L'altro Giornale Verona Est

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L’ALTRO GIORNALE EDIZIONE VERONA EST

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ANNO XXXII - N.03 - MARZO 2017 - Stampato il 09/03/207 - Via dell’Industria 22 - 37029 SAN PIETRO IN CARIANO (VR) - Tel. 0457152777 - Fax 0456703744

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SAN BONIFACIO. CAMBIAMENTI IN CENTRO Cambia la gestione dell’area pedonale urbana del centro storico di San Bonifacio: via transenne e colonnine automatiche e al loro posto ecco telecamere e cartelli luminosi per segnalare gli orari di chiusura al traffico e filmare chi infrange le regole. Pagina 7

ARCOLE. CARNEVALE NOTTURNO Torna il carnevale notturno ad Arcole, e in paese già fervono i preparativi per la sfilata che, sabato 18 marzo a partire dalle ore 20.30, animerà piazza Poggi e tutto il centro storico. Pagina 14

TORNEO CITTÀ DI SAN BONIFACIO

Quest’anno, per la prima volta dopo 28 edizioni, San Bonifacio ha perso il suo principale appuntamento sportivo, il Torneo internazionale Città di San Bonifacio…La speranza è quella di rivedere in futuro i giovani della Sambonifacese sfidare futuri campioni sull’erba del Tizian. Pagina 21

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L’ALTRO GIORNALE Marzo 2017

LE VOSTRE LETTERE

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RIFUGIATI, ITALIANI E SENSO DI PATRIA

ITALIA

“Le Palme di Milano” “Lo SPRAR a San Bonifacio” Le palme in piazza del Duomo a Milano sono il capriccio inutile ma logico e quasi necessario di una categoria di amministratori colta, benestante, un pò drogata, moderatamente annoiata, garbatamente snob, falsamente caritatevole e manifestamente ma non consapevolmente stupida. La palma è il simbolo dell’esotico, è il segno di ciò che sta oltremare, è il sintomo di atmosfere molli e rilassate, di piacevolezze per pochi fortunati, di un abbandono superficiale ed artificiale in atmosfere irreali o surreali; la palma evoca il resoconto di un esploratore ottocentesco che illustra al club esclusivo del National Geographic Society la sua escursione nell’Africa Nera e selvaggia. Le palme di piazza del Duomo sono una presa per i fondelli come Agnelli quando diceva di essere di sinistra. Le palme sono compatibili col clima milanese come il baccalà intinto nel caffellatte a colazione. Le palme in piazza del Duomo sono uno statuto politico, sono un manifesto ideologico sono l’aperto riconoscimento che l’Italia

dei sapienti e degli intelligenti ha scelto la via della stoltezza ostentata e dell’irrazionalità come testata d’angolo del proprio essere. C’era una volta la Ragione, quella cosa che stava in principio. C’è oggi l’imbecillità che governa le nostre proterve e fugaci esistenze. Sta per essere spento anche il “lucignolo fumigante” che le Scritture pregavano di preservare. Celentano cercava, nella sua nota canzone, l’Africa in giardino, tra l’oleandro e il baobab; una canzone innocente che bene esprimeva afe prolungate e solitudini estive. Oggi gli amministratori pubblici, dimentichi di poesie musicate, inseguono multinazionali paranoiche, coltivano palme nel porfido e le innaffiano con la nebbia. Nelle Nozze di Figaro Mozart fa dire a Cherubino “non so più cosa son, cosa faccio …”. Noi oggi possiamo dire, senza la finzione di Lorenzo Da Ponte, non sappiamo più cosa siamo nè cosa facciamo. Abbiamo spalancato i cancelli al vuoto, esagitati in un tormento senza senso, all’ombra di una palma. Avv. Marco Bertagnin

LA VITA

“Ci vuole più scienza” Gentile Direttore, che bello sarebbe liberare il genere umano dall’oppressione dei bisogni primari vitali: cibo, riposo, calore, spostamento… lasciando libero il cervello (la coscienza) di dedicarsi completamente allo sviluppo della qualità della vita umana, condivisione intelligente delle cose e sviluppo, in collaborazione, di tutte le discipline scientifiche che aiuteranno a capire e portare in simbiosi, sempre più, con la vita umana tutti i fenomeni naturali. Il parroco di San Benedetto di Lugana, don Luigi Trapelli, lo scorso 10 gennaio ha firmato una lettera, pubblicata dalla stampa, dal titolo “Riflessione, il significato della vita”. Lo scritto inizia con: “Puoi vivere in due modi la tua esistenza. O rincorri la vita o la accogli”. Secondo me è lodevole il tentativo del buon parroco, ma manca il terzo modo, che è il più significativo: o cerchi di capirla. La Fisica Quantistica ci spiega che tutto è un flusso, la vita e le sue cose sono un flusso, un continuo di eventi tra loro più o meno interdipendenti, che inevitabilmente vanno a costruire la nostra storia, la nostra esperienza, il nostro modo di vivere e vedere le cose. Robert Laura, teorico del Biocentrismo, sostiene che la morte non esiste, ciò che decade è solo la nostra struttura atomica, ma la

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coscienza, una forma di energia, non può né nascere né morire perché vive in uno stato di non località di spazio e di tempo. Resta però da capire come e perché esiste il nostro “Ego”, una forma di energia, e dove va dopo aver soggiornato per tutta la vita nella nostra struttura atomica. Abbia fiducia don Trapelli, chè l’evoluzione della Fisica Quantistica arriverà a dare una risposta anche a queste forme di energia, per ora solo immaginabili ma non ancora perfettamente comprensibili e la scienza, contemporaneamente, libererà il genere umano dalle necessità di tipo materiale che sono quelle che da sempre tengono l’uomo schiavo, al servizio dei potenti, detentori dei beni, e degli stregoni religiosi, inventori e detentori di tutte le false verità costruite a loro uso e consumo, in quanto la scienza non era, fino ad oggi, riuscita a demolire tutte le baggianate normalizzate nei secoli da teologi, rivelatori ed esorcisti. Nell’affermazione che io ritengo indispensabile al vero sviluppo universale potrebbe essere: “Meno religione e più fisica quantistica”, in quanto la rivelazione ha riempito e riempie tuttora gli spazi, per fortuna sempre più esigui, lasciati liberi dalla scienza. Giampaolo Butturini

Anche l’amministrazione comunale di San Bonifacio (con il solo voto contrario della Lega), ha aderito allo SPRAR, il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, la rete dei centri di «seconda accoglienza» destinata ai richiedenti e ai titolari di protezione internazionale che prevede, ai Comuni aderenti, di accogliere 3 rifugiati ogni 1000 abitanti e quindi, San Bonifacio (oltre 21.000 abitanti), potrà ospitare 63 rifugiati. L’amministrazione comunale dovrà confermare la sua adesione entro il 31 marzo prossimo. Ci si poteva opporre? Forse sì. Se però non avesse aderito allo SPRAR, la Prefettura avrebbe avuto la facoltà di inviare in paese quanti migranti avesse ritenuto opportuno senza che l’amministrazione comunale potesse opporsi. Altri comuni viceversa, come per esempio San Giovanni Ilarione, ha posto un netto rifiuto ed ha deciso di non accettare questa imposizione che arriva dall’alto come una ghigliottina. Questa purtroppo è la politica italiana. Invece di fermare l’invasione all’origine viene data l’incombenza di gestire i rifugiati alle amministrazioni comunali senza che i cittadini possano esprimere le proprie opinioni. Le domande però sono sempre le stesse: ma questi «rifugiati» chi sono? da dove vengono? sono portatori di malattie? ci sono delinquenti o peggio ancora, terroristi tra loro? chi è che li controlla? e con le porte aperte quanti ne arriveranno ancora? A San Bonifacio e dintorni le aziende chiudono e non vi sono posti di lavoro e quindi per quanto tempo li avremo ospiti, vitto e alloggio garantiti a 35 euro cadauno? (35 x 63 = 2.205 euro al giorno x 364 = 802.620 euro all’anno). A fronte delle giuste richieste dei cittadini, i nostri politici «buonisti» si barricano dietro al fatto che essendo noi parte integrante della grande casa Europa dobbiamo accettare questa invasione pacifica e dare loro asilo ed integrazione. Ma vogliono veramente essere integrati? Dobbiamo rilevare però che a fronte di questa apertura del «venite tutti in Italia», i nostri vicini europei chiudono le frontiere e quindi questi rifugiati rimarranno nostri ospiti vita natural durante nel dolce far niente e arricchendo, naturalmente, il nuovo business delle cooperative. Ma non sarebbe meglio se queste braccia fossero impiegate nei loro paesi d’origine, come hanno fatto i nostri vecchi nel dopo-guerra rimboccandosi le maniche e creando le basi per la nostra economia? I nostri politicanti ci dicono che l’Europa è come una grande famiglia che vive in una casa dove ad ogni stanza corrisponde uno stato membro. Ma

come in tutte le case oltre alle grandi e ricche sale, vi sono anche i ripostigli dove vengono depositate le scope, gli stracci sporchi, le carabattole e il secchio delle immondizie. Ecco, l’Italia fa sì parte della grande casa Europa ma è considerata il ripostiglio dove nascondere le cose sporche che gli altri non vogliono. E per di più paghiamo per essere trattati in questo modo. Sempre più il nostro paese sta perdendo l’identità ed i valori per cui i nostri progenitori hanno dato anche la vita, per una patria che si sta dimostrando sempre più

avara e lontana dalle necessità della gente comune. Quando i nostri vecchi andavano emigranti all’estero, prima se non la sapevano, dovevano imparare i rudimenti della lingua e non potevano partire se non avevano il contratto di lavoro in tasca e se poi si comportavano male, venivano rispediti immediatamente a casa con il foglio di via. Se oggi si volesse proporre una legge così in Italia, verresti incarcerato e indicato come il peggior delinquente della feccia umana. Meditate gente. Silvano Miniato

Direttore Responsabile: Rosanna Pancaldi Società Editrice: L’Altro Giornale s.r.l Redazione: Via dell’Industria 22 37029 SAN PIETRO IN CARIANO (VR) Tel. 0457152777 Fax 0456703744 e-mail: articoli@laltrogiornalevr.it Abbonamenti: 10 euro annui IBAN IT21Y0831559600000010001306 intestato a L’Altro Giornale s.r.l. Via dell’Industria, 22 37029

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LE VOSTRE LETTERE

FOIBE

“La vera storia”

È da poco passato il 27 gennaio, giorno della Memoria dedicato ai morti nei capi di concentramento nazisti e italiani. Civili, uomini, donne e bambini uccisi solo perchè colpevoli d'essere ebrei, soggetti antisociali, omosessuali, zingari o semplicemente contrari al regime. Il 10 Febbraio è stato invece il Giorno del Ricordo, ovvero la data ufficiale che ci ricorda i massacri avvenuti nelle foibe. Ma cosa sono le foibe? Le foibe sono una sorta di pozzi naturali profondissimi; delle cavità presenti sul Carso (altipiano vicino a Trieste e all’Istria). Il nome foiba, termine dialettale, significa fossa o cava; dal latino fovea. Ma per capire perchè venne scelta questa data e cosa si commemora, dobbiamo andare molto indietro nel tempo. Dopo la prima guerra mondiale l'Italia vincitrice sull'impero Austro-Ungarico, ottenne con il Patto di Londra dagli alleati come accordato, il Trentino, Alto Adige, Trieste, il Friuli orientale, l’Istria, Zara e parte della Dalmazia, più Valona in Albania, ma non Fiume. Per questo motivo, non ottenendo Fiume nell'accordo, fu considerata per gli italiani una vittoria mutilata. È storia ormai ben nota che nel ventennio fascista, Mussolini prese di

prepotenza anche Fiume e decise che tutti i popoli dell'est sotto il suo regime, dovessero essere italianizzati; anche con la forza. Cominciarono quindi una serie di persecuzioni verso gli insegnanti di lingua slava o croata e fecero chiudere molte scuole sostituendole con quelle italiane. Chi non era d'accordo, veniva convinto con la violenza oppure ucciso o gettato, come ormai molte fonti accertano, nelle foibe. Se passiamo da quelle parti per visitare a Trieste la foiba Bosavizza, senza degnare minimamente di uno sguardo il campo di concentramento nazifascista della Riseria di San Sabba, faremmo comunque un torto ad altri nostri connazionali morti; morti bruciati in quei forni e, in quegli stessi anni. Dopo l'8 settembre 1943, (giorno in cui Pietro Badoglio proclamò l'armistizio) e il 1945, queste popolazioni vollero cacciare gli invasori italiani fascisti che si erano insediati nel loro territorio restituendo con la stessa moneta i torti subiti. Inoltre moltissimi italiani residenti in Dalmazia o in Istria, dovettero abbandonare le loro case e fuggire onde evitare d'essere uccisi dalle truppe comuniste del rivoluzionario capo di stato jugoslavo Tito. Molti italiani, sloveni

Sono molto sorpreso nell'apprendere che una persona intelligente come Roberto Vecchioni non sia d'accordo sulla necessità di abolire l'esame di maturità. Credetemi, tutti gli insegnanti preparati e coscienziosi che ho conosciuto erano d'accordo con me nel dire che questi esami sono una grossa stupidata: sono obsoleti, sono fuori da ogni

logica ed è ridicolo proporre modifiche (col ministro che ci ritroviamo non ci sono speranze). L'aspetto più amaro della questione io lo vedo in questa crisi che spinge a fare dei tagli dolorosi a danno dei più poveri. Risparmiando duecento milioni con l'abolizione di questi esami chi piangerebbe? Nessuno. E forse pro-

Marzo 2017

SOCIETÀ

e croati contrari al regime titiano, furono uccisi e infoibati o addirittura gettati dentro questi buchi ancora vivi. Successivamente, il 10 febbraio 1947, fu firmato il trattato di pace che assegnò l'Istria alla Juguslavia e il 30 marzo 2004 il Parlamento italiano istituì il giorno, 10 febbraio, come data ufficiale per commemorare questo tragico evento nazionale. Le foibe, per come sono naturalmente composte, rendono quasi impossibile l'accesso al loro interno e quindi difficoltoso ancora oggi il recupero delle salme. Solo circa 1000 sono state riesumate ma molte migliaia ancora restano nelle profondità. C'è chi parla di 5000 vittime gettate nelle foibe, altre fonti di 10000 o addirittura di 20000, ma questi dati ancora oggi non possono essere verificati, visto che questi pozzi naturali furono usati dai fascisti, dai nazisti e dai comunisti per disfarsi dei corpi del nemico in maniera più che veloce. L'ignoranza genera odio, la lettura storiografica critica genera cittadini consapevoli. Abbiamo più bisogno dei Giorni della memoria o del ricordo, o di studiare la storia per un futuro migliore? Vito Di Lorenzo

MATURITÀ

“Esami inutili”

L’ALTRO GIORNALE

prio per questo non li aboliscono. Questi signori al potere vogliono fare solo tagli che facciano soffrire la gente: ormai non ci sono più dubbi. Spero tanto che alle prossime elezioni vengano spazzati via! Cordiali saluti. Angelo Casamassima Annovi

“Facilona e buonista” Diciamo che mi sento un cittadino qualunque con la sensibilità, le aspettative e i desideri di tutti. Ogni tanto mi assale un dubbio, perchè noi viviamo in un mondo facilone, permissivista, fatto ad uso e consumo dell’ultimo arrivato (ad esempio del lupo ma non solo), senza approfondire le problematiche che ne conseguono. Io vivo in città. Si parla da quasi un secolo della galleria che dovrebbe unire ovest con est senza intasare Verona, così come sono bloccate da decenni alcune altre iniziative. Ci dicevano, appena finita la guerra, di pagare serenamente le multe per sosta vietata perché i soldi servivano per fare parcheggi. Li avete visti? Così i privati si erano consociati per farli loro. Sono stati boicottati in tutte le maniere! Così mettiamo le auto in strada, paghiamo sia la sosta che le multe. Per buona pace del potere. Spostiamo l’attenzione in Provincia. Un paio di mesi fa mi divertivo ad inerpicarmi sulle colline per

godere dei colori verdi, rossi e gialli che i filari di vite e non solo generosamente regalavano ai miei occhi. Quante nuove piantagioni! Ne ho goduto, ma anche mi sono chiesto se non stiamo esagerando con la viticoltura. C’è un precedente, mi sembra, quello dei kiwi. Io non sono un contadino e perciò chiedo scusa. I miei ricordi si rifanno a quando ero bambino e andavo tutto felice a trovare i mezzadri. Ora non so se c’è ancora la mezzadria. L’agricoltura sembra non essere più un’attività artigianale ma industriale: tutto pianificato, tutto razionale, ricerca di mercati lontani ed è qui che nasce la mia perplessità. L’Italia allegra, facilona, buonista, priva di direttive che ci tutelino (non possiamo più chiamare Tokai il Tokai), lasciata alle iniziative dei singoli si rende conto dell’invasione del Cile, del Sud Africa e per molti può essere nuova, della Cina? Avete idea di che cosa sia la Cina? Pensate che la terza sua città è di 27milio-

ni di abitanti, quasi la metà di tutta l’Italia! Ogni prodotto cinese è fatto a prezzi irrisori. Signori, unitevi, difendetevi, scendete in piazza e come ha detto nell’articolo di fondo Lino Venturini, non fatevi sopraffare. Non ci sono solo i lupi a quattro zampe. Ci sono eccome, ben altri problemi! Noi siamo gente per bene che vuole vivere, risorgere, avere un futuro sereno. P.S. Il nostro radicchio non è più rosso perché è rosso solo quello olandese. I nostri pescatori sono stati minacciati dalle vedette francesi perché di recente il governo ha ceduto zone di mare ai nostri vicini, non si sa perché. Le nostre pecore non sono animali da proteggere perché prevalgono i lupi che non sono vegetariani. Ora, contro i lupi sembra si possa sparare, ma solo dopo che ti hanno sbranato. Coraggio e speranza. Viva l’Italia. Carlo Calzonini

EUROPA

“La catastrofe si avvicina” L’Europa sta diventando una polveriera. La disoccupazione e la povertà sono lo spettro del nostro futuro e il flusso immigratorio inesorabilmente in aumento sta minando i rapporti fra tutti gli Stati Europei. L’effetto Trump sta contagiando tutte le opposizioni. Tutti parlano di blocchi e di muri. Le politiche di destra stanno crescendo in tutti i Paesi, alimentate dal malcontento generale che serpeggia ovunque. La Germania che domina l’Europa, andrà al voto a Settembre e la Merkel, se vorrà sperare di essere rieletta, dovrà abbandonare o rivedere la sua politica di accoglienza e di porte aperte a tutti. In questo clima di guerra (ormai non si può

fingere di ignorarlo) l’Italia che cosa fa? Il Governo attacca la sindaca Raggi con gli avvisi di garanzia e i buchi nelle strade. Promette la solita lotta all’evasione e contro i furbetti del cartellino. Ha sbandierato in televisione e sui giornali di aver preso precisi accordi con la Libia perché blocchi l’esodo dei profughi, fermando i barconi in partenza. Risultato: di barconi e profughi ne arrivano più di prima e il costo che si dovrà sostenere sarà un ricatto continuo e inesorabile che l’Italia dovrà accollarsi per chi sa quanti anni. Certo, non sarà facile cambiare le cose. Ma una cosa deve essere evidente a tutti: l’Italia non può ospitare

tutta l’Africa e dal momento che tutta l’Europa ci volta le spalle, non possiamo risolvere i problemi del mondo da soli. La nostra Marina Militare deve far rispettare i confini delle acque territoriali, non andare a caricare i profughi sulle spiagge libiche. Il buonismo ipocrita di tante nostre istituzioni dovrà essere rivisto o accantonato. La soluzione del problema non è diventare poveri tutti. La miseria porta odio e l’odio porta alla violenza. L’Europa e il Mondo l’hanno provato ma lo stanno dimenticando. Auguri alle nuove generazioni. Edoardo Fantoni Peschiera

ESERCITO

“La leva ai giovani” Gentile Direttore, sono un Ufficiale che è andato in pensione col grado di Generale. Ho fatto l’Accademia di Modena e ho svolto la mia professione in varie unità dell’Esercito e anche nell’Arma dei Carabinieri. Proprio per questo sono iscritto in più Associazioni d’Arma e pertanto, ogni tanto, partecipo alle loro riunioni e manifestazioni. Tutto ciò mi ha dato l’opportunità di constatare che i giovani mancano sempre più alle suddette riunioni ed avveni-

menti alle quali partecipano solo anziani, sempre più vecchi. Tutto ciò avviene perché il servizio militare di leva non è più obbligatorio, il che è stato un gravissimo errore…Questo ha determinato nei giovani: mancanza di unità e conoscenza tra i cittadini delle varie Regioni; l’allontanamento dal dovere e dall’ordine verso la propria Terra e Patria; scarsa sensibilizzazione e controllo nei contatti umani. Proprio per questo propongo alle più dirette e competenti Istitu-

zioni interessate (al Presidente della Repubblica, Ministro della Difesa, Parlamentari tutti) il ritorno all’obbligatorietà del Servizio Militare di leva ridotto a 8-9 mesi dopo la maggiore età per gli uomini e a uno civile di 4–6 mesi per le donne. Questo ci ridarebbe una gioventù più disciplinata e ordinata e con maggior amore Patrio. Tutto ciò, ne sono certo, ci darebbe un’Italia migliore, più unita verso tutte le esigenze e necessità. Gen. Renato Tomezzoli


L’ALTRO GIORNALE

PARONA

NEGRAR

Degrado in via Valpolicella

ARBIZZANO

NOVARE

Muro di contenimento in via Porta. Una vergogna!

Via Montanari angolo via M. Polo

CAPRINO - OSPEDALE

SETTIMO DI PESCANTINA

Grazie, ma non fumo!

Ciclopedonale!

ARCOLE

Parcheggio “creativo” davanti al bar chiuso!

ARBIZZANO

SAN BONIFACIO

Quello che si vede di fronte alla Casa di riposo

BURE DI SAN PIETRO

SANT’AMBROGIO

Riposate in piazza respirando un po di veleno

CAVAION

Marciapiede Val de L’Aze

AFFI

Bellezze naturali in via Villabella

SAN BONIFACIO

CAVAION

Carnevale alla scuola dell’Infanzia

POVEGLIANO

Auguri!

PASTRENGO

Pista ciclabile... in abbandono

CORRUBBIO

Buca!

Via dei Ciliegi

SAN PIETRO

Via Vasco de Gama 4 anni senza illuminazione

MARANO

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LE VOSTRE FOTO

Marzo 2107

CANALE BIFFIS

Il mercato diviso su tre vie sta morendo.

Immondizia nella piazzola sopra al canale

CAVAION

PEDEMONTE

Parcheggi nella storica piassola

LAZISE

Via Zappo

SAN BONIFACIO

Tramonto!

In divieto di sosta e contromano

SAN BONIFACIO

Quanta sporcizia!

PAZZON DI CAPRINO

Il gorgo del Val del Tasso

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CRONACA

Nuovo direttivo: Pro Loco “salva” SOAVE. Sarà la squadra del presidente Roberto Ferroli a portare avanti l’associazione

La Pro Loco di Soave è salva. Sarà la squadra costruita da Roberto Ferroli a portare avanti l’attività dell’associazione dopo il pericolo commissariamento venutosi a creare all’indomani della scadenza del mandato del direttivo pre-

nizzate a Soave nel corso dell’anno. Un’eventualità da scongiurare e che ha spinto il presidente del Consorzio delle Pro loco Verona Est, Mario Bertini, a convocare per il 17 febbraio un’assemblea pubblica nella speranza che qual-

Pro Loco. Nessun’altra candidatura è stata avanzata, si è perciò proceduto all’elezione dell’unica squadra scesa in campo. Il direttivo della nuova Pro loco è quindi composto da Roberto Ferroli, presidente, Andreina Paderno, Giorgio

cedente, guidato da Demetrio Viviani, e che aveva fatto temere il peggio. Non sono state settimane semplici quelle seguite alla riunione del 27 gennaio scorso quando l’intero direttivo che aveva guidato la Pro Loco soavese negli ultimi 5 anni ha manifestato l’intenzione di non ricandidarsi. L’assenza di candidati ha fatto temere il commissariamento, col rischio concreto di veder sparire molte delle manifestazioni orga-

cuno si facesse avanti. Un centinaio le persone arrivate al Palazzo del Capitano per assistere all’incontro. All’inizio dell’incontro è stato subito chiaro come nessuno, del vecchio direttivo o esterno ad esso, si sarebbe candidato; allora è stato Roberto Ferroli, titolare dell’Hotel Roxy Plaza, a farsi avanti annunciando di essere riuscito a costituire una squadra di sette persone decise a mettersi a disposizione per salvare la

Lecca, Alessandro Zarantonello, Francesco Marino, Matteo Dani e Giovanni Zanoni. Ad affiancarli i revisori dei conti Loreno Bressan, Paolo Menapace e Marco Malavasi. «Quando ho saputo che la Pro Loco di Soave rischiava di sparire – spiega Roberto Ferroli – mi sono attivato per trovare delle persone disposte a mettersi in gioco per salvarla. Ora che il direttivo è stato formato, la nostra attenzione si sta concen-

trando sull’organizzazione delle manifestazioni visto che i tempi sono davvero molto ristretti. Gli eventi su cui ci stiamo concentrando sono la Festa Medioevale e del Vino Bianco Soave di maggio, il Palio di San Lorenzo, la Festa dell’Uva e i presepi di Natale. Stiamo poi valutando idee e collaborazioni con altre realtà associative per portare avanti il Mercatino dell’Antiquariato e la Fiera del Cioccolato. Ci tengo a dire – conclude il neo presidente – che il nostro obiettivo non è dimostrare di essere migliore di altri, ma solo fare il bene di Soave, che non meritava di veder sparire Pro Loco e manifestazioni. Sono felice che alcuni membri del vecchio direttivo si siano già uniti a noi, ma è chiaro a tutti che servono altre forze per pensare di portare avanti progetti ed eventi. Per questo confidiamo nella collaborazione con tutte le associazioni, comitati ed enti del paese e del territorio. Chiunque poi abbia voglia di condividere idee, passione e desiderio di fare qualcosa in favore del paese e della comunità soavese, sarà accolto a braccia aperte». Matteo Dani

L’ALTRO GIORNALE Marzo 2017

SAN BONIFACIO ADERISCE ALLO SPRAR Tredici voti favorevoli e uno solo contrario. Con questi numeri il Consiglio comunale di San Bonifacio ha scelto di aderire allo Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati che tanto sta facendo discutere l’est veronese. Con lo Sprar il Comune dovrà gestire un numero di immigrati (in arrivo o già ospitati) pari al 3 per mille della sua popolazione, evitando che sia la Prefettura a decidere. In questo momento i profughi ospitati a San Bonifacio sono 39, con quest’accordo ne arriveranno altri 24, per un totale di 63. Tutta la maggioranza ha votato compatta, e a lei si sono uniti Anna Firolli del M5S e Simone Rossi (Lista Nogara). “Non è stata una decisione a cuor leggero – ha detto il sindaco Giampaolo Provoli – ma così avremo più possibilità di controllo e gestione della questione”. Unico voto contrario quello di Alessandro Signorato (Lega Nord), mentre Federico Pasetto e Barbara Sommaggio sono usciti dall’aula prima della votazione. “Dire sì è un enorme sbaglio – ha commentato Signorato -, un affronto nei confronti dei nostri cittadini”. Di certo c’è che lo Sprar sta davvero facendo discutere il territorio, con Comuni che hanno aderito come Arcole e Montecchia, ed altri che hanno espresso un voto sfavorevole, come Roncà e, proprio in questi giorni, Soave. M.D.

FARMACIE RURALI E SUSSIDIATE / LA POLEMICA Si accende la polemica sulle farmacie rurali e sussidiate a seguito del ddl presentato da Vincenzo Fregazzi, membro della Commissione Bilancio del Senato e vicepresidente del gruppo Autonomie (Svp, Uv, Patt, Upt)Psi-Maie), che propone l’abrogazione dell’indennità di residenza per le farmacie rurali (disciplinata dall'articolo 115 del Tuls e dalle leggi 221/68 e 40/73) affermando che è “anacronistica” tanto da essere “percepita come un balzello a carico dello Stato e degli enti locali”. «Altro che “balzello” per lo Stato. Si tratta, invece, di un dovere. Il Governo deve garantire la sostenibilità del servizio sanitario accessibile a tutti i cittadini – dice Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona -. Ricordando che l’indennità di residenza raggiunge un massimo di 400 euro annui per una farmacia sotto i mille abitanti, evidenzio che spesso queste farmacie costituiscono l’unico presidio sanitario di vasti territori, dove non è più presente neanche il medico di medicina generale, e rappresentano quindi un valore aggiunto sociale e sanitario incalcolabile. Anche le farmacie rurali hanno investito, e continuano a farlo, nella prevenzione sanitaria con le campagne di sensibilizzazione/screening o nell'aderenza alle terapie, contribuendo così alla coesione sociale della comunità in cui operano, con l’impegno quotidiano verso tutti, con particolare attenzione ai pazienti cronici e agli anziani».

CALDIERO / BIBLIOTECA IN CONTINUO FERMENTO E’ una realtà in continuo fermento la Biblioteca comunale di Caldiero, che si sta preparando ad un mese di marzo davvero interessante. Dopo l’incontro dell’8 marzo con “Donne e streghe nei libri per bambini” con l’intervento di Luca Ganzerla, domenica 12 marzo, alle ore 15.30, sarà la volta della visita guidata alla mostra di Picasso a Palazzo Forti a Verona. Mercoledì 15 marzo invece, alle 20.45, la serata sarà dedicata a “mantenere uno scheletro giovane – invecchiamento delle articolazioni e rischio di fratture” con relatore Gian Maria Giulini ortopedico (Direttore Dipartimento Chirurgico - Ortopedia e Traumatologia dell'Ospedale Fracastoro di San Bonifacio). Il ricco programma di appuntamenti proseguirà nella serata di venerdì 24 marzo quando alle 20.45 la sala civica di Caldiero farà da cornice alla presentazione del libro “Don Lorenzo Milani. L’esilio di Barbiana” di Michele Gesuali con l’intervento di Sandra Gesualdi Fondazione don Lorenzo Milani. Mercoledì 29 marzo alle 20.45 la biblioteca ospiterà “GGG: Roald Dahl e Quantin Blake” con relatore Luca Ganzerla dell’Università di Verona. Chiuderà il mese di marzo la degustazione “Dimenticati ma buoni. Fagioli e dintorni” a cura di Enrico Viscardi in collaborazione con la Pro Loco e I.P.S.E.O.A. Angelo Berti presso la scuola agraria venerdì 31 marzo alle ore 20.

CALDIERO / FOTONOTIZIA Italia-Germania allo stadio comunale "Berti" di Caldiero. Venerdì 24 marzo, alle ore 11, si disputerà l'incontro tra nazionali di calcio under16. La partita sarà a ingresso gratuito; la cittadinanza è invitata a partecipare numerosa.


L’ALTRO GIORNALE

CRONACHE di San Bonifacio

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Centro, ecco le telecamere

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CONTROLLO ELETTRONICO. Cambia la gestione dell’area pedonale: via transenne e colonnine automatiche, al loro posto il nuovo sistema

Cambia la gestione dell’area pedonale urbana del centro storico di San Boni-

dentemente in vigore, anzi, rispetto al passato c’è una maggiore apertura al traffico per il sabato». E’ stato poi il Comandante della Polizia Locale, Vincenzo

facio: via transenne e colonnine automatiche e al loro posto ecco telecamere e cartelli luminosi per segnalare gli orari di chiusura al traffico e filmare chi infrange le regole. Il nuovo sistema di controllo elettronico è entrato in vigore lo scorso 4 marzo, preceduto da una conferenza stampa di presentazione in cui il sindaco Giampaolo Provoli ha spiegato come «non vi sia nessuna penalizzazione rispetto alle regole prece-

Di Carlo, ad illustrare le motivazioni che stanno alla base di questo cambiamento: «l’obiettivo principale è garantire sicurezza e continuità del controllo. Le telecamere infatti saranno attive anche di notte e permetteranno sempre di identificare le targhe dei conducenti che non rispettano il divieto; ci stiamo poi attrezzando per poter sanzionare anche i veicoli con targa straniera». L’area pedonale sarà divisa

Servizi di

Matteo Dani

in due zone. La prima interessa Corso Venezia nel tratto tra Corso Italia e Piazza Costituzione e il divieto di transito scatta, dal lunedì al sabato, dalle 20.00 alle 6.00 del mattino successivo. La domenica e i festivi il divieto vale dalle 0.00 alle 24. Attenzione però, dal 1 giugno al 31 agosto il divieto di transito al sabato scatta prima, dalle ore 14.00 fino alla mezzanotte. La seconda zona pedonale interessa sempre Corso Venezia, dall’intersezione con via Corticella fino all’incrocio con Corso Italia, e sarà in vigore solo dal 1 giugno al 31 agosto. Il divieto di transito scatterà, dal lunedì al sabato, dalle 20.00 alle 6.00 del mattino successivo e dalle 0.00 alle 24 la domenica e nei festivi. Il divieto riguarda sia il passaggio che la sosta e interessa solamente automobili e motocicli, escluse quindi le biciclette. Sarà creata una “white list” dove saranno inserite le targhe di chi avrà invece diritto al transito, come i residenti con parcheggi privati a cui si accede solo da Corso Venezia, o alla sosta per casi di provata necessità (consegna merce, lavori da svolgere, ecc.). Le autoriz-

COMMISSIONE PARI OPPORTUNITÀ / EVENTI VIOLENZA E CITTADINANZA SUL TAVOLO La violenza, sulle donne e sugli uomini, e il concetto di cittadinanza in un momento dove l’immigrazione e le frontiere potrebbero cambiare il mondo. Saranno questi i temi delle due settimane di eventi che la Commissione Pari Opportunità proporrà ai cittadini di San Bonifacio e a tutti gli interessati dei paesi limitrofi e del territorio. Si parte giovedì 16 marzo, alle ore 20.00 presso la sala civica Barbarani, con “Io Posso Aiutarti – Dalla violenza ci si deve difendere, dalla violenza si può uscire”, conferenza dedicata al delicato tema della violenza, contro le donne e contro gli uomini, dove sarà possibile incontrare chi tutti i giorni vive a stretto contatto con storie personali drammatiche come la dott.ssa Tiziana Cargnelutti, responsabile del centro antiviolenza Petra di Verona e il dott. Andrea Pasetto, psicologo e psicoterapeuta dello Spazio Ascolto Uomini di Verona . Alla conferenza, patrocinata anche dal Comune di Verona, dalla Commissione Pari Opportunità provinciale e dall’Auser, interverranno poi l’avv. Paolo Tacchi Venturi, che analizzerà i diritti dei minori in famiglie distrutte dalla violenza e il cap. Daniele Bochicchio, comandante dei Carabinieri di San Bonifacio. La settimana successiva, in occasione della giornata mondiale contro il razzismo, si parlerà di cittadinanza “L’Italia siamo anche noi”, una serie di eventi spalmati in più giorni e patrocinati anche dall’Unar. Il più importante è sicuramente quello di lunedì 20 marzo, con la conferenza “Cittadinanza Oggi”, dove interverranno l’on. del PD Alessia Rotta, il prof. Stefano Catalano dell’Università di Verona e tornerà l’avv. Paolo tacchi Venturi, oltre ad altre testimonianze molto particolari. Il giorno seguente toccherà agli esponenti dell’assessore Guru Nanak raccontare la storia, tra passato presente e futuro della comunità Sikh. Mercoledì 22 marzo lo scrittore afgano Alì Ehsani presenterà il suo libro “Stanotte guardiamo le stelle” (evento parte del programma degli Incontri d’Autore della Libreria Bonturi). Giovedì, infine, il reading teatrale “Quel mattino a Lampedusa”, un progetto internazionale di Antonio Umberto Riccò basato su fatti e testimonianze reali. Tutti gli eventi si terranno in sala Barbarani alle ore 20; a corollario ci saranno poi i flash mob organizzati nelle scuole del paese. «Abbiamo organizzato questi eventi – spiega Anna Giovannoni, presidente della Commissione Pari Opportunità – perché siamo convinti che, per provare a capire la società di oggi e quella che ci aspetta domani, sia fondamentale fare informazione e approfondire tematiche che ci toccano quotidianamente. Speriamo davvero ci possa essere una bella partecipazione».

zazioni vanno richieste alla Polizia Locale. In caso di violazione avvenuta per cause di grave necessità è possibile comunicare entro 48 ore dalla violazione, per iscritto o tramite mail pec, il motivo alla Polizia Locale che valuterà se l’eventuale cancellazione della multa. Già dal primo giorno di attivazione delle teleca-

mere, non sono mancati i commenti e anche alcune polemiche da parte dei cittadini. Non sono stati pochi, soprattutto sui social media, a chiedersi se la scelta di eleminare transenne e colonnina non sia dovuta semplicemente alla volontà di “fare cassa”, ipotizzando come per un anziano in macchina sia

così molto più facile incappare in una multa. Secondo altri la mossa farà diminuire ancor di più l’afflusso di visitatori nelle vie e nei negozi del centro, teoria che altri invece ribaltano completamente, asserendo che proprio il blocco del transito garantirà passeggiate più sicure e un’aria più respirabile.


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AMBIENTE, TERRITORIO e AGRICOLTURA

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Azoto e fosforo nel terreno agricolo

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Azoto e fosforo sono elementi primari per la vita dei vegetali e, nel contempo, le loro trasformazioni nel terreno sono determi-

nitrica, è fortemente dilavabile e, di conseguenza, non più disponibile per le radici delle piante. La necessità di non disper-

l’intervento dell’operatore agricolo e riducendo in misura netta le dispersioni nell’acqua di falda. Il fosforo è uno degli ele-

nanti sia per la nutrizione delle piante, sia per la salubrità dell’ambiente. L’azoto è il più frequente elemento riscontrabile in natura. Lo troviamo infatti nelle proteine, negli acidi nucleici, negli enzimi ed in tutta una vastità di composti inorganici. Le forme più comuni d i azoto sono quelle nitrica, ammoniacale, ureica e quelle legate agli amminoacidi. Nel terreno, la forma più assorbita è quella nitrica in soluzione nell’acqua, la forma ammoniacale ed ureica può essere assorbita per via fogliare o essere trasformata nel terreno da batteri specifici in forma assorbibile dalle piante. L’azoto è l’elemento plastico per eccellenza ed entra nella fisiologia della pianta, favorendo la moltiplicazione cellulare e la fotosintesi clorofilliana. Questo elemento, in forma

dere l’azoto presente nel terreno ha messo in moto la ricerca al fine di trovare una soluzione a questo problema. L’azoto ammoniacale, nei terreni forti e di medio impasto, legandosi ai colloidi, no n viene dilavato: di conseguenza era necessario rallentare la nitrificazione al fine di consentire alle radici delle piante di assorbire questo elemento, prima che quest’ultimo fosse dilavato. Nel 1999 è stato brevettato il più recente ed efficace inibitore della nitrificazione che permette di superare le difficoltà dovute agli spargimenti ripetuti di fertilizzante azotato nitrico, poichè il rallentamento della nitrificazione ha permesso di concentrare l’erogazione in un unico intervento. Il 3,4 dimetilpirazolofosfato (dmpp) è l’inibitore della nitrificazione che riesce ad ottimizzare l’assorbimento delle radici, semplificando

menti basilari per l’ottenimento di buone produzioni v egetali. La dotazione naturale di fosforo nei terreni non è in grado, generalmente, di sopperire alle esigenze nutrizionali delle colture e consentire rese elevate con caratteristiche di buona qualità. Di conseguenza l’apporto di questo fertilizzante è un fattore determinante per il sistema produttivo. Il fosforo è l’elemento dell’energia chimica e le piante lo assorbono per via radicale. Il ruolo principale del fosforo negli organismi vegetali è quello di essere utilizzato per l’accumulo ed il trasferimento dell’energia chimica. Ecco perchè si può dire che il fosforo entra in tutte le reazioni biochimiche dei vegetali. Il suo assorbimento è legato al ph del terreno: con ph elevati, il fosforo forma con

il calcio composti che, essendo insolubili, non permettono alla pianta una sufficiente assimilazione. La determinazione del tenore di fosforo nei terreni, in particolare di quello assimilabile, è essenziale per poter intervenire in modo appropriato nella nutrizione delle piante e l’intervento, in caso di carenza, non è semplice, poiché è stato riscontrato che aumentando le quantità di fertilizzanti minerali fosfatici distribuiti nel terreno, aumenta la percentuale di fosforo inorganico e, quindi, non disponibile: la maggior parte del fosforo distribui-

to viene bloccata dal terreno e non viene assimilato dalla piante. La soluzione a questo problema può essere individuata attraverso l’apporto di alcuni batteri già presenti nel suolo, ma in misura troppo modesta per essere efficaci. Si tratta degli pseudomonas fluorescens, dei bacillus amyloliquefaciens e dei bacillus megaterium, i quali trasformano il fosforo inorganico in solubile. A questo punto della trasformazione, intervengono alcuni funghi presenti nel terreno, i quali con i loro enzimi formano delle sostanze vegetali denominate microrize che, con

la loro azione, agevolano la pianta nell’assorbimento del fosforo. Pur non conoscendo totalmente il rapporto tra fungo e vegetale, si ritiene che, in questa simbiosi, la pianta fornisca al fungo carboidrati e aminoacidi, mentre il fungo trasforma i fosfati insolubili in assimilabili. La ricerca, ancora una volta, osservando e copiando la natura, è riuscita a fornire all’operatore agricolo una soluzione che, non solo è efficace, ma permette anche di evitare inutili spargimenti di sostanze chimiche fortemente dannose all’ambiente naturale. G.d.C.

Vino & Diritto

a cura di Alessia Beghini alessia@avvocatobeghini.com

LA GESTIONE DELLE AUTORIZZAZIONI: LE NOVITA’ DEL 2017 Prosegue anche in questo numero il nostro viaggio all’interno della disciplina delle autorizzazioni per gli impianti viticoli. La disciplina prevede che entro il 30 settembre di ogni anno il Ministero delle Politiche agricole renda nota la superficie che può essere oggetto di autorizzazioni per nuovi impianti nell'annualità successiva. Di anno in anno possono essere rilasciate nuove autorizzazioni nella misura dell'1% della superficie vitata nazionale dichiarata alla data del 31 luglio dell'anno precedente a quello in cui sono presentate le domande. Entro 60 giorni dalla data di impianto del vigneto i beneficiari hanno il dovere di indicare la fruizione totale o parziale dell'autorizzazione alla Regione di riferimento, per l'aggiornamento del Registro informatico pubblico per gli impianti viticoli. Una richiesta che risulta essere nettamente superiore rispetto alle quantità concesse dalla normativa. Per questo motivo l’art. 7 del decreto ministeriale 12272/2015 prevede la possibilità di limitare il rilascio di autorizzazioni per specifiche aree e di introdurre criteri di ammissibilità e priorità. Un parziale aggiustamento alla discipl ina è stato introdotto con il Decreto Ministeriale 527/2017, dello scorso 30 gennaio: a partire da quest’anno alle Regioni sarà concesso di applicare nell’assegnazione delle nuove autorizzazioni nuovi criteri di priorità che porteranno a favorire le aziende viticole piccole e medie, quelle che si occupano di produzione biologica e quelle senza scopo di lucro che ricevono superfici confiscate alle mafie . Lo stesso recente decreto ha introdotto anche l’art. 9 bis: ciascuna Regione, nel caso in cui le richieste ammissibili superino di tre volte la superficie disponibile, ha la facoltà di applicare un limite massimo per domanda che dovrà essere comunicato entro 10 giorni dalla data di chiusura delle domande.




L’ALTRO GIORNALE

CRONACHE di Soave e Colognola ai Colli

Soave in cantiere

Marzo 2017

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GLI INTERVENTI. Fervono i lavori pubblici: alcuni sono terminati, altri sono cominciati

Fervono i lavori pubblici a Soave. Sono terminati lo scorso 18 febbraio gli interventi relativi alla strada ciclo pedonale che ha permesso di unire via S. Antonio con Viale della Vittoria. E’ anche ripreso il piano asfalti per l’intero territorio comunale, comprese le frazioni, che interesserà strade e marciapiedi per una spesa totale di 330 mila euro. A fine febbraio sono terminati i lavori di pavimentazione dei quattro cimiteri con autobloccanti e pietra di Prun per una spesa di 87 mila euro. «Dalla fine del 2016 sono state sistemate tutte le giostrine nei 5 parchi giochi di Soave, uno a Costeggiola e uno a Castelletto. Quattro le tipologie di intervento: rimozione delle giostrine particolarmente danneggiate per le quali non conviene intervenire con manutenzioni, sostituzioni o ripristini perché supererebbero il costo di una nuova; manutenzione straordinaria delle giostrine dove serviva un piccolo intervento, acquisto di nuove giostre in sostituzio-

ne di quelle eliminate e sistemazione del pavimento antitrauma in ghiaino attorno alle zone dove previsto come ad esempio intorno all’altalena e nella parte finale delle scivolo. Prevediamo di completare i lavori entro Pasqua. Le giostre saranno acquistate nel Mercato Elettronico della Publica Amministrazione (MEPA). Nel piano è previsto inoltre l’inserimento di alcune panchine e la manutenzione di altre». Il 20 feb-

braio sono partiti i lavori, che termineranno a fine marzo, per la realizzazione di un varco pedonale a fianco della porta che conduce a via Adami e via Ca’ Del Bosco da corso Vittorio Emanuele. Lì in passato c’era uno scolo chiamato Galbio che veniva dirottato dalla zona Ciavegoni, transitava nel parco Baden Powell fino a tutto il corso e sfociava in Tramigna dal Foro Boario. «Il Soprintendente ci ha lasciato sfrutta-

re il passaggio del Galbio, che serviva per l’igiene pubblica, ripetendolo nell’ambiente attuale con un attraversamento in sicurezza dei pedoni, passeggini e carrozzine - aggiunge Vetrano -. Il marciapiede vicino alla porta sarà spostato di quattro metri e mezzo verso il Tramigna in direzione di quello che sarà il nuovo varco. La porticina sul fronte nord sarà realizzata con una pietra squadrata locale secondo le vecchie tradizioni e sarà fatta su misura esattamente per questo luogo anche seguendo la strombatura fuoripiombo della muratura esistente. Dalla parte di via Cangrande l’apertura sembrerà più aperta rispetto alla porticina squadrata e si passerà quindi da un metro a un metro e mezzo di passaggio. Anche l’architrave sarà reso strambato e leggermente inclinato esattamente come si osserva la prima finestrella sopra la porta. Il costo totale dell’opera sarà di 35 mila euro». Maria Grazia Marcazzani

SOAVE / SCUOLA MEDIA CAMBIANO GLI ORARI Approvata la delibera per la riorganizzazione del trasporto scolastico dal consiglio comunale di Soave. Una decisione presa a seguito del questionario sulla preferenza del tempo nella scuola secondaria di primo grado sottoposto ai genitori degli alunni che frequentano le scuole di Soave e Cazzano di Tramigna. Dal sondaggio, che ha coinvolto le classi dalla terza primaria alla seconda media, è emersa vincitrice con 187 voti (il 50,4%) l’opzione di 30 ore settimanali su 5 giorni dalle 8 alle 14. Il nuovo orario prevede però una maggiore spesa per il trasporto scolastico (finora l’orario simile alla primaria permetteva un solo giro dei pulmini per zona). «Prevediamo un aumento di costi di 30 mila euro – spiega il sindaco di Soave, Lino Gambaretto -. L’amministrazione farà ora partire il bando di gara per questo nuovo appalto che durerà cinque anni. I fondi da reperire saranno a carico in parte delle famiglie (finora il 27,74%) e in parte del Comune e della comunità intera (il 72,26%). A giugno usciranno le nuove tariffe in base al bando di gara, che sarà legato alla mensa per i ragazzi del tempo pieno della primaria. L’amministrazione tiene sempre conto delle esigenze dei genitori». M.G.M.

La ciclo-pedonale

COLOGNOLA. Taglio del nastro e inaugurazione per la nuova pista di via Monte Baldo

Taglio del nastro per la nuova pista ciclo-pedonale di via Monte Baldo a Colognola ai Colli: all'inaugurazione, oltre a un nutrito numero di colognolesi, erano presenti anche gli alunni della scuola secondaria Gino Fano che hanno

percorso a piedi l'intera pista che, dall'istituto comprensivo di viale IV Novembre, giunge in via Monte Baldo passando per via Naronchi. Soddisfazione è stata espressa dal primo cittadino Claudio Carcereri de Prati, dall'assessore ai lavori pubblici Andrea Nogara e dal vicesindaco Giovanna Piubello che, insieme a tutta l'amministrazione, hanno concretizzato un progetto atteso da anni. Atteso anche dagli alunni dell'istituto comprensivo che, come ha ricordato l'assessore all'istruzione Michela Bonamini, ora possono raggiungere il Polo scolasti-

co in sicurezza a piedi o in bici. Il nuovo intervento interessa infatti un tratto di strada molto frequentato perché usufruito come percorso alternativo ideale per evitare il traffico e i semafori della vicina strada regionale 11, tra San Pietro e

Stra', sbucando poi più velocemente sulla provinciale della Val d'Illasi. «Nel rin-

graziare tutti coloro che in brevissimo tempo hanno permesso l'esecuzione della nuova pista – ha esordito l'assessore Nogara – le persone che già nella precedente amministrazione si erano prodigate per la sua realizzazione nonché la famiglia Foto M.Testi

Girardi che ha concesso il terreno per l'attuazione della stessa, informo la cittadiFoto M.Testi

nanza che l'ammontare dei lavori della pista è di 160mila euro provenienti dalle casse comunali. Da sottolineare – ha proseguito l’Assessore – è l'illuminazione intelligente di cui la pista è dotata. Si tratta di luci a led a basso consumo con un ulteriore segnale che punti al risparmio. Questo segnale è un sensore che fa abbassare la luce sino ad arrivare a un buon 20% in meno nel corso della notte. Per coloro che vorranno illuminare al massimo la ciclo-pedonale, sarà sufficiente recarsi al primo lampione da una parte o dall'altra della pista e schiacciare il pulsante. Il temporizzatore installato accanto al pulsante provvederà in un determinato tempo a riabbassare l'intensità. Questo tipo di impianto è tra i primi in Italia e siamo fieri di averlo in paese. L'inaugurazione di oggi ci permette di attraversare quella barriera fisica costituita dall'autostrada passando da Villaggio alla zona sud di via Venezia in sicurezza e finalmente di bandire la pericolosità che ha sempre caratterizzato via Monte Baldo. La pista – ha concluso Nogara – a breve diventerà ancor più sicura con l'introduzione di una barriera che riparerà ancora di più il pedone». «La pista – ha spiegato il Sindaco – rientra nel pacchetto sicurezza stradale che rappresenta una priorità per Colognola e che prevede anche la realizzazione di otto punti di passaggio pedonale soprat-

Foto M.Testi

tutto sulla strada regionale e provinciale. Ciascun passaggio – ha concluso Carcereri De Prati – vedrà un'isola al centro con impianto di illuminazione a chiamata che andrà ad amplificare il fascio di luce nel momento in cui l'utente pigerà il pulsante e sarà in procinto di

attraversare. Nei punti più pericolosi, il progetto prevede anche delle segnalazioni acustiche al fine di rendere sempre più attivo l'automobilista». La cerimonia di inaugurazione si è conclusa con un momento conviviale preparato dalla Pro Loco. Daniela Rama

COLOGNOLA / LA RASSEGNA I GIOVEDÌ DELLA BIBLIOTECA Prosegue con successo a Colognola ai Colli la rassegna “I giovedì della Biblioteca”. A suggerire "Come risolvere i conflitti familiari" sarà Angelo Brusco il 16 marzo. La settimana successiva Giuseppe Panassidi presenterà il progetto di studio sulla fusione dei comuni di Illasi, Colognola, Caldiero e Belfiore. Il 30 marzo Elisa Cuttini e Neethi Rossini parleranno della "Responsabilità dell'uomo di fronte al creato". A chiudere la rassegna il 6 aprile, alla baita alpina, sarà il gruppo di lettori volontari "Voci di carta" con un ricordo della giornalista Anna Politkovskaja. Tutti gli incontri sono a ingresso libero e si terranno alle 20.30 nell'aula magna dell'istituto comprensivo di viale IV Novembre.D.R.


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CRONACHE di Cologna Veneta, Veronella e Zimella L’ALTRO GIORNALE

Riqualificazione

Marzo 2017

COLOGNA VENETA. Al via i lavori in Piazza Duomo. Obiettivo: migliorare la fruibilità del centro

Sono iniziati i lavori di riqualificazione di Piazza Duomo a Cologna Veneta. Un'opera importante, che fa parte di un grande progetto di valorizzazione della Piazza e delle aree adiacenti all'interno del perimetro delle antiche mura. Un progetto che ha preso avvio nel 2014, denominato “Cologna città murata”, dell'importo complessivo di 700.000 euro, partecipando al bando regionale relativo al fondo di sviluppo

buto di 600mila euro, mentre per i restanti 100mila utilizzò fondi propri. Nel marzo 2016 fu approvato il progetto esecutivo, cui seguì la gara d'appalto dei lavori. Poco dopo si insediò la nuova amministrazione con sindaco Manuel Scalzotto, la quale decise di rivedere un po' il progetto approvato, in vista di utilizzare piazza Duomo per parte del mercato settimanale e per gli eventi culturali.

l'Amministrazione Scalzotto ha ritenuto di implementare i sottoservizi in progetto: una variante ha previsto delle apposite linee elettriche per l'alimentazione del palco e dei banchi del mercato, la posa della fibra ottica, il riordino delle linee Enel e Telecom. Con un costo aggiuntivo di 52mila euro a carico del Comune. Piazza Duomo sarà riqualificata con la sostituzione dei marciapiedi con corsie in tra-

e coesione “Par Fsc Veneto 2007/2013”, finanziato anche dal CIPE e dalla C.E. Grazie al quel bando, il Comune ottenne un contri-

Il centro storico di Cologna ben si presta a essere un luogo strategico per importanti manifestazioni, fiere, concerti, spettacoli, per cui

chite, delimitate da paracarri in pietra. Il sagrato sarà evidenziato sempre con la trachite, mentre il porfido sarà utilizzato per le zone a par-

cheggio e per le corsie di scorrimento dei veicoli. Verranno restaurate le pietre attorno al pozzo sul fianco del Duomo. «Diamo merito all’amministrazione Seghetto per avere ottenuto i finanziamenti di questo progetto, che noi cercheremo di attuare al meglio - commenta il sindaco Manuel Scalzotto -. Per accedere ai contributi era richiesto di creare degli “elementi verdi”: da qui nasce l’esigenza di alberature in piazza Duomo, che saranno similari a quelle di Piazza del Mandamento, valide sia per lo sviluppo delle radici in profondità che come legame estetico». L’amministrazione sta studiando una migliore fruibilità del centro: «Bisogna migliorare la viabilità e la distribuzione dei parcheggi in centro storico - conclude Scalzotto -. Ci stiamo ragionando, sia sui park che sui percorsi, tenuto conto dei servizi e degli spazi del luogo, nonché del suo valore storico e culturale». Graziana Tondini

VERONELLA. Caritas, «non una associazione, ma tutta la comunità» La Caritas nasce a Veronella nel 2013, ma «non è un'associazione, è tutta la comunità - spiegano i volontari -. Le persone incaricate sono solo operatori, anche se rispondiamo del nostro servizio ai parroci don Pietro Marchetto e don Matteo Zilio e alla Caritas diocesana di Vicenza». Per questo motivo i volontari intervistati non vogli ono evidenziare i loro nomi, perché «la Caritas si rifà al concetto evangelico di farsi prossimo, non guarda all'individualità. Nel 2013 c'erano due persone nel Consiglio Pastorale che decisero di intraprendere questo cammino e hanno coinvolto anche noi. Oggi siamo in 23». Gli operatori Caritas hanno seguito appositi corsi preparatori, tenuti da sacerdoti, avvocati, ecc. per sapere approcciarsi al le persone ed essere di aiuto. La prima iniziativa a Veronella è stata la “raccolta alimentare”, che viene ripetuta tuttora una volta al mese: «I generi alimentari vengono portati in appositi cassoni nelle chiese: basta poco per prendersi cura di chi ha meno». Inizialmente per conoscere le persone in stato di disagio, gli operatori sono andati “porta a porta”, seguendo i suggerimenti dell'assistente sociale del Comune, poi la gente ha cominciato a rivolgersi a loro spontaneamente: «Così è nato il “Centro di ascolto e accompagnamento” - spiegano i volontari -. Anche questo con una buona attività formativa preventiva, perché è complesso dare le corrette indicazioni rispetto ai problemi che ci vengono comunicati». Dal 2014, con l'arrivo dei nuovi parroci don Pietro e don Matteo, la Caritas raccoglie i 5 pae si dell'Unità Pastorale: Veronella, San Gregorio, Zimella, Santo Stefano e Bonaldo. Al “Centro di ascolto” si rivolgono le persone dei cinque centri. «Possiamo dare assistenza non solo per le necessità alimentari, ma anche sostegno personale, conforto, a chi ha problemi familiari, relazionali. I casi più gravi li inviamo alla Caritas Diocesana, dove hanno figure idoneamente preparate - commentano i volontari -. Non diamo mai erogazioni in denaro, non assistiamo solo extracomunitari ma anche tante persone del posto, che hanno problemi di lavoro, di mutui o affitti da pagare...». Il ruolo dell’operatore prevede anche il continuo contatto con la Diocesi, per aggiornamenti, nuovi corsi e attività. «Una volta al mese ci riuniamo con i parroci per parlare delle problematiche emerse al Centro di ascolto dell’Unità Pastorale - spiegano gli operatori -. E una volta l'anno a Tonezza, ci incontriamo con tutte le Caritas della Diocesi per scambiarci le nostre esperienze di aiuto». G.T.

ZIMELLA / VOLONTARIATO Dove si può dare una mano? Dare una mano. Rendersi utili, sia per la comunità che per mettersi alla prova e, magari, per imparare qualcosa di nuovo. La Giunta comunale di Zimella ha indicato i servizi e gli ambiti in cui, nel 2017 appena iniziato, è possibile prestare un'opera di volontariato (previa iscrizione all'albo comunale): i settori sono molteplici, dalla cultura all'associazionismo, dallo sport alla sicurezza, «premesso che i volontari abbiano i requisiti richiesti – ha dichiarato Marco Galantini, responsabile dell'area segreteria del Comune -. Questa iniziativa ha l'intenzione di coinvolgere attivamente e valorizzare la funzione sociale dell'attività di volontariato come espressione di attenzione e solidarietà a beneficio dell'intera comunità, favorendo l'apporto di persone singole e gruppi ai progetti promossi dal Comune di Zimella». Scendiamo nel dettglio: «Gli ambiti nei quali si prevede la necessità di persone che mettano a disposizione il loro tempo per fornire il poprio tempo – precisa Galantini – sono l'assistenza e il supporto alle attività di carattere culturale, quali ad esempio il servizio offerto dalla biblioteca comunale, il servizio scolastico, sportivo, culturale, ricreativo e socio assistenziale; il supporto nelle attività di informazione e diffusione delle iniziative comunali o delle iniziative delle associazioni ed organismi convenzionati con il Comune; le piccole manutenzioni di aree verdi, aiuole e altre aree comunali la cui attività non richieda il possesso di attestati o qualificazioni strategiche; la presenza sul territorio con segnalazione di eventuali situazioni che richiedano l'intervento di operatori del Comune; il supporto e collaborazione con la polizia locale, ovvero con altri addetti comunali per i servizi di regolarmentazione della circolazione durante le cerimonie religiose e le manifestazioni a carattere culturale, sportivo e civile nonché per le attività scolastiche». M.S.



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CRONACHE di Arcole

Carnevale notturno a ritmo di samba

MANIFESTAZIONE. L’evento si terrà il 18 marzo. Novità: ballerini e ballerine dal Brasile

Torna il carnevale notturno ad Arcole, e in paese già fervono i preparativi per la sfilata che, sabato 18 marzo a partire dalle ore 20.30, animerà piazza Poggi e tutto il centro sto-

la partecipazione di numerosi carri allegorici provenienti da tutta la provincia veronese, l’evento è infatti stato inserito all’interno del calendario del Carnevale Veronese 2017, il

ta qualche anno fa dai ragazzi della scuola elementare di Gazzolo, seguirà il "Papà del gnoco" con la sua corte e numerose maschere storiche, quindi sarà la volta della novità di

rico. La sfilata notturna, che da qualche anno a questa parte è il momento clou del carnevale arcolese, vedrà

coordinamento di tutti i comitati carnevaleschi della provincia. Ad aprire il corteo sarà la maschera arcolese "Asparagus" crea-

quest’anno, una chicca proveniente direttamente da “O País do Carnaval”, il Brasile. Ci sarà infatti un gruppo di ballerine e balle-

rini brasiliani che, a ritmo di samba, aprirà la sfilata dei carri, avvicinando per un momento le vie di Arcole al celeberrimo sambodrono di Rio de Janeiro. Per chi poi volesse unire la sfilata con lo street food, in piazza sarà allestito uno stand dell’Ente Fiera pronto a sfamare grandi e piccini con le sue proposte. «La sfilata notturna di Arcole – spiega il sindaco Alessandro ceretta -, con i suoi colori e suoni coinvolgenti, è da qualche anno un momento atteso e apprezzato da moltissime famiglie e dai giovani del paese. Per questo è doveroso ringraziare l'Ente Fiera e la Protezione Civile per la collaborazione e l'impegno nell’organizzazione di quest’evento. Abbiamo voluto la presenza di un gruppo di ballo brasiliano per fare una dedica ai discendenti dei nostri cittadini emigrati in Brasile un secolo fa e che recentemente ci hanno contattato per un patto di amicizia in nome della loro origine arcolese». Matteo Dani

L’ALTRO GIORNALE Marzo 2017

DISEGNO E ACQUERELLO

Anna Elisa Sartori e vicepreside Dal Cero

Se all’Accademia dell’Arcimboldo di Firenze Anna Elisa Sartori è un’allieva, all’Istituto Tecnico Dal Cero, la pittrice arcolese diventa insegnante: «Ho ripreso con l’A.A. 2016 gli studi nel campo del disegno classico, con luci, ombre, campiture, chiaroscuro, sovrapposizione e uso delle matite - spiega l’allieva Sartori -. Questa Accademia Rinascimentale è sulla scia del mio modo di essere, di approfondire gli argomenti. Avevo voglia di rimettermi in gioco e ci sto provando». All’Istituto Tecnico Dal Cero ecco invece la “professoressa” Sartori, che insegna disegno e acquerello ai futuri ragionieri, geometri, informatici, una classe mista formata dagli studenti dei sei indirizzi tecnici della scuola superiore sambonifacese. «Ho cominciato con lezioni di acquerello nell’A.S. 2015/16; il corso era stato voluto dai ragazzi, che chiedevano un corso creativo da affiancare a quelli di musica e teatro - continua Anna Elisa -. Vorrei contagiare gli adolescenti stimolando il loro entusiasmo e passione. Fin da subito i ragazzi riescono a realizzare delle piccole opere, così si sentono gratificati e spronati». La gratifica è arrivata esponendo i loro lavori durante la Fiera di San Marco 2016, magari i ragazzi ci riescono anche quest’anno: «A ottobre ho ripreso con un corso di disegno “con la parte destra del cervello”, invitando gli studenti a osservare, vedere in profondità, cogliere il particolare - continua la pittrice -. Il disegno libero attiva la percezione e poiché negli istituti tecnici non è tra le materie, il corso serve per un’educazione di base all’osservare. Sto proseguendo anche con l’acquerello, approfondendo l’uso dei colori. I ragazzi mi confidano che a loro mancava qualcosa di creativo e rilassante: tramite il disegno/pittura ottengono un beneficio psico-fisico, una maggiore attenzione anche per gli studi». Il laboratorio di pittura si svolge il venerdì pomeriggio e vi partecipano anche la vicepreside e alcuni docenti del Dal Cero. Graziana Tondini


L’ALTRO GIORNALE

CRONACHE di Monteforte, Montecchia e San Giovanni Ilarione

Consiglio e tensioni

Marzo 2017

MONTEFORTE. Nella seduta del 17 febbraio, nuove discussioni tra maggioranza e opposizione

Servizi di

Maria Grazia Marcazzani

Lo scorso 17 febbraio si è tenuto il Consiglio comunale a Monteforte d’Alpone e come sempre sono emerse problematiche tra maggioranza e opposizione. In apertura il sindaco Gabriele Marini ha spiegato la situazione della Fondazione Don Mozzati d’Aprili dopo le dimissioni di Valerio Cremasco, il rappresentante del parroco. «Informo che sono arrivate anche le dimissioni da presidente e consigliere di Claudio Betteli e del consigliere Gilberto Zenaro – ha esordito il primo cittadino -. Nel frattempo ho incontrato i rappresentanti della Regione per i problemi della casa di riposo». La consigliera di minoranza, Teresa Ros, da parte sua ha chiesto informazioni sulla situazione della raccolta rifiuti in paese e l’assessore all’ecologia, Agostino Moreno Floriani, ha risposto che il livello di raccolta è al 79%, ma per risparmiare bisognerebbe differenziare di più. Nel frattempo ci sono stati cambiamenti nella raccolta: è

stato tolto un giorno di raccolta dell’umido durante l’estate, mentre la plastica ora si raccogliere ogni settimana e per il secco si è pas-

tenere in merito ai rifiuti, evitando l’abbandono che si verifica sul territorio comunale». Nell’ambito del Consiglio comunale

sati dal lunedì al giovedì su richiesta dei cittadini. «Se ci fosse più differenziazione – ha aggiunto Floriani il secco potrebbe essere raccolto ogni due settimane come già succede in altri comuni. Nel frattempo si cercherà di sensibilizzare ancora la popolazione sui comportamenti virtuosi da

inoltre il primo cittadino ha comunicato che la biblioteca comunale per ora rimarrà chiusa: l’impianto di riscaldamento è obsoleto e per sistemarlo servono 60.000 euro… Ma i piatti forti del Consiglio comunale sono stati due: il bilancio comunale e la decisione di aderire allo SPRAR. Per

quanto concerne il bilancio la minoranza ha sollevato diversi punti “poco chiari”, e, nonostante le risposte date dal sindaco, la votazione è stata contraria. Per quanto concerne invece lo SPRAR, il nuovo strumento predisposto dal Ministero e attuato con le Prefetture, con cui i Comuni possono aderire al sistema di progetti per l’accoglienza dei rifugiati, si è votato per l’adesione. In sostanza aderendo allo SPRAR viene assegnata ad ogni paese una percentuale di rifugiati pari al 3 per 1000 della popolazione, ovvero per Monteforte circa 26 rifugiati. In paese ce ne sono già 12, quindi con lo SPAR se ne aggiungerebbero solo 14 nuovi: il vantaggio è che l’amministrazione diventa parte attiva dell’accoglienza e in balia di accordi di privati con Prefettura senza possibilità di intervento. Il sindaco Marini non ha ancora stilato un progetto da presentare al Prefetto per aderire allo SPRAR, tuttavia alla fine tutti i consiglieri, a eccezione di Costantini che si è astenuto, hanno votato a favore.

MONTECCHIA. Mercato cerasicolo, nuovo impianto di lavorazione Con l’apertura del mercato cereasicolo di Montecchia, a maggio, ci sarà una novità che ne potenzierà l’operatività: l’impianto di lavorazione. In questo modo il mercato offre un nuovo servizio ai produttori, ai commercianti e agli acquirenti assumendo anche maggiore personale. «Sarà realizzata - spiega il presidente del mercato Davide Da nese - una sala lavorazione dove il produttore porterà le ciliegie appena colte, ancora con le foglie, e grazie ai nuovi macchinari le ciliegie saranno sottoposte ad un trattamento di raffreddamento al fine di prolungare la durata per il consumatore. Saranno poi confezionate in imballaggi su richiesta del produttore – aggiunge ancora Danese - e dopo lui è libero di conferirle alla sera da noi o di venderle al mercato o di portarle ad altri Davide Danese compratori sempre però con il nome “mercato cereasicolo Montecchia”. Abbiamo già delle aziende “sane” - che pagano regolarmente - che hanno richiesto questo servizio e hanno fiducia in noi poiché hanno già provato e visto i risultati dei prodotti. Gli esiti concreti si vedranno nel giro di due anni dato che ora il commercio richiede un prodotto lavorato in questo modo. Questo sistema eleverà il valore del mercato di Montecchia. Il primo anno sarà riservato solo agli operatori che frequentano già il nostro mercato perché sarà di assestamento mentre dal 2018 sarà aperto a chiunque ne faccia richiesta». «Si potenzia ancora di più la ciliegia veronese Val d’Alpone di Montecchia di Crosara – afferma il sindaco di Montecchia, Edoardo Pallaro -. Ci sarà quin di maggior afflusso di commercianti perché il prodotto sarà selezionato e garantito sulla qualità grazie al marchio PAT, prodotto agroalimentare tradizionale italiano.

SAN GIOVANNI ILARIONE. “Invito a teatro”, il sipario si alza Dallo scorso 2 febbraio a San Giovanni Ilarione è iniziata la rassegna teatrale “Invito a teatro”, giunta quest’anno alla sedicesima edizione. A fare da cornice alla rassegna, organizzata dalla compagnia teatrale amatoriale locale “Sale e pepe”, è il Teatro parrocchiale Villa di San Giovanni Ilarione. Il secondo appuntamento sarà l’11 marzo con la commedia “Ah, la gelosia” di Antonio Stefani portata in scena dalla compagnia “Astichello” di Monticello Conte Otto per la regia di Aldo Zordan. Il 25 marzo sarà presentata “Ferie co sorpresa” liberamente tratto da “Vacanze Forzate” di Antonella Zucchini con la compagnia “Le tradizioni” di Giavera del Montello e la regia di Nila Betiol. L’ultimo appuntamento sarà l’8 aprile con il classico “Sior Todero brontolon” di Carlo Goldoni portato in scena dalla stessa “Sale e pepe” per la regia di Giulia Magnabosco.

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SAN GIOVANNI ILARIONE Profughi, «no» allo SPRAR Lo scorso 23 febbraio il Consiglio comunale di San Giovanni IIarione ha deliberato di non aderire allo SPRAR, il sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati assegnati alla Provincia di Verona ad ogni Comune in base Ellen Cavazza agli abitanti. Già a fine gennaio il sindaco Elen Cavazza aveva espresso la sua posizione insieme con al sindaco di Roncà, Roberto Turri: entrambi avevano rifiutato di partecipare alla riunione istituita dal prefetto di Verona, Salvatore Mulas, rivolta ai Sindaci scaligeri per discutere sul tema. La maggioranza ilarionese, escluso l’assessore Claudio Lovato, assente, ha quindi espresso in modo deciso la decisione di non aderire allo SPRAR: «Non ci sono immobili comunali adatti ad accogliere i profughi e se li avessimo – afferma il sindaco Ellen Cavazza – li metteremmo a disposizione dei nostri cittadini. I Comuni che aderiscono a questo progetto devono recuperare dal proprio bilancio il 5% di spese per l'accoglienza di queste persone, in un momento storico in cui stiamo attraversando una situazione di crisi economica, di disoccupazione, di disagio sociale in cui i Comuni non riescono ad intervenire per aiutare i propri cittadini che si trovano in queste condizioni. A malapena il Comune riesce a gestire l'ordinaria Amministrazione: perché dovrei cercare nel bilancio un capitolo di spesa che consenta l'accoglienza ai rifugiati e richiedenti asilo, quando non ho la capacità di aiutare i miei cittadini - che, tra l'altro, pagano le tasse – con serie difficoltà economiche? Considero lo SPRAR l'ennesimo schiaffo in faccia. Come Sindaco – aggiunge Cavazza - ho il diritto e il dovere di difendere, anche con i denti, la mia gente e aiutarla. Chi è ai vertici del Governo non deve creare fondi nazionali per i rifugiati e i richiedenti asilo, ma lo deve

fare per i nostri cittadini italiani. La minoranza vede questa nostra decisione come una mera posizione politica propagandistica per avere una visibilità mediatica a ridosso delle elezioni e sostiene che non aderendo allo SPRAR possa arrivare un numero incontrollato di richiedenti asilo. Se il Comune con ha immobili non so dove si possano accogliere i rifugiati. Se i privati affittano degli immobili per questi ultimi, lo fanno sicuramente per speculazione di denaro, ma io non mi prendo la responsabilità di aver aderito ad un progetto di accoglienza al quale non credo. Se arrivano io sono disposta benissimo a protestare e penso che più di un cittadino si unirebbe a me».


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La Guida

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Antiche foto di Belfiore, su Facebook immagini d’epoca

VIAGGIO NEL TEMPO. La pagina del gruppo, sul famoso social network, raccoglie fotografie e documenti sulla storia del paese e sui suoi abitanti

“Antiche foto di Belfiore d’Adige” è un gruppo che raccoglie su Facebook «Fotografie e documenti d'epoca o di importanti avvenimenti recenti di Belfiore e paesi limitrofi, dei suoi abitanti (illustri e non)», come spiega il suo fondatore, Andrea Dario. «Ritengo doveroso far conoscere i cambiamenti del nostro paese e della sua vita quotidiana, un piccolo viaggio nel tempo che di tanto in tanto diventerà una mostra a tutti gli effetti, come abbiamo fatto nel 2015, in occasione della Festa della mela - continua Andrea. -

Chiunque ha del materiale può pubblicarlo direttamente sulla pagina FB. Prima di essere messo online verrà valutato dagli

ria fra pochi amici, adesso conta 525 iscritti, tanti per un gruppo di impronta “storico-culturale” in un paese di 3.000 anime. Ven-

copertine di libri, tutti comunque legati a Belfiore e paesi limitrofi che hanno vissuto comuni esperienze. Si possono così ammirare,

amministratori se idoneo, onde evitare immagini improprie». Nato in sordina nel 2013, come un piacevole gioco della memo-

gono ammesse solo foto d’epoca (periodo 19002000 circa), locandine e inviti a manifestazioni, vecchi articoli di giornale,

suddivise per album, foto riguardanti Ville e corti, avvenimenti sportivi, Chiese e oratori (in primis Madonna della Strà e la

“ciesa vecia” dei Santi Vito Modesto e Crescenzia), capitelli votivi, immagini dei campi e della raccolta delle mele, lavoro nelle fabbriche di laterizi e simili, antiche mappe, manufatti ad uso idraulico e tecnologico, inaugurazione di edifici e manifestazioni, personaggi illustri, foto scolastiche e sportive, eventi familiari. Sono molto ammirate le foto aeree del paese, fatte dal belfiorese emigrato a Casaleone Raffaello Brentonego, geometra con l’hobby del volo. Da notare che molto attivi sono proprio gli ex cittadini di Belfiore: pubblicare le

loro immagini sul social è mantenere vivo il contatto con il paese natio. Di fatto, anche i due amministratori del gruppo Andrea e Graziano sono ex belfioresi, che conservano intatto l’amore per il proprio paese. Loro sono anche disponibili per digitalizzare le vecchie foto per chi non ha uno scanner o conoscenze informatiche, l’importante è che la raccolta non si fermi! I files sono tutti salvati, in attesa di un prossimo evento per essere mostrati a cittadini e visitatori. Il viaggio nella memoria continua… Graziana Tondini

SCUOLA MATERNA E NIDO INTEGRATO SAN GIOVANNI BOSCO

RIFIUTI / BIDONI CON MICROCHIP

Un girotondo di colori, allegria, divertimento, in un ambiente accogliente, sereno, sano e pulito. Stiamo parlando della scuola materna e nido integrato San Giovanni Bosco di Belfiore, una realtà che accoglie ben cinque sezioni di bambini della scuola materna (102) e tre sezioni del Nido (23), per il quale è ancora disponibile qualche posto per l’Anno Scolastico in corso. La scuola materna di Belfiore, affiliata FISM e gestita dal un Comitato di genitori capitanato da Riccardo Dall’Ara, svolge le sue attività all’interno di una struttura nuova, completamente ricostruita nel 2013. Numerosissimi sono i progetti proposti ai piccoli ospiti della scuola: dal progetto orto alla psicomotricità, dal progetto inglese alle interessanti uscite sul territorio a contatto con la natura. Attività, queste, che si integrano perfettamente al progetto formativo previsto dal Ministero per i bimbi dai 0 ai 6 anni e vanno di pari passo con il principio fondante della scuola stessa: la collaborazione. Collaborazione con le associazioni e i gruppi del paese, collaborazione tra genitori, sempre disponibili e attivi, collaborazione e affiatamento tra insegnanti e personale della scuola. «Il nostro obiettivo – afferma con soddisfazione Riccardo Dall’Ara – è il bene dei nostri bambini, la loro serenità e il loro benessere. In questa direzione tutti ci impegniamo ogni giorno: dalle insegnanti al personale ausiliario, fino alle cuoche che seguono con dedizione la nostra mensa interna. A questo proposito – aggiunge Dall’Ara - siamo felici di poter annunciare che per il quarto anno consecutivo la Commissione dell’Ulss20 durante l’ultima ispezione ha accreditato la nostra scuola con il massimo punteggio». Una scuola materna aperta, quella di Belfiore, sempre attenta alle esigenze di bambini e genitori: basti pensare che dal 2015 tutti i genitori del Nido hanno la possibilità, attraverso un’apposita App, di sapere in diretta ciò che il proprio figlio sta facendo a scuola grazie alle informazioni caricate dalle educatrici. La scuola San Giovanni Bosco di Belfiore, che nei prossimi mesi verrà completamente climatizzata, è aperta 11 mesi all’anno nella sezione Nido e 10 mesi all’anno con l’aggiunta del grest estivo del mese di luglio per la sezione Scuola Materna. «Siamo molto orgogliosi della nostra scuola – conclude Dall’Ara – ed è con questo spirito che durante questa primavera ospiteremo una delegazione di pedagogisti tedeschi in visita alla nostra struttura». Silvia Accordini

Entro inizio maggio saranno consegnati a tutti i cittadini e alle ditte di Belfiore i nuovi bidoni con microchip per la raccolta differenziata di vetro e rifiuto secco. In Municipio a Belfiore si è tenuto il 15 febbraio scorso un “tavolo tecnico” tra l'Amministrazione e i rappresentanti di ESA-COM spa, società che si occupa del servizio rifiuti, per concordare le modalità di pubblicizzare ed eseguire la consegna dei nuovi contenitori. Nel mese di Aprile si svolgeranno due riunioni con la popolazione nel Palatenda di Piazza della Repubblica, in cui i rappresentanti di ESA-COM spiegheranno le nuove modalità di raccolta: il secco sarà conferito in un bidone da 45 litri, mentre il vetro avrà un contenitore da 120 litri carrellato. La raccolta del secco rimane invariata una volta la settimana, mentre il vetro passerà a una raccolta al mese, come è già previsto nel calendario delle raccolte 2017 consegnato agli utenti. La consegna dei bidoni per vetro e secco è prevista a fine aprile: ci saranno tre giorni in cui gli operatori ESA-COM saranno presenti nel Palatenda in Piazza della Repubblica per distribuirli ai cittadini. Tutti gli utenti saranno informati da un volantino che ESA-COM recapiterà porta a porta, come i calendari. Le “utenze non domestiche” saranno contattati direttamente da ESA-COM, subito dopo la distribuzione dei bidoni ai privati. L'obiettivo è quello di abbassare il conferimento pro-capite del rifiuto secco in discarica: attualmente Belfiore, pur avendo una buona percentuale di raccolta differenziata, conferisce un peso di 70 kg/pro capite di secco, tanto da portare il costo per il servizio rifiuti a 281mila €/anno. Il servizi di ESA-COM per il 2017 comprendono anche lo spazzamento ogni 15 giorni delle strade e anche dieci sfalci dell'erba delle aree pubbliche nel periodo estivo, altra novità del servizio 2017. Con i bidoni dotati di microchip anche per secco e vetro (oltre a quello dell'umido, consegnato nel 2014), si continua a implementare il servizio verso la raccolta puntuale, nell'ottica di fare pagare la tariffa agli utenti in base al peso del proprio rifiuto conferito. G.T.

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Belfiore

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Pillole di storia: dalle origini ai monumenti

Il comune di Belfiore si estende sulla sinistra dell'Adige, 18 Km a est-sudest di Verona, su una superficie di 24 kmq. La Festa Patronale del Comune, che conta 3147 abitan-

ti, è Madonna della Strà che cade la prima domenica di settembre. Il territorio venne abitato in epoca preromana dai Veneti antichi: reperti di tale presenza sono stati trovati nella

La Festa della Mela di Belfiore è un evento in programma nella prima settimana di ottobre. Nel 2017 arriverà alla 66° edizione, grazie alla sinergia tra Amministrazione Comunale, Pro Loco, Coldiretti e Consorzio Ortofrutticolo COB in primis. Questa manifestazione è il simbolo del territorio, della sua cultura, del duro lavoro nei

vare 1000 piante di mele dagli Stati Uniti d’America, che furono messe a dimora vicino al Santuario della Strà e in località Bova, nei terreni della famiglia Frigo. Da anni si parla di crisi della produzione agricola, di politiche che rendono difficile l’esportazione e facile invece l’importazione di prodotti “copiati”: per questo il territorio di

campi. Sono passati tanti anni da quando, intorno al 1930, il parroco don Beniamino Bendinelli fece arri-

Belfiore ha voluto “agire sulla tradizione”, puntando su una “stranezza e peculiarità” in campo eno-

zona di Gombion e Castelletto. Nel medioevo si svilupparono tre centri urbani principali: i Comuni di Porcile e Zerpa e la Parrocchia di Bionde. Si svilupparono lungo l'asse della strada imperiale Berengaria, realizzata nel X secolo da re Berengario I. Ben presto la strada Berengaria assunse il nome popolare di Porcilana, per il fatto che attraversava il Comune di Porcile. Le principali famiglie benestanti del paese fecero istanza al Consiglio dei Dodici di Verona il 13/01/1547 per cambiare il nome da Porcile in Belfior, toponimo di una contrada del paese. La richiesta venne accolta solo in parte, poichè

accanto a a Belfior doveva rimanere l'attestazione "di Porcile". La battaglia del nome si protrasse sino alla venuta di Napoleone Bonaparte tra il 1796 e il 1812. Napoleone fece la riforma amministrativa che sezionava il territorio in dipartimenti. Rientrando del dipartimento dell'Adige, Belfiore divenne d'Adige, perdendo Porcile. Il cambio del nome in Belfiore avvenne ufficialmente per Regio Decreto dell'11 Agosto 1867, firmato dal Re Vittorio Emanuele II, su proposta del Ministro dell'Interno che aveva recepito la delibera dal Consiglio Comunale di Belfiore di Porcile il 20 Maggio precedente. Lo

stemma del Comune di Belfiore è rosso a tre fiori bianchi con gambo verde, disposti a ventaglio; venne usato per la prima volta nel 1686. La figura di tale stemma ricorda la ninfea bianca a cinque petali che galleggiava sulle acque delle paludi di questo Comune. Tra i monumenti importan-

ti che caratterizzano il territorio belfiorese troviamo il Santuario della Madonna della Strà, la Chiesa parrocchiale della Natività di N.S. Gesù Cristo, l’ex Chiesa parrocchiale SS.Vito, Modesto e Crescenza e ancora Palazzo Moneta, Villa Cipolla “La Panterona”, Cà Tantini Banterle, Corte Bova e l’oratorio della Santa Croce.

gastronomico, irripetibile: il melo Decio. Il Decio è un’antichissima varietà, quasi sicuramente di origine autoctona veneta. Di questo “pomo” si tramanda una leggenda classica: nel XVI secolo lo storico fiorentino Francesco Bacchi scrisse che il “Melo d’Ezio” (nome che poi nell’uso comune divenne Decio, o Dezi in lingua veneta) venne portato da Roma ad Adria durante la campagna contro gli Unni, condotta dal generale d’Ezio vicino a Padova. Consigliato dalla Commissione Pomologica dell’Esposizione di Treviso del 1888, il Decio era distribuito da quasi tutti i più importanti vivai del 1800. Prestigiosi studi, come la “Pomona italiana” di Giorgio Gallesio del 1817-39, la 1° catalogazione delle migliori varietà di alberi da frutta, ne attestano la presenza. Riscoprire il Decio è

riscoprire il territorio. Il cibo è uno strumento virtuoso attraverso cui raccontare il territorio, fare cultura, realizzare politiche sociali per costruire una rete esperienze e bisogni, sia dei produttori che dei consumatori. Per la riscoperta del melo Decio nel 2013 è nata una colla-

borazione fra produttori belfioresi, che con affetto hanno conservato questa antica specie. Con l’aiuto degli esperti di Slow Food è stata fondata la “Comunità del cibo di Belfiore” a cui si sono iscritti gli estimatori del frutto, con lo scopo di farlo conoscere all'esterno a nuovi consu-

matori e appassionati. Ogni anno, in apertura della “Festa della mela” viene proposta la “Cena col Decio” per presentare agli ospiti questa peculiarità alimentare, insieme ad altri presidi Slow Food della terra veneta.

Il simbolo di territorio e cultura è la Festa della Mela

Graziana Tondini


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SPAZIO DONNA

L’ALTRO GIORNALE Marzo 2017

Otto marzo: la storia L’importanza dello sport GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

8 marzo, giornata internazionale della donna. Questa data, anche noi desideriamo ricordarla quale omaggio al gentil sesso, che oggi è una parte importante nel contesto militare. Ma quando è nata ufficialmente questa festività? Dopo molti tentativi più o meno circoscritti, iniziati sin dal 1907 (Stoccarda 1824 agosto- II Internazionale Socialista), finalmente nel 1975 le Nazioni Unite hanno istituito questa ricorrenza, per ricordare le conquiste economiche, politiche e sociali ottenute dalle donne, tentando in tal modo di porre fine alle discriminazioni e soprusi subiti nel passato. Una curiosità. Perché la mimosa caratterizzante la giornata? Sembra che la scelta risalga al 1946 e fu operata dalle donne romane che ricordando “la questione femminile” vollero anche un simbolo floreale e la scelta cadde sulla mimosa, fiore di stagione e dal costo contenuto. Fatta questa premessa, constatiamo che l’evoluzione della donna, avvenuta in tantissimi settori, si è anche radicata in ciò che sembrava non adatto al genere femminile: il mondo militare. E’ opportuno ricordare che non è un fenomeno nuovo. Già nella mitologia greca, ovviamente in un diverso contesto storico, troviamo l’ele-

mento femminile che combatte: sono le Amazzoni. Ce lo ricorda “l’Iliade” quando esse si scontrano con Priamo e ce lo ricorda anche il poema epico “l’Etiopide” dove le Amazzoni con la loro regina Pentesilea combatterono contro Achille uscendone sconfitte (guerra di Troia.) L’interpretazione più accreditata dell’origine del nome è “senza seno”, in quanto le Amazzoni eliminavano la ghiandola mammaria destra allo scopo di utilizzare meglio l’arco. Ma avviciniamoci ai nostri giorni. Il desiderio, di essere più partecipi alla vita sociale e politica del Paese, le donne iniziarono a manifestarlo sin dai primi anni del novecento( movimenti suffragisti), ma la vera svolta avvenne nel periodo della prima guerra mondiale, quando la carenza di uomini(in quanto al fronte), costrinse le donne a svolgere tutte le attività, ritenute sino a quel momento, di esclusiva competenza maschile (nel settore amministrativo, industriale e agricolo, in particolare).Ne scaturì la concessione del voto, che però, in Italia si concretizzò nel 1946, circa venticinque anni dopo che negli altri Stati Europei. La seconda guerra mondiale evidenziò ancor più la capacità femminile i cui nuovi impegni

incisero profondamente anche sulla moda (via corpetti e abiti ingombranti, sostituiti da abiti corti, sportivi e qualche pantalone). L’attività partigiana fu determinante in Italia. E’ il momento in cui nella lotta contro i nazisti le donne si misero alla pari, nell’impegno e nelle responsabilità, con gli uomini. Nessun settore, nessuna fatica e nessun rischio furono loro risparmiati. In compenso ebbero la grande soddisfazione di vedere una di loro, Tina Anselmi, ricoprire, per la prima volta, il ruolo di Ministra della Repubblica Italiana. Oggi le donne sono parte integrante della Forze Armate (Legge n. 388 del 20 ottobre 1999) ricoprendo tutti i ruoli senza aver creato alcun problema, cosa da molti temuta, tanto da aver portato l’Italia ad essere l’ultima, fra le nazioni occidentali, ad aver adottato questo provvedimento. Aldo Cazzullo in un suo recente libro ha scritto:” le donne hanno più forte il senso dell’Italia, proprio perché hanno il senso della famiglia…” Concludiamo esprimendo la soddisfazione per la confermata capacità della donna che nelle Forze Armate ha dimostrato di essere una grande risorsa. Francesco Gueli

LA SALUTE

a cura di Tommaso Venturi, ricercatore scientifico

LA SALUTE NELLE CITTÀ

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 1948 definiva la salute come "stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia” e invitava i governi ad adoperarsi responsabilmente al fine di promuovere uno stile di vita sano e di garantire ai cittadini un alto livello di benessere. Questo concetto di salute, dunque si amplia, comprendendo gli aspetti psicologici, le condizioni naturali, ambientali, climatiche e abitative, la vita lavorativa, economica, sociale e culturale. Nel considerare ciò non è più possibile trascurare il ruolo delle città come promotrici di salute. A tal proposito l’OMS ha coniato il termine “healthy city”, una città che è conscia dell’importanza della salute e che può offrire grandi opportunità di integrazione tra servizi sanitari, sociali e culturali. Ed è con questo obiettivo che il presidente del Consiglio nazionale dell’ANCI Enzo Bianco ha illustrato il documento “La salute nelle città: bene comune”, che verrà proposto al Parlamento Europeo. Il manifesto delinea dieci punti chiave e le azioni da mettere in campo nelle Città per migliorare gli stili di vita e lo stato di salute dei cittadini. Vediamo di cosa si tratta: 1- Ogni cittadino ha diritto ad una vita sana 2- Assicurare accessibilità all’informazione sanitaria per tutti i cittadini 3- Inserire l’educazione sanitaria in tutti i programmi scolastici, come strumento fondamentale nella promozione alla salute. 4- Incoraggiare stili di vita sani nei luoghi di lavoro, nelle grandi comunità e nelle famiglie 5- Promuovere una cultura alimentare appropriata 6- Favorire lo sviluppo psicofisico dei giovani e l’invecchiamento attivo 7- Sviluppare politiche locali di trasporto urbano orientate alla sostenibilità ambientale 8- Creare iniziative locali per promuovere l’adesione dei cittadini ai programmi di prevenzione primaria, con particolare riferimento alle malattie croniche 9- Considerare la salute delle fasce più deboli e a rischio quale priorità per l’inclusione sociale 10- Studiare e monitorare a livello urbano i determinanti della salute dei cittadini, attraverso una forte alleanza tra Comuni, Università, Aziende sanitarie, Centri di ricerca, industria e professionisti La forza di questo documento è quello di un orientamento concreto e serio al futuro della sostenibilità dei sistemi sanitari nel mondo, per una vita migliore in un contesto sano.

DISLESSIA

I dislessici sono spesso a disagio a scuola poiché si sentono mediamente molto più lenti dei compagni, e spesso sono ingiustamente additati come pigri, svogliati se non addirittura meno dotati rispetto agli altri. Il più grande problema del dislessico è, infatti, quello di provare ansia a causa della paura di cadere in errore. A questo si associano le classiche conseguenze, in primis senso di frustrazione e di vergogna. Il circolo vizioso si chiude con il genitore che, nell’erronea convinzione di aiutare il ragazzo a superare le difficoltà, fa pressione, incalzandolo a ogni occasione. L’errore principale è quello di spingere il ragazzo verso uno sport (magari di squadra), certi che sia il modo migliore per farlo uscire dal ‘guscio’. Secondo i dati raccolti dall’Associazione “W LA DISLESSIA!”, progetto nato nel 2010 con l’obiettivo di creare un metodo per aiutare ragazzi e bambini con difficoltà di apprendimento, non c’è niente di più sbagliato. Deve essere il ragazzo a scegliere autonomamente quale sport praticare. Secondo la nostra esperienza su 100 ragazzi dislessici, gli 80 che si cimentano in attività sportive presentano meno sin-

tomi di ansia rispetto ai 20 che non fanno sport» spiega Alessandro Rocco, uno dei cofondatori di “W LA DISLESSIA!”. Basta guardare i nomi di molti sportivi di grande successo

pione olimpico nella categoria 66 kg a Rio de Janeiro 2016. «Credo che lo sport – prosegue Rocco abbia un fortissimo valore e che il genitore debba piuttosto togliere un’ora di logo-

che sono riusciti ad emergere attraverso le rispettive specialità, pur essendo dislessici: dal pilota britannico Jackie Stewart, a Nolan Ryan, uno dei più forti lanciatori della storia della Major League Baseball, da Magic Johnson, leggenda del basket americano, alla stella del nuoto Michael Phelps, fino al judoka Fabio Basile, cam-

pedia al giorno, ma mai un’ora di sport. I ragazzi dislessici spesso manifestano maggiore passione e meno ansia nel praticare gli sport, rispetto ai colleghi non dislessici, evidenziando in particolare la capacità di vedere a 360°, e distinguendosi per le capacità di problem problem solving e per l’attitudine al cosiddetto ‘pensiero laterale’».

IL LOOK. L’uomo in giacca e cravatta fa più colpo Per fare colpo sulla propria partner in una serata speciale basta…essere eleganti. Secondo oltre 6 donne su 10 (61%) infatti per attirare lo sguardo gli italiani si devono presentare all’appuntamento galante in giacca e cravatta. Una tendenza a preferire il look classico spiegata, in termini scientifici, da studi accademici rilevanti e, in termini di stile, da importanti esperti del mondo fashion. Ma da dove arriva questa predilezione per l’uomo in giacca a cravatta? Perché risulta sicuro di sé (78%) è la motivazione condivisa dalla maggior parte delle donne. Ma non solo, è anche più attraente (73%) e trasmette stabilità (68%). Tra gli errori di stile davvero imperdonabili il calzino bianco che spunta dal pantalone (81%), la camicia eccessivamente sbottonata (75%) e l’abbigliamento troppo sportivo (67%). È quanto emerge da uno studio promosso dall’agenzia Espresso Communication condotto su circa 800 donne tra i 25 e i 50 anni attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community, oltre che su un panel di testate internazionali ed esperti di stile, per capire per quale motivo le italiane amano l’uomo vestito in giacca e cravatta, soprattutto nelle occasioni speciali. Ma quali sono le motivazioni che spingono molte italiane a preferire l’uomo in giacca e cravatta? Al primo posto risulta irresistibile proprio lo stile elegante, in grado di emanare un forte senso di sicurezza e carisma (78%). In secondo luogo il fascino senza tempo che riporta ai divi del cinema hollywoodiano (73%) e, infine, la maggiore sicurezza e stabilità agli occhi delle italiane (68%). Ma basta poco per mandare a monte l’appuntamento galante: tra gli errori di stile maggiormente detestati dalle donne spicca il calzino bianco che spunta sotto il pantalone, davvero imperdonabile secondo l’81% delle italiane. Infastidiscono anche le camicie eccessivamente sbottonate (75%), l’abbigliamento sportivo (67%), la barba incolta (54%) e i pantaloni a vita troppo bassa (45%).


SPAZIO DONNA

L’ALTRO GIORNALE Marzo 2017

Tè verde, proprietà anti-cancro BENESSERE DONNA

Uno dei più interessanti aspetti del tè verde riguarda le sue proprietà antiinvecchiamento e anti-cancro. Si è riscontrato che nei paesi ad alto consumo di tè vi è una bassa percentuale

Chiara Turri

di ammalati di cancro. In Giappone le donne che insegnano la cerimonia del tè, e quindi ne assumono in quantità maggiore, sono note per la loro longevità. Le percentuali di cancro al colon, seno, pelle, pancreas e stomaco sono estremamente basse tra i bevitori di tè verde. Anche il cuore ne

trae enormi benefici, infatti le molte sostanza antiossidanti presenti nel tè lo proteggono dall'infarto. Non solo. Colesterolo e radicali liberi, nei forti bevitori di tè verde, non sembrano essere un problema; pare che gli antiossidanti in esso contenuti siano molto più attivi degli antiossidanti contenuti in qualsiasi altro alimento, con benefici non indifferenti per la salute. Anche i fumatori giapponesi che fanno uso di tè verde sembrano essere immuni dal tumore al polmone; avendo il Giappone il più alto tasso di fumatori, ha, allo stesso tempo, la più bassa percentuale di ammalati di cancro al polmone. Il tè verde ha inoltre proprietà rilassanti, aiuta a lenire il mal di testa, l'ansia e lo stress. Alcuni dentifrici usano estratti di tè verde, in quanto, pare, esso abbia effetti anche contro le carie ai denti Disintossica, è diuretico, rallenta l'invecchiamento e riduce notevolmente il rischio tumore...Cosa volere di più? Fa bene alla salute, non fa ingrassare ed invecchiare. Questi sono tre splendidi motivi che dovrebbero indurre ciascuno di noi a consumare tè verde regolarmente, ma in Italia, a differenza dei paesi

A CURA DI CHIARA TURRI

orientali, non è così. Il principio attivo forse più importante del tè verde è la catechina, un potente polifenolo che, a differenza di altri antiossidanti, riesce a prevenire i danni delle ossidazioni alle cellule, oltre che a ripararli. Il bagno al tè verde è un valido aiuto per combattere lo stress e rilassare il corpo e la mente dopo una lunga giornata di lavoro. Il tè verde possiede proprietà anti-stress e proprietà benefiche per la pelle, che dopo il bagno apparirà molto liscia e rigenerata come non mai. Come preparare il bagno al tè verde. In un sacchetto in tessuto ponete le foglie di tè verde. Legate forte il sacchetto con un nastro in modo da poterlo mettere sotto il getto dell’acqua per riempire la vostra vasca. Una volta che il sacchetto col tè sarà completamente immerso, lo terrete in infusione per almeno cinque minuti, dopodiché potete rimuoverlo. L’acqua si colorerà di verde!! Ma per rendere il bagno ancora più rilassante potete aggiungere qualche goccia di olio essenziale. Ottimo per la stagione invernale è l’olio essenziale di arancia, fiori d’arancia, mandarino e

rosa. Immergiti nella vasca e goditi il tuo bagno L’immersione deve durare non meno di mezz’ora. L'effetto rilassante è dato principalmente dal calore dell’acqua e dall'essenza usata. Il tè ha invece proprietà antiossidanti, depurative, aiuta a eliminare le tossine e a "sgonfiare" le gambe affaticate. E' anche emolliente e levigante. Namastè!

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Care lettrici, inviate, via WhatsApp, al numero 3319003743, le foto dei vostri bimbi nati negli ultimi tre mesi. Dedicheremo loro lo spazio “BENVENUTI!” Sarà un bellissimo ricordo conservare per il loro futuro. Aspettiamo tante immagini dei vostri cuccioli.

L’ANGOLO DI FRANCESCA

a cura di Francesca Galvani - www.cucinaeciacole.it PANCAKES

Ingredienti per 15 pezzi 180 ml di latte a temperatura ambiente 180 gr. di farina 00 2 uova piccole 60 gr. di zucchero 2 cucchiaini di lievito in polvere 30 ml di olio di semi di mais o burro fuso Mezzo cucchiaino di sale Zucchero a velo e ciò che più vi piace (leggere introduzione corso)

Preparazione Francesca Galvani Simile alle crespelle quest o impasto va lasciato riposare una mezz’ora circa. Mescolare farina, zucchero, lievito e sale. Versare l’olio o il burro e mescolare fino ad avere un composto liscio. Nella padella per le crespelle suddividere l’ impasto dopo averla scaldata con poco burro, basteranno 3 cucchiai per ogni pancake. Quando formerà piccole bolle lo potete girare. Servire caldi, perfetti per un brunch ma anche per una mer enda o un dopocena alla televisione. I vostri bambini ne andranno ghiotti e se ne avanzano li potrete surgelare.


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RUBRICHE

“LIBRI DI CASA NOSTRA”

a cura di Gianfranco Iovino

L’ALTRO GIORNALE Marzo 2017

IL BIMBO a cura del dottor Gianni Tamassia

Torna in libreria Rosanna Mutinelli con un nuovo avvincente romanzo storico, dal titolo “All’ombra di Mastino”, dove vicende e persone si intrecciano con luoghi e situazioni realmente accadute, che hanno dato inizio alla dinastia scaligera. Tutto ha inizio quando il capitano del popolo veronese Mastino I° della Scala, accoglie Corrado di Svevia sceso dalla Baviera e diretto verso il Regno delle Due Sicilie. Tra i cavalieri di Mastino milita Longarello, giovane e talentuoso paladino, che attraverso le sue gesta scriverà un’avventura senza tempo, per un cavaliere ghibellino senza radici, che non ha mai conosciuto i genitori e che in Costanza, ultima rampolla dei guelfi Da Pigozzi, Gianfranco Iovino ritroverà un po’ della famiglia che non ha mai potuto avere accanto a sé. Con grande nobiltà di spirito e ricco di sane speranze, il giovane cavaliere, andrà a caccia di identità e amor proibito, tra tornei, aspri combattimenti, inganni e tradimenti. Dopo l’assassinio di Mastino, per mano dei Guelfi, Longarello andrà via dalla sua amata Verona, vagando per la Palestina in cerca di un nemico da combattere, fino a quando un Ordine Cavalleresco gli restituirà onore, credibilità e fede perduta. In questa coraggiosa ricerca della propria serenità d’animo e di pensiero, Longarello dovrà combattere lo spietato nemico che cova dentro di sé, la sua stessa coscienza che, spesso, stanerà anima e corpo al giovane cavalleresco, che si allontanerà dalla terra veneta per mare, salpando dal porto di La Rochelle, con l’amico Goffredo, per navigare verso le coste della Scozia nella sua ultima santa missione, mentre a Verona la vita procede e il ricordo del prode cavaliere svanisce quasi completamente, anche se, molti secoli dopo, un’inconsapevole spettatrice si risveglia da un sogno ad occhi aperti e deciderà di raccontare a tutti questa fantastica storia onirica, ma assolutamente reale e piena di fascino e coraggio. Questo in sunto il bel lavoro editoriale di Rosanna Mutinelli, insegnante di Discipline Pittoriche e Grafiche presso il Nuovo Liceo Artistico di Verona e poliedrica artista che lascia spaziare il suo talento tra colori, parole ed espressioni, per una produzione letterario-pittorica di grande spessore ed interesse in quanto lascia chiaramente emergere l’istinto dell’artista alla ricerca del bello, inteso come espressione ed esperienza. All’ombra di Mastino di Rosanna Mutinelli. Delmiglio Editore – Collana Il Delfino - Pag 160 - €. 12,60

Mangiare sano è un’abitudine fondamentale per una crescita ottimale e un adeguato sviluppo dei bambini. Gli spuntini in genere, se scelti con attenzione, concorrono all’equilibrio dell’alimentazione in età pediatrica e si possono rivelare come un fattore di integrazione di eventuali deficit nutrizionali. Per tale motivo devono essere considerati come una parte importante della dieta del bambino. E’ necessario rendere questo “momento alimentare” parte integrante di una sana alimentazione, offrendo ai propri figli snacks che contribuiscano a ridurre la densità energetica della dieta giornaliera e, al contempo, possano favorire il soddisfacimento di eventuali necessità nutrizionali. Questi piccoli pasti vanno scelti per fornire l’energia necessaria ad affrontare le attività della tarda mattinata e del tardo pomeriggio senza interferire e togliere l’appetito per il pranzo e la cena. La scelta quindi deve riguardare alimenti che contengano soprattutto zuccheri a lento assorbimento (pane, biscotti e cereali ) ma anche una quota di zuccheri pronti ( frutta ), proteine ( latte, yogurt ), vitamine e fibre alimentari ( frutta ), senza o con pochi grassi, soprattutto se saturi. L’eventuale aggiunta di verdura aumenterebbe il valore nutrizionale dello spuntino. Si dovrebbe cercare di creare appuntamenti fissi per gli spuntini, non troppo vicini al pasto successivo, evitare di eccedere in quantità e di scoraggiare l’assunzione di cibo in altri orari. Lo spuntino infatti deve saziare la fame del momento senza appesantire troppo la digestione e togliere l’appetito per il pasto successivo; in pratica deve dare la giusta carica in un momento di calo di energia e di attenzione. Utile anche variare spesso i contenuti degli spuntini, in modo da variare anche i nutrienti che vengono da essi forniti. E se si fa uso di prodotti confezionati, leggere le etichette, in modo tale da avere un’idea del contenuto di zuccheri, grassi (soprattutto trans), eventuali coloranti e conservanti, e calorie. Buona norma è anche quella di evitare di fare merenda davanti alla televisione/computer/smartphone o mentre si studia. La merenda è la giusta pausa anche da tali attività.

NOVITÀ IN VETRINA

IN AUTOMOBILE

IN GUERRA PER AMORE (DVD FILM) - Da un evento storico, lo sbarco degli alleati in Sicilia che cambierà per sempre le sorti dell’Europa e dell’Italia, il regista Pierfrancesco Dilibero (in arte PIF) ci porta nel lontano 1943, nel pieno del secondo conflitto mondiale, per raccontarci del giovane Arturo, che vive la sua travagliata storia d’amore con Flora. I due si amano, ma la donna è promessa sposa del figlio di un importante boss di New York; l’unica possibilità che ha Arturo per riuscire a cambiare le sorti di questo matrimonio combinato è quello di ottenere il consenso dal padre della sua amata che vive in un piccolo paesino siciliano. L’intraprendenza di Arturo lo guiderà alla conquista della sua amata attraverso lo sbarco degli americani in Sicilia, arruolandosi volontario nell’esercito che sta preparando lo sbarco in Sicilia per liberare l’Italia dalla guerra, i tedeschi e la mafia.

NON ABBASSIAMO LA GUARDIA

a cura di Gianfranco Iovino

COMBATTENTE di FIORELLA MANNOIA (CD audio) - A distanza di 29 anni dalla sua ultima apparizione dal palco di Sanremo, Fiorella Mannoia è tornata ad esibirsi in gara con “CHE SIA BENEDETTA”, secondo classificato per un brano che la stessa Fiorella definisce un vero e proprio “inno alla vita” scritto da Amara. L’occasione permetterà agli appassionati ed i fan della graffiante voce di Fiorella di potersi gustare un’edizione speciale di COMBATTENTE, in uscita il 10 febbraio formata da un doppio CD dell’album “Combattente”, certificato ORO, con ben 23 brani inediti in quanto proporrà anche i 4 brani con cui la cantante ha partecipato negli anni scorsi al festival, (81-84-87-88) registrati dal vivo durante il Tour invernale, oltre che il brano “sempre e per sempre” di De Gregori con cui si è esibita nella serata delle cover ed una BonusTrack “La cura” di Franco Battiato, anche essa in versione live per un Cd da collezione.

LO SPUNTINO DI META’ MATTINA E POMERIGGIO

a cura di Roberto e Alessandra Azzolina

Il fenomeno delle cosiddette 'stragi del sabato sera' è complessivamente in calo negli ultimi anni. Ma c'è una dato allarmante, che arriva dai dati sugli incidenti plurimortali sulle strade del sud, dove svetta la Puglia con 18 schianti con 2 o più morti. È quanto emerge da uno studio dell'Asaps, Associazione sostenitori dell a polizia stradale, che ha già elaborato i dati in suo possesso sulle 'stragi del sabato sera' nel 2016: «un quadro complessivo sicuramente Roberto Azzolina molto migliore rispetto agli anni '90 – ha spiegato Giordano Biserni, presidente Asaps quando la Stradale suonava un campanello molto più spesso per dire ad una famiglia che un figlio non sarebbe più tornato». L'Asaps da anni sta curando un suo osservatorio nel qua le alla voce stragi del sabato sera inserisce gli incidenti accaduti nelle 16 ore "maledette" - dalle 22 alle 6 del venerdì sul sabato e del sabato sulla domenica - nei quali almeno uno dei conAlessandra Azzolina ducenti abbia meno di 30 anni. Nel 2016 l'Asaps ha registrato 249 incidenti gravi con 164 morti. Per quanto ci compete, noi operatori professionali puntiamo moltissimo sulla prevenzione, cercando di formare, in aula, dei futuri automobilisti coscienziosi e responsabili, soprattutto consapevoli dei rischi enormi che si corrono quando si viaggia in certi orari. La stanchezza, la ridotta visibilità causata dal buio, i riflessi rallentati e magari anche le orecchie che fischiano per una serata di musica troppo alta: di Superman ce n'era uno e non ne fanno più. Ce la mettiamo davvero tutta affinchè chi suona il campanello sia soltanto il postino, magari con una buona notizia, o al massimo la postina mandata dalla De Filippi per invitarvi in trasmissione …


SPORT

L’ALTRO GIORNALE

La sede cambia, i talenti restano

Marzo 2017

CALCIO. Per la prima volta in 28 anni San Bonifacio perde il suo torneo

Donnarumma, Szczesny, Jorginho, Montolivo, Wilshere, Van der Vaart, Bessa, Giovinco, Pazzini…no, non è una formazione da fantacalcio, ma sono alcuni dei grandi calciatori passati dal R.Tizian e dal “Torneo Internazionale Città di San Bonifacio”. Quest’anno, per la prima volta dopo 28 edizioni, San Bonifacio ha perso il suo principale appuntamento sportivo. Quando un paese, dopo quasi trent’anni, perde l’unico evento di respiro internazionale organizzato sul proprio territorio, è sempre una sconfitta, per tutti. Ma non c’erano più le condizioni, perciò si è dovuto rivolgere lo sguardo altrove, per trovare la collaborazione del Montorio Calcio e della Berti Macchine Agricole spa, main sponsor di quella che quest’anno sarà denominata Verona Soccer Cup. Proprio la società neroverde e l’azienda di Caldiero hanno dato un contributo fondamentale per mantenere in vita il torneo. «Non avremmo mai voluto spostare il

torneo da San Bonifacio – commenta Ettore Paolini, che con Roberto Zantede-

nonostante tutto, le otto partecipanti all’edizione di quest’anno saranno Real

schi è la vera anima del torneo -, ma non si è potuto fare altrimenti. La Sambonifacese non ha più un campo a disposizione, e pensare di organizzare un evento del genere essendo in casa d’altri era impossibile. Peccato perché l’immagine di uno stadio Tizian stracolmo di gente per le partite ce l’abbiamo ancora negli occhi. Grazie all’aiuto di nuovi sostenitori però siamo comunque riusciti a organizzare una gran manifestazione, con squadre dal blasone unico». Sì, perché,

Madrid (campione uscente), Arsenal, Juventus, Atalanta, Hellas Verona, Chievo, Bassano Virtus e la new entry, la squadra più popolare del brasile, i rossoneri del Flamengo, che si preannunciano davvero molto forti. Si comincia il 28 aprile e si giocherà nei campi di Caldiero, Montecchia di Crosara, Montorio, Grezzana e, in città, al “GavagninNocini” e al “Bottagisio”. La finale è in programma il 1° maggio a Caldiero. Alcune realtà imprenditoriali del sambonifacese

avevano offerto il loro supporto, ma per trovare fondi e sponsor sufficienti ad evitare lo spostamento sarebbe servito l’aiuto delle istituzioni cittadine; proprio questo è stato uno scoglio insormontabile visti i rapporti tesissimi fra Sambo e Amministrazione comunale, iniziati con l’assegnazione dello stadio ad un’altra società e proseguiti con lo sgombero della storica “casetta”. Lo strappo definitivo è poi arrivato con alcune promesse in merito alla passata edizione che pare non siano state mantenute e con una delibera dello scorso novembre con cui il Comune ha assegnato 1.500 euro di contributo per l’organizzazione di “una manifestazione di tale livello” non alla Sambonifacese, organizzatrice dell’evento, ma all’ASD Pro San Bonifacio. La speranza è quella di rivedere in futuro i giovani della Sambonifacese sfidare futuri campioni sull’erba del Tizian. Matteo Dani

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BASEBALL / STAGIONE 2017

Il Crazy ai nastri di partenza E’ stata presentata ufficialmente nelle scorse settimane la stagione 2017 del Crazy Sambonifacese Baseball & Softball che si dividerà tra regolare attività agonistica, campus estivi, tornei di rilievo e attività solidale. La conferenza di presentazione si è tenuta in sala Barbarani alla presenza delle autorità cittadine, il presidente FIBS (Federazione Italiana Baseball e Softball) Andrea Marcon e la presidente regionale Daniela Olivieri, il coordinatore della squadra nazionale Under 12 Stefano Burato, il Raar della Federazione del Veneto Amedeo Vittadello e il giocatore italo-cubano Laidel Chapelli Jimenez. Tutti gli ospiti hanno avuto parole di elogio per l’attività svolta dalla società rossoblù. E’ stato poi il presidente del Crazy, Simone Lonardi, a fare il punto sulla situazione e a presentare il programma del 2017. A partire dalla stagione agonistica che attende tutte le categorie di cui si compone la società: minibaseball, ragazzi promozionale, under 12, 15 e 18, serie C e attività amatoriale. Lonardi ha presentato le date dei vari campionati e anche i numerosi tornei e manifestazioni a cui le squadre parteciperanno. Tra i punti di forza del programma ci sarà poi il decimo Crazy Camp, dedicato ai ragazzi in età scolare che durante l’estate avranno la possibilità di giocare e studiare: il camp sarà di undici settimane e suddiviso in due fasi con partenza il 12 giugno e termine l’8 settembre. Prosegue spedita, poi, l’attività di promozione e avviamento allo sport che la società svolge nelle scuole del territorio, con oltre 500 bambini coinvolti. L’attività amatoriale per gli adulti vedrà il suo apice con la XII edizione del Music Sport Festival, torneo internazionale a 12 squadre, con il XVII torneo Diesse

CALCIO A 5. Sambo Futsal, «un gruppo di amici con tanta passione» Il leitmotiv lo mettono subito in chiaro. «Siamo un gruppo di ragazzi di San Bonifacio e dintorni con la passione per il calcio a cinque». L'amicizia e il pallone sono le parole chiave del Sambo Futsal, il desiderio di scendere in campo insieme e regalarsi belle soddisfazioni anima il club fin dalla sua fondazione. «La nostra società sportiva dilettantistica nasce nel 2005 grazie all'amore per il gioco del calcio a 5 di un gruppo di amici molto unito – confermano i dirigenti -. Nei primi anni di attività, tale passione ci impegna nella partecipazione ai tornei provinciali del Csi (Centro sportivo italiano, ndr) come squadra affiliata alla società sportiva ASD Azzurra San Bonifacio C5, permettendoci di onorarli al massimo e conseguendo di stagione in stagione le relative promozioni di categoria fino a raggiungere quella massima, che nel Csi è denominata Premier League». Ha poco più di dieci anni, il Sambo Futsal. E la grinta, la determinazione e la voglia di divertirsi, e di impegnarsi, sono sempre le stesse. I colori sociali? «L'arancio e il nero, colori campeggianti nel nostro stemma. La divisa principale è totalmente rossa, la seconda divisa è invece giallonera». La svolta arriva nel 2011, «al settimo anno di attività: il club decide di puntare al salto di qualità affiliandosi alla Federazione italiana giuoco calcio con la partecipazione al campionato di calcio a 5, categoria serie D – raccontano i dirigenti -. Le prossime stagioni saranno sempre più importanti: la proprietà ha deciso di impostare un ambizioso percorso di rinnovamento che passa attraverso il coinvolgimento di forze nuove a livello di staff tecnico e dirigenziale e della partnership con altre società e aziende. L'obiettivo? Arrivare, in un arco di tempo adeguato, ad ottenere risultati sportivi importanti portando sempre più in alto sia il nome Sambo Futsal, sia quello di coloro che crederanno in noi e vorranno unirsi al nostro progetto». Nella stagione 2016/17, lo precisiamo, gli arancioneri stanno disputando il campionato di serie D, sono inseriti nel girone A e sono posizionatI a metà classifica. Ma non c'è solo il calcio a 5 tra le fila del club di San Bonifacio: «Il percorso di crescita è già iniziato con l’allargamento del nostro panorama sportivo – sottolineano i dirigenti -. La società, oggi, comprende infatti il Sambo Futsal – calcio a 5 serie D Figc, Free Dogs – calcio a 5 campionato Csi e Sambo Volley - minivolley femminile». Matteo Sambugaro

SER.I.T. CON LA GREEN TEEN TEAM FOUNDATION E IL PARCO NATURA VIVA Riciclo della plastica per la salvaguardia dei rettili Lo scorso mese Ser.i.t. ha avuto il piacere di ospitare una visita guidata dell’associazione Green Teen Team Foundation, un gruppo di giovanissimi studenti guidato dalla principessa Theodora von Liechtenstein. Il team ha ideato un programma di raccolta e riciclo della plastica per finanziare il progetto Chelonia, dedicato alla salvaguardia delle tartarughe e testuggini europee. Campo base del progetto è il Parco Natura Viva di Bussolengo, all’interno del quale sono stati posizionati degli appositi contenitori trasparenti per il conferimento delle bottiglie di plastica. Venti quintali di plastica sono stati già raccolti e immessi nel container destinato al conferimento presso Ser.i.t., dove appunto i giovani protagonisti hanno potuto vedere personalmente i risultati del loro lavoro, ma anche ottenere il riscontro economico che permetterà loro di finanziare le attività dell’associazione. Il Progetto Chelonia è supportato anche dalle aziende Sandrà Scavi , Edilconfort e Ironstyle, che hanno contribuito alla costruzione e alla posa dei contenitori finalizzati al conferimento delle bottiglie.

Informatica a otto squadre (in programma a marzo), con il IV torneo A4 (a giugno) e con i vari tornei di fastpitch e slowpitch organizzati dalle società sportive del nord e centro Italia. Al termine della presentazione è stata rinnovata la solidarietà con il Centro Aiuti per l’Etiopia (Cae), con l’adozione a distanza di un bambino e con il sostegno di alcuni progetti ed è stato presentato Humberto Bravo, tecnico cubano che, assieme ad Ernesto del Rio, seguirà tutte le formazioni rossoblù. M.D.

SER.I.T. E PESCANTINA PROMUOVONO LA RADIOBAG® Il primo sacchetto dotato di un chip Tracciare i rifiuti domestici e il loro percorso non è mai stato così semplice. La Smp – Sfregola Materie Plastiche – ha brevettato il primo sacchetto dotato di microchip per seguire il rifiuto in tutto il suo percorso, dal punto di prelievo al luogo di conferimento. Ser.i.t. e Comune di Pescantina hanno aderito al progetto pilota della ditta produttrice, al fine di dimostrare, attraverso i dati raccolti durante le fasi di monitoraggio, come il sistema RadioBag® aiuti ad aumentare significativamente la qualità di materiale proveniente dalla raccolta differenziata. Il progetto, partito nel corso del 2016 e ancora in fase sperimentale, permetterebbe, oltre a ridurre i costi per lo smaltimento dei rifiuti in discarica, di reinvestire quanto risparmiato in servizi per il cittadino.


PROGETTO CASA

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L’ALTRO GIORNALE L’ALTRO GIORNALE L’ALTRO

San Bonifacio

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