
19 minute read
DIALOGHI Luigi Saporito
Luigi Saporito appassionato di terra e ambiente fin dai tempi della scuola media
GESTIRE LA VITA DI UN’OPERA
Advertisement
Penso che gli interventi in Project Financing non possano essere considerati come segmenti separati tra costruzione e gestione. È una sorta di “economia circolare” dove il compito di chi rimarrà a gestire è anche quello di dare input progettuali fondamentali per la gestione dell’intero ciclo di vita dell’opera.
Questo richiede una visione molto ampia,
multidisciplinare, e soprattutto a lungo termine
SOPRA Luigi Saporito
Ciao Luigi, ci hanno detto che sei l’unico Geologo di CMB: cosa ti ha spinto a scegliere questo percorso di studi? Che tipo di lavoro immaginavi da studente?
La Terra e l’ambiente in cui viviamo mi ha appassionato fin dai tempi della scuola media, arrivato alle scuole superiori le mie inclinazioni hanno avuto un’ulteriore spinta e immaginavo di poter diventare un ingegnere ambientale. Durante il periodo scolastico, nei pomeriggi e il sabato, lavoravo nello studio tecnico di mio zio, un ingegnere della mia città di origine: in quell’occasione ho maturato la convinzione che per essere un bravo ingegnere prima bisogna essere un geologo. Tutto quello che riusciamo a realizzare, infatti, viene sempre dalla Terra (materie prime, energia, tecnologia) e trova collocazione nella stessa Terra, da cui ha avuto origine, ma con un impatto che può essere devastante (frane, alluvioni, terremoti, inquinamento). Essere un geologo ti permette di avere una visione completa di tutto ciò che l’uomo crea e di cui fa parte: per questo motivo sono diventato un geologo ambientale.
Hai avuto altre esperienze prima di arrivare in CMB?
Per quattro anni ho fatto il geologo in libera professione, dedicandomi quasi interamente a consulenze per progetti naturalistici di cui uno all’estero. Prestavo grande attenzione allo studio dell’impatto ambientale, che per quegli anni però era quasi un’eresia: mi sono ritrovato emarginato dal contesto generale ancora proiettato verso l’era consumistica e che spesso richiedeva figure professionali volte a sfruttare al massimo la spinta economica del momento, ignorando totalmente gli effetti negativi sull’ambiente e, quindi, sull’economia di lungo periodo.
Quale strada ti ha portato in CMB?
Conclusa l’esperienza da geologo e non avendo mai perso i contatti con il lavoro in cantiere, nel 1999 sono stato assunto da un’impresa medio-piccola che aveva acquisito due commesse in Emilia-Romagna: una a Carpi e una a Modena. Nei due anni e mezzo di permanenza in zona, CMB approvvigionava i miei cantieri attraverso il magazzino edile, per cui spesso mi capitava di passare in sede per saldare i conti aperti, ma non avrei mai potuto immaginare che via C. Marx 101 potesse diventare la mia sede di lavoro. Qualche mese prima del trasferimento e ormai proiettato verso un ritorno nella mia amata Sicilia, mi è capitato di leggere il giornale e mi ha incuriosito un annuncio relativo alla ricerca di figure professionali da parte di una grande impresa nel settore delle costruzioni. Ho preso nota e manifestato interesse: dopo pochissimi giorni fui contattato da Paolo Zaccarelli per un colloquio conoscitivo. Ho sconvolto tutti i miei piani e mai avrei immaginato che da un colloquio conoscitivo mi potesse arrivare una proposta di lavoro. Dopo due notti insonni, ho deciso di provare questa nuova esperienza e il 2 settembre del 2002 fu il primo giorno di lavoro in CMB.
Come si è evoluto il tuo ruolo all’interno di CMB? Quali sono state le principali esperienze fatte?
Ho iniziato da direttore di cantiere seguendo due cantieri vicini alla sede: il primo fu l’edificio direzionale dove oggi si trova il punto ristoro CIR, che poi ho frequentato come mensa
Luigi Saporito Unico Geologo di CMB, è entrato 19 anni fa come direttore di cantiere. Oggi è direttore tecnico di società SPV che si occupano delle manutenzioni e della gestione dei servizi in ospedali realizzati in Project Financing

aziendale; il secondo è stato un intervento immobiliare a Rolo. Presto si aggiunsero altri cantieri di diversa tipologia, tutti in aree limitrofe a Carpi. Nel tempo il raggio di spostamento dei cantieri aumentava e mi sono ritrovato in Veneto e successivamente a Trieste, con distanze sempre maggiori dalla sede che, insieme a importanti problemi di salute e alla nascita di mio figlio, diventavano un ostacolo quasi insormontabile da gestire.
Qual è stato il percorso in CMB che ti ha portato ad arrivare alla Divisione Project e Servizi?
In realtà non era stato programmato: seguivo con interesse le attività della Divisione Project e Servizi, soprattutto dopo l’esperienza, molto positiva dei servizi di manutenzione presso le stazioni ferroviarie. Nel periodo di crisi seguito al 2009, con contratti di solidarietà e scarsità di commesse, mi fu proposta una alternativa a quello che si prospettava come un periodo di scarsa attività dei cantieri. Era la concessione in Project Financing degli ospedali di Verona dove CMB ha tuttora il ruolo di capogruppo della Società di Progetto (SPV), nell’ambito del quale avrei potuto fare una nuova esperienza in un settore molto variegato e molto diverso dai cantieri di costruzione. Per me un mondo tutto nuovo dove ripartire da zero, ma pensai che questa nuova avventura lavorativa potesse offrirmi nuove opportunità in ambiti mai esplorati prima. In appena dieci minuti avevo nuovamente cambiato percorso. Da quel giorno sono passati più di otto anni.
Cosa significa arrivare quando gli altri “se ne stanno andando” dopo aver realizzato la costruzione e mettere in moto macchine complesse come le gestioni e le manutenzioni negli ospedali?
Gli interventi in Project Financing, a mio avviso, non possono essere considerati come segmenti separati tra costruzione e gestione. È una sorta di “economia circolare” dove il compito di chi rimarrà a gestire è anche quello di dare input progettuali fondamentali per la gestione dell’intero ciclo di vita dell’opera. Questo richiede una visione molto ampia, multidisciplinare, e soprattutto a lungo termine, dato che sull’intero progetto il cantiere rappresenta solo una piccola frazione temporale dell’intervento.
LA TERRA COME PASSIONE
Osservando mio zio lavorare, durante il periodo scolastico, ho maturato la convinzione che per essere un bravo ingegnere prima bisogna essere un geologo. Tutto quello che riusciamo a realizzare, infatti, viene sempre dalla Terra (materie prime, energia, tecnologia) e trova collocazione nella stessa Terra, da cui ha avuto origine
Quali sono le principali criticità legate alla gestione dei servizi?
La gestione dei servizi è caratterizzata da una moltitudine di fattori e di eventi non prevedibili, esattamente come i terremoti, che in un dato posto ed in un momento qualsiasi possono manifestarsi e determinare conseguenze anche molto gravi. La mole di dati e di informazioni da gestire per la diversa e specifica natura dei vari servizi richiede un approccio sistematico, multidisciplinare, interamente coordinato ma con capacità di problem solving in tempi ristrettissimi. Per dare un’idea numerica di alcune attività, in un anno dagli Ospedali Borgo Roma e Borgo Trento di Verona, arrivano una media di 60mila tra richieste di intervento e segnalazioni, tutte gestite digitalmente attraverso un contact center, per ciascuna delle quali viene generata una tracciabilità completa dal momento della richiesta alla verifica finale sull’esecuzione dell’intervento da parte del committente. La gestione e la registrazione di tali eventi ha richiesto lo sviluppo di un sistema informativo che consente una completa gestione digitale delle attività: esecuzione, consuntivazione; archiviazione; controlli qualità e analisi di indici di performance che certificano il livello qualitativo delle prestazioni erogate. Il numero di operatori coinvolti (circa 500 in tutto) determina un livello di complessità elevato nel quale CMB svolge un ruolo di coordinamento fondamentale per il raggiungimento del risultato.
SVILUPPO PROFESSIONALE
Cantieri e uffici in dialogo grazie alla formazione
Attraverso un percorso di narrazione e confronto tra i dipendenti, guidato dalle consulenti di ILSChange, sono nate riflessioni e parole-chiave per guidare i comportamenti comuni. Il risultato è una visione futura per fare crescere CMB
Di Moira Masper e Anna Traini / Foto di Simon Cesari
Con il percorso formativo rivolto al personale amministrativo della sede di Carpi ha preso il via un processo di sviluppo che ci aiuterà a creare connessioni e collaborazione, potenziare relazioni per lo sviluppo sostenibile di CMB, in sinergia con il nuovo piano industriale. Abbiamo voluto iniziare da una connessione particolarmente significativa: quella tra le persone che lavorano in cantiere e le persone che lavorano nell’ufficio amministrativo. Come si crea una connessione? Prima di tutto incontrandosi, una prima volta in Teams e una seconda in presenza, in visita al cantiere dello Shopville Gran Reno di Bologna.
Per i partecipanti l’esperienza è diventata un’occasione per conoscere la fatica, le difficoltà e i problemi specifici gli uni degli altri, per confrontarsi su possibili miglioramenti nei quotidiani scambi lavorativi, per scoprire l’orgoglio di collaborare, ognuno a modo proprio, a progetti significativi per realizzare opere eccellenti e per riconoscere la vicinanza ai colleghi che, seppur distanti fisicamente, condividono l’appartenenza alla cooperativa, sperimentando in questa forma, autentica e immediata, il rispetto e l’attenzione per le persone che la costituiscono.
All’emozione dell’incontro e della reciproca scoperta si è aggiunto il percorso cha ha aiutato le persone dell’ufficio amministrativo a trasformare l’esperienza fatta in una visione possibile per i prossimi anni, all’insegna della possibilità di creare insieme la CMB del futuro. Con l’aiuto di due consulenti, Moira Masper e Anna Traini, attraverso un percorso di narrazione e confronto in piccoli gruppi, sono nate riflessioni, parole-chiave per guidare i comportamenti comuni, piccoli testi che contengono tanta esperienza e tanto calore di chi cerca sempre di dedicare al suo lavoro le energie migliori, anche quando viene coinvolto in attività spiazzanti e fuori dagli schemi abituali. Ne è risultata una visione del futuro all’insegna di tre nuove parole: reciprocità, come capacità di mettersi nei panni degli altri colleghi, per comprenderne la realtà lavorativa nel concreto e non basandosi solo sulle proprie congetture; crescita, in CMB si cresce sia professionalmente sia umanamente ed evoluzione perché del futuro già si intravede il cambio generazionale e lo sviluppo tecnologico. Utilizzando una metafora nata dagli esercizi, CMB è come una grande nave, certamente le acque in cui naviga non sono tranquille, ma procede spedita grazie alla forza del suo motore, i cantieri, e al lavoro dei marinai,
LE AUTRICI

Moira Masper e Anna Traini
Moira Masper e Anna Traini sono le co-founder di ILSChange Imagination Leads To Success. Insieme si occupano di metodologie che integrano strumenti organizzativi, immaginazione, pensiero creativo e comunicazione in processi di cambiamento ed evoluzione per team e organizzazioni.
Riuscire a immaginare il nuovo è il primo passo per farlo accadere. Il secondo è crearlo insieme



SOPRA Alcuni momenti della visita allo Shopville Gran Reno di Bologna
la sede, e di tutto il resto dell’equipaggio e dei comandanti. Ma si muove seguendo una stella polare che è fatta di piani, progetti e soprattutto valori, che rendono CMB in grado di crescere, senza perdere ciò che la identifica di più, il suo stile, il modo di fare che porta a pensare, anche nelle fatiche quotidiane, ‘che bello lavorare in CMB’, con consapevolezza.
In un esercizio d’immaginazione, Lettera dal futuro, abbiamo provato a proiettarci tra cinque anni, a raccontare fatti e sviluppi che hanno caratterizzato il futuro prossimo:
“Cari colleghi, ricordo ancora quelle giornate di formazione che abbiamo fatto insieme cinque anni fa, quanta acqua sotto i ponti è passata! Quei pomeriggi, non pensavo potessero essere così utili, invece da quel giorno in poi, finita la pandemia, abbiamo iniziato e conoscere meglio tutti i cantieri, non solo quello del centro commerciale di Bologna (che bello, adesso è finalmente terminato con all’ingresso una targa con il nostro marchio!); siamo perfino andati a visitare sul campo i cantieri della Danimarca... che avventura! Questi tour mi hanno fatto sentire ancora più parte di CMB e mi hanno dato ancora più stimoli per impegnarmi nel mio lavoro d’ufficio. Le persone passano ma la cooperativa resta come una città che nasce, cresce, si evolve e se ben amministrata ha vita eterna”.
PAROLA CHIAVE
Grandi temi in poche parole
ALESSANDRO BULGARELLI
Direttore Amministrazione di gruppo
Il corso formativo è stato molto apprezzato dall’ufficio amministrazione, in particolare si è avuta l’occasione di confrontarsi direttamente con i tecnici sulle reciproche funzioni ed esigenze, a dimostrazione della stretta interconnessione delle diverse attività aziendali. La visita al cantiere Gran Reno è stata particolarmente gradita e devo ringraziare Claudio Camellini e i suoi collaboratori per la disponibilità offerta. Speriamo di ripetere esperienze analoghe in futuro.
DARIO GHEDINI
Direttore del cantiere Shopville Gran Reno
Bellissima opportunità per avvicinare due mondi divisi per professionalità e competenze ma uniti nella medesima causa. Da un lato il mondo degli amministrativi più legati alla prassi, alle regole, alla stanzialità dei luoghi e delle situazioni; dall’altra il mondo del cantiere nel quale, nonostante si lavori per industrializzare i processi, a volte capita di improvvisare e uscire dagli schemi. Quando i mondi si avvicinano a cercano di capirsi è sempre un’esperienza fondamentale.
PAOLO ZACCARELLI
Direttore Risorse Umane e Organizzazione
I temi della collaborazione e della condivisione degli obiettivi sono sempre più importanti per il raggiungimento degli scopi di una organizzazione e questa esperienza ne è stata la conferma. Sono stati “messi assieme” generazioni, professionalità, processi e contributi diversi, ma tutti indispensabili.
TESTIMONIANZE
Tra le baracche e i rumori del cantiere partecipazione e condivisione rafforzano l’attività aziendale

L' esperienza della visita al cantiere Gran Reno di Bologna è stata vissuta con curiosità e sorpresa. Curiosità per chi si trovava per la prima volta a muovere passi tra baracche, rumori, enormi strutture ed esigenze organizzative estremamente complesse, sorpresa per l’accoglienza attenta e generosa. Tutto ha mostrato quanto la partecipazione e la condivisione siano capaci di rafforzare l’attività aziendale. Ecco come i partecipanti hanno raccontato la visita al cantiere:
“Non ci siamo sentiti ospiti ma abbiamo provato un senso di familiarità nonostante siano colleghi con i quali non abbiamo a che fare quotidianamente e non ci aspettavamo così tanto entusiasmo, enfasi e motivazione nello svolgere il loro lavoro, nonostante sia pesante fisicamente e mentalmente”.
“La visita in cantiere non è stata una completa sorpresa dal punto di vista cantieristico, sapevamo cosa trovarci davanti anche se questo è un cantiere veramente grande e complesso. Ciò che ci ha colpito è stato lo spirito collaborativo e organizzativo dei colleghi di cantiere, la capacità di affrontare le problematiche giornaliere in un cantiere complesso e in continuo movimento. Basti pensare che il cantieramento si trova sul tetto; o al il difficile stoccaggio dei materiali; la logistica; la complicazione di dover chiudere e riaprire in continuazione negozi per renderli accessibili per la vendita al pubblico. È stato bello vedere, nonostante tutto, l’entusiasmo dei colleghi nel mostrarci il “loro” cantiere, e per “loro” intendo l’orgoglio e la consapevolezza che è un grande e difficile cantiere ma che nonostante tutto riescono a mandarlo avanti”.
“Questi incontri sulla carta e su Teams possono e dovrebbero essere le fondamenta per il futuro. Un modo per affrontare e risolvere le problematiche in una maniera diversa da quella usata finora. Da questi incontri abbiamo “portato a casa” maggior consapevolezza del lavoro altrui e il conseguente rispetto. Auspichiamo che nel futuro i metodi utilizzati in questo “esperimento”, possano essere spunto per un maggior dialogo tra cantiere e amministrativi. Non dobbiamo perdere di vista l’obiettivo comune e quindi invece che lavorare ognuno per il proprio settore, unire le forze per raggiungere lo stesso fine in maniera soddisfacente e alleviando il lavoro reciproco”.
“In virtù di ciò, contraccambiamo invitando i colleghi a una visita presso i nostri uffici. Sarebbe piacevole e utile poter mostrare anche il nostro lavoro e cosa comporta, siccome siamo tutti parte di un unico sistema e tutti essenziali per raggiungere uno scopo comune”.
“Vogliamo recuperare un vecchio slogan che ci sembra ancora attuale: cambiare per restare se stessi. Cambiare il nostro modus operandi a favore di una crescita personale e di un maggior incontro con i colleghi non dimenticandoci appunto che siamo una sola grande impresa con un unico fine comune. Il messaggio che vorremmo lanciare e che dovremmo condividere e cogliere tutti quanti è collaborazione e disponibilità reciproca perché siamo tutti sulla stessa barca e perciò remiamo insieme!”.

MILANO
APPUNTAMENTO ANTICIPATO ALL’EDIFICIO D
A Milano con la riqualificazione dell’area urbana a ridosso dell’ex scalo ferroviario di Porta Romana nasce un nuovo business district. Il complesso realizzato per Covivio Development Italia è disposto su nove piani con annessa area privata aperta al pubblico
AMilano sta nascendo un nuovo business district nella zona sud della città. CMB lo sta realizzando per conto di Covivio
Development Italia – Buil-
ding D, che sarà destinato al settore terziario. Il design di progetto è di ACPV Antonio Citterio Patricia Viel. Il complesso, in consegna anticipata in questi mesi, rappresenterà un nuovo tassello nella riqualificazione dell’area urbana a ridosso dell’ex scalo ferroviario di Porta Romana.
Il cantiere “Covivio - Building D” è stato avviato a febbraio 2020 e subito interrotto a causa delle chiusure delle attività lavorative per via della pandemia Covid-19. In quel breve periodo sono state realizzate solo opere di cantieramento. Solo a primavera inoltrata, con tutte le difficoltà del caso, si sono avviate le vere attività di costruzione, e nonostante il secondo lockdown e la grave crisi internazionale per la reperibilità di alcuni materiali da costruzioni, il know-how consolidato da anni di CMB ha permesso di garantire al cliente la conclusione dei lavori prevista.
L'edificio sorge nella zona sud-est di Milano e ospiterà rinomate aziende tra le quali Boehringer, Amplifon, Orsero, Louis Vuitton, Mars
IL PROGETTO L'edificio si presenta come la composizione di due volumi
I DUE VOLUMI Il primo è costituito da una piastra su tre livelli di altezza massima 16,85 m. Il secondo è 25x80 m ed è sostenuto da strutture in carpenteria metallica
A oggi i piani sono stati venduti a primarie aziende quali Boehringer, Amplifon, Orsero, Louis Vuitton e Mars e sono in corso valutazioni di varianti di fit out degli interni.
A maggio 2021 CMB ha vinto la gara del lotto adiacente per le opere di demolizione delle strutture in elevazione ed interrate dei fabbricati precedentemente demoliti, opere strutturali in c. a. per il contenimento degli scavi e scavo di sbancamento edilizio per la costruzione del futuro edificio F, per la realizzazione del quale Covivio avvierà una gara nei prossimi mesi.
— DESCRIZIONE EDIFICIO D
Il progetto riguarda la nuova costruzione del Building D: un edificio di nove piani fuori terra a destinazione terziaria e di annessa area privata aperta al pubblico con autorimessa interrata sviluppata su due livelli. L’edificio si presenta come la composizione di due volumi: il primo costituito da una piastra su tre livelli di altezza massima 16,85 m che distribuisce i propri spazi attorno a un patio centrale con una copertura praticabile con pergolati verdi e porzioni di giardino pensile a verde in aggetto verso Via Orobia. Il secondo volume è costituito da un corpo di fabbrica di 9 piani fuori terra a larghezza costante di 25 m e lunghezza 80 m con un aggetto rivolto verso nord, sostenuto da strutture alla base in carpenteria metallica. L'area oggetto d'intervento è situata tra le vie Orobia ad est, Vezza d'Oglio a sud e via Adamello ad ovest, nella zona sud-est di Milano.
CARTA D’IDENTITÀ





Building D in numeri
20.500mq
DI SUPERFICIE LORDA COMPLESSIVA
15.671mq
EDIFICIO D A DESTINAZIONE TERZIARIA
8.300mq
AREE ESTERNE APERTE AL PUBBLICO
16.625mq
AUTORIMESSA PRIVATA SU DUE LIVELLI
250
POSTI NELL’AUDITORIUM SPAZIO MULTIFUNZIONALE
4.500kg
ACCIAIO PER CA
3.000mc
VOLUME CLS
1.000kg
ACCIAIO PER CARPENTERIA METALLICA
CERTIFICAZIONI
Sostenibilità ambientale
l committente Covivio intende otte-
Inere la certificazione LEED v4 Core & Shell livello Platinum e la nuova certificazione WELL v2 core con obiettivo Platinum. Il LEED, diventato consueto in tutte le nuovi costruzioni, promuove un approccio orientato alla sostenibilità, riconoscendo le prestazioni degli edifici in settori chiave, quali il risparmio energetico ed idrico, la riduzione delle emissioni di Il progetto punta CO2, il miglioramento della qualità ecologica degli interni, i materiali e le risorse al risparmio energetico impiegati, il progetto e la scelta del sito. e alla salubrità La certificazione WELL, che si sta affacdegli ambienti ciando nelle ultime costruzioni ha una maggiore cura della salubrità degli ambienti e attenzione a chi opererà nello stabile, ovvero i futuri tenant.




— TECNICHE COSTRUTTIVE
La struttura portante è in cemento armato mista per alcune opere in carpenteria metallica. Le strutture in carpenteria metallica a V che sostengono l’edificio sono in acciaio, una soluzione che ha permesso di tenere sospesi nel vuoto i volumi delle zone nord e ovest. È stata realizzata una struttura metallica al piano terra capace di reggere, in collaborazione con le strutture in cemento armato dei vani scala e ascensore, i carichi dei solai soprastanti. Così facendo l’85% delle strutture in elevazione del piano terra e dei solai dei piani primo e secondo sono state realizzate off-site; i collegamenti delle strutture metalliche non a vista sono stati imbullonati, una scelta che consente di aggirare imprevisti dovuti a temperatura ed eventi atmosferici. Anche i solai presentano soluzioni miste tra solette tradizionali in cemento armato e cavi post tesi. Per quanto riguarda la realizzazione delle strutture portanti sono stati utilizzati casseri speciali per svincolare la realizzazione del solaio da quella dei nuclei. La strategia costruttiva è stata improntata all’accelerazione massima delle strutture in modo da raggiungere diverse milestone intermedie che ha comportato una accurata programmazione dovendo gestire l’interferenza di molte attività parallele.
È stato adottato un processo di gestione informativo attraverso il quale operare lungo tutto il ciclo di progettazione-realizzazionemanutenzione dell’organismo edilizio, grazie al Building Information Modeling (BIM). Attraverso la creazione di un database relazionale con interfaccia 3D, è possibile l’estrazione della documentazione progettuale, costruttiva/ as-built, tra cui computi metrici estimativi, contabilità lavori ed elaborati progettuali.

Building Information Modeling (BIM) Il processo di gestione informativo permette di operare lungo tutto il ciclo di progettazione-realizzazionemanutenzione dell’organismo edilizio
— LE FACCIATE
La tecnologia costruttiva delle facciate vetrate del Building D è per la maggior parte a cellule indipendenti, prefabbricate in officina, trasferite in cantiere e installate direttamente previo montaggio delle staffe di vincolo alla struttura portante dell’edificio; un’altra parte, quella del corpo inferiore, è invece realizzata con un sistema a facciata continua tradizionale, a montanti e traversi. La caratteristica principale delle facciate è di avere specchiature molto ampie che, dal punto di vista progettuale e realizzativo, richiedono particolare attenzione, essendo costituite da vetri a doppia camera, fondamentali per soddisfare gli elevati livelli di isolamento termico richiesti. La parte a secco delle pareti opache si compone di una struttura metallica collegata al fabbricato, placcata in più strati con lastre a base gesso da esterno, composta da uno speciale rivestimento idrofugo e da un cuore densificato e completo di specifici additivi che le conferiscono un'eccezionale resistenza all'acqua, agli agenti atmosferici, intonacate e tinteggiate.
— SISTEMAZIONI ESTERNE
Le sistemazioni esterne costituite da aree a verde e dalla pavimentazione in pietra di Luserna e specchi d’acqua con piante acquatiche garantiranno una continuità all’attigua piazza Olivetti, tra la sede di Fastweb e la Fondazione Prada, sede di numerosi shooting fotografici pubblicitari.