Di Pordenone ne sono 6 o 7...

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La guerra di Spagna del '36 - '39

Epilogo. Nella Resistenza internazionale, e dopo Dal giugno 1940 al novembre 1942 i nazisti sono alle porte dei campi di concentramento francesi, possono da un momento all’altro esautorare i fantocci di Vichy. Dal 1941 le armate tedesche invadono l’Urss, arrivando a più riprese alle porte di Mosca, Leningrado e Stalingrado ed appare obbligata la scelta del Pcd’i di indicare agli iscritti la prospettiva del rientro in Italia, per altro raccomandata solo ai compagni che non abbiano sulle spalle condanne al carcere 38. Questo significa per la maggior parte degli internazionalisti affrontare la polizia fascista con i suoi rudi interrogatori e l’assegnazione al confino. Molti degli internazionalisti però non ritornano in Italia: dal 1941 inizia la Resistenza, grazie al determinante ruolo comunista, che nei paesi di emigrazione come la Francia, il Belgio ed il Lussemburgo usufruisce del contributo degli emigranti. La forte spinta resistenziale dal 1941 testimonia ancora una volta delle contraddizioni del movimento comunista. Il quale è dapprima messo in crisi dal drammatico annuncio del patto tedesco-sovietico sottoscritto il 23 agosto 1939, che assicura il via libera all’occupazione congiunta della Polonia e distrugge per un biennio ogni possibilità di dialogo a sinistra, gettando i comunisti nell’isolamento. Ma che poi si getta nella lotta con tutta la sua forza ed il suo radicamento popolare, fornendo anche i suoi quadri formatisi nella Guerra di Spagna, che diventano punti di riferimento innanzitutto in Francia e poi, dopo l’8 settembre 1943, in Italia. Chi si trova in Italia dopo l’8 settembre diventa subito il riferimento per i primi gruppi partigiani, cui fornisce la propria preparazione militare e formazione politica. Ne è un esempio proprio il numeroso gruppo degli “spagnoli” di Castelnovo, subito costretti a riprendere la lotta per salvare un più giovane compagno individuato dai fascisti 39. La Guerra di Spagna, capitolo decisivo nella corsa verso la guerra mondiale, è anche il luogo nel quale si formano tanti degli oppositori al fascismo. Una scuola – a dispetto delle contraddizioni rilevate – tendenzialmente unitaria, che ha costituito un crocevia di scambi accelerati e concentrati in breve tempo. Questi combattenti, in maggioranza rivoluzionari, diventano nel corso di un decennio di battaglie i più coerenti – a prescindere dalla loro ideologia – i più coerenti costruttori e difensori della democrazia europea, tanto da arrivare ad una ideologia dell’antifascismo che si sovrappone ed identifica con l’identità della sinistra. Un processo costruito attraverso il sacrificio diretto di gran parte di loro: come dimostrano i numeri di questa provincia, che vede cadere ben 19 dei 65 volontari, in Spagna ma anche nella lotta di liberazione del nostro paese e nei campi di concentramento nazisti. Su un altro fronte, proprio per i legami trasversali costituiti fra loro e per la comunanza della battaglia antifascista, gli internazionalisti di Spagna cadranno vittime della persecuzione staliniana. Come dimostra in modo tragico il destino dell’ebreo asburgico Manfred Stern, che col nome di battaglia di Jean-Baptiste Kléber aveva comandato l’XI - la prima - Brigata Internazionale nella difesa di Madrid. Al ritorno in Urss Stern venne rinchiuso in un gulag, dove sarebbe morto nel febbraio del 1954, dopo la morte dello stesso tiranno 40. Lo stesso generale Vladimir Alexandrovich Antonov-Ovseenko, uno dei capi militari della rivoluzione bolscevica, attivo come console sovietico a Barcellona nella lotta con38

Nel maggio 1941, a fronte di una lista di circa 400 detenuti italiani nel campo di concentramento di Vernet, solo 288 chiedono di essere rimpatriati, mentre 120 non si presentano (o non vengono presentati dalle autorità francesi, secondo il parere del delegato del governo italiano). In novembre, rimangono a Vernet 218 italiani, dei quali 117 hanno chiesto di essere rimpatriati, mentre «i rimanenti hanno espresso il desiderio di non essere rimpatriati». Cfr.: Acs, Cpc, b. 662, f. 131290, Bisaro Carlo Giovanni, R. Delegazione italiana per il rimpatrio, telespresso da Tolosa. n. 1594/149 del 2 giugno 1941 e lettera del Ministero dell’Interno, D.G.P.S., D.A.G.R., Sez. 2^ al Cpc, prot. n. 442/32778 del 27 novembre 1941, «Copia del telespresso del Ministero Esteri n. 11452.34.R in data 13 novembre 1941-XX [...] ».

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Come testimoniano in due diverse interviste Dante Bertoli e Vincenzo Tonelli. Sulla partecipazione alla Resistenza a Castelnovo, cfr. inoltre: Tonelli.

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Cfr. la biografia in: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Manfred_Stern&action=edit&redlink=1, ultimo accesso il 15 novembre 2008.

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