5 minute read

Geraldini d’Amelia, edoardo d angelo e rosa Manfredonia Omelia pronunciata nella cerimonia commemorativa dei 500 anni dell’arrivo nel Paese del primo

Omelia pronunciata nella cerimonia commemorativa dei 500 anni dell’arrivo nel Paese del primo Vescovo residente di Santo Domingo, Monsignor Alessandro Geraldini

Cattedrale Primaziale d’America, 17 settembre 2019

Monsignor Francisco ozoria acosta Arcivescovo di Santo Domingo

Carissimi fratelli e sorelle, oggi, 17 settembre, commemoriamo il quinto centenario dell’arrivo nel nostro Paese del primo Vescovo residente della Diocesi di Santo Domingo: Monsignor Alessandro Geraldini. In questa celebrazione vogliamo ringraziare Dio per l’attuale Arcidiocesi di Santo Domingo e per il ministero episcopale e l’abnegazione di quel Pastore. Il primo Vescovo eletto fu un francescano, fra García de Padilla, che non mise mai piede sul suolo dominicano. Poiché l’opera dell’illustre figlio di Amelia è stata assai prolifica e occorrerebbe molto tempo per ripercorrerla, anche se solo a grandi linee, mi concentrerò su due aspetti della vita del prelato di cui ci occupiamo qui oggi: Geraldini il Diplomatico Ecclesiastico e il Pastore. Permettetemi tuttavia di riferirmi brevemente a lui come Autore, come Maestro e alla sua eredità. Scrisse 20 opere in latino classico, 24 libri di versi sacri, una vita di san Benedetto e testi pedagogici.

Nella pagina precedente:

La cerimonia del Te Deum per i 500 anni dell’arrivo del primo Vescovo residente nelle Americhe, Alessandro Geraldini, nella Cattedrale Primaziale d’America è stata officiata dall’Arcivescovo Metropolita Monsignor Francisco Ozoria il 19 settembre 2019.

La cerimonia del Te Deum per i 500 anni dell’arrivo del Primo Vescovo residente nelle Americhe, Alessandro Geraldini, nella Cattedrale Primaziale d’America, 19 settembre 2019.

Te Deum per i 500 anni dell’arrivo del primo Vescovo residente nelle Americhe, Alessandro Geraldini, nella Cattedrale Primaziale d’America. Tra i partecipanti alla cerimonia, la First Lady Cándida Montilla de Medina, Miguel Vargas Maldonado, cancelliere della Repubblica Dominicana, Alba María Cabral, Ambasciatrice della Repubblica Dominicana in Italia, Roberta e Andrea Canepari, Ambasciatrice e Ambasciatore d’Italia, 19 settembre 2019.

Geraldini il Diplomatico Ecclesiastico

Pur essendo stato trasferito nel 1515 da papa Leone X dalla sede di Vulturara e Montecorvino in Italia al Vescovato di Santo Domingo, Geraldini trascorrerà molto tempo e svolgerà ancora numerosi incarichi in Europa prima di raggiungere la sua sede americana. Per la maggior parte si trattava di missioni diplomatiche. Lo si evince dalla sua nomina a Ambasciatore o Legato in diciassette Paesi europei per conto di Ferdinando il Cattolico, Isabella di Castiglia, Margherita di Parma, dell’imperatore Massimiliano I di Germania, di Enrico VIII d’Inghilterra e dello stesso papa Leone X. A quest’ultimo allude nella sua lettera al cardinale Lucio Puccio, scritta a Santo Domingo. In quella lettera afferma: «I travagli del mio lungo pellegrinaggio attraverso le Fiandre e l’Inghilterra, oltre a quei disagi che ho dovuto sopportare navigando sul grande oceano dalle isole britanniche a Cadice, sono state la ragione per cui mi sono a lungo dimenticato di me stesso». L’ultima impresa di Geraldini sarà il suo viaggio in Etiopia, poco meno di un viaggio nelle Indie, anche se non c’erano mari sconosciuti di mezzo.

Geraldini il Pastore

Considerate le qualità umane e intellettuali che diversi autori attribuiscono ad Alessandro Geraldini, non sorprende che sia riuscito in qualsiasi carriera da lui intrapresa, e che, incline alla vita ecclesiastica, in breve tempo, intorno al 1496, sia stato designato vescovo di Vulturara e Montecorvino, sede che occupò fino al 1516, essendo stato trasferito al Vescovato di Santo Domingo nel 1515. Un primo elemento che denota la qualità dell’opera pastorale del vescovo Alessandro Geraldini è che, una volta appreso della sua nomina a vescovo di Santo Domingo, chiede al Papa di liberarlo senza indugio dai suoi doveri nella Diocesi di Vulturara per dedicarsi al governo della sua nuova sede. Sorprende che un vescovo italiano, che godeva di prestigio nelle corti europee, tra cui quella pontificia, preferisca una mitria in un mondo tutto da conoscere, rinunciando ai vantaggi della sua posizione e dei suoi rapporti nel mondo che gli è noto e nel quale egli è già una figura conosciuta.

Un secondo elemento che credo corrobori la mia opinione sulle doti di Pastore del mio predecessore lo troviamo nella predica, o allocuzione, che pronunciò al suo arrivo a Santo Domingo. È una vera pagina pastorale che merita di essere studiata. Il vescovo Geraldini era in anticipo sui tempi moderni; parlava già di corresponsabilità pastorale, che va di pari passo con un altro elemento proprio del pastore, cioè lo zelo verso ogni singolo membro della famiglia diocesana. Lo zelo pastorale è certamente un elemento che ritroviamo in Geraldini. Solo il suo zelo di Pastore poteva indurlo a lasciare l’Europa e a emigrare per unirsi ai pionieri evangelizzatori dell’America. A coronare il suo zelo pastorale è l’interesse a far erigere una Cattedrale degna di questo nome. Val la pena a tale proposito ricordare quanto scrisse ad alcuni amici, tra cui papa Leone X, forse poco dopo essersi insediato a Santo Domingo: «Poiché le mie genti sono situate dall’altra parte del mondo, e poiché sono alla fine dove convergono tutte le genti della regione equatoriale, chiedo che vi sia costruito un tempio molto notevole alla Madonna dell’Annunciazione: che vi si possa celebrare un Giubileo secondo il rito cristiano, e che Sua Santità possa concedere maggiori indulgenze in ogni festa della Beata Vergine che si verifichi durante l’anno, che possano essere concesse non solo agli abitanti dell’Isola di Hispaniola, ma anche a quelli di Cuba, di San Juan e della grande Isola chiamata America e a tutti quelli che si trovano sotto questi cieli». Ma l’opera di Geraldini nel suo breve episcopato non si limitava all’aspetto religioso. Come ogni vero Pastore aveva a cuore i problemi del gregge che gli era stato affidato. Le opere stesse a cui si interessava, tra cui l’Asilo, dimostrano la sua attenzione per altri aspetti della vita umana oltre a quello religioso. Infine, gli autori che si occupano del vescovo Geraldini ne lodano le azioni e la determinazione. Alcuni addirittura affermano che sia morto in odor di santità, poiché quando la messaggera del Signore bussò alla sua porta per comunicargli di dover lasciare il mondo passeggero per incamminarsi verso quello imperituro, aveva già seminato il Vangelo nel cuore di quanti gli erano stati affidati. Concludo queste parole dicendo che sono felicissimo di essere il cinquantesimo successore del vescovo Alessandro Geraldini.

Ave Maria purissima.

Pagina del libro d'artista ORIZZONTE di Alessandra Angelini riguardante la poesia dedicata alla madre da parte del Vescovo Alessandro Geraldini. La lirica del Vescovo è riportata, all’interno del libro, nelle due versioni: Italiano e Latino. Calcografia e xilografia su carta cotone. Opera realizzata dalla docente dell’Accademia di Brera di Milano per le celebrazioni dei 500 anni di Alessandro Geraldini e presentata il 12 novembre 2020 nella rassegna internazionale Bookcity Milano.