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DOVE I SOCIAL HANNO FATTO LA DIFFERENZA

WASHINGTON, USA

Avi Schiffman, studente di 17 anni che vive in Mercer Island nello stato di Washington, nel 2020 ha creato un sito Web di monitoraggio del COVID-19 ampiamente apprezzato all’inizio della pandemia. Da allora, ha aggiunto un tracker per i vaccini e ha aiutato migliaia di persone a ottenere dati e informazioni vitali aggiornatissime. Il sito ha registrato oltre 700 milioni di utenti complessivi e ha un valore stimato di 8 milioni di dollari.

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Angeline Makore è stata coinvolta sin da giovane nel salvataggio di vittime di matrimoni precoci e ragazze abusate sessualmente, offrendo sostegno psicologico alle madri adolescenti. Questo l’ha spronata a lavorare su problemi nella salute riproduttiva, materna, neonatale, infantile e adole- scenziale con l’associazione di volontari della Girl Child Network Zimbabwe. Entro i prossimi 10 anni, Angeline spera di diventare un’esperta professionista della salute pubblica e una rinomata attivista per i diritti delle donne. Ritiene che i giovani debbano essere il cambiamento che vogliono vedere nel mondo. washingTon, Usa

Param Jaggi ha cambiato il mondo con la passione per l’ambientalismo. A soli 16 anni ha creato Algae Mobile, un dispositivo che converte l’anidride carbonica dei veicoli in ossigeno. È stato riconosciuto nell’elenco Forbes

2012 dei 30 giovani Under 30, per il contributo alla creazione di energia pulita e sostenibile. In un discorso di INKTalks ha dichia- rato: «A 19 anni, penso di poter cambiare il mondo». rio de Janeiro

Tra il degrado e la povertà delle baraccopoli di Rio de Janeiro è cresciuto Rene Silva, ragazzo che ha iniziato a leggere i giornali da bambino insieme al nonno. I notiziari «avrebbero parlato a malapena delle favelas o si sarebbero concentrati soltanto su gang, droghe e armi» racconta Rene, che ha sempre voluto descrivere la realtà che lo circonda attraverso gli occhi di chi la vive in prima persona. A 11 anni ha fondato Voz das Comunidades, la prima testata a condividere informazioni e testimonianze sulle favelas. Con un team di 16 giornalisti, Rene punta a contrastare gli stereotipi sociali e culturali diffusi dai me- dia mainstream. Storie di disuguaglianza, razzismo e resilienza per mostrare «il bello e il brutto» delle favelas, dando dignità e visibilità a un’intera comunità. iran new JerseY, Usa cUBa

L’attivista iraniana Atena Daemi si è a lungo battuta con coraggio per porre fine alla pena di morte nel suo paese, auspicando un maggiore rispetto dei diritti umani. Nei suoi post su Facebook e Twitter criticava il continuo ricorso alla pena capitale, nella quotidianità scendeva in piazza lottando per le sue idee. Proprio per questo, lo stato iraniano ha considerato le sue azioni “attività criminali” e nel 2015 è stata condannata a 14 anni di carcere, poi ridotti a 7 nel processo d’appello. In prigione è stata picchiata e costretta a trascorrere lunghi periodi di isolamento. È tornata finalmente in libertà la sera del 24 gennaio 2022.

Marley Dias a 11 anni si è accorta che i libri per bambini avevano solo protagonisti con la pelle bianca. Per questo, ha deciso di lanciare la campagna Twitter #1000BlackGirlBooks, per raccogliere e donare libri che aiutassero le ragazze nere a sentirsi incluse. Marley ha donato più di 9.000 libri attraverso il programma. «Sto lavorando per creare uno spazio in cui sia facile includere e immaginare ragazze nere, e rendere le ragazze nere come me le vere protagoniste delle nostre vite».

Emma Gonzaléz è un’attivista di origini cubane nonché tra i sopravvissuti alla strage del liceo Parkland in Florida, nel 2018. Da allora è diventata l’anima del movimento americano contro le armi, radunando ragazzi da tutto il mondo tramite i social. La giovane ha portato avanti la sua battaglia sul piccolo schermo visitando lo studio di Ellen Degeneres, ed è apparsa sulla prima pagina della rivista Time. Emma ha quasi un milione e mezzo di follower su Twitter, e nel 2018 ha convocato la March For Our Lives, decidendo anche di riunirsi con i politici americani per trasformare l’hashtag #NeverAgain in fatti concreti. Grazie al suo attivismo, numerose aziende hanno abbandonato l’NRA (National Rifle Association, un’organizzazione che rappresenta i detentori di armi da fuoco negli Usa) e diversi brand di lusso hanno deciso di donare 500.000 dollari alla sua campagna. hoUsTon, TeXas

Marcel McClinton, 21enne di Houston, Texas, collabora con la PeaceJam Foundation a Denver, Colorado, che si occupa di diffondere l’educazione civica e promuovere l’impegno sociale tra i giovani. McClinton sta sviluppando una app per incrementare la partecipazione alla politica e al voto dei giovani della Gen Z. Sette anni fa è sopravvissuto ad una sparatoria in una scuola, e ha deciso di diventare attivista politico contro il porto d’armi previsto dalla legge americana. Era un modo per «connettersi alla gente comune e amplificare la loro storia». A diciassette anni, durante l’ultimo anno di high school, si è candidato al consiglio cittadino.

TUnisia

Mohamed Bouazizi era un ragaz- zo tunisino che vendeva frutta nel suo paese. Il 17 dicembre 2010 si è dato fuoco di fronte al municipio della sua città, Ben Arous, per protestare contro la corruzione locale e gli abusi che aveva subito dalla polizia. Le conseguenze furono enormi: l’indignazione si riversò sui social media e il giorno seguente un centinaio di persone si radunò davanti al municipio. Il video della manifestazione diventò virale su Facebook. L’immolazione di Bouazizi fu la proverbiale palla di neve che nei giorni e nelle settimane successive diventò una valanga, causando la caduta di regimi decennali e guerre civili. Fatti che vengono riuniti sotto all’etichetta di “primavera araba”. siria

Occhi azzurri e capelli biondi, più scandinavi che mediorientali. Il volto di Muhammad Najem è diventato il simbolo dei bombardamenti in Siria sin dal 2018. All’epoca aveva 15 anni, di cui sette vissuti in un paese in guerra. Con lui solo uno smartphone, i social e la voglia di raccontare la sofferenza sua e del suo popolo. Con semplici video e foto, dall’inconfondibile formato selfie e lo sguardo serio, Muhammad si è fatto conoscere in tutto il mondo, accendendo i riflettori su una guerra tra le più sanguinose del nuovo millennio.

Lo Zuckerberg italiano

Matteo Achilli, classe ’92, è un noto imprenditore, influencer e attivista italiano. Nel 2012 ha fondato Egomnia, una start-up che opera nel settore delle tecnologie avanzate, con particolare riguardo al comparto dell’informatica e delle telecomunicazioni. La società è proprietaria del portale egomnia.com, un social network finalizzato a trovare lavoro. È una sorta di versione italiana di Linkedin, con la missione di favorire la meritocrazia nel mercato occupazionale. Da sempre attivo sui social, Matteo promuove la crescita individuale e delle eccellenze italiane. Achilli è stato in grado di utilizzare le piattaforme social per portare avanti la sua missione: sensibilizzare il pubblico sulla sicurezza digitale e della privacy, sfruttando la popolarità delle reti sociali e diffondere così messaggi sulla protezione dei dati personali. Sulla vita di Matteo Achilli è stato girato il film “The Startup”, prodotto da Rai Cinema nel 2017 e diretto da Alessandro D’Alatri. La pellicola racconta di un ventenne della periferia di Roma che, con una parte dei soldi della liquidazione del padre, ha messo in piedi un intero social network. Egomnia ha lo scopo di mettere in contatto chi cerca lavoro con chi lo offre, attraverso un algoritmo basato sulla meritocrazia. Così, appena ventenne, si è conquistato l’ultima storica copertina del settimanale Panorama Economy, che lo ha battezzato come lo “Zuckerberg italiano”.

MILANO

La più green tra le influencer

Di Valentina Cappelli

Camilla Mendini è un’influencer italiana che utilizza i canali social per parlare di sostenibilità e ambiente. Ha iniziato a trattare le tematiche di slow fashion, economia circolare e zero waste nel 2016, diventando la prima Green Influencer italiana su Instagram e Youtube. Nel 2018, ha lanciato il suo marchio di abbigliamento “Amorilla”.

Il brand si rivolge a chi cerca un’alternativa alla moda fast fashion, che spesso produce un impatto ambientale negativo. Le collezioni sono realizzate con tessuti sostenibili, tinture biologiche e processi produttivi a basse emissioni inquinanti. Inoltre, ha fondato “Carotilla”, uno shop online di prodotti sostenibili: dalla moda, al beauty, ai libri. L’obiettivo è ridurre gli effetti ambientali dei cosmetici e promuovere una beauty routine più green. I prodotti sono realizzati con ingredienti naturali e sono confezionati senza plastica, utilizzando materiali come carta riciclata e materiali biodegradabili. Camilla sensibilizza il suo pubblico verso un consumo consapevole e responsabile. Lo fa attraverso l’utilizzo di format specifici, ideati con originalità e passione. Come il suo “glossario della sostenibilità” su Instagram: in video di 60 secondi spiega ai suoi 102mila followers un termine sostenibile diverso di volta in volta.

Vogue l’ha inserita nella lista di attiviste da seguire su Instagram, tra le quali c’è anche Greta Thunberg.

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