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jesús d alessandro La formazione italiana degli architetti dominicani moderni, 1950-2019, gustavo luis Moré

La formazione italiana degli architetti dominicani moderni, 1950-2019

gustaVo Luis Moré Direttore della rivista «Archivos de Arquitectura Antillana»

il contesto culturale internazionale l’ architettura nell ’italia del dopoguerra la forMazione universitaria locale la configurazione dell’«asse italia»

Erano gli anni del dopoguerra, l’Occidente recuperava le forze. Gli Stati Uniti d’America si godevano la gloria del vincitore ed esercitavano un forte impatto sulla cultura globale. I grandi maestri internazionali come Frank Lloyd Wright, Le Corbusier o Mies van der Rohe realizzavano le loro ultime opere, cedendo il passo a figure como Eero Saarinen, Louis Kahn, SOM-Skidmore, Owings & Merrill, Paul Rudolph, Aldo van Eyck; si percepiva quell’atteggiamento rivoluzionario che negli anni sessanta sarebbe esploso con gruppi come Team X, Archigram, un po’ dopo con le straordinarie opere di Foster, Piano, Rogers (il Centre Pompidou ad esempio), e già a partire dagli anni cinquanta con l’affermarsi sulla scena dell’America Latina grazie alla mostra al Museum of Modern Art di New York: Niemeyer, Costa, Villanueva, Barragán, Ramírez Vázquez, Romañach, Bermúdez, Vegas, Salmona, Zabludovsky, Testa e un lungo eccetera. Erano anni molto intensi dal punto di vista culturale e caratterizzati da cambiamenti politici in cui già si affacciava quel concetto del «vale tutto» che oggi sembra prevalere. L’Italia viveva una rinascita dell’architettura moderna, questa volta abbracciata all’ingegneria, di portata eccezionale. Pier Luigi Nervi svettava come progettista strutturale di una dimensione in cui l’architettura, l’ingegneria e l’edilizia sembravano fondersi in un’unica disciplina. I suoi progetti hanno dato rilievo alle Olimpiadi di Roma del 1960 e hanno trasformato Torino e le altre città che ne hanno accolto le strutture eleganti e sorprendenti. Altri autori si distinguevano con opere eccellenti: Franco Albini, per la gioia di molti, con il suo edificio della Rinascente a Roma; Giovanni Michelucci, il fiorentino autore della celeberrima Chiesa dell’Autostrada; il visionario Carlo Scarpa, veneziano dalle fondamenta universali, con la sua architettura minuziosa e il suo design raffinato. Erano gli anni della ripresa del disegno industriale italiano, di quel design concentrato principalmente a Milano e legato ad aziende come Flos, Artemide, Cassina, Poltrona Frau, iGuzzini ecc. Come si legge nel numero 15 della rivista monografica «2G», «Arquitectura italiana de la posguerra 19441960», a cura di Luca Molinari e Paolo Scrivano:

Nella pagina precedente:

Veduta sud del Banco Central della Repubblica Dominicana, opera di Rafael Calventi vincitrice di un concorso pubblico nel 1974.

«Dopo le particolarità portate dall’introduzione del movimento moderno nell’Italia fascista, nel secondo dopoguerra la produzione architettonica del paese rinasce. Il movimento moderno si combina con una visione più locale legata a una tradizione storica di grande peso e alla costruzione in città storiche molto consolidate. L’Italia in questi anni diventa un baluardo dell’architettura moderna mondiale, terreno di riflessione di tutti i successivi contributi di portata mondiale da parte dei teorici italiani degli anni ‘70». «Edifici per aziende commerciali, raggruppamenti abitativi, edifici pubblici di architetti come Ernesto N. Rogers e del suo gruppo BBPR, Gardella, Moretti, Ridolfi, Quaroni, Albini, Figini-Pollini o Michelucci che, unitamente alla vitalità di un design italiano che esporta in tutto il mondo o al potere della stampa specializzata italiana quale mezzo di riflessione internazionale, fanno di questa fase dell’architettura italiana uno degli episodi più fecondi dell’architettura europea nella seconda metà del XX secolo. Opere significative come la torre Velasca di BBPR, l’edificio residenziale “Girasole” di Moretti o i quartieri residenziali di Ridolfi, Albini e Figini-Pollini».

Questo è il panorama in Italia. In una realtà parallela, nella Repubblica Dominicana, iniziava il regime di Trujillo. Alcuni italiani presenti sull’isola si distinguevano in vari ambiti. alfredo scaroina aveva già

partecipato decenni prima a vari lavori pubblici, tra cui il Municipio di San Cristóbal. aMedeo caMpagna (1893), di Santa Domenica Talao, che aveva studiato ingegneria, probabilmente a Napoli, si stabilisce a Santiago e a Puerto Plata, realizzandovi varie opere. Nel 1927 arriva a Montecristi l’ingegner guido d’alessandro loMbardi, cui sarebbero stati affidati lavori di grande rilevanza durante l’era di Trujillo, tra cui il Palazzo Nazionale del governo; nel 1927 l’ingegnere baldassare guaschino (1898-1950) è all’opera anche nell’Ingenio (zuccherificio) Angelina, dove realizza la funivia sopra l’Higuamo e infrastrutture. Intorno al 1950, quando questa storia inizia, mancavano ancora 11 anni alla conclusione della cosiddetta era di Trujillo. Per i giovani con la vocazione per l’architettura l’unica possibilità era frequentare l’Università di Santo Domingo per ottenere il titolo di Ingegnere Architetto, come usava in quegli anni, prima che il Movimento Rinnovatore del 1965 portasse a un cambiamento anche nei piani di studi. L’Universidad Nacional Pedro Henríquez Ureña (unphu) viene fondata solo nel 1966, pertanto l’unica scelta possibile era l’Universidad de Santo Domingo (usd), in seguito Universidad Autónoma de Santo Domingo (uasd). Alla morte di Trujillo, il 30 maggio 1961, l’ambasciatore dominicano a Roma era il dottor Joaquín Salazar: fu lui a reggere saldamente il timone negli alti e bassi della transizione. L’Italia svettava ormai a livello mondiale quale icona dell’architettura del dopoguerra. Dire architettura e pensare all’Italia sembrava ormai un’equazione inevitabile. Le scuole di Roma e di Milano godevano di una fama enorme grazie a docenti che rappresentavano la crème de la crème del design italiano. E così inizia il pellegrinaggio dei giovani dominicani alle accademie italiane. È Calventi a rompere il ghiaccio. Come ricorda l’architetto Manuel Salvador Gautier, «Calventi non era mai tranquillo, era irrequieto e otteneva sempre quello che si prefiggeva». A questo spirito inquieto dobbiamo la rottura e il trasferimento del primo dominicano nelle aule italiane, un percorso che nei quasi 70 anni successivi è stato ripetuto decine di volte. Qui di seguito riportiamo un elenco in ordine cronologico degli studenti dominicani che hanno frequentato le facoltà di architettura italiane. L’elenco parrebbe completo, ma potrebbe anche darsi che non lo sia. Su alcuni punti è interessante soffermarsi: -Il flusso degli studenti e l’avvicendarsi delle sedi; in un primo momento Roma, poi Firenze, Venezia e Milano. -Il ruolo rilevantissimo, tanto nella sfera pubblica quanto nella pratica privata, svolto una volta rientrati nella Repubblica Dominicana da quanti si sono formati in Italia. È un dato difficile da confermare, ma a nostro giudizio fra tutte le migrazioni di studenti cui abbiamo assistito nella Repubblica Dominicana nessuna parrebbe aver avuto un’influenza maggiore sulla cultura locale di quella italiana, fino all’affermarsi, dopo gli eventi del 1992, di Barcellona come meta di elezione. E quest’ultima è ancora da dimostrare. -Riferendosi a questo flusso si è spesso parlato dell’«Asse Italia», in realtà alludendo soprattutto alla prima numerosa nidiata di frequentatori della Sapienza a Roma. Ma come vedremo questo appellativo si attaglia anche al resto delle figure di cui qui ci occuperemo brevemente. Ecco un primo avvicinamento a questo fenomeno così degno di nota. rafael calventi (18 marzo 1932 - 19 agosto 2018), Università degli Studi di Roma, 1951-1960. Primo studente di architettura dominicano in Italia. Frequentò l’intero corso di laurea a La Sapienza. Deluso dagli studi di Ingegnere Architetto presso l’Università di Santo Domingo, da poco intrapresi, decise di proseguirli alla Sapienza; probabilmente sulla decisione influì anche il fatto che un suo parente diplomatico occupava un posto importante nell’Ambasciata Dominicana a Roma. Lo imitò un nutrito gruppo di giovani che potremmo oggi riunire sotto l’insegna dell’«Asse Italia», una decina di studenti quasi tutti di stanza a Roma che costituirono l’avanguardia degli architetti con una formazione italiana. Al loro ritorno nel paese tennero alta la qualità. Calventi seppe trarre il meglio dall’alto livello dell’architettura italiana degli anni cinquanta e fu un eccellente allievo di Pier Luigi Nervi. Conclusi gli studi a Roma si trasferì a Parigi dove entrò nello studio di Pierre Dufau e in seguito a New York, con Marcel Breuer e Ieoh Ming Pei, condividendo il tavolo di lavoro con Richard Meier.

anselMo brache batista (4 dicembre 1935), Università degli Studi di Roma, 1953-1956. È il secondo dominicano a studiare alla Sapienza. Qui frequenta i primi due anni, per poi proseguire e laurearsi all’usd. Al suo arrivo in Italia l’ambasciatore della Repubblica Dominicana era César Piña Barinas e il primo segretario Cirilo Castellanos. Gli ambasciatori successivi furono Telésforo Calderón e Pedro Troncoso. Presso il Vaticano Elías Brache, Nicolás Vega e Tulio Franco. Brache è stato per 12 anni vicedirettore generale dell’Instituto Nacional de la Vivienda (Istituto Nazionale per la Casa), periodo durante il quale ha redatto il progetto abitativo di Jobo Bonito a San Lázaro e San Miguel. È stato anche funzionario del Banco Nacional de la Vivienda. víctor bisonó pichardo (10 marzo 1933 - 13 maggio 2017), Università degli Studi di Roma, 1954-1965, 1966-1968. Nasce a Santiago de los Caballeros, dove si diploma nel Colegio de la Salle. Lavora a Roma. Dottore in Architettura dal 1964. È vicedirettore dell’Oficina de Planeamiento Urbano del adn (Ufficio di Pianificazione Urbana del Municipio del Distretto Nazionale) e direttore dell’Oficina de Patrimonio Monumental (l’Ufficio per il Patrimonio Monumentale). Nel campo del restauro ha curato quello delle rovine del cinquecentesco Monasterio de San Francisco. Manuel salvador gautier (1 agosto 1930), Università degli Studi di Roma, 1955-1960. Dopo aver lasciato l’Università di Santo Domingo, nel 1955, frequenta vari corsi prima di vedersi convalidare il titolo. È allievo di Pier Luigi Nervi, in quel periodo impegnato nelle opere per le Olimpiadi di Roma del 1960. Nel 1961 lavora in uno studio di architettura di Basilea, in Svizzera. Morto Trujillo nel 1961, rientra a Santo Domingo in seguito alla nomina del padre a ministro dei Lavori pubblici della Repubblica Dominicana. È stato direttore del Piano regolatore del Centro storico di Santo Domingo e direttore generale dell’Instituto Nacional de la Vivienda. È restauratore ad vitam del Convento de las Mercedes a Santo Domingo. erwin cott (27 novembre 1936 - 20 dicembre 2013), Università degli Studi di Roma, 1956-1961. Era uno degli studenti più irrequieti del gruppo degli anni cinquanta. Come Gautier, dopo aver lasciato l’Università di Santo Domingo ha seguito vari corsi per farsi convalidare la laurea. Una volta conclusi gli studi a Roma ha viaggiato a lungo per l’Europa, fermandosi in particolare a Parigi, dove ha vissuto per un certo periodo. Partner di Gautier in uno degli studi di maggior prestigio negli anni sessanta, Cott + Gautier, con un vasto repertorio di opere di grande impatto sulla cultura locale. Alla fine degli anni sessanta ha vinto il concorso per la Cattedrale di La Vega, poi realizzata con modifiche dall’architetto Pedro Mena. È stato fondatore e presidente della Sociedad de Arquitectos della Repubblica Dominicana. Manuel polanco (22 ottobre 1933), Università degli Studi di Roma, 1959-1960. Dopo aver frequentato per due anni i corsi di Ingegneria civile presso la McGill University in Canada e la statunitense Cornell University, ha studiato architettura a Roma con Pier Luigi Nervi, in quel fertile periodo che ha dato vita ai lavori delle Olimpiadi del 1960. Polanco ha continuato a eseguire progetti e opere sia nella Repubblica Dominicana sia in Ecuador, dove ha delle proprietà e legami familiari.

Complesso di uffici Shell Conalco, 1966 circa, degli architetti Manuel Salvador Gautier ed Erwin Cott.

La Cattedrale di La Vega, 1982 circa, completata dall’architetto Pedro Mena sulla base di un progetto originale di Erwin Cott, molto rimaneggiato.

L’Edificio Agencias Bella dell’architetto Leopoldo Franco.

Residenza per vacanze Barranca 1 a Casa de Campo, 1984 circa, progettata dall’architetto José Horacio Marranzini. héctor raMón Morales (?), Università degli Studi di Roma. Poco si sa di questo architetto, che pare aver frequentato ma non concluso gli studi alla Sapienza. leopoldo franco (30 novembre 1940), Università degli Studi di Roma, 1961-1968. Ha completato il piano di studi alla Sapienza. Durante la sua permanenza a Roma costituisce un gruppo di colleghi studenti, e in seguito professionisti, che collaboravano ai disegni dei progetti dei loro professori universitari. Il collettivo è poi diventato una società professionale. Scrittore acuto, per molti anni è stato il principale architetto del fha (Fomento Hipotecas Aseguradas, la promozione dei mutui garantiti) presso il Banco Nacional de la Vivienda. È autore di importanti opere di architettura privata e istituzionale, come gli edifici Agencias Bella, Seguros Pepín e Avelino Abreu. josé horacio Marranzini (9 gennaio 1937), Università degli Studi di Roma, 1960-1961. Faceva parte della prima ondata di giovani dominicani iscritti alla Sapienza. Presso la Scuola di Architettura di Villa Borghese ha frequentato il corso di disegno a mano libera con il professor Alfredo del Fiore. Rimasto in Italia fino alla morte di Trujillo, si trasferisce poi a Madrid, dove prosegue gli studi di Architettura nell’Universidad Politécnica. christian Martínez villanueva (5 marzo 1939), Università degli Studi di Roma, 1961-1967. Ha seguito corsi di architettura e arredamento. Nella sua feconda carriera professionale ha avuto l’opportunità di entrare in contatto per vari motivi con prodotti e opere d’arte italiani. È uno degli architetti che ha mantenuto forti legami artistici, professionali e commerciali con l’Italia. gianni cavagliano strozzi (1 novembre 1939), Università degli Studi di Roma, 1960-1962. Iscritto all’usd dopo due anni trascorsi a Roma vi è tornato per laurearsi. Il motivo del suo viaggio in Italia era dettato dalla necessità di evitare ritorsioni del regime. Ha dedicato la sua carriera principalmente a interni istituzionali e domestici. Ha collaborato a rilevanti progetti con gli architetti Edgardo Vega Malagón e Manuel Baquero. È

figlio di Mario Cavagliano e di Dirce Strozzi Cavagliano, funzionari dell’Ambasciata d’Italia nella Repubblica Dominicana per oltre 50 anni. Milán lora (23 settembre 1937), Università degli Studi di Roma, 1962-1964. Ha convalidato gli esami sostenuti in Italia all’usd, dove si è laureato. È autore di numerosi progetti ricettivi e abitativi, tra cui l’Hotel Sheraton in avenida George Washington a Santo Domingo, con il socio Manuel Baquero Ricart. È un eccellente artista plastico e prospettivista. glauco castellanos (1932-2012), Università degli Studi di Firenze, 1965-1972. Dopo studi d’arte, Glauco Castellanos è vissuto a lungo a Firenze, città in cui ha stretto rapporti e svolto importanti incarichi professionali. Al suo ritorno a Santo Domingo ha insegnato per decenni Arte e Storia all’unphu. È stato uno dei più famosi artisti plastici e restauratori d’arte del paese. césar iván feris iglesias (30 aprile 1940), Università degli Studi di Roma, 1967-1968. Iscritto alla Sapienza, gli furono convalidati gli esami sostenuti nell’allora uasd, ateneo in cui poi conseguì la laurea insieme ai primi laureati in Architettura del paese. A Roma l’argomento della sua tesi era un edificio plurifamiliare, soggetto su cui aveva già scritto, con ottimi voti, a Santo Domingo. Dal suo ritorno nella Repubblica Dominicana e per i trent’anni successivi è stato professore di Storia dell’Architettura all’unphu, dove ha creato una scuola di studenti ed estimatori dalla solida formazione umanistica. Ha compiuto ulteriori studi in Jugoslavia e a Ravenna. Nella Repubblica Dominicana ha firmato lavori che hanno avuto grande influenza nella cultura architettonica locale. È stato direttore del Museo de las Casas Reales e rettore dell’Universidad Católica de Santo Domingo. esteban prieto vicioso (17 maggio 1950), Università degli Studi di Roma La Sapienza; International Centre for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property in Rome, iccroM; Università degli Studi di Bologna, Istituto di Antichità Ravennati e Bizantine; 1972-1974. Dopo la laurea in Architettura presso l’unphu, ha seguito un corso di specializzazione in Conservazione architettonica all’iccroM, dov’è stato allievo di eminenti professori italiani tra cui Piero Gazzola, Carlo Ceschi, Guglielmo De Angelis d’Ossat, Enrico Quaroni, Roberto Bonelli e Giorgio Torraca. Ha compiuto viaggi di studio in Jugoslavia, a Bologna e a Venezia. A Ravenna ha frequentato un corso di Arte bizantina e a Roma, presso la Società Dante Alighieri, un corso di Storia dell’Arte italiana. Tra gli specialisti di maggior levatura nel restauro di monumenti e centri storici dell’America Latina, Prieto Vicioso si è distinto nel ruolo di direttore dell’Oficina de Patrimonio Cultural della Repubblica Dominicana dal 1986 al 1996, periodo in cui ha realizzato opere di grande rilevanza in tutto il paese e in particolare nel centro storico di Santo Domingo. È stato vicepresidente mondiale dell’icoMos, l’International Council on Monuments and Sites, e ha partecipato a progetti di consulenza internazionale, congressi e seminari in tutto il mondo. In seguito ha sviluppato una passione parallela per l’architettura vernacolare dominicana. Da decenni restaura la Cattedrale Primaziale d’America a Santo Domingo. Ha conseguito un dottorato in Architettura in Messico e per oltre vent’anni è stato docente universitario. ricardo doMínguez (?), Università degli Studi di Roma, circa 1972-74. Architetto originario di Santiago de los Caballeros è stato direttore dell’Oficina de Patrimonio Cultural di quella città. È scomparso nella Repubblica Dominicana intorno al 2005.

Veduta parziale del Parque Independencia a Santo Domingo. Restaurato e trasformato dall’architetto Cristian Martínez Villanueva intorno al 1976.

l’ alba della postModernità l’italia degli anni ottanta e la strada novissiMa la nascita del nodo fiorentino Molteplicità universitaria locale

Interno di un appartamento a Gazcue, Santo Domingo, progettato dall’architetto Apolinar Fernández de Castro.

Appartamenti intorno al Campo da Polo dell’Hotel Embajador, opera di Atilio León, 1976 circa. Benché l’argomento non sia stato dimostrato criticamente, vi è una sorta di tacito accordo nell’affermare che l’architettura italiana è tanto comodamente radicata nella propria cultura ed è tanto solido il suo tronco da non essere mai stata permeabile ai movimenti d’avanguardia in voga, non prima che questi avessero reso omaggio alla potente tettonica che l’italianità ha sviluppato nel corso di oltre 20 secoli. Più corretto è pensare che in molte occasioni ne sia stata l’origine. È il caso della nascita del Postmodernismo, così chiamato dai critici, in primis Charles Jencks, che alla fine degli anni settanta coniarono il termine. I testi di Aldo Rossi o Manfredo Tafuri apparsi a partire dagli anni sessanta, o dello statunitense Robert Venturi (che per due anni, dal 1954 al 1956, studiò all’American Academy in Rome), furono fondamentali nel passaggio dal modernismo razionale ortodosso a una modernità più flessibile e aperta, in cui la storia dell’architettura ebbe un ruolo predominante. In quel caso, nessun altro paese fu così militante come l’Italia. Questa capacità dell’architettura italiana di innestare nella propria cultura le influenze internazionali del momento le ha dato uno straordinario vigore per affrontare le eterne dinamiche a cui inevitabilmente è sottoposta. Tale era lo spirito prevalente all’inizio degli anni ottanta. La prima Biennale di Architettura a Venezia ospitò nell’Arsenale una mostra fondamentale, intitolata «La Strada Novissima», un allestimento che ha consolidato un’immagine, poi abbracciata da tutto il pianeta, simbolo del nuovo spirito dell’architettura di quegli anni. L’impatto su quanti in quel periodo studiavano in Italia fu enorme, non solo per la mostra della Biennale ma anche per la miriade di pubblicazioni professionali («Domus», «Dedalo», «Zodiac», «Controspazio», e in particolare la decana «Casabella-Continuità» eccetera.) e di libri firmati da intellettuali come Rossi, Portoghesi, Tafuri, Dal Co, Gregotti ecc. Era lo spirito dell’epoca. Uno spirito latente sin dagli anni settanta. A partire da quel momento una seconda ondata di architetti dominicani si riversa soprattutto a Firenze e sempre meno a Roma. La Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze era guidata da un gruppo di professori famosi, e sia il tema della composizione del progetto, richiesto soprattutto nella prima metà degli anni settanta, sia il restauro dei monumenti e dei centri storici assumevano in quegli anni, seguiti alla grande alluvione del 1966 a Firenze e a Venezia, un rilievo internazionale. Il principale oggetto di studio era indubbiamente il restauro dei monumenti e dei centri storici, una disciplina che aveva come referenti i professori Gennaro Tampone e Francesco Gurrieri, nelle loro lezioni a Palazzo Rucellai o presso la sede del Collegio degli Ingegneri della Toscana, che per più di un decennio ospitò il Centro Studi per il Restauro dei Monumenti e dei Centri Storici di Firenze, istituto accademico promosso dalla cooperazione internazionale tramite il Ministero degli Affari Esteri. Nella Repubblica Dominicana frattanto si moltiplicavano le opzioni per lo studio accademico

dell’architettura. Facoltà o scuole nascono nella pcuMM, nell’Universidad o&M, nell’Universidad Iberoamericana (unibe), nell’Universidad Central del Este (uce), che vanno ad aggiungersi a quelle esistenti, come l’uasd e l’unphu. Molti dei laureati in Italia al loro rientro in patria diventano docenti in queste scuole: Calventi, Gautier, Cott, Báez, Fernández de Castro, León, Mena, Castellanos, Moré e Marranzini. apolinar fernández de castro (8 febbraio 1948), Università degli Studi di Firenze, 1971-1974. Frequentò il corso di laurea in Disegno Industriale diretto dal professor Domenico Cardini. Tesi: «Lo sviluppo della Società dipendente nella Repubblica Dominicana e i suoi riflessi nell’architettura e nell’urbanistica». Il titolo gli fu omologato dalla Catholic University di Washington D.C. dopo la stesura di una tesi e la frequenza di un corso sul Restauro dei Monumenti. Ambasciatore in Italia della Repubblica Dominicana era all’epoca Francisco Carias Dominici. Autore di rilevanti progetti residenziali, Fernández de Castro ha ideato una linea di design industriale e di interni che ha avuto grande ripercussione nella cultura locale. atilio león (9 marzo 1951), Università degli Studi di Firenze, 1972-1974. È stato assistente del professor Domenico Cardini nella cattedra di Composizione dietro raccomandazione di Glauco Castellanos. Ha dedicato i suoi studi principalmente al disegno architettonico. Di ritorno nella Repubblica Dominicana ha insegnato varie discipline nella Scuola di Architettura e Urbanistica della unphu, della quale è stato rettore. pedro Mena lajara (6 aprile 1952), Università degli Studi di Firenze, 1972-1976. Frequenta un Seminario sul Restauro dei Centri Storici con, tra gli altri, Piero Sanpaolesi, Italo Gamberini, Sisto Mastrodicasa, Francesco Gurrieri. A Roma segue i corsi di Bruno Zevi e Leonardo Benevolo. Ottiene il riconoscimento del titolo nell’Universidad Politécnica di Madrid. È autore, tra tanti lavori immobiliari, del secondo progetto (realizzato) per la Cattedrale di La Vega, basato sul progetto originale di Erwin Cott. gabriel báez risk (3 settembre 1950), Università degli Studi di Firenze, 1975-1977. Ha svolto studi di pianificazione urbanistica. Laureato presso l’University of Texas at Austin. È stato professore all’uasd, chiamato dall’architetto Manuel Salvador Gautier, all’epoca preside della Facoltà di Architettura. A Firenze ha avuto tra i suoi mentori Carlo Aymonino. È autore di svariati quartieri residenziali e progetti immobiliari. È stato vicepresidente del Consejo Nacional de Asuntos Urbanos e vicedirettore dell’Instituto Nacional de la Vivienda (invi). Il suo soggiorno a Firenze coincide in parte con quello dell’architetto Pedro Mena. carMen aMelia castro (21 luglio 1954), Università degli Studi di Firenze, 1979-2019. Tesi: «Le Cascine e dintorni: un progetto di recupero urbanistico» (con Bruno Droghetti), 1989, relatore professor Marco Massa. Durante gli studi conosce il professor Gabriele Corsani, con il quale si sposa. Rimane così in Italia, dove tuttora vive. Ha conseguito il titolo di dottore in Architettura e l’abilitazione professionale nel 2003 a Firenze. Ha svolto incarichi di docenza presso l’Università degli Studi di Firenze ed effettuato numerosi restauri architettonici, parallelamente a lavori di ricerca e alla pubblicazione di testi. gustavo luis Moré guaschino (3 maggio 1956), Università degli Studi di Firenze, Centro Studi per il Restauro dei Monumenti e dei Centri Storici, 1980, sede di Palazzo Rucellai. Tesi: «Restauro della Loggia dei Bianchi, Firenze». Laureato in Architettura all’unphu nell’aprile del 1979. È figlio di Mariuccia Guaschino Moré, per oltre 40 anni funzionaria dell’Ambasciata d’Italia nella Repubblica Dominicana. Molti

Edificio per uffici Torre San Francisco, 1991, progettato dall’architetto Gustavo Luis Moré con Jordi Masalles.

dei professionisti di questo elenco la ricordano bene perché era lei a gestire le pratiche delle borse di studio per gli studenti dominicani in Italia. È stato direttore della Scuola di Architettura e Urbanistica dell’unphu e direttore del Centro de Inventarios de Bienes Culturales dell’Oficina del Patrimonio Cultural (opc). Ha vinto numerosi concorsi di progettazione e premi biennali, tra cui quelli per la sede della Corte Suprema di Giustizia e della Biblioteca Nazionale. È stato fondatore e primo presidente del DoCoMoMo (gruppo di studio dominicano per la documentazione e la conservazione dell’architettura del movimento moderno) e autore di importanti volumi sull’architettura e l’urbanistica dei Caraibi e della Repubblica Dominicana. Dal 1996 è direttore ed editore della rivista «Archivos de Arquitectura Antillana». alfredo Marranzini pérez (25 ottobre 1955), Università degli Studi di Firenze, Centro Studi per il Restauro dei Monumenti e dei Centri Storici, 1980. Sede Palazzo Rucellai. Tesi: «Restauro della Loggia dei Bianchi, Firenze». Laureato in Architettura all’unphu nell’aprile del 1979. È stato direttore della Scuola di progettazione d’interni presso la Facoltà di Architettura e Arti dell’unphu. Ha realizzato svariate opere private di architettura residenziale, commerciale e d’interni. bichara khoury (12 marzo 1947), Società di Gestione Avanzata, Urbino, 1980. Invito tramite il Dipartimento di Progettazione della Segreteria di Stato per i lavori pubblici. Per molti anni è stato professore all’Universidad Autónoma de Santo Domingo (uasd). È stato presidente della Sociedad de Arquitectos della Repubblica Dominicana e si è occupato della realizzazione di progetti e costruzioni di vario genere. rosa natalia rodríguez pellerano (18 agosto 1955), Università degli Studi di Firenze, Centro Studi per il Restauro dei Monumenti e dei Centri Storici, 1981, sede Collegio degli Ingegneri della Toscana. Corso di Lingua italiana per stranieri a Perugia. Manolita Miguel (3 novembre 1955), Università degli Studi di Firenze, Centro Studi per il Restauro dei Monumenti e dei Centri Storici, 1981, sede Collegio degli Ingegneri della Toscana. Corso di Lingua italiana per stranieri a Perugia. carlos ernesto del castillo valle (13 gennaio 1958), Università degli Studi di Roma 1981-83. Ha studiato Pianificazione territoriale e urbanistica presso quella Facoltà. Ha lavorato a diversi progetti con l’architetto Pablo Mella e l’ingegner Rafael Bisonó. Si è occupato di edilizia privata e opere pubbliche attraverso la Constructora Del Castillo CxA. È stato consigliere del Ministero della Cultura del governo dominicano (2000-2004). josé Mejía (19 dicembre 1957), Università degli Studi di Firenze, Centro Studi per il Restauro dei Monumenti e dei Centri Storici, 1982, sede Collegio degli Ingegneri della Toscana. Corso di Lingua italiana per stranieri a Perugia. È stato il tramite designato tra il Municipio del Distrito Nacional e l’Oficina de Patrimonio Cultural (1984), nonché consulente per la valorizzazione del Monumento alla Restaurazione a Santiago (2007). ninouska nova (2 giugno 1958), Università degli Studi di Roma 1983-84, Pianificazione urbanistica applicata alle aree metropolitane. Ha avuto una prolifica carriera internazionale como architetto e interior designer. julia vicioso (19 maggio 1961), Università degli Studi di Roma: Laurea magistrale in Restauro (19871990). Professori: Sandro Benedetti e Giuseppe Zander. Laureata in Architettura all’unphu nel 1983 con una tesi di Storia dell’Architettura. Dottore di Ricerca in Conservazione dei Beni Architettonici della Facoltà di Architettura, dipartimento di Storia, Restauro e Conservazione Architettonica. Professori: Giorgio Torraca, Arnaldo Bruschi e Giovanni Carbonara. Perfezionamento in Materiali Lapidei presso l’Istituto Centrale per il Restauro (icr), Roma (1996-1997). Professori: Gisella Capponi e Antonella Mezzagora. Membro del Consiglio dell’iccroM e del Consiglio del Medici Archive Project, Firenze. Laurea magistrale e dottorato in Storia e Conservazione dei Monumenti nell’Università La Sapienza, nella Scuola di Paleografia e Archivistica del Vaticano e nell’Istituto Centrale per il Restauro di Roma. Tesi: «La Basilica di San Giovanni dei Fiorentini». Premi: John Simon Guggenheim Memorial Foundation-

Latin America and Caribbean Fellow New York nella categoria Discipline umanistiche; Istituto ItaloLatino Americano; Samuel H. Kress Post-Graduate Research Fellowship e Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. È membro del Medici Archive Project, la Renaissance Society of America; Italian Art Society, la Roma nel Rinascimento, dell’icoMos e dell’icoM. Attualmente svolge incarichi diplomatici presso le Agenzie delle Nazioni Unite a Roma. adoris Martínez (18 luglio 1950), Università degli Studi di Firenze, Centro Studi per il Restauro dei Monumenti e dei Centri Storici, 1985, sede Collegio degli Ingegneri della Toscana. Corso di Lingua italiana per stranieri a Perugia. Tesi: «Il Giardino delle Montalve e Villa La Quiete in via di Boldrone». È stata a lungo funzionaria dell’Oficina de Patrimonio Cultural (poi Monumental). fernando gonzález (15 aprile 1957), Università degli Studi di Firenze, Centro Studi per il Restauro dei Monumenti e dei Centri Storici, 1985, sede Collegio degli Ingegneri della Toscana. Corso di Lingua italiana per stranieri a Perugia. Tesi: «La Cappella Bellosguardo». Dal 1986 ha lavorato nell’Oficina de Patrimonio Cultural e nell’Oficina del Plan Regulador de la Zona Colonial de Santo Domingo Si è dedicato alla progettazione e costruzione di edifici residenziali e di locali commerciali. Mauricia doMínguez (22 settembre 1962), Università degli Studi di Firenze, Centro Studi per il Restauro dei Monumenti e dei Centri Storici, 1986, sede Collegio degli Ingegneri della Toscana. Corso di Lingua italiana per stranieri a Perugia. Restauro di una Limonaia, Firenze. Attuale presidente del DoCoMoMo dominicano, ha insegnato in varie Facoltà di Architettura del paese ed è autrice di numerosi progetti di design e restauro. È ricercatrice e condirettrice della rivista «Archivos de Arquitectura Antillana» e direttrice di ricerca presso la Facoltà di Architettura e Arti della unphu. george latour heinsen (12 dicembre 1957), Università degli Studi di Firenze, Centro Studi per il Restauro dei Monumenti e dei Centri Storici, sede Collegio degli Ingegneri della Toscana. Corso di Lingua italiana per stranieri a Perugia. Istituto Universitario di Architettura di Venezia (iuav), 1985-1998. Latour ha trascorso un lungo, ricco e produttivo soggiorno in Italia, in un primo tempo al Corso di Restauro a Firenze, poi come studente di dottorato presso il prestigioso iuav a Venezia, e poi come collaboratore per 12 anni dello studio di Vittorio Gregotti a Milano. Dal suo arrivo a Firenze ha stretto un buon rapporto con il direttore del programma, l’architetto Gennaro Tampone, del cui corso è stato assistente per 4 anni. A Venezia è stato allievo, tra gli altri, di Manfredo Tafuri, grande filosofo, storico, scrittore e docente presso la famosa accademia italiana. Il periodo trascorso al fianco di Gregotti lo ha segnato sia nell’approccio sia nel suo stile architettonico. Nella Repubblica Dominicana ha realizzato lavori di qualità crescente. lil guerrero (24 febbraio 1957), Università degli Studi di Firenze, Centro Studi per il Restauro dei Monumenti e dei Centri Storici, 1988, sede Collegio degli Ingegneri della Toscana. Corso di Lingua italiana per stranieri a Perugia. Tesi: «Restauro della Villa Fabar». Compagna di studi di Helena Trotta, importante architetta venezuelana. Ha inoltre seguito corsi di Urbanistica al Politecnico di Milano. Ha lavorato come architetto progettista firmando opere di qualità come il Conservatorio Nazionale di Musica a Santo Domingo (insieme a Pedro Haché). yudelka checo (6 dicembre 1964), Istituto Lorenzo de’ Medici, 1988-1997. Corsi di Storia dell’Arte, Progettazione di interni e Architettura. Ha intrapreso lo studio dell’Architettura e si è laureata nella Pontificia Universidad Católica Madre y Maestra (pucMM) di Santiago de los Caballeros. In seguito, già a Firenze, si è sposata e ha svolto un fruttuoso apprendistato che, grazie al suo enorme talento e alla sua grande curiosità, ne ha fatto una delle più importanti architetti d’interni nella Repubblica Dominicana. gustavo ubrí (2 febbraio 1957), Università degli Studi di Firenze, Centro Studi per il Restauro dei Monumenti e dei Centri Storici, 1989, sede Collegio degli Ingegneri della Toscana. Corso di Lingua italiana per stranieri a Perugia. Ha studiato italiano a Fermo. Com’era consuetudine in quel corso ha compilato una tesi di gruppo. È stato funzionario dell’Oficina de Patrimonio Cultural e docente universitario.

l’italia al volgere del secolo Milano: il terzo blocco accadeMia e pratica professionale locale

Negli ultimi due decenni l’Italia ha assistito a un processo di rigenerazione dei suoi centri urbani che si è conquistato una notevole notorietà. L’epicentro di questo movimento è indubbiamente Milano, metropoli dalla grande mistica e dalla dimensione europea, che ha messo in atto vari programmi, sia per il restauro delle sue architetture e dei suoi quartieri storici, sia per la realizzazione di nuove opere, alcune delle quali di firme internazionali, così come per la sostenibilità urbana. Milano si è preparata a ricevere grandi flussi turistici (come tutta l’Italia del resto) e, di conseguenza, a essere la sede dei nuovi studenti di Architettura che frequentano il suo famoso Politecnico per formarsi e specializzarsi. In termini di produzione di nuove architetture, rispetto a paesi come la Germania, l’Inghilterra o la Spagna i numeri dell’Italia sono sempre stati modesti. Gli sforzi sembrano infatti concentrarsi sul restauro e sul riuso delle strutture storiche, arredate con pezzi di buona fattura, grazie allo straordinario universo del design italiano. È proprio in questo universo che Milano ha accolto una nuova generazione di giovani designer di interni, che frequentano scuole di recente costituzione e di qualità elevata, come la Scuola Politecnica di Design (spd), la Domus Academy, l’Istituto Marangoni o la Nuova Accademia di Belle Arti (naba). Nel frattempo nella Repubblica Dominicana continuano a operare diverse scuole di architettura e l’unphu e l’unibe offrono programmi di interior design dalla solida reputazione. È ancora difficile pensare di conseguire una specializzazione, laurea o master locali. La pucMM e la unphu hanno provato con qualche esitazione a essere gli atenei di riferimento per questi corsi, in alcuni casi affiliandosi con accademie straniere. È ancora importante pensare di dover andare all’estero per specializzarsi. L’Italia continua a essere un’alternativa molto valida, non solo per la qualità dei suoi programmi, ma anche per la relativa semplicità delle pratiche d’iscrizione per gli stranieri e per i costi contenuti. orisell Medina (18 marzo 1974), Università degli Studi di Firenze, 2002-2003, Specializzazione in Progettazione urbana, Città affacciate sull’acqua. Direttrice della Escuela de Arquitectura della pucMM, Campus Santo Domingo. richard Moreta (27 gennaio 1964), Università degli Studi di Milano e Nuova Accademia di Belle Arti (naba) 2002-2004. Master in Architecture and Design «Futurarium». Dottorato di Ricerca In Architettura e Disegno. Tesi: «Mini Loop (Architettura) / Lips». Professori: Alessandro Guerriero, Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Giovanni Sacchi, Antonio Riello, Cinzia Ruggeri, Clara Mantica, Luigi Serafini, Mario Consiglio, Claudio Cetina, Luigi Bernardi, Occhiomagico, Umberto Eco. Corsi: Master’s Degree in European Urban Studies e Ph.D. Program (Candidato) Università del Bauhaus Weimar, Germania (2014). Master in Global Public Policy, Russian Presidential Academy of National Economy and Public Administration, Mosca, Russia (2018). Attualmente lavora a Miami. sonia bautista (1952-2010), Università degli Studi di Firenze, Centro Studi per il Restauro dei Monumenti e dei Centri Storici, Sede Collegio degli Ingegneri della Toscana. Corso di Lingua italiana per stranieri a Perugia. È deceduta nel 2010 a Pasian di Prato (Udine), località in cui risiedeva da molti anni dopo il matrimonio con il commercialista italiano Lucio Leita. tulio Mateo (30 ottobre 1982), Università iuav di Venezia, 2008-2009, Master in Urban Development and Post-Conflict Reconstruction. Laureato in Architettura all’uasd con la tesi: «Uno zoo neotropicale a Santiago de los Caballeros». Si occupa di fornire assistenza e aiuti umanitari nelle aree colpite da catastrofi naturali. Altri studi: 2019, Humanitarian Shelter Coordination (Master Level Short Course), ifrc (International Federation of Red Cross), unhcr (United Nations High Commissioner for Refugees) e Oxford Brookes University. 2018, Ripensare la città: nuovi approcci alle sfide urbane globali e locali, Delft University of Technology. 2018, Formazione come facilitatore in «Pianificazione della gestione del rischio di

catastrofi guidata dalla comunità», Catholic Relief Services. 2012, Trainer of Trainers - Sphere Standards and Humanitarian Chart, Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari. 2012, valutazione e gestione della qualità dell’aiuto umanitario, Instituto de Estudios Sobre Conflictos y Acción Humanitaria-Iecah, Madrid. 2012, formazione per facilitatori su «Participatory Approach for Self Shelter Awareness» (passa), ifrc e Habitat for Humanity. alba Mizoocky Mota lópez (9 febbraio 1985), Università iuav di Venezia, 2012-2014. Laurea magistrale in Architettura del Paesaggio e Sostenibilità. Tesi: «Rigenerazione del paesaggio fluviale e sviluppo urbano delle sponde del fiume Ozama». Professori principali: Benno Albrecht, Carlo Magnani, Lorenzo Fabian, Emanuele Garbin. Laureata all’unphu con la tesi: «L’architettura come risposta alla società: integrazione e contesto». Altri studi: specializzazione postlaurea in Resilienza urbana e Cambiamenti climatici presso l’Universidad Nacional de Córdoba, in Argentina (2018). È coordinatrice generale della Escuela de Arquitectura y Urbanismo della unphu dal 2016, analista territoriale II presso la Direzione generale della Pianificazione territoriale e dello sviluppo del Ministero dell’Economia, della Pianificazione e dello Sviluppo (Mepyd) dal 2017. María del Mar Moré (5 marzo 1987), Scuola Politecnica di Design, Milano, 2009-2010. Figlia dell’architetto Gustavo Luis Moré e socia di Moré Arquitectos ha realizzato numerosi progetti istituzionali, privati e commerciali di interni architettonici. Master in Interior Design all’Universidad Iberoamericana (unibe), dove ha tenuto conferenze sui suoi progetti. anita raMos hernández (4 luglio 1987), Scuola Politecnica di Design, Milano, 2009-2010. Laureata nella Escuela de Diseño de Interiores dell’unibe nel 2009. Si occupa di progettazione di interni domestici. È nipote dell’architetto Rafael Tomás Hernández e figlia degli architetti José Ramos e Ana Rosa Hernández. lorena jiMénez (6 luglio 1988), Scuola Politecnica di Design, Milano, 2009-2010. Si occupa prevalentemente di interni commerciali e possiede il negozio Letto Casa. Ha conseguito una laurea presso l’Escuela de Diseño de Interiores dell’unibe. Marlene garcía (23 marzo 1988), naba, Milano, 2010. Master in Nuovi paesaggi domestici. Fa parte del Collettivo di Design Contín García. patricia sención (6 maggio 1983), Domus Academy, 2010, Milano. Master in Interior e Living design. Ha studiato Architettura all’Universidad Iberoamericana. Ha lavorato come architetto d’interni nella ristrutturazione e progettazione di spazi residenziali e partecipato alla seconda fiera di interior design a Santo Domingo. In questa città gestisce il negozio Residenza, di cui è proprietaria. laura león (18 marzo 1985), Domus Academy, Milano, 2011. Master in Interior e Living design. Da quando è tornata nella Repubblica Dominicana collabora con l’atelier della designer Aurora de la Rocha. patricia hane (24 settembre 1987), Domus Academy, Milano, 2011-2012. Master in Interior e Living design. Si dedica prevalentemente alla progettazione di interni domestici. annabel hiraldo (18 settembre 1978), Università degli Studi di Roma, 2014-2015. Master in Valorizzazione e gestione dei centri storici minori. Ambiente, cultura, territorio, azioni integrate. Laureata alla pucMM, Santiago, nel 2007. Si è occupata di pianificazione urbana e patrimonio culturale presso l’Ufficio del Municipio del Distretto Nazionale (adn), il Ministero della Presidenza e l’Oficina de Patrimonio Monumental.