Serie elementare, prod. Gabbianelli, 1968.
Zani, Gabbianelli, Robots, per poi lavorare per la Konigliche Porzellan Manufaktur, Muji, Ideal Standard. L’elenco delle aziende per cui ha lavorato Mari costituisce da solo un elenco esaltante della storia del design italiano prima e internazionale poi. Un elenco di successi, di “volti noti” che hanno scritto e accompagnato tutte le storie del design. In questa sede sono di particolare interesse le sue originali e sistematiche sperimentazioni col mondo della produzione artigiana, individuata - ancora una volta - in buona parte come momento d’oro per ricucire lo strappo intercorso tra il momento dell’ideazione, quello della produzione, quello della manualità produttiva. Le sperimentazioni con Danese sulla porcellana assemblata per parti, quelle fatte al Museo delle Ceramiche di Faenza per dare un volto contemporaneo ad alcune produzioni sette/ottocentesche, scimmiottate tuttora; il laboratorio ad Hasami (Giappone), i vetri per Daum, i tentativi per rileggere in chiave contemporanea la tradizione vetraria di Murano (ancora con Danese) per iniziare e finire con la grande mostra “Dov’è l’artigiano”, organizzata per la
Regione Toscana e presentata alla Fortezza da Basso ed alla Triennale milanese: tutta la vita di Enzo Mari è una vita di intensa ricerca. Questa ricerca raggiunge l’apice, momenti di particolare ed originalissimo interesse nel confronto tra design e sistema produttivo artigiano. Questo sistema, dato per morto sin dall’800 da teorici ed economisti (“ruota della storia che gira all’incontrario”) in realtà è tuttora ben vivo in tutte le parti del mondo ed ha capacità straordinarie di rinnovamento e di ricerca... una resistenza che la grande industria, al contrario, non possiede. La grande industria può creare nuove forme ma IMPORLE al mercato, la grande industria ha bisogno che le forme che produce siano immediatamente riconosciute (e, per questo, comprate) da larghissime fette di mercato. L’artigianato può produrre forme del tutto nuove per piccoli numeri, per una grandissima qualità. La qualità può essere quella della forma, del materiale prezioso, della sua accurata manutenzione nel tempo, della riconoscibilità e durevolezza dell’oggetto nel tempo. L’esatto contrario della grande industria che deve program-
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