R I T R A TT I D I I E R I E D I O G G I
È
nato ai piedi del Monviso 38 anni fa, oggi è un valido pilota di elicotteri, che volteggia sui cieli della Sardegna. Davide Giordano, sguardo sorridente e un po’ birichino, è nato a Crissolo. «Ho vissuto ai piedi del Re di pietra per 29 anni, fino al 2001, quando mi sono sposato. Nel 1982 sono stato l’ultimo allievo delle Elementari della frazione Serre. Eravamo una pluriclasse di 5 bambini».
N° 3 – 16-28 febbraio 2011
Storie di vita a cura di Barba Bertu (info@barbabertu.com)
e ritorni ad uno stato più essenziale, di concentrazione e di sobrietà mentale. Quando atterri porti con te un pò di quella poesia e impari ad affrontare la vita sempre come se la osservassi da quella angolatura privilegiata».
LA CARTELLA COME SLITTA Ricordi di quegli anni? «In inverno scendevamo giù per il sentiero usando le cartelle come slitte. Poi nel pomeriggio a fare catechismo, nella canonica di don Luigi Destre, piena di fotografie, di santi e di montagne. Lui ci raccontava spesso degli anni in cui l’alpinismo era ancora vero. E’ stato lui ad accompagnarmi per la prima volta sul Monviso quando avevo 11 anni. Un’esperienza indimenticabile».
MANTENERE LA CALMA È un lavoro facile o difficile? «Si tratta di un lavoro delicato e non privo di rischi e nelle situazioni di’emergenza (salvare boschi, pascoli, spesso animali e abitazioni), l’importante è mantenere la calma, non farsi prendere da manie di grandezza, valutare con discernimento e un pizzico di distacco il proprio spettro di azione in condizioni di sufficiente sicurezza. E’ un lavoro che mi piace molto, anche se mi costringe a periodi piuttosto lunghi lontano dal Monviso, dagli amici e dai parenti. Una distanza che certo porta con sè un po’ di malinconia ma che regala sensazioni bellissime, di pienezza e di gioia pura, nel momento di ritrovarsi. Spesso non apprezziamo abbastanza le cose quando sono sempre a disposizione».
La montagna è sempre nel suo cuore? «Sì, certamente. Ho svolto il servizio militare negli Alpini e ho fatto parte del Soccorso alpino per 7 anni». I genitori di Davide Giordano avevano a Crissolo una panetteria che il padre Luigi, originario della Val Maira, aveva rilevato nel 1958, anno in cui si aprivano gli impianti sciistici e Crissolo si avviava a diventare una delle più importanti stazioni sciistiche piemontesi. LA VITA NEL “PASTIN” Cosa ricorda del “pastin”? «Crescere nel pastin, a stretto contatto con un padre che sa ascoltare e raccontarsi, è un’esperienza veramente augurabile: ora che mio padre non c’è più, ricordo con nostalgia quelle ore trascorse a lavorare al suo fianco, la mattina presto, quando fuori nulla si muove e solo il Po rumoreggia tra i sassi. Ore in cui si parlava di tutto».
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Quando è nata in lei l’idea di fare il pilota? «Non so con precisione indicare il momento in cui, in me, è scattato il desiderio di essere pilota di elicottero. Forse da molto piccolo, osservando la fotografia dell’elicottero Alouette III della gendarmerie esposta in canonica, o quando mio padre tornò dalla fiera di Milano entusiasta del mezzo aereo che aveva visto. Fatto sta che il desiderio di volare,
e di farlo su quel mezzo affascinante, si impadronì di me». QUANTE EMOZIONI Il volo che emozioni regala? «Volare regala sensazioni straordinarie. Sensazioni di pace e leggerezza forse, ma anche quel salutare senso di distacco dalle piccole contingenze della terrestrità. Volando non sono ammesse distrazioni, si lascia a terra tutto quanto è superfluo
CON LA MADONNA Una bella esperienza? «Quando abbiamo portato con l’elicottero la Madonna di Fatima a Saluzzo nel 2005. Quanta gente c’era a vederci atterrare e che emozione, soprattutto per un credente come me. Fin dalla sua prima venuta in Italia nel 1959 questa statua è sempre stata portata in elicottero. A Lei mi affido quando lavoro». i