3 – Ricostruzione dei climi del passato (Clima e cambiamenti climatici)

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Periodicità submillenarie registrate nei sedimenti marini degli ultimi 2000 anni (Tirreno orientale) F. Lirer, M. Sprovieri, N. Pelosi, L. Ferraro Istituto per l’Ambiente Marino Costiero, CNR, Napoli, Italia fabrizio.lirer@iamc.cnr.it SOMMARIO: Uno studio ad alta risoluzione eseguito su depositi marini tardo olocenici carotati sul margine orientale del Mar Tirreno ha permesso l’individuazione attraverso lo studio di serie storiche di cicli submillenari legati alle variazioni dell’attività solare. Il confronto tra le serie temporali di Globorotalia inflata, di Total Solar Irradiance (TSI) e di ∆14C, mostra una forte similarità in termini di fluttuazioni nel tempo. In particolare, i classici periodi freddi registrati nell’emisfero settentrionale (Dalton, Maunder, Spörer e Wolf) e associati a diminuzione dell’attività solare corrispondono a valori alti in % di G. inflata e viceversa. Inoltre, attraverso sofisticate analisi statistiche condotte su i diversi proxy sono state individuate periodicità di ~200 anni (cicli di Suess) e di ~500 anni attribuibili alle variazioni dell’attività solare. Questo dato supporta l’ipotesi che fluttuazioni centenarie dell’intensità solare hanno un controllo primario sulla distribuzione temporale delle associazioni a foraminiferi planctonci del Mediterraneo.

1 IL PROBLEMA SCEINTIFICO Nel corso dell’ultimo decennio si è registrato un notevole progresso delle conoscenze sul paleoclima dell’Olocene e sulle complesse relazioni che governano le variazioni climatiche a varie scale temporali. I dati provengo principalmente dalle carote di ghiaccio GRIP e GISP2, che hanno fornito un eccellente record annuale relativo a forzanti climatiche locali e globali e da record terrestri che hanno permesso di ricavare informazioni riguardo alla risposta climatica di ambienti continentali. Al contrario, gli studi paleoclimatici di alta risoluzione (a scala sub-centenaria) su sedimenti marini di età Olocenica risultano ancora pochi per due principali ragioni: i) le successioni studiate sono rappresentate prevalentemente da sequenze sedimentarie in facies pelagiche, con basso potenziale di risoluzione temporale e ii) l’ambiente marino è tradizionalmente ritenuto per la complessità e non linearità dei processi fisici e biochimici associati alle variazioni idrodinamiche della colonna d’acqua - poco adatto a registrare in maniera diretta ed evidente le varia-

zioni climatiche minori e/o di alta frequenza. Data la natura delle forti interazioni tra sistema oceanico e atmosfera, risulta difatti necessaria un’accurata indagine sull’evoluzione delle principali variabili idrografiche del sistema oceanico per una corretta comprensione dei meccanismi climatici attuali e futuri. In questo contesto, il Mediterraneo in quanto bacino marino semichiuso con ben definiti meccanismi e budget di scambio di acque con le aree continentali adiacenti e con l’oceano aperto, è considerato un laboratorio naturale per lo studio degli archivi climatici registrati nelle successioni sedimentarie del tardo Olocene. Inoltre, la sua stretta relazione con masse continentali influenzate da processi climatici diversi permette di documentare fenomeni evolutivi del clima a scala globale. Lo scopo di questo lavoro è quello di studiare record marini con elevati tassi di sedimentazione (Mar Tirreno orientale) al fine di riconoscere nell’associazione a foraminiferi planctonici specie che possono registrare oscillazioni, a scala centenaria, legate alle variazioni dell’attività solare.

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