CNTN_n_10_anno_XII[1]

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Anno XII - n. 10 - 18 dicembre 2011 - €. 1,00 • Settimanale di ispirazione cristiana - regina.coelorum@virgilio.it - www.cntn.it - www.teleregina.it

PRETI COME CRISTIANI CRISTIANI COME UOMINI

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USURA IN CRESCITA A PALERMO PAG 6

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CHRISTO E JEANNE-CLAUDE A PALAZZO DEI NORMANNI


Sommario In copertina: Ravenna - Mausoleo di Galla Placidia - Il buon pastore

ANNO XII Registrazione Tribunale di Palermo N.17 / 2000

Direttore Editoriale:

Giacomo Ribaudo Direttore Responsabile:

Serena Termini Redazione:

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Editoriale

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notizie

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focus

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attualità

Preti come cristiani. Cristiani come uomini di Giacomo Ribaudo

La Casa del Sorriso di Vittorio Noto

Manovra: si poteva fare diversamente? di Fabio Sortino

Usura in crescita a Palermo di Serena Termini

Un censimento di soli numeri

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di Anna Maria Tata

G. Bonanno, E. Ghezzi, F. Giorgianni, G. Gonzales, P. Turturro, F. Sortino.

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politica

Immagini a cura di:

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personaggi

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cultura

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mostre

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libri

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medicina

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poesia

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volontariato

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l’opinione

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televisione

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Palinsesto Teleregina

Giovanna Gonzales Questo numero è stato chiuso il 12 Dicembre 2011 alle ore 13.00 Direzione Redazione Amministrazione

Via Decollati, 2C - Palermo Tel. 091.6177936 - 334.9647256 Fax 091.6175215 regina.coelorum@virgilio.it www.cntn.it www.teleregina.it Impaginazione, Composizione Grafica e Stampa:

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L’attività e la collaborazione a qualsiasi titolo sono fornite gratuitamente

n. 10

Disciolte le primarie di Livio Terranova

Il cardinale Pappalardo e l’Associazione Medici Cattolici di Niccolò Piccione

Simone Weil eretica del Marxismo di Giovanni Bonanno

Christo e Jeanne-Claude a Palazzo dei Normanni di Marina La Barbera

Personaggi della cultura siciliana di Antonio Arnone

L’epidemia annuale di Elisa Tocco

L’ultima opera poetica di Silvano Demarchi di Giovanni Dino

Canali di speranza di Adalgisa Lazzara

Alzando il sipario del carcere di Elisa Circo

Un probabile sindaco di F. S.

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editoriale

Preti come cristiani cristiani come uomini

I

n prossimità delle feste natalizie ho preferito tornare sui contenuti di un tema che mi ha sempre affascinato: la necessità per noi preti di rimeditare la nostra vocazione e la nostra missione straordinaria di essere guide qualificate di un popolo cristiano che si presenta in faccia al mondo alla storia e alla società con la qualifica di essere un popolo profetico sacerdotale e regale. Ce l’ha insegnato il Concilio Vaticano II, ma ormai è raro che se ne senta parlare. E non perché si tratta di contenuti assimilati, ma perché si tratta di novità antiche rientrate in deposito. Tale meditazione diverrebbe efficace solo se accettassimo di ricordarci della nostra dignità di cristiani senza “se…” e senza “ma…”. Ma chi è il cristiano? La risposta è semplice, di una semplicità sconcertante e impegnativa da capovolgere tutto il nostro essere e il nostro operare: cristiano è chi segue Cristo e chi imita Cristo in ogni momento, in ogni luogo e circostanza in ogni scelta della propria vita. Ma che significa seguire Cristo e imitare Cristo? Anche la risposta a questa domanda è semplice, ma sconvolgente… Non ha detto Cristo: “Io sono la Via, la Verità e la Vita?” Seguire Cristo è considerarlo la Verità del proprio pensare e la Via del proprio agire. Scontato? Non troppo. Riteniamo come vero (o no?) l’insegnamento di Cristo: “Beati poveri in spirito”, che è molto più radicale del detto di S. Luca: “Beati i poveri”? Si nota tra i cristiani di oggi una anno XII • n. 10 • 18 dicembre 2011

corsa a chi è più povero per ritrovarsi in linea con Lui? Lo si nota forse tra i Diaconi (non importa se celibi o sposati)? Lo si nota con evidenza nei Preti, nei Vescovi, negli Arcivescovi, nei Cardinali, nello stesso Papa? C’è qualcuno che possa giurare, senza timore di offendere la Verità che il Papa incarna la semplicità e la Povertà di Cristo, di S. Francesco, di Madre Teresa, di Oscar Romero, di Pino Puglisi? Tutti Papi sono stati coloro che hanno posto sugli altari i santi del passato e del presente, cioè i cultori veri della austerità e della povertà del Vangelo e tutti Vescovi coloro dalle cui mani è passata tutta la documentazione inappuntabile ed esigentissima riguardante l’eroicità delle loro virtù e/o l’autenticità del loro martirio. È acclarata la povertà di monaci e monache, di frati e suore, di laici e laiche che professano, pubblicamente di essere seguaci di Cristo, cioè sulle sue orme e in cerca perenne della sua Verità? Oggi si possono permettere tutti, senza conseguenze, di dire la Verità e di essere annunciatori coraggiosi della Verità? Ho camminato per due mesi con due grossi cartelloni in auto con la scritta: ONOREVOLI, MINISTRI, ASSESSORI… ABBASSATEVI GLI STIPENDI ai tempi del primo governo Berlusconi! Mi si rideva in faccia… Nessuno mi fu solidale, nessun gruppo culturale e politico capì che quella poteva essere la svolta, che bisognava cominciare nel dare il buon esempio dall’Alto…

Ora tutti sono diventati edotti, tutti sono divenuti figli dei tempi maturi del rinnovamento totale…, tutti addosso a Monti che non sa colpire i politici, che non sa fare manovre e ci condurrà all’autoscontro… Non sarebbe bene, se vogliamo vivere con i parametri della Via e della Verità di Cristo, che i tagli li cominciamo a fare tutti e volontariamente? Che invece di pensare sempre a divertimenti e ponti, a week-end mangiate e ricerche su facebook, a furbizie giochi e raggiri per incassare di più ci sedessimo con serietà a pensare di ricostruire l’Italia, riparandone le brecce, come ci suggeriva secoli e secoli fa il profeta Isaia? Preti come cristiani, cristiani come uomini… Perché i veri uomini sono seri e professionalmente preparati nei ruoli che rivestono; sono onesti perché mai si permettono di ledere i diritti degli altri, ché anzi si spendono perché siano riconosciuti e affermati; e sono coraggiosi perché amano il rischio e la sfida, non temono di perdere nulla perché sono ricchi dentro e sperano in un rinnovamento del mondo e della Chiesa perché dentro sono sempre nuovi… BUON NATALE ormai non lo si trova più scritto in nessun posto. Lo scrivo io su CNTN. BUON NATALE per una vera conversione: a Cristo Via Verità e Vita per essere buoni cristiani e alla serietà all’onestà e al coraggio per essere veri uomini. Giacomo Ribaudo

Tel. 091 490155 - Cell. 330 537932 giacomo.ribaudo@fastwebnet.it

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notizie

La casa del sorriso

A Monreale un’opera di recupero e speranza a servizio di bambini abbandonati e di giovani a rischio di Vittorio Noto

La Casa del Sorriso è un’associazione onlus sorta nel 1968 per gli interventi nelle attività sociali, ad iniziativa dei padri cappuccini Gabriele Russo, Clemente Giadone e Francesco Paolo Biondolillo, al fine di rendere testimonianza come francescani, quali testimoni cioè di fede e di speranza consolatrice per gli umili e per i poveri, in adesione dei documenti conciliari e post conciliari tendenti a sollecitare l’apostolato popolare a sussidio di quello pastorale e culturale. Testimoni della drammaticità dei problemi che hanno sempre assillato la comunità ecclesiale palermitana, tra cui quello dei bambini sbandati, disadattati e abbandonati sulle strade, i promotori dell’iniziativa – consapevoli che il bambino non necessita

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soltanto di cibo e alloggio, ma soprattutto di affetto e di un sano clima familiare – intrapresero un’esperienza di case-famiglia per realizzare interventi in favore di minori appartenenti a nuclei familiari dissociati e soprattutto figli di madri nubili. Nel 1973 gli interventi socioassistenziali vennero estesi in favore di ragazze madri assistendone ben 35 in poco più di 14 mesi. Nel corso dell’anno 1974 l’attività venne incentrata nell’assistenza ai giovani orfani di lavoratori, a seguito di apposita convenzione con l’ENAOLI. Per l’attuazione di alcune specifiche iniziative, La Casa del Sorriso opera in partenariato con altri organismi associativi: - “I.R.F. Padre Clemente” per la pro-

gettazione e attuazione di iniziative finalizzate all’orientamento, alla formazione professionale e all’inserimento lavorativo di giovani a rischio di devianza sociale; - “Centro Studi e Ricerche Sociali Casa Santa” per promuovere e stimolare l’interesse pubblico per le problematiche sociali, religiose, culturali e scientifiche attraverso l’organizzazione di seminari, convegni, eventi culturali e formativi e l’istituzione di borse di studio. Sede operativa dell’associazione: Monreale (Convento Cappuccini - Casa Santa) Via Baronio Manfredi n. 27 CAP 90046. tel. 0916406671 info@casadelsorriso.org www.casadelsorriso.org.

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focus

Manovra: si poteva fare diversamente? Durissima finanziaria varata da Monti di Fabio Sortino

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l governo Monti ha partorito la manovra economica. L’obiettivo è aggiustare i conti, nel rispetto degli impegni presi con l’Europa, e stimolare la crescita per uscire, al più presto, dalla stagnazione. La ricetta del governo, presentata dal presidente del Consiglio e dai ministri, prevede una correzione dei conti pari a circa 20 miliardi di euro netti, per il triennio 2012-2014. Gli interventi valgono complessivamente oltre 30 miliardi: previste misure di spesa a favore della crescita, del sistema produttivo e del lavoro per oltre 10 miliardi. Tra le misure introdotte, dodici miliardi di tagli alla spesa e circa 18 di nuove entrate. Il governo ha previsto anche la correzione dei saldi previsti dalla clausola di salvaguardia dalla manovra di agosto, pari complessivamente a 4 miliardi. Stangata ordinata dalla BCE. Monti obbedisce. E l’Italia si ritrova in recessione. Se continua in questo modo la recessione ci porterà al fallimento alla faccia dell’equità e all’attenzione per i giovani, temi tanto sbananno XII • n. 10 • 18 dicembre 2011

dierati all’atto dell’insediamento. Sembra già finita la luna di miele di Mario Monti, che dimostra di essere un freddo tecnocrate al servizio dell’Europa. Le misure sono veramente draconiane. Tra le altre: incrementata l’Iva del 2%, provvedimento che contrarrà i consumi e farà circolare sempre meno moneta. E non si vede come possa instaurarsi la crescita se non circola moneta. E valgono a poco le lacrime di coccodrillo del ministro del Welfare Elsa Fornero, nel momento in cui si riduce il potere d’acquisto di pensioni già minime come quelle sopra i 936 euro o i 1400 euro, togliendo l’indicizzazione. In questo modo si colpiscono i poveri con una tassa regressiva senza precedenti. C’è veramente da piangere non per il ministro Fornero, ma per la povera gente. E la politica, ormai sconfitta, sta a guardare. Dopo diciassette anni di disastri berlusconiani la ricetta per uscire dalla crisi doveva essere certo particolarmente dura, ma in questo

modo non si crea quel circolo virtuoso fatto di equità e crescita che tutti si aspettavano dal Governo Monti. Mentre la Fiat delocalizza, Finmeccanica si trasforma in un sistema di tangenti e il Presidente Guarguaglini intasca 5 milioni di euro per aver lasciato Finmeccanica, dopo essere stato inquisito, il Sud è sull’orlo del baratro, il patrimonio naturalistico, i paesi e le città crollano con le piogge alluvionali e le carceri sono inferni dai quali se si entra di sicuro non si esce. Le periferie delle città sono luoghi di disperazione, mafia e micro criminalità e tutto scivola verso la dissoluzione. Continuando così non sarà solo default, ma la fine. E la casta si divide il bottino. Certo, posto che dopo 17 anni di nani e ballerine di berlusconiana memoria, abbiamo un governo serio e competente, ci si aspettava di più da questa manovra e dall’intero Governo Monti. 5


attualità

Usura in crescita a Palermo Il triste fenomeno falcia a Palermo vittime sempre più numerose. Ma non si evincono denunce di Serena Termini

I

dati forniti dalla guardia di finanza. Roberto Helg (Camera di Commercio): “È grave che ancora purtroppo non ci sia la forza di denunciare. Impegniamoci, a tutti i livelli, per dare coraggio alla vittima che si sente sola”. Cresce l’usura a Palermo, ma non le denunce. È emerso durante l’incontro promosso ed organizzato dalla Prefettura del capoluogo siciliano, dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, dalla Camera di Commercio con lo Sportello Legalità e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo. Secondo i dati, resi noti dal comando provinciale della guardia di finanza di Palermo, nel 2011 (fino allo scorso novembre), sono state raccolte 6 denunce, sono state denunciate dal comando, in seguito alle indagini 11 persone e arrestate 9 persone per un sequestro di beni pari ad un totale di 7 milioni e 800 mila euro. A livello nazionale, invece, il nucleo della polizia tributaria ha seguito 280 filoni investigativi; sono state denunciate 625 persone di cui 221 arrestate. “I numeri nazionali sulle denunce sono già tristi, rispetto all’entità del fenomeno, ma le sei denunce che riguardano Palermo sono sicuramente mortificanti – dice Roberto Helg, presidente della Camera di Commercio di Palermo –. È grave che ancora purtroppo non ci sia la forza di denunciare. Impegniamoci, a tutti i livelli, per dare coraggio alla vittima che si sente, nella gran parte dei casi, sola e abbandonata a se stessa. Per questo occorre fare in modo che la legge 6

Quentin Metsys - Gli usurai

108/96 ed i fondi antiusura possano realmente essere adattati e, se è il caso modificati, per fare crescere il numero delle persone aiutate che vivono questo dramma”. Nell’ambito quindi del drammatico quadro economico siciliano in cui a prevalere sono oggi la chiusura delle imprese e la disoccupazione, l’usura si inserisce come principale introito della criminalità organizzata insieme al pizzo. Di fronte ai dinieghi della banca ed alla necessità di denaro impellente, l’usura si è trasformata in operazione giornaliera, con prestito e restituzione nell’arco di 24 massimo 48 ore, con una richiesta di interessi usurai che in una sola settimana può giungere il 6070%. “Nulla aiuta l’usuraio come l’indifferenza e il silenzio – afferma

Rosanna Montalto, componente del Consiglio della Camera di Commercio e responsabile dello sportello Legalità della Camera di Commercio –, il silenzio di tutti, non solo quello della vittima. E nulla è più drammatico della solitudine per chi è vittima di usura. Combattere il silenzio e la solitudine dà coraggio, il coraggio di reagire e di denunciare”. L’Eurispes, nel rapporto 2010, conferma la crescita preoccupante delle imprese e delle famiglie coinvolte in prestiti usurai. La Sicilia, in particolare si colloca al secondo posto subito dopo la Campania. “Parlare di usura non è certo facile – sottolinea ancora Rosanna Montalto – ma riteniamo di principale importanza tracciare un focus su questo fenomeno di grande anno XII • n. 10 • 18 dicembre 2011


attualità sofferenza sociale. L’usura deve essere contrastata con forza da tutte le istituzioni preposte a poterlo fare. Perché l’usurato non denuncia? Nella scelta pesa la vergogna per il giudizio che l’usurato stesso teme da parte della sua famiglia e del fallimento delle proprie capacità imprenditoriali ed anche la paura delle ritorsioni”. Ma a pesare è pure oggi – secondo quanto riferisce ancora Rosanna Montalto – la poca fiducia che ancora lo stesso ripone “nella capacità di contrastare sul piano penale l’usura che rappresenta il punto debole della legge e dell’azione dello Stato”. Oggi il 18% dei reati cade in prescrizione per decorrenza dei termini; solo il 9% produce un rinvio a giudizio entro 2 anni e appena il 5% una sentenza di primo grado. “Solo la denuncia però può spezzare il legame con l’usuraio, aiutando la vittima a prendere consapevolezza della sua situazione – continua Rosanna Montalto –. Va rilevato anche che le somme destinate ai fondi antiusura sono risibili, rispetto all’entità del problema con la conseguenza che i fondi a disposizione sono in esaurimento se non già esauriti”. All’incontro sono intervenuti, oltre al presidente della Camera di Commercio di Palermo, Roberto Helg e la dott.ssa Rosanna Montalto, componente del Consiglio della Camera di Commercio, Dario Scaletta – Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Palermo e l’avv. Fabio Lanfranca. Inoltre il tenente colonnello Geremia Guercia del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo ha illustrato alcune delle principali tecniche investigative proprie della lotta all’usura e delle esperienze operative maturate, mentre Salvatore Cernigliaro, presidente di Solidaria onlus, ha esposto gli strumenti previsti dall’ordinamento a favore delle vittime del reato. Le conclusioni dell’incontro sono state affidate a Umberto Postiglione, Prefetto di Palermo.

in breve In mostra dal 17 dicembre 2011 al 22 gennaio 2012 all’Oratorio S.S. Elena e Costantino e al Loggiato San Bartolomeo: Ferdinando Scianna e la Sicilia Da porta a porta. Settanta immagini che illustrano lo straordinario legame tra Ferdinando Scianna e la Sicilia. Immagini in bianco e nero, che raccontano il nostro passato, e immagini a colori, che ritraggono invece il presente della nostra isola. Con questi scatti Ferdinando Scianna racconta la sua terra natia, quella Sicilia che ha esportato nel mondo, con la magia e la bellezza dei suoi luoghi e la solitudine che, a tratti, coglie i suoi uomini. La mostra “Ferdinando Scianna e la Sicilia - Da porta a porta” è allestita in due prestigiose sedi espositive: il Loggiato San Bartolomeo, in prossimità di Porta Felice, e l’Oratorio SS. Elena e Costantino, nei pressi di Porta Nuova, recentemente ristrutturato e restituito alla città e per la prima volta dedicato alla promozione dell’arte. Poli opposti dell’originario Cassaro di Panormus, questi due luoghi saranno collegati per trenta giorni da un simbolico percorso tracciato da 70 banner bifacciali appesi lungo l’asse viario di corso Vittorio Emanuele. Si tratta di opere di oltre centoquaranta artisti che hanno partecipato al concorso “Disegna per Ferdinando Scianna”.

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politica

Disciolte le primarie

I giochi di partito fanno saltare le primarie del 29 gennaio. In risposta proposti cinque referendum da parte del candidato Sindaco Fabrizio Ferrandelli di Livio Terranova

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uelle del 29 gennaio, se mai verranno celebrate, non sono più le primarie del centro-sinistra e tanto meno il “momento di partecipazione democratica” dei cittadini di Palermo che si era auspicato, ma la resa dei conti tra le diverse correnti tutte interne al Pd siciliano e palermitano. È questo quanto, in sintesi sostenuto da Fabrizio Ferrandelli, durante la conferenza stampa tenutasi nell’aula Rostagno di Palazzo delle Aquile, consigliere comunale e candidato Sindaco alla città di Palermo. Il minuetto, il tira e molla sulla “chiusura” da parte di Rita Borsellino, candidata imposta dall’alto, da Bersani per la precisione, e di “apertura” al terzo polo da parte della segreteria regionale, i veti incrociati dei partiti si sono conclusi con la sconfitta delle primarie del centrosinistra e con la sconfitta del concetto stesso di primarie come momento partecipativo e scelta consapevole dei candidati da parte della società palermitana. “È un fatto clamoroso e grave – ha detto durante la conferenza stampa Ferrandelli – l’unica città che non realizzerà le primarie”. La partecipazione – ha continuato il candidato sindaco – può cambiare lo stato delle cose a Palermo. Noi abbiamo sottoposto il nostro programma alla città, mentre gli altri ponevano veti incrociati, facendo saltare quest’opportunità. Mentre la vecchia politica parlava 8

Fabrizio Ferrandelli

di tattiche e si perdeva in dibattiti noi abbiamo creato 13 comitati civici, in quartieri che sono un po’ la pancia di Palermo, la Vucciria, Resuttana, Tommaso Natale per dirne alcuni. Siamo stati gli unici, nell’ambito della lista partecipativa da noi creata che abbiamo steso una bozza di programma di ottanta pagine”. “Chi pensa di avere azzerato il dibattito politico – ha ripreso Ferrandelli – si dovrà confrontare con noi. Il fallimento delle primarie segna anche e soprattutto il fallimento dei partiti a vantaggio delle associazioni e dei movimenti civici – ha concluso il consigliere comunale.

Nel corso della conferenza stampa sono stati presentati anche i cinque referendum per una Palermo sostenibile. Intanto il candidato sindaco propone l’abolizione delle strisce blu. Attualmente l’Amat gestisce oltre 15.000 posti auto a sosta tariffata ed il parcheggio di piazzale Ungheria. In aggiunta l’Apcoa gestisce 2.665 “zone blu” e il parcheggio multipiano di piazza V. E. Orlando con 627 posti auto. Le strisce blu, però sono state dichiarate “illegittime” con varie sentenze del Tar Sicilia, confermate dal Consiglio di Giustizia Amministrativa, in quanto il Comune di Palermo è sprovvisto, da circa 15 anno XII • n. 10 • 18 dicembre 2011


politica anni del Piano Urbano del Traffico. A Palermo, inoltre le zone pedonali sono quasi inesistenti. Palermo, per quanto riguarda il numero di mezzi pubblici non dovrebbe avere problemi, ma di 546 autobus disponibili ne sono utilizzati sono 286, con una scorta del 46%. Con questa prima petizione i promotori chiedono la predisposizione di un piano urbano del traffico, l’abolizione delle strisce blu e l’istituzione di nuove aree pedonali. Il secondo referendum concerne l’abolizione della Tarsu che risulta essere una forma di tassazione sui rifiuti iniqua, in quanto commisurata alla superficie dell’immobile e non alla quantità e tipologia dei rifiuti. Si chiede – ha detto Ferrandelli durante la conferenza stampa – l’istituzione di un adeguato sistema di raccolta differenziata caratterizzato dalla valorizzazione economica del materiale conferito dai cittadini. Si prevede, inoltre, il passaggio dall’attuale 7% al 70% di raccolta differenziata. La terza istanza prevede di eseguire l’audit energetico di tutti gli edifici di proprietà comunale e un relativo bando di gara per la totale solarizzazione degli edifici di proprietà comunale che consenta al Comune di ridurre drasticamente la bolletta elettrica.

La quarta istanza prevede una completa mappatura del verde pubblico di quartiere, il recupero delle aree adatte ai bambini, alle mamme, agli anziani in tutti i quartieri e i borghi di Palermo a maggiore densità abitativa. L’ultimo referendum concerne gli asili nido che a Palermo sono attualmente 26 e accolgono solo 981 bambini a fronte di 2098 domande presentate. I bambini da 0 a 3 anni, sono 20.000 di cui 15.000 potenziali utenti degli asili nido. I promotori chiedono in quest’ultima istanza di adattare le strutture esistenti, costruirne di nuove, attrezzarle adeguatamente ed utilizzare il personale già esistente a livello comunale ed eventualmente integralo con nuove assunzioni, in modo da rispondere alla domanda “inespressa” di asili nido, scuole materne, doposcuola. Ma siccome le notizie si susseguono, come a spaccare ulteriormente il centro-sinistra, si presenta direttamente al primo turno un candidato dall’enorme prestigio e autorevolezza come Leoluca Orlando, deciso a ricreare l’atmosfera della Primavera di Palermo, che portò la città a compiere enormi salti in avanti. Resta il problema delle contrapposizioni interne alla sinistra, soprattutto tra IDV e Partito Democratico.

in breve La Galleria d’arte moderna propone una visita guidata specifica per gruppi e scuole, in occasione della mostra “Michele Catti, Le rimembranze. Capolavori delle collezioni private palermitane”

ospitata dal 25 novembre all’8 gennaio presso la Galleria Beatrice di Palazzo Sambuca.

Si parte dalla Galleria d’arte moderna con i paesaggi di Francesco Lojacono, i dipinti di Antonino Leto, le vedute di Michele Catti, ci si lascia travolgere dai marosi, cullare dal dondolio delle acque, accarezzare da luci ora morbide ora tiepide. Si prosegue verso Palazzo Sambuca, in via Alloro, per godere delle delicate e profonde rimembranze di Michele Catti e ammirare una ventina di capolavori provenienti da alcune tra le più ricche collezioni palermitane. La mostra sarà aperta dal 25/11 all’8/1 dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 18.00. Non sarà possibile visitare la mostra nei giorni 24 - 26/12; 1/1. Per maggiori informazioni visita il sito www.galleriabeatrice.it.

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attualità

Un censimento di soli numeri Tanti quesiti nell’indagine ISTAT che sta interessando 60 milioni di italiani. Ma non viene fuori né la reale povertà, né la vera ricchezza di Anna Maria Tata

U

n questionario di varie pagine. Domande su quel che si fa, su ciò che si è, soprattutto su quanto si possiede. Si chiede quale sia il numero di ore dedicato al proprio lavoro, ma non quale sia lo stipendio percepito e in quale giorno del mese sia già terminato. Tante informazioni sulla casa nella quale si vive. Per le caratteristiche strutturali si fa riferimento a un’unica ipotesi alternativa: abitazione o baracca. Se non si tratta di alloggio tribale, si mantiene il segreto circa la qualità della costruzione e delle rifiniture. Sembra che non faccia differenza se la dimora è il regno del compensato e della plastica o se invece è un trionfo di marmi, di parquet, di maniglie dorate. Se si paga l’affitto, non vi è la possibilità di esplicitare se si abiti in un monovano, in un appartamento di medie dimensioni o se si è volontari ospiti in un lussuoso castello. È comunque rispettata la privacy. Sull’immobile di cui si è titolari si è solo costretti a dire quanti siano i metri quadrati, quante le stanze, quanti i gabinetti e gli impianti doccia, se l’acqua non è potabile o se si attinge all’acquedotto comunale, col rischio che se ne fruisca, alimentando calcolosi e gradite affezioni intestinali. Però, e qui è l’ossequio alla riservatezza, non occorre dichiarare se incombe un mutuo che non lascia respirare. Nel caso in cui si sia ereditata la proprietà, non c’è bisogno di confessare che l’Istituto bancario il giorno trenta, dodici 10

volte all’anno, preleva l’odiata rata del debito contratto per ristrutturare il fabbricato non più giovane. Cose di poco conto! È gratificante l’immagine di molti italiani non afflitti da problemi di alcun genere, visto che dispongono di un tetto! Graziosa è anche la richiesta riguardante le macchine: una, due o più, nessuna? La famiglia che abbia due auto si sente assimilata a tutti quelli che ne posseggono in numero maggiore. Una vera soddisfazione! E circolare con una Cinquecento, ridicola nella capienza e nelle prestazioni, è lo stesso che sfoggiare una elegante Mercedes, un grintoso fuoristrada o una Maserati col borioso tridente. E gli sventurati possessori di yacht o di velivoli? Si sentono negato l’orgoglio di dichiararlo! Una irriverente disparità. Se, per caso,

uno ha i denti d’oro, non trova una casella da barrare per vantarsene. Neppure è previsto che si sveli quanti libri contenga la propria biblioteca. Certo, quest’ultimo è un dettaglio poco significativo! Ma l’italiano non solo è benestante, gode pure di ottima salute. Nei Dati sensibili, ai quali peraltro si ha facoltà di non rispondere, qualora si risponda, si è tenuti semplicemente a rendere noto se si ha difficoltà a vedere, a sentire, a deambulare. E se il dichiarante ha un principio di demenza? Se, tatuato di brufoli ed herpes, sfodera un alito da coccodrillo appena uscito dal letargo? Se combatte quotidianamente con la stitichezza e con l’emicrania? Se di frequente soggiorna negli ospedali per le sue coliche renali o, ancora, è preda di crisi nevrotiche? Per fortuna, ufficialmente non risulta. Viva il Bel Paese! anno XII • n. 10 • 18 dicembre 2011


personaggi

Il cardinale Pappalardo e l’Associazione Medici Cattolici

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ra da poco a Palermo il Cardinale Salvatore Pappalardo, ed un giorno mi chiamò per dirmi di andarlo a trovare “sia pure senza urgenza” perché mi voleva parlare. Mi sono pertanto recato a Palazzo Arcivescovile e Sua Eminenza ebbe a spiegarmi che desiderava umanizzare sempre più il mondo della salute e quindi anche il mondo della sofferenza, con particolare riguardo al rispetto della dignità della persona ammalata e perciò fragile ed anche dell’operatore sanitario che aveva la grande responsabilità di dover curare le infermità più diverse, sia per la gravità di esse, sia per le difficoltà diagnostiche e le conseguenti decisioni terapeutiche. E quasi per cominciare ad incarnare, nella vita di ogni giorno, questo suo grande progetto a favore della sofferenza umana, cominciò con il darmi l’incarico di fondare nella nostra Arcidiocesi l’Associazione dei Medici Cattolici Italiani. Mi diede un solo consiglio dicendo: lei sa bene come è fatta la cellula, e cioè un citoplasma, un nucleo, un nucleolo. Nel primo vengono tutti coloro che vogliono venire e ascoltano; nel secondo confluiranno coloro che hanno una certa formazione; il nucleo e il nucleolo saranno formati da pochi elementi che siano in possesso di formazione spirituale, professionale assieme e abbastanza solide. Così abbiamo fatto; ma il Cardinale, anche se avevamo il nostro Assistente, veniva spesso a stare con noi e addirittura, più volte ci ha predicato gli esercizi spirituali anno XII • n. 10 • 18 dicembre 2011

di Niccolò Piccione

per la Pasqua perché gli stavano tanto a cuore sia l’umanizzazione della medicina che un servizio sanitario, il più efficiente possibile. Durante il suo ministero a Palermo ci ha coinvolto in tante attività sia in sinergia con altre associazioni laicali, sia incoraggiandoci in congressi e convegni che sotto la sua guida hanno affrontato i temi più delicati della bioetica e della Pastorale della Salute.

Vale per tutti ricordare un importantissimo convegno svoltosi allo Zagarella in collaborazione con le altre associazioni sanitarie e del volontariato, che è durato per ben 5 giorni ed ha visto la partecipazione di quasi tutti i vescovi della Sicilia, del mondo accademico e di una grande quantità di congressisti, compresi centinaia di medici. Un altro momento forte e irripetibile si è avuto sotto la sua guida quando si è tenuto a Palermo il convegno Nazionale delle Chiese d’Italia con la partecipazione di Sua Santità Giovanni Paolo II, di tanti vescovi e di un popolo festoso e pieno di fede che nel giorno della presenza del Santo Padre ha toccato

la quota di 120mila persone. Ebbene per questo Convegno Sua Eminenza mi ha chiesto se i medici cattolici potevano assumersi la responsabilità di tutti i servizi sanitari della settimana del Convegno. Ho risposto subito sì e con gioia abbiamo presto verificato che i 73 soci di allora erano felici di potere fare il servizio che ci veniva richiesto. Pertanto alla Fiera del Mediterraneo, e inoltre a bordo di grosse navi ormeggiate a Palermo, all’ippodromo come allo stadio pieno al massimo della sua capienza, i servizi sanitari sono stati immediati e appropriati. Sono stati fatti centinaia di Pronto soccorso. Ma l’insegnamento di Sua Eminenza, è pervenuto alle corde dell’anima e si è incarnato nella vita di ogni giorno in questo eterno rapporto tra chi chiede aiuto e chi lo dà. Presiedendo una tavola rotonda di Pastorale della Salute, ebbe a dirci, stimolandoci ad andare avanti che la conoscenza della suddetta Pastorale deve arrivare ad essere conosciuta fin dalle mamme che fanno la spesa. E quando con il passare degli anni Sua Eminenza abitò a Baida, non smise di stare con noi, tanto che le riunioni le facevamo pure dove Lui abitava e dove continuò a insegnarci che Scienza e Fede debbono andare d’accordo per il bene di tutti i nostri malati e che l’Alleanza Terapeutica deve essere la base sulla quale si fonda il rapporto tra medico e paziente. 11


cultura

Simon Eretica del

Scritta nel 1934 torna l’opera Riflessioni dell’ebre L’inteligencija sovietica la condanna al silen

di Giovann

Simone Weil

Ebrea marxista prima, poi ebrea cristiana Simone Weil, intellettuale della Parigi borghese, che l’inteligencija sovietica condanna all’oblio tombale. Ciò nonostante, caduto il muro di Berlino, Simone Weil torna a vivere nella coscienza di filosofi, scrittori, teologi, politologi e sociologi, svelando una profondità di pensiero che la consacra tra le donne più illuminanti del XX secolo. Non icona, bensì specchio dinanzi al quale interrogarsi per constatare se freme ancora nell’io un rigurgito di dignità, che si ribella alla menzogna politica, al sofisma leninista, all’asservimento del proletariato, al genocidio dei vinti. Gli avversari la bollano infréquentable minacciandola di destituzione. Ma lei non teme e accetta lo scontro. Innocente l’idealismo che la pervade, fin dagli anni giovanili, come un drame de conscience de qualité éminente tale da sorprendere Gabriel Marcel e Albert Camus. Epifania di questa interiorità sono gli scritti che accusano i poteri costituiti, tesi alla liberazione degli individui e alla loro catarsi. Opere filosofiche intrise di mistica che, nel contempo, spiegano il cammino verso il mistero del Logos, la sua incarnazione e la grazia operante. Breve la parabola dell’esistenza. Nasce nel 1909 a Parigi, muore nel 1943 a Ashford. Quindi a 34 anni consegna postumo al mondo un patrimonio di idee, che scuote e inchioda, mentre svela i delitti dei tota12

litarismi – comunismo, nazismo, fascismo – di una società nel cui ingranaggio è triturata la concezione stessa dell’uomo, considerato materia utile alla costruzione del progresso. Non corpo, non persona. Lucida la sua analisi della condizione sociale, della borghesia oligarchica e della massa operaia; della voracità dei poteri forti che ingoiano e annientano nel sangue gli oppositori. La sua lotta è eroica. Palpita in lei il sacramento del martirio come necessità di testimonianza, proprio perché non si illude di poter deviare la folle corsa della macchina statale che, a sinistra e a destra, concentra in sé la forza politica, militare, economica, ideologica. Lei constata che lo Stato si identifica in poche figure dittatoriali che controllano il pensiero e l’azione dei più. Mosca e Berlino con Stalin e Hitler schiavizzano milioni di uomini inermi, sfiancati dalla fame, avviliti nello spirito. È l’orgia del potere, che traversa la Rivoluzione d’ottobre fino alla seconda guerra mondiale, l’oggetto di condanna da parte della Weil. La quale nel dramma della storia esperimenta la presenza del Deus absconditus incontrando nella ricerca il Figlio dell’Uomo, verità dell’amore, ragione dell’esistere. Così la filosofa si fa

Una scena del film su Simone Weil: “Le stelle inquiete”

anno XII • n. 10 • 18 dicembre 2011


cultura

ne Weil l Marxismo

ea parigina che accusa l’oppressione comunista. nzio. Ora la sua figura affascina le coscienze

ni Bonanno

teologa con i tratti di Agostino, Pascal e Kierkegaard sublimando l’angoscia in speranza lungo l’itinerario della persecuzione e dell’espatrio, della malattia che la stronca nella pienezza di un pensiero che oggi si rivela chiaroveggente. È merito del Corriere della Sera la pubblicazione del saggio giovanile di Simone Weil Riflessioni sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale. Un atto che intende cancellare la damnatio memoriae decretata dagli intellettuali del sovietismo europeo. Libro denso di problematiche, analisi, ragionamenti concatenati nella visione di uno status quo disperante. Quando la scrittrice termina il saggio ha 25 anni. Con coraggio tratteggia l’immenso ammasso di menzogne che struttura il termine società. Si addentra tre le ombre dei meccanismi di sfruttamento, produzione, scambio, dominio con procedimento filosofico. La sua idea si pone come antideologia che denuda l’impostura dell’asservimento di proletariato e sottoproletariato da parte di una società oligarchica costituita da ministri, generali, scienziati, funzionari, intellettuali che dominano la società nullatenente, di operai e miserabili necessitati a vendersi per fame alla tracotanza dei forti. I quali proclamano d’essere loro la società perché in loro esiste popolo e nazione. La società degli oligarchi è quindi tutta la società. Simone Weil rifiuta questa affermazione sentendone la falsità. La combatte come immonda ideologia mirante alla distruzione di altri poteri. Vige la legge del più prepotente. Di chi deve, per comandare, annientare gli altri. Gli industriali debbono rovinare altri industriali, i militari debbono uccidere altri militari, i governi distruggere altri governi. Vita e morte non contano. Così pensano Stalin e Hitler. Con loro quanti sono parte di un potere oligarchico che deve vincere. La ribellione della Weil si concretizza nell’abbandono dell’insegnamento di filosofia nei licei e nel divenire operaia tra gli operai in fabbrica, trasformandosi in anima delle lotte sindacali. Il libro Riflessioni scopre il gioco cieco della macchina sociale, lo smarrimento delle menti, l’oppressione dei anno XII • n. 10 • 18 dicembre 2011

forti sui deboli. Critica il provvidenzialismo di Marx, la rivoluzione bolscevica, il progresso materialista, il socialismo reale, le dinamiche di un partito teso a sostituire una dirigenza organizzata dello Stato con un’altra consimile. Questa, come la prima, impegnata a riavvilire un’umanità ignara del fattore essenziale della nostra esistenza. Nella prosaicità mascherata la scrittrice conosce cosa sia la borghesia in Europa e quale potere eserciti sulle classi: La forza che la borghesia possiede per sfruttare e opprimere gli operai risiede nei fondamenti stessi della nostra vita sociale. A questa borghesia perbenista subentra una borghesia socialista, che si ammanta di dittatura del popolo, scoprendosi peggiore delle peggiori borghesie dell’occidente, nel momento stesso in cui, dispotica nella sua verità, proclama il dogmatismo messianico. All’ideologia negatrice della libertà Simone Weil si ribella. Per questo la nomenklatura la declassa come eretica e la condanna all’ostracismo. Ma finalmente è giunto per lei il dies resurrectionis. Luminosa alba del pensiero che svetta libero e più ancora canto biblico di una fede che contempla il Logos incarnato.

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mostre

Christo e Jeanne-Claude a Palazzo dei Normanni La collezione Würth presenta numerose opere dei protagonisti della Land Art e di “impacchettamenti” monumentali di Marina La Barbera

Con più di cento opere la Collezione Würth possiede una delle maggiori raccolte al mondo di disegni, collage, oggetti di Christo e della moglie Jeanne-Claude. A Palermo, nella sala Duca di Montalto del Palazzo Reale, è possibile ammirare le loro opere grazie ad una mostra frutto della collaborazione tra il Museum Würth Germania e la Würth italiana. La collezione Würth è nata negli anni Sessanta del XX secolo e comprende più di 14.500 opere prevalentemente di arte contemporanea. Alle risorse della Fondazione Würth e del Gruppo imprenditoriale Würth si deve il parziale finanziamento del restauro della Cappella Palatina, che fa di Würth un moderno mecenate. Christo è uno dei massimi esponenti della Land art la cui caratteristica è il dialogo diretto con la

Christo e Jeanne-Claude - Wrapped Reichstag, Berlino

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natura, concepita come un’immensa tela o come un deposito di materiali da manipolare e trasformare per finalità creative. Il movimento nasce negli anni Sessanta anche per attirare l’attenzione sui sempre maggiori rischi ecologici a cui è esposto il pianeta. Christo è originario della Bulgaria ma nel 1958 si trasferì a Parigi dove fece parte del movimento del Nouveau Réalisme e incontrò la sua futura moglie, Jeanne-Claude, con la quale lavorò fino alla morte di questa nel 2009. L’artista iniziò ad ampliare le sue opere nello spazio su sollecitazione di John Cage e dei componenti del gruppo Fluxus. Dopo essersi trasferito a New York nel 1964 iniziò a lavorare su interi territori naturali. La mostra prevede un percorso iniziale dove sono esposte fotografie dei lavori di Christo e Jeanne-

Claude. Vi sono poi dei barili di petrolio impacchettati: i barili sono tra i primi oggetti con i quali lavora l’artista modificandoli e diventano presto un elemento dominante delle sue opere. Gli imballaggi con lattine e bottiglie sono le odierne nature morte. È proprio con i barili che realizza varie opere basate sul principio della stratificazione verticale a livelli monumentali. Si possono, poi, ammirare i progetti delle sue numerose opere sia in territori naturali che urbani. Nell’autunno del 1970 Christo impacchetta le statue del re Vittorio Emanuele II e di Leonardo da Vinci a Milano con tessuto di propilene fissato con corde di propilene rosso. Vi sono poi i progetti per il Teatro dell’Opera di Sidney del 1969 e per il Pont Neuf. Quest’ultimo, del 1985, è stato realizzato grazie al lavoro di trecento operai e all’utilizzo di 40.876 mq di tessuto di poliammide, dando al ponte una nuova dimensione scultorea. Famosi e suggestivi sono la recinzione continua di Sonoma e Marin Countier in California; la tenda nella Valle Rifle in Colorado; le mura romane impacchettate in via Veneto e Villa Borghese a Roma; la costiera impacchettata nella Little Bay in Australia; l’installazione di ombrelli, quali unità dinamiche tridimensionali, color ocra dorata, che richiamano le colline brune e degli ombrelli azzurri in Giappone, simbolo della rigogliosa vegetazione; le isole circondate di propilene fucsia nella baia di Biscaya a anno XII • n. 10 • 18 dicembre 2011


libri Miami; gli alberi impacchettati in Svizzera che, muovendosi al vento, creavano volumi dinamici attraverso le luci e le ombre. Un’opera che ha attirato milioni di visitatori è stata il Parlamento Tedesco impacchettato; cascate di ricche pieghe verticali ne esaltavano le membrature rivelandone l’intima essenza. Da sempre stoffe e tessuti hanno affascinato artisti di ogni epoca, i rivestimenti delle opere di Christo si inseriscono in questa tradizione classica. Caratteristica delle opere di Christo è l’essere assolutamente provvisorie, l’arte rende, però, permanente ciò che è una creazione effimera. Nel percorso espositivo vi sono anche oggetti impacchettati - un violino, una bicicletta, un tavolo con sedie, un segnale stradale l’occultamento del contenuto stimola chi osserva a indovinare gli oggetti nascosti. Christo e Jeanne-Claude rivoluzionano il modo di concepire l’arte. È difficile stabilire quale sia l’opera, cioè se il risultato finito o il processo di progettazione che lo ha determinato; l’artista, costruendo delle strutture effimere, sfida le modalità consuete della produzione artistica; l’opera, infine, si presenta come un happening che coinvolge un grandissimo numero di persone, mettendo in discussione il concetto stesso di autore. In occasione del cinquantenario della ditta Adolf Würth GmbH & Co.KG, Christo realizzò il progetto Wrapped Floors and Stairways and Covered Windows. Museum Würth, Künzelsau Germany. La mostra è un’occasione veramente unica per ammirare i progetti di un grande artista internazionale che ha lavorato in diverse parti del mondo e le cui opere sono diventate delle icone. anno XII • n. 10 • 18 dicembre 2011

Personaggi della cultura siciliana di Antonio Arnone

Nell’ambito della cultura contemporanea siciliana, in un ruolo di rilevanza nonostante la giovane età, si colloca Vincenzo Pirrotta, attore, regista, autore, drammaturgo, ora anche profondo scrittore. Erede di una linea siciliana drammaturgica illustre in virtù di un plurilinguismo che adoperato nelle sue opere fa intravedere la sua partecipazione ad una figura efficace anche per il teatro italiano, passato di recente alla scrittura, si mostra autore di propri convincimenti come rappresentante dei nuovi autori della drammaturgia italiana contemporanea. Se scorriamo la sua attività teatrale dalla scuola nel 1990 del maestro Cuticchia presso l’Istituto Nazionale del Dramma Antico, agli spettacoli classici tra il ‘90 e il ’96 al Teatro Greco di Siracusa, alle collaborazioni con i più grandi registi e attori del Teatro nazionale, alle rappresentazioni del teatro di sperimentazione con la Trilogia “I tesori della Zisa” e con “Malaluna” che vede protagoniste le città di Palermo e Napoli in un parallelismo mitografico e teatrale delle loro tragedie, con “La ballata delle balate” e poi ancora con il Taoarte e le collaborazioni agli stabili di Catania e Palermo esportate in tutta Europa, vediamo tutte quelle esperienze che adesso si manifestano nella scrittura in un percorso che egli stesso spiega così: “Dopo il mio primo libro che racconta la vita dei pescatori di Favignana fino agli anni settanta, ho avuto poi l’esigenza nella mia attività teatrale, di raccontare le piaghe sociali, morali e umane che attanagliano la nostra città, di raccontare sempre

Vincenzo Pirrotta

in teatro le vicende e i drammi che affliggono il nostro tempo. Queste esigenze e riflessioni mi hanno portato ogni volta alla scrittura di un testo, di vari testi, che hanno girato tutti i teatri d’Europa e che adesso le Università di Messina, Catania e Venezia hanno voluto pubblicare in un unico volume che racchiude: “All’ombra della collina”, “Malaluna”, “La ballata delle balate”, “La grazia dell’angelo” e “Sacre-stie”. Tutti questi testi ora pubblicati – aggiunge ancora Pirrotta – riflettono oltre la mia attività di drammaturgo, anche un’altra fase fondamentale della mia formazione: quella dello studio della tragedia greca con cui ho rappresentato alla Biennale di Venezia del 2004 una riscrittura delle Eumenidi. Posso dire di avere in questo testo riunito le due esperienze drammaturgiche e del teatro di denuncia. A ragione, con Vincenzo Pirrotta è stata sconfessata la profezia che provocatoriamente Vitaliano Brancati aveva argomentato: Palermo mai avrebbe dato origine ad una sua letteratura, ancora più scaturita da un artista palermitano. 15


medicina

L’epidemia annuale Virus influenzale: impariamo a conoscerlo e a prevenirlo di Elisa Tocco

È

cominciata a metà ottobre e si protrarrà fino a fine dicembre la campagna di vaccinazione antinfluenzale 2011/2012. Essa è considerata, da parte del Ministero della Salute, lo strumento principale per prevenire la malattia e le sue complicanze. L’influenza costituisce un rilevante problema di sanità pubblica legato sia alla sua contagiosità che alle possibili complicanze che possono seguire alla malattia, soprattutto per quanto riguarda persone già affette da patologie croniche. Ogni anno determina elevati costi a carico della comunità, sia in termini di spesa sanitaria (farmaceutica e ospedaliera) che di costi sociali, per le assenze dal lavoro, per cure proprie e dei familiari. Cerchiamo di chiarire meglio alcuni aspetti che riguardano l’infezione e la prevenzione da parte del virus influenzale. 1. Che cos’è l’influenza? L’influenza è una malattia provocata da virus influenzali che infettano le vie aeree (naso, gola, polmoni). Non bisogna confondere un’infezione sostenuta dal virus influenzale con quella sostenuta da altri virus (Adenovirus, Rhinovirus…) o batteri che infettando le vie aeree danno sintomi del tutto sovrapponibili a quelli dell’influenza. 2. Come si trasmette? La trasmissione interumana del virus dell’influenza si può verificare per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. 16

3. Quali sono i sintomi? La sintomatologia è molto comune ad altre malattie ed è rappresentata da febbre, mal di testa, malessere generale, mancanza di appetito, dolori muscolari e osteoarticolari, sintomi respiratori (tosse, mal di gola, congestione nasale), congiuntivite. Soprattutto nei bambini si possono manifestare anche sintomi a carico dell’apparato gastro-intestinale (nausea, vomito, diarrea). 4. Quali sono le complicanze? Le complicanze dell’influenza vanno dalle polmoniti batteriche, alla disidratazione, al peggioramento di malattie preesistenti (ad esempio malattie croniche dell’apparato cardiovascolare o respiratorio), alle sinusiti e alle otiti (queste ultime soprattutto nei bambini). 5. Come si cura? In caso di sintomatologia influenzale è opportuno rivolgersi al proprio medico curante. Il trattamento sintomatico e il riposo (per 24-48 ore dopo la scomparsa della

febbre) sono sufficienti nella maggior parte dei casi di influenza non complicata. In genere ci si avvale di una terapia sintomatica attraverso l’uso di farmaci antipiretici (es. paracetamolo), analgesici e antinfiammatori che agiscono sul malessere generale, sulla cefalea e sui dolori muscolari e articolari. 6. Come ci si può proteggere dall’influenza? Attraverso un’accurata igiene respiratoria proteggendo la bocca con una mano o con un fazzoletto durante l’emissione di starnuti e di colpi di tosse. Evitando contatti ravvicinati se ci si sente influenzati. Lavandosi spesso le mani, in particolare dopo essersi soffiati il naso o aver tossito o starnutito. Sebbene tale gesto sia sottovalutato, esso rappresenta sicuramente l’intervento preventivo di prima scelta, ed è pratica riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra le più efficaci per il anno XII • n. 10 • 18 dicembre 2011


medicina controllo della diffusione delle infezioni anche negli ospedali. Attraverso la vaccinazione. 7. Per chi è necessaria la vaccinazione? Soggetti di età pari o superiore a 65 anni. Bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza. Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale. Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano nel secondo e nel terso trimestre di gravidanza. Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti. Medici e personale sanitario di assistenza. Familiari e contatti di soggetti ad

alto rischio. Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani. 8. A chi bisogna rivolgersi per la vaccinazione? Oltre che presso le Aziende Sanitarie Locali (ASL) la vaccinazione viene effettuata, nell’ambulatorio del proprio medico di base e del pediatra di scelta, se questi professionisti hanno stipulato una convenzione in tal senso con Regione o con la ASL. È opportuno informarsi presso il proprio Assessorato regionale alla sanità o presso la propria ASL se tale convenzione è stata effettivamente stipulata.

in breve Si è tenuto recentemente l’ultimo appuntamento domenicale per l’anno 2011 del Melograno Mediterraneo, nella “Piazza delle case popolari di corso Pisani” di Palermo. All’inizio della manifestazione, alcune persone, facenti parte di una organizzazione – a loro dire – autorizzata dal Comune a gestire il quartiere, ritenendo di non essere state preavvisate del comizio, hanno cercato di sabotare l’incontro imponendo il silenzio e addirittura convincendo alcuni cittadini ad allontanarsi. Il generale Pappalardo ha preteso il rispetto dei diritti costituzionali della manifestazione del libero pensiero e alla fine gli stessi abitanti del quartiere si sono astenuti dall’affiancarsi ai facinorosi.

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poesia

L’ultima opera poetica di Silvano Demarchi Riflessioni sulla morte e sull’amore di Giovanni Dino

S

ilvano Demarchi docente e studioso di letteratura e di filosofia uomo di cultura e letterato di grande levatura sempre presente nella scena culturale Nazionale da oltre 50 anni con articoli su Riviste prestigiose e pubblicazioni di opere di saggistica, di poesia e di narrativa e di traduzioni. E poi la notte, è il titolo dell’ultima produzione poetica interamente dedicata alla moglie deceduta di recente. Il titolo del libro, mi ha fatto a lungo pensare… Perché mai i titoli di libri, di film o di altre cose iniziano per congiunzione, come invece ha fatto il nostro poeta, a meno che la congiunzione, come è nella sua radice etimologica, funge volutamente dall’autore, da ponte di riallaccio e di continuazione verso un’altra opera che la precedeva e che quest’ultima ora ne dà il seguito. Infatti, già nel titolo in un delicato eufemismo, prelude l’epilogo di quanto il libro accoglie. In un coraggioso e delicato quanto struggente versificare poche poesie di pochi versi dolorosi e tristi racchiudono l’ultima stagione di Carmina andata via al Padre dopo una lotta contro un male incurabile. Vengono anche incluse alla fine del libro 3 poesie già pubblicate negli anni passati e sono poesie d’amore che oltre ad avere un alto valore poetico sono segno anche di una forte testimonianza di autentica amicizia. Una lunga storia d’amore sembra passare in rassegna in 25 poesie, snelle ma dense di significati, dove ne tracciano tenerezze, ricordi e affetti. 18

Silvano Demarchi

E poi la notte non ha alcuna pretesa di fare una cronistoria tra l’autore e la moglie o della sua sofferenza o del suo trapasso e nemmeno vuole essere un mesto epitaffio con inutili fiori poetici. Ma di sicuro vuole essere un grande e generoso gesto di amore, un amore che nulla ha mai fermato o è riuscito a separare: perché “L’amore è forte come la morte” recita il Cantico dei cantici. Mi piace ricordare alcuni passaggi che magistralmente ha scritto il prefatore, Antonio Crecchia, autorevole scrittore e grande conoscitore dell’opera di Demarchi. “Un alone di cupa tristezza avvolge le pagine di questo significativo e amoroso omaggio ad una donna, ad una affettuosa sposa, ad una tenera madre che, con la sua presenza, il suo sorriso, il suo conforto, la sua intelligenza, il suo amore, ha allietato e resa felice la vita del nostro poeta”. “Se l’oggetto di fare poesia è da ricercarsi nell’evento drammatico della dipartita di Carmina, il soggetto della scena è la Morte, la sua presenza devastante sul piano fisico, psicologico e storico”.

La poesia di Demarchi è sobria schietta senza pennellate di colori sgargianti o di acrobazie retoriche, ma è dotata di una attenta pulizia tipica della poesia classica. Emerge, infatti, dai versi un lirismo puro lontano da forzature formali o correnti letterarie. Le parole che tracciano questo percorso poetico vengono suggerite dall’anima e sono atte a denunciare fatti e circostanze, ma anche l’amore che era tra Demarchi e Carmina. “Le gioie erano comuni/ e il proposito di piacerci/ reggeva ogni azione”. È difficile abituarsi a vivere da solo. Vivere con una persona per tantissimo tempo si va a finire che si diventa un tutt’uno: corpo e anima come ricorda la Bibbia. Ci si abitua l’uno all’altra e viceversa fino a diventare follemente inseparabili e felicemente schiavi l’uno dell’altra e viceversa. La coppia quando è congiunta (nel senso pieno del temine) dall’amore si abitua a non essere più da soli, ma si trova gusto piacere gratificazione a fare ogni cosa in due. Ma il senso di coppia: di uno più uno uguale uno nella matematica dell’amore avviene quando ci si sente sempre in due anche quando si è da soli. Quando i due soggetti, distinti e diversi codificano in ogni respiro che si è squadra: coppia. È quando non si riesce a fare o non si vuole fare nulla da soli se non in accordo e in armonia con l’altra persona che si realizza la coppia. E dopo anni e anni di vita assieme vissuta, partecipata e condivisa, d’un tratto qualcosa viene a spaccare dividere anno XII • n. 10 • 18 dicembre 2011


poesia disarmonizzare il rapporto l’unione l’incantesimo d’amore e dell’amore che fra le due persone si era creato: sprofonda tutto. “Fu come se il cielo/ mi crollasse addosso/ e la terra mi mancasse”. Si capovolge la casa, i giorni non hanno la luce e il senso di prima, il pane non ha più sapore. Non ha senso e gusto più nulla. Ci si sente come offesi umiliati derubati svuotati. Si deve ora fare tutto da soli, spaiato, Ma la cosa più difficile a realizzare è il convincersi che si è rimasti soli e non c’è più la persona che per tantissimi anni ci ha tenuto la mano nei momenti belli ma anche difficili, condividendo primavere e inverni dando il suo conforto dimostrando sempre il suo desiderio di starci vicino a volerci bene. In questo agile libro di poesie, E poi la notte vi è il gioiello dell’anima di Silvano Demarchi il dono più bello che un poeta può fare alla sua donna, e lui ne ha già fatti tanti a Carmina che ora guarda e aspetta dal cielo. “Non la pietosa carità/ dei ricordi/ mi sostiene,/ ma il desiderio di esserti / nel sepolcro accanto…” In un linguaggio quasi colloquiale il poeta affida ai versi ciò che i suoi occhi mai avrebbero voluto vedere: “Perdesti coscienza,/ a poco a poco il tuo respiro/ affannoso cessò. Giacesti/ nella perpetua immobilità della morte…” Chi ha avuto in sorte il vedere morire fra le proprie impotenti braccia la moglie, o vederla ammalata fino a esalare l’ultimo respiro sa quanto è dannatamente doloroso e indimenticabile, una ferocia che continua a non risparmiare, anche in futuro, ricordi e nostalgie… “Ora vivi nei ricordi/ perché è destino/ che ogni umana forma si dissolva”. I pensieri ritornano come rondine torna al vecchio nido, mentre i ricordi come salmoni affrontano flussi e correnti per cercare la fonte dove sono nati come a volerli rivivere. “In sogno cerco il tuo soave volto/ ora che accanto non ti vedo…” La morte tutti sappiamo che cos’è ma la si comincia a conoscere veramente quando entra in casa e prende uno dei nostri cari, rubandocelo per sempre, è lì si fanno i conti con essa si misurano spazi e itinerari e tra l’AVERE e l’ESSERE si fanno ricognizione sui valori della vita. Spuntano lacrime alle pareti e nel silenzio avanzano i tanti perché che nessun saggio sa consolare e nessuna galassia contenere. Si rimane soli senza equilibri, svuotati e nudi, privi di ogni cosa che era di lei e in lei: ma che era anche nostra. E ora che non c’è più affondano le radici della propria anima nel ricordo e nell’assenza: un po’ a cercare consolazione e venti che gonfiano la propria vela nel proseguo dei giorni. anno XII • n. 10 • 18 dicembre 2011

“Nel mondo visibile/ ci muoviamo attaccati alla vita./ E intanto la Morte ci guarda/ con occhi impietosi,/ sorniona prepara lo scacco finale./ Non sa che vantaggioso / sarà per noi il trapasso…” La morte fa paura: ma il disagio vero e il dolore maggiore è per chi resta. La morte mai la temono i santi, gli eroi, non la temono le persone che hanno ben vissuto o che vivono con grande dignità la loro misura umana e spirituale. Scriveva Leonardo da Vinci: “come un giorno ben vissuto dà un felice riposo una vita bene spesa da un sereno morire”. Non si può vivere per sempre, lo sanno anche i bambini, e non è nemmeno virtù accumulare anni sulle ossa: ma è virtù attraversare tutti i giorni della propria esistenza con la coscienza di viverli o di averli vissuti nel rispetto e nell’armonia col prossimo. “E lei verrà con mano scarna/ chiudendomi le palpebre,/ non avrà un soffio il cuore… Affretta gli inesorabili passi./ Ma quando giungi sii dolce/ come il sonno come la notte”. E poi la notte è un messaggio filosofico esistenziale che Silvano Demarchi ci trasmette entro un registro di una rigorosa economia di essenzialità attenta e scrupolosa che dà voce e dignità non indifferente al poeta. 19


volontariato

Canali di speranza L’Ordine delle vedove ha aperto un nuovo capitolo della sua storia di dedizione di Adalgisa Lazzara

L

a continuità degli incontri con i fratelli ospiti nelle carceri dell’Ucciardone ha creato un afflato tra noi e loro. Gli incontri settimanali sono sempre più attesi da loro e noi viviamo questo momento intensamente, in quanto in ciascuno vediamo ancora Gesù sofferente, Gesù scoraggiato, Gesù crocifisso e cerchiamo di alleviare i loro travagli spirituali invitandoli alla preghiera nei momenti di sconforto, perché diciamo loro che la preghiera è la storia di Dio nella nostra storia. Leggendo i messalini che abbiamo donato alcuni compiono delle riflessioni profonde. Hanno compreso che se si convertono, sperano, amano, perdonano rinasceranno a nuova vita e faranno un incontro speciale con il divino comprendendo ciò che dice l’apostolo Paolo: “Io ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura”( Rm 8, 18). La consapevolezza che adesso hanno di essere amati da Dio induce a riflettere sul passato, sui veri valori della vita: La Fede , l’Amore, l’Onestà. Noi per bontà di Dio siamo 20

divenute dei canali di speranza in quei luoghi dove Dio era assente, quasi uno sconosciuto. Il cappellano, per problemi logistici, ha redistribuito le volontarie in sezioni diverse. La nuova sezione è un po’ differente da quella precedente: si deve ricominciare da “sottozero”. Infatti qui i detenuti sono molto più numerosi, più scoraggiati e meno pronti sia all’ascolto della Parola sia all’approccio spirituale. Ma le volontarie spinte da un amore fraterno profondo continueranno ad operare confortate dalle parole di S. Teresa di Lisiex: “Il buon Dio mi ha fatto capire che la sua misericordia non si stanca mai di attendere certe anime” (Manoscritto c). Penso che non ci si debba mai scoraggiare, ma bisogna confidare nella Sapienza di Dio che sarà nostra guida per aiutare questi nostri fratelli sfortunati a cui viene offerto l’amore di cui hanno bisogno. Le volontarie stanno cercando di fornire loro le basi educative essenziali che sono mancate nell’infanzia, nell’adolescenza, nella vita di ogni giorno. Si cerca di far comprendere che il buon Dio si prende cura di tutti soprattutto dei più deboli. Vengono esortati a credere nella grande Misericordia di Dio, a convertirsi e a confidare in Lui, perché vedano i loro problemi sotto un profilo diverso. Solo così la loro vita cambierà e si potrà accendere nei loro cuori quella luce divina che è stata offuscata dal peccato. Molte volontarie fanno parte dell’Ordo Viduarum: noi preghiamo tanto per tutti ma soprattutto per le vocazioni . Abbiamo formato

l’apostolato denominato “Girasole” che consiste nel recitare l’Angelus alle ore 12 o di pregare con un Pater, un Ave, un Gloria per la santità dei presbiteri, per le vocazioni sacerdotali e per le vocazione dei religiosi e delle religiose. Poco tempo dopo la nostra presenza nelle carceri abbiamo distribuito la “immaginetta” del Buon Pastore ai nostri fratelli ospiti e a tutti i secondini che man mano incontravamo e li invitavamo a pregare per nuove vocazioni nella Chiesa e per la santità dei sacerdoti. Noi continueremo a pregare per le vocazioni sperando che in un luogo pieno di sofferenza Dio posi la Sua mano benigna su qualcuno di loro e donando la grazia del sacerdozio!... L’apostolo Paolo infatti ci incoraggia: “Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia” ( Rm 5,20 ). Noi ci speriamo anche perché qualche piccolo frutto si sta vedendo. Nella sezione precedente i fratelli sono diventati rispettosi tra di loro e si aiutano e stanno comprendendo che amare Dio è la gioia più grande della vita. Uno di essi ha scritto un breve messaggio firmato che riportiamo integralmente. Ai ragazzi che in questo momento sono con voi, dedico una frase, sperando ne facciano tesoro: Anche se davanti al mondo apparite dei falliti, se però avrete conservato la fede siete dei vincitori, perché chi ha Dio ha tutto anche se non ha nulla, mentre chi non ha Dio è un infelice, un miserabile, un povero cieco e nudo, anche se possedesse il mondo intero. anno XII • n. 10 • 18 dicembre 2011


l’opinione

Alzando il sipario del carcere Nelle celle sovraffollate dell’Ucciardone e di altri penitenziari agonizza la speranza di Elisa Circo

N

onostante l’esistenza di un ampio quadro legislativo a favore del recupero delle persone detenute, il carcere rappresenta molto spesso lo spegnitoio che soffoca la fiamma della speranza insita in ogni uomo. Il nodo problematico e identificativo comune alla gran parte degli istituti italiani è il sovraffollamento che ha raggiunto livelli intollerabili. L’art. 27 recita: “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. I detenuti vivono in una condizione non facile così che parlare di “umanità” e di “rieducazione” è pura mistificazione. È fin troppo ovvio che lo Stato democratico ha il dovere di punire i cittadini che commettono reati, ma non lo è altrettanto quando si arroga il diritto di torturarli, sia in termini fisici che psichici. Il sovraffollamento è una tortura? Provate a chiederlo a chi vive in una cella angusta e lurida, gomito a gomito con altri dieci individui in spazi che potrebbero al massimo contenerne 4 o 5. Diventa anche una tortura vivere in una cella umida carente di pulizia,

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vetri rotti, senza doccia o con doccia con acqua fredda anche d’inverno, senza riscaldamento. Quando un uomo viene istituzionalizzato, non solo viene privato della propria libertà e delle proprie esperienze relazionali, ma viene anche passivizzato: non può disporre liberamente dei propri beni personali oltre che di se stesso, viene continuamente sorvegliato e

privato di ogni autonomia. Varcato il portone del carcere, l’uomo non è più un individuo, ma è una cosa. Il riconoscimento del valore della dignità umana del carcerato è il primo passo verso percorsi altamente educativi. Se il recluso continuerà ad essere considerato mero destinatario di un intervento giuridico e non soggetto capace di scelte responsabili, la detenzione non rappresenterà un’esperienza educativa che rinvigorisce e alimenta la speranza placata del detenuto. Un carcere che umilia e schiaccia l’uomo senza preoccuparsi del recupero della persona non contribuisce a risolvere il problema della criminalità. La pena non è concepita come un male da contrapporre ad un altro male, ma come un processo positivo di risanamento del rapporto personale e sociale spezzato, perché continuando su questa filosofia il carcere è e rimarrà un’istituzione diseducativa. Inchiodante la riflessione di Giovanni Paolo II: “Nessuna punizione può mortificare l’inalienabile dignità di chi ha compiuto il male”.

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televisione PALINSESTO TELEREGINA dall’16 al 23 Dicembre 2011 Venerdì 16 Dicembre (CTS)

ore 21.45: Jesus Christ Superstar - 2a parte Sabato 17 Dicembre (CTS) ore 11.15: Oltre il fatto

ore 11.35: Vangelo di domenica 18/12/2011 ore 11.37: Parlerò al tuo cuore

ore 11.39: Cristo in frontiera

ore 12.09: I siti archeologici di Solunto e di Segesta (doc.) Sabato 17 Dicembre (IN TV - Sky 882)

ore 21.00: Vangelo di domenica 18/12/2011

ore 21.02: Parlerò al tuo cuore

ore 21.04: Cristo in frontiera

ore 21.34: Sfogliando CNTN

ore 21.49: La favola delle api

ore 21.49: Piccole grandi invenzioni - La bussola Domenica 18 Dicembre (CTS)

ore 11.30: Santa Messa dalla chiesa Maria SS. del Carmelo ai Decollati - Palermo (diretta)

Domenica 18 Dicembre (IN TV - Sky 882)

ore 11.30: Vivo come la polvere - 1a parte

ore 12.27: Conoscere Palermo - Il presepe di pane artistico

ore 12.53: Due chiese a confronto (documentario) ore 21.00: Dai bimbi… per i bimbi

ore 21.54: Dall’orto alla tavola Lunedì 19 Dicembre (CTS)

ore 11.10: Sfogliando CNTN

ore 11.25: Oroscopo come bussola ore 11.29: Oltre il fatto

ore 11.49: La favola delle api

ore 11.55: Piccole grandi invenzioni - La bussola Martedì 20 Dicembre (IN TV - Sky 882) ore 20.30: Oltre il fatto

ore 20.50: La favola delle api

ore 20.56: Cristo ligneo di Buonarroti Mercoledì 21 Dicembre (CTS)

ore 18.20: Un probabile sindaco - Antonio Pappalardo

ore 18.39: Conoscere Palermo - Il presepe di pane artistico

ore 19.05: Progetto Egadi (documentario) Venerdì 23 Dicembre (CTS)

ore 21.45: Conoscere Palermo - Il presepe di pane artistico

ore 22.15: Un probabile sindaco: Antonio Pappalardo ore 22.34: I nuovi italiani - Sri Lanka

I programmi potrebbero essere soggetti a variazioni.

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Un probabile sindaco Su Teleregina un approfondimento sulle prossime ammnistrative a Palermo di F. S.

Si avvicinano le elezioni amministrative a Palermo. È naturale che ci sia fermento, per il naturale avvicendamento sulla poltrona di primo cittadino del capoluogo, dopo 10 anni di amministrazione di Diego Cammarata, da molti considerata infelice. Per l’occasione, Teleregina ha in programma una serie di interviste, dal titolo “Un probabile Sindaco” con i candidati sindaci, dove ognuno degli esponenti politici ha la possibilità di esporre il proprio programma e i propri intenti per la città di Palermo. In questo momento di caos, sia a livello nazionale, che regionale, che locale, è importante per la società civile avere le idee chiare su chi dovrà guidare la città. In questo momento gli schieramenti sembrano piuttosto eterogenei e con contrapposizioni anche al loro interno. L’obiettivo di “un probabile Sindaco” è proprio quello di far parlare i candidati di programmi anziché di tattiche e schieramenti come si fa solitamente. Si comincia il 21 dicembre su Cts alle 18.20.

Un abbonamento per i detenuti Con la vostra offerta potete sottoscrivere un abbonamento da mettere a disposizione dei carcerati. L’iniziativa di alto valore umano merita di essere conosciuta e diffusa. Chi fosse interessato può versare l’importo sul conto corrente postale n. 12372983 intestato a Associazione CIELI NUOVI TERRA NUOVA, via Decollati 2/C, 90124 Palermo “Abbonamento carcerati”

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BAR

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arancina

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BAR - PASTICCERIA - GELATERIA - ROSTICCERIA GASTRONOMIA A Mondello in via Regina Elena - Tel. 091.6843026 - 091.7524607 A Palermo in via A. De Gasperi, 237 (ang. P.zza Europa) - Tel. 091.517682 Via Lincoln, 15 - Tel. 091.6167242 Palermo Via Roma, 252/254 (accanto al Biondo) - www.bartouring.it

(Ang. Via Marchese Ugo) Fabio Velardi Edicole Viale Regione Siciliana Damiani M.Rita Pipi Alberto Via Terrasanta, 5 (Angolo Via Perpignano) C.so Calatafimi, 327 Giò Libri Dario Badalamenti Attività commerciali di Giuseppe Mercurio Via G.F. Ingrassia Articoli e oggetti sacri Via Duca della Verdura Bruno Maurizio Rosa Maria Cerniglia E. Calò Via Lincoln, 124 Villabate Marco Mercurio Cori David e Carmen Richichi Associazione Esperanza Via F. Laurana Calata S. Erasmo Via Magione, 44 Edicola Lino Capizzi Orefice Nino Scrima Via Don Orione Piazza G. Cesare Via Magione Rosetta Abatangelo Vincenzo Di Bella Gazebo CNTN Via Marchese di Villabianca, 111 Via Roma Piazza Marina Libreria Mercurio (Accanto posta centrale) Libreria Paoline Via M. di Roccaforte, 62 Giovanni Serra C.so Vittorio Emanuele, 456 Ciulla e Cannella Via Cavour Pasticceria Amalia Rimedio Bar Via Cirrincione Catalano Francesca Via P.pe di Palagonia, 2/F giornali Rivendita Via E. Amari Libreria Articoli Sacri Claudia Amica Siddiolo Giampiero LDC, di Lombardo Piazza dell’Esedra Via Roma Via A. Siciliana, 16/D Lidia Monsignore (Ang. C.so Vittorio Emanuele) Erg area servizi carburanti Via E. Restivo, 107 Ferrara Angelo Via M. Marini, 435 Da Silvio Via Ruggero Settimo New Generation Marineo (Pa) Edicola Mercurio Via Lincoln, 125 Francesco Luigi Cuccia di Antonia Siddiolo Via F. Laurana, 79 L’edicola di A. Cappello Sedi Istituzionali 90143 Palermo Via Vaglica (Piazzale Ungheria) Facoltà Teologica Edicola Resuttana dal 1920 Testagrossa Corso V. Emanuele, 463 Via Resuttana, 243 Via P. Calvi (Loredana Ferraro) Pirrone Antonino D’Amico Domenico e Biblioteca d’Arte Galleria Piazza Verdi Via Dante, 78 Studio 71 F.M. Scorsone Mario Cassano Giovanni Cricchio Via Fuxa, 9 Via De Gasperi 237 Via Notarbartolo

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Chiese

Maria SS. del Carmelo ai Decollati Via Decollati, 2C Basilica SS. Trinità alla Magione Via Magione S. Giovanni dei Napoletani Corso Vittorio Emanuele Santa Caterina da Siena Via Garibaldi S. Cristoforo Via S. Cristoforo (Via Roma di fronte la Standa) SS. Crocifisso Via Ciaculli Borgo della pace Baucina (Pa)

Privati

Lidia Castellana C. Vitt. Emanuele, 547 - Villabate Micale – Badalamenti Via M. Cipolla, 106 Salvo Di Lorenzo Via Fiduccia, 11 - Villabate Caterina Gaglio Largo Hilton - Villabate

Ospedali

Ospedale Cervello (interno bar) Buccheri La Ferla (interno bar) Clinica La Maddalena (interno bar)

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