05 e-mail: noel.vercruysse@ond.vlaanderen.be

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CIPRO Human Resource Development Authority of Cyprus 2 Anavissou Str. Strovolos, P.O.Box 25431 CY- 1392 NÌCOSIA tel.:+357 22390363,22515000 fax.: + 357 22428522 e-mail: g.siekkeris@hrdauth.org.cy www.hrdauth.org.cy DANIMARCA Center for Vurdering af Udenlandske Uddannelser Fiolstraede 44, 1171 København K tel.: +45 3392 5000. Direct line: +45 3395 7069, fax:+45 3395 7001, e-mail: Tatjana.Milsevic@cvuu.dk www.cvuu.dk ESTONIA Ministry of Education and Research Munga 18, EE - 50088 TARTU tel:+372 7 350 228 fax:+372 7 350 162 e-mail: tiia.raudma@hm.ee


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Professione oppure hels@hm.ee Estonian ENIC/NARIC Centre Koidula 13a, EE - 10125 TALLINN tel:+372 696 2415 fax : +372 696 2426 e-mail: gunnar@archimedes.ee FINLANDIA National Board of Education P.O. Box 380 SF-00531 HELSINKI tel.: +358-9-77.47.71.28 fax : +358-9-77.47.72.01 e-mail: carita.blomqvist@oph.fi FRANCIA Bureau DRIC B4 110 rue deGrenelle, F 75007 PARIS tel: +33 1 55 55 04 29 fax: +33 1 55 55 04 23 e-mail: DRICB4@education.gouv.fr oppure claudine.lamiral@education.gouv.fr GERMANIA Zentralstelle für ausländisches Bildungswesen im Sekretariat der Kultusministerkonferenz (KMK) Lennénstr. 6, D - 53113 BONN tel.: +49-228-501-0 fax : +49-228-501-229 e-mail : zab@kmk.org GRECIA Directive 89/48/EEC Section of Recognition of Professional Qualifications Ministry of National Education & Religious Affairs 67 rue Penepistimiou GR-105 64 ATHENS tel +30-10-3243923 fax:+30-10-3316651 e-mail : srpq@otenet.gr www.srpq.gr Directive 92/51/EEC O.E.E.K. (Organisation for vocational education and training) Department for European and International Relations Ethnikis Antistaseos 41 GR -142 34 N. Ionia, ATHENS Professional rights and degree equivalence tel: +30-10-2709017 Section of Degree equivalence tel: +30-10-2709145 e-mail : tm.isotimion@oeek.gr tm.eth@oeek.gr fax : +30-10-2715921

www.oeek.gr IRLANDA Qualifications Section Dept of Education & Science Training College Building Marlborough St., IRL - DUBLIN 1 tel: +353-1-889 6539 fax : +353-1-889 2378 e-mail: Leona_Dekhors@education.gov.ie ITALIA Presidenza Consiglio Ministri Dipartimento per il Coordinamento delle Politiche Communitarie Piazza Nicosia, 20 00186 ROMA tel.: +39-06-6779.5322 fax : +39-06-6779.5158 e-mail : lu.monaco@palazzochigi.it LETTONIA Department of European Integration and Technical Assistance Programmes Co-ordination Ministry of Education and Science Valnuiela 2 - 207, LV – 1050 RIGA e-mail : Gunta.araja@izm.gov.lv LITUANIA Directives 89/48/EEC, 92/51/EEC Lithuanian Ministry of Social Security and Labour Vivulskio 5, LT - 031516 VILNIUS tel. +370 52 266 42 68 fax.:+370 52 66 42 09 e-mail: BKinduriene@socmin.lt LUSSEMBURGO Ministère de la Culture, de l’Enseignement Supérieur et de la Recherche, 18-20, Montée de la Pétrusse L-2912 LUXEMBOURG tel.: +352-478.51.39 fax : +352-26.29.60.37 e-mail: jean.tagliaferri@mcesr.etat.lu MALTA 328, Education Division MT- FLORIANA, Malta tel. +356 21240419; +356 25982448 fax. +356 21239842 e-mail: anthony.v.degiovanni@gov.mt

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Professione OLANDA Directive 89/48/EEC IRAS - Informatiecentrum Richtlijn Algemeen Stelsel, Postbus 29777 NL - 2502 LT DEN HAAG tel.:+31-70.426.0390/+ 31.70.426.0286 fax: +31-70.426.0395 e-mail: wigleven@nuffic.nl www.nuffic.nl www.professionarecognition.nl Directive 92/51/EEC COLO, Sector Internationale diplomawaardering, Postbus 7259 NL - 2701 AG ZOETERMEER e-mail: s.plijnaar@colo.nl tel:+31-79.352.30.00 fax:+31-79.351.54.78 www.colo.nl www.professionalrecognition.nl POLONIA Directives 89/48/EEC e 92/51/EEC Ministry of National Education Department for European and International Cooperation Al. 25 Szucha, PL-00918 WARSAW tel : +48.22.628.41.35/629.02.94 fax :+48.22 628.85.61 e-mail : obidowsk@menis.gov.pl e-mail : czarneck@menis.gov.pl PORTOGALLO Directive 89/48/EEC Ministério da Ciència e do Ensino Superior Geral do Ensino Superior Divisão de Reconhecimonto e Intercambio Av. Duque d’Àvila, 137 - 4è Esq P-1069-016 LISBOA tel.:+351-21-312.60.98 fax : +351-21-57.96.17 e-mail: manuela.paiva@desup.minedu.pt Directive 92/51/EEC Diressào-Geral de Formafào Vocacional Av. 24 de Julho, 138 - 7° P-1350 - 026 Lisboa tel.: 351 21 394 37 05 fax: 35121 394 37 97 e-mail: holiveira@dgfv.min-edu.pt REGNO UNITO Department for Education and Skills, Room E3b, Moorfoot GB - SHEFFIELD SI 4PQ tel.:+44-114-259.41.51 fax : +44-114-259.44.75

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e-mail : carol.rowlands@dfes.gsi.gov.uk www.dfes.gov.uk/europeopen REPUBBLICA CECA Ministry of Education, Karmelitská 7 CZ-18 12 PRAHA 1 tel:+420257193615 fax: +420257193650 e-mail : lenka.spanhelova@msmt.cz www.msmt.cz SLOVENIA Mìnistry of Labour, Family and Social Affairs Kotnikova 5 SI -1000 LJUBLJANA tel. : +386 1 478 34 88 fax : +386 1 478 34 93 e-mail : Gorazd.jenko@gov.si SLOVACCHIA Directive 89/48/EEC Ministry of Education Stromova 1,SK - BRATISLAVA tel+4212 59374439 tel+4212 59374240 e-mail : plavcan@education.gov.sk Directive 92/51/EEC Maria Józsová Ministry of Education Stromova 1, SK - BRATISLAVA e-mail : jozsova@education.gov.sk SPAGNA Ministerio de Educación, Cultura y Deporte, Subdirección General de Tìtulos, Convalidaciones y Homologaciones, Consejerìa Tecnica de Tìtulos de la Union Europea, Paseo del Prado, 28 E - 28071 MADRID tel.: +34-91-506 56 18 fax: +34-91-506.57.06 e-mail: alvaro.martinez@educ.mec.es SVEZIA Högeskolverket (National Agency for Higher Education) Box 7851 S - 103 99 STOCKHOLM tel.: +46-8-563 086 63 fax : +46-8-563 086 50 e-mail: Karin.Dahl.Bergendorff@hsv.se www.hsv.se SVIZZERA Office fédéral de la formation professionnelle et de la technologie (OFFT)


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Professione Effmgerstrasse 27 CH-3003 BERNE Tél.+41 31322 29 37 e-mail: Michael.Buchser@bbt.adrnin.ch www.bbt.admin.ch/themen/hoehere/00169/index. html?lang=it Nell’ambito del riconoscimento dei diplomi, la Svizzera e l’Unione europea riconoscono reciprocamente i diplomi che danno diritto ad accedere a una professione regolamentata nei vari Stati. UNGHERIA Hungarian Equivalence and Information Centre (ENIC/NARIC) Ministry of Education Szalay utca 10-14 HU -1055 BUDAPEST tel. +36 1 473 7382 / +36 1 473 7325 fax+36 1332 1932 e-mail: gabor.meszaros@om.gov.hu www.naric.hu

INCARICHI ESTERNI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ART. 46 D.L. 25 GIUGNO 2008, N. 112

Il Governo, anche a seguito dell’intervento congiunto dei Consigli Nazionali dei Geometri, dei Periti Industriali e dei Periti Agrari, ha inserito nel decreto-legge n. 112 del 25/06/2008 (cd. “manovra d’estate”, pubblicato sul S. O. n. 152 alla G.U. n. 146 del 25/06/2008), la modifica dell’art. 7, comma 6 D. Lgs. n. 165/2001, riguardante gli incarichi esterni di collaborazione e consulenze nella pubblica amministrazione. Tale disposizione, nello stabilire che “si prescinde dal requisito della comprovata specializzazione universitaria in caso di stipulazione di contratti d’opera per attività che debbano essere svolte da professionisti iscritti in ordini o albi”, ha rimediato all’illegittima disciplina introdotta con la L. 24.12.2007, n. 244. Si definisce e chiarisce pertanto che i suddetti incarichi possono essere conferiti “ad esperti di … specializzazione anche universitaria” ed, inoltre, si dispone una deroga espressa, in merito al possesso della specializzazione universitaria, “in caso di stipulazione di contratti d’opera per attività che debbano essere svolte da professionisti iscritti in ordini o albi”. Pertanto gli incarichi da parte delle Pubbliche Amministrazioni possono essere legittimamente assegnati ai professionisti Geometri.

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Commissione Sicurezza

Seminari di orientamento sulla Sicurezza

La Commissione Sicurezza ha prontamente recepito le importanti innovazioni normative promulgate negli ultimi tempi, tra cui il D.lgs 81/08, che impongono la revisione di tutta l’offerta formativa della Fondazione Geometri in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro e dei cantieri temporanei e mobili. E’ stata pertanto ampliata la programmazione dei corsi, includendo tre seminari gratuiti di orientamento indirizzati in particolare ai neo iscritti e più in generale ai professionisti più giovani che desiderano avere un quadro generale della sicurezza cantieri, che permetta loro un orientamento della propria attività professionale. I seminari prevedono una parte sui principi generali della sicurezza, una parte specifica sulla formazione necessaria, sui possibili sbocchi professionali, sulla tipologia della clientela e su come gestire al meglio l’incarico professionale e il rapporto con la committenza, ed infine una parte in forma di confronto e di discussione aperta.

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Il geometra

Commissione Sicurezza

Ultime in materia di Sicurezza

Sulla G.U. n 192 del 18 agosto 2008 è stato pubblicato il Decreto del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, recante “Modalità di tenuta e conservazione del libro unico del lavoro e di-

sciplina del relativo regime transitorio”. Sul “Libro unico del lavoro” il Ministero ha ritenuto di emanare anche una Circolare esplicativa (n. 20/2008 – prot. 25/ segr/0011469 del 21 agosto 2008), disponibile sul sito del Ministero www.lavoro.gov.it – link normativa. La normativa è rivolta “ai datori di lavoro privati di qualsiasi settore, compresi i datori di lavoro agricoli, quelli dello spettacolo, dell’autotrasporto e quelli marittimi, con la sola eccezione dei datori di lavoro domestico”.

Quadro riepilogativo dell’ANCE su normative regionali VIA e VAS L’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), ha messo a punto uno schema riepilogativo delle più recenti normative regionali di attuazione del Decreto Legislativo n. 4 del 16 gennaio 2008 (“Ulteriori disposizioni correttive ed integrative

del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale”). Il documento è consultabile sul sito www.ance. it – Aree tematiche – Urbanistica, territorio, ambiente – Regioni a confronto sulla VAS.

AGI-AUT pubblicato nell’apposita sezione. http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/ atti/disposizioni_servizio/2008/01_08_scicve.pdf http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/ moduli/pdf/se_agi_aut.pdf http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/ normativa/pdf/lr_15_08_sempl.pdf

... in breve

Agibilità Comune di Torino Sportello per l’Edilizia del Comune di Torino - News del 3 settembre 2008 Pubblicata la D.S. 01_08 del Settore Coord. Int. Convenz. e Vigil. Edil. che introduce, di concerto con l’ASL e a seguito dell’approvazione della L.R. 15 del 25/6/2008, l’autocerificazione igienico-sanitaria a firma del richiedente e del Direttore dei Lavori. Predisposto il modello SE-

Informazioni

Sul sito Internet dell’I.S.P.S.L. www. ispesl.it sono pubblicate le Linee Guida “Prevenzione e protezione dai rischi dovuti all’esposizione ad agenti fisici nei luoghi di lavoro”, aggiornate al 10 luglio 2008, riguardanti, in particolare, i rischi “vibrazioni” e “rumore”.

D.U.R.C. “Documento Unico di Regolarità Contributiva” Il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, Direzione Generale per l’Attività Ispettiva, ha pubblicato, sul sito www.lavoro.gov.it (link interpello), il Documento Unico di Regolarità Contributiva. Il Ministero, in risposta ad uno specifico quesito, ha ritenuto di dover precisare

che “L’azienda in possesso di DURC, al fine di comprovare la correttezza dei pagamenti docuti, possa produrre agli organi di vigilanza il Documento stesso in sostituzione delle attestazioni di pagamento coincidenti con il periodo di regolarità certificata”.

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Consiglio Nazionale

Riunione dei Presidenti del 15 luglio 2008 - Roma Il nuovo Consiglio Nazionale, appena insediatosi, ha promosso un incontro tra tutti i Presidenti dei Collegi per discutere due importanti punti all’Ordine del Giorno: “Iscrizione all’Albo dei dipendenti pubblici” e “Nuova strategia per la definizione delle competenze del geometra e geometra laureato. Art. 16 del vigente Regolamento”. I Presidenti Cassa Fausto Amadasi e Consiglio Nazionale Fausto Savoldi hanno aperto la riunione con i saluti ed il benvenuto ai Presidenti dei Collegio, presenti all’unanimità. Il Presidente Savoldi ha per prima cosa presentato i Consiglieri componenti il nuovo Consiglio Nazionale, con i rispettivi compiti. L’obiettivo numero uno del Consiglio Nazionale è oggi la revisione del Regolamento per la professione di Geometra del 1929; i principi della revisione devono essere condivisi dai Presidenti dei Collegi, che si chiede appunto oggi. Per questo i due punti all’Ordine del Giorno “Iscrizione all’Albo dei dipendenti pubblici” e “Nuova strategia per la definizione delle competenze del geometra e geometra laureato. Art. 16 dei vigente Regolamento” sono determinanti per la stesura del nuovo Regolamento. I Presidenti hanno effettuato numerosi interventi che riportavano le posizioni dei rispettivi Consigli, ed anche i Comitati Regionali hanno letto le loro osservazioni. Oltre agli argomenti specifici, i Presidenti hanno commentato favorevolmente il

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nuovo corso del Consiglio Nazionale, plaudendo alla convocazione dell’Assemblea che coinvolge responsa-

bilmente tutti i Collegi ed alle altre azioni del nuovo Consiglio Nazionale, quale l’eliminazione dell’articolo della Finanziaria per l’affidamento degli incarichi pubblici ai diplomati. Infine si è proceduto alle votazioni con esito favorevole per entrambi i punti, all’unanimità. Il Presidente geom. Savoldi ha quindi comunicato il programma operativo immediato del Consiglio Nazionale: l’emanazione di una Direttiva sulla liquidazione delle parcelle e di una revisione delle Direttive sul Praticantato, la revisione del Regolamento per la Formazione Continua, l’emanazione di Direttive per la decorrenza dei movimenti Albo e per i procedimenti disciplinari.

Le Associazioni di Categoria A.G.I.T. - Associazione Italiana Geometri Topografiwww.agit.cng.it A.G.I.A.I. - Associazione Geometri Italiani Amministratori Immobiliari - www.agiai.com A.G.I.C.A.T. - Associazione Geometri Italiani Consulenti per l’Ambiente e il Territorio - www.agicat.cng.it CONSULTA FEMMINILE DONNE GEOMETRA www.donnegeometra.it GEOVAL - Geometri Valutatori Esperti - www.geoval.it GEOSICUR - Geometri per la Sicurezza www.geosicur.it GEOSPORT - www.geosport.it


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Cassa Previdenza

L’estratto conto assicurativo Come già anticipato sulla Rivista “Il Geometra” del mese di luglio scorso, la Cassa di Previdenza sta inviando a tutti gli iscritti e cancellati Albo che abbiano o abbiano avuto almeno un anno di contribuzione, l’Estratto Conto Assicurativo aggiornato al 31/12/2007, al fine di ottemperare all’obbligo di legge che prevede da parte di tutti gli Enti previdenziali, la trasmissione al Casellario Centrale delle posizioni previdenziali presso l’INPS. Pertanto l’iscritto, entro la scadenza evidenziata nel modello, dovrà verificare i dati presenti nell’estratto e in caso di rettifica predisporre la “Richiesta di Rettifica Estratto Conto” da inoltrare alla Cassa con la documentazione di supporto, o tramite il Collegio od utilizzando l’apposita procedura nell’Area Riservata del sito della Cassa, accedendo sempre tramite i codici personali (matricola, Password e PIN) utilizzati per l’invio del recente modello 17 on-line (Call Center Numero Verde 800 655 875) e trasmettendo obbligatoriamente la

Consegna presso il Collegio Per gli iscritti o ex-iscritti che volessero consegnare le richieste di rettifica al Collegio, è stato predisposto un servizio di prenotazione come per i modelli 17, a partire da lunedì 6 ottobre p.v. Pertanto per prenotarsi presso il Collegio occorre: -- Telefonare al n. 011/532185 -- Consegnare la “RICHIESTA DI RETTIFICA ESTRATTO CONTO” compilata e debitamente firmata dall’iscritto -- Consegnare la documentazione di supporto: - quietanze di pagamento bancario MAV - quietanze esattoriali - modelli 17 dell’anno interessato e relativa ricevuta di spedizione TUTTI OBBLIGATORIAMENTE FOTOCOPIATI (NON PORTARE ORIGINALI) - informativa privacy Collegio Geometri firmata dal professionista (da scaricare sul sito del Collegio) relativa documentazione via fax alla Cassa al n. 06 23328393. E’ opportuno sottolineare l’importanza di tale operazione che con-

sentirà di garantire la completezza e l’esattezza dei dati presenti nel database della Cassa di Previdenza.

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Cassa Previdenza

Informativa

MODELLO DF-RED 2008 PENSIONATI CASSA GEOMETRI

Si ricorda a tutti pensionati Cassa che hanno ricevuto il modello DF_RED 2008, per il rilascio della dichiarazione annuale attestante il reddito complessivo annuo ed il nucleo familiare a carico del pensionato stesso, l’obbligo di tale comunicazione che deve essere trasmessa o tramite il Collegio o direttamente alla Cassa al seguente numero di fax 06 23326859.

EMISSIONE RUOLO ESATTORIALE 2008

E’ in via di emissione, da parte dell’Equitalia, il ruolo ordinario 2008 per il recupero della contribuzione dovuta e non versata alla Cassa di Previdenza, con relativi oneri accessori, riferita al periodo 2003 - 2007. Il ruolo 2008, come il precedente, sarà posto in riscossione in unica rata. In caso di riscontro di errori per errata emissione, dovrà seguire la richiesta di sgravio, presentando al Collegio domanda in carta semplice intestata alla Cassa di Previdenza, corredata da copia della documentazione inerente l’anno segnalato (quadro RE e quadro IVA) e copia dei versamenti effettuati (MAV bancari contributi minimi e relative autoliquidazioni di eccedenze versate con il modello 17).

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CANCELLAZIONI ALBO

Unitamente alla presentazione delle seguenti domande: -- DOMANDA DI CANCELLAZIONE ALBO -- DOMANDA DI CANCELLAZIONE CASSA E NON ALBO ovvero MOD.3/03 per cessazione dell’attività professionale -- CANCELLAZIONE PER DECESSO ( a cura degli eredi) sarà necessaria la compilazione del modello 18/C (modello di comunicazione reddituale anno in corso). Tale modello dovrà essere debitamente compilato inserendo il reddito netto professionale ai fini IRPEF ed il volume d’affari IVA prodotti nell’anno 2008 e consentirà l’acquisizione della dichiarazione provvisoria dell’anno in corso ed il conseguente

versamento dei contributi dovuti tramite emissione di MAV, calcolati con l’aliquota in vigore nell’anno di cancellazione, in modo da consentire l’immediata chiusura della partita con la Cassa Geometri. Il geometra cancellato potrà comunque, nell’anno successivo alla cancellazione, in sede di presentazione del modello 17, apportare eventuali modifiche o integrazioni alle dichiarazioni già rese e quindi versare, se occorre, il conguaglio dei contributi già pagati, o chiederne il rimborso. Il termine per il pagamento del MAV. a saldo dei contributi dovuti per l’anno di cancellazione è fissato in 30 giorni dall’emissione ed è indicato nel campo di scadenza del bollettino.

Orario degli uffici del Collegio Dal lunedì al venerdì: 8,30 - 13,30 Lunedì e mercoledi anche 14,00 - 17,00 Prenotazioni Servizi Cassa di Previdenza 011/532185


Il geometra

Cassa Previdenza 14 ottobre: COMPILAZIONE ON-LINE MODELLO 17/08 “TARDIVO”

La comunicazione alla Cassa (mod. 17) deve essere obbligatoriamente sempre compilata (ad eccezione dei nuovi iscritti Cassa dell’anno 2008) anche se in ritardo, salvo l’applicazione delle relative sanzioni. Si considera ritardata se presentata entro il termine di novanta giorni dalla data di regolare scadenza (15 settembre) ed omessa se presentata oltre il 90° giorno dalla regolare scadenza (15 dicembre). Si riportano le sanzioni e le date entro le quali può essere ancora inviato il modello: - entro il 14/10/2008: modello 17 “tardivo” soggetto a sanzione di € 35,00 e sanzione sui versamenti del 2 % del dovuto (con un minimo di € 17,50 ed un massimo non superiore al 50% dei contributi dovuti) più relativi interessi di mora - dal 15/10/2008 al 14/12/2008: modello 17 “tardivo” soggetto a sanzione di € 175,00 e sanzione sui versamenti del 10 % del dovuto (con un minimo di € 17,50 ed un massimo non superiore al 50% dei contributi dovuti) più relativi interessi di mora - dal 15/12/2008 in poi: modello 17 “omesso” soggetto a sanzione di € 525,00 e sanzione sui versamenti del 15% del dovuto (con un minimo di € 17,50 ed un massimo non superiore al 50% dei contributi dovuti) più relativi interessi di mora

Scadenziario

certificazione attestante la mancata denuncia dei redditi aventi natura professionale” è fissato al 30 ottobre 2008. Come per l’anno scorso è possibile inviarlo per via telematica tramite i codici personali di accesso all’area riservata della Cassa Geometri (Call Center numero Verde 800 655 873 o via fax 06 32686464) oppure consegnandolo al Collegio con copia di valido documento di identità.

15 dicembre: SCADENZA PAGAMENTO MAV MINIMALI 2008

Si ricorda per coloro i quali non avessero ancora versato i bollettini minimali MAV 2008 (scadenza 31/5 e 31/7) che il termine ultimo per effettuare il pagamento è il 15/12/2008. In caso di versamenti effettuati dopo tale data verranno addebitati, oltre gli interessi, gli oneri accessori (maggiorazione del 15% prevista dall’art.

8 del Regolamento sulla Contribuzione Cassa Geometri). In caso di smarrimento dei suddetti bollettini MAV, occorre telefonare al Numero Verde 800248464 della Banca Popolare di Sondrio che provvederà a rilasciarne un duplicato.

15 dicembre: SCADENZA PAGAMENTO CONTRIBUTI IN AUTOLIQUIDAZIONE RELATIVI ALL’ANNO 2008 RATEIZZATI – 2° RATA SOGGETTIVO – modello 17/08

Il 15 dicembre è il termine ultimo per versare la 2° rata dell’eccedenza del contributo soggettivo, per coloro che in sede di invio del modello 17/08 “Comunicazione Obbligatoria alla Cassa” hanno optato per il pagamento rateizzato, esclusivamente versando la 1° rata entro il 15/09/2008.

30 ottobre: TERMINE PRESENTAZIONE MODELLO 4/03

Si ricorda a tutti gli iscritti Albo e NON alla Cassa, che il termine per la presentazione del modello 4/03 “Dichiarazione sostitutiva di il geometra n. 8-9/08

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Atti del Collegio

Riunioni di zona di Renato Pittalis

Pinerolese, Cavour 19 settembre 2009 A circa un chilometro dal centro di Cavour, lungo la direttrice per Saluzzo, sorge l’Abbazia di Santa Maria. Circondato da mura il complesso è formato dalla Chiesa, dal Parco e dagli edifici dell’antico monastero benedettino. Oggi è parte integrante della Riserva Naturale speciale del Parco del Po Cuneese assieme alla vicina Rocca. La sua origine certa è datata 1037, quando il Vescovo di Torino, Landolfo, ne volle l’edificazione nello stesso punto dove sorgeva un edificio religioso risalente all’VIII secolo, fondato dai monaci di Sant’Agostino cacciati dall’Africa e distrutto dai Saraceni provenienti dall’avamposto di Provenza di Frassineto prima dell’anno 1000. Iniziano così secoli di gloria per l’Abbazia, governata da oltre 40 abati, soprattutto benedettini, che contribuiscono anche alla crescita della città di Cavour. Alle soglie del 1400 inizia la lenta decadenza fino alla distruzione ad opera dei Francesi nel 1592, con la dispersione delle reliquie, contenute nell’altare della cripta, di Proietto (IV-V secolo), primo Vescovo del municipio romano-cristiano di Cabur, veneratissimo come Santo dalla popolazione, fino ai tempi recenti. La ricostruzione del 1728 segue i canoni architettonici del tempo e ne comporta una notevole riduzione volumetrica rispetto all’origine. Dopo

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decenni di abbandono oggi rappresenta una splendida testimonianza di recupero artistico e un patrimonio rivalutato che non cessa di svelare aspetti nascosti o poco conosciuti del passato Cavour. Il gioiello dell’abbazia è però nel sottosuolo. Lì si trova l’antica cripta con l’altare ritenuto il più antico del Piemonte. Una sala rettangolare con un’abside semicircolare all’estremità e altri ambienti minori laterali. La cripta è dominata dalle colonne che sorreggono una serie di volte a crocera e formano tre piccole navate. Di notevole rilevanza storica i capitelli, di stile longobardo di derivazione bizantina, probabilmente già preesistenti e testimonianza di un antico edificio di culto risalente al VII o VIII secolo.

Lo stesso altare, chiara testimonianza dell’importante passato del sito, è costituito da un capitello, posto sopra il basamento, di una enorme colonna romana di fine fattura e di tarda epoca augustea. Indice, con altri reperti, della preesistenza di un grande tempio romano. Se la cripta e l’abbazia rappresentano i tesori storici di Cavour, altrettanto


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Atti del Collegio valore ha l’ex monastero benedettino. I suoi ampi spazi fanno del complesso un insieme polivalente, ideale come ambiente per convegni e meeting. Attorno alla chiesa si estende un ampio parco cintato, costituito da prati, camminamenti, zone alberate ed aiuole. Capita, passeggiando nel verde, di imbattersi in resti di capitelli e pietre scolpite. Qui infatti sorgeva l’antico municipio romano di Forum Vibii Cabur, fondato nel 44 a.C. dal proconsole della Gallia Cisalpina Caio Vibio Pansa, che visse il suo momento di maggior splendore in epoca augustea (I sec. Dopo Cristo). Ed in questa ambientazione di prestigio, si è svolto Venerdì 19 Settembre, il Convegno annuale dei Geometri liberi professionisti del Pinerolese. A fare gli onori di casa il Priore per l’anno 2008, geom. Mario Donzino, che ha provveduto nell’organizzare e coordinare, all’interno di una cornice di assoluto valore storico-artistico ed ambientale, un importante momento di incontro e aggiornamento di temi professionali. Preceduto da una visita guidata al museo archeologico ed alla chiesa romanica, nonché dal saluto del Commissario Prefettizio del Comune di Cavour, dr. Claudio Ventrice, il convegno è proseguito con un interessante susseguirsi di relazioni sul tema: “Bioedilizia, l’involucro degli edifici, serramenti e isolanti naturali”, con gli apprezzati interventi dei relatori. L’architetto Anelli, l’ingegner Filippini ed il geometra Bertolotto, hanno avuto modo di sviluppare temi di aggiornamento professionale, proponendo utili nozioni nei rispettivi campi quali: efficienza energetica, produzione di laterizi di avanzata concezione e progettazione/costruzione di serramenti particolarmente performanti. L’intervento del Presidente del Collegio, geom. Ilario Tesio, accompagnato nell’occasione dalla presenza di un nutrito numero di componenti il

Consiglio Direttivo, ha proposto un accenno alle ultime novità che si prospettano anche a livello nazionale per la nostra categoria professionale. Un cordiale saluto è stato portato a tutti i presenti, anche dal Consigliere Provinciale Franco Maria Botta, gradito ospite della manifestazione e figura sempre attenta all’impegno ed alle istanze dei Geometri. Hanno preso parte al convegno anche i rappresentanti dell’Agenzia delle Entrate, con il dr. Ferrigno – Direttore dell’Ufficio di Pinerolo – e dell’Agenzia del Territorio di Torino, con il Dr. Galletto coadiuvato dai geomm. Salvatore Rampino e Gerlando Alaimo. Un suggestivo aperitivo nel Parco è stato il preludio alla cena conviviale. La manifestazione si è conclusa con la nomina del Priore per l’anno 2009 ed il simbolico passaggio di consegne – formalizzato con la consegna della fascia azzurra - al geometra Claudio Messina, che ha raccolto il testimone, con l’impegno di portare il prossimo anno in Val Pellice il convegno dei geometri

liberi professionisti del Pinerolese, e ripetere la perfetta organizzazione della manifestazione 2008, sapientemente curata dal geom. Mario Donzino, al quale sono andati i doverosi ringraziamenti del Presidente Ilario Tesio, a nome di tutti i colleghi riuniti. il geometra n. 8-9/08

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Atti del Collegio

Geometri e calciatori di Mario Sacino

Geometri di Torino contro tecnici ed artigiani francesi

Siamo giunti al terzo incontro amichevole di calcio (i primi due vinti dai geometri di Torino nel 2007) tra una rappresentativa di colleghi geometri della Provincia di Torino e una squadra di tecnici ed artigiani (elettricisti, carpentieri, idraulici). L’incontro si è disputato sabato 17 maggio 2008 alle ore 17,00 presso il campo comunale di Saint Jean de Maurienne - Francia - Dipartimento della Savoia, diretto da un arbitro locale della serie D francese. Avvincenti ed emozionanti sono state le fasi della partita, conclusasi con un eclatante 4 - 4 sotto un’incessante pioggia battente.

Tutti i giocatori si sono impegnati tecnicamente con ottimo fair-play, facendo fare un’ottima figura all’ordine professionale ed al sottoscritto organizzatore dell’incontro, di concerto con Valter Gerbi. Al termine della partita la nostra formazione e la squadra locale hanno cenato insieme nel salone della pro loco, avendo modo di confrontarsi sulle metodologie di lavoro, i materiali da costruzione e la burocrazia applicate dalle due nazioni europee. La giornata si è conclusa alle 23,40 con il pernottamento in hotel degli atleti ormai esausti; il mattino seguente si è fatta visita alla cittadina

della Savoia, apprezzandone i monumenti e l’architettura, nonchè i prodotti locali. La partita di ritorno è stata fissata per sabato 27 settembre, presso il campo Don Bosco di Nichelino. Un ringraziamento dovuto all’impresa edile ALFANO ENZO & C. S.a.s. di Torino via Arona n. 8, che ha fornito le divise di gioco. Concluso, non nascondo con emozione, ringraziando i colleghi partecipanti che hanno dimostrato disponibilità, correttezza e grande spirito di squadra; non dimenticando altresì coloro che hanno dovuto rinunciare all’ultimo per infortunio.

La nostra squadra: Vittorino Barbero, Mario Sacino, Domenico Alfano, Mauro Rolando, Massimiliano Palombella, Dario Balangione, Valter Gerbi, Giorgio Cat Rastler, Massimo Andaloro, Giorgio Tenivella, Daniele Andaloro. Le marcature della squadra: 14’ Valter Gerbi 25’ - 63’ - 80’ Giorgio Tenivella

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Atti del Collegio

Agenzia del Territorio Vs Geometri di Torino

Andata Mezzi Po 10 luglio 2008 - Ritorno Brandizzo 16 luglio 2008

E’ stata organizzata una sfida calcistica amichevole tra una rappresentativa di colleghi geometri della Provincia di Torino e una rappresentativa dell’Agenzia del Territorio di Torino disputata in due gare (andata e ritorno) vinte dai geometri di Torino. In campo durante entrambe le partite si è notato molto fair-play e rispetto, senza nulla togliere alla trance agonistica; le fasi delle partite sono state avvincenti ed emozionanti nonostante il caldo torrido. A far parte della squadra dell’Agenzia del Territorio di Torino erano

presenti tecnici del Nuovo Catasto Terreni, Nuovo Catasto Fabbricati e Contenzioso tra i quali cito Pasini, Sergio Ricci, Gaspare D’Auria, Pasquale Reddavide e Carlo Rossanigo con cui ho avuto il diretto contatto per la perfetta organizzazione degli eventi ed ai quali porgo un sentito ringraziamento per cortesia e disponibilità. Al termine delle partite le formazioni hanno cenato insieme avendo modo di affrontare tematiche lavorative fra professionisti e tecnici catastali, interloquire su programmi applicativi per la presentazione delle pratiche, confrontarsi sulle metodologie di lavoro. Tale manifestazione, a percezione personale e di altri colleghi interpel-

lati successivamente, ha fatto sì che si avvicinassero la categoria professionale dei geometri ed i tecnici catastali verso un’ottica di collaborazione e stima reciproca e non di avversità. Un ringraziamento dovuto all’impresa edile ALFANO ENZO & C. S.a.s. di Torino via Arona n.8, che ha fornito le divise di gioco. Un doveroso ringraziamento ai colleghi partecipanti che hanno dimostrato disponibilità, correttezza e grande spirito di squadra; non dimenticando altresì coloro che hanno dovuto rinunciare all’ultimo per infortunio od impegni di lavoro.

La nostra squadra: Massimiliano Colombo, Mario Sacino, Fabrizio Vigna, Massimiliano Palombella, Dario Balangione, Valter Gerbi, Giorgio Cat Rastler, Luca Gerbi, Massimo Aandaloro, Giorgio Tenivella.

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Convegni

Il XXIII Congresso Mondiale degli Architetti a Torino di Federica Capriolo

Torino dal 29 giugno al 3 luglio 2008 ha vissuto un momento magico, una scheggia di storia, per aver ospitato il XXIII Congresso Mondiale degli Architetti UIA - Associazione fondata a Losanna nel 1948, presente in 116 nazioni in rappresentanza di 1.300.000 architetti - con il seguente argomento: “Trasmettere l’Architettura” ovvero arte, cultura, democrazia, speranza. La kermesse ha avuto il pregio di svolgersi secondo un percorso didascalico che ha toccato significativi ambiti cittadini; una gioiosa escursione nella vita urbana e nell’hinterland, con la partecipazione ed il coinvolgimento degli abitanti. Il successo dell’evento è stato confortato dalla presenza di diecimila partecipanti, di seicento relatori in rappresentanza di 116 nazioni, con cento sessioni di incontri, dibattiti e sessanta iniziative culturali sparse per il territorio ed inserite nel palinsesto. I relatori hanno evidenziato che la

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città o meglio la metropoli presenta spazi frammentati come sono le modalità di vita e si fa strada un’anima multiculturale. L’organizzazione urbana non viene più percepita come valore condiviso quindi per recuperare le valenze dimenticate, il momento dell’immaginazione e della sperimentazione, occorre lavorare intensamente al fine di ricreare uno spazio in cui si possa vivere il momento produttivo, le emozioni ed i comportamenti intesi come arricchimento sociale e strumento di nuova convivenza. Il rapporto produttivoartistico sul genere worldwide tende a crescere in maniera significativa in quanto gli interventi architettonici sono realizzati per brani della città e caratterizzati da richiami formali in stile internazionale. Nella visita alla scoperta di Torino i relatori hanno apprezzato la dinamica tra il modello di pianificazione e l’urbanistica, che si è protratto lungo un arco cronologico di circa tre secoli: ha informato lo sviluppo della

città ed espresso il linguaggio della comunità. Entusiasta Teodoro Gonzàlez De Leòn del sistema porticato che connota il centro storico, convincente Astrid Cassin che definisce la piazza San Carlo luogo ideale di perfetta osmosi tra persone ed architettura. Un coro di apprezzamenti per la specificità del luogo, il cui profilo urbano leggermente ondulato senza bruschi frastagliamenti è forato dalla Mole Antonelliana che Israel Rubio ritiene icona impareggiabile. Le ragioni di tanto entusiasmo si riscontrano nell’atmosfera creata dal modello organizzativo urbano risultante dall’equilibrato gioco delle controparti: committente- progettista, cittadino. Il Forum nella cornice del Lingotto ha vissuto cinque giornate di intensi dibattiti; di scena l’innovazione e la necessità del confronto tra gli architetti e coloro che sono parte attiva del processo di trasformazione urbana. E’ stato rimarcato che il mondo della progettazione deve farsi capire, an-


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Convegni

dare al di là dei linguaggi per addetti, pronto a recepire le necessità della comunità. Un parlare chiaro e forte aperto ai valori positivi di arte e tecnica per risolvere i problemi posti dalla crescita della società. Al riguardo non sono mancati sug-

gerimenti e critiche; la proposta di abbattere gli edifici che non sono più adeguati alle nuove esigenze abitative, in termini di consumo del territorio, sostenibilità ambientale, risparmio energetico. Interessante l’uso incentivato di materiali di riciclo e recupero, per favorire una sintesi tra economia ed ecologia. Suggestivo l’intervento del Cardinale Severino Poletto: ho celebrato la messa in tante chiese moderne realizzate negli ultimi cinquant’anni, opere che non esprimono la spiritualità ma la semplice funzionalità per cui appaiono come dei “ garages del sacro”; osserviamo che furono in allora approvate dalla Commissione per l’Arte Liturgica. Piuttosto acerba la critica agli architetti famosi “ archistar” che progettano edifici senza tener conto delle esigenze degli utenti, che ripetono figure simbolo per af-

fermare il proprio talento. Sottolinea, infine, il permanere della discrasia tra il committente, colui che investe sia privato o pubblico, ed il progettista che deve mediare con le esigenze della comunità. Nell’ultima giornata di lavori è stato presentato il manifesto contro il degrado una “Nuova Frontiera ecometropolitana” che evidenzia le problematiche ecologiche ed ambientali inerenti la crisi del pianeta ed individua le patologie ricorrenti nelle aree metropolitane: l’esplosione demografica degli ultimi cinquant’anni, e l’abnorme espansione territoriale delle metropoli Al Palavela si è conclusa la manifestazione con il passaggio di consegne alla metropoli di Tokio per il prossimo Congresso Mondiale degli Architetti UIA nel 2011.

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Convegni ona Ver ssion mbre ella d a te is P 5 set diale tra n 1 me al mo l 9 itale l geo a D de ap a c ione n o s Ver rofes p

Seminario Internazionale sulla gestione del Territorio dello Stato e del Settore Pubblico Verona, 9 - 10 settembre

Il seminario internazionale sulla gestione del territorio pubblico e dello Stato ha preceduto il meeting annuale della 7° Commissione della FIG – Fédération Internationale des Géométres – che ha visto la presenza di circa 200 delegati provenienti da tutti i paesi del mondo. Ai lavori della Commissione partecipa anche la FAO, l’organizzazione Food and Agriculture delle Nazioni Unite, insieme a numerose autorità e ministri internazionali (Polonia, Cambogia, Ghana, Macedonia, Nepal). Il tema oggetto degli incontri è stato la pianificazione rispettosa dell’ambiente, la gestione e l’amministrazione del territorio pubblico, con particolare riferimento al contributo di conoscenza e di capacità professionale fornita dal Geometra, sottolineando in particolare la sempre maggiore sensibilità dei professionisti Geometri verso la tutela del territorio e dell’ambiente.

Saluto introduttivo del geom. Fausto Savoldi, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geometri e dei Geometri Laureati

Signore e Signori, sono lieto di dare a tutti voi il benvenuto a questo Seminario Internazionale, qui, nell’incantevole Verona, shakespiriana città dell’amore nell’indimenticabile tragedia di Romeo e Giulietta. Un ringraziamento particolare ai

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La città di Verona è stata la cornice, per una settimana, del simposio internazionale organizzato dalla FIG/FAO sulla gestione del Territorio, con la visita conclusiva ai cantieri del celebre “M.O.S.E.” di Venezia nostri ospiti, il Consiglio del Collegio Geometri di Verona, per gli sforzi fatti nell’organizzare questo evento, insieme al Consiglio Nazionale Geometri, alla FIG e alla FAO. Sono molto onorato che in questa occasione il Consiglio Nazionale Geometri abbia potuto organizzare questo incontro in cooperazione con l’associazione gemella, la FIG, in particolare con la VII e la IX Commissione, e con la FAO, proprio alla vigilia dell’incontro annuale della VII Commissione FIG. Vorrei sottolineare l’importanza che riveste per i Geometri, da sempre particolarmente vicini sia al territorio che alla popolazione, l’aver organizzato questo incontro in collaborazione con la FAO. Un incontro che tratterà dei problemi di gestione del territorio, in particolare quello pubblico, nella convinzione che solo una sua saggia e oculata amministrazione possa migliorare il benessere di tutti i cittadini. In concreto, l’attività del Geometra

ha a che fare con la misurazione, la rappresentazione, la stima dei vari immobili e con la definizione del loro uso agricolo ed edificatorio. In questo lavoro cerchiamo di assecondare le esigenze del committente; esigenze che, se una volta erano legate quasi esclusivamente alla produzione agricola, al giorno d’oggi sono più che altro collegate all’industrializzazione ed al settore terziario. Un corretto uso del territorio non può derivare esclusivamente dalla politica e dalle leggi del mercato. Deve nascere da una cultura diffusa tale da scoraggiare persino la richiesta di un utilizzo inappropriato delle risorse. Come professionisti, il nostro compito è proprio quello di sviluppare e trasmettere questa cultura, declinando la complessità delle leggi ufficiali e della dottrina accademica in un messaggio comprensibile a tutti e che possa radicarsi nella mentalità della gente. E’ questo il motivo della presenza qui di rappresentanti della FAO: alimentazione e produzione agricola sono due elementi che necessitano una particolare attenzione da parte delle persone, non solo a beneficio del nostro paese, ma per tutto il mondo. Nei giorni a venire si svolgeranno gli incontri della VII Commissione, il cui obiettivo è proprio promuovere la formazione e l’operatività dei Geometri e rendere più incisiva la loro presenza sul territorio come operatori, sia tecnici che politici, nel-


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Convegni la sua corretta gestione. La partecipazione a questo seminario di politici e pubbliche autorità testimonia la loro consapevolezza del ruolo chiave ricoperto da Governo e Istituzioni nell’attività da noi svolta e nello sforzo che stiamo compiendo. Inoltre, non meno significativa è le presenza di rappresentanti di quei Paesi in via di sviluppo che, all’interno dell’attuale processo di globalizzazione, sono i primi e più importanti beneficiari di una saggia strategia di gestione del territorio. Siamo lieti di poter condividere con loro le nostre esperienze e di poter accogliere il loro contributo alla nostra discussione. Con queste premesse, sono certo che potremo avere un proficuo Seminario ed auguro a voi tutti di godere della calda ospitalità di Verona. I Geometri Italiani vi danno nuovamente il benvenuto e molte grazie a tutti.

Geom. Enrico Rispoli – Consigliere Nazionale

Land Management in relation to the European Landscape Convention: Social Needs, Economic Activities and Environment State and Pubblic Sector Land Management Con “gestione del territorio pubblico e dello Stato” si definisce l’attività del Governo finalizzata a trasformare le risorse del suolo in ricchezza e benessere per i popoli. Accade spesso che le parole Ambiente, Paesaggio e Territorio vengano usate come sinonimi di uno stesso significato, invece: “Ambiente” significa l’insieme degli elementi che complessivamente costituiscono gli spazi-ambito e le condizioni in cui si svolge di vita dell’uomo e dell’ecosistema (vegetazione, animali, condizioni antropiche, ecc.)”. “Paesaggio” corrisponde alla

Esistono numerosi campi in cui i geometri potranno sempre più specializzare la competenza professionale. Profondo conoscitore del territorio, la sua presenza è capillare. Con il suo lavoro misura il territorio, ne disegna l’estensione e la conformazione.

veduta panoramica, ossia l’immagine da noi percepita di un tratto di superficie terrestre, quale si può abbracciare con lo sguardo, da un punto di vista determinato. “Territorio” è una porzione di superficie terrestre riferita al suolo e al sottosuolo, definibile sia in senso fisico (bacino, pianura, ecc.), sia in senso amministrativo (Comuni, Contee) e sia politico (confini dello stato). Ogni iniziativa economica risponde a finalità di sviluppo rispetto alla quale si configura una aspettativa pubblica e privata di risultato massimo ottenibile. Però, in mancanza di un modello programmato di sviluppo, il risultato dell’azione è di tipo eventuale e raramente soddisfacente. La crescita, per essere ottenuta al livello desiderato, deve essere opportunamente progettata e programmata. In questo ambito, la conoscenza di tutte le informazioni che riguardano il territorio è presupposto indispensa-

bile per la definizione delle politiche calibrate ed efficacemente miranti a risultati ottimali. Le due fasi, conoscenza dei dati logistico-geografici (lavoro di carattere essenzialmente tecnico –rilievi, rappresentazione grafica, matrici di vocazione, ecc. - svolto in gran parte da geometri) e Governo del territorio, costituiscono il presupposto di ogni sviluppo. Inoltre, il “Governo del territorio” implica un imprescindibile legame tra l’attività urbanistico– edilizia e gli aspetti ambientali e sociali. Nei Paesi del mondo, l’esigenza di tutela del territorio è stata espressa in modo incisivo solo negli ultimi trenta anni. La cultura ambientalista ha avuto una forte crescita a seguito dei famosi fatti di Cernibil (Unione Sovietica). In Italia, la linea di incidenza è stata caratterizzata, dapprima, da norme che attribuivano alla pubblica amministrazione poteri di intervento a tutela solo dell’igiene e della salubrità ambientale, mirati a preveil geometra n. 8-9/08

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Convegni nire le cause di pericolo correlato alle possibili fonti civili o industriali di inquinamento di qualunque tipo (dell’aria, dell’acqua, del suolo, da rumore). Successivamente da leggi che, nel disciplinare le singole fonti inquinanti (emissioni, scarichi, smaltimento dei rifiuti, ecc.), hanno stabilito, rispettivamente, responsabilità, competenze e sistemi di controllo. Quale habitat dell’uomo e condizione indispensabile per la vita, attualmente il territorio è disciplinato da norme che lo proteggono come diritto “fondamentale” appartenente a tutta la comunità, indistintamente. Quindi, l’interesse alla tutela del territorio, globalmente inteso, non appartiene ad un soggetto unico e differenziato. Riguarda “tutti” ed ha per oggetto un bene non suscettibile di appropriazione esclusiva, rispetto al quale il godimento dei singoli o dei gruppi è limitato al concorrente godimento degli altri membri della collettività.

vento. Per questo è necessario evitare contrasti fra le esigenze economiche e quelle ambientali. Si deve, invece, far combaciare i vantaggi ecologici con quelli economici a lungo termine. Il territorio possiede vari tipi di risorse qualificanti, non direttamente economiche: • assenza di criticità naturali (sismicità, vulcanesimo, dissesti naturali, movimenti della crosta); • clima; • ricchezza del sottosuolo (miniere, cave, cavità, siti archeologici, ecc.); • valore vegetativo; • pregio storico architettonico; • bellezza panoramica; • propensione allo sviluppo. La dinamica dei valori economici del benessere pubblico deve essere coincidente con il modo con cui si utilizzano tali risorse e con i cambiamenti che trasformano quotidianamente il rapporto tra natura ed intervento dell’uomo.

European Landscape Convention In particolare, la European Convention, approvata a Firenze il 20.10.2000, stabilisce che “Landscape means an area, as perceived by people, whose character is result of the action and interaction of natural and/or human factors”; mentre “Landscape management means an expression by competent public authorities of general principles, of strategies and guidelines that permit sustainable development to ensure the regular upkeep of a landscape, so as to guide and harmonise changes which are brought about by social, economic and environment processes”. Le indicate finalità giustificano la tutela in via preventiva del territorio, anche con regole inibitorie idonee ad impedire la possibilità che si verifichino danni, il più delle volte, irreparabili. D’altro lato, però, non è possibile arrestare l’azione dell’uomo o comprimerne ogni interesse di inter-

Interesse Pubblico ed interesse dei Singoli Le due posizioni, quella dell’interesse pubblico e quella dell’interesse dei singoli devono essere contemperate in modo che, da un lato, l’azione di controllo e prevenzione della Pubblica Amministrazione sia corretta, imparziale e finalizzata alla tutela dell’interesse pubblico; dall’altro lato, l’intervento dell’uomo sia quanto più possibile compatibile con l’identità dei luoghi. La sostenibilità dello sviluppo si misura in relazione alla possibilità di sacrificare le caratteristiche all’area di intervento a una comprovata convenienza, con giudizio del tipo “costo-benefici”, ovviamente di tipo ambientale. In un mondo che si sviluppa, il Governo che sceglie la mera conservazione e i vincoli, vuole declinare. Lo sviluppo ha bisogno di fattori benevoli per creare ricchezza.

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Compito dei Governi Di conseguenza, gli organismi di governo, nei vari livelli, hanno il compito di formare procedure di gestione delle risorse territoriali, attraverso le quali promuovere: • la evoluzione delle tecniche di produzione agricola, forestale di trasformazione antropica per il sostegno economico sociale dei paesi; • l’utilizzo delle parti del territorio secondo i rispettivi valori, vocazioni e attitudini; • il miglioramento della vivibilità, delle infrastrutture e della bellezza conservando l’identità e la tipicità dei luoghi. Limitare il consumo, entro i margini della “capienza”, non è sufficiente per assicurare la sostenibilità. Il confine allo sfruttamento è costituito dall’attenta regolamentazione e dal controllo sulle attività, stabilendo un rapporto equilibrato tra bisogni sociali ed esigenze di sviluppo. Le maggiori problematiche di governo del territorio si pongono quando l’opera di trasformazione consiste in una cosiddetta “Grande Opera”. L’inserimento di nuove grandi opere, o la modificazione di opere esistenti, inducono riflessi sulle componenti del Territorio, sui rapporti che ne costituiscono il sistema organico e ne determinano la salute e la sopravvivenza o la perdita della sua qualità. Tale eventualità di carattere generale trova in Italia una particolare condizione di specificità in relazione alla intensa diffusione di siti archeologici, storici, paesistici, ecc. Chi ha la responsabilità di governare, caratterizza le scelte a seconda dell’importanza che attribuisce al tema “ambiente”, pur nella presenza di norme molto dettagliate. Normalmente le opinioni dividono i governi in possibilisti, pessimisti e catastrofisti; le politiche tra regolamentazione o protezione; i risultati tra sviluppo o divieti e vincoli. L’azione del Governo non deve es-


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Convegni sere, però, indirizzata solamente in funzione della tutela. Dal punto di vista economico, non esiste benessere senza sviluppo, non esiste sviluppo senza crescita; non esiste crescita senza fruizione e trasformazione. Lo sviluppo ha bisogno di indirizzo e specifica programmazione. Impatti delle “Grandi Opere” Certamente, la decisione di consentire la realizzazione di “Grandi Opere” richiede la verifica degli impatti visuali, delle mutazioni dell’aspetto fisico e percettivo delle immagini e delle forme del paesaggio e di ogni possibile fonte di inquinamento visivo nonché di quegli effetti capaci di avere conseguenze modificative su tutte le componenti naturali ed antropiche, sui loro rapporti e sulle loro forme consolidate di vita. Non può sussistere contrasto insanabile fra esigenze economiche e quelle ambientali dovendosi identificare, a tutti gli effetti, i vantaggi ecologici con quelli economici e sociali a lungo termine. In particolare, taluni interventi comportano per il territorio e per l’ambiente una serie di problemi legati alla possibile generazione di inquinamenti atmosferici (fumi, esalazioni, polveri, ecc.), acustici, idrici, (inquinamento delle acque, carico di acqua a temperature anomale, inquinamento delle falde, piogge acide, ecc.), e da rifiuti solidi (materiali di risulta di lavorazioni industriali, scorie, scorie radioattive, scarti di miniera, ecc.) che devono essere quantificati ed analizzati nelle loro conseguenze ambientali anche per tempi molto lunghi. Equilibrio tra esigenze economiche e bisogni sociali e i “rimedi” La scelta che fa prevalere le ragioni dello sviluppo su quelle della tutela, nel contrasto tra esigenze economiche e bisogni sociali, deve essere motivata dalla sussistenza di impor-

tanti condizioni. Quando, cioè, si assicuri: • Alto valore sociale dell’opera; • Sostenibilità degli interventi a lungo termine; • Proporzione tra l’intervento e l’interesse perseguito; • Rapporto equilibrato tra bisogni sociali ed esigenze di sviluppo; • Adozione, contemporanea alla realizzazione delle opere, dei rimedi all’uso del suolo: o le protezioni; o le minimizzazioni; o le compensazioni. Esperienza del Geometra Italiano Esistono numerosi campi in cui i geometri hanno operato e potranno sempre più specializzare la competenza professionale. Profondo conoscitore del territorio, la sua presenza è capillare. Con il suo lavoro misura il territorio, ne disegna l’estensione e la conformazione. Ne conosce, quindi, le forme, i pregi e le criticità. Nell’ambito dei settori che implicano anche la “gestione delle risorse geologiche”, intesa come corretto uso di queste e controllo dei fenomeni connessi alla loro utilizzazione e deterioramento (sviluppo sostenibile), si evidenziano: - l’ausilio alla pianificazione urbanistica e territoriale, cioè il prestabilire le condizione di migliore conoscenza delle realtà territoriali al fine di favorire le più opportune scelte urbanistiche, industriali e agricole. Scelte intese come capacità-verifica dell’idoneità dei siti ad ospitare tali attività. Questa idoneità riguarda sia la conformazione geotecnica dei terreni e le relative possibilità edificatorie, sia anche le potenzialità di smaltimento dei rifiuti prodotti dagli eventuali insediamenti, o di altri processi che possono avere effetti negativi sulla qualità della vita dell’uomo o la convenienza delle sue attività. Il geometra che esercita conosce i rischi, potenziali o in atto, che possono rendere i siti inadatti allo scopo

o che, quanto meno, devono essere contenuti a livelli accettabili, mediante l’adozione di preventive misure tecniche. - l’intervento nel campo della ingegneria ambientale e quello dei rischi geologici, a cui l’attività umana è esposta (se non ne è causa con le connesse implicazione socio-economiche): l’erosione accelerata, le frane, le alluvioni, le sub-sidenze indotte e in generale il dissesto idrogeologico, oltre ai sismi e al vulcanesimo. Tali fenomeni non sono molto lontani da casa nostra e, anche per colpevole imprudenza o negligenza pubblica, hanno spesso caratterizzato numerose recenti sciagure. - infine, la lotta all’inquinamento, non solo quello risultante dall’urbanizzazione (acustico, rifiuti solidi e liquidi urbani) e dall’agricoltura (pesticidi, fertilizzanti chimici, rifiuti da grandi allevamenti zootecnici), ma anche quello connesso alla utilizzazione delle risorse geologiche ed alle correlative, necessarie opere di restauro micro-ambientale. E’ opportuno rilevare la importanza di tali particolari e qualificati interventi che hanno per scopo il recupero del territorio compromesso dall’azione dell’uomo a causa dello sfruttamento delle risorse del sottosuolo. Si tratta di settori di intervento molto qualificanti che, oltre a quelli ordinariamente praticati (Edilizia, Catasto e Estimo), costituiscono ampi spazi in cui possono operare diffusamente tantissimi colleghi. Conclusioni Il territorio pubblico svolge importanti funzioni di interesse generale; se gestito e salvaguardato in modo corretto può: costituire risorsa e ricchezza per le popolazioni e consentire lo sviluppo sostenibile fondato su un rapporto equilibrato tra bisogni sociali, attività economica ed gestione del territorio.

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Simposio “Amministrazione e gestione del Territorio - Grandi opere per la difesa del Territorio” Verona, 14 settembre di Gian Luca Pautasso

Il simposio dedicato alla gestione del territorio, con particolare riferimento alle grandi opere, si è tenuto presso la sala del centro congressi di Verona Fiere e vi hanno partecipato numerosi delegati F.I.G. provenienti da molte nazioni, Consiglieri nazionali e dirigenti locali di Categoria, Geometri iscritti del Veronese e del Veneto. La giornata dedicata al simposio è stata suddivisa in 4 sessioni. La prima, moderata dal Prof. Andras Ossko (Presidente della 7^ commissione F.I.G.), ha ospitato: - i saluti del Presidente del Collegio di Verona – Geom. Domenico Romanelli – il quale ha posto l’accento sulla vasta conoscenza del territorio da parte dei nostri iscritti e sulla competenza della Categoria ad occuparsi di gestione del territorio; - l’intervento dell’On. Alberto Giorgetti (sottosegretario del Ministero dell’Economia) che nelle premesse ha delineato un futuro di incremento del ruolo sociale e professionale del geometra, incentrato sul lavoro dei governi europei impegnati nella sfida dello sviluppo sostenibile, sulle vie per liberare risorse aggiuntive da impiegare nei progetti infrastrutturali, sulla trasformazione dei catasti da redditi a valori e sull’esigenza per lo stato italiano di gestire e valorizzare il proprio patrimonio traendone un reddito (si sta varando la fusione tra Patrimonio S.p.A., Agenzia del Demanio e Fintecna S.p.A.); - il Presidente del Consiglio Na-

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zionale Geometri – Geom. Fausto Savoldi – ha salutato con favore le parole dell’On. Giorgetti di cui la categoria saprà fare tesoro al momento dell’approvazione delle riforme dell’Ordinamento in preparazione, per poi dedicarsi, in lingua inglese (il commento di alcuni colleghi: non riesco neppure a capire cosa dice il mio Presidente nazionale, accidenti), ad una disamina delle prospettive di operatività per la categoria nel settore delle grandi opere; - la relazione del Prof. Stig Enemark– Presidente F.I.G. – che ha concluso la prima sessione intitolata “Amministrazione dell’ambiente e del territorio: focus su diritti, limiti e responsabilità” ha trattato approfonditamente il tema della realizzazione delle infrastrutture al servizio dello sviluppo sostenibile. La seconda sessione è stata dedicata alle esperienze di pianificazione, realizzazione di infrastrutture e valutazione ambientale strategica a livello provinciale e regionale con l’intervento dell’Ing. Elisabetta Pellegrini (Provincia di Verona), dell’Ing. Federico Fasiol (Direzione Viabilità Regione Veneto) e del Dr. Riccardo Brugnoli (Ministero dei Beni e Attività Culturali). La terza sessione, a cura dell’Ing. Roberto Rosselli – responsabile dei sistemi informativi del Magistrato alle Acque di Venezia - è stata in parte dedicata alla illustrazione del progetto MOSE per la salvaguardia della laguna di Venezia e in parte de-

dicata alla illustrazione del sistema informativo territoriale di gestione dei dati per la gestione dei vari sistemi per la conoscenza dell’ecosistema lagunare. Infine, a conclusione della lunga giornata di studio e confronto, alcuni componenti la 7^ Commissione F.I.G. hanno riferito delle esperienze internazionali: - i funzionari del Catasto del Regno del Belgio – Mr. Francis Gabele e Mr. Marc Vanderschueren – hanno relazionato sulla trasposizione della direttiva EU – INSPIRE (INfrastructure for SPatial InfoRmation in Europe) – nel contesto del catasto federale del Belgio e del livello di attuazione raggiunto dai loro sistemi informativi; - il funzionario del Ministero delle Finanze della Baviera – Herr Dr. Markus Seifert – ha parlato della creazione di una struttura di base legale condivisa (legal framework) per la gestione dei dati relativi all’Amministrazione dell’ambiente e del territorio in Europa, in attuazione della direttiva EU – INSPIRE; - il Prof. Gyula Ivan – dell’Istituto ungherese di geodesia – si è addentrato nello specifico delle problematiche per l’armonizzazione dei dati catastali nel contesto della direttiva EU – INSPIRE - in conclusione il Prof. Andras Ossko – Vice Presidente F.I.G. e Presidente della 7^ Commissione – ha trattato il tema (di più immediata e generale comprensione per noi geometri no-


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nostante la barriera della lingua inglese) della difficoltà di sviluppo di un sistema catastale in 3 dimensioni (per poter gestire edifici anomali ed infrastrutture). Il giorno successivo, lunedì 15 settembre, a conclusione dei lavori del simposio abbiamo visitato i

cantieri del M.O.S.E. alla Bocca del Lido di Venezia, ammirando, oltre alla vastità e difficoltà delle opere in corso, l’eterna bellezza della laguna, delle sue isole e di Venezia. L’imponente opera ci è stata descritta con una visita dall’acqua guidata dai tecnici progettisti

In rappresentanza del Collegio dei Geometri di Torino hanno partecipato alle due manifestazioni il Vice Presidente Geom. Franco Rigazio, il Tesoriere geom. Gian Luca Pautasso ed i Consiglieri geometri Giuseppe De Marco, Luigi Gaidano e Massimo Ottogalli.

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Convegni Il MOSE (MOdulo Sperimentale Elettromeccanico) è un sistema integrato di opere di difesa costituito da schiere di paratoie mobili a scomparsa in grado di isolare la laguna di Venezia dal Mare Adriatico durante gli eventi di alta marea superiori ad una quota concordata (110 cm) e fino ad un massimo di 3 metri. Queste opere, insieme ad altre complementari come il rafforzamento dei litorali, il rialzo di rive e pavimentazioni e la riqualificazione della laguna, provvederanno alla difesa della città di Venezia da eventi estremi come le alluvioni e dal degrado morfologico, per il quale la laguna sta progressivamente cedendo al mare ed il livello del suolo si sta abbassando. L’integrazione e la “collaborazione” tra dighe mobili e complementari definiscono un sistema di difesa estremamente funzionale che consente, tra l’altro, di ridurre al massimo il numero di chiusure delle bocche di porto (3/5 volte all’anno con l’attuale livello del mare); in questo modo vengono garantiti la qualità delle acque, la tutela della morfologia e del paesaggio, il mantenimento dell’attività portuale. Le dighe mobili rappresentano il cuore del sistema e consistono in schiere di paratoie collocate nei canali di bocca. Quando sono inattive, le paratoie, riempite d’acqua, giacciono nel fondale, completamente invisibili e senza modificare gli scambi mare/laguna. In caso di pericolo, nelle paratoie viene immessa aria compressa che le svuota dall’acqua. Via via che l’acqua esce le paratoie, ruotando attorno all’asse delle cerniere, si alzano fino ad emergere e a bloccare il flusso della marea in ingresso in laguna. I dispositivi mobili restano in funzione per la sola durata dell’evento di acqua alta: quando la marea cala e in laguna e in mare si raggiungono lo stesso livello, le paratoie vengono dinuovo riempite d’acqua e rientrano nella propria sede. Le opere complementari, invece, consistono nella realizzazione di una scogliera all’esterno di ciascuna bocca di porto e nel rialzo da - 16 m a - 14 m di lunga parte del fondale di Malamocco. Grazie alla flessibilità di gestione, il MOSE può far fronte a un aumento delle acque alte in modi diversi in base alle caratteristiche e all’entità dell’evento di marea. Le strategie di difesa possono prevedere, a seconda dei casi, la chiusura contemporanea di tutte e tre le bocche di porto, la chiusura di una per volta o, ancora, chiusure parziali di ciascuna bocca, essendo le paratoie indipendenti l’una dall’altra. Il MOSE costituisce un’opera di difesa e recupero ambientale che tiene conto in tutto e per tutto la qualità, la complessità e la “sensibilità” del territorio in cui è collocata.

L’opera è in corso di realizzazione dal maggio 2003 alle tre bocche di porto del Lido, di Malamocco e di Chioggia, i varchi che collegano la laguna con il mare ed attraverso i quali si svolge il flusso ed il riflusso della marea.

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Cultura

Palazzo Bricherasio “Guarini, Juvarra, Antonelli: Segni e simboli per Torino”

Nel mese di settembre si è conclusa l’interessante mostra a Palazzo Bricherasio, realizzata grazie al contributo della Compagnia di San Paolo, che ha raccontato, attraverso l’opera di chi ha lasciato un’impronta indelebile della propria creatività a Torino, il disegno di architettura – esercizio, studio, elaborato tecnico,

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progetto che comporta fasi e varianti, esecutivo, istruzione di cantiere, particolare, sagoma, modello e racconto figurato – quale strumento privilegiato con cui l’architetto comunica e trasmette il progetto architettonico. I disegni, conservati negli archivi delle istituzioni culturali piemontesi e di alcune collezioni di musei italiani ed europei, descrivono architetture divenute luoghi e segni simbolici per la città e il suo territorio. Seguendo questo spirito, l’intero percorso ha privilegiato la dimensione comunicativa del singolo disegno, la sua capacità di esprimere un’idea, una costruzione, una prefigurazione. La mostra si apriva presentando la città in due diverse declinazioni: quella prefigurata nei piani di sviluppo urbano del Seicento e quella costruita del Settecento. Entrambe le dimensioni sono state introdotte da piante e vedute affiancate ai disegni per le facciate su strada che determinarono quella immagine di continuità dello scenario urbano unanimemente identificata dai viaggiatori in visita a Torino. A seguire, il percorso ha proposto la descrizione della casa-studio dei tre protagonisti della mostra: i ritratti, i progetti per le proprie case, gli strumenti materiali e operativi dello

studio e del disegno, corredati dalle testimonianze grafiche della formazione culturale di ciascuno. I disegni di Guarini per Palazzo Carignano e quelli di Juvarra per la facciata e lo scalone di Palazzo Madama e per l’atrio del castello di Rivoli, hanno illustrato l’impegno e la ricerca dei due architetti nella formulazione del “prototipo” di palazzo reale per il sovrano di uno stato assoluto. Le cupole e le volte presentate esprimono gli straordinari risultati raggiunti nell’elaborazione progettuale di Guarini, così come le audaci e altrettanto sperimentali costruzioni di Antonelli che hanno segnato l’immaginario architettonico e paesistico della regione piemontese. In una rapida panoramica dell’architettura pubblica sono stati esposti materiali prodotti per le committenze dello Stato e delle istituzioni: dai progetti di Juvarra per il Palazzo dei Regi Archivi e i disegni per il Teatro di Benedetto Alfieri – di cui era collocata al centro della sala il modello per il Palazzo del Senato – per arrivare alle tavole di Antonelli per il Parlamento, il Teatro e l’Ospedale di Novara. La mostra si è chiusa con una sezione dedicata alla trama della città ottocentesca: le case e le strade, nelle due dimensioni della città nuova progettata e della città ereditata e ripensata, sono state ridefinite alla luce di nuove ipotesi di progetto urbano, aggiornate sulle esperienze parigine e caratterizzate da uno spiccato interesse per gli stili storici e le nuove funzionalità dell’abitare. L’esposizione ha avuto anche il grande merito di dare spazio e mettere in risalto l’ampiezza e l’eccezionalità del patrimonio archivistico e museale conservato in Piemonte, offrendo la possibilità di letture differenti che ritrovano nell’itinerario espositivo edifici emblematici di quella architettura costruita.


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On line

Prendere appunti di Paolo Cuselli

Prendere appunti è importante per molti argomenti accademici. Vi sono diversi metodi da usare per farlo. METODO BASE

Anche se ci sono molti modi in cui prendere appunti, i migliori sono quelli che risultano più confortevoli. Ci sono comunque dei concetti di base che possono essere usati per tutti i genere di appunti: -- Separare le idee principali con un rigo vuoto, e le idee più generali con diverse righe. -- Se hai quasi finito una pagina, e stai per iniziare a scrivere un altra sezione dei tuoi tuoi appunti, ti conviene iniziarla usando una pagina nuova. -- Scrivere da una sola parte del foglio è una buona idea, anche se non è obbligatorio. -- Usa abbreviazioni e simboli per evitare frasi troppo lunghe. -- Esponi le informazioni riassumendole con parole tue

METODO CORNELL

Spesso viene consigliato agli studenti americani il cosiddetto “metodo Cornell” o anche metodo “6R” di studio e di appuntazione. È stato

originariamente elaborato da Walter Pauk, un docente della Cornell University, nel 1989 e da allora si è diffuso ampiamente nei paesi anglosassoni e poi di lì in tutto il mondo. È un metodo che si dimostra piuttosto efficiente nell’organizzare l’ascolto delle lezioni, la lettura dei libri, gli appunti, lo studio successivo e il ripasso. Il metodo è di apprendimento piuttosto rapido e permette di utilizzare comunque le abilità già conseguite, con un minimo di aggiustamenti e di esercitazioni. Permette di essere utilizzato per prendere appunti durante le lezioni (seminari, conferenze o simili), oppure per prendere appunti dai libri, durante lo studio. Occorre usare sempre fogli mobili di grandi dimensioni (meglio se a quadretti, con il quadretto di cm. 0,5, con i fori per il raccoglitore); è assolutamente necessario scrivere su una sola facciata (per permettere all’occorrenza di realizzare facilmente il “taglia e incolla” di tipo manuale). Occorre dividere la pagina in due colonne (proporzione: un terzo e

due terzi) e lasciare un consistente spazio in fondo. Nella colonna più ampia vengono stesi gli appunti (vedi illustrazione). Nella stesura occorre assolutamente evitare di trascrivere integralmente quanto viene detto dal relatore: non ci si riuscirà mai! Occorre selezionare, sintetizzare e appuntare termini, brevi frasi, collegate da segni grafici: in altri termini occorre schematizzare. Lo schema dovrà essere chiaro e comprensibile, anche a distanza di tempo (vedi illustrazione). E’ conveniente usare un procedimento a indentazione: più rilevante

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On line

Nella stesura degli appunti occorre selezionare, sintetizzare e appuntare termini e brevi frasi, collegate da segni grafici: in altri termini occorre schematizzare.

è l’argomento, più deve essere spostato a sinistra, meno rilevante è l’argomento, più deve essere spostato a destra (naturalmente occorre adottare dei criteri di rilevanza: occorre basarsi sulle proprie conoscenze pregresse, oppure essere abili nell’identificare “segnali di rilevanza” del relatore, o dell’autore del libro che si sta studiando). Gli spazi restanti vengono usati solo in fase di rielaborazione e di studio. In fase di rielaborazione, rivedendo gli appunti, occorre distribuire nella colonna più stretta (a sinistra) un indice degli argomenti principali (brevi titolini, magari a colori), evidenziare o trascrivere le parole chiave (concetti, definizioni), sintetizzare molto brevemente il contenuto, formulare brevi domande (la cui risposta si trovi negli appunti già presi). Nella striscia orizzontale in fondo alla scheda occorre sviluppare un breve riassunto dei contenuti essenziali della scheda stessa (trovano posto anche ulteriori annotazioni personali, collegamenti, domande, ecc...). In fase di studio (da svolgersi ripetutamente e periodicamente per brevi periodi), usando come traccia

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i contenuti sintetici della colonna di sinistra, dovrebbe essere possibile richiamare a memoria i contenuti degli appunti della colonna principale (parte destra), che andrebbero coperti con un foglio. Se si ha pazienza di lavorare in questo modo, in breve tempo si disporrà di un raccoglitore, sempre in progressivo ampliamento, che tiene la memoria di tutte le lezioni ascoltate (o di tutti i testi letti), di tutte le rielaborazioni e le sintesi effettuate, di tutti i percorsi intellettuali sviluppati. In qualsiasi momento sarà possibile fare delle aggiunte (grazie ai fogli mobili) oppure delle ristrutturazioni: una scheda ormai troppo densa può essere divisa in due... Nel raccoglitore possono trovare posto anche fotocopie, disegni, schemi, glossari, resoconti di discussioni, ritagli di giornale concernenti l’argomento, ecc... Registra (Record) Durante la lezione, registra nella colonna principale della scheda il numero maggiore di fatti e idee. Schematizza (Reduce) Appena possibile, schematizza, ri-

capitola i fatti e le idee concisamente (a parole o frasi) nella colonna di sinistra (colonna “indice” o “di suggerimento”) L’indice chiarifica il significato e le relazioni, rafforza la continuità e rafforza la memoria. Esponi (Recite) Copri l’area delle note e usando solo le specificazioni nella colonna, riesponi i fatti e le idee, riesponi i fatti e le idee della lezione nel miglior modo possibile, non meccanicamente, ma con le tue parole. Poi verifica quello che hai detto. Rifletti (Reflect) Sviluppa delle tue opinioni a partire dagli appunti; usali come punto di partenza per le tue riflessioni sull’argomento e su come si relaziona con gli altri argomenti. La riflessione ti aiuterà a collegare e a non dimenticare. Ripassa (Review) Spendi 10 minuti, periodicamente, per rivedere velocemente gli appunti e ti ricorderai maggior parte di quello che hai imparato


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On line Riassumi (Recapitulate) Scrivi il riassunto nello spazio sotto orizzontale, in fondo al foglio. Conviene fare in fondo a ogni scheda il riassunto della scheda stessa. In fondo all’ultima scheda della lezione si può fare il riassunto della lezione stessa.

METODO DELLE MAPPE MENTALI

Una mappa mentale è una forma di rappresentazione grafica del pensiero teorizzata dal cognitivista inglese Tony Buzan, a partire da alcune riflessioni sulle tecniche per prendere appunti. Le mappe mentali (mind maps) non vanno confuse con altri tipi di mappe come le mappe concettuali e le solution map, dalle quali si differenziano sia per la strutturazione, sia per il modello realizzativo, sia per gli ambiti di utilizzo. Le mappe mentali hanno una struttura essenzialmente gerarchico-associativa. Questo significa che sono solo due le tipologie di connessioni che possono essere create: -- gerarchiche (dette anche rami) che collegano ciascun elemento con quello che lo precede -- associative (dette anche associazioni) che collegano elementi gerarchicamente disposti in punti diversi della mappa. La struttura portante di una mappa mentale è sempre gerarchica; le relazioni associative aiutano ad aumentarne l’espressività, evidenziando la presenza di legami trasversali mediante frecce. Essendo gerarchica, la mappa mentale ha necessariamente anche una geometria radiale: all’elemento centrale troviamo collegati degli elementi di primo livello, ciascuno dei quali può essere collegato con elementi di secondo livello e così via. In genere la disposizione grafica degli elementi è a raggiera, ma è possibile estendere queste considerazioni anche ad altre forme di

connessione, come quella a spina di pesce oppure ad albero. La mappa mentale è uno strumento votato alla creatività, alla memorizzazione, all’annotazione in chiave personale. Per questo il suo ideatore Buzan ha formulato il suo modello incentrandolo sull’evocatività: tutti gli elementi di una mappa mentale devono essere ricchi di immagini fantasiose e colorate, perché da un lato rendono gradevole la rappresentazione, dall’altro stimolano l’emisfero cerebrale destro, le cui funzioni supportano facoltà come la creatività, la memoria, la fantasia, l’intuizione. Per questa ragione è importante che una mappa mentale venga prodotta a colori fin dalle prime fasi di realizzazione, e non colorata in un secondo momento. Inoltre gli elementi devono essere descritti con singole parole chiave e non con periodi estesi, così da lasciare spazio a nuove associazioni e a possibili integrazioni. Il modello realizzativo delle mappe mentali è essenzialmente associazionista: si procede inserendo e ricombinando dinamicamente gli elementi nella mappa, utilizzando una struttura gerarchico-associativa e applicando il processo di associazione mentale. In tal senso è grande la differenza con le mappe concettuali, che sono

impostate secondo un modello connessionista (sono previsti due momenti distinti: quello dell’individuazione dei concetti e quello della loro combinazione). È importante notare che una mappa mentale non ha un’impostazione gerarchica assoluta ma di contesto e dispone gli elementi intorno a un centro secondo una raggiera: ciò che sta al centro è il punto di partenza, ciò che si colloca radialmente è punto intermedio di un processo associativo virtualmente infinito. Tra i vari elementi della mappa non vi è un vincolo di inclusione: per esempio, se il punto di partenza fosse il “cinema”, potrei pensare al “tempo libero” come elemento di primo livello, ma se partissi dal “tempo libero” potrei tranquillamente associargli al primo livello il “cinema”, rispettando comunque il principio associazionista. Le mappe mentali fanno leva soprattutto sulle capacità creative personali e di gruppo, sulle risorse mentali inconsce, sulle sinestesie create con colori e immagini, sui processi che spontaneamente ristrutturano le informazioni e che ogni volta lasciano aperta più di una chiave interpretativa. Per queste ragioni le mappe mentali sono particolarmente efficaci come strumenti di annotazione il geometra n. 8-9/08

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Professione e di apprendimento, come supporto all’elaborazione del pensiero e alla creatività, come ausilio nell’orientamento personale e nella costituzione di gruppi di lavoro. Sono invece meno efficaci nella rappresentazione della conoscenza, dove l’evocatività della mappa mentale induce una minore efficacia comunicativa e maggiori margini di ambiguità. Una mappa mentale può costituire il punto di partenza di un processo creativo, che porta alla realizzazione di materiali diversi per natura e

per formato di rappresentazione. È il caso di un brainstorming di gruppo che, supportato da una mappa mentale, prelude alla definizione di obiettivi strategici, alla formulazione di un progetto, alla scrittura di documentazione testuale. Un esempio di questo passaggio è la derivazione dalla mappa mentale di un outline (detto anche scaletta gerarchica), che permette di trasformare la struttura a raggera in una sequenza articolata e ordinata per livelli gerarchici. Una mappa mentale è un diagram-

ma a colori che rappresenta collegamenti (semantici o no) fra le varie sezioni di materiale appreso. Per esempio, potrebbe illustrare graficamente la struttura del governo di uno stato. Una volta che una mappa mentale è ben strutturata, può essere rivista e controllata. L’uniformità grafica delle strutture semantiche può aiutare a rinforzare i ricordi, rendendoli più stabili e duraturi e migliorando la motivazione.

Il Fondoprofessioni: una possibilità preziosa per la formazione e la crescita degli studi professionali Il Fondoprofessioni è una realtà poco conosciuta: si tratta di un Fondo paritetico interprofessionale per la formazione continua nato nel dicembre del 2003 dall’accordo tra Consilp-Confprofessioni, Confedertecnica, Cipa e Cgil-Filcams, Cisl-Fisascat, Uil-Uiltucs. La Categoria dei Geometri, tramite il proprio sindacato Federgeometri, appartiene a Confedertecnica, insieme alle altre professioni tecniche. A finanziare il fondo è il contributo dello 0,30% del monte salario che i datori di lavoro attualmente versano all’Inps e che possono invece destinare a Fondoprofessioni. Per l’adesione è sufficiente segnalare la scelta del Fondo sul modello DM10, indicando la sigla del Fondo “FPRO” e il numero dei dipendenti occupati. I finanziamenti possono essere richiesti dalle associazioni di categoria aderenti alle Confederazioni socie del Fondo, le Ati (Associazioni temporanee di impresa) e i singoli studi o aziende ai quali si applichi il contratto collettivo degli studi professionali. Ogni singolo piano di formazione può essere destinato a un massimo di 18 partecipanti (con un minimo di otto). L’adesione a Fondoprofessioni da parte del professionista datore di lavoro è facile, libera e gratuita: basta segnalare la scelta una sola volta sul modello DM 10, scrivendo “ADESIONE FONDO” e specificando, nella colonna accanto, la sigla di Fondoprofessioni “FPRO” e il numero di dipendenti occupati nello Studio o nell’Azienda. La comunicazione all’INPS tramite il modello DM10 è la sola modalità richiesta per l’adesione al Fondo: NON BISOGNA EFFETTUARE NESSUN VERSAMENTO SUPPLEMENTARE. Semplicemente il contributo dello 0,30%, che viene già versato ogni mese dal datore di lavoro, viene destinato a Fondoprofessioni, senza ulteriori esborsi. Eventuali successive variazioni di organico vengono automaticamente aggiornate dall’INPS. L’adesione al Fondo tramite il DM 10 può essere effettuata direttamente dal datore di lavoro o tramite uno studio di consulenza. A titolo esemplificativo, forniamo un modello per la comunicazione al consulente della volontà da parte del datore di lavoro di aderire a Fondoprofessioni. Con l’adesione, il professionista ha così la possibilità di permettere ai propri dipendenti l’accesso ai corsi di formazione gratuiti, conseguendo un miglioramento ed una crescita del proprio studio.

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