Coltivatore Cuneese marzo 2016

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LE NOSTRE RADICI a cura di Barba Bertu - info@barbabertu.com

CREATORE DEL “MERCATO DEL FAGIOLO” DI CENTALLO

E

lio Giuliano è nato il 4 agosto 1939 a Roata Chiusani, nella casa in cui vive. Si è impegnato tanto in Coldiretti: “Il parroco don Ambrosino mi spinse a fare il delegato di zona della Coldiretti, avevo 18 anni e accettai, per 5 anni. Sono stato fra i fondatori dei Club 3P: c’era una bella filosofia dietro, avevamo comperato i fagioli da seme più belli in valle Grana, li abbiamo piantati, comprato dei macchinari usati dai soci a rotazione, trasformato l’agricoltura in attività redditizia e investendo nella ricerca. Erano i primi contratti di filiera in visione embrionale, i primi kiwi sono arrivati qui da noi! I primi esperimenti di lotta integrata li abbiamo fatti qui e nei nostri campi sono state provate innovative macchine agricole. Le prime reti antigrandine dalla Francia sono arrivate qui a Centallo. Sono stato il primo presidente del Catac di Centallo, che ha promosso tante iniziative di assistenza tecnica per i soci. Come assessore comunale all’Agricoltura, tra il 1975 e il 1980 mi sono impegnato per creare il “Mercato del fagiolo” (che ha determinato la ricchezza del nostro territorio) e per attuare diversi provvedimenti in favore del mondo dei campi”.

“Che belli, i mercati …”

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Così descrive i genitori: “Mia madre Camilla e mio padre Giovanni erano agricoltori, con due giornate di terreno. Ottime persone, mi hanno insegnato a lavorare la terra. Io, figlio unico, ho fatto sempre l’agricoltore, non mi è mai piaciuta l’idea di andare in fabbrica! Nel 1955 sono partito con poche bestie, c’era ancora mio padre, per arrivare alla stalla con 36 mucche. Sono sempre stato un “bastian contrari” e con mio padre sovente discutevo. Qui abbiamo coltivato i fa-

gioli, i pomodori, i peperoni. In quegli anni si guadagnava bene, però non sono mai voluto passare attraverso i commercianti. Andavamo sempre noi a vendere tutti i giorni ai mercati: a Centallo, a Cuneo e anche a Saluzzo. Loro avrebbero voluto che i prodotti si cogliessero una sola volta alla settimana, ma non mi piaceva. Inoltre non sapevi quanti soldi avresti preso, e quando. Mi piaceva molto andare ai mercati, perché incontravo tanti amici e bastava una stretta di mano per mettersi d’accordo”. La povertà l’ha conosciuta: “La carne la mangiavamo alla festa patronale di San Bernardo. E poteva succedere se moriva una gallina. Ero già un tipo molto difficile da bambino, perché non avevo voglia di mangiare! E mia madre ogni tanto perdeva la pazienza”.

Ferito dalle SS

La guerra: “Ero bambino, ma ricordo molti episodi. La casa vicino a noi era quella dei Conti Riccardi: era diventata il comando tedesco. Un giorno arrivarono le SS e noi bambini eravamo su un ciliegio, un tedesco sparò per farci paura. Fui ferito di striscio ad una gamba, ma non dissi nulla a mia mamma”. Ha visto con i suoi occhi l’eccidio di San Benigno: “Li ho visti morti, quei poveri ragazzi. Ero in bici con mio padre, siamo passati poco dopo, c’erano anche due miei cugini. Una vera tragedia!”.

L’incontro con Mariuccia

Da giovane non aveva voglia di sposarsi: “Un giorno mia madre mi minacciò quasi: “O ti sposi, o io me ne vado via di qui”. Mia moglie, Mariuccia Curti, è originaria di Narzole e l’avevo conosciuta ad un matrimonio dove avevo accompagnato il parroco come autista. In quel giorno nacque la simpatia … Siamo stati fidanzati per 5 anni, ma non ho fatto fatica a conqui-

Elio Giuliano, originale “bastian contrari”

starla! Ci siamo sposati il 17 gennaio 1970, a Sant’Antonino di Salmour. Al pranzo di nozze eravamo 150, e l’anno scorso abbiamo fatto una grande festa, festeggiando i 45 anni di matrimonio di 4 coppie!”. Racconta divertito il viaggio di nozze: “Siamo partiti con l’auto, una Consult, direzione Firenze. Abbiamo forato, cerco la ruota di scorta ma poi ci siamo accorti che non c’era, i nostri amici l’avevano tolta!”.

“Le donne sono bugiarde”

Delle donne, ha una idea tutta sua: “Sono bugiarde al massimo, ma a casa mia mai! Battute a parte, le donne ragionano diversamente da noi, e comandano sempre loro. Io poi in famiglia ne ho tre, con mia moglie ci sono le figlie Raffaella, avvocato e Isabella, che coltiva i kiwi e lavora in Coldiretti”. Roata Chiusani è la terra del cardinale Michele Pellegrino: “Non mi piaceva: perché faceva le prediche lunghe ed era troppo schierato dalla parte degli operai, e a me questo dava fastidio”. Da qualche anno, ha seri problemi di salute: “Faccio fatica a vedere il lavoro da fare, io sono senza energie. Amo i libri di storia, ma oggi non riesco nemmeno più a leggere tanto. La vita è difficile, ma a me è sempre piaciuto fare festa. Sono credente e prego Dio, l’ho cercato quasi mai, ma sono convinto che c’è. Quando non riesco a dormire recito il Rosario. Non ho paura di morire e sono soddisfatto della vita che ho fatto”. La moglie Mariuccia, fino ad ora silenziosa, e che da anni è a lui vicina, come un angelo custode, confida: “Elio è una persona stupenda e io lo sposerei di nuovo!”.


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