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Altos de Chavón: un borgo mediterraneo incastonato nei Caraibi, alba Mizoocky Mota lópez

Altos de Chavón: un borgo mediterraneo incastonato nei Caraibi

aLba Mizoocky Mota LóPez Coordinatrice generale della Scuola di Architettura e Urbanistica dell’unphu

La Repubblica Dominicana conserva uno dei brani architettonici urbani più suggestivi dei Caraibi, situato nella provincia di La Romana a sud-est della città di Santo Domingo: Altos de Chavón. Ispirato al modello del borgo medievale mediterraneo del Cinquecento, sorge su un’altura sopra il fiume Chavón, ed è conosciuto anche come la Città degli Artisti. Inserito nel complesso turistico Casa de Campo, Altos de Chavón è stato concepito nel 1974 con l’obiettivo di promuovere e preservare la cultura e l’arte nazionali. L’idea si deve all’uomo d’affari austriaco Charles Bluhdorn, presidente della Gulf & Western Corporation, le linee guida del progetto originale agli architetti dominicani José Antonio «Tony» e Danilo Caro Ginebra. Il progetto è stato realizzato tra il 1976 e il 1980 dall’architetto italiano Roberto Coppa, giunto nel paese per collaborare alla progettazione degli interni della casa degli amici Agostino «Dino» De Laurentiis, celebre produttore cinematografico, e della moglie, l’attrice Silvana Mangano. A Santo Domingo Coppa conosce Bluhdorn e inizia a collaborare al progetto della Città degli Artisti. Per farsi un’idea della dimensione professionale dell’architetto Coppa occorre ripercorrere la sua carriera nel mondo del cinema e della scenografia, nonché l’influenza della cultura italiana nella costruzione e nel completamento di Altos de Chavón, la sua opera più nota. La carriera professionale del romano Roberto Coppa si è svolta perlopiù nella progettazione, produzione ed esecuzione di set, soprattutto per l’industria cinematografica italiana e americana. Per anni ha collaborato con Federico Fellini e Luchino Visconti. L’incontro di un architetto come Coppa, dalla lunga esperienza come scenografo di film della Paramount Picture (tra il 1967 e il 1989 di proprietà della statunitense Gulf & Western Corporation), e di un uomo d’affari con il fiuto di Charles Bluhdorn, sarebbe sfociato nella realizzazione di Altos de Chavón, uno dei luoghi più suggestivi della Repubblica Dominicana. I lavori furono avviati nel 1976 con la costruzione di una strada e di un ponte sul fiume Chavón con materiali estratti dalle vicine cave. L’architetto Coppa progettò con cura e supervisionò ogni dettaglio coadiuvato da una squadra di artigiani dominicani che lavoravano la pietra, il ferro battuto e il legno, dando vita alle viuzze acciottolate, alle fontane in pietra corallina e agli edifici in terracotta e creando un effetto magico, in virtù della sapienza dell’architetto nel trasformare la produzione locale con il valore aggiunto dell’esperienza e della formazione italiane. Per sei anni ogni singolo dettaglio decorativo, scala, stradina ed edificio che compongono il complesso di Altos de Chavón fu lavorato a mano. Spiccano, fra tutti, la Chiesa di San Stanislao, il Museo Archeologico

Il complesso di Altos de Chavón nella sua prima fase di costruzione.

Nella pagina precedente:

Veduta aerea dell’Anfiteatro di Altos de Chavón.

Il complesso di Altos de Chavón (immagine elaborata dall’autrice).

Veduta aerea del dirupo di Altos de Chavón sul fiume Chavón. Regionale dedicato all’arte preispanica e l’anfiteatro greco, costruzioni che mettono in luce l’abilità dell’architetto Coppa nell’inventare e reinventare ogni elemento fino a ottenere quell’atmosfera mediterranea che pervade il luogo. Il complesso si sviluppa su un altopiano a circa 100 metri dal fiume Chavón, tra tortuose stradine acciottolate e una piazza centrale su cui sorge la piccola Chiesa cattolica di San Stanislao: questa bella costruzione bicolore, in virtù dell’accostamento di pietra e mattoni, ha un portale d’ingresso d’ispirazione neoclassica, un piccolo rosone e un doppio campanile, con una struttura muraria che si sviluppa in verticale e a cui si accede da una scala esterna in pietra. Nella Chiesa di San Stanislao riposano le ceneri del santo patrono della Polonia, il luogo di origine di papa Giovanni Paolo II, donate dal Santo Padre all’episcopato dominicano in occasione dell’inaugurazione della chiesa nel 1979. A pochi metri di distanza dalla chiesa si trova il Museo Archeologico Regionale Altos de Chavón: inaugurato nel 1981, ha una sala espositiva precolombiana che documenta il prezioso retaggio della cultura indigena

La Chiesa di San Stanislao ad Altos de Chavón.

dell’isola di Santo Domingo, con oltre 3.000 oggetti provenienti da diverse aree del Caraibi e dell’America Centrale raccolti in oltre 40 anni dal collezionista Samuel Pión. La Città degli Artisti è diventata oggi un punto di riferimento multidisciplinare per il design, dal graphic design all’illustrazione al fashion design e alle arti plastiche. Ospita la Scuola di Design di Altos de Chavón affiliata alla Parsons School of Design di New York. Fondata nel 1983, la scuola «promuove una visione olistica del settore artistico e delle parti che lo compongono, offrendo ai suoi studenti un’esperienza accademica e personale accreditata a livello nazionale e internazionale».1 Il borgo ospita anche innumerevoli botteghe artigiane di ceramiche, vimini, tessuti e serigrafia, negozietti di artigianato, ristoranti e gallerie con opere d’arte di famosi artisti dominicani. È un luogo ineguagliabile, imperdibile per i visitatori locali e stranieri; un ambiente caratterizzato da un costante scambio culturale che prende vita tra le stradine acciottolate e la meravigliosa vista sul fiume Chavón. Immerso in vegetazione rigogliosa, l’Anfiteatro di Altos de Chavón, com’è erroneamente detto, è un’opera architettonica ispirata al teatro greco e composta da tre elementi classici: al centro l’orchestra, di forma circolare; dietro, la scena per gli attori che sale verso una parete rettangolare di pietra corallina, dove sono collocati i camerini, e la cavea a semicerchio, in cui prende posto il pubblico. Gli anfiteatri invece a rigore sono costituiti da due orchestre che formano una figura ellissoidale chiusa (anfi in greco significa appunto doppio). Con una capienza di 5.000 persone, dalla sua inaugurazione il 20 agosto 1982 l’Anfiteatro ha accolto numerosi e noti artisti internazionali come Frank Sinatra, Carlos Santana, Duran Duran, Gloria Estefan, Juan Luis Guerra, Elton John, Andrea Bocelli, Ana Gabriel, tra gli altri. Opera dell’architetto Nano Lebrón, è il centro dell’intrattenimento nel borgo di Altos de Chavón. Altos de Chavón è stato una importante location per film hollywoodiani, come Apocalypse Now di Francis Ford Coppola del 1979, nel quale si può apprezzare la vista del fiume Chavón con la sua lussureggiante vegetazione tropicale. Il film ha ricevuto sei nomination agli Oscar, aggiudicandosi tre statuette, oltre ad aver

vinto tre Golden Globe, tre premi Bafta e un premio al Festival di Cannes che hanno proiettato il suggestivo paesaggio dominicano nell’arena globale della settima arte. L’influenza della cultura italiana nella realizzazione di Altos de Chavón si manifesta in valori che trascendono gli aspetti fisici del design e degli elementi decorativi, e che promana invece dall’atmosfera armoniosa originata da un paradosso, quello della replica di una città mediterranea del xvi secolo incastonata nel paesaggio tropicale caraibico; si è così dato vita a un sito culturale davvero speciale nella regione. Con grande maestria, decisioni chiare e meticolosi processi artigianali l’architetto Roberto Coppa è riuscito a dare un senso alle idee originali dell’uomo d’affari Charles Bluhdorn. Dalla costruzione di Altos de Chavón emergono tre elementi fondamentali del rapporto dominicano-italiano: - La ricchezza culturale che si moltiplica unendo la sapienza italiana degli antichi mestieri artigianali, l’esperienza privilegiata che si sviluppa quando grandi artisti e pionieri delle arti dello spettacolo lavorano con artigiani creoli che elevano il loro «saper fare» ai massimi livelli di equilibrio ed eccellenza nel design. - Lo stile di vita adottato ad Altos de Chavón riflette un autentico stile mediterraneo, rilassato e all’aria aperta, mescolato con la dimensione tropicale che caratterizza i Caraibi; questo grazie al design dei suoi elementi, ai materiali utilizzati, all’uso del territorio destinato alla promozione dei talenti locali, alla gastronomia e alla cultura. Un esempio di sinergia tra buona vita e belle arti. - La creazione di una comunità. È fuor di dubbio che decisioni progettuali appropriate e l’uso di territori definiti per favorire la comunità artistica han fatto sì che Altos de Chavón sia diventato un riferimento mondiale in materia di formazione, diffusione e creazione di una cultura comune orientata alla creatività. Infine, l’eredità che si è materializzata ad Altos de Chavón ad opera dell’architetto Roberto Coppa non può essere intesa come un trasferimento unilaterale, una mera applicazione di valori inerenti alla cultura italiana, dall’architettura allo stile di vita mediterraneo agli elementi di design presenti nella Città degli Artisti, ma piuttosto come un progetto e un processo di eredità condivise che continuano ad arricchire tanto i due paesi quanto chiunque visiti questo affascinante borgo mediterraneo incastonato nei Caraibi.

Note

1 Historia de la Escuela de Diseño de Altos de Chavón, https://altosdechavon.edu.do/la-escuela/historia/.