15 Giorni - Numero 124 - 10 Settembre 2020

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GUBBIO Il portale web di informazione sull’attualità eugubina GIOVEDÌ 10 SETTEMBRE 2020 ANNO VIII NUMERO 124

quindicinale d’informazione www.15giorni.it

UNA CITTÀ DA STUDIARE

GIANLUCA MINELLI È UN ESEMPIO PER QUANTI VOGLIONO SCOPRIRE SINO IN FONDO I TESORI DI GUBBIO, DOCUMENTANDOSI. IL GIOVANE È IMPEGNATO ALL’UNIVERSITÀ DI PERUGIA NEL CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN BENI CULTURALI, INDIRIZZO ARCHEOLOGIA E STORIA DELL’ARTE. NEL SUO FUTURO LA GUIDA TURISTICA, LO STORICO O L’INSEGNAMENTO

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COPERTINA

I GIOVANI POSSO SCOPRIRE IL MEGLIO DI GUBBIO L’AMORE PER LA CITTÀ HA SPINTO GIANLUCA MINELLI A INTRAPRENDERE IL PERCORSO DI STUDI SUI BENI CULTURALI Ama l’arte, la storia, la tradizione. Ama Gubbio con il suo patrimonio storico-archettonico. Il ventiquattrenne Gianluca Minelli ha deciso che la sua vocazione merita di essere incoraggiata sino in fondo, perciò è impegnato all’università di Perugia nella laurea magistrale in Beni culturali indirizzo Archeologia e storia dell’arte. Il primo vero contatto c’è stato grazie al servizio civile presso l’ufficio cultura del Comune, in quella che lo stesso giovane ha definito un’esperienza altamente formativa e stimolante tra buoni insegnamenti. Tra gli incarichi ricorda con piacere l’affiancamento a un archeologo che aveva il compito di catalogare i numerosi reperti del territorio conservati al deposito di via Bruno Buozzi, quasi tutti di epoca romana e provenienti per la maggior parte dai siti archeologici della Guastuglia, della Vittorina e del Teatro Romano. Ha così potuto ammirare da vicino svariati pezzi pregiati tra cui anfore, vasi e vassoi, ma anche armi e corredi, alcuni in buono stato di conservazione e altri un po’ meno, rinvenuti anche molto al di fuori del centro cittadino. Ha poi completato l’inventario della basilica di Sant’Ubaldo con l’aiuto dell’allora rettore don Fausto Panfili, passando in rassegna le varie stanze del complesso alla ricerca dei beni conservati all’interno. Non nasconde l’emozione per quell’impegno sotto l’urna del patrono, sentendosi onorato e al contempo investito di una grande responsabilità nel percorso durato sei mesi visto che i reperti da schedare erano veramente tanti, e soprattutto dall’inventario precedente larga parte erano stati spostati in altre sedi oppure in stanze diverse, mentre alcuni dispersi. Ci sono state giornate in cui ha passato ore e ore a cercare un singolo oggetto, altre in cui riusciva a ritrovarne un corposo numero in poco tempo.

di MASSIMO BOCCUCCI

Chi è Gian Luca Minelli? “Sono un ragazzo molto timido e riservato. Mi piace studiare, leggere e visitare nuovi posti, soprattutto le città d’arte italiane. Nel tempo libero pratico calcio a cinque a livello amatoriale, amo fare lunghe passeggiate e spesso vado a correre considerandomi uno sportivo”. Perché ha scelto di specializzarsi nei beni culturali? “Fin dai tempi del liceo ho un forte interesse per la storia dell’arte, così ho intrapreso in maniera convinta questo percorso, nonostante inizialmente per la passione sportiva avessi in mente di iscrivermi alla facoltà di Scienze motorie”. La sua è una vocazione? “Per me è una vocazione animata da un’immensa passione, un obiettivo che ho intenzione di raggiungere a ogni costo pur consapevole che ci vorrà tempo e sudore. Sono pronto a superare qualsiasi difficoltà con ostinazione pur di realizzare il mio sogno”. L’ha scoperta all’improvviso o c’è stato un percorso? “Si può dire all’improvviso e anche abbastanza tardi, a partire dal quarto anno di liceo quando studiando alcuni argomenti di storia dell’arte per un’interrogazione mi sono accorto che mi risultava piuttosto facile, in rapporto ad altre discipline, ricordarmi il tutto con poco sforzo mentale. Non si trattava di uno studio pesante e faticoso, così è emersa la passione man mano che sfogliavo le pagine del libro e i giorni passavano”. Ha fatto una scelta di testa, cuore e anche di opportunità? “La mia è stata una scelta di cuore perché avendo frequentato il liceo Scientifico gli sbocchi universitari erano ben altri. Fortunatamente Segue a pag. 4

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sono riuscito a capire con certezza quello che mi piaceva fare e che volevo studiare successivamente. Non è mai tardi per decidere del proprio futuro, l’importante è convincersi di aver intrapreso la strada giusta senza esitazioni”.

“Questo è il luogo in cui affondano le radici e che profumerà sempre di casa. Rimango continuamente stupito del suo fascino, scorgendo un dettaglio inedito e un particolare che la rende unica”

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Ha deciso quale sarà la sua professione? “Il mio desiderio, conclusi gli studi, è trovare un’occupazione nel campo artistico. Mi piacerebbe molto il lavoro di guida turistica e di storico dell’arte, ma ho anche valutato attentamente la possibilità di orientarmi verso l’insegnamento scolastico”. In famiglia ha trovato sostegno fin dall’inizio? “Non ho mai ricevuto pressioni né subito imposizioni. I miei genitori sono stati molto disponibili nell’assecondare questa inclinazione e nel sostenerla. Li ringrazio per aver favorito la mia libertà di decidere sui progetti futuri”. Gli amici cosa le dicono? “Sono molto contenti, condividono la scelta e mi appoggiano su tutto quello che faccio, nonostante abbiamo interessi diversi”. Gubbio cosa rappresenta per lei? “Il principale punto di riferimento, il luogo in cui affondano le radici e che profumerà sempre di casa, oltre che motivo d’orgoglio e fierezza. Rimango continuamente stupito del suo fascino: ogni volta che osservo la città, scorgo un dettaglio inedito e un particolare che la rende unica. All’interno del bianco manto di pietra che la ricopre è racchiuso tutto l’amore dei nostri antenati, la fatica e i lunghi anni di duro lavoro nel consegnarci questo incredibile spettacolo. Sta a noi valorizzarla e promuoverne l’immagine nel mondo, nella maniera più limpida possibile”. Cosa la incuriosisce di più della città? “Soprattutto la forma sinuosa di porte, archi e passaggi, e in generale delle intere architetture così maestose e leggere. Le perfette geometrie dei suoi innumerevoli scorci, realizzati con maestria e tecnica in un’epoca in cui strumenti e conoscenze erano limitati”. La bellezza eugubina che si erge su tutte? “Al primo posto nel mio cuore c’è una bellezza che si erge su tut-

te: via Galeotti, nascosta e silenziosa. Ci passo sempre per respirare a pieni polmoni un’atmosfera medievale magica, con il tempo che sembra essersi fermato”. Conosce storici eugubini che segue con interesse? “Non ho ancora avuto modo di avere un confronto o una semplice chiacchierata con i principali storici della mia città. Spero di farlo presto. Seguo volentieri le pubblicazioni di Fabrizio Cece, che con cadenza regolare condivide repertori fotografici, lettere e vecchi documenti molto interessanti”. Cosa sa della città? “Ne conosco abbastanza bene la storia, perlomeno quella relativa al periodo medievale, dopo che Gubbio si costituì come libero Comune e presero vita le costruzioni più rilevanti. Ma sappiamo che essa parte da molto più lontano, vi sono per esempio numerosi siti di epoca romana, segnale importante del fatto che il territorio già fungeva da insediamento stabile per questo popolo. Ed è proprio questo che rende la città così speciale: la convivenza armoniosa di periodi storici diversi, che si esaltano a vicenda, anche se il tessuto medievale è quello caratterizzante. Mi piace sottolineare anche testimonianze preziose degli stili barocco, rococò e neoclassico”.

“È speciale la convivenza armoniosa di periodi storici diversi, che si esaltano a vicenda, anche se il tessuto medievale è quello caratterizzante. Nel mio cuore c’è al primo posto via Galeotti, nascosta e silenziosa” Biblioteche e archivi sono la sua seconda casa? “Frequento spesso la biblioteca comunale Sperelliana in cerca di testi che possano soddisfare tutte le curiosità e farmi scoprire nuove cose sulla città. Raramente invece visito gli archivi, ma ho intenzione di iniziare a farlo con maggiore frequenza perché so bene che costituiscono dei preziosi tesori ricchi di informazioni e notizie, tappa fondamentale per gettare solide basi su qualsiasi tipologia di studio”. Conosce altri giovani attratti come lei dalla conoscenza della città? “I giovani eugubini come me sono follemente innamorati della città, non so però esattamente fino a che punto. Sono convinto che molti di essi stiano facendo o abbiano già fatto quello che faccio io, ovvero impegnarsi a conoscere e apprezzare la lunga storia, le origini, le tradizioni e le particolarità che la caratterizzano”.

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STORIA

LA MEMORIA STORICA DI POLIDORO BENVEDUTI LA VITA DI UN NOBILE CHE SI È SPESO IN STUDI E RICERCHE SULLA CITTÀ. I SUOI SCRITTI E DOCUMENTI SONO STATI DONATI ALLA BIBLIOTECA COMUNALE SPERELLIANA Parli di storia e di tesori della città e pensi a Polidoro Benveduti. Ho avuto il privilegio di conoscerlo, di trascorrere del tempo a casa sua per ricerche scolastiche restando affascinato dalle sue conoscenze e dalla profonda cultura. Mi raccontava di Gubbio, del suo immenso patrimonio. Era nato il 13 settembre 1891 per andarsene il 5 marzo 1979. Figlio di Giuseppe Benveduti, marchese di Burano, e dalla contessa Maria Bonarelli, sorella di Guido Bonarelli famoso geologo, risulta nato a Perugia e non a Gubbio secondo i Ruoli di anzianità del Ministero della Pubblica Istruzione, contrariamente ad altre fonti biografiche. Si applicò in studi e discipline diverse: chimica, matematica, linguistica, paleografia e archivistica. Fu anche inventore ceramista ed aviatore. Aveva aderito in gioventù al movimento Futurista conoscendone gli esponenti di spicco, per poi partecipare alla prima guerra mondiale, dal 1916 al 1919, come ufficiale dell’aviazione. Nel 1918 si laureò in Scienze naturali all’università di Roma e nel 1920 pubblicò uno studio sulle Tavole Eugubine, facendo seguire altri lavori approfonditi di storia locale. Si occupò anche di ceramica, divenendo dal 1921 al ‘29 proprietario della fabbrica di maioliche La Mastro Giorgio che adottò nuovi sistemi di produzione (forno elettrico e colaggi in serie) e inserì decorazioni ispirate allo stile futurista. UNA VITA IN BIBLIOTECA A Benveduti si deve la riscoperta e la sperimentazione della tecnica della ceramica nera, sul tipo del bucchero etrusco. Insegnò materie scientifiche, dal 1933, nelle scuole secondarie di avviamento professionale e collaborò all’ordinamento dell’Archivio Storico

comunale di Gubbio del quale divenne direttore probabilmente fino al periodo della guerra. Dal 1938 venne distaccato all’Istituto di patologia del libro, costituito allora, per il laboratorio di ottica fisica. Si occupò in particolare della fabbricazione della carta e della sua conservazione, e in seguito delle tecniche fotomeccaniche e micrografiche, pubblicando alcuni articoli nel Bollettino dell’istituto. Entrò nei ruoli delle biblioteche governative dal luglio 1940 come bibliotecario aggiunto, ma in pratica non iniziò il servizio perché richiamato alle armi fino ai primi mesi del 1941. Nel 1942 lavorò a Roma alla biblioteca Casanatense, poi dal 1943, dopo un breve periodo all’Alessandrina, alla biblioteca Nazionale Centrale, addetto a una sala di lettura. Lavorò, almeno dal 1952, alla biblioteca universitaria di Cagliari. In questo periodo collaborò con articoli di storia della Sardegna a Ichnusa e al Nuovo bollettino bibliografico sardo. Dall’estate 1959 venne incaricato della direzione della biblioteca universitaria di Cagliari, che tenne fino all’autunno 1961, quando fu collocato a riposo. In quegli anni riprese gli studi sul microfilm, che lo portarono a realizzare e a brevettare il micro, cioè un microfilm in lamine di alluminio resistente al calore (fino a 600°) e a qualsiasi agente atmosferico. Tale invenzione permetteva di riprodurre su lastre metalliche qualsiasi tipo di documento. Tornato a Gubbio, dove fu anche socio fondatore del locale Rotary Club, continuò i suoi studi e trasmise le sue conoscenze a un folto gruppo di giovani, trasformando la sua casa in un salotto intellettuale, fuori della cultura ufficiale. Le sue carte sono state donate nel 1985 dalla seconda moglie alla biblioteca comunale Sperelliana.

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STORIA

CECE E L’ELISIR DEL LUNGO STUDIO STUDIOSO PER CASO E PER DIVERTIMENTO: TUTTO È COMINCIATO QUANDO VENTISEIENNE HA COMINCIATO A PASSARE AL SETACCIO DOCUMENTI DI OGNI TIPO NEGLI ARCHIVI EUGUBINI. AI GIOVANI CONSIGLIA DI STUDIARE: “OCCORRE CONOSCERE LA CITTÀ E LE SUE STRUTTURE MUSEALI. BISOGNA FREQUENTARE ALMENO LA BIBLIOTECA SPERELLIANA. È IMPORTANTE APPRENDERE DA CHI SA” Una vita sui libri. Alla ricerca dell’Arca mai perduta, perché la conoscenza si coltiva studiando come ha fatto da sempre Fabrizio Cece, classe 1960, un diploma di perito industriale messo a frutto diversamente da quando nell’86 ha cominciato a passare al setaccio documenti di ogni tipo negli archivi eugubini. Ha pubblicato molti articoli, saggi, dispense e scritti di vario genere, soprattutto di storia dell’arte e storia contemporanea, dal Risorgimento alla Grande Guerra. Ha partecipato a convegni, conferenze e incontri per le scuole. Durante l’attività di ricerca ha scovato e pubblicato diversi documenti fondamentali per la storia di Gubbio e oltre. Le ultime incursioni archivistiche sono state di sostegno e supporto alla pubblicazione di due volumi sul castello eugubino di Carbonana, gli atti del Convegno dedicato a “Gubbio nella Grande Guerra” e il catalogo della mostra “Gubbio al tempo di Giotto. Tesori d’arte nella terra di Oderisi”. È sono socio onorario della Società Operaia di Mutuo Soccorso e dell’Università dei Muratori. La Famiglia dei Santubaldari gli ha conferito il riconoscimento “Cives, Pater ac Pontifex Ubalde”. Sul web tiene alto l’interesse per la storia eugubina con delle vere lezioni e pubblicando documenti, incoraggiando la ricerca archivistica anche per stimolare le nuove generazioni. Gianluca Minelli ha intrapreso un percorso di studi sui beni culturali e coltiva la passione per le bellezze di Gubbio: è un segno che i giovani battono un colpo? “È una bella notizia. Gubbio non può fare a meno di studiosi di questo tipo. Abbiamo bisogno di giovani preparati, seri, che si possano occupare in modo corretto della nostra storia, degli insegnamenti che il passato ci ha lasciato”. Cosa consiglia a un giovane che volesse fare la conoscenza della città e dei suoi tesori? “Le basi, oltre allo studio, sono poche. Occorre conoscere la città e le sue strutture museali. Bisogna frequentare almeno la biblioteca Sperelliana. È anche molto importante apprendere da chi sa”. Ci sono possibilità professionali in questo campo? ”Per ora ne vedo poche. Poche occasione di ricerca, poche occasioni di studi approfonditi. Siamo in bilico tra le ricorrenze, per fortuna, e la volontà di qualche ente e, soprattutto, di qualche privato appassionato di storia”. Cos’ha Gubbio che altre città non hanno? “Difficile dirlo, non avendo io una conoscenza approfondita delle altre realtà. Per quanto riguarda il mio settore, la ricerca archivistica, posso dire che Gubbio ha tanti archivi e tanto materiale che deve essere ancora acquisito e reso fruibile per essere studiato”. Dove nasce la sua passione per il patrimonio storico-architettonico della città? “M’interesso soprattutto di ricerca archivistica, un interesse nato per caso e per divertimento, poi sviluppatosi e trasformatosi in una cosa molto seria. Nasce dalla passione per la storia: generale e locale. Mi è sempre La biblioteca Sperelliana piaciuta la storia, fin dalla scuola

di MASSIMO BOCCUCCI

media. Durante le scuole superiori ho iniziato a leggere diverse cose su Gubbio”. Quando e come ha cominciato? “Ho iniziato ad occuparmi di ricerca d’archivio nel 1986, quasi casualmente. Il mio passaggio dai libri alle fonti primarie è responsabilità di Ettore Sannipoli. È stato lui che mi ha sollecitato ad andare nella sezione di Archivio di Stato di Gubbio per proseguire una ricerca su Branca”. Chi sono stati i suoi maestri? “La passione e l’interesse per la storia eugubina. Sono un autodidatta completo. Il mio, lo dico subito, è un esempio da non seguire. Occorre infatti studiare, studiare sempre e avvalersi degli insegnamenti di un bravo maestro, magari uno poco egoista. Devo ringraziare l’ingegnere Mario Franceschetti per il suo continuo sostegno, e soprattutto Ettore Sannipoli con il quale ho collaborato moltissimo, soprattutto nel settore della storia dell’arte. È lui, sostanzialmente, l’unico studioso da cui ho cercato di apprendere qualcosa”. Cosa le ha insegnato e lasciato soprattutto Sannipoli? “Ho seguito la sua attenzione per il particolare, la critica delle fonti, la meticolosità della ricerca. Insomma, le regole che, assieme ad altre, stanno alla base del metodo storico”. Lei di chi si sente l’erede? “Non ci ho mai pensato. Mi piacerebbe però far parte della schiera dei grandi ricercatori d’archivio eugubini. Da Vincenzo Armanni e Luigi Bonfatti, fino al capitano Fernando Costantini e al dottor Piero Luigi Menichetti”. Quanto è difficile occuparsi di storia della propria città? “È abbastanza difficile e per varie regioni, la principale delle quali è legata agli incarichi che mancano e alle condizioni di alcuni dei nostri archivi. Devo però dire che rispetto agli anni Ottanta del secolo scorso l’interesse per la nostra storia è cresciuto moltissimo, anche nelle varie frazioni in cui si articola il territorio eugubino. Questo fa ben sperare”. Abbiamo scoperto tutto del passato di Gubbio? “Proprio no. Ci sono interi settori che attendono di essere adeguatamente indagati. Tanto per fare un esempio, cito tutto il periodo che va dal 1631 alla Rivoluzione francese. Oppure i settori legati allo spettacolo, alla letteratura, alla musica, all’arte drammatica”. Quali sono i più clamorosi falsi storici che ci portiamo dietro? “Si può parlare di falsi storici solo quando si trovano le pezze d’appoggio necessarie a dimostrarlo. Questo vale per tutto quello che proviene dal nostro passato. Credo proprio che ce ne siano ancora un bel po’. Mi vengono in mente la data della traslazione del patrono, la committenza di alcune opere artistiche come la Madonna del Belvedere, la Cronaca di Greffolino e molto altro ancora”. Come si può fare un ulteriore salto di qualità nella difesa e valorizzazione del patrimonio eugubino? “Va senz’altro stimolato l’interesse per la conoscenza del nostro passato, in ogni modo e in ogni circostanza. Per quanto riguarda la ricerca d’archivio spero che quanto prima possa essere realizzato il più volte annunciato trasferimento della Sezione di Archivio di Stato e dell’Archivio Comunale nel complesso di San Pietro”.

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POLITICA

LED, PIÙ POLTRONE CHE CONSIGLIERI IL MOVIMENTO CIVICO HA DIMEZZATO DA DIECI A CINQUE GLI ELETTI A PALAZZO PRETORIO MA CONSERVA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE, QUATTRO ASSESSORI CON IL VICESINDACO E IL PRESIDENTE DELLA PRIMA COMMISSIONE. QUANTE ANALOGIE CON LEU NEL GOVERNO CONTE Il Monopoli della politica eugubina ce l’ha in pugno Liberi e Democratici (LeD). Di nome un movimento civico, di fatto un poltronificio. Il Monopoli come metafora del gioco che assomma case e terreni, il monopolio in fatto di posti di potere che divide con gli alleati lasciandogli il residuo degli strapuntini, peraltro sempre graditi specie da ex democristiani e socialisti. La fuga dai LeD ha dimezzato la pattuglia di consiglieri eletti a palazzo Pretorio, visto che dapprima Giovanni Manca e Giorgia Vergari (ex Pd ora di nuovo Pd) hanno costituito il Gruppo Misto nel quale sono stati raggiunti Riccardo Biancarelli, Alessandro Brunetti e Rita Cecchetti (altri ex Pd mai lontani dal Pd). Oggi il quadro di maggioranza vede cinque consiglieri LeD, altrettanti del Gruppo Misto, tre di Scelgo Gubbio e due Socialisti Civici Popolari. I LeD detengono gli incarichi più importanti della presidenza del Consiglio Comunale con Stefano Ceccarelli (s’è perso il conto dei cambi di partito e casacca), quattro assessorati dalle deleghe pesanti con il vicesindaco Alessia Tasso (Urbanistica e ambiente, ex Pd mai lontana dal Pd), Valerio Piergentili (Lavori pubblici, ex Pd mai lontano dal Pd), Oderisi Nello Fiorucci (Cultura e turismo) e Simona Minelli (Politiche giovanili e pari opportunità). Ci sono poi Emilio Morelli, Tonino Fagiani (terza Commissione, servizi sociali), Michele Fiorucci (seconda Commissione, urbanistica) e Francesca Pinna (prima Commissione, bilancio). SCENARIO SIMIL NAZIONALE Non si fatica ad associare i LeD a Liberi e Uguali (LeU) che governa il Paese con il Movimento 5 Stelle e il Pd nel cosiddetto governo Conte2 con undici deputati (dopo tre uscite tra le quali

Laura Boldrini passata al Pd) e quattro senatori a fronte di un ministro (Roberto Speranza alla sanità) e due sottosegretari (Cecilia Guerra all’economia in quota Articolo Uno, e Giuseppe De Cristofaro all’istruzione in quota Sinistra Italiana). Quante analogie, al di là delle sigle, sul rapporto tra eletti e incarichi. Sul rimpasto, il Gruppo Misto e Scelgo Gubbio aspettano le decisioni di Stirati entro il prossimo Consiglio Comunale, previsto il 17 settembre, Si parla di una lettera che l’assessore al Bilancio, Giordano Mancini, ha consegnato a Stirati, nella quale ci sono richieste precise, prospettando in caso contrario le dimissioni. Tra le questioni più complicate ci sono l’assessorato ai Lavori pubblici che andrà al Gruppo Misto (Piergentili o salta oppure avrà un’altra delega) e il personale perché la riorganizzazione in capo a Gabriele Damiani (Socialisti) non c’è stata (lo stesso Damiani sarebbe felicissimo di lasciarla ad altri: se fosse Mancini ad averla conservando anche il bilancio?). Un siluro sarà inevitabile per fare posto all’esponente del Gruppo Misto, che ha rinunciato a indicare il consigliere comunale Giorgia Vergari nella rosa di nomi (tutti uomini tra politici e tecnici esterni), così sub iudice rimangono Simona Minelli (LeD), che larga parte della maggioranza considera dall’operato inconsistente, e adesso pure Giovanna Uccellani di Scelgo Gubbio, che però reagirebbe negativamente visto che la spaccatura nella maggioranza è tutta interna ai LeD. La contropartita per Scelgo Gubbio è la presidenza del Consiglio Comunale: il più gettonato è Marco Morelli, al primo mandato, rispetto ad Alessio Bazzurri che si è chiamato fuori per impegni professionali. M.Boc.

POLITICA L’ex sindaco è passato con Renzi ma tenta la scalata dall’esterno con Fofi un candidato di riferimento

LE MANI DI GUERRINI SUL PD

Renzi ma restando comunque sempre fortemente Senza terra e senza pace il Pd. Non da oggi, ma aninteressato al Pd. L’ex sindaco, d’accordo con l’ex che oggi. Alla conquista di quel che resta del particonsigliere regionale Marco Vinicio Guasticchi col to di piazza Oderisi ci pensano e ci vanno in tanti. Il quale ha un rapporto fraterno, avrebbe in animo di tesoretto c’è, pur se non si vede perché l’elettorato lanciare la candidatura di Giuseppe Fofi (nella foto), è smarrito dopo anni di scene personalistiche e corfiglio dell’indimenticabile Mario Fofi già assessore ai rentizie. Il Pd è per ora nelle mani dell’unico consiGiuseppe Fofi Lavori Pubblici con Paolo Barboni sindaco. Il nome gliere comunale, il cardiologo Marco Cardile che dal di Giuseppe Fofi è rimbalzato più volte per incarichi anche istitugennaio scorso lo gestisce in questa fase transitoria con Francesco Filippetti e Luca Naticchi. Il triumvirato lavora al congresso zionali e pure per la candidatura a sindaco l’anno scorso. che dovrà dare una nuova fisionomia dopo l’era Smacchi. E ci CARTE COPERTE sono gruppi e gruppetti che da sempre lo condizionanoì (si è Guerrini smentisce questa possibilità: “Apprendo di certe indiperso il conto nell’andirivieni tra fuoriusciti e rientrati), sceso screzioni circa un mio attivismo nel futuro congresso del Pd. Mi alle ultime elezioni Comunali al minimo storico del 7% dopo il spiace ma ho fatto da tempo un’altra scelta. Col Pd locale non tiramolla per l’accordo con Stirati poi saltato. Ora la corsa per la c’entro piu nulla. Italia Viva è totalmente rispettosa del percorsegreteria vede diverse ipotesi in campo. È uscito per primo allo so congressuale del Pd, non c’interesseranno minimamente i scoperto Gianni Fabbretti, che sembrava poter contare sull’apnomi. Non è cosa che ci riguarda. Ribadiamo che dialogheremo con tutti, ma sui contenuti”. Il diretto interessato si chiama fuopoggio del pacchetto di tessera (una sessantina?) di Giovanni Manca e Giorgia Vergari, delfini eugubini del viceministro Anna ri: “L’unica volta che la mia vita ha intrecciato quella politica è Ascani, entrambi usciti dal Pd l’anno scorso per candidarsi con stata alle ultime elezioni comunali come semplice nome unito a Liberi e Democratici al fianco di Stirati contro il Pd e rientrati nel quello di tanti altri, all’interno di una lista. Mai ho voluto impePd da gennaio dopo aver costituito il Gruppo Misto in Consiglio gnarmi in ruoli così importanti e mai lo farò perché non è di mio Comunale scaricando i LeD. Ma il patto fra i tre sarebbe saltato. interesse”. Al Partito Democratico, in verità, guardano in tanti, per esempio Liberi e Democratici (LeD) e il Gruppo Misto. GUERRINI VUOLE FOFI Ci sono forti indiscrezioni sull’attivismo di Diego Guerrini, che ha M.Boc. fondato la sezione eugubina di Italia Viva andando con Matteo

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IL CASO

WWF TRA L’ARPA E LAFARGE L’ORGANIZZAZIONE AMBIENTALISTA CONTESTA A GUBBIO IL RICORSO AI COMBUSTIBILI ALTERNATIVI NELLE CEMENTERIE E METTE SOTTO ACCUSA IL SISTEMA DI RILEVAMENTO DEI DATI SULL’ARIA, MENTRE HA FATTO UN ACCORDO EUROPEO CON IL PIÙ GRANDE PRODUTTORE DI CEMENTO AL MONDO. LA SEZIONE UMBRA PARLA DI ACCORDO VECCHIO E PRENDE LE DISTANZE Il Wwf tra l’incudine e il martello. Da un lato si oppone all’uso di combustibili alternativi come il Css nelle due cementerie di Gubbio, mettendo anche sotto accusa il sistema di rilevamento sull’aria che nelle cinque centraline rivelano sul territorio una situazione di salubrità, e dall’altro stringe accordi a livello europeo con i produttori di cemento come il colosso mondiale Lafarge, a cui consente pure nello stabilimento italiano di Ternate in provincia di Varese quanto invece non vorrebbe per Gubbio. La situazione s’ingarbuglia su quanto dicono e poi fanno le associazioni ambientaliste e sulle contraddizioni politiche come quella di Orfeo Goracci che oggi chiede a Barbetti e Colacem l’utilizzo del metano quando si è opposto in passato alla realizzazione dei metanodotti (sui social l’ex sindaco da politico di consumato mestiere cerca la sponda di qualche sostenitore incallito). NODO CONTRIBUTI L’avvocato Valeria Passeri, vicepresidente del Wwf di Perugia, è passata all’attacco sui contributi che le cementerie danno ad Arpa per la gestione delle centraline di monitoraggio. L’accordo di gestione delle centraline che comprendeva i contributi dei cementieri eugubini, necessari per quel tipo di attività altrimenti tutta a carica del sistema pubblico, venne sottoscritto con Orfeo Goracci sindaco. Sui social c’è chi ha ironizzato sulla posizione del Wwf sui contributi delle cementerie verso Arpa: è come sostenere - viene fatto notare - che gli studenti universitari che pagano le tasse poi condizionano i professori. È poi delicato il fatto che il Wwf collabora con il più grande produttore di cemento per usare i combustibili alternativi. Dal sito web https://wwf.panda.org/ del Wwf si apprende del rinnovo di un accordo tra lo stesso Wwf e Lafarge, il più grande produttore di cemento al mondo, con l’obiettivo di lavorare d’intesa per ridurre ulteriormente le emissioni di gas serra dell’azienda e per aiutare

di MASSIMO BOCCUCCI

a costruire centinaia di edifici ad alta efficienza energetica e combattere gli effetti del cambiamento climatico. Lafarge si è impegnato col Wwf a ridurre ulteriormente le proprie emissioni nette di gas a effetto serra del 33 per cento per tonnellata di cemento al di sotto dei livelli del 1990 entro il 2020, aumentando l’uso di combustibili alternativi come la biomassa e l’efficienza degli impianti di Lafarge. È lo stesso uso di combustibili alternativi con contenuto di biomassa che a Gubbio lo stesso Wwf invece avversa sebbene l’uso dei combustibili alternativi (come il Css) per combattere la Co2 sia espressamente indicato dall’Unione Europea indica. Lafarge e il Wwf - si evidenzia nel sito - lavorano insieme da dieci anni per ridurre l’impronta di carbonio dell’azienda migliorando le sue pratiche di lavoro e la strategia di sostenibilità. L’EXPRESS E LA REPLICA Nel sito web della testata francese L’Express viene riportato: “Qual è il legame tra un affascinante panda (quello del WWF) e un volgare sacco di cemento? A prima vista, nessuno. Il primo funge da emblema per la più potente associazione ambientalista del mondo, mentre il secondo è accusato dagli attivisti ambientali di promuovere il cambiamento climatico. Firmando una partnership con Lafarge nel 2010, il Wwf Francia ha finito per accettare di unire queste due immagini apparentemente contraddittorie. Il Wwf Perugia ha fatto sapere che l’accordo “è datato e aveva lo scopo di fissare obiettivi climatici stringenti in paesi emergenti quali Cina, India e Brasile. Il Www Italia nulla ha a che vedere con il cementificio di Ternate e con l’uso che ivi si farebbe di rifiuti”.

SOSTA SELVAGGIA E CENTRO CHIUSO, PROTESTE E SEGNALAZIONI

Da un lato i provvedimenti di chiusura del centro storico, di cui si lamentano i commercianti a fronte di una mancanza di adeguati servizi come parcheggi e mobilità alternativa, e dall’altro parte la sosta selvaggia anche in zone nevralgiche dell’acropoli, con auto parcheggiate anche su entrambi i lati delle vie

sebbene vi sia la segnaletica del divieto di sosta. Vengono segnalate situazioni imbarazzanti in largo Mastro Giorgio, dove risultano sempre parcheggiate due file di macchine, fino ai parcheggi abusivi con il pienone di gente lungo alcune vie cittadine.

RIQUALIFICAZIONE DI VIA MARIANELLI

Inizieranno il 21 settembre prossimo i lavori di rifacimento dell’impianto fognario, elettrico e gas, della ripavimentazione e dell’illuminazione in via Marianelli, a Gubbio. Grazie al bando per la “Valorizzazione dei borghi e del patrimonio culturale-paesaggistico” del Gal Alta Umbria, la riqualificazione della via verrà finanziata con 107mila euro, e, nel dettaglio, prevederà il rifacimento dei servizi primari (le reti di energia elettrica, gas, telecomunicazioni e fognature, incanalati in apposite condutture realizzate nel sottosuolo), la

ripavimentazione, attualmente sconnessa e pericolosa, che verrà rifatta con basoli di pietra arenaria gengone, e l’inserimento di cinque nuovi punti luce. “Continua l’operazione di rifacimento dei vicoli nel quartiere di San Pietro - commenta l’assessore ai Lavori Pubblici Valerio Piergentili - interventi, questi, che valorizzano il centro storico e nel contempo permettono una mobilità più agevole. È fermo impegno dell’amministrazione proseguire nella direzione di una sistemazione delle strade di tutto il centro storico”.

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ATTUALITÀ

TIRA ARIA BUONA, L’ARPA CERTIFICA LA QUALITÀ di MASSIMO BOCCUCCI

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SUL SITO UFFICIALE I DATI DEL TERRITORIO EUGUBINO SULLE POLVERI E I METALLI PESANTI SONO AL DI SOTTO DEI LIMITI NAZIONALI CONSENTITI. LE 5 CENTRALINE IN CENTRO E PERIFERIA RIVELANO UN’APPREZZABILE CONDIZIONE DI SALUBRITÀ. I PROBLEMI VERI SEMBRANO ARRIVARE DAL RISCALDAMENTO RESIDENZIALE. IMPENNATA DURANTE IL LOCKDOWN A CAUSA DEI VENTI DAL MAR CASPIO

Si respira aria buona nel territorio eugubino con valori, anche nelle polveri fini, largamente al di sotto dei limiti consentiti dalle norme nazionali. Lo certifica l’Arpa Umbria che riporta nel sito ufficiale i dati su diversi parametri inquinanti, con un monitoraggio giornaliero attraverso 25 centraline, di cui due rurali e ben cinque dislocate a Gubbio tra il centro cittadino e la periferia, compresa l’area dove ci sono le due cementerie Barbetti (a Semonte) e Colacem (a Ghigiano). Il primo semestre del 2020, nonostante il lockdown che ha bloccato tutte le attività produttive e gran parte del traffico, ha registrato complessivamente un lievissimo incremento delle PM 2,5 (le polveri che incidono sulla salute delle persone) rispetto al 2019 ma su livelli del tutto lontani dal limite autorizzato. Si parla di valori tra 7 microgrammi per metro cubo (le due centraline nelle rispettive zone delle cementerie) e 16 (la centralina di via Leonardo da Vinci), quando il limite della concentrazione media annua è 25. Gubbio registra un’apprezzabile salubrità dell’aria nel contesto regionale umbro che è globalmente soddisfacente. È singolare come il 28 marzo scorso, in pieno lockdown, le PM 10 siano arrivate a 156 con un limite di 50 e le PM 2,5 a quota 58 su una media annuale sempre sotto il tetto di 25. Gli esperti lo spiegano con le masse d’aria che dal mar Caspio hanno investito quasi tutta la penisola alterando i dati non solo umbri. L’Arpa, con il direttore Luca Proietti, ha sempre sottolineato che in Umbria non ci sono criticità. È in corso di aggiornamento l’inventario regionale delle fonti di emissioni in atmosfera PM 2,5 gestito da Arpa Umbria insieme a organismi preposti a livello nazionale e internazionale: i dati che saranno a breve ufficializ-

zati non cambiano il quadro emerso nella precedente indagine del 2015. A Gubbio la presenza delle polveri fini per larga parte viene dal riscaldamento residenziale (87,6%): seguono i trasporti (4,1%); le attività produttive (3,8%); i rifiuti come le potature bruciate (1,8%). METALLI AL MINIMO L’inquinamento in generale in Italia - ha rivelato la giornalista Milena Gabanelli - è prodotto per il 50% dal riscaldamento residenziale e dagli allevamenti intensivi. Sul fronte della presenza dei metalli pesanti in aria nel 2019, Gubbio ha i valori più bassi tra le città umbre monitorate: piombo 0,002 (ovvero 175 volte inferiore rispetto alla soglia considerata buona, cioè sotto 0,35 a fronte del limite di legge 0,5); arsenico 0,1 (36 volte inferiore rispetto a 3,6 della soglia buona a fronte del limite di 6); cadmio 0,1 (-30 volte rispetto a 3 della soglia buona a fronte del limite di 20); nichel 1,1 (-13 volte rispetto a 14 della soglia buona a fronte del limite di 20). AMBIENTALISTI ALL’ATTACCO I comitati ambientalisti e i politici collegati contestano le modalità operative e questi dati, sebbene non risultano esserci esposti o denunce al proposito. Arpa Umbria è a disposizione per incontri pubblici e l’Amministrazione Comunale, in mezzo al dibattito sull’incenerimento del Css, potrebbe farsi promotrice di un confronto istituzionale per approfondire ogni aspetto. Ci sono altre incongruenze negli allarmismi: taluni ambientalisti parlano del trasporto annuo di 820mila tonnellate di combustibile, con oltre 18.600 mezzi pesanti in movimento della sola Colacem. Questo dato, che sarebbe stato male interpretato nei documenti dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale), non trova rispondenza nella realtà: il consumo vero è ben 15 volte inferiore.


IL FATTO

CENTRALINE MONITORAGGIO, GORACCI FIRMÒ L’ACCORDO LA DOCUMENTAZIONE RIVELA CHE LE INTESE CON ARPA UMBRIA PER I CONTROLLI CONTEMPLANO IL CONTRIBUTO DELLE CEMENTERIE BARBETTI E COLACEM, COME PREVISTO NELL’AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE. C’È LA FIRMA DELL’ATTUALE CONSIGLIERE COMUNALE DI MINORANZA L’attivazione e la gestione delle cinque centraline che sul territorio eugubino monitorano la qualità dell’aria sono legate a protocolli e accordi a livello istituzionale e con il coinvolgimento delle due cementerie. Tutto parte da quando la Regione Umbria ha rilasciato le Autorizzazioni integrate ambientali (Aia) agli stabilimenti di Barbetti a Semonte e Colacem a Ghigiano. Nel relativo rapporto istruttorio si prescrive alle due aziende l’acquisto di centraline (nel caso di Colacem la Determinazione dirigenziale della Regione n. 10814 prevede per il gruppo privato l’acquisto di una stazione fissa per il monitoraggio della qualità dell’aria nell’ambiente esterno allo stabilimento e una stazione mobile finalizzata alla realizzazione di studi e ricerche sulla qualità dell’aria nel territorio comunale). Tutte le spese necessarie, oltre all’acquisto, relative alla gestione e manutenzione delle centraline, sono state a carico di Barbetti e Colacem, così come in quella della società Cementir relativa alla cementeria di Spoleto. Il 15 febbraio 2008 il Comune di Gubbio, la Regione Umbria, la Provincia di Perugia, l’Arpa Umbria e la Colacem hanno sottoscritto un protocollo d’intesa finalizzato alla tutela e alla salvaguardia dell’ambiente e della salute nel territorio del Comune di Gubbio. Tale protocollo istituisce un tavolo tecnico permanente al quale partecipano tutti i firmatari dell’accordo. GORACCI Il Comune di Gubbio, con Delibera comunale 257 del 9 ottobre 2008, a firma del sindaco Orfeo Goracci (gli ambientalisti lo sapevano?), attuale consigliere comunale di minoranza, ha ribadito che le due cementerie hanno ognuna a loro carico gli oneri relativi all’acquisto, il posizionamento, l’allacciamento, la gestione e la manutenzione di due centraline e che le stesse devono essere posizionate secondo quanto concordato con Arpa e i tecnici comunali, come indicato nella nota di Arpa che risale al 24 luglio 2008. Arpa Umbria e le due cementerie hanno firmato una convenzione per la gestione delle centraline nella quale viene specificato che Arpa Umbria si impegna alla gestione, custodia e manutenzione delle stesse con il versamen-

to di un canone forfettario per tutte le spese della loro gestione e manutenzione, così come prescritto nell’Aia. ACCESSO AGLI ATTI Il presidente della sezione di Perugia, Sauro Presenzini, attraverso l’avvocato Valeria Passeri, aspetta notizie da Arpa Umbria dopo aver presentato una richiesta di accesso agli atti per informazioni ambientali riguardo le cementerie eugubine. Chiede dove sono attualmente posizionate le stazioni di monitoraggio, di proprietà delle due cementerie concesse in comodato d’uso ad Arpa Umbria come previsto dalla convenzione stipulata tra le parti; a quale distanza queste stazioni sono poste rispetto alle ciminiere dei due stabilimenti; quali sono i venti prevalenti; che tipo di sensori sono installati sulle stazioni e che tipo di inquinanti sono in grado di rilevare e se le sostanze monitorate ricomprendono anche i metalli pesanti, tra cui cadmio, piombo, arsenico, cromo, mercurio, nichel, furani, tallio e altro; se sono state effettuate ricerche degli inquinanti al suolo per ricaduta e nei prodotti di origine vegetale e animale; se sono mai state fatte rilevazioni di diossine; la spiegazione di metodologia e protocollo «tenuto conto del fenomeno dell’inversione termica - viene esplicitato nella richiesta - che insiste nella conca eugubina e I’accumulo sinergico degli inquinanti in atmosfera». Viene chiesto ad Arpa pure se ha mai fatto o farà uno screening territoriale preventivo, ovvero il punto zero, rispetto alla previsione dell’eventuale ulteriore autorizzazione a bruciare tipologie di rifiuti qualificati come i Css, in quantità importanti e di diversa tipologia. Per l’associazione le stazioni di monitoraggio si limitano a monitorare solo le polveri, gli ossidi di azoto e di zolfo e i dati meteo, perciò chiede se Arpa ritenga “utile e doveroso effettuare uno screening delle sostanze inquinanti che potenzialmente possono gravitare in quell’area in conseguenza della combustione di rifiuti e pet coke”. M.Boc.

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ATTUALITÀ

LA PIAZZA CAMBIERÀ, PER ORA È RIDOTTA MALE UN PIANO PER RIPENSARE L’ACCESSO PRINCIPALE DELLA CITTÀ. LA GIUNTA STIRATI VUOLE CAMBIARE GIARDINI E PARCHEGGI. ORA PERÒ PREVALE UN PÒ DI TRASCURATEZZA. IL COMUNE PREVEDE UN APPALTO PER LA MANUTENZIONE DEL VERDE. L’ERBA INCOLTA DETURPA ANCHE LE LOGGE DEI TIRATORI Si parla da lunghi anni di ripensare piazza Quaranta Martiri. Si ricordano annunci a ripetizione, promesse e progetti più o meno ambiziosi. Stavolta ci prova la Giunta Stirati che vuole un profondo restyling. Tra gli edifici monumentali s’immagina una rivisitazione nelle destinazioni d’uso, gli spazi e l’immagine complessiva. Si vuole rifondare la piazza nel suo insieme, mettendo attenzione anche ai particolari, per superare la strutturazione attuale delle assegnazioni multiple tra la zone pedonali confuse con i tratti destinati al traffico, fino ai parcheggi dislocati da lunghi anni senza mai qualche ripensamento. Si pensa di togliere la possibilità di parcheggiare attorno ai giardini pubblici e di potenziare l’attuale maxi-parcheggio a pagamento da rendere ancora meno impattante. I giardini pubblici centrali saranno ristrutturati, piantumati e sistemati. Nel tratto esterno di Porta degli Ortacci verrà realizzato il terminal degli autobus con i fondi dell’Area Interna attesi da anni. Da quel punto verrà immaginato l’accesso pedonale principale in città

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dove al posto dell’asfalto sarà realizzata una pavimentazione in pietra. Se ne sta occupando principalmente il vicesindaco Alessia Tasso, che ha la delega all’urbanistica. Di sicuro in questo momento le condizioni della piazza sono al centro di lamentele e polemiche tra lo stato di trascuratezza dei giardini, le Logge dei Tiratori e le condizioni dell’asfalto in qualche tratto. Ai giardini prevale lo stato di abbandono perché manca la cura del verde, così come c’è l’impatto negativo nella parte superiore delle Logge dei Tiratori per la fitta vegetazione, situazione criticata dalla Lega e dal consigliere comunale di minoranza Orfeo Goracci. Il Comune intende affidare in appalto la cura e la manutenzione del verde pubblico per garantire un servizio tempestivo e continuativo. Sono previsti dei lavori per sistemare il verde e i cordoli, mentre per le Logge dei Tiratori la competenza è della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia proprietaria del complesso monumentale. M.Boc.

IL CASO Buche, polvere, erba alta e nessun punto luce in un tratto di collegamento con il centro per anziani

VIA DELLE FOSSE ARDEATINE SOPRAFFATTA DAL DEGRADO

Vivono in quella zona sei famiglie e c’è inaugurato da tre anni il centro residenziale per anziani autosufficienti “Complesso Madonna dei Perugini”, realizzato dal Comune di Gubbio. Ma la strada di collegamento - via delle Fosse Ardeatine - versa ormai da lungo tempo nel degrado più totale tra buche, avvallamenti, polvere, erba incolta e neanche un punto luce. La situazione deplorevole si trascina ormai da

anni senza alcuna manutenzione, neanche minima. Nella stessa zona sta oltretutto sorgendo un complesso residenziale con un progetto di social housing, con la previsione di una strada di collegamento, ma nessun intervento è previsto al momento per questa via di circa duecento metri. I residenti hanno più volte segnalato le problematiche, però fin qui tutto è rimasto lettera morta.

IL DIBATTITO SOCIAL L’ex sindaco sui suoi canali ha aperto coi fedelissimi un tavolo provocatorio e fantasioso

A GORACCI PIACE IL METANO MA NON IL METANODOTTO

Che differenza che c’è tra metano e metanodotto? L’ha chiesto provocatoriamente sui social l’ex sindaco Orfeo Goracci, politico di consumato mestiere perennemente alla ricerca del consenso elettorale, dopo aver presentato con Marzio Presciutti Cinti, candidato sindaco di Gubbio sostenuto dal centrodestra, una mozione per invitare le cementerie Barbetti e Colacem a usare il metano. Goracci è favorevole al metano ma al contempo è contrario al metanodotto, cioè alla condotta che - come riporta la Treccani - serve per la raccolta, il trasporto e la distribuzione del gas naturale (generalmente costituito in prevalenza da metano). “Il metano - sostiene il camaleontico Goracci, paladino della coerenza politica intesa come optional - è uno dei combustibili meno inquinanti. Utilizzarlo nelle cementerie sarebbe un gran passo in avanti per la tutela della nostra salute e dell’ambiente.

Io sono stato, sono e sarò contrario al gasdotto Brindisi Minerbio che devasta Puglia, Abruzzo e Umbria, e queste due ultime dovrebbero veder posati i tubi proprio nelle zone dove più violenti e frequenti sono stati i terremoti. A pensarla così non sono certo solo, è la posizione di tutte le associazioni ambientaliste nazionali e regionali e decine di comitati, con dentro persone di ogni fede politica, presenti in tutte le regioni coinvolte”. Goracci rivela dunque che è contrario alla condotta che trasporta il metano “uno dei combustibili meno inquinanti”. Sicuramente indicherà anche come portare il metano nelle due cementerie, e a chi l’ha stuzzicato sul tema ha usato una buona dose di creatività immaginando di farlo passare sotto l’Adriatico oppure a fianco dell’austrada A14 “senza attraversare - dice lui - le regioni con il più elevato rischio sismico”. La fantasia al potere (dell’opposizione). M.Boc.


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LA ROCCA

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IL TRACOLLO DELL’8 PER MILLE L’ordine imposto è di far finta di niente, ma in realtà i vescovi italiani sono allarmatissimi per i dati catastrofici riguardanti l’8 per mille alla Chiesa cattolica. Dal 2013 (anno dell’arrivo di Bergoglio ai vertici del Vaticano) ad oggi, il calo di introiti è stato non solo costante, ma addirittura vertiginoso. In sette anni, il numero di italiani che hanno deciso di destinare l’otto per mille dell’Irpef alla Chiesa cattolica è diminuito di circa due milioni. I vescovi sono allarmati, ovviamente, per il conseguente calo di introiti per le casse della Chiesa. È noto, infatti, che quello dei “soldi” è l’unico “valore non negoziabile” a cui tenga ancora la Conferenza episcopale italiana (gli altri, quelli veri, con il nuovo corso bergogliano, sono stati praticamente tutti rinnegati). Il consenso verso la neochiesa di Bergoglio è scemato più rapidamente di quanto si potesse immaginare. Con i famosi “buonasera, buon pranzo e buona merenda” si può infatti strappare qualche applauso e destare interesse e curiosità per qualche settimana, ma poi la gente si stanca presto se non c’è consistenza e contenuto dietro quelle frasette a effetto. Una chiesa che rinnega la Verità di Cristo per sposare un vangelo annacquato compiacente al mondo, rimane presto vedova. E perfino un dato come il drammatico tracollo dell’8 per mille ne è segnale inequivocabile.

UN MECCANISMO PERVERSO I dati sul calo di firme dell’8 per mille alla Chiesa cattolica risultano ancora più drammatici se solo si pensa al perverso meccanismo con cui viene calcolata la cifra che lo Stato versa al Vaticano. Il contribuente medio, infatti, pensa ingenuamente che se firma a favore della Chiesa, lo Stato calcola l’8 per mille della sua dichiarazione dei redditi e lo somma a quello degli altri che hanno fatto la stessa cosa e, alla fine, il tutto viene girato nelle casse del Vaticano. Non è così. Il meccanismo è più complicato e più perverso. Lo Stato calcola infatti l’8 per mille di tutti i redditi degli italiani (dal più povero al più ricco). La cifra ottenuta diventa il totale da ripartire tra le varie confessioni che possono accedere all’8 per mille. A questo punto, e solo a questo punto, si vanno a vedere le firme delle varie dichiarazioni dei redditi e si ripartisce il totale tra le varie confessioni in proporzione delle firme che hanno ottenuto. Chi non firma è come se non votasse. Ma l’8 per mille del suo reddito va comunque a finire nelle tasche delle varie confessioni. Facciamo un esempio paradossale: se nessun italiano firmasse la dichiarazione e soltanto il sig. Mario Rossi lo facesse a favore della Chiesa, il Vaticano avrebbe ottenuto il 100% delle firme (chi non firma non conta). Quindi lo stato verserebbe alla Chiesa il 100% dell’8 per mille calcolato sui tutti i redditi degli italiani.

a cura di LUIGI GIRLANDA ECUMENICI FINO A UN CERTO PUNTO Una delle tante baggianate che, da sessant’anni a questa parte, assilla la chiesa post conciliare è senza dubbio l’ecumenismo, ovvero l’idea che tutte le confessioni cristiane siano vere e che quindi debbano stare unite conservando ciascuna la propria specificità. Cattolici, protestanti, ortodossi, luterani, anglicani e chi più ne ha più ne metta hanno tutti ragione. Non esiste una sola vera chiesa a cui convertirsi per non rischiare di andare all’inferno, ma ognuna ha un pezzo di verità. Basta dunque combattersi, ma piuttosto ci si illumini a vicenda. L’ecumenismo, condannato senza “se” e senza “ma” da tutti i papi prima del Concilio Vaticano II, oggi è diventato una sorta di imperativo categorico a cui sottostare se non si vuole essere tacciati di “integralismo, conservatorismo” e via insultando. Ma allora perché la neochiesa non trae le conseguenze di tutto questo anche sul piano economico? Non sarebbe bello che, essendo tutte le chiese e confessioni cristiane sullo stesso piano, si smettesse di dividersi sulle firme dell’8 per mille? Perché, se tutte le chiese portano a Cristo, non dare il buon esempio e dirsi disponibili a dividere l’intero ammontare dell’8 per mille in quote uguali tra tutte le varie confessioni? Temiamo però che su questo, i vescovi della neochiesa preferiscano l’integralismo del restare “cattolici duri e puri”.

Pillole Letterarie e Dintorni... a cura di ANNALISA BOCCUCCI

UNA SIRENA A PARIGI,

IMMAGINI DA UN MONDO SURREALE La storia di un sognatore incallito e di una creatura misteriosa che lo aiuterà a ritrovare se stesso Il romanzo di Mathias Malzieu è un tuffo in una dimensione fantastica, onirica, rarefatta, popolata da personaggi strani e contraddittori, apparentemente persi in un mondo che non percepiscono come proprio, ma pronti a ritrovarsi proprio in quella pura dimensione di sogno che fa parte del loro essere e, alla quale, si sentono inscindibilmente legati. Una sirena a Parigi racconta la storia di Gaspard, un uomo malinconico e disilluso che gestisce il Flowerburger, un locale ricavato in un galeone sulla Senna nel quale celebra la vita e l’amore in ogni sua forma, in ossequio al sogno di sua nonna Sylvia che lo ha consegnato a lui in eredità. Gaspard è un sognatore convinto, un amante delle sorprese che riserva la vita, un attore che interpreta tutte le emozioni che l’esistenza gli concede con l’eccesso che meritano: l’amore per la donna che lo ha abbandonato, la poesia, l’arte, il dedicarsi agli altri sono elementi indispensabili per i quali Gaspard si spende completamente, senza centellinare, senza calcolare eventuali conseguenze portatrici di dolore e delusione. Vivere lasciandosi andare al flusso delle emozioni; è questa la maledizione che il protagonista porta come un fardello, sempre conscio della presenza di una connessione tra la gioia assoluta che si prova nel consumarsi nell’eccesso di amore, di passione e di vita e la disillusione che la fine

dei sentimenti porta con sé rendendoci cinici e malinconici. In una notte di tempesta che trasforma Parigi in uno scenario apocalittico, con il fiume che si gonfia e trascina dietro di sé fango e oggetti, Gaspard fa un incontro molto particolare: egli ode un canto delicato e fragile, come di cristallo e, incuriosito da quella voce, si imbatte in una sirena ferita accasciata sulla sponda della Senna. Il protagonista decide di trarla in salvo e di portarla con sé: quell’incontro si trasformerà in una passione impossibile e intensa che si consuma nella creazione inevitabile di un binomio amore-distruzione risvegliando l’anima di un sognatore come Gaspard e trascinandolo nella consapevolezza della presenza di una malinconia necessaria alla vita. Questa storia, dotata di un ritmo narrativo rapidissimo, è perfetta per gli amanti dei mondi fantastici e delle dimensioni visionarie, ma nasconde anche un inaspettato legame con la realtà: la sirena, sin dal mondo antico, è il simbolo della passione incontrollabile; il suo canto femminile, ammaliante, attira per poi distruggere e questo è proprio ciò che succede al protagonista del romanzo di Malzieu. In questa opera di distruzione totale, apparentemente tragica e destabilizzante, si nasconde però una rinascita, una nuova consapevolezza di sé e degli altri che ha sempre come motore l’amore, la passione e l’eccesso di gioia di vivere.


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L’EVENTO

A MADONNA DEL PONTE LA DEVOZIONE È OVUNQUE INAUGURATA LO SCORSO 5 SETTEMBRE L’EDICOLA CHE IL CIRCOLO ANSPI HA VOLUTO REALIZZARE NELL’IMPIANTO SPORTIVO “FILIPPO UCCELLANI”. UN’IDEA MATURATA QUANDO ANCORA ERA PRESIDENTE FILIPPO PASSAMONTI, IL CUI RICORDO RESTA VIVO

di ROBERTO BARBACCI

innumerevoli iniziative che hanno permesso a tutta C’è una chiesa dedicata da decenni alla Vergine Maria, la comunità di progredire, coinvolgendo sia giovani un’altra che conta pochi anni di vita che è intitolata alla Madre del Salvatore, e da qualche giorno c’è anche che anziani. La sua scomparsa, avvenuta a fine giugno dopo una breve ma tremenda malattia, ha lasciato un una nuova icona che ricorda e testimonia la devovuoto incolmabile pensando anche al fatto che tra le zione dei residenti di Madonna del Ponte nel luogo ultime sue volontà c’era proprio la realizzazione dell’eper eccellenza dedicato ai momenti ricreativi. È un po’ dicola della Madonna, idea nata all’indomani della come un cerchio che si chiude: dallo scorso 5 settembre nei pressi della sede del circolo ANSPI (impianfesta 2019 e realizzata durante i mesi successivi. Non ha fatto in tempo ad ammirarla dal vivo, ma è stato lui ti sportivi “Filippo Uccellani”) sorge un’edicola con a scegliere la statua e a curarne tutti i dettagli fino a all’interno una statua della Madonna, simile a quella quando la malattia gliel’ha consentito. “Per noi questo utilizzata negli anni scorsi sempre nei pressi della sede è un momento molto significativo”, spiega Annalisa Brunelli, che del circolo ANSPI durante la settimana di festa che precede la riha ereditato il ruolo di presidente a partire dal mese di luglio. “Il correnza dell’8 settembre, quando la Chiesa ricorda la natività di desiderio più grande di Filippo era appunto quello di vedere reaMaria, madre di Gesù. L’opera, realizzata in gesso nel laboratorio lizzata questa edicola perché riteneva fondamentale legare questo del marmista Luca Grilli, è posta all’interno di una struttura reluogo alla Vergine Maria, quasi a protezione di uno spazio dedicato alizzata da Armando e Piero Vagnarelli ed è stata benedetta dal alla sana aggregazione e alla convivialità. Certamente il 2020 è staparroco don Gabriele Pauletto dopo una celebrazione eucaristica to diverso rispetto a quello che ci eravamo immaginati, ma questo che di fatto ha rappresentato l’unico momento di ritrovo di questo segno che oggi compare all’interno della struttura che ospita il cir2020 nel quale, a causa delle note restrizioni Covid, non è stato colo ANSPI assume per noi un significato davvero possibile organizzare la consueta festa. molto particolare”. Un pensiero condivido dal parIL DESIDERIO DI FILIPPO roco don Gabriele Pauletto, che ha sottolineato “la L’installazione dell’edicola è stata anche l’occasione devozione forte della comunità e la sua determinaper ricordare una figura che ha lasciato una traccia zione nel voler estendere anche a questo luogo così importante all’interno del circolo ANSPI Madoncaro alle persone un’impronta forte della presenza na del Ponte. Filippo Passamonti non ne è stato La benedizione dell’edicola della Beata Vergine Maria”. soltanto il presidente, ma anche il promotore di

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LETTERE IN REDAZIONE

CENTRO ALZHEIMER, “COME UNA FAMIGLIA” È UNA STORIA DA TRASMETTERE DENTRO L’ANIMA DELLE PERSONE, E A COMPRENDERE CHI OGNI GIORNO HA A CHE FARE CON QUESTA TERRIBILE MALATTIA CHIAMATA “DEMENZA”

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La mia mamma era una persona forte, coraggiosa e determinata, era innamorata della vita, la sua gioia di vivere era contagiosa e nonostante un percorso di vita abbastanza doloroso era un inguaribile ottimista. sognava di poter invecchiare circondata dall’affetto dei suoi famigliari accanto ai suoi nipoti e pronipoti e c’è riuscita per il grande amore che dava e riceveva. Un giorno si è accorta di essere immersa in un’immensa nebbia, dove le persone che l’amavano diventavano sfuocate e non ricordava da dove era venuta e dove doveva andare. Ma non ha mai perso la speranza, perchè dava amore e ne riceveva il doppio. Lei ha sempre vissuto con me e a quel punto presi la sua mano tra le mie e per lunghi cinque anni abbiamo lottato insieme per poter combattere questo mostro chiamato “demenza”. Per prima cosa cominciò a frequentare il Centro Cognitivo di Gubbio, dove veniva stimolata e aiutata, ma siccome peggiorava, su consiglio del medico, ho ritenuto opportuno portarla al Centro Alzheimer di Gubbio, dove è stata accolta con tanto amore da Operatrici e operatori del Centro e dove tre volte alla settimana dalla mattina alle 9 fino alle 4 del pomeriggio veniva stimolata in tantissime attività, dal fare dei lavoretti di ogni genere ai disegni, dal cantare al cimentarsi in cucina. Per due lunghi anni questo personale ha svolto con amore, professionalità, umiltà, senso di responsabilità nei confronti non

solo della mia mamma, ma di tutte le persone che frequentano il centro alzheimer. In questi ultimi due anni, queste operatrici e operatori hanno restituito dignità nel vivere alla mia adorata mamma, un’esperienza bella e brutta nello stesso momento, perché indipendentemente dal covid e tutto il resto la mia mamma ha sempre avuto il loro supporto a domicilio. Ma la cosa più brutta e successa il 17 luglio scorso quando la mia adorata e meravigliosa mamma è volata in cielo, un dolore cosi grande che non si riesce a superare, perchè anche se mamma aveva 94 anni, era sempre “la mamma”. E giunta al termine di questo cammino, ho deciso di ringraziare con queste poche righe e con tutto il mio affetto le peratrici e gli operatori del Centro Alzheimer di Gubbio che anno parte della cooperativa Asad, scrivendo semplicemente i loro nomi e complimentandomi una volta di più con loro per quanto hanno saputo fare. Inoltre ringrazio tutti i servizi sociale e le persone con cui ho avuto a che fare in questo tempo. Mando loro un caloroso abbraccio, esortando tutti quanti, anche chi legge queste poche righe, a riflettere e a volersi piu bene. Il mio grazie va a Laura M., Daniela V., Laura L., Francesca B., Caty F., Moreno B., Paola O., Erika S., Romina E., Mattia S., Raffaela C., Claudia E., Ornella M., Maria G. RITA MEARINI

IL PREMIO Per Travellers’ Choice 2020 l’iniziativa imprenditoriale della famiglia Martinelli è tra le migliori al mondo

TRIPADVISOR PREMIA “GUBBIO EXPRESS”

Riconoscimento per “Gubbio Express Viaggio nella storia di Gubbio”, il trenino con la videoaudio guida sempre più punto di riferimento nel servizio turistico e di mobilità alternativa. L’iniziativa imprenditoriale della famiglia Martinelli ha vinto il premio Travellers’ Choice 2020 di Tripadvisor, azienda statunitense di viaggi e ristoranti che pubblica recensioni di alberghi, bed and breakfast e ristoranti, prenotazioni di alloggi e altri contenuti relativi ai viaggi, includendo anche forum di viaggi interattivi ed è diffusa in tutto il mondo.

“Gubbio Express, congratulazioni - si legge nella motivazione - per aver vinto il premio Travellers’ Choice. Ogni anno analizziamo le recensioni, i punteggi e i profili salvati dai viaggiatori di tutto il mondo e utilizziamo queste informazioni per premiare il meglio nel settore dei viaggi. Appartenete a un gruppo esclusivo e vogliamo aiutarvi a festeggiare (e promuovere) questo importante riconoscimento”. Gubbio Express fa parte - evidenzia Tripadvisor - del 10% delle migliori attrazioni del mondo.

TRG, BEDINI NUOVO DIRETTORE MARINELLI ANDREOLI A UMBRIA TV

Giampiero Bedini, 79 anni, è il nuovo direttore responsabile di Trg. Raccoglie il testimone di Giacomo Marinelli Andreoli, 49 anni, che ha assunto la guida di Umbria Tv, l’emittente regionale controllata come Trg dal gruppo Financo-Colacem. Bedini, affiancato nell’attività di redazione dalla gualdese Cinzia Tini e da Giacomo Branco, è

dirigente dell’emittente eugubina dalla prima ora. È stato già direttore, per un periodo tra il 2000 al 2002, e ha ricoperto i ruoli di amministratore e presidente. Trg vede anche la presenza di Giambaldo Traversini come amministratore.

“IL FILO DELLA SPERANZA” TRA RADIO E TV

Vetrine radiofoniche e televisive per il libro “Il filo della speranza - Storie al tempo del coronavirus”, del giornalista Massimo Boccucci e dell’avvocato Tiziana Zeppa (editore Infopress), che raccoglie 39 racconti in 170 pagine tra vita vissuta ed eventi legati al periodo della clausura. La pubblicazione, sostenuta da LC3

Trasporti, sta avendo ampio spazio sulla stampa: ci sono stati ampi servizi sulle emittenti radiofoniche e televisive umbre, tra le quali Radio Onda Libera, Radio Gente Umbra, Radio Comunità Cristiana, Radio Gallano, Rgm, e nazionali come San Marino Rtv. è disponibile in libreria e in edicola (costo 13,00 euro).


CONTRIBUTI Diffuso il rendiconto per il 2019 delle somme attribuite dalla Conferenza episcopale italiana

DIOCESI, PER IL CULTO E LA CARITÀ SONO GIRATI OLTRE 720MILA EURO

La Diocesi ha diffuso il rendiconto relativo all’erogazione delle somme attribuite dalla Conferenza episcopale italiana (Cei) per il 2019. Al capitolo culto e pastorale, nell’esercizio cura delle anime si evidenzia che alla Curia diocesana e centri pastorali diocesani sono stati destinati 127.680,97 euro; ai mezzi di comunicazione sociale a finalità pastorale 7.000 euro; alla manutenzione straordinaria di case canoniche e locali di ministero pastorale 49.347,20 euro; alle parrocchie in condizioni di straordinaria necessità 23.000 euro; agli enti ecclesiastici per il sostentamento dei sacerdoti addetti 25.000 euro; al clero anziano e malato 19.000 euro, per un totale di 251.028,17 euro. Per la formazione del clero sono stati destinati 140.000 euro al seminario diocesano, interdiocesano, regionale. Per la catechesi sono stati destinati 5.500 euro agli oratori e patronati per ragazzi e giovani. Ammonta a 800 euro il contributo al servizio diocesano per

la promozione del sostegno economico della diocesi. Per le iniziative della pastorale Regione Ecclesiastica Umbria figurano 19.153,81 euro. Totale delle erogazioni 416.481,98 euro. Al capitolo interventi caritativi, nella distruzione a persone bisognose, ecco il dettaglio: da parte della diocesi 31.815,51 euro; da parte delle parrocchie 4.800 euro; da parte di enti ecclesiastici 19.769,32 euro. Al capitolo opere caritative diocesane, ecco il dettaglio: in favore di extracomunitari 10.000 euro; in favore di altri bisognosi 10.000 euro. Al capitolo opere caritative parrocchiali, ecco il dettaglio: in favore di anziani 10.000 euro; in favore di altri bisognosi 150.000 euro. Al capitolo opere caritative altri enti ecclesiastici, ecco il dettaglio: in favore di extracomunitari 30.000 euro; in favore di altri bisognosi 40.000 euro. Totale delle erogazioni 306.384,83 euro.

IL RICORDO

IL TESTAMENTO DI DON MENOTTI

HA LASCIATO UN’IMPRONTA FORTE NELLA PARROCCHIA DI SAN MARCO E A SCUOLA. IDENTITÀ CHIARA E POCO INCLINE AL VENTO DI COMODO ANCHE DOVE RELIGIONE E POLITICA SPESSO SI SOVRAPPONGONO La parrocchia di San Marco e la scuola, i due mondi di don Menotti Stafficci che se n’è andato l’11 agosto scorso. Ha sempre avuto un’identità chiara e poco incline al vento di comodo, in una realtà in cui religione e politica spesso si sovrappongono. Ha guidato quella parrocchia per 47 anni, da quando nell’agosto 1973 era stata costituita su iniziativa dell’allora vescovo Cesare Pagani. Figura carismatica e di riferimento non solo per la zona, è stato animatore delle attività della parrocchia e dell’oratorio di San Felicissimo. Era stato parroco fino all’ottobre 2019, quando era stato salutato con calore da numerosi fedeli in una celebrazione per lasciare il testimone a don Cristoforo Przyborowsky. L’altra parte di sé l’ha dedicata all’insegnamento

NUMERI UTILI Centralino Comunale Centralino Osp. Branca Pronto Soccorso Numero Verde Farmacie Guardia Medica Sez. Croce Rossa Gubbio Soccorso Misericordia Gubbio Carabinieri Vigili del Fuoco Vigili Urbani Cimitero Civico IAT Servizio Taxi Carabinieri Forestali Guardia di Finanza Centrale ENEL Canile Curia Vescovile ACI Soccorso Stradale

075.92371 075.9270801 075.9270744 800.829058 075.9239468 075.9273500 075.9277779 340.3859797 075.9235700 075.9273722 075.9273770 075.9237690 075.9220693 075.9273800 075.9272585 075.9273789 800.900.800 075.9274963 075.9273980 075.9220795 333.5224537

della religione nella scuola superiore per oltre un trentennio. Don Menotti Stafficci aveva festeggiato i sessant’anni di sacerdozio, ricordando la nascita a Scheggia nel ‘35 e l’ordinazione sacerdotale nel ‘60 dal vescovo Beniamino Ubaldi. In diocesi è stato anche responsabile della Pastorale familiare e direttore dell’Ufficio missionario. Si ricorda la volontà di consacrare la parrocchia e il quartiere di San Marco alla Madonna della Misericordia della Pieve, molto venerata dai fedeli, il 4 settembre 1983. Si è impegnato fortemente per i lavori di ristrutturazione della chiesa, intitolata a Santa Maria del Suffragio (dedicazione celebrata il 26 aprile 2009), della canonica e l’edificazione del centro ricreativo “San Felicissimo”. M.Boc.

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Il prossimo numero sarà in distribuzione da

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