15 Giorni - Numero 99 - 29 Novembre 2018

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GUBBIO Il nuovo sito web di informazione sull’attualità eugubina

Giovedì 29 Novembre 2018 Anno VI Numero 99

quindicinale d’informazione www.15giorni.it

SAURO, L’EUGUBINO

PIU’ BRASILIANO CHE C’E’!

LA STORIA DI SCARABOTTA CHE VIVE A SAN PAOLO DOVE HA TROVATO GRANDI SODDISFAZIONI PROFESSIONALI E HA MESSO SU FAMIGLIA. È UNO CHEF TRA I PIÙ QUOTATI E SI DEDICA ANCHE AL COMMERCIO DI ESCLUSIVI PRODOTTI ENOGASTRONOMICI. IL LEGAME CON LE RADICI RESTA PROFONDO: “I CERI SONO SEMPRE PARTE DI ME”



COPERTINA

“SAURO D’ITALIA” conquista il Brasile

AL RISTORANTE FRICCÒ, A SAN PAOLO, SI DANNO APPUNTAMENTO ORMAI DA ANNI TANTI ORIUNDI, EMIGRATI E VIP. SCARABOTTA STA SVILUPPANDO ANCHE IL SETTORE DEI PRODOTTI ENOGASTRONOMICI. GUBBIO È NEL SUO CUORE: “TORNERÒ L’ANNO PROSSIMO, LO FACCIO SEMPRE MOLTO VOLENTIERI. QUI SONO STATO ACCOLTO BENE E HO POTUTO FARMI STRADA” di MASSIMO BOCCUCCI

Si racconta Sauro Scarabotta. Dal Brasile con amore e passione, tenendo ben salde le origini e quel senso di appartenenza con Gubbio che a distanza resta piacevolmente fortissimo. Ci parla di sé e della terra che l’ha accolto e dove ha trovato l’amore di Rita ed Enrico e il successo. Andiamo alla scoperta del suo mondo e dei migliori ricordi. Come va la vita in Brasile? “Discretamente, pur se alcuni problemi affliggono il Paese in modo pesante. In questi anni ci sono stati grandi cambiamenti, alcuni in meglio e altri in peggio. Si cerca comunque di accumulare esperienze sempre utili”. Sauro è tutto famiglia e lavoro? “La gran parte della giornata é assorbita dal lavoro e dalla famiglia, le cose s’intrecciano perché io e mia moglie Rita siamo diventati soci ancora prima di sposarci. Lavoriamo insieme dal 1997, sin dalla fondazione del ristorante Friccó, nato Friccó di Frango. Abbiamo un figlio di 13 anni, Enrico, che ci riempie la vita. Faccio anche molte altre cose, dall’attività fisica, la bici, il divertimento e i viaggi. Vado in campagna visitando amici e produttori di eccellenze. Qui le distanze sono enormi e questo complica le cose, compreso il traffico poiché se non pianifichi ci resti intrappolato. Fino a qualche anno fa ero molto attivo nell’associazione dei cuochi, poi ho abbandonato con la crescita di Enrico. Il prossimo anno avremo delle belle novitá. Con la marca “Sauro d’Italia” facciamo pani e affettati artigianali premiati e vendiamo prodotti di eccellenza italiana, oltre ai nostri. Sauro

d´Italia, praticamente una bottega di generi alimentari moderna, é figlio del Friccó”. Ci racconta della vostra attività? “Si é trasformata nel tempo per accompagnare i cambiamenti che il Brasile e una cittá come San Paolo impongono per non essere travolti dalle mode e dall’eccessiva innovazione. All’inizio avevamo un piccolo spazio con sette tavoli e dove facevamo ristorazione per pranzo, rosticceria e piatti pronti congelati. Nel 1999 siamo cresciuti ed eliminato la rosticceria per un problema di parcheggio, mentre i congelati erano in buona crescita. Nel 2001 abbiamo fatto il salto con 23 tavoli in uno spazio raddoppiato con una cantina di vini soprattutto italiani, suscitando buona attenzione da parte della stampa specializzata e con alcuni riconoscimenti. Sono stato nel frattempo consulente di Costa Crociere con un viaggio l’anno per 7 anni, dal Brasile all’Argentina passando per il Paraguay, dando lezioni di cucina italiana a bordo oltre a preparare cene di gala. Ho fatto parte della selezione brasiliana di cucina in competizioni internazionali; sono stato direttore dell’associazione brasiliana di alta gastronomia; ho organizzato e partecipato a decine di concorsi; sono stato

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coinvolto in una trasmissione a Radio Scala per parlare di enogastronima italiana; ho partecipato ad alcune trasmissioni nelle maggiori emittenti televisive brasiliane. Nel 2001 sono stato tra i primi ad aver ottenuto la certificazione intarnazioSauro, la moglie Rita e il figlio Enrico nale di sicurezza alimentare, vigente anche in Italia. Sono stato consulente della pasta abruzzese Delverde e di Fara San Martino per il mercato brasiliano. Ho insegnato cucina italiana in diverse scuole e promosso iniziative anche nel mio locale. Ricordo di aver portato una troupe di Tv Globo a Gubbio per realizzare un programma sulla norcineria trasmesso in prima serata”. Cos’ha un eugubino di brasiliano? “L’euforia che l’eugubino sprigiona il 15 maggio si ritrova nell’allegria collettiva che caratterizza le grandi feste brasiliane. Ci sono anche la grinta e la passione per calcio, così come la saudade per la propria terra. L’anno prossimo tornerà a Gubbio e con grandissimo piacere”. Quanto è stato complicato ambientarsi? “Nonostante l’attaccamento a Gubbio, tutto é successo abbastanza naturale e guaduale. Il primo distacco l’ho avuto quando negli anni ‘80 sono andato a studiare alla scuola alberghiera ad Assisi con la situazione del trasporto pubblici che non permetteva il rientro a casa. Partivo il lunedi mattina per rientrare sabato, trascorrerendo la settimana al convitto. Poi, le prime stagioni estive al mare. Alcune esperienze in Germania, Giappone, Argentina e Cile hanno quindi facilitato il cambiamento. La prospettiva del Brasile è nata dai rapporti attraverso Conexport, il consorzio per l’esportazione con cui sono entrato in contatto grazie all’amico Tino Casoli: andai per un mese ed eccomi ancora qui. L’idea all’inizio era lavorare in giro per il mondo fino al 2000 e poi mettere radici da qualche parte. L’esperienza brasiliana é stata talmente positiva che le radici l’ho messe dal 1994. Ho mosso i primi passi su invito di Giancarlo Bolla, un italiano arrivato a San Paolo nel dopoguerra ancora ragazzo coi genitori, da Sanremo. Mi ha fatto crescere in quasi quattro anni, mentre era già aperto il Friccó. Il datore di lavoro nel tempo è diventato anche amico e mi ha aiutato ad ambientarmi. Ho avuto il piacere di portarlo a Gubbio per fargli vivere la festa più bella del mondo. È subentrata Rita e uniti abbiamo costruito una famiglia e un’attività di successo”. La saudade si fa sentire? “Non più da molti anni, mi considero cittadino del mondo. È stato un ostacolo all’inizio per il legame profondo alla famiglia e gli amici. Oggi la sensazione di felicitá è la stessa quando parto da San Paolo per tornare a Gubbio e viceversa. E i social sono degli alleati preziosi per tenersi informati e comunicare”. Quanto è attaccato a distanza alle sue radici? Con Careca e Pelè “Il punto più profondo delle

mie radici è rappresentato dai Ceri. Ringrazio Giampiero Bedini e Trg che per molti anni mi ha chiamato per collegarmi in diretta il 15 maggio, vivendolo pienamente sia da dentro che lontano. Mi sono sentito a Gubbio grazie alla diretta di Trg, chiudendo gli occhi, ascoltando i commenti e il sonoro della festa con tutte quelle emozioni che solo un eugubino conosce. La distanza grazie alla tecnologia è sempre meno un problema. Mi mancano le ricchezze della natura, dai funghi ai tartufi e gli asparagi, con i boschi e le colline”. Ci sono giovani eugubini che le chiedono notizie del Brasile? “In passato succedeva piú frequentamente. La maggior parte dei contatti é stata quando il Brasile era di moda, prima del mondiale di calcio del 2014 quando il Paese era sulla cresta dell’onda anche per il lavoro di marketing a livello internazionale. Alcuni ragazzi mi chiesero se fosse stata una buona idea aprire una gelateria, altri che facevano i sommelier cercarono dei contatti per poter lavorare. Ora c’è crisi pure qui e si fa sentire parecchio. Mi fa comunque piacere mettere a disposizione dei giovani un po’ della mia esperienza. Sono sempre disponibile, anche attraverso i social”. Sa che a Gubbio lavoro ed economia sono in forte crisi? “Conosco bene la situazione anche perche ci sono la mamma, mia sorella e mio fratello con la tappezzeria in attivitá. Quanto sta accadendo a Gubbio e in Italia non è crisi ma purtroppo un vero e proprio cambiamento. A Gubbio dobbiamo cambiare la maniera di pensare e di comportarci. Dagli anni ‘70 c’è stato un ventennio meravilgioso. Bisogna studiare di piú, servono maggiore professionalità e programmazione creando delle sinergie con regole, diritti e i doveri chiari per tutti. Cose difficili in una cittá con vizi millenari, ma non impossibili”. Pensa che si è aperto un altro periodo di emigrazione? “Se il mio amato babbo Nino fosse vivo risponderebbe ‘ni’, ovvero una fisione di no e sì. Non c’è l’immigrazione intesa come nel dopoguerra. I Paesi che ricevevano i nostri migranti non sono molto attrattivi come un tempo e gli eugubini hanno la concorrenza di persone molto piú disperate che si accontentano di pochi soldi. C’è una migrazione piú specializzata che ha una professionalitá con alta specializzazione. Gubbio deve fare un salto di qualitá investendo in maniera intelligente nel turismo che non deve limitarsi al mordi e fuggi. Va alzata l’asticella sui servizi, le produzioni, le infrastrutture e la diversificazione. Il cammino é lungo, richiede investimenti e sforzi a medio e lungo termine: ci sono le carte in regola per compiere questo salto di qualitá”. Cosa pensano dal Brasile dell’Italia? “L’Italia é molto presente per i milioni di oriundi. È forte la cultura italiana, specie in alcune cittá. Mi sento molto piú in Italia qui di quando ho vissuto in Germania. L’Italia é ben vista, meno che quando si sfidano le Nazionali di calcio più che di volley. L’Italia resta la mèta preferita delle vacanze con una predilezione per il mangiare e il bere. Tv Globo, la maggiore emittente brasiliana, riferisce spesso le notizie. Molti brasiliani discendenti di italiani stanno andando in italia per richiedere la cittadinanza invece di aspettare oltre dieci anni per prendere il passaporto nel consolato italiano qui in Brasile”.

QUANDO LA SELEÇAO SCELSE GUBBIO PER IL RITIRO

C’è un legame tutto speciale tra Gubbio e il Brasile. Due terre così lontane ma così vicine a livello di arte, estro e fantasia. Due popoli che sembrano specchiarsi l’uno nell’altro e che hanno vissuto un momento indimenticabile nell’estate del 1990, quando la nazionale brasiliana scelse proprio la cittadina umbra come quartier generale del ritiro in vista dei mon-

diali di Italia ‘90. La città accolse la Seleçao con tutti gli onori del caso: furono giorni di autentica passione, culminati con l’amichevole al San Biagio contro il Gubbio allenato da Giorgini, che passò in vantaggio con Gori prima di cedere per 14-1.


POLITICA

SE STIRATI VA CON IL PD LE LISTE CIVICHE SI SPACCANO

LA COALIZIONE DEL SINDACO È PRONTA AD ACCOGLIERE I PIDDINI IN UNA LISTA MA SENZA IL SIMBOLO. IL SEGRETARIO ANDREA SMACCHI È CONVINTO DI TROVARE L’INTESA ANCHE SE IL SUO PARTITO È DIVISO. DALLA LEGA NO A LUCA BARILARI. FORZA ITALIA HA UN NUOVO COORDINATORE: IL GIOVANE DARIO BASTIANI di MASSIMO BOCCUCCI La coalizione del sindaco Stirati e il Pd riusciranno ad allearsi? Le trattative ci sono. Il segretario piddino Andrea Smacchi si dice convinto di farcela, e se dovessero sorgere problemi aspetta che sia l’attuale maggioranza a rifiutare l’intesa. Stirati è favorevole al Pd ma non s’è scoperto in quali Filippo Mario Strati termini. Ha le idee chiare al riguardo “Scelgo Gubbio” che non vuole sentir parlare del partito con il simbolo ma semmai di una lista civica unita alla coalizione. Alessio Bazzurri l’ha detto pubblicamente (“Questo è un progetto civico che prosegue e ciascuno deve rinunciare a qualcosa in identità”) e il movimento potrebbe fare un passo indietro (se non tutti, una buona parte) qualora gli altri alleati accettassero il Pd col simbolo e tutto il resto. “Liberi e Democratici” gioca di furbizia: del resto quel movimento è pieno di vecchie volpi della sinistra eugubina e soprattutto di ex piddini pronti a sferrare altri colpi alla classe dirigente per prendersi qualche pezzo in libera uscita secondo un copione già visto nel passato. L’attuale maggioranza lascia che il Pd impieghi altro tempo per stare appresso alle beghe interne, ricordando come Smacchi debba fronteggiare le voci critiche sull’operato di Stirati & C (il consigliere comunale Virna Venerucci e l’ex segretaria del partito Sara Andrea Smacchi Cardoni si sono già espresse).

NO A BARILARI La Lega chiude la porta al trentaduenne consigliere comunale Luca Barilari che ha rotto con il Pd e strizza l’occhio al centrodestra pronto a confluire in una lista civica di appoggio. La Lega è contraria e ne discuterà Luca Barilari con gli alleati Fratelli d’Italia e Forza Italia. Resta top secret il papabile per la candidatura a sindaco. Per ora c’è solo il trentanovenne avvocato leghista Matteo Leoni, pur se nel suo partito smentiscono e insistono assicurando che sarà espressione della società civile fuori dai partiti. BASTIANI IN PISTA A proposito di Forza Italia, dopo le dimissioni da coordinatore comunale di Angelo Baldinelli, che sostiene la formula del governo nazionale Lega-5 Stelle, c’è il nome del sostituto: si tratta di Dario Bastiani, 25 anni, nominato dal coordinamento regionale umbro del partito di Berlusconi. Laureando in scienze agrarie all’università di Perugia, è segretario regionale dell’associazione “Ambiente è Vita” e socio fondatore del Rotaract Club di Gubbio. L’incarico è stato proposto dalla coordinatrice provinciale del partito, Laura Buco, e quindi ratificato dalla coordinatrice regionale Catia PoliDario Bastiani dori.

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ATTUALITÀ

La discarica di Colognola porta soldi ma anche guai

CI SONO DUE INDAGINI, UNA COINVOLGE IL SINDACO, IL DIRIGENTE COMUNALE RAFFAELE SANTINI E TRE TECNICI DELLA COOPROGETTI. C’È ANCHE UN PROCESSO A PERUGIA. SOLIDARIETÀ A STIRATI DA GIUNTA, MAGGIORANZA E PD. GAGLIARDI: “AZZERARE GLI INCARICHI. L’AVEVO GIÀ CHIESTO NEL 2015” di MASSIMO BOCCUCCI

La discarica di Colognola è quel che si dice un “bubbone”. Molto più di un tormentone che riemerge di tanto in tanto. Si è perso il conto dei filoni d’indagine ed è in corso anche un processo, mentre il sito comunale per lo smaltimento dei rifiuti resta un “bancomat” visti gli introiti solo in parte e ultimamente reinvestiti per la gestione. C’è un’inchiesta per reati ambientali, con una serie di contestazioni e un’altra sulle procedure di assegnazione dell’incarico di direzione tecnica alla Cooprogetti. Due procedimenti distinti con la chiusura delle indagini preliminari da parte del pubblico ministero Carmen d’Onofrio della Procura della Repubblica di Perugia, sugli elementi acquisiti dal Noe guidato dal maggiore Francesco Motta, notificata al sindaco Filippo Mario Stirati, al dirigente comunale Raffaele Santini, responsabile del settore ambiente, e ai tecnici Luigino Capponi, Valter Fabio Filippetti ed Enrico Minelli della società cooperativa Cooprogetti e nell’altro caso allo stesso Santini e alla funzionaria comunale Silvia Pagnottella responsabile del procedimento per l’assegnazione della direzione. Il dirigente Santini e Filippetti, direttore tecnico della discarica, sono stati rinviati a giudizio il 7 maggio 2015 insieme ad altre otto persone sempre per reati ambientali collegati a Colognola dopo i controlli eseguiti dall’Arpa nel 2011. È in corso il processo di primo grado: all’inizio del 2019 gli imputati decideranno se avvalersi della prescrizione. CASO POLITICO Il 3 settembre 2015 il consigliere comunale Francesco Gagliardi del centrodestra aveva chiesto, con un’interrogazione, di azzerare gli incarichi sostituendo i soggetti, fino a porre la questione se il Comune si sarebbe costituito parte civile. In quel caso, secondo gli inquirenti, a Colognola sarebbero stati depositati rifiuti anche pericolosi o provenienti dallo smaltimento dei rifiuti urbani non differenziati. Sono coinvolti anche soggetti di Città di Castello, Foligno e Salerno.

Ci sono precedenti storie su Colognola, come i livelli di inquinamento tenuti sotto silenzio tra il 2009 e il 2010 nonostante talune segnalazioni della Provincia. Questo filone d’indagine invece è nuovo e riguarda contestazioni per situazioni verificatesi nel 2015 e 2016, così come c’è l’altra indagine sulle sette proroghe della direzione tecnica alla Cooprogetti dopo l’iniziale affidamento nel 2010 che sarebbe dovuto durare due anni per poi procedere a nuova gara nel 2015. “Tre anni fa - ha evidenziato Gagliardi - avevo sollevato l’opportunità di mantenere gli incaricati. Il sindaco Stirati, come sua abitudine, aveva fatto spallucce e tutto è continuato come prima. Ho il massimo rispetto della presunzione d’innocenza e ho il dovere di chiedere nuovamente l’azzeramento degli incarichi”. C’è un’altra questione delicata e riguarda la funzionalità di Colognola. “Alla luce delle problematiche emerse dall’indagine penale - denuncia Gagliardi -, è ancora più preoccupante la decisione assunta dall’amministrazione Stirati di continuare a sversare rifiuti in discarica, dopo la scoperta di una maggiore capienza del sito da tempo considerato esaurito. Chiederò di effettuare nuove verifiche, perché non è ammissibile pensare di fare cassa a scapito della salute dei cittadini”. STIRATI SERENO Il sindaco Stirati si è detto “assolutamente sereno” e aspetta “di acquisire tutti gli elementi sulla vicenda legata all’operato di dirigenti ed esperti dei quali non ho motivo di dubitare su capacità e correttezza”. Al sindaco è stata espressa solidarietà dai componenti della sua giunta e dalle forze della maggioranza che hanno ribadito il forte legame e la prospettiva della ricandidatura. Anche il segretario del Pd, Andrea Smacchi, si è detto vicino a Stirati sottolineando al contempo che il gruppo consiliare ha già espresso in passato preoccupazioni in merito alla richiesta di ampliamento della discarica fatta dall’attuale maggioranza alla Regione.

CANTIERE Investimento di 15mila euro e appalto all’impresa “Monacelli Franco Costruzioni Edili Srl”

VIA SPERELLI STA PER RIAPRIRE

SONO IN CORSO I LAVORI SUL MURO PERICOLANTE CHE AVEVA INDOTTO IL COMUNE NEL MAGGIO 2017 A TRANSENNARE IL TRATTO TRA DISAGI E LAMENTELE. DOPO 18 MESI IL VIA ALL’INTERVENTO Sono in corso i lavori per riaprire al transito pedonale e veicolare via Sperelli, storico tratto dell’acropoli di collegamento tra via XX Settembre e via Savelli della Porta. Si sta procedendo al ripristino del muro pericolante che aveva indotto il Comune a transennare la via tra i disagi per i residenti e quanti non vi possono transitare. L’intervento costa circa 15mila euro e viene realizzato, dopo la gara d’appalto, dall’impresa locale “Monacelli Franco Costruzioni Edili Srl”. Il sindaco Filippo Mario Stirati e Alessia Tasso, assessore ai Lavori Pubblici, hanno annunciato l’atteso intervento. Via Sperelli è chiusa dal maggio dello scorso anno a causa delle minacce di instabili-

tà del muro di contenimento probabilmente minato dalle radici di un grosso albero rimasto incontrollato per lungo tempo. Ci sono state ripetute segnalazioni, raccolte anche da 15Giorni, per la situazione di una delle vie più caratteristiche nella parte alta del centro storico, dove peraltro ci sono gli uffici tecnici del Comune. Le insistite pressioni non stavano avendo alcun seguito, acuendo i disagi accanto alle lamentele, nella considerazione che fin dall’inizio si trattava comunque di un intervento modesto con un investimento economico molto contenuto. Il programma operativo si è concretizzato dopo un anno e mezzo. R.Bar.

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VIABILITÀ

VARCHI ELETTRONICI SPIETATI OGNI GIORNO ALMENO 25 MULTE

FANNO DISCUTERE I DATI RELATIVI ALLE INFRAZIONI RILEVATE ALL’INTERNO DELLA ZTL DEL CENTRO STORICO: NEI FINE SETTIMANA I VERBALI ARRIVANO A 50-60. MANNA DAL CIELO PER LE DISASTRATE CASSE COMUNALI di MASSIMO BOCCUCCI

Lasciano il segno, nelle tasche della gente, i varchi elettronici. Si viaggia alla media di circa 25 multe rilevate nei giorni feriali e 50-60 nei festivi. Si sono superate le 5.000 sanzioni complessive dal 4 giugno scorso quando l’Amministrazione Comunale ha deciso di attivare le telecamere che controllano gli accessi nel centro storico, dove non è però cambiato il far west per i parcheggi selvaggi anche in doppia fila e il deserto in alcune ore della giornata per la disperazione dei commercianti. I trasgressori si concentrano soprattutto di sabato sera con i varchi maggiormente transitati, senza permesso, in via dei Consoli nella parte alta della città dove i provvedimenti di chiusura sono più restrittivi, via Reposati e via Fonte Avellana nel quartiere di San Pietro. Il tetto mensile dei verbali recapitati a domicilio sta comunque scendendo progressivamente: si va dai 2.294 di giugno ai 1.227 a luglio, 897 ad agosto e 630 a settembre. ATTENZIONE ALL’USCITA I varchi elettronici scoraggiano molti ad accedere nel centro cittadino con ripercussioni sulla vitalità dell’area storica e il danno indiretto ai commercianti, anche se negli orari di apertura delle attività non c’è divieto. C’è una sorta

di psicosi, ovvero il timore di finire pizzicati dalle implacabili telecamere. Persiste poi il problema dell’ingresso nelle ore consentire ma dovendo al contempo prestare la massima attenzione agli orari di uscita perché si viene sanzionati anche quando si lascia il centro durante le fasce orarie d’interdizione. QUANTI INCASSI Le multe per il transito e la sosta nel centro storico, aggiunte a quelle dei pattugliamenti dei vigili urbani lungo la strada Pian d’Assino, stanno fruttando un sacco di soldi per le asfittiche casse comunali, come testimonia l’ultima variazione al bilancio con incassi di 270mila euro superiori al preventivato. È un modo per introitare risorse con le quali fronteggiare gli spaventosi buchi di bilancio derivanti soprattutto dalla discarica di Colognola, il Puc di San Pietro e la società partecipata Gubbio Cultura e Multiservizi Srl. È infine calato il silenzio sulle multe irregolari elevate ai ciclomotori nel periodo dal 4 giugno al 24 luglio a causa delle segnaletiche sbagliate. Il sindaco Filippo Mario Stirati aveva annunciato l’individuazione delle responsabilità ma al momento non risultano provvedimenti.

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POLITICA

“Lega e 5 Stelle facciano un contratto per Gubbio”

INTERVISTA CON L’INGEGNERE PIO FRANCESCO BALDINELLI CHE NEL 1997 SFIORÒ LA VITTORIA ELETTORALE COL CENTRODESTRA. “SONO MATURI I TEMPI PER ROVESCIARE IL TAVOLO. STIRATI È UN GALANTUOMO MA NON HA GLI ATTRIBUTI. IL COMUNE È PIENO DI IMBUCATI DEI PARTITI. L’ULTIMO SINDACO DELLA VERA SINISTRA È STATO NERI, OGGI SOLO INTERESSI PERSONALI E CLIENTELARI. GIRANO ANCORA ZOMBI POLITICI”. di MASSIMO BOCCUCCI

Baldinelli, come vede la città del presente? “La sensazione principale è una città non governata. Tutto sembra lasciato al caso, all’improvvisazione, mancando un indirizzo politico amministrativo. Nel Palazzo, gli uffici e servizi procedono in maniera del tutto scoordinata e inefficiente, senza che gli organi di governo impartiscano l’indirizzo politico e amministrativo. L’apparato non è peraltro all’altezza delle esigenze anche per responsabilità di precedenti amministrazioni che hanno riempito gli organici comunali in maniera arbitraria e clientelare, facendo spesso ricorso a personale di insufficiente qualità e capacità, inserito per soli meriti partitici. L’Amministrazione Stirati ha evidenziato esternamente solo carenze e inefficienze, dall’inizio con la cosiddetta pista ciclabile all’assoluta mancanza di manutenzione delle infrastrutture e il recentissimo flop della mostra del tartufo. Il professor Stirati è sicuramente un galantuomo, una persona degna, onesta e cortese, ma non ha gli ‘attributi’ per fare il sindaco”. Ci crede nell’alleanza tra Stirati e il Pd? “Stirati è un galantuomo e una persona onesta, e questo lo pone in evidente contraddizione con certi personaggi del Pd”. Le elezioni del 2019 che valore potranno avere? “Tenendo anche conto del trend nazionale, potrebbero avere una portata rivoluzionaria”. Quante possibilità hanno 5 Stelle e Lega di ribaltare il quadro politico eugubino dopo il successo di marzo alle elezioni Politiche? “Hanno enormi possibilità di ribaltare il quadro politico eugubino, sulla scia del successo a marzo, sempre che siano in grado di attuare una strategia comune. Se a livello nazionale sono stati in grado di trovare un accordo, a maggior ragione potrebbero farlo a Gubbio, visto che amministrare una città è un contesto più pratico e caratterizzato da minori posizioni ideologiche. Lega e 5 Stelle potrebbero anche a Gubbio procedere all’individuazione di alcune esigenze fondamentali stipulando una sorta di ‘contratto’ da attuare nel quinquennio.

Questo sarà possibile mettendo da parte egoismi e personalismi per il bene della città”. Qual è la vera sfida che Gubbio deve affrontare e vincere? “Per risollevare l’economia, in particolare a livello locale, è necessario concentrare le energie e sviluppare le attività, come la valorizzazione del territorio e dei beni storici, artistici e culturali. L’Italia sotto questo profilo è prima nel mondo e Gubbio è prima in Italia”. Una sinistra governa e una sta all’opposizione: a ogni tornata elettorale resta questa la grande anomalia eugubina? “In verità l’ultimo sindaco della vera sinistra è stato Pier Luigi Neri. Con l’amico Barboni la sinistra si è un po’ affievolita e dopo di lui si è totalmente estinta, con personaggi politici, che pur provenendo da quell’area, hanno badato esclusivamente ai propri interessi e delle rispettive clientele”. Lei sfiorò la vittoria nel 1997 con il centrodestra: è stata un’occasione persa? “Il mio exploit più che un’occasione persa del centrodestra deve essere considerato come un segno premonitore. Fin da allora apparve evidente che gran parte degli eugubini, dopo tanti decenni con la sinistra, avevano voglia di rovesciare il tavolo. Questo sentimento è andato aumentando e ora e a livelli elevatissimi, tanto da ritenere che nel 2019 si potrà avere quella rivoluzione a cui accennavo”. Perché si è ritirato dalla politica attiva? ”Perché l’ho sempre considerata come servizio verso i cittadini. Ritenendo di aver già dato il mio contributo, dopo due mandati in Consiglio Comunale ho voluto lasciare il campo a più giovani e fresche energie. Cosa che non hanno fatto e, a quanto e dato sapere non intendono ancora fare, alcuni personaggi, i quali nonostante possono essere ormai considerati dei veri ‘zombi politici’ vorrebbero essere riesumati da quel sepolcro e da quell’oblio nei quali la storia e alcune vicende politicoamministrative li hanno confinati”.

ASSOCIAZIONI Con l’accensione dell’Albero si entra nel vivo. Sabato 8 l’inaugurazione de “La Via del Presepe”

AL VIA LE INIZIATIVE LEGATE AL NATALE

Già da una decina di giorni la grande ruota panoramica fa bella mostra di sé in piazza Quaranta Martiri, con le casette del villaggio di Babbo Natale che rapidamente stanno prendendo forma nell’area dei giardinetti (fugati i dubbi sulle condizioni degli alberi secolari dopo la caduta di una pianta avvenuta lo scorso 29 ottobre). Con l’atmosfera natalizia che a grandi falcate comincia a farsi sentire nell’aria, anche Gubbio si prepara a vivere un periodo di serenità condito (si spera) da tante presenze. Non sarà semplice replicare i numeri del 2017 ma in città ci si è preparati nel migliore dei modi. Intanto è già previsto il pieno nel ponte dell’Immacolata, per la verità quest’anno nemmeno troppo favorevole (l’8

è infatti sabato), sfruttando al solito l’accensione dell’Albero di Natale più grande del Mondo, che il 7 dicembre verrà acceso alla presenza di una delegazione delle Frecce Tricolori, che nei giorni successi potrebbero passare sopra Gubbio, di ritorno da un’altra manifestazione (contatti sono stati avviati da tempo: si resta in attesa di una risposta). Sabato 8 toccherà invece a “La Via del Presepe” presentarsi alla città: l’Associazione Quartiere di San Martino, che da anni organizza l’allestimento dei figuranti nelle vie del proprio quartiere, ha deciso di proporre accanto alle consuete scene della natività una ricostruzione dedicata agli antichi mestieri della città di Gubbio. Appuntamento alle ore 16 in via Lazzarelli.

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POLITICA Parte la corsa alla segreteria regionale dopo l’addio di Leonelli: Smacchi sta con Gianpiero Bocci

SFIDA NEL PD, CASOLI STA CON VERINI

Nel Pd di Gubbio è sfida sul nuovo segretario regionale dopo la vacatio per le dimissioni di Giacomo Leonelli a seguito della batosta di marzo alle elezioni politiche. Il segretario dell’Unione Comunale e consigliere regionale Andrea Smacchi sta con Gianpiero Bocci e c’è chi esce allo scoperto per Walter Ubaldo Casoli Verini. Lo fa Ubaldo Casoli, ex consigliere regionale. Su 15Giorni spiega la sua posizione. “Domenica 16 dicembre - scrive Casoli - si vota. Le elezioni sono aperte a tutti i cittadini che si ritrovano nei valori del centrosinistra, non solo agli iscritti: è l’occasione perché il Pd cambi profondamente e torni ad essere il partito del popolo del centrosinistra. Ci sono in campo due candidati con progetti e idee di partito completamente diversi. Le differenze mi portano ad una scelta obbligata: Walter Verini. Oggi il Pd appare come un vecchio, con un passato importante, logorato e stanco, arroccato nel proprio palazzo che si arrabatta con attività e ragionamenti strani su cose che non interessano nessuno o che pochi comprendono, teso però a tenere ben stretto quel che resta del potere. Perde quasi tutte le città, tutti i collegi parlamentari, ma sta lì, chiuso, incapace di reagire, di proporre progetti e sogni, anzi più perde più si chiude, prigioniero del gruppo di potere correntistico che se ne è appropriato. Una candidatura purtroppo è nata da

un accordo per l’autoconservazione e sta utilizzando, tristemente anche in questo confronto, tutti i mezzi del potere: si utilizzano cariche istituzionali e problemi che le istituzioni dovrebbero risolvere per trovare consenso nella gestione del partito. Così si può anche vincere una battaglia, ma si perWalter Verini dere la guerra: pensano solo alla propria autoconservazione di ruolo e poltrone. È indispensabile, che il Pd cambi profondamente, trovi una nuova sintonia con la cultura, il sentire e le ambizioni del popolo che nel centrosinistra si identificava e verso il quale aveva riposto fiducia e speranza, che oggi, in massa, ha cercato altrove risposte che purtroppo si stanno dimostrando velleitarie, contraddittorie e pericolose. Bisogna aprire porte e finestre, ricostruirlo dalle fondamenta: nessuno deve essere escluso, ma ognuno deve contare per il contributo personale che può dare e non per le tessere che porta, per le nomine che fa o per i contributi che distribuisce: sono vizi che non hanno niente a che fare con la nostra storia e che fondano un potere malato. Serve un ‘allenatore’ disinteressato e un gruppo dirigente rinnovato (quindi non mi riguarda), fatto specialmente di giovani, generoso, con questa rinnovata cultura politica. È questa la scommessa anche in Umbria, altrimenti è la fine”. M.Boc.

LO CHEF GIORGIONE PORTA IN TV LA CUCINA EUGUBINA

Dici Giorgione e pensi a un uomo bello robusto che ha rivoluzionato il concetto di “cucina fai da te”. Uno dei volti noti del mondo televisivo dedicato alla tavola, già passato a Gubbio in un’edizione del Doc Fest e pronto a tornare in città in un evento organizzato dall’Associazione Insieme in collaborazione con Comune di Gubbio, Università dei Muratori e Accademia della Cucina, col sostegno della Regione Umbria. Dal 2 al 6 dicembre

il celebre Giorgione registrerà 4 puntate della sua trasmissione “Giorgione Orto e Cucina”, in onda su Gambero Rosso (TV8 e 412 di Sky) incontrando ristoratori del luogo, facendo conoscere i prodotti locali e interpretandoli nella sua cucina. Il tutto si concluderà giovedì 6 dicembre nelle Sale degli Arconi di via Baldassini con una serata dal titolo “I piaceri della tavola eugubina secondo Giorgione” (info e prenotazioni presso lo IAT).

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POLITICA

Provincia, l’ente inutile che fa divertire i politici

DOVEVA ESSERE CHIUSA MA È SEMPRE PIÙ IN MANO ALLA POLITICA CHE INTANTO HA ELETTO UN ALTRO PRESIDENTE ALLE SPALLE DEI CITTADINI, IGNARI DI TUTTO. IL CARROZZONE HA SEMPRE MENO SOLDI, PERÒ GESTISCE POTERE MENTRE DEMANDA AI COMUNI ALCUNI SERVIZI ESSENZIALI La Provincia è quell’ente che doveva essere chiui consiglieri comunali che in Comune all’opposiso e invece è ancora aperto, completamente in zione lo contrastano e l’accusano in continuaziomano ai politici che da soli si sono eletti un altro ne. A Gubbio ci sono state spaccature: c’è chi a sipresidente alle spalle dei cittadini ignari di tutnistra ha promesso il voto a Bacchetta ma senza to. Il carrozzone sembrava arrivato al capolinea ammetterlo pubblicamente fino a nergarlo, e c’è con il personale che doveva essere dirottato in chi nella coalizione di Stirati ha preferito diserRegione o nei Comuni, i quali sebbene indebitati tare le urne e chi ha invece ha preferito votare continuano ad assumere personale. La Provincia Fabrizio Gareggia del centrodestra. È andato in di Perugia ha sempre meno soldi (come del resto scena il caratteristico “mercato delle vacche” con le altre) ma gestisce potere e demanda ai Comuni la trasversale caccia ai voti. la gestione di alcuni servizi, vedi le palestre che IL CAMPANILE C’è chi come Luca Barilari, gioLuciano Bacchetta poi le amministrazioni comunali - Gubbio comvane consigliere ex Pd, ha preso subito le distanpresa - a loro volta (viste le scarse risorse) fanno gestire alle ze convinto che Gubbio non potesse votare Bacchetta nelle associazioni sportive e ai privati chiedendo in cambio sconto lotte politiche di campanile. “Non si può sostenere il sindaco affitto l’impegno ad accollarsi i lavori di ordinaria e straordinadi Città di Castello - ha sostenuto Barilari - che ha portato via ria manutenzione. L’elezione del sessantenne sindaco tifernate molto da Gubbio e tenterà di portar via altro come parti imLuciano Bacchetta alla presidenza della Provincia di Perugia portanti dell’ospedale. Chi vota Bacchetta è prono al volere dei che raccoglie 59 Comuni (ne era già stato vicepresidente e precapibastone senza avere a cuore Gubbio”. Bacchetta e Stirati sidente dell’assemblea) ha aperto un nuovo quadriennio dopo hanno discusso animatamente in una riunione pre-elettorale il folignate Nando Mismetti in carica dal 2014. a Torre dei Calzolari, tutta tra partiti, con scambi di accuse e le LE SPACCATURE Il centrosinistra ha conservato il potere da responsabilità addossate al Pd complicando il già complesso sempre detenuto nelle massime istituzioni umbre e nella partidialogo in corso per provare ad allearsi alle elezioni Comunali ta elettorale tutta interna ai partiti sono saltati gli schemi perdel 2019. ché Città di Castello ha votato compatta Bacchetta anche con M.Boc.

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Per la prima volta la grande mostra multimediale che rende omaggio ai grandi artisti della bohemien parigina del XIX secolo. Un allestimento coinvolgente che con immagini, musiche e profumi saprà coinvolgere il visitatore a tutto tondo!

Giornata dedicata ai bambini e alle famiglie per visitare la mostra dei Presepi di Sabbia a Rimini proseguendo con l’evento delle candele a Candelara. Entrambi eventi che riscuotono un grande successo da più di dieci anni. Atmosfera natalizia e divertimento assicurati!

Mattina dedicata alla visita di Viterbo e nel pomeriggio trasferimento a Bolsena. Nella cornice medioevale della cittadina si sviluppa uno dei Presepi Viventi più apprezzati in Italia. Ad allietare l’evento, locande con vino caldo, bracieri con zuppe, pastori e musica con canti tradizionali e zampognari.

Una piacevolissima giornata dedicata alla visita guidata di Loreto e dalla sua Basilica per andare a Recanati, città dove è nato Giacomo Leopardi. Seguiremo le orme del poeta visitando il borgo e la sua casa, inclusa la Biblioteca che custodisce i 20.000 volumi tra i quali crebbe e studiò

Una giornata meravigliosa per visitare in modo completo e approfondito i Musei Vaticani e la Cappella Sistina. Proseguiremo poi nel primo pomeriggio con la Basilica di San Pietro per terminare con del tempo a disposizione per godersi il fascino della Città Eterna!

Vivi una giornata a Viareggio, la città Italiana più famosa per il suo Carnevale che vanta una tradizione allegorica assai longeva. Sin dal 1873 Viareggio ha visto sfilare tra le vie della sua città i carri allegorici, oggi diventati i carri più grandi del mondo. Vieni con noi a vivere il Carnevale e a visitare il Museo che lo celebra!

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LA STORIA

Con la famiglia Mencarelli è la Taverna dei sogni RODOLFO E LISETTA CON LE FIGLIE DANIELA, VIVIANA E AGNESE RACCONTANO I 50 ANNI DEL RISTORANTE SIMBOLO DELLA CITTÀ. DAL CENONE DI CAPODANNO SENZA CLIENTI FINO A 80MILA PRESENZE L’ANNO. ALLE BAHAMAS GLI DISSERO: “SIETE DI GUBBIO? ALLORA CONOSCETE LA TAVERNA DEL LUPO!”

La ristorazione è un’arte, lo sa benissimo la famiglia Mencarelli che ha costruito un marchio conosciuto e apprezzato. Gubbio è rinomata per i tesori storicoarchitettonici e anche per la buona cucina. E in questo senso la Taverna del Lupo La famiglia Mencarelli al taglio è un eccellente fiore all’occhiello della città. Quelle sale tra le pietre e le volte vanno oltre l’accoglienza e lo stile. Sono l’orgoglio di Rodolfo e Lisetta, delle figlie Daniela, Viviana e Agnese, dei cinque nipoti che respirano una radicata tradizione di famiglia. Dietro cinquant’anni di attività c’è una storia di passione e lavoro, strategia e lungimiranza. Raccontare la famiglia Mencarelli significa trasmettere alle nuove generazioni un messaggio forte: se si crede in qualcosa, bisogna crederci sino in fondo senza arrendersi di fronte alle difficoltà. La loro storia ce la facciamo raccontare alla Taverna

di MASSIMO BOCCUCCI

radunando la famiglia attorno a un tavolo. L’idea com’è nata? “Il nome non glielo abbiamo dato noi e ci è paciuto subito - ricordano Rodolfo e Lisetta -. La Taverna del Lupo risale al 1958 con Clara Giacometti, poi è passata a un cagliese e ancora un’altra gestione prima di subentrare noi. Ce lo proposero e ci siamo subito innamorati dei locali. Abbiamo aperto il 31 dicembre 1967 per fare il cenone e avevamo solo il figlio della cuoca che era nostro ospite. Abbiamo pensato che ci saremmo rifatti il primo gennaio, per la vera apertura, ma non c’erano clienti a parte il solito figlio della cuoca!”. LA TENACIA Per diversi giorni non entrò proprio nessuno. Ma i Mencarelli non si sono scoraggiati. “Pensavamo cosa fare, allora abbiamo pensato a un restyling. Abbiamo tirato fuori la parte antica scoprendo le pietre, caratterizzando il locale al


contesto storico-architettonico. All’inizio avevamo solo due sale, nella prima c’era anche un bar dove i più venivano solo per bere e chiacchierare”. L’inventiva di Rodolfo ha fatto la differenza con la tenacia e il sostegno di Lisetta in un confronto costante. “Il primo lavoro fatto è stato modificare la sala da pranzo realizzando un ambiente medioevale”, evidenziano i coniugi Mencarelli. All’inizio erano in affitto e dopo tre anni la decisione di prenderlo sborsando 18,4 milioni. “Gino Moriconi ogni anno aumentava il prezzo dell’immobile, all’inizio voleva 4 milioni e poi forzò la mano dicendo che se non fossimo interessati noi, l’avrebbe preso un altro. Ci siamo decisi facendo i sacrifici, firmando qualche cambiale e senza nessuno alle spalle”. LA SVOLTA Il ponte di San Giuseppe, il 19 marzo 1968, è stampato nella memoria dei Mencarelli perché ha rappresentato la svolta. “Ci siamo ritrovati una marea di gente per tre-quattro giorni. Non sapevamo dove metterla e siamo rimasti spiazzati per organizzare. Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo capito che poteva esserci un potenziale turistico”. Quanta gente passa da qui? “Diciamo 40mila l’anno, i primi tempi anche il doppio. Dovevamo dare i biglietti per farli entrare. Eravamo l’unico ristorante di Gubbio. Gli eugubini vedevano la fila e si stupivano che si venisse per mangiare. All’inizio abbiamo cominciato a fare banchetti e matrimoni. In occasione di un matrimonio, al lancio dei confetti venne involontariamente colpito un turista che si arrabbiò parecchio. Da quel giorno abbiamo deciso di fare della Taverna un ristorante alla carta”. TARTUFO CHE PASSIONE I rapporti con grandi chef, la clientela di ogni tipo e legami prestigiosi come con il Touring Club. “Abbiamo preso contatti con il Touring proponendo tariffe agevolate per i soci. Sono venuti qui, hanno visto i locali e assaggiato la nostra cucina. L’esperienza è proseguita con la catena del Buon Ricordo di cui il Touring Club è promotore”. L’aspetto dominante della vostra cucina? “Il tartufo tira moltissimo, è stato riscoperto negli anni. All’inizio invece no, ce n’era tanto ma non era conosciuto. Valorizziamo da sempre piatti tipici come friccò e coratella, crescia e brustengo, le paste fatte in casa e la polenta. Amiamo i piatti della tradizione, come i passatelli che sembravano fuori moda, “IL TARTUFO TIRA MOLTISSIMO, e c’è la ricerca dell’inUNA VOLTA CE N’ERA TANTO novazione per dare qualcosa in più. CaMA NON ERA CONOSCIUTO. viale e salmone hanno NOI USIAMO SOLO PRODOTTI preso piede proprio in quest’ottica”. I turisti LOCALI E ITALIANI” vanno a colpo sicuro o

“A GUBBIO LA CUCINA È RICERCATA. IL DUCA FEDERICO DA MONTEFELTRO PORTÒ I PASSATELLI IN TUTTE LE CORTI D’EUROPA”

chiedono consigli? “Chiedono le specialità. Fanno domande, c’è curiosità sui piatti e i prodotti che utilizziamo”. IL CATERING L’avventura del catering quando è cominciata? “Negli anni Ottanta. Cucinavamo per le famiglie e poi ci siamo allargati. A Gubbio solo noi facevamo questo servizio con la cucina espresso sul momento”. Siete consapevoli che Gubbio è conosciuta anche per la Taverna del Lupo? “Una volta alle Bahamas - racconta Viviana - quando abbiamo detto che eravamo di Gubbio, ci hanno chiesto se conoscevamo la Taverna del Lupo! Ci siamo presentati e sono rimasti sorpresi. Ci arrivano messaggi dall’estero e abbiamo clienti da ogni parte del mondo, anche tanti americani”. NUOVA GENERAZIONE Qual è la prossima sfida da vincere? “Il ricambio generazionale - rispondono Rodolfo e Lisetta -, le nostre tre figlie stanno proseguendo il percorso”. L’eredità è bella e pesante. “Gli eugubini ci vogliono bene e noi dobbiamo tanto alla città”, riflette Daniela, mentre Rodolfo non si ferma qui: “Le nostre sfide sono anche per una cucina moderna con prodotti a chilometro zero e rigorosamente del territorio. Non prendiamo carni e prodotti all’estero, preferiamo valorizzare le produzioni locali e “LA PROSSIMA SFIDA È IL italiane. La cucina italiana è la migliore e più RICAMBIO GENERAZIONALE E salutare”. La caratte- PIATTI INNOVATIVI. IL SEGRETO? ristica primaria della AMORE, CONDIVISIONE, cucina eugubina? “È UMILTÀ, PASSIONE E stata sempre ricercata ripensando alle famiRISPETTO PER I CLIENTI” glie nobili d’un tempo. Un esempio: i passatelli erano un piatto innovativo nella seconda metà del ‘400. Il duca Federico da Montefeltro aveva visto del pane vecchio e quasi ammuffito che sarebbe stato buttato via. “Se lo buttate vi taglio la testa visto che c’è chi muore di fame”m ebbe a tuonare. I cuochi si misero a studiare e realizzarono una pasta rudimentale che appunto divenne il passatello, unito poi al brodo di carne. Quella ricetta approdò sui sui tavoli delle corti europee. In cucina l’evoluzione c’è sempre. I piatti vanno rivisti, i palati di oggi non sono come quelli di ieri”. SEGRETI DI FAMIGLIA Quante strutture avete gestito? “In tutti questi anni siamo arrivati a 27. La soddisfazione più grossa è aver sempre operato con serietà, professionalità e rispetto per la clientela”. Anche all’estero i Mencarelli hanno raccolto soddisfazioni con donna Lisetta in prima linea. “Gli americani vengono qui e cercano di Lisetta”, sottolinea Rodolfo, ricordando tra tutte l’esperienza di 5 anni in Pennsylvania con il grande chef Paracucchi. La forza dei coniugi Mencarelli? Le figlie non hanno dubbi: “L’amore, l’unione. Rodolfo è la mente, Lisetta il braccio. Decidono tutto insieme, tra loro c’è rispetto e ogni cosa viene condivisa con passione e umiltà”.

LE FOTO PIÙ BELLE DELLA GRANDE FESTA DI FAMIGLIA fotoservizio a cura di GIAMPAOLO PAUSELLI

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LA STORIA

Leo Casagrande, il mondo era ancora lì ad aspettarti

L’ALTETA EUGUBINO È TORNATO PROTAGONISTA SULLA SCENA INTERNAZIONALE: IL QUINTO POSTO AI MONDIALI DI LOS ANGELES VALE COME UNA VITTORIA. “SONO FELICE. E NEL 2019 PUNTO AL PODIO” Per riscrivere la storia bisogna prima arrivare a farla. E Leonardo Casagrande può essere sicuro di aver fatto tutto il possibile per raggiungere l’ennesimo traguardo di una carriera da far invidia ad atleti più noti e osannati. Il quinto Leo con Caterina Dini posto ai recenti campionati mondiali di body building a Los Angeles (categoria WNBF, cioè World Natural Bodybuilding & Fitness) vale davvero quanto una vittoria. Perché arriva a due anni di distanza dal ritorno

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di ROBERTO BARBACCI

alle competizioni, perché segue la straordinaria medaglia d’oro conquistata New York nel 2011, quando Leo era nel pieno di una carriera che in poco tempo lo aveva consacrato a livello internazionale come un autentico punto di riferimento per tutto il settore. La sua sfida più grande era dimostrare di valere ancora un piazzamento tra i migliori al mondo e in California ha ottenuto le risposte che cercava, confrontandosi con atleti che nel frattempo hanno alzato notevolmente il livello della disciplina. SENZA LIMITI La storia di Leo è quella di chi con tenacia, determinazione straordinario coraggio riesce sempre ad andare oltre i propri limiti. Nato sordo, ha trasformato questo handicap in una motivazione ulteriore per spingersi verso nuovi obiettivi. In realtà grazie allo straordinario lavoro dei familiari Leo ha potuto vivere da sempre un’esistenza normale e lo sport ne è stata parte integrante. Ai primi successi in ambito nazionale sono seguiti gli exploit mondiali (appunto quello del 2011) prima di un’interruzione dall’attività che era parsa il preludio a uno stop definitivo. Nel 2016 però ecco maturare l’idea di tornare in palestra affidandosi a Caterina Dini che ne ha curato in ogni minimo dettaglio la preparazione fisica e atletica. In un biennio tutto è tornato come ai bei tempi: a Los Angeles ha mandato un primo segnale, tra un anno è pronto a ripresentarsi ancora più carico per puntare dritto al podio. “Un obiettivo al quale voglio puntare con decisione”, ha spiegato al rientro dalla trasferta americana. “Il bilancio del mondiale è molto positivo: non era scontato riuscire ad ottenere la qualificazione e per questo dico che aver potuto lottare per le primissime posizioni dopo tanto tempo è stato motivo di grande soddisfazione. Il livello era altissimo e il valore di questo piazzamento è simile a una vittoria. La cosa più bella è l’essere tornato a rivivere certe emozioni e ho sentito forte anche il calore e il sostegno dei familiari, degli amici e dei tanti colleghi che hanno tifato per me. Sono stati giorni bellissimi, ma non vedo l’ora di preparare un’altra sfida così bella e affascinante”.


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L’EVENTO “Vapoforno Vispi” protagonista a Re Panettone: dopo Milano, l’1-2 dicembre si replica a Napoli

IL PANETTONE DI “IAIO” CONQUISTA QUANTE RICHIESTE DA FUORI CITTÀ!

La prima volta non si scorda mai. Specie quando metti piede in un ambiente tanto esclusivo quanto affascinante, perché a Re Panettone a Milano c’era il gotha della pasticceria italiana e mai prima di quest’anno un produttore umbro aveva avuto l’onore di poter essere ospitato in uno degli stand della fiera. Vapoforno Vispi “Iaio” ha saputo reggere il confronto: la delegazione eugubina non s’è fatta “schiacciare” dal peso della nutrita concorrenza, anche se la sorpresa è stata grande nel constatare che alla kermesse milanese (da oltre 10 anni la più importante a livello nazionale) ad andare a ruba sono stati i panettoni… salati, anziché quelli dolci. “L’avessimo saputo prima magari ne avremmo portati un po’ di più con noi”, ci scherza su (ma nemmeno troppo) Angelo Ghirelli, colui che grazie alla passione e all’originalità nel proporre ricette sempre nuove e sorprendenti è riuscito a guadagnarsi il posto alla rassegna, selezionato tra oltre 500 pasticcerie sparse in tutta Italia (ne sono state scelte una cinquantina). “Al di là di ciò, è stata un’esperienza davvero eccezionale sotto ogni punto di vista. La clientela era qualificata, la varietà delle ricette ha rappresentato un termine di

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paragone importante anche tra i visitatori, che hanno premiato quelle più originali e innovative. Non ci aspettavamo tanta richiesta sui panettoni salati, mentre tra quelli dolci a riscuotere maggior successo è stato quello fichi e noci”. Il bilancio della prima esperienza a Re Panettone è dunque abbondantemente positivo: “Far parte di eventi come questo è motivo di soddisfazione, ma permette soprattutto di stringere tanti rapporti con nuovi clienti. Abbiamo avuto già diverse richieste per inviare i nostri prodotti durante il periodo natalizio in molte zone d’Italia e continuiamo a ricevere attestati di stima da coloro che hanno acquistato i nostri prodotti”. La delegazione era composta da Angelo e dalla moglie Michela, da Lucia Vispi e da Marta Calzuola. La seconda tappa di Re Panettone è in programma a Napoli nel week-end 1-2 dicembre, meno impegnativa rispetto alla tre giorni milanese, ma pur sempre da affrontare con entusiasmo e divertimento. Anche se col Natale ormai alle porte presso il laboratorio di via Madonna di Mezzo Piano si prospettano giornate davvero senza un attimo di tregua... R.Bar.

LA STORIA DEI BALESTRIERI RIVIVE IN UN LIBRO

S’intitola “Balestrando per Gubbio” ed è un libro che trasuda di storia. Racconta i primi passi della Società Balestrieri grazie all’opera di ricostruzione realizzata da Patrizia Biscarini, Fabrizio Cece e Antonio Menichetti. Un lavoro fondamentale per gettare nuova luce sulle origini dei Balestrieri eugubini: tantissimi documenti inediti e nuovi curiosi aneddoti svelati alla comunità durante la presentazione prevista per sabato 1° dicembre alle ore 19 presso la Sala Trecentesca di Palazzo Pretorio. Interverranno il sindaco di Gubbio Filippo Mario Stirati, il

presidente della Società Balestrieri di Gubbio Marcello Cerbella, la sostenitrice del progetto Luisa Simoncini Rosset, il prof. Alberto Luongo dell’Università degli studi di Siena e il coautore Fabrizio Cece. Si tratta di un’occasione unica per entrare in contatto con la storia del sodalizio eugubino, che proprio nel primo week-end di dicembre celebra la tradizionale “Giornata del Balestriere”. “Balestrando per Gubbio - Storie e documenti tra età comunale e signorile” sarà disponibile in tutte le librerie cittadine.

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Alla scoperta del gin con ginepro eugubino

LA STORIA

L’ANONIMA DISTILLAZIONI HA IDEATO LA RICETTA DEL “43°12° AQUAMIRABILIS GIN”. NELLA DISTILLERIA IN VIA PERUGINA LA NUOVA FRONTIERA DEL DISTILLATO ANCHE SU MISURA

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Alla scoperta dell’Anonima Distillazioni, messa in piedi in via Perugina. Il gin tutto umbro è fatto di acqua e ginepro, rigorosamente delle nostre zone, per riscoprire l’Aqua Mirabilis. In questa attività si trovano solo prodotti locali e il disciplinare del London dry. E chi vuole può creare il suo distillato personalizzato. La storia di questo gin, consumato in tutto il mondo, porta gli odori ed i sapori dell’Appennino. Viene da qui un prodotto unico che ha ispirato l’impresa di Paola e Gabriele, i quali hanno aperto una micro distilleria nella convinzione che accanto ai produttori di vino e alle birre artigianali, si fanno largo i distillati in un mercato in crescita anno dopo anno attraverso numeri importanti. La gualdese Paola Pasquarelli, compagna di Gabriele Persichetti e titolare dell’azienda, ha ideato la ricetta del “43°12° Aquamirabilis Gin”. Sono le coordinate geografiche di Gubbio, così come la gradazione e il numero delle essenze botaniche contenute nel distillato. Il ginepro, presente almeno al 35 per cento secondo il disciplinare, è in buona compagnia per dare aroma all’Aqua Mirabilis visto che ci sono anche cedro, bergamotto, limone, arancia, rosa, iris, angelica, coriandolo e altre piante. Sono coinvolti anche Giacomo Faramelli, come mastro distillatore, Michela Minelli che si occupa di marketing e vendite ed Erica Ortu delle realizzazioni su misura. LA STORIA Siamo alla fine del 1600 quando si distilla il ginepro per curare la febbre delle Indie. Il medicinale viene promosso dalla Compagnia delle Indie e diventa Jenever in Olanda, Gin in Inghilterra, mentre anni prima in Italia si producevano già le Aqua Mirabilis, medicine utilizzate per le stesse patologie. Nel

di MASSIMO BOCCUCCI

tempo, i primi due si trasformano in bevande mentre la versione nostrana, usata per curare malanni fisici e sentimentali, grazie alla sua componente agrumata prende la strada del profumo creando la base dell’Acqua di Colonia. Paolo Feminis è stato il primo a trascrivere la formulazione dell’Aqua Mirabilis. Questa ricetta è stata perfezionata senza mai allontanarsi dalla sua formulazione originale. La micro distilleria eugubina l’ha ripresa alle origini e portata sul percorso dei cugini europei. IL PERCORSO Paola e Gabriele, che hanno imparato a conoscere bene i distillati in 8 anni di gestione di locali si sono concentrati sul prodotto e la voglia di creare qualcosa di unico e biologico, per la cui certificazione hanno avviato le pratiche. Dallo scorso maggio hanno la licenza ed è cominciata la produzione. Gli alambicchi sono stati realizzati su misura in Toscana, l’acqua è rigorosamente eugubina, l’alcol biologico viene acquisito senza fumi o scarti come fanno altre distillerie, il ginepro ha una origine garantita. Pochi lo sanno: i migliori gin al mondo vengono prodotti utilizzando quello che viene dall’Appennino umbro-toscano. Nel 1720 l’inglese Webb James decise infatti di trasferirsi in Toscana proprio per procurarselo e fornirlo alle aziende di Oltremanica. La sua azienda ancora c’è e l’Anonima Distillazioni è l’unica cliente italiana. NON SOLO GIN Non si produce solo gin. Accanto all’alambicco grande, ce n’è un altro a disposizione di privati, aziende e chiunque vuole creare la propria ricetta di gin, rum, vodka, o per infusione amaro o liquore. Sono in progetto anche brandy e whisky. Fatto singolare, che nessuno fa, è che si possono produrre anche solo 20 bottiglie. Accanto alla distilleria c’è un punto vendita che si chiama Opificio, un locale dove si possono fare degustazioni full time con 200 tipi di gin (compresi i 4 autoprodotti). La sua caratteristica è che tutti gli spiriti e liquori presenti nel locale e usati per la miscelazione di cocktail, sono prodotti dalla distilleria. Il locale è anche l’unico in Italia dove è possibile bere e mangiare a vista sulla produzione.

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IL VERO BERSAGLIO Si è parlato molto in questi ultimi giorni della modifica del “Padre nostro” voluta dai vescovi italiani e da Bergoglio. Aldilà dei giudizi sulla proposta (che è veramente peggiorativa e tradisce, essa sì, il senso autentico delle parole di Gesù), a molti è sfuggito quello che è per davvero il lato inquietante della vicenda: l’idea cioè che tutto possa essere modificato, perfino le parole stesse di Gesù e della preghiera bimillenaria della Chiesa. Il principio perseguito è antico come il mondo: creare un diversivo minimo, ma capace di immettere nell’immaginario collettivo un concetto abissale. Della serie: facciamo una “modifichina” della preghiera di sempre e vediamo che reazioni suscita e che aria tira. Poi saremo in grado di valutare se i tempi sono maturi per il cambiamento vero che abbiamo in mente. Per cui il problema serio non è quello di sapere se la nuova versione della preghiera insegnata da Gesù sia corretta o meno (e cercheremo di vedere ora quanto in realtà sia equivoca e inappropriata), ma quello di scoprire quale sia il vero bersaglio di Bergoglio e compagnia modificante. Molti temono che si voglia fare del rito cattolico la “messa di Lutero”, radicalizzando l’opera iniziata già nel 1970. Chi vivrà, vedrà... PILLOLE LETTERARIE & DINTORNI

LA VERA TENTAZIONE Difficile davvero capire perché Bergoglio e i vescovi italiani siano così preoccupati che i fedeli non comprendano (forse come accade a loro, vista la nuova traduzione proposta con entusiasmo pari al fraintendimento) un passaggio della preghiera del “Padre nostro”, che per duemila anni non ha mai rappresentato un problema per nessuno. Il passaggio è il famoso “e non ci indurre in tentazione”. Anche un bambino sa che le tentazioni vengono dal demonio e che quindi non è Dio che può “indurci” ad esse. Anche Gesù fu tentato dal diavolo, come è noto. Il senso della tentazione evocato dal “Padre nostro” è di altro tipo. Come spiega bene padre Giuseppe Barzaghi, il termine rimanda in questo contesto alla “prova”, come un esame che lo studente impreparato “tenta”. Per i latini i “temptamina” erano proprio gli esami, le prove. Nel “Padre nostro” Gesù ci insegna a chiedere al Padre di non metterci alla prova (temptamen), con quell’umiltà di chi sa bene che ogni merito, nell’eventuale superamento, viene comunque da Dio e non dalla nostra fragilità di peccatori. Tradurre tutto questo con “non abbandonarci alla tentazione” non solo è sbagliato (può Dio abbandonare i suoi figli?), ma decisamente fuorviante.

a cura di LUIGI GIRLANDA IL VERO PERICOLO Alla luce del nuovo “Padre nostro”, riscritto dalla nuova chiesa, verrebbe da chiedersi: ma cosa c’è di male, in fondo, nell’usare un’espressione al posto di un’altra? Non è forse vero che con il vecchio “non ci indurre in tentazione” c’era il rischio di un fraintendimento - il fatto cioè che Dio potesse “spingere” le creature al peccato - che ora è fugato dalla nuova traduzione? Il dramma è che la nuova versione evoca una prospettiva teologica drammaticamente contraria alla dottrina cattolica. Dire a Dio: “non abbandonarci alla tentazione” (nel senso maligno del termine), significa in fondo dare una giustificazione preventiva alle proprie eventuali mancanze e cadute. Se si cede alla tentazione, in questa prospettiva in fondo in fondo la colpa finisce per essere di Dio, che ci ha abbandonato ad essa. Della serie: se cadrò vorrà dire che Tu mi hai abbandonato e quindi io non ho nessuna vera colpa. Ecco un altro drammatico passo verso la concezione protestante, che finisce per rendere inutile la “confessione” dei peccati. Il vero pericolo è proprio quello di una deriva protestante ancor più diffusa. Meglio quindi continuare a dire il “Padre nostro” come si è sempre fatto. Con buona pace di Bergoglio e dei vescovi “alla moda”.

A cura di ANNALISA BOCCUCCI

L’AMICA GENIALE, UNA STORIA DI DONNE

IL BESTSELLER DI ELENA FERRANTE SONDA LA COMPLESSITÀ DELL’AMICIZIA FEMMINILE C’è un mondo ricco di voci, colore e fermento nelle pagine de L’amica geniale. Questo primo romanzo, già famoso in tutto il mondo e soggetto della serie diretta da Saverio Costanzo in onda su Rai Uno dal 27 novembre, fa parte dell’omonima serie composta da quattro testi, attraverso i quali l’autrice Elena Ferrante porta all’attenzione del lettore la storia di due donne, le cui vite saranno costantemente destinate ad intrecciarsi sin dall’infanzia. Elena Greco, detta “Lenù” e Raffaella Cerullo, detta “Lila”, s’incontrano per la prima volta sui banchi di scuola all’età di 5 anni, instaurando un rapporto che durerà sessant’anni e che culminerà con l’inspiegabile scomparsa di una Lila vecchia, stanca e sopraffatta dagli eventi di una vita per lei decisamente poco fortunata. Il racconto mette in evidenza la complessità di un rapporto umano già di per sé particolare come quello dell’amicizia, reso ancora più affascinante dallo scontro-incontro tra due figure femminili definite e decise sin dalla tenera età. Lenù e Lila nascono e crescono in un rione popolare di una Napoli devastata dal secondo conflitto mondiale, ma con una grande voglia di rinascere e di riscattarsi, pur rendendosi conto delle difficoltà quotidiane e della resistenza al cambiamento di una mentalità fin troppo radicata e difficile da estirpare. Questa è la realtà con

la quale le due bambine sono costrette a scontrarsi, rivendicando costantemente quell’irrefrenabile volontà di affermare se stesse attraverso lo studio, per il quale entrambe, anche se in misura del tutto differente, si sentono portate. In questo contesto di lotta e di cambiamento spicca il particolare rapporto che Lenù e Lila costruiranno: un’amicizia vera, profonda, insondabile, fatta di invidia, paure, crolli, di tutti quegli elementi contraddittori e complessi che colorano l’universo femminile, ma che sono in grado di far crescere un legame dal quale si può trarre la forza necessaria per andare avanti, anche quando tutto sembra perduto, anche e soprattutto quando le circostanze della vita appassiscono i sogni e il talento costringendo ad osservare inermi tutto ciò che scivola addosso. La stile di Elena Ferrante rivela una scrittura evocativa e potente, capace di raccontare quell’Italia pronta a darsi una scossa, a risvegliarsi e in grado soprattutto di svelare i più intimi segreti di una dignità e di una forza femminile che sarebbe necessario tenere ben presente, oggi più che mai, senza mai dimenticare che tutto ciò che fino ad ora si è ottenuto con fatica e sacrificio, è frutto di un percorso che non può e non deve considerarsi ancora concluso.


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LA BACHECA DI Gli annunci e le segnalazioni dei lettori all’indirizzo redazione@15giorni.it

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Paramatti e Tofanari nella lista dei partenti

CALCIO

CON L’AVVENTO DI GALDERISI, CHE HA RILEVATO SANDREANI, PRIME MANOVRE PER GENNAIO: I DUE DIFENSORI SONO I MAGGIORI INDIZIATI A CAMBIARE ARIA. C’È ANCHE IL NODO DE SILVESTRO. TUTTE LE SQUADRE SONO PRONTE A RINFORZARSI E IL GUBBIO NON VUOLE FARE COME IN PASSATO QUANDO HA PENSATO A RISPARMIARE LIBERANDOSI DEGLI STIPENDI PER PRENDERE GIOCATORI GRATIS

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C’è stato il ribaltone in panchina, con Giuseppe Galderisi al posto di Alessandro Sandreani, e ancor più si apre la partita del mercato. Ci sono due operazioni destinate fin d’ora a prevalere in vista di Galderisi di nuovo rossoblù gennaio: la cessione di Lorenzo Paramatti, che è di fatto un separato in casa e a giugno comunque andrà in scadenza di contratto, e di Niccolò Tofanari (nella foto in alto) che sta rendendo meno del previsto e potrebbe essere mandato in prestito da qualche parte, tenendo conto che ha un accordo con il Gubbio fino al 2020. Sono queste le mosse alle quali sta pensando il direttore sportivo Giuseppe Pannacci d’intesa con il presidente Sauro Notari che vorrebbe abbassare il monte ingaggi dopo lo sforzo economico fatto per prendere Giacomo Casoli (70mila euro netti per due stagioni, anche se formalmente l’accordo è solo per questa). Per i due difensori saranno determinanti i contatti dei rispettivi procuratori per assecondare le aspettative degli assistiti. ELIO... ALTAFINI Potrebbero esserci novità anche sul fronte offensivo: Elio De Silvestro era una pedina inamovibile prima dell’avvento di Giacomo Casoli e, sacrificato spesso sull’altare dell’utilizzo dei quattro under imposti da Notari per incassare quanti più contributi federali, ha fatto spesso l’Altafini della situazione entrando a partita in corso tornando titolare soltanto nell’amaro derby a Terni. Ha chiesto al suo procuratore di trovargli un’altra sistemazione, come già accaduto a gennaio 2017 quando era tornato a Siracusa rientrando poi al Gubbio per fine prestito poiché sotto contratto fino al 2019. DIFENSORI NEL MIRINO Paramatti, 23 anni, è finito ai margini e tra le tensioni per situazioni che hanno creato imbarazzi.

di MASSIMO BOCCUCCI

Il giocatore già in estate era dato come sicuro partente, però mancando delle soluzioni alternative e, forte del contratto, alla fine è rimasto senza peraltro rientrare tra i giocatori in età da contributi federali. Tofanari, classe 1998, ha invece trovato la fiducia a fasi alterne con Sandreani che a un certo punto ha preferito inserire come terzino destro Lorenzo Schiaroli, pure lui del ‘98, che è un centrale difensivo. ALTRI OBIETTIVI Le manovre di gennaio dipenderanno anche dalla classifica e dalla consapevolezza che tutte le altre squadre sono pronte a rinforzarsi. Pannacci pensa a un centrocampista (invocato da più parti fin dall’inizio del campionato), mentre c’è chi nella cerchia di Notari spinge per un attaccante. Il Gubbio non vuol rischiare come in passato quando ha pensato soprattutto a risparmiare cercando di liberarsi degli stipendi per prendere giocatori gratis. È andata bene con Magi, che comunque è riuscito a fare miracoli, mentre le cose sono precipitate con Acori e non è andata meglio la stagione scorsa con Pagliari.

LA DURA VITA DEGLI ALLENATORI A GUBBIO

Mestiere sempre più delicato quello degli allenatori, specialmente all’ombra dei cinque colli. Galderisi è il quarto tecnico a prendere posto sulla panchina rossoblù nell’arco di 16 mesi: dal luglio 2017 si sono succeduti Cornacchini, Pagliari e Sandreani, rimasto in sella per 20 gare tra marzo e novembre. Da quando Notari e Pannacci hanno preso pieno possesso della stanza dei bottoni (estate 2014) soltanto Magi ha resistito per due anni. Difficile fare programmazione se ad ogni difficoltà si sceglie sempre di cambiare.

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IL CECA CHIUDE UN ANNO MAGICO E NEL 2019 TORNANO I BIG CON LA TRADIZIONALE CENA DI FINE NOVEMBRE IL COMITATO EUGUBINO CORSE AUTOMOBILISTICHE HA RINGRAZIATO TUTTI I VOLONTARI CHE HANNO CONTRIBUTO AL TROFEO “FAGIOLI” E AL MASTERS. IL PRESIDENTE LUCA UCCELLANI: “ANNATA IRRIPETIBILE, MA SIAMO PRONTI PER NUOVE SFIDE” di ROBERTO BARBACCI Va in archivio un anno indimenticabile, quanto di più grande e meraviglioso il Comitato Eugubino Corse Automobilistiche potesse sperare. Il 2018 è già stato consegnato agli annali ma già si pensa a quello che sarà il 54esimo Trofeo “Luigi Fagioli”, in programma (salvo sorprese) nel week-end 24-25 agosto. E così fosse non ci sarebbe più la concomitanza con la gara svizzera di St. Ursanne del Campionato Europeo della Montagna, prospettiva che riaprirebbe le porte a mostri sacri del calibro di Christian Merli (campione italiano, europeo e Masters 2018) e Simone Faggioli, oltre a Domenico Scola che ha già fatto sapere di voler tornare a tempo pieno alle corse dopo aver vissuto una sorta di anno sabbatico con qualche sporadica apparizione. “In cantiere ci sono tante belle novità che intendiamo portare avanti nei mesi a venire”, spiega il presidente del CECA, Luca Uccellani. “Chiudiamo un 2018 intenso ma davvero eccezionale nel quale siamo andati al di là di qualsiasi aspettativa sia col Trofeo “Luigi Fagioli” ad agosto, sia soprattutto col Masters che ha ricevuto unanimi consensi da parte di tutte le delegazioni presenti. Tutto questo è gratificante e credo che sarà difficile riuscire a fare meglio in futuro. Abbiamo chiesto di far slittare il “Fagioli” di una settimana, allontanandoci un po’ da Ferragosto, e se come penso la nostra richiesta verrà accolta possiamo prepararci sin d’ora a vivere un’edizione 54 davvero unica nel suo genere”. UNA SQUADRA VINCENTE Ma dietro all’organizzazione di eventi come quelli che nel corso del 2018 hanno avuto per protagonista Gubbio ci sono il lavoro, la passione e l’impegno di tantissime persone che il comi-

tato ha voluto ringraziare nella consueta cena di fine anno, tenuta al solito presso la taverna della Famiglia dei Sangiorgiari. “Doveroso ringraziare tutti coloro che in ogni modo e forma hanno contribuito alla riuscita delle due gare. Un ringraziamento anche al Comune che ci sostiene con grande forza, così come a tutti i volontari che dedicano del tempo alla nostra attività. Sarà un Natale dolce ripensando a quanto abbiamo fatto in questi ultimi mesi e siamo orgogliosi di aver portato Gubbio alla ribalta internazionale”. Non è mancato nel corso della serata un ricordo anche di Mauro Rampini, scomparso la scorsa estate, con il direttore di gara Fabrizio Fondacci che ha voluto accanto al consiglio del CECA il figlio Giovanni, che ha già cominciato a raccogliere il testimone dal papà proseguendo la grande tradizione di famiglia nel mondo delle corse in salita. ECCELLENZA EUGUBINA Per tutto il lavoro svolto, il CECA si è meritato i complimenti del sindaco Filippo Mario Stirati che assieme all’assessore allo sport Gabriele Damiani e alla giunta quasi al gran completo hanno preso parte alla serata, elogiando il CECA per il lavoro fatto: “Due manifestazioni organizzate in modo impeccabile che hanno ribadito la vocazione turistica e sportiva della città. Bello vedere così tanta gente fare squadra e dimostrare al mondo cosa significa essere eugubini. L’auspicio è che negli anni a venire questo livello di eccellenza possa continuare a dare lustro a tutta la comunità”. Prima però un po’ di meritate vacanze, giusto il tempo per ricaricare le pile e rimettersi in moto a inizio anno: dopotutto agosto, checché se ne dica, è già dietro l’angolo…

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ANNALISA CASINI D’ARGENTO AGLI EUROPEI IN SERBIA

Podio d’argento per Annalisa Casini ai campionati europei di karate a Nis in Serbia. L’atleta eugubina, campionessa sempre più affermata di arti marziali, si allena da qualche anno a Viareggio dove vive con il marito Nicola Bianchi, pure lui campione della disciplina. Annalisa ha ottenuto un risultato importante tenendo conto che ha dovuto fronteggiare un’epicondilite al gomito sinistro e un’infiammazione al seno pesantemente condizionanti per la cura antibiotica sostenuta. La spedizione azzurra era composta da 22 atleti, tra cui appunto Annalisa Casini, suo marito Nicola Bianchi e Francesca Re che frequentano la stessa palestra viareggina. La squadra femminile ha conquistato un argento e quella maschile un bronzo. I verdetti della giuria sono stati peraltro contestati: gli osservatori esterni hanno indicato in Annalisa meritevole di bissare il successo dello scorso anno. L’atleta, che da qualche anno si è trasferita a Versilia allenandosi presso la palestra Samurai guidata dal maestro Mauro Gori, è nata e cresciuta a Gubbio e ha intrapreso la strada della Nazionale mietendo successi presso la palestra Karate club Gubbio sotto la guida del maestro Gaetano Pierotti.

MONTESSORI, AL BAMBINO OFFRIAMOGLI IL MONDO 30

“Ciò che egli apprende deve essere interessante, deve affascinarlo: bisogna offrirgli cose grandiose: per cominciare, offriamogli il Mondo”: parole di Maria Montessori che ha lasciato in eredità la scuola dell’infanzia e primaria, presente anche a Gubbio come realtà ampiamente consolidata. I progetti sono molteplici, ricordando il flash mob storico-artistico-letterario dello scorso ottobre con la partecipazione al Contest 2018 nel complesso monumentale di San Pietro che ospita la scuola. Nell’occasione la scuola si è gemellata con la cartolibreria Pierini, con la quale è stato organizzato l’evento. La Montessori di Gubbio apre le sue porte, nell’iniziativa Open Day del 2° Circolo “Aldo Moro”, il prossimo 11 dicembre per la scuola dell’infanzia dalle ore 16.15 alle 17.15 e per la scuola elementare dalle 16.15 alle 18.

NUMERI UTILI

Centralino Comunale Centralino Osp. Branca Pronto Soccorso Numero Verde Farmacie Guardia Medica Sez. Croce Rossa Gubbio Soccorso Misericordia Gubbio Carabinieri Vigili del Fuoco Vigili Urbani Cimitero Civico IAT Servizio Taxi Carabinieri Forestali Guardia di Finanza Centrale ENEL Canile Curia Vescovile ACI Soccorso Stradale

075.92371 075.9270801 075.9270744 800.829058 075.9239468 075.9273500 075.9277779 340.3859797 075.9235700 075.9273722 075.9273770 075.9237690 075.9220693 075.9273800 075.9272585 075.9273789 800.900.800 075.9274963 075.9273980 075.9220795 333.5224537

PRESEPI EUGUBINI ESPOSTI A PALERMO

In un negozio di Palermo il clima natalizio lo porta anche Gubbio. In vetrina trovano posto anche due manufatti speciali dove la natività esalta le bellezze storico-architettoniche come il palazzo dei Consoli e anche l’Albero di Natale più grande del Mondo.

A SAN FRANCESCO TORNA LA NOVENA

Da giovedì 29 dicembre fino all’8 dicembre alle 18 a San Francesco torna la novena dell’Immacolata, Patrona di Gubbio. A guidare le lezioni spirituali sarà il vescovo Luciano Paolucci Bedini.

LA CUCINA DI ROSITA DIVENTA UN LIBRO

Gli eugubini la conoscono da sempre, ma Rosita Merli, la “Rosa del Generale”, ormai è un volto noto della cucina italiana a prescindere. La vittoria a “Cuochi d’Italia”, storia di quasi un anno fa, l’ha resa celebre agli occhi del grande pubblico e grazie a una felice intuizione di Laura Moreni a ridosso delle festività natalizie è arrivata anche la prima pubblicazione culinaria, dal titolo “La cucina secondo Rosita”: ricette, esperienze ma anche storie legate ai piatti della tradizione eugubina, raccontate con semplicità e un pizzico di genuinità, la stessa che le ha consentito di farsi strada nella competizione televisica. Il libro è in vendita anche in versione ebook sui circuiti Amazon.

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Società Editrice Infopress srl Mail redazione@15giorni.it Direttore Commerciale: Giancarlo Barbacci Tel. 339.5744413 Mail giancarlo.barbacci@libero.it Direttore Editoriale Massimo Boccucci Direttore Responsabile Roberto Barbacci Collaboratori: Annalisa Boccucci, Luigi Girlanda Stampa: Dimensione Grafica snc - Spello (PG) Chiuso in redazione: Martedì 27 Novembre 2018 Aut. Tribunale di Perugia n. 21 dell’11 ottobre 2013

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