Il Coltivatore Cuneese n. 16 anno 2009

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N° 16 – 16-30 settembre 2009

Sommario

Foto da archivio Il Coltivatore Cuneese

“Il Coltivatore Cuneese” Editore Federazione Provinciale Coldiretti Cuneo 1 copia euro 0,77 Direttore Amministrativo Bruno Rivarossa Direttore Responsabile Michelangelo Pellegrino Coordinamento di redazione Viola Carasso Hanno collaborato Mariangela Abbà, Roberto Bianco, Monica Brignone, Aldo Brustolon, Alberto Burzio, Laura Calcagno, Marcello Cavallo, Mara Chiardola, Simona Daniele, Nicola Fontana, Cesare Gallesio, Roberto Giobergia, Rosangela Giordana, Rosanna Giraudo, Silvia Graglia, Paolo Marengo, Livio Minero, Manuele Molinari, Laura Occelli, Nadia Olivero, Lauro Pelazza, Franco Ramello, Fabrizio Rapallino, Manuela Renaudo, Enrico Rinaldi, Davide Roà, Anna Rossi Redazione ed amministrazione Piazza Foro Boario, 18 – 12100 CN Tel: 0171.447211 Fax: 0171.447300 E-mail: ilcoltivatore.cn@coldiretti.it Sito Internet: www.cuneo.coldiretti.it Registrazione del tribunale di Cuneo n. 3296 del 7/12/55 47.000 Copie Il Coltivatore Cuneese viene inviato a tutti i soci della Federazione Provinciale Coldiretti di Cuneo Grafica e stampa: AGAM Via Renzo Gandolfo area 90 Madonna dell’Olmo – Cuneo Tel. 0171.411470 – Fax 0171.411714 E-mail: grafici@agam.it Inserzioni esclusivamente presso la ditta Réclame Via Pilos, 20 – Savigliano Tel. 0172.711279 E-mail: info@reclamesavigliano.it Listino prezzi Il costo di 1/8 (cm 9x6) di pagina a colori è di euro 145 + IVA.  È vietata la riproduzione, anche parziale, delle pubblicità.

Fagiolo Bingo: per ora dalla Olter una risposta interlocutoria

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Latte: a gennaio parte la Torre di Moretta

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Coldiretti sollecita la riapertura della trattativa per il prezzo del latte alla stalla

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Coldiretti Cuneo: nuove nomine per alcune Segreterie di Zona...

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...E nuovi incarichi consulenziali

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Lupi: Coldiretti richiede l’apertura di un tavolo di crisi

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Svincolato l’obbligo di distillazione: ora le vinacce possono fare grappa o humus

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Possibile congelare i debiti verso il sistema bancario

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Accordo tra Governo e sette imprese piemontesi

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Dardanello Riconfermato presidente della CCIAA

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Storie di vita: Chiaffredo Giraudo, una montagna di ricordi…

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Osservatorio Prezzi

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Il Corsivo del Coltivatore: Il digitale terrestre

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Tanti appuntamenti con i mercati di Campagna Amica

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Strumenti per pesare: come e quando usarli

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Assemblee CO.SM.AN.

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Caccia: l’agricoltura va tutelata

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Contributi al settore apistico

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Ad Alba rassegna bovina

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I Cavalli di Mérens sono tornati a Sampeyre

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Esperienza in Catalogna: i tecnici Coldiretti raccontano

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Valorizzazione agronomica dei reflui zootecnici

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Formazione e aggiornamento per l’uso dei prodotti fitosanitari

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Accordo Coldiretti Piemonte e Associazione Terre dei Savoia

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Terramica: nuovi sviluppi e progettualità per il settore biologico

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Donne Impresa alla Festa del Ricetto con menù a “KmØ”

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Versamenti volontari agricoli 2009

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Scadenze aziendali

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32a Gran castagnata e 7a Fiera di Valle

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San Sereno: un trionfo di colori e profumi

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La talpa ottusa

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Un aiuto ai più piccoli quando i genitori si separano

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Il mercatino del Coltivatore

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“L

’andamento climatico anomalo, in particolare le altissime temperature del periodo estivo, hanno creato grossi problemi a tutte le colture e particolarmente al fagiolo, specie molto sensibile agli eccessi termici. Stiamo ora effettuando con urgenza assoluta tutti i controlli interni del caso per escludere altri problemi”. Questa in sintesi la risposta della Olter Sementi di Asti al direttore della Coldiretti Cuneo Bruno Rivarossa che, a seguito delle numerose segnalazioni sui comportamenti non uniformi nella crescita delle piante e sui baccelli di fagiolo “Bingo”, aveva inviato alla suddetta azienda una lettera per denunciare l’accaduto e richiedere un intervento significativo nei confronti degli imprenditori agricoli. Continua la Olter: “I controlli interni, per avere una valenza scientifica, richiedono tempi medio-lunghi, per cui ad oggi non si è in grado di fornire una risposta definitiva”. Il fagiolo rampicante a raccolta cerosa ha una notevole importanza economica in Provincia di Cuneo. Una produzione media annua di circa 90.000 q.li con oltre 1000 aziende interessate per una produzione lorda vendibile di oltre 10 milioni di euro. Sicuramente la varietà maggiormente coltivata è “Bingo” in quanto ha sempre dato le migliori caratteristiche richieste dal mercato e dai consumatori. Durante la campagna 2009 molte imprese agricole hanno segnalato comportamenti non uniformi nella crescita delle piante che si è poi manifestata sui baccelli al momento della raccolta. Le piante della varietà Bingo presentavano, infatti, baccelli tipici della tipologia da sempre coltivata. Tra queste piante, però, una sostenuta percentuale presentava dei baccelli molto corti, anomali che spesso e volentieri non avevano nessuna tenuta alla conservazione in cella frigo. Coldiretti Cuneo resta in attesa delle ulteriori verifiche scientifiche che la Olter sostiene di aver avviato. Siamo ormai a campagna di coltivazione praticamente conclusa. L’invito dell’Organizzazione agli imprenditori che hanno subito una serie di problemi economici legati al prezzo del prodotto fresco, è di porre molta attenzione nell’acquisto della semente per il prossimo anno. i


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FONDO

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Latte: a gennaio parte la Torre di Moretta

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l progetto Inalpi a Moretta è un’occasione unica per risollevare un settore danneggiato da anni di difficoltà, prima con le quote ed oggi con una sempre più bassa remunerazione e che potrebbe realmente dare respiro alle imprese, soprattutto diversificando il mercato, rendendo certamente più appetibile l’offerta a vantaggio di tutto il comparto lattiero caseario. Un altro passo avanti per la ripresa del settore lattiero caseario sta prendendo sempre più forma e nel 2010 diverrà concreto con la messa in produzione della torre di essiccazione fortemente voluta dal Gruppo Ferrero di Alba che ha chiesto a Coldiretti un’importante collaborazione. Si tratta del primo ed unico stabilimento di produzione di latte in polvere in Italia che darà la garanzia ai produttori di poter contare su un impegno contrattuale a lungo termine (15 anni) e di una rilevazione del prezzo su base indicizzata. In sintesi il prezzo verrà calcolato sulla base di tre indici che prevedono prodotti caseari internazionali (Cheeddar, Gouda, PLS, Burro, Edmaner), nazionali (Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Mozzarella) e prodotti per l’alimentazione zootecnica (mais, orzo, fieno, soia, costo energia). Dice Tonino Gay, membro di giunta con delega al settore: “il meccanismo del prezzo indicizzato rappresenta la vera novità dal lato economico. Un sistema per riconoscere ai produttori il prezzo del latte in funzione dei costi di produzione. Nei mesi passati abbiamo assistito ad una forte speculazione da parte degli industriali che hanno erogato acconti irrisori. È ormai noto

che da gennaio 2010 la torre di Moretta entrerà in funzione. Di qui la strategia degli industriali di accaparrarsi le partite migliori per frenare il nuovo concorrente. Rivolgiamo un appello agli allevatori affinché effettuino la scelta di conferire il latte non tanto in funzione dell’offerta degli industriali, quanto in favore dello sviluppo della concorrenza leale con il nuovo soggetto.” Infine la bozza in fase di discussione del Decreto sull’etichettatura del latte a lunga conservazione e dei prodotti lattiero caseari, e la riapertura del tavolo regionale del prezzo. Ecco nell’immediato i prossimi obiettivi che Coldiretti ai vari livelli, provinciale, regionale e nazionale, sosterrà fortemente a partire

dall’autunno. Se approvato, il Decreto sull’etichettatura andrebbe a completare la normativa in materia di tracciabilità del comparto lattiero caseario, oggi solamente in essere per il latte fresco. L’attuale bozza del Decreto, in attesa del via libera da parte della Comunità Europea, prevede l’indicazione della provenienza del latte e, nel caso dei trasformati, di specificare anche gli ingredienti utilizzati e l’origine. “L’organizzazione ha monitorato attentamente l’evolversi del decreto – ha dichiarato Bruno Rivarossa, direttore Coldiretti Piemonte e Cuneo – e continuerà a fare pressioni a sostegno della trasparenza del mercato, la tutela dei produttori ma

anche e soprattutto dei consumatori. Dopo anni di battaglie sull’etichettatura a difesa del vero Made in Italy, ci si augura che possano vedersi concretizzare i nostri sforzi, fatti non solo per il comparto ma per tutta l’agricoltura e che questo decreto possa essere un ulteriore segnale per arrivare a tutti i prodotti alimentari.” In questi giorni il Senato si riunirà per discutere il disegno di legge sull’etichettatura di origine dei prodotti alimentari, il cui esame era stato già avviato e poi sospeso per problemi di compatibilità con le procedure comunitarie. La Regione Piemonte ha approvato anche una sua bozza di legge sull’etichettatura obbligatoria dei prodotti alimentari da sottoporre al Consiglio Regionale e che, se approvata, diventerà un’ulteriore proposta al parlamento e quindi un nuovo sostegno a quella già in fase di discussione a livello nazionale. Tutto ciò è avvenuto sulla spinta delle numerose sollecitazioni pervenute dal territorio raccolte da Coldiretti e dagli impegni assunti dalle Istituzioni. m

Coldiretti sollecita la riapertura della trattativa per il prezzo del latte alla stalla Sulle quote alcuni chiarimenti sono indispensabili per non creare turbative in un mercato complesso e difficile

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n questi giorni sulle fiere e sui mercati stanno circolando voci inesatte circa la sospensiva ottenuta da alcuni allevatori splafonatori di latte. Coldiretti Piemonte, in merito alle ordinanze emesse dal Tar del Lazio, precisa che le stesse prevedono una sospensiva istruttoria, in quanto nei ricorsi non viene messa in discussione l’intimazione di pagamento e la rateizzazione delle multe bensì la data di partenza del calcolo degli interessi. Il tribunale infatti ha chiesto ad Agea di fornire le modalità di imputazione degli interessi calcolati sulle somme richieste a titolo di prelievo supplementare ed i motivi per i quali il conteggio decorra dalla data di chiusura della relativa annata lattiera e non da quella in cui è stato effettivamente richiesto, a suo tempo, il pagamento. Toccherà ad Agea fornire le spiegazioni al tribunale attraverso il proprio collegio di legali. Ma da lì a sostenere che agli splafonatori sono state condonate le multe… ne passa. Coldiretti continua nella propria attività sindacale in difesa dei produttori di latte che nella legalità hanno prodotto ed oggi si trovano in grosse difficoltà economiche per via di un mercato che non riconosce neppure i costi di produzione nonostante qualche segnale di miglioramento dei prezzi sia sul latte fresco che sui prodotti trasformati. Intanto Coldiretti Piemonte ricorda di aver ottenuto dalla Regione la disponibilità per un incontro in tempi brevi per tentare la riapertura delle trattative del prezzo del latte alla stalla. Ad oggi non è ancora stata fissata la data dell’incontro da parte della Regione. m


VA R I E

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Coldiretti Cuneo: nuove nomine per alcune Segreterie di Zona...

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l direttore della Coldiretti Cuneo Bruno Rivarossa ha provveduto alle nuove nomine per alcune Segreterie di Zona. Nell’informare dirigenza e personale dei cambiamenti, il direttore ha precisato: “Sono certo che le nomine che ho effettuato rispondono alle esigenze delle nostre imprese. La responsabilità degli Uffici di Zona è affidata a persone di grande professionalità che con il loro lavoro e la loro esperienza hanno dimostrato di saper interpretare al meglio le esigenze di ordine sindacale e tecnico delle imprese associate. La stessa cosa riguarda la nomina del capo area a livello provinciale, in un’ottica di impostazione della futura attività sindacale legata alla gestione di settori che rappresentano il futuro per le imprese associate”. m

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1 Sara Ferrero è la nuova responsabile dell’Area Gestione Aziendale 2 Michele Mellano è il nuovo segretario Zona Saluzzo 3 Massimo Meineri è il nuovo segretario Zona Mondovì 4 Giorgio Bergia è il nuovo segretario Zona Bra

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5 Elio Gasco, il neo nominato segretario Zona Savigliano, con il direttore Bruno Rivarossa

...E nuovi incarichi consulenziali

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l capo area Gestione Aziendale Livio Minero (foto a lato), dopo 35 anni di ininterrotta attività nella Federazione Coldiretti di Cuneo, lascia l’incarico ma rimarrà a disposizione della Federazione e quindi dei soci, con un incarico di consulenza. “La Coldiretti di Cuneo – ha commentato Bruno Rivarossa – deve molto a Livio Minero per il lavoro svolto con professionalità e grande dedizione. Il fatto che il geometra Minero continui a collaborare con la Federazione rappresenta un sicuro punto di riferimento per le imprese associate e per il nuovo team che opererà nell’area di Gestione Aziendale”. m

Lupi: Coldiretti richiede l’apertura di un tavolo di crisi

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ttraverso una lettera inviata all’Assessore Regionale all’Agricoltura, Coldiretti ha formalmente richiesto l’apertura di un Tavolo di crisi per affrontare la spinosa problematica della presenza del lupo sulle montagne piemontesi. Per buona parte del territorio piemontese, la presenza in alpeggio degli allevamenti e dei malgari è non solo fonte di economia, ma soprattutto vero presidio e mantenimento del territorio nell’interesse di tutta la collettività. L’aumento degli attacchi dei lupi in maniera così esponenziale, mette a rischio quest’attività. “La necessità che in questi giorni abbiamo esternato – ha evidenziato Bruno Rivarossa, direttore Coldiretti Piemonte e Cuneo – è quella di trovare un equilibrio che consenta la continuità del presidio stesso. Servono sicuramente interventi economici ed indennizzi equi, e serve anche un coordinamento tra le varie associazioni, anche ambientaliste, per evitare degenerazioni pericolose per la continuità di un’attività economica ed ambientale. Per questo motivo abbiamo richiesto la costituzione di un Tavolo di crisi che veda la presenza dell’ente Regione, delle Province interessate al fenomeno, delle Associazioni ambientaliste”. m


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varie

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Svincolato l’obbligo di distillazione: ora le vinacce possono fare grappa o humus

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uccessivamente ad una lettera di Coldiretti Piemonte per ottenere la possibilità di estendere l’impiego alternativo dei sottoprodotti della vinificazione, già da questa vendemmia, la Regione ha istituito un gruppo di lavoro incaricato a predisporre un piano operativo. A questo tavolo l’Organizzazione ha avuto modo di presentare le precise richieste per mettere i produttori vinicoli, comprese le cantine cooperative nelle condizioni di scegliere la destinazione delle vinacce e delle fecce ottenute con la vinificazione. La Regione, su diretto intervento dell’assessore all’agricoltura Mino Taricco, ha quindi predisposto un documento applicativo che è stato ora ufficialmente approvato dal Ministero con un Decreto. I sottoprodotti ottenuti in questa campagna potranno essere tradizionalmente portati alle distillerie, oppure previa semplice comunicazione all’ICQ, destinati ai fini energetici o agronomici o agroindustriali. Spicca tra le destinazioni l’opportunità del reimpiego aziendale come restituzione di sostanza organica al vigneto. “Coldiretti –ha dichiarato il presidente della Coldiretti

Cuneo Marcello Gatto – sin dall’anno scorso, dopo che la nuova OCM ha depennato gli aiuti ai produttori per la consegna dei sottoprodotti, ha con determinazione richiesto lo svincolo dell’obbligo di consegna alle distillerie”. Queste in breve le osservazioni e gli obiettivi si è posta l’Organizzazione dall’ottobre 2008 e che ha perseguito al Ministero ed in Regione: convertire il principio di obbligo di distillazione in obbligo di segnalazione e controllo; stendere la possibilità di impieghi alternativi anche alle produzioni superiori ai 100 hl; individuare situazioni in cui

ritiro, trasporto e distanza di distillazione rappresenta un onere sproporzionato per le imprese e insostenibilità ambientale; prevedere una lista positiva delle utilizzazioni alternative/reimpieghi che il produttore può scegliere previo avviso all’ente di controllo; ottenere libertà di scelta per favorire la corresponsione di un prezzo reale di mercato e minore impegno di risorse di settore, destinabili ad azioni più utili. “Le imprese – ha commentato Paolo Rovellotti, presidente Coldiretti Piemonte –sostiene la Coldiretti, devono poter disporre di questi “beni” senza preclusioni obsolete, in un

quadro di regole che garantiscano i dovuti controlli e la tutela ambientale. La distillazione per produrre, ad esempio le ottime ed apprezzate grappe nessuno la vuole contestare o ostacolare, ma questa deve essere una scelta e non un’imposizione di legge, che pone il produttore in una condizione di svantaggio e di sudditanza. ” Le nuove disposizioni estendono la forma di “ritiro sotto controllo” – che fino ad oggi era riservata a produzioni annuali fino a 100 ettolitri – prevedendo due situazioni distinte :le aziende che ottengono fino a 1000 ettolitri da vinificazione prevalente delle proprie uve possono ricorrere a tutti gli impieghi alternativi, vale a dire agronomici e bioenergetici, questi ultimi solo per le vinacce. Le cantine che producono oltre 1000 ettolitri o non rispettano la suddetta prevalenza di produzione aziendale, possono destinare solo le vinacce a impieghi bioenergetici. Tali operazioni sono subordinate all’invio di una semplice comunicazione almeno quattro giorni antecedenti l’inizio delle operazioni (es, spandimento nei vigneti, utilizzo biocombustibile ecc) all’ICQ – Ispettorato Controllo Qualità. m


AT T U A L I T À

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Possibile congelare i debiti verso il sistema bancario Per effetto dell’accordo siglato a livello nazionale, prevista la sospensione, per 12 mesi, del pagamento della quota capitale delle rate riguardanti i mutui in essere. L’adesione è subordinata al parere della banca finanziatrice

L’

accordo è stato siglato lo scorso 03 agosto tra l’ABI, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e le principali Organizzazioni di categoria, tra cui Coldiretti. L’obiettivo dichiarato, in questa difficile stagione di crisi, è quello di favorire la continuità dell’afflusso di credito al sistema imprenditoriale, ovvero fornire liquidità sufficiente alle piccole e medie imprese (PMI) italiane, comprese quelle operanti nel settore agricolo, affinché sia possibile giungere al momento della ripresa economica nelle migliori condizioni possibili. Concretamente i soggetti interessati hanno la possibilità di usufruire: - di una sospensione della durata di 12 mesi del pagamento della quota capitale delle rate dei mutui in essere, contratti con il sistema bancario (gli interessi, viceversa, devono essere versati nel rispetto delle

scadenze concordate in sede di stipula del finanziamento a medio o lungo termine); - di una sospensione della durata di 12 mesi o di 6 mesi del pagamento della quota capitale relativa ai contratti di leasing rispettivamente immobiliare o mobiliare in essere; - allungamento a 270 giorni delle scadenze del credito a breve termine per sostenere le esigenze di cassa, con riferimento alle operazioni di anticipazione su crediti certi ed esigibili (anticipi fatture, anticipi saldo buon fine…). Al riguardo si precisa come la sospensione del pagamento della quota capitale (in ogni caso gli interessi sono dovuti in base alle

scadenze originarie) comporti un prolungamento del periodo di ammortamento per un analogo arco temporale e, parallelamente, come risultino escluse le operazioni che usufruiscono di un’agevolazione pubblica. Inoltre, in caso di adesione, la banca interessata è tenuta ad adottare il tasso di interesse determinato in base ai parametri fissati in sede di stipula ed a rispettare la medesima periodicità (in termini di scadenza rate); al contempo l’accordo stabilisce l’impossibilità di applicare commissioni, spese di istruttoria o costi amministrativi aggiuntivi e/o richiedere eventuali ulteriori garanzie (i beneficiari potranno essere chiamati a rimborsare le eventuali spese vive, effettivamente sostenute dagli istituti di credito). Ma chi può aderire all’accordo? Le piccole e medie imprese italiane con una situazione economica che possa provare la continuità aziendale ma che, al momento, si trovano in una situazione di temporanea difficoltà finanziaria, vale a dire le aziende che alla data del 30

settembre 2008 risultavano essere “in bonis” con il sistema bancario (ovvero senza rate scadute e non pagate o parzialmente non pagate da più di 180 giorni , con posizioni incagliate o in sofferenza alla data di presentazione della domanda di ammissione all’intervento in oggetto). Per richiedere l’applicazione delle misure straordinarie previste (la loro attivazione non risulta essere automatica) è necessario presentare una specifica richiesta all’istituto di credito interessato, il quale, qualora abbia inteso aderire a tale tipologia di intervento, è tenuto a fornire una risposta entro 30 giorni lavorativi (attualmente, in base ai dati forniti da ABI, la maggioranza delle banche operanti a livello territoriale hanno aderito all’Avviso comune sulla moratoria). Tra le scadenze aziendali da ricordare, quindi, è consigliabile inserire anche quella del 30 giugno 2010; il termine entro il quale potranno essere presentate le suddette domande. Per qualsiasi informazione in merito le imprese agricole eventualmente interessate possono contattare la segreteria territoriale dell’AGRICOLFIDI Nord-Ovest s.c. al numero 0171.447297/447350. m


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attualità

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Accordo tra Governo e sette imprese piemontesi

È

stato firmato il contratto di programma tra il Governo, rappresentato dal ministro Claudio Scajola (foto a lato) ed il Consorzio per lo Sviluppo del Sistema Agroindustriale Piemontese di Lagnasco, rappresentato da Giorgio Quaranta. Auspice la Regione Piemonte e l’Amministrazione Provinciale cuneese, rappresentate rispettivamente da Mino Taricco e Gianna Gancia. Sono sette le imprese piemontesi (La Manta Food; Tutto Frutta; Kiwi Uno; Rivoira Giovanni e figli; Quaranta Frutta; P.a.v.Soc. Agr. Coop.; C.a.p.a.c. Soc. Coop. Agricola) che operano nella trasformazione e commercializzazione nel settore di ortofrutta e dei cereali. Con l’accordo realizzeranno investimenti per oltre 28 milioni di euro, di cui 20 milioni a carico degli imprenditori consorziati, oltre 6 milioni stanziati dallo Stato e 1.635 mila euro finanziati dalla Regione Piemonte per azioni di ristrutturazione di siti produttivi, diffusione

dei mercati di sbocco ed incremento occupazionale con ricadute dirette ed indirette. La modulazione dell’utilizzo delle risorse prevede la destinazione di oltre 21 milioni di euro all’ampliamento o ammodernamento di impianti produttivi ubicati nei comuni di Manta, Costigliole Saluzzo e Verzuolo. Altri 7 milioni andranno invece a potenziare impianti posti nei comuni di Chivasso, Vigone, Castagnole Piemonte, Carignano, Riva presso Chieri e Villaneggia. L’incremento occupazionale a regime è previsto in una cinquantina di nuovi posti di

lavoro. La firma del contratto di programma conclude un lungo iter, comprendente tre accordi analoghi nell’area alessandrina, cuneese e torinese: nell’insieme il territorio potrà contare sullo sviluppo di progetti per oltre 200 milioni di euro di investimenti, con contributo pubblico di oltre 70 milioni. Significativo il fatto che i progetti di investimento delle imprese coinvolte nel contratto di programma e oggetto di finanziamento siano stati immaginati anni addietro, quando la crisi non era ancora all’orizzonte, e siano poi stati confermati nonostante la congiuntura

economica, a dimostrazione del fatto che le fasi basse del ciclo economico non possono fermare la realizzazione di strategia di impresa lungimiranti ma rappresentano per le aziende stesse un’opportunità per ipotizzare e implementare innovazioni produttive, organizzative e commerciali. “Le imprese del Consorzio – aggiunge il presidente Giorgio Quaranta – grazie agli investimenti effettuati potranno ridurre i costi di produzione ed ampliare notevolmente le aree di mercato servite, con una notevole ricaduta occupazionale”. m

Dardanello Riconfermato presidente della CCIAA

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i è insediato mercoledì 16 settembre il Consiglio camerale in rappresentanza del mondo economico ed imprenditoriale della provincia Granda. Nel corso della seduta, è stato rieletto quale presidente dell’ente Ferruccio Dardanello, foto a lato. “Ringrazio i componenti del Consiglio, espressione della varie categorie economiche, della fiducia che mi hanno accordato – afferma Dardanello – certo di poter contare ancora una volta su una squadra di alto livello, per raggiungere gli ambiziosi traguardi che ci prefiggiamo”. Un nuovo Consiglio camerale, destinato a restare in carica per cinque anni, sino al 2014, nel segno di una continuità favorita da equilibri consolidati tra i rappresentanti delle forze economiche provinciali. m


R I T R AT T I D I I E R I E D I O G G I

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onostante le numerose primavere che porta sulle spalle, Chiaffredo Giraudo ha una memoria di ferro ed una montagna di ricordi. L’anziano sampeyrese è nato il 15 ottobre del 1927: «I miei genitori si chiamavano Bernardo e Carolina. Mio padre da bambino era stato “affittato”, andava al pascolo e gli davano poco da mangiare. Nel 1923 si è sposato e avevano preso l’Osteria Reale. Noi eravamo sei figli, siamo restati in due. Poi la mia famiglia si è spostata in via Roma, perché era una zona più viva del paese e lui si è messo anche a commerciare in legnami». TANTE BIRICHINATE A scuola dove è andato? «Le scuole erano nel Municipio vecchio, eravamo tanti bambini, in quegli anni Sampeyre aveva seimila abitanti». Si ricorda di qualche birichinata? Chiaffredo ride di gusto: «Facevo la quinta Elementare e stavano costruendo la centrale elettrica. Abbiamo recuperato della miccia, nei cantieri, dove sparavano le mine e abbiamo preso della polvere da sparo, l’abbiamo chiusa in un pacchetto, dato fuoco alla miccia e buttata nel torrente: che botto! L’acqua si è alzata di sei o sette metri!. Invece “Tuniot ’l sacrista” lo chiudevamo nel campanile a chiave, quando andava a suonare le campane. Un’altra volta a scuola c’era la supplente e io ho dato fuoco ad una miccia, in classe: la mestra mi ha fatto accompagnare a casa». Lei la guerra l’ha fatta? «No, perchè ero ragazzo». Cosa ricorda di quegli anni? «Le campane hanno suonato il 10 giugno 1940, quando è stata dichiara la guerra alla Francia e c’era tanta euforia nell’aria. Dopo l’8 settembre 1943, è stato un disastro e c’era un gran caos. Ricordo i primi partigiani arrivati a Sampeyre, con questi c’erano anche delle persone che valevano davvero poco e che poi sono stati passati per le armi». «I TEDESCHI FACEVANO PAURA» E i tedeschi? «Le SS erano terribili e facevano paura. Ricordo quando c’è stata

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Storie di vita a cura di Barba Bertu (info@barbabertu.com)

a commerciare nel legname, fino a quando è stato possibile». Cosa pensa dello spopolamento? «È stato un disastro. Appena dopo la guerra, noi avevamo anche il servizio di taxi, la prima auto era una “Ardita Fiat”. Io quando avevo quattro soldi, li ho sempre reinvestiti in paese, ma non tutti hanno fatto così e tanti sono andati via dal paese. In tanti emigravano in Francia e io li portavo fino a Chianale. Se i gendarmi li pizzicavano, tornavano indietro».

una rappresaglia, avevano dato fuoco a Venasca e anche a Borgata Rossi. Noi ci siamo nascosti in una baracca nei boschi, di fronte a borgata Villar e loro sparavano dappertutto. Mio padre è andato a parlare ai tedeschi, invitandoli a non sparare, perché noi stavamo lavorando nei boschi. Poi siamo di nuovo tornati nelle nostre case». E l’eccidio partigiano di Valmala? «La sera del 5 marzo 1945 ero alla “Corona Grossa” di Melle e c’erano tanti fascisti della Monterosa, erano una settantina. Cercavano muli per andare al Santuario di Valmala. Di notte sono andati via, il giorno dopo abbiamo saputo dell’eccidio partigiano». IL NUOVO HOTEL Quando ha conosciuto sua moglie? «Mia moglie Maria Fina, classe 1926, la conosco da quando ero bambino. Ci siamo sposati il 5 ottobre 1946, davanti a don Salomone. C’era una sessantina di invitati. Abbiamo avuto cinque figli». L’Hotel Monte Nebin quando l’avete aperto? «Nel 1972. In quegli anni , iniziavano ad arrivare tanti turisti. L’Hotel ha 67 camere. Io però ho continuato

LA STRADA DELL’AGNELLO La strada del Colle dell’Agnello? «L’ho fatto io! Quando ho smesso di commerciare nei legnami, mi sono messo nell’edilizia. L’ingegner Paolo Albonico, persona davvero per bene che non si è mai messo un soldo in tasca, era alla guida del Bim mentre il segretario era Giuseppe Bastonero. Aprire quella strada è costato 40 milioni di lire, ricordo i problemi dovuti al lavoro in alta quota». E la slavina sul Giro d’Italia? «Quando è passato il Giro d’Italia, nel maggio 1995, eravamo saliti con due mezzi per togliere la neve caduta qualche ora prima. Un uomo è finito sotto una slavina e sono stato io, con la pala, a togliere, piano piano, la neve caduta con la slavina. Quell’uomo per fortuna si è salvato. Poco dopo è scesa una seconda slavina, che ha investito quattro o cinque auto». La vita è stata facile? Chiaffredo: «Per me è stata difficile. Il 9 dicembre 1948 mio padre stava trasportando dei legnami quando, sceso dal camion, la sponda si è aperta e i tronchi lo hanno ucciso». La moglie Maria: «Ero ragazza, e ricordo bene quel giorno che sono scesa a piedi a Melle, per lasciare le calze per i partigiani in Municipio a

9 Frassino. In piazza a Melle ho visto i tre partigiani impiccati, con mia sorella Marianna siamo scappate indietro! Io non riesco a vedere la guerra in tv, ci sto troppo male…». DA 60 ANNI INSIEME Le gioie della vita? Chiaffredo: «La famiglia nostra è unita e ci dà tante soddisfazioni. Con mia moglie siamo insieme da oltre 60 anni… Con i figli va bene, invece faccio fatica a capire i nostri giovani nipoti, a volte. Maria la sposerei di nuovo!». Interviene la moglie Maria: «Anch’io sposerei di nuovo Chiaffredo, ormai lo conosco! I nostri consigli non vengono sempre ascoltati dai nipoti, sono cambiate tante cose. Noto che tanti valori oggi sono saltati, in famiglia si parla di meno e la tv ha rovinato tanto i rapporti». Lei signora continua a lavorare? «Nella mia vita, ho sempre lavorato come una dannata, sin da bambina… E oggi continuo». Come vedete il futuro della Valle Varaita? Chiaffredo: «È triste dirlo, ma la Valle Varaita è dimenticata dai politici, che si fanno sentire sotto le elezioni e poi spariscono. A Sampeyre negli anni del boom sono stati costruiti quattromila alloggi, che oggi sono vuoti». Maria: «Oggi con la crisi si lavora poco e male. Credo che la crisi sarà ancora lunga». Le colate di cemento hanno rovinato il paese? Chiaffredo: «Se si fosse costruito con un altro sistema, sarebbe stato diverso. C’è chi ha pensato solo ai propri interessi, dimenticando quelli del paese». Voi pregate? «Sin da bambini, abbiamo sempre pregato. E continuiamo a farlo». Alla morte ci pensate? Chiaffredo Giraudo sorride: «Non tanto, sto bene di salute e avrei ancora tanti progetti… avessi i soldi, vorrei far cambiare il nostro paese». La moglie Maria: «Penso che un giorno la vita finirà, ma non ho paura di morire». Oggi come passate le giornate? «Chiaffredo si alza alle 7.30 e traffica sempre. Io invece trascorro tante ore in cucina, i fornelli sono la mia grande passione». i


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O sservatorio P rezzi

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GASOLIO AGRICOLO

N.B. - Tali prezzi comprendono l’accisa di 0,093 euro/litro. Per il riscaldamento delle serre adibite a colture floro-vivaistiche tale accisa è ridotta a 0 euro.

CEREALI FRUMENTO

ORZO

MAIS

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Fonte dei dati: CCIAA, Sole 24 Ore Elaborazione Coldiretti Cuneo. Legenda:

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Il Corsivo del Coltivatore Il digitale terrestre

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icono che sarà una bellezza. Decine e decine di canali, programmi a non finire, liti in casa assicurate perché ognuno farà una scelta diversa. Ne vedremo – è il caso di dirlo – di cotte e di crude. Da qualche settimana la nostra provincia, spesso emarginata e lasciata nel dimenticatoio, è alla ribalta della cronaca. Insieme a Torino, sarà la prima in Italia ad avere il digitale terrestre. Dallo schermo tivù l’evento viene ricordato ripetutamente. Ma che cosa abbiamo fatto per meritare tanto privilegio? Delle due l’una: o siamo i più bravi oppure i più innocui. E, intanto, corri a comprare il decoder, armeggia con i fili, destreggiati tra i telecomandi. Accendere il televisore è diventato, già adesso, un’operazione di alta tecnologia. Schiaccia di qua, schiaccia di là, alla fine compare l’immagine. Ti sistemi in poltrona, crei l’atmosfera adatta e ti prepari allo spettacolo...in prima fila, naturalmente!!! Il guaio è che, con l’avvio delle trasmissioni, parte anche la danza dei pixel: centinaia di tesserine multicolori che attraversano il video, compaiono e scompaiono, si mettono in riga, vanno e vengono. Poi, d’un tratto,sembra tornare la calma. Sospiri soddisfatto: “Ci siamo”. E arriva la scritta: “Segnale assente”. Roba da far venire le coliche epatiche. Tutto si metterà a posto – dicono. Ci vuole pazienza! Ecco perché ci hanno scelti a fare da avanguardia! Siamo gente che tiene duro, che non va a protestare davanti alla casa del Ministro perché lo Stato regali i decoder, che non si incatena al cancello di casa per vedere la novecentesima puntata della soap opera e che paga l’abbonamento, nonostante tutto. Anche adesso abbozziamo, visto che non c’è alternativa. Siamo i primi. Lo spettacolo vero, divertente, senza disturbo, perfettamente a fuoco, sarà vedere, in futuro, come se la caveranno gli altri. m Bastian Contrari

Tanti appuntamenti con i mercati di Campagna Amica

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nche nell’estate del 2009 è continuato il successo di pubblico per i mercati di Campagna Amica. Il 12 agosto a Santo Stefano Belbo, infatti, comune di Santo Stefano Belbo e la Coldiretti di Cuneo hanno promosso, in occasione della locale fiera di San Rocco, il Mercato di Campagna Amica ed i prodotti kmØ. Nella terra di Pavese, conosciuta e amata soprattutto per il vino Moscato, hanno avuto bella vetrina alcune delle specialità del patrimonio agroalimentare della provincia cuneese. Ma la fiera di San Rocco non è stato il solo appuntamento presso cui i consumatori hanno avuto la possibilità di incontrare i produttori ed acquistare prodotti locali: il Mercato di Campagna Amica è stato infatti allestito anche presso il Miac, nei giorni del consueto appuntamento con la Grande Fiera d’Estate 2009. Molte le aziende che hanno scelto di aderire all’iniziativa e che hanno proposto marmellate bio, paste di meliga, frutta ed ortaggi di stagione, carne e salumi di produzione propria, vini di alta qualità, pasta e farina di mais e nocciole tostate e farina di nocciole. Un’interessante novità che ha riscosso un buon successo. m


AT T U A L I T À

Strumenti per pesare: come e quando usarli

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elle aziende agricole, è frequente la presenza di strumenti per pesare: dalla bilancia “casalinga” al peso per la pesatura dei camion, sono beni aziendali che rivestono la loro importanza. Infatti, se sottoposti a verifica periodica da parte dell’Ufficio Metrico presso la Camera di Commercio, sono strumenti che garantiscono la regolarità delle transazioni commerciali, sia nel caso di prodotti venduti dall’azienda agricola a terzi (consumatore anziché grossista), sia nel caso di prodotti acquistati da terzi, dai fornitori. La presenza in azienda di strumenti per pesare non sottoposti a verifica periodica costituisce una forte limitazione ed un problema: infatti, eventuali anomalie riscontrate nei beni pesati rilevate con strumenti non sottoposti a verifica periodica non potranno mai essere utilizzate in eventuali contenziosi, anche giudiziari. Consapevoli di ciò, nessuno può impedire di avere in azienda uno strumento per pesare non sottoposto a verifica periodica a condizione che i terzi siano espressamente informati della situazione, altrimenti si rischiano sanzioni anche penali. A questo scopo, quindi, l’azienda che ha strumenti non sottoposti a verifica periodica deve apporre sullo strumento un cartello in cui sia espressamente scritto: “Il peso non è sottoposto a verifica periodica e pertanto può essere utilizzato per transazioni commerciali con terzi – ogni violazione è punita ai sensi dell’articolo 692 c.p.”; il cartello deve essere apposto in modo inamovibile. Gli Uffici di zona Coldiretti sono a disposizione per ulteriori chiarimenti. m

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Assemblee CO.SM.AN.

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i terranno dal 28 al 30 settembre le Assemblee Parziarie dei Consorziati CO.SM.AN. che vedranno all’Ordine del Giorno la discussione materie oggetto dell’Assemblea Generale e la nomina dei delegati all’Assemblea Generale. Le Assemblee Parziarie avranno luogo: 1. Lunedì 28 settembre 2009 (alle ore 13,30 in prima convocazione), ed occorrendo in seconda convocazione alle ore 14.30, a San Michele di Alessandria (Al), presso la Sala della Parrocchia (uscita autostrada Alessandria Ovest) per i consorziati delle Province di Al, At, Bi, No, Vb, Vc; 2. Martedì 29 settembre 2009 (alle ore 13,00 in prima convocazione), ed occorrendo in seconda convocazione alle ore 14.00, a Fossano (Cn), presso l’APS, Via Cuneo n. 7 per i consorziati della Provincia di Cuneo; 3. Martedì 29 settembre 2009 (alle ore 15,30 in prima convocazione), ed occorrendo in seconda convocazione alle ore 16.30, a Carmagnola (To), presso la Sala Comunale “Monviso”, Cascina Vigna, Via San Francesco di Sales n. 188, per i consorziati della Provincia di Torino. Si terrà inoltre l’Assemblea Generale dei delegati eletti nelle Assemblee Parziarie che avrà, all’Ordine del Giorno, l’approvazione del Programma di Attività per l’anno 2010. Indetta in prima convocazione per il giorno 30 settembre alle ore 8.30 presso la sede del Consorzio ed occorrendo in seconda convocazione giovedì 1 ottobre 2009, alle ore 14.30, presso la sede del Consorzio in Torino, Corso Stati Uniti n. 21 – Palazzo della Regione – Torino, sala A, 1° piano. Per ogni eventuale informazione in merito è possibile rivolgersi al Consorzio, Tel. 011.432.60.84, Fax 011.432.60.85, e-mail info@cosmanpiemonte.it m

Ancoraggi per vigneti e frutteti


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la posta del coltivatore

Caccia: l’agricoltura va tutelata

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gregio Direttore, vorrei replicare, se mi è concesso, ad alcune riflessioni apparse sui giornali nei giorni scorsi riguardanti la stagione venatoria che si sta inaugurando. Come molto spesso accade si cerca, da certa parte, di instaurare nell’opinione pubblica una visione distorta della realtà che non si riflette in una fotografia realistica della situazione. Da alcuni scritti apparsi sugli organi di stampa leggo che la caccia è “un’autentica mattanza” e che la stessa è autorizzata “per compiacere le brame venatorie di una categoria minoritaria” e ancora “con la finalità di limitare i danni alle colture agricole” e inoltre “si consente ai cacciatori di esporre le teste degli animali uccisi come trofeo”. Ora, lungi da me produrmi in filippiche ed epiteti fini a se stessi e di facile formulazione, tuttavia mi

preme, in qualità di Assessore provinciale all’agricoltura ed alla caccia, fare alcune puntualizzazioni in merito alla questione venatoria. Non sono un cacciatore e pertanto, in questi primi due mesi intercorsi dal mio insediamento, ho ritenuto doveroso ed opportuno rapportarmi e confrontarmi con il mondo venatorio ed in questo senso mi sono reso conto che è un mondo più complesso di quello che appare da fuori. In realtà, checché ne dicano alcuni, la funzione del cacciatore è di vitale importanza per la preservazione dell’ecosistema. Potrebbe sembrare un’eresia, un controsenso, ma se ci fermiamo un attimo a riflettere su quella che potrebbe essere la situazione delle nostre campagne, delle nostre montagne, delle nostre colline senza l’attività venatoria

potremmo facilmente renderci conto che l’equilibrio che sempre deve esserci tra fauna selvatica, flora e uomo sarebbe forzato e rotto con uno squilibrio dovuto all’eccessiva presenza di animali. Nel corso degli anni la caccia è stata regolamentata in modo sempre più restrittivo ed oggi chi la pratica deve seguire regole certe che comunque si pongono come obiettivo quello di ridurre al minimo il rischio di un impatto eccessivo sulla popolazione di selvatici. Ma quando si discute di questi argomenti non si può assolutamente prescindere dal territorio e quindi dalle colture che su di esso insistono, tenendo presente che i danni alle colture agricole inferti dalla fauna selvatica sono ingenti e minanti la redditività stessa delle aziende specie quelle ubicate in zone marginali. In virtù del fatto

che la priorità va comunque data alla tutela delle colture (contenendo la fauna secondo i dettami della Legge e liquidando i danni in modo celere) in primis ed alla tutela degli animali, secondo l’equilibrio ecosistemico (per questo si fanno le battute di contenimento e si consente ai cacciatori di eseguire l’attività venatoria, non certo per spirito di sadismo ma per oggettiva necessità). Con questi intendimenti sto lavorando per una delibera che introduca il principio dell’autodifesa da parte dei coltivatori, a tutela del loro lavoro, in quelle zone ove i normali sistemi di contenimento dei selvatici non si sono rivelati adeguati. Claudio Sacchetto, Assessore agricoltura, caccia e pesca Provincia di Cuneo


attualità

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Contributi al settore apistico

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a legge 20 del 1998 prevede annualmente contributi al settore apistico per acquisto alveari, fabbricazione locali per la lavorazione del miele, acquisto attrezzature ecc. Possono presentare domanda gli apicoltori singoli o associati in regola con la denuncia di possesso alveari, dotati di partita IVA alla data di presentazione della domanda e di iscrizione al registro delle imprese della Camera di Commercio e che abbiano costituito il fascicolo aziendale presso un CAA con regolare mandato. Possono accedere ai contributi anche gli apicoltori amatoriali che si impegnino, alla realizzazione degli interventi, a diventare Produttori Apistici secondo i requisiti succitati. La modulistica per la presentazione delle domande ed il bando attualmente operativo che scade al 30 di ottobre sono pubblicati sul sito della Provincia di Cuneo e sul sito dell’Aspromiele. Per maggiori info contattare l’ufficio apicoltori di Cuneo. m

Ad Alba rassegna bovina

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iovedì 8 ottobre, nell’ambito della 79ª edizione della Fiera Internazionale del Tartufo bianco d’Alba si svolgerà presso il mercato ortofrutticolo di piazza Prunotto la Rassegna zootecnica della sottorazza albese. Saranno oltre un centinaio i capi esposti e verranno premiati i migliori suddivisi per categorie. Ai primi 3 classificati della categoria piemontesi andranno 200€ oltre alla gualdrappa celebrativa, prevista anche nelle altre categorie insieme ad un rimborso spese offerto dall’Ente Fiera del Tartufo. m

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I Cavalli di Mérens sono tornati a Sampeyre

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n’organizzazione impeccabile ha caratterizzato il piccolo comune di Sampeyre che ha accolto, nel dal 17 al 20 settembre ), la “V Edizione della Mostra Nazionale del Cavallo di Mérens”. La manifestazione organizzata dall’APA di Cuneo si è svolta, ancora una volta, nello splendido scenario della Valle Varaita ritornando, in occasione del venticinquennale, nei territori che per primi videro l’introduzione in Italia del cavallo nero originario dei Pirenei. Un centinaio di soggetti iscritti al Libro Genealogico hanno raggiunto Sampeyre dall’intero territorio regionale e sono stati valutati da una Commissione mista italo-francese sulla base delle caratteristiche morfo-funzionali previste dallo standard di razza. Recentemente la Regione Piemonte prendendo atto della sua diffusione ed integrazione sul territorio Piemontese di queste razze, ha predisposto e finanziato un preciso programma di selezione concordandone le modalità operative con le autorità francesi. Attualmente sono previsti la denuncia di nascita, la certificazione di parentela, l’identificazione descrittiva, l’inserimento di un microchip ed il prelievo di materiale biologico per l’analisi del DNA. I dati raccolti e verificati da personale veterinario, vengono caricarti in banca dati, trasmessi allo stud-book francese a registrati sul documento d’identificazione del soggetto. Si è trattato di un appuntamento importante per allevatori e proprietari di cavalli, ma anche per i semplici amanti di animali e montagna che nell’arco delle tre giornate previste dal programma hanno avuto modo di assistere all’alternarsi di momenti ufficiali a forte connotazione tecnica, ad altri più spettacolari. m

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Esperienza in Catalogna: i tecnici Coldiretti raccontano

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vendo avuto sentore di giudizi contrastanti in riferimento all’effettivo livello tecnico raggiunto dagli spagnoli nel comparto frutticolo, e considerato che una delle maggiori regioni produttrici della penisola iberica, cioè la Catalogna, è raggiungibile da Cuneo in meno di 9 ore di auto, un gruppetto di tecnici dell’agenzia 4A e del CReSO, ha pensato di fare a metà luglio un sopralluogo per approfondire la conoscenza di questa zona. Poiché i giorni disponibili erano pochi si è ritenuto limitare per quest’anno, la visita alla zona di produzione melicola di elezione situata nella provincia di Girona. I tecnici locali che ci hanno accompagnato in questa visita sono stati veramente premurosi, grazie al rapporto di collaborazione che si è instaurato fra alcune zone frutticole dei diversi paesi del mediterraneo nell’ambito del nascente progetto MED.” La Catalogna è una regione spagnola che gode di una certa autonomia politico-amministrativa. Questa regione, che non a caso conserva gelosamente come prima lingua il catalano che da sempre si oppone al castigliano (lingua ufficiale di Madrid e quindi della nazione spagnola), concorre in misura consistente al P.I.L. spagnolo, aspetto questo non

trascurabile nell’esaltare certe velleità autonomistiche. Tornando al settore frutticolo, c’è da dire che anche in questo caso, questa regione detiene un’ampia rappresentatività rispetto al resto della Spagna, come si può notare dalla tabella a piè articolo. Il sistema produttivo è molto ben organizzato; in questa regione infatti l’80% delle aziende fa parte delle 4 organizzazioni dei produttori presenti nella regione con due delle quali (Girona Fruit e Costa Brava Fruit) abbiamo avuto contatti tecnici. La consulenza tecnica alle aziende

è svolta dai tecnici di queste organizzazioni che vengono orientati e coordinati dai rispettivi responsabili dei settori di ricerca dell’Istituto di Mas Badia. Questa struttura, pur con una disponibilità di terreno decisamente maggiore, presenta molte analogie con il nostro CReSO; infatti si occupa di ricerca e sperimentazione sia nel settore protezione vegetale che in quello varietale ed è costituita da: laboratori di ricerca che mirano al miglioramento sotto vari aspetti delle specie e cultivar frutticole maggiormente presenti

nella regione Catalana; campi per la valutazione varietale delle due specie melo e pero e per l’attuazione di prove relative alla difesa e alle tecniche colturali per un’estensione di 20 ettari. Si può capire come il pesco, poco presente in questa provincia, trovi, invece, la sua migliore espressione nella provincia di Lleida, dove tra l’altro ha sede un analogo centro di ricerca che sarà nostra intenzione visitare il prossimo anno. Durante la visita al centro di Mas Badia i diversi responsabili della ricerca hanno esposto lo stato della ricerca di alcune tematiche di reciproco interesse in particolare: la lotta alla Carpocapsa (Cydia pomonella), la gestione e l’ottimizzazione dell’irrigazione, la gestione della problematica del reimpianto, le strategie di difesa dalla ticchiolatura e ,da ultimo come nostro interesse, ma di capitale importanza per quella zona, la lotta alla mosca della frutta (Ceratitis capitata). m

Superficie investita in ettari per le principali specie frutticole

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di AGR. Ivon Disderi Servizio Fitosanitario Nazionale Passaporto delle piante Cee Servizio Fitosanitario Regionale di: Piemonte codice produttore: 02603970043 cod. iscrizione registro nazionale fornitori CN 0004

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II PARTE

Valorizzazione agronomica dei reflui zootecnici La fertilizzazione organica Dall’analisi delle caratteristiche evidenziate nel precedente capitolo, si evince come gli effluenti zootecnici posseggano un enorme potenziale agronomico, sia dal punto di vista di apporto di elementi nutritivi, ma soprattutto in termini di proprietà fisico-biologiche. L’utilizzazione agronomica di questi prodotti quindi, costituisce un valore di fondamentale importanza per le aziende agricole. Vediamo come e in che modo. L’apporto in sostanza organica Un aspetto che caratterizza la composizione dei reflui ed in particolar modo dei letami, è quello dell’apporto di sostanza organica al terreno. La sostanza organica, pur essendo normalmente presente nel suolo agrario in quantitativi molto contenuti riveste una notevole importanza sulla produttività dei terreni agrari sul piano quantitativo e, soprattutto, qualitativo. Fanno parte dell’insieme della sostanza organica: la biomassa vivente, costituita da tutti gli organismi viventi presenti nel suolo (animali, radici dei vegetali, microrganismi); la biomassa morta, costituita da un’estrema variabilità in stato più o meno

avanzato di decomposizione, dai residui degli apparati radicali delle piante, ai quali si aggiungono eventualmente i residui colturali e altri materiali organici incorporati con le lavorazioni (fertilizzanti organici, deiezioni, ecc.); l’humus, che rappresenta il prodotto finale delle trasformazioni dei composti organici semplici attuate dalla microflora del terreno, che non danno origine ad una mineralizzazione immediata; L’humus rappresenta la parte della sostanza organica più attiva dal punto di vista fisico e chimico, influenza più o meno direttamente una parte considerevole della chimica del suolo ed è in stretta relazione con l’attività biologica di assorbimento degli elementi nutritivi. Fermo restando che le proprietà chimiche e fisiche si espletano in gran parte nello stato di humus, alla sostanza organica sensu lato si attribuiscono varie funzioni che, in generale, contribuiscono a migliorare la fertilità di un terreno. Le principali funzioni dell’humus organico sono di tipo fisiche, meccaniche, chimiche, biologiche ed ecologiche. Fra le funzioni fisico-meccaniche si segnalano da un lato gli effetti benefici sulla struttura e da un altro l’attenuazione dei difetti

derivanti da una tessitura non equilibrata: - la sostanza organica umificata migliora la struttura del terreno, permettendo la formazione di aggregati strutturali primari di dimensioni ottimali e tali da far evolvere la struttura da granulare verso il tipo grumoso; - nei terreni sciolti migliora la capacità di ritenzione idrica (l’humus ha una capacità d’imbibizione tale da assorbire e trattenere quantitativi d’acqua fino a 20 volte il proprio peso); - nei terreni argillosi migliora la permeabilità e il rapporto fra macro e micropori e riduce la tenacità; - in generale riduce la predisposizione all’erosione superficiale, sia per l’eventuale presenza di una lettiera, sia per la formazione di aggregati strutturali più stabili; - aumenta la capacità portante del terreno, riducendo i danni dovuti alla compressione esercitata dalle macchine agricole e dal calpestamento da parte di uomini e animali. Fra le funzioni fisico-chimiche si segnala in particolare il ruolo svolto nelle dinamiche che regolano la disponibilità e l’assorbimento degli elementi nutritivi, in gran parte dovuto

all’aumento del tenore in colloidi: aumento della capacità di trattenimento (ritenzione) degli elementi nutritivi molto mobili quali azoto e zolfo per assorbimento biologico; aumento della capacità di ritenzione dei fosforo per adsorbimento anionico e rallentamento delle relative dinamiche di degradazione; aumento della capacità di ritenzione di potassio, calcio e magnesio in virtù dell’elevata capacità di scambio cationico dell’humus; protezione dei microelementi dall’insolubilizzazione grazie alla chelazione; aumento del potere tampone, cioè la proprietà di opporsi, entro certi limiti, a variazioni del pH neutralizzando l’effetto degli agenti chimici acidi o alcalini che giungono nel terreno (la stabilità del pH è un requisito fondamentale affinché il terreno possa conservare nel tempo il suo stato di fertilità). Fra le funzioni biologiche si segnala il ruolo svolto come substrato alimentare per lo sviluppo della pedofauna e dei microrganismi, ma anche un’azione di stimolazione dell’attività delle radici, che si espleta con meccanismi ancora poco noti e che fanno parte delle dinamiche d’interazione fra radice e rizosfera. Fra le funzioni ecologiche,


attualità a quelle già citate, quali la protezione dall’erosione e la stimolazione dell’attività biologica in generale, va aggiunto l’importante ruolo svolto dalla sostanza organica nell’inattivazione, per adsorbimento di molteplici composti organici ad azione biotossica, sia di origine biologica (acque reflue) sia di origine sintetica (erbicidi e fitofarmaci in generale). I terreni ricchi di sostanza organica sono a tutti gli effetti importanti sistemi di smaltimento che riducono i fenomeni di inquinamento delle falde freatiche. Questo non significa che il terreno possa essere usato arbitrariamente come mezzo di smaltimento di rifiuti tossici provenienti da altre attività antropiche, ma non va trascurato il ruolo della sostanza organica nella riduzione dell’impatto ambientale di diverse sostanze che normalmente arrivano al terreno con l’attività agricola. Da quanto detto, è presumibile che un apporto elevato di

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sostanza organica non si accompagni necessariamente ad un tenore elevato in humus. Infatti la resa in humus dei reflui zootecnici varia molto a seconda del tipo di effluente che si applica al terreno e può essere definita attraverso il coefficiente isoumico: ad esempio da un quintale di letame bovino ben maturo con un buon contenuto in sostanza secca (20%) si possono ottenere 10-15 kg di humus, mentre da un metro cubo di liquame suino al 5% di sostanza secca si ottengono solo 2-3 kg di humus. L’apporto in elementi nutritivi Per poter determinare perlomeno in linea teorica l’effettivo apporto di macroelementi (azoto, fosforo e potassio) occorre tener conto dell’efficienza. Questo parametro oltre ad avere una importante variabilità tra le differenti tipologie di reflui, dipende dalle condizioni di utilizzo agronomico e dal momento in cui si considera l’effetto concimante sulle colture.

Parlando di azoto, si considera circa un 50-60% di efficienza (normali condizioni di utilizzo agronomico), il che significa che ogni 100 kg di azoto contenuto in un refluo, circa 50-60 kg saranno resi disponibili per le colture; occorre però distinguere, un liquame suino o una pollina avicola metteranno a disposizione 40-50 kg al primo anno e la rimanente parte negli anni successivi, mentre invece per un letame bovino la disponibilità immediata al primo anno sarà solo di 20-30 kg. La disponibilità di fosforo per le piante è intorno al 50-60% (in maggior misura per i liquami suini che per quelli bovini), mentre quella del potassio fornito con i liquami è pari a quella dei concimi minerali (80-90%). Dal punto di vista pratico, alcuni risultati sperimentali hanno evidenziato che, almeno nel breve periodo, non esistono differenze statisticamente significative tra il livello produttivo ad esempio di un mais concimato in modo tradizionale

19 (100 kg N/ha di liquame in prearatura e 70 kg N/ha di urea alla rincalzatura) e quello di un mais gestito con solo apporti di refluo zootecnico (100 kg N/ ha di liquame in pre aratura e 70 kg in fertirrigazione: nel triennio di sperimentazione effettuata in Piemonte i livelli produttivi sono stati in media superiori alle 11 t/ ha per tutte le tesi a confronto (C. Grignani et al., L’informatore Agrario 13/2008). il valore economico dei reflui: produzioni e riduzione dei costi La recente direttiva nitrati ha imposto un limite ben preciso per quel che riguarda il numero di capi massimo allevabili per unità di superficie (Vedi tabella a piè articolo). Questo comporta inevitabilmente un limite anche sulle produzioni di effluenti; ad esempio quindi, su 100 giornate piemontesi di terra in zona vulnerabile da nitrati (ZVN) avremo circa le seguenti produzioni: (continua a pagina 20)


20 (continua da pagina 19)

- 80 vacche da latte senza lettiera: 1.580 m3 di liquame - 160 vacche piemontesi su lettiera: 1.150 ton di letame - 190 vitelloni all’ingrasso su lettiera: 990 ton di letame - 660 suini all’ingrasso su grigliato: 1.980 m3 di liquame - 15.700 ovaiole in gabbie: 620 m3 di pollina non palabile - 26.000 broilers a terra su lettiera: 210 ton di letame - 26.700 conigli all’ingrasso in gabbie: 910 m3 di liquame - 1.310 ovi-caprini da carne su lettiera: 1.050 ton di letame - 170 equini all’ingrasso: 1.410 ton di letame Ma quanto valgono in termini economici questi quantitativi? Il ragionamento corretto va fatto essenzialmente in termini di riduzione dei costi.

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Le funzioni positive svolte dalla sostanza organica contenuta negli effluenti zootecnici si riflettono in altrettanti benefici sotto l’aspetto agronomico. Questo concetto ha una validità di carattere generale in quanto si riflette, oltre agli aspetti ambientali, anche sul costo relativo all’esecuzione di varie tecniche, con particolare riferimento alla concimazione, alle lavorazioni del terreno, all’irrigazione. I rapporti con la concimazione riguardano in particolare la possibilità d’impostare livelli di fertilità chimica più alti beneficiando del maggiore potere assorbente che, a parità di condizioni, l’humus conferisce al terreno. Dal punto di vista economico va inoltre considerato il vantaggio di ridurre le perdite per dilavamento o per insolubilizzazione che possono riguardare rispettivamente l’azoto e il fosforo e, in casi estremi, le stesse basi quando si opera in terreni con scarso potere assorbente.

Le lavorazioni possono beneficiare delle migliori condizioni strutturali che si instaurano nei terreni che hanno una non trascurabile dotazione in argilla. L’aumento di sofficità che un’alta dotazione in sostanza organica conferisce ai terreni con tessitura fine o finissima si traduce in una minore tenacità e, in definitiva, in una riduzione dei costi energetici delle lavorazioni. I benefici sull’irrigazione derivano dalle migliori condizioni strutturali e dall’aumento della capacità di ritenuta idrica dei terreni ben dotati di sostanza organica. Ciò permette di ridurre sia le perdite per percolazione profonda, sia quelle per ruscellamento (qualora si operi in terreni in pendio). Una migliore ritenuta idrica permette inoltre di adottare una maggiore elasticità nell’impostazione dei turni di adacquamento. Parlando invece di elementi nutritivi, occorre comparare il contenuto di questi nei nostri reflui con quello dei principali concimi chimici presenti

sul mercato. Analizzando l’andamento dei prezzi dell’ultimo anno, balza subito all’occhio l’instabilità che li caratterizza (grafico 1); questa enorme variabilità e l’ incertezza che ne consegue fa si che sia diventato estremamente difficile per un’azienda fare i conti con l’analisi dei costi. L’urea, ad esempio, ha registrato una variabilità rispetto al prezzo medio, di quasi il 50%, passando da un minimo di 27 €/q (prezzo attuale) ad un massimo di 67 €/q (agosto 2008); per il fosfato biammonico questa variabilità è stata del 40%, con punte che hanno toccato i 90 €/q nel settembre 2008. È vero che ultimamente i prezzi sembrano essersi stabilizzati, ma chi ci assicura che in un futuro prossimo non potrebbe ripresentarsi la medesima situazione del 2008? Qualsiasi azienda, comprese quelle agricole, per poter fare dei programmi e impostare le produzioni ha bisogno di stabilità dei mercati, sia delle merci e sia


delle materie prime. (Vedi grafico sotto a lato). L’apporto di elementi nutritivi mediante l’utilizzazione agronomica degli effluenti potrebbe rappresentare una soluzione a questo problema, potendo disporre di grossi quantitativi, con produzioni costanti nel tempo, e soprattutto a costo zero. Considerando il solo apporto in elementi nutritivi, l’utilizzo di 100 q di letame bovino maturo equivale ad esempio ad un apporto di 110 kg di urea oppure 190 kg di nitrato ammonico al 26%, 115 kg di cloruro potassico, 65 kg di fosfato bi ammonico o 300 kg di complesso. In termini di risparmio economico, calcolando un costo di circa 1 euro a titolo, un apporto di 100 q di letame equivale ad un risparmio in concimi chimici di circa 150 euro; 100 m3 di liquame suino circa 100 euro e 100 q di pollina un risparmio complessivo di circa 600 euro. m

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capi allevabili per unità di superficie di alcuni allevamenti (Fonte: Reg. Piemonte)

Grafico andamento dei prezzi (E /q) di alcuni concimi, luglio 2008-giugno 2009

Fonte: Camera di Commercio di Torino

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CORSI

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Formazione e aggiornamento per l’uso dei prodotti fitosanitari

L

a conoscenza dei rischi connessi all’acquisto ed all’impiego dei prodotti fitosanitari da parte degli utilizzatori costituisce un elemento fondamentale per garantire in primo luogo la loro salute ed allo stesso tempo l’immissione sul mercato di prodotti destinati al consumo umano ed all’alimentazione del bestiame igienicamente sicuri ed inoltre rappresenta la condizione indispensabile per tutelare

l’ambiente in cui viviamo. La conoscenza delle “regole” che disciplinano la materia tutela poi l’utilizzatore da eventuali sanzioni amministrative e/o penali conseguenti ad un uso improprio di tali prodotti . È chiaro che la formazione e l’aggiornamento in questo settore risultano fondamentali per incentivare l’adozione di comportamenti corretti da parte degli imprenditori agricoli, anche nell’interesse della collettività.

A tal proposito l’INIPA, Ente emanazione della Coldiretti, riprende in autunno l’attività formativa inerente i corsi per il rilascio e rinnovo del patentino per l’acquisto e l’uso dei prodotti fitosanitari. Le tipologie dei corsi sono le seguenti:

formazione di 20 ore, suddivise in 6 lezioni serali di 3 ore e superare l’esame finale di 2 ore. Anche chi è in possesso del patentino scaduto da più di 10 anni dalla data del rilascio, qualora intendesse usufruirne, è tenuto alla frequenza di questa tipologia di corso.

Corso per il rilascio: per chi intende conseguire per la prima volta il patentino è obbligatoria la frequenza di un corso di

Corso per il rinnovo: rivolto a coloro che hanno la necessità di rinnovare il documento che scade nel corrente anno (rilasciato quindi nel 2004) o che scadrà entro il primo semestre del 2010 (rilasciato quindi nel primo semestre 2005), frequentando una lezione serale di 3 ore e l’esame finale di 2 ore. Per la partecipazione alle attività corsuali è necessario il versamento di €5,16, previsto dalla Provincia per l’iscrizione ai corsi. Il modulo del c/c postale verrà allegato alla lettera che sarà inviata agli iscritti. Per aderire occorre compilare il modulo qui a fianco e farlo pervenire al più presto agli Uffici Zona o alla Segreteria INIPA Piemonte – Piazza Foro Boario, 18 – 12100 Cuneo – tel. 0171.447247 – fax 0171.447300 – e mail: formazione@coldiretticuneo.org m

MODULO DI ADESIONE PER RILASCIO O RINNOVO PATENTINI FITOSANITARI Il/la sottoscritto/a Nato/a il

a

Residente

CAP

Via/Frazione

)

(prov.

)

Cod. Fiscale

Titolo di studio Cell.

Tel.

conseguire

(prov.

E-mail

Dichiara di dover o

rinnovare

o

(N.B. barrare la voce che interessa)

Data .................................................................................................

Numero patentino (Se trattasi di rinnovo è indispensabile riportare le indicazioni a lato) Data rilascio patentino

Firma ........................................................................................................................................

Ai sensi dell’art. 3 D.Lgs. 196/2003, il sottoscritto, a conoscenza dell’informativa, autorizza l’I.N.I.P.A. Piemonte alla raccolta, elaborazione e diffusione di tutti i dati personali necessari all’inoltro della domanda presentata e allo svolgimento del servizio richiesto.

Firma per accettazione

......................................................................................................................................


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Accordo Coldiretti Piemonte e Associazione Terre dei Savoia

È

stato siglato con la firma ufficiale dei rispettivi presidenti, l’accordo tra Coldiretti Piemonte e l’Associazione Terre dei Savoia: un importante appuntamento svoltosi lunedì 21 settembre presso Spazio Theatrum nel castello di Racconigi. L’accordo rappresenta la conferma di una proficua collaborazione e di una forte sinergia d’intenti fra “Terre dei Savoia”, associazione che conta quarantasette comuni delle province di Cuneo e Torino, e Coldiretti regionale, con le sue numerosissime aziende agricole, baluardi del territorio e delle produzioni di qualità; tale collaborazione si estende anche alla Confartigianato, firmataria di un analogo

accordo. “Si tratta di un percorso progettuale ampio e complesso” sottolineano all’unisono il presidente di Coldiretti Piemonte e il presidente di Terre dei Savoia “che ha il preciso scopo di promuovere il territorio piemontese nell’interezza e varietà del suo patrimonio artistico e agricolo, caratterizzato da tradizione e grande qualità”. Di prossima apertura inoltre sarà la “Bottega” uno speciale punto vendita dei prodotti agricoli e artigianali del territorio, proprio all’interno dei locali del presidio Terre dei Savoia nel castello sabaudo: si tratta di una vetrina di lustro per le produzioni delle aziende

piemontesi, considerati i quasi duecento mila passaggi di turisti italiani e stranieri

che annualmente visitano l’importante sito artistico e storico. m


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Terramica: nuovi sviluppi e progettualità per il settore biologico

R

ecenti analisi statistiche hanno evidenziato che il mercato biologico italiano ha raggiunto un valore di 2,5 miliardi di euro, pari all’1,5% dell’agroalimentare, e che il consumo di prodotti biologici ha avuto un incremento record del 23% nel 2008, a testimonianza che il settore è in crescita nonostante la crisi economica mondiale. Da un punto di vista strategico, quindi, è decisivo per le imprese continuare a puntare su un’agricoltura che sia allo stesso tempo sostenibile e di alta qualità, in risposta anche alla sempre maggiore richiesta da parte di un consumatore attento e consapevole di un prodotto sano e genuino, e mantenendo alta l’attenzione verso i mercati sia esteri sia interno. In quest’ottica con il prossimo avvio della campagna 2009-2010 anche nel settore

biologico si sta programmando l’attività per il prossimo anno. Gli aspetti principali su cui lavorare sono due: l’assistenza tecnica e l’attività promozionale gestita da Terramica. Per quanto riguarda l’assistenza tecnica si sta valutando di realizzare alcuni progetti incentrati sia su una parte sperimentale sia su un lavoro di informazione periodica inerenti aspetti tecnici e normativi del settore biologico. La produzione 2009 di frumento tenero biologico in Alta Langa nonostante le problematiche produttive dovute alla situazione climatica invernale, ha dato interessanti risultati dal punto di vista qualitativo. I prezzi, sebbene non abbiano raggiunto i livelli del 2008, sono comunque discreti rispetto all’andamento del frumento convenzionale.

Il Coordinamento tecnico biologico riscontra comunque soddisfazione per l’accordo di conferimento del grano biologico con il Mulino Sobrino di La Morra promosso dall’Associazione produttori biologici Terramica. Anche nel 2009 la qualità del prodotto conferito è buona e si preveda una corrispondenza adeguata dal punto di vista del prezzo. In merito invece agli aspetti promozionali, si sottolinea anzitutto il successo ottenuto al Biograsse, la fiera destinata ai produttori biologici che si è tenuta a Grasse dal 5 al 6 settembre; inoltre, per i prossimi mesi, Terramica ha già in programma la partecipazione a diverse fiere e mercati, sia specifiche per gli operatori biologici, come ad esempio Bio & Benessere a Cuneo, la Biodomenica di

Torino e il Biolife a Bolzano, sia quelle promozionali tramite la vendita diretta dei prodotti biologici all’interno dei Mercati di Campagna Amica presenti sul territorio provinciale. L’Associazione Terramica sta realizzando, inoltre, studi di fattibilità a livello nazionale per lo sviluppo di nuovi canali e nuove formule di vendita diretta all’interno delle aziende agricole biologiche. Anche l’Associazione Terramica, tramite la sua attività, ritiene fondamentale e strategico promuovere ed aderire al progetto di Coldiretti “Una Filiera agricola tutta italiana” realizzando una progettualità che permetta alle aziende di sviluppare nuove formule imprenditoriali in grado di restituire economicamente il valore aggiunto della produzione biologica. m


donne impresa

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Donne Impresa alla Festa del Ricetto con menù a “KmØ”

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i è svolta lunedì 31 agosto la Festa del Ricetto che ha visto protagonisti il gruppo Donne Impresa Coldiretti e il Comune di Boves: il ritorno in Via Roma, come alle origini, ha permesso di organizzare una serata di grande

valorizzazione dei prodotti locali utilizzati rigorosamente per un menu all’insegna della tradizione messo a punto da Elma Schena e Adriano Ravera. Ad aprire il menu una scelta di salumi locali, la lingua al bagnèt verde e i filetti di trota in carpione, per poi passare al tradizionale minestrone di fagioli e alla dòba ricetta importata dalla Provenza in cui il trito di verdure ben si amalgama con lo spezzatino di carne mentre il profumo di spezie e di arancia viene esaltato dal vino rosso. Dopo queste prelibatezze, i formaggi dop Raschera e Bra duro accompagnati da confettura e miele e per finire il dolce pere ripiene all’amaretto: una ricetta ritrovata anni fa in valle Colla, a San Giacomo di Boves. Il gruppo

Donne Impresa unitamente a cento volontari coordinati dallo chef Danilo Ballario e con la collaborazione di Tommaso Politano, sono stati i veri protagonisti di questa kermesse che con l’attenta regia di Silvana

Dutto Giordano – Assessore alle attività produttive del comune di Boves – hanno rappresentato un momento importante per la valorizzazione del territorio cuneese e la sua vocazione agricola. m


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Réclame

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notizie epaca

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Versamenti volontari agricoli 2009 Premessa In caso di cessazione o sospensione dell’attività lavorativa i lavoratori dipendenti, parasubordinati o autonomi possono ricorrere ai versamenti volontari al fine perfezionare i requisiti contributivi previsti o per coprire brevi periodi durante i quali il lavoratore interrompe l’attività (es. aspettativa per motivi di famiglia o studio) o è in attesa di beneficiare di prestazioni a sostegno del reddito quali la disoccupazione o la mobilità. I benefici connessi all’autorizzazione volontaria non necessariamente seguita dal versamento dei contributi, riguardano inoltre i requisiti previsti in materia di requisiti per il conseguimento del diritto alla pensione di vecchiaia o di anzianità. Infatti, in occasione dell’introduzione di requisiti più gravosi per il conseguimento delle predette prestazioni, il legislatore si è finora preoccupata di mantenere la disciplina vigente in favore di coloro che alla data di entrata in vigore delle nuove disposizioni risultino autorizzati alla prosecuzione volontaria, anche se in concreto non se ne sono avvalsi. Alla luce di quanto succintamente esposto, si evince l’utilità di non tralasciare la

ogni anno da un apposito decreto ministeriale. Per il corrente anno i contributi volontari settimanali dovuti dai coltivatori diretti sono i seguenti: - 1° e 2° Classe euro 51,03 se autorizzati entro il 31 dicembre 1995 ad euro 57,44 se autorizzati successivamente; - 3° Classe euro 64,14; - 4° Classe 77,99. Operai agricoli a tempo determinato

Gli operai agricoli a tempo determinato (giornalieri di campagna) possono integrare volontariamente le giornate lavorate fino alla concorrenza di 270 giornate annue ed il relativo contributo è pari a quello del contributo obbligatorio vigente (per il corrente anno: 27,10 % della retribuzione percepita). possibilità di essere autorizzati ai versamenti volontari ove ne ricorrono i presupposti. In ultimo, giova ricordare che, anche coloro che svolgono attività lavorativa part-time hanno la facoltà di integrare volontariamente la contribuzione sia ai fini del diritto, che della misura del trattamento pensionistico. Lavoratori agricoli dipendenti Il contributo volontario è calcolato in percentuale della

retribuzione media percepita nell’ultimo anno di assicurazione, con aliquote differenziate tra autorizzati primo o dopo il 31 dicembre 1995. - Autorizzati entro il 30 dicembre 1995 l’aliquota è pari al 26,77%; - Autorizzati dal 31 dicembre 1995 in poi, aliquota del 27,10%. Coltivatori diretti I coltivatori diretti pagano i contributi volontari secondo quattro classi di reddito, stabilite

Versamento Il versamento dei contributi volontari va effettuato entro il trimestre solare successivo a quello a cui i contributi si riferiscono. Poiché l’argomento trattato è di notevole rilevanza per tutti coloro che sono interessati ad interruzioni o sospensioni dell’attività lavorative, il Patronato Epaca della Coldiretti è a disposizione per fornire ogni chiarimento in merito. m


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S cadenze aziendali

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15 OTTOBRE

IVA FATTURAZIONE DIFFERITA

A seguito delle modifiche apportate all’art.21 del D.P.R. 633/72 deve essere emessa, entro tale data, la fattura per le cessioni di beni effettuate nel mese di settembre, la cui consegna o spedizione risulta da idoneo documento. La fattura differita deve essere registrata entro la stessa data e con riferimento al mese di consegna, cioè settembre.

16 OTTOBRE

VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF

Scade il termine per i versamenti delle ritenute effettuate nel mese di settembre sui redditi di lavoro autonomo e di lavoro dipendente.

IMPOSTA VALORE AGGIUNTO MESE DI SETTEMBRE

Annotazione di liquidazione per il mese di settembre e versamento dell’eventuale imposta da parte dei contribuenti che esercitano attività agricola d’impresa e di lavoro autonomo che nell’anno 2008 hanno realizzato un volume d’affari superiore a ₏309.874,14, se prestazione di servizio o di ₏516.456,90 per le altre attività . Devono inoltre effettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’affari inferiore ai limiti suddetti che non hanno effettuato l’opzione ai sensi dell’art.66, legge 427/93.

IVA COMUNICAZIONE DEI DATI CONTENUTI NELLE DICHIARAZIONI D’INTENTO

Entro tale data deve essere trasmessa telematicamente la comunicazione dei dati contenuti nelle dichiarazioni d’intento, ricevute nel mese di settembre 2009. Sono obbligati a tale adempimento le ditte IVA che emettono fatture nei confronti di esportatori abituali ai sensi dell’art.8, lettera C) del D.P.R. 633/72.

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20 OTTOBRE

ACQUISTI E CESSIONI INTRACOMUNITARI

Entro tale data i soggetti che hanno realizzato nell’anno solare precedente acquisti intracomunitari per un ammontare complessivo superiore a ₏180.000, o, cessioni intracomunitarie per un ammontare complessivo superiore a ₏250.000, debbono presentare agli uffici doganali l’elenco riepilogativo delle cessioni, ovvero degli acquisti effettuati nel mese di settembre. Per effetto delle modifiche apportate dal D.M. 20/12/2006 tali scadenze sono prorogate di cinque giorni nell’ipotesi di trasmissione telematica degli elenchi mediante utilizzazione del sistema EDI. m

32a Gran castagnata e 7a Fiera di Valle

A

ppuntamento a Roccabruna dal 9 all’11 ottobre con la 32a edizione della Gran Castagnata e 7a edizione della Fiera di Valle, per la valorizzazione della produzione del territorio con l’esposizione dei piccoli artigiani della Valle Maira. Il ricco programma prevede la serata gastronomica, l’apertura fiera, la cena a base di specialitĂ alla brace, l’imperdibile appuntamento con la fiera e mercato tipico, e nel pomeriggio della domenica, tantissimi intrattenimenti per grandi e piccini, e per i piĂš golosi ci sarĂ la distribuzione delle delizie locali: “mundaj e bignetteâ€?. m


AT T U A L I T À

San Sereno: un trionfo di colori e profumi

S

i è tenuta a San Rocco Castagnaretta dall’11 al 14 settembre, il tradizionale appuntamento con la Mostra Regionale Ortofrutticola “Città di Cuneo”. La rassegna, dedicata alla presentazione della produzione ortofrutticola locale ha visto anche quest’anno la partecipazione di Coldiretti e dei tecnici dell’agenzia 4A. Il successo della Mostra è stato riconfermato dall’interesse dei numerosi visitatori, molti dei quali giovani, un pubblico particolarmente attento alla cultura della qualità, della tipicità del prodotto alimentare. La Rassegna di frutti e ortaggi selezionati ed esposti lungo la passerella all’ombra del viale alberato di San Rocco è stato un trionfo di colori e profumi che testimoniano i risultati conseguiti con la ricerca di lavorazioni finalizzate a produzioni di pregio capaci di soddisfare i consumatori sempre più orientati all’acquisto di cibi genuini e salutari. m

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a cura di M aurizio zarpellon

La talpa ottusa

I

n un giardino «vissuto», dove ci si reca quotidianamente a levare erbacce, piantare fiori, zappare e, dulcis in fundo, a leggere l’ultimo romanzo di Isabel Allende, le talpe saranno sempre ospiti poco gradite. Salsicce pelose e orbe, fanno poca distinzione tra il buon verme dell’aiuola di preziose aquilegie «William Guinness» appena piantate e il campo di trifoglio del vostro vicino più suonato e rompiscatole, dove sicuramente dovrebbero risiederne foltissime tribù. La loro passione è scavare gallerie divorando tutto ciò che incontrano di vischioso e molliccio. Di per sé sarebbe una buona cosa, perché una trama di cunicoli sotterranei non farebbe altro che migliorare il drenaggio del giardino, purtroppo però il materiale di risulta, prodotto da ogni macchina da foro che si rispetti, spunta all’esterno

in antiestetici cumuli terrosi, talvolta di dimensioni notevoli. A questo punto cominciano le vicissitudini del giardiniere che, accortosi della presenza del peloso mammifero ipogeo, elabora un piano, anzi, una vera e propria strategia di guerra. Ormai si procede senza esclusione di colpi, passando dal conflitto corpo a corpo alle cannonate per finire con gli scherzi biologici, intesi come tentativi di infettare le creature con qualche virulenta malattia. All’inizio è facile adattarsi ai nuovi ospiti, un mucchietto qua e là è pur sempre sopportabile, ma

l’ingorda ruspa sotterranea non si accontenta mai e continua a trivellare incurante della perfetta bellezza del prato inglese o della bordura ben livellata. Ecco quindi che il pacifico e silenzioso amante dei fiori si trasforma in uno spietato marine. Una visita al negozio di agraria lo rassicura: in commercio esistono mille sistemi per sconfiggere il nemico. Il primo tentativo è infilare in un cunicolo qualsiasi l’esca avvelenata, ma l’inquilina dello scantinato scavalca quei granuli bluastri che mai e poi mai potrebbero sostituire il pingue lombrico poco oltre. I giorni passano e i mucchi aumentano. Il guerriero affina le armi e tenta l’agguato: un mattino si alza di buonora e si piazza tra i cumuli con la zappa in mano. In passato era una vera attività: i proprietari dei terreni assoldavano gli anziani del paese perché facessero gli «spaventapasseri» (così chiamati perché dovevano rimanere immobili) pronti a uccidere le talpe con un colpo di zappa. I prescelti dovevano avere una certa abilità visto che le zappate date a vanvera finivano con il devastare il bel prato più delle talpe. A questo punto il giardiniere appassionato è irriconoscibile, un amico fidato gli ha venduto dei candelotti di zolfo. Forse non si trovano più in commercio, ma qualche esemplare sarà rimasto nel

disordine di molti negozi di agraria. S’infilano nel cunicolo e si accendono chiudendo immediatamente l’imboccatura con un po’ di terra. Il micidiale ordigno non esplode, ma sibila e soffia come una serpe riempiendo tutte le gallerie del mefitico zolfo bruciato. Dopo pochi istanti il gas fuoriesce qua e là dal terreno e se l’azione è andata a buon fine gli abitanti del sottosuolo trovano una rapida morte. Per fortuna l’aggressività di questo sistema e la sua ovvia pericolosità (più di uno si è anche bruciacchiato le dita) hanno tolto dal commercio i minacciosi candelotti. Di solito le trappole meccaniche sono le più efficaci, se però nei vostri geni manca quel quid predatorio, sarebbe meglio lasciar perdere. Correreste il rischio di farvi scattare tra le mani la piccola tagliola di ferro prima ancora di adagiarla nel tunnel e posso garantirvi che le vostre urla arriverebbero lontano. Molti fanno l’errore di considerare la talpa un animale vegetariano: non è così, è semplicemente un amante delle proteine. Mangerà lombrichi, larve di maggiolino (dove ancora ci sono), lumache e insetti terricoli vari, per cui potete sperare che in parte ripari al danno liberandovi di ospiti altamente indesiderati, e, dopo essersi riempita la pancia, decida di andarsene a scavare gallerie oltre la vostra siepe. m


rubrica della famiglia

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Un aiuto ai più piccoli quando i genitori si separano

C

osa succederà? Potrò ancora stare con papà e mamma? Chi mi verrà a prendere a scuola? Vedrò ancora i miei amici? Sono queste alcune delle domande che si pongono i bambini i cui genitori hanno deciso di separarsi. Vogliamo metterci “nei panni dei bambini” che si trovano inevitabilmente coinvolti dalle decisioni dei loro genitori . La separazione è considerata uno tra gli eventi di vita più stressanti per tutti i membri che compongono una famiglia e gli effetti della separazione coniugale sui bambini possono essere molto diversi. l sentimenti più diffusi sono quelli della confusione, della paura e dell’incertezza. I figli, che hanno bisogno di sicurezze, percepiscono un disorientamento nell’organizzazione della propria vita quotidiana. Non solo, molti bambini si colpevolizzano. La loro ipotesi è che papà e mamma si siano separati o abbiano divorziato per colpa loro. Il pensiero è: “è successo perché sono andato male a scuola”, “non ho fatto il bravo”, “ho disobbedito”. Attribuiscono, cioè, ai loro comportamenti la causa di quanto avviene. A volte arrivano a supporre che se “saranno molto bravi” forse

i genitori potrebbero tornare insieme. È per dare un aiuto a questi bambini e per dare parola a queste domande e pensieri inespressi che sono nati i “Gruppi di Parola”: spazi di ascolto e di condivisione tra bambini dai sei agli undici anni con genitori separati o divorziati. I Gruppi di Parola hanno preso avvio in Canada e si sono diffusi in Francia. In Italia le prime iniziative risalgono al 2005 grazie all’opera dell’Università Cattolica di Milano che promuove azioni di sensibilizzazione verso le famiglie e prepara gli operatori per la conduzione dei gruppi stessi. L’obiettivo del Gruppo di Parola è quello di offrire un’occasione in cui nominare la separazione,

acquisire informazioni, ma anche dire quali sono le emozioni che si provano e le proprie paure. I bambini, in realtà, spesso non formulano le loro domande ai genitori per timore di ferirli, non mostrano i loro veri sentimenti per non aggiungere ulteriori sofferenze, non esternano la loro rabbia per evitare nuove tensioni. Essi sono inevitabilmente coinvolti nella separazione ma non sempre sanno o non si sentono autorizzati a esprimere la rabbia, la tristezza, i dubbi e le difficoltà che incontrano in questo momento difficile. Alcuni bambini dicono che la loro testa è ingombra di preoccupazioni per quello che succede a casa e non hanno spazio mentale per ascoltare e apprendere quello che accade intorno a loro. Sentono parlare di avvocati e di tribunale e non capiscono. E se i genitori pensano che i figli non sentano o che non sappiano, è vero invece che questi recepiscono le vicende dei “grandi” e sostituiscono le informazioni reali, che spesso non vengono fornite, con delle fantasie. Nel Gruppo di Parola composto da un massimo di 6-8 bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni (autorizzati a partecipare da entrambi i genitori) si apre

una conversazione libera dove, dopo aver preso confidenza con gli altri, ognuno inizia a lasciar emergere qualcosa del proprio vissuto. L’espressione di sé può avvenire attraverso il racconto, il disegno, la recitazione, la lettura di favole. Il percorso di quattro incontri, di due ore ciascuno, si conclude con la stesura di una lettera ai genitori composta collettivamente dai bambini in forma anonima. In ogni incontro è prevista la merenda (momento conviviale e rilassante) e l’ultimo incontro prevede, durante la seconda ora, la presenza dei genitori ai quali i bambini mostreranno la lettera aperta. Anche a Cuneo i Gruppi di Parola, grazie a professionalità preparate che operano nel Consultorio Familiare Ucipem, sono una realtà. In particolare in ottobre verrà avviato un primo percorso (grazie anche al finanziamento del CSV) che si terrà solitamente di venerdì, in orario pre-serale (1719) presso la sede del Consultorio stesso. Chiunque sia interessato ad avere maggiori informazioni può contattare Il Consultorio Familiare Ucipem Via Senatore Toselli, 6 tel. 0171.634412 (in ore pre-serali o il venerdì mattina) o scrivere all’indirizzo e-mail ucipemcn@email.it. m


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