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Il Governo provvisorio di Juan Bautista Vicini Burgos, alejandro paulino raMos

Il Governo provvisorio di Juan Bautista Vicini Burgos

aLeJandro PauLino raMos Ex Direttore dell’Aula Dominicana della Biblioteca Central dell’Universidad Autónoma di Santo Domingo. Vicedirettore dell’Archivo General de la Nación

Nella pagina precedente:

Zona rurale in Repubblica Dominicana. Fotografia di Giovanni Savino, donata dall’autore.

Nella pagina seguente:

Juan Bautista Vicini Burgos nella veste di Presidente provvisorio della Repubblica insieme ai ministri del suo gabinetto, tra cui José del Carmen Ariza, Ángel Morales, Manuel María Sanabia, Cayetano Armando Rodríguez e altri funzionari non identificati. Tra i passi intrapresi per giungere al ritiro dei militari statunitensi, i politici tradizionali, fortemente interessati a occupare la Presidenza della Repubblica, usurparono il diritto di un intero popolo e senza il suo consenso designarono o «elessero» un rappresentante della borghesia commerciale. Una designazione che aveva lo scopo di guidare e preparare le elezioni del 1924, nelle quali i politici caudillisti si sarebbero contesi la Presidenza della Repubblica. Il 21 ottobre 1922 Juan Bautista Vicini Burgos s’insediò alla Presidenza, consapevole del suo ruolo di rappresentante dei settori egemonici, di cui anch’egli era parte. Il Presidente provvisorio era infatti figlio dell’imprenditore italiano Giovanni Battista Vicini, proprietario di zuccherifici e descritto come un uomo lontano dalla politica. Dopo la sua «elezione», le personalità che avevano firmato l’accordo per il ritiro delle forze statunitensi, consigliate da Benjamin Sumner Welles, commissario straordinario americano ed ex capo della Divisione latinoamericana del Dipartimento di Stato, distribuirono le cariche, in particolare quelle del Consiglio dei Ministri, tra i collaboratori più stretti di ciascuno dei firmatari dell’accordo di evacuazione. Il Governo provvisorio si protrasse per un paio d’anni, nel pieno della crisi economica scoppiata nel 1921. La fine della guerra mondiale e della «danza dei milioni» aveva reso necessario accelerare i piani per il ritiro dei militari. Durante quel periodo i principali prodotti d’esportazione non riuscirono a spuntare buoni prezzi né a trovare mercati favorevoli, al punto che il valore dell’export passò da circa 58 milioni di dollari nel 1920 a 30 milioni di dollari nel 1924. La crisi che aveva colpito il Paese ebbe ripercussioni anche sul Governo provvisorio: quell’anno il Governo militare aveva emesso obbligazioni con interessi del 5,5% e pagabili in 10 anni che compromettevano gli introiti doganali. Il ruolo principale del Governo provvisorio fu di indire le elezioni del 1924. Le sue attività erano finalizzate all’adempimento del Piano Hughes-Peynado; a tal fine, Vicini Burgos si avvalse della consulenza del capo della Divisione latinoamericana del Dipartimento di Stato, incaricato di risolvere tutte le questioni relative alla transizione tra il Governo militare e il nuovo Governo civile che sarebbe emerso dalle programmate elezioni. Un compito importante del Governo provvisorio fu la riforma della Costituzione, vigente del 1908, al fine di adeguare la legislazione dominicana al modello di dominio che s’intendeva imporre. Dopo le elezioni generali, tenutesi nel marzo del 1924, il governo aveva ormai raggiunto il suo obiettivo storico e poté così consegnare la fascia presidenziale al sostituto di Vicini Burgos, il Generale Horacio Vásquez.